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Autore: jay hanks    01/08/2014    2 recensioni
Non so se dire tutto a Fred.
Non so se fidarmi.
Non so se posso fidarmi dopo… cosa abbiamo condiviso noi due? Solo una notte.
Non posso basarmi su questo, non posso.
Allo stesso tempo, ho voglia di confidarmi con qualcuno che non sia Harry.
Qualcuno estraneo alla faccenda per poi sentire i vari pareri.
Vorrei che qualcuno mi urlasse contro e mi dicesse che sono stata una stupida.
Forse quel qualcuno può essere Fred.
Forse quel qualcuno è Fred.
Forse posso fare un tentativo, dopotutto tentar non nuoce.
Mi giro verso di lui e mi accorgo che mi sta fissando, la mano che mi accarezzava sui capelli intenta a fare su e giù per la schiena.
“Vedi, Weasley, io…”
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Viktor Krum | Coppie: Draco/Harry, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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‘Morniing.
Allora, solo poche parole. Questa long è la rivisitazione della storia, “La sorella di Harry Potter”.
Ho scelto di riscriverla perché la versione precedente non mi convinceva molto e nel frattempo mi è venuta un’altra idea.
La long è stata quindi cancellata e sostituita da quest’altra.
 
Buona lettura,
Jay.
 
 
 
 
1. Salazar, sei incorreggibile,
Potter!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“… Hai capito?” mi chiede mio fratello.
Sinceramente no, non ho capito e non ti stavo seguendo” rispondo io, schietta.
Sono più di dieci minuti che quella talpa di Harry mi sta facendo il “discorso necessario per farti capire che dai Weasley non puoi fare come ti pare”, per usare le sue parole.
Ebbene sì, io, Audrey Lily Potter, sono la sorella del Prescelto/Ragazzo Sopravvissuto/San Pott… ehm, dicevo, oggi quel rompiscatole di mio fratello mi porterà a conoscere “la nostra nuova famiglia” dove “vive il mio migliore amico” e “c’è la mia ragazza”.
“Per Godric, Audrey, te lo ripeto per l’ultima volta, intesi?” mi guarda ed io faccio sì con la testa.
“Andremo a stare dai Weasley fino alla fine delle vacanze, poi torneremo a scuola. Vedi di ingoiare le tue battute acide e l’ego smisurato che ti ritrovi e non dire niente di compromettente. Comunque, una volta arrivati a Hogwarts, ognuno per conto suo: io fra i grifoni, tu fra le… le…” è incredibile come gli riesca ancora difficile accettare il fatto che io sia finita a Serpeverde, ormai sono passati quasi sette anni!
“… le serpi. Hai capito ora?” dice alla fine.
“Sì”, rispondo io.
“Bene. Allora vado a sistemare il baule e poi andiamo. Okay?”
“A-ah”.
Io e Harry siamo gemelli, eppure lui mi tratta come se fossi una bambina. È una cosa che odio; è già abbastanza estenuante che la gente (popolazione magica e non) mi additi mentre cammino per strada per via del colore dei capelli e degli occhi, se ci si mette anche lui, finirò sotto sei piedi di terra prima del previsto.
Lascio da parte i miei presagi di morte e mi metto a riempire il baule con tutto ciò che potrebbe servire.
 
 
 
 
                                                 Qualche ora dopo
 
 
“Harry caro! Che sorpresa! Cosa ci fai qui? E chi è questa bella ragazza?” sono queste le parole con cui Molly Weasley ci accoglie alla Tana.
“Ma non li avevi avvisati che sarei venuta anch’io?” chiedo a mio fratello quando la Signora lo lascia respirare e annuncia che sarebbe andata a chiamare i figli.
“Uhm… no, a dire il vero no.” risponde lui.
“Cosa? E… e quando pensavi di dirglielo?”
“Adesso…?” azzarda lui.
“Salazar, sei incorreggibile, Potter!” lo rimbecco io.
“Come te, Potter”.
Aaah, i battibecchi in famiglia Potter. Da sempre i migliori.
“Voglio sperare che almeno al tuo migliore amic-”
“Harry!” dice una seconda voce, o forse era più di una…? Non lo so, fatto sta che una massa di capelli rossi e lentiggini si abbatte su mio fratello.
Io, da brava Serpeverde, mi allontano quanto basta per osservare la scena e stamparmi sulla faccia un’espressione visibilmente schifata e infastidita quando quel ragazzo – che presumo sia Tom… o Ron? – ha interrotto la mia ennesima predica a quell’invertebrato di Harry.
“Ron! Come stai?”
Ah, si chiama Ron.
“Bene, ma… lei chi è?” chiede il rosso accorgendosi solo in quel momento di me.
“Sono Audrey, Audrey Potter”, rispondo io prima che possa farlo Harry.
“P-potter?!” chiede Ron con gli occhi fuori dalle orbite.
“Sì, Rosso. Potter. P-o-t-t-e-r”, dico facendo lo spelling. “Sono sua sorella, gemella per la precisione.” Vedendo che lui non dice niente, anzi rimane a bocca aperta, continuo.
“Vengo da Durmstrang” ancora niente.
“Ron...?” tenta Harry.
“Lei… è… tua… sorella…?”
“Rosso, l’affascinante donzella, dallo straordinario cappotto nero, con cui stai parlando, è la sorella dell’invertebrato che ti sta affianco”. Dico allora, spazientita.
“Drey!” mi riprende mio fratello.
“Sì…?” chiedo io, con un sorriso angelico.
“Quale parte di “ingoia le tue battute acide e l’ego smisurato che ti ritrovi e non dire niente di compromettente” non capisci?”
“Ahm… probabilmente la parte in cui mi vieti di fare la serpe” dico allora io.
Mentre sto per riaprire bocca, qualcuno mi mette le mani sulle spalle.
“Harry, sei sicuro che questa ragazza sia tua sorella?” chiede la voce a cui appartengono quelle… mani poggiate sul mio splendido cappotto.
“Sai, questa ragazzina mi sembra molto più… simpatica di te!” aggiunge un’altra.
“È esattamente quello che volevo dire io, George!”
“Lo so Fred”.
Mi giro e mi ritrovo davanti a due ragazzi, entrambi dai capelli rossi, la corporatura snella ma forte e un ghigno Malandrino stampato in faccia.
“Potresti, di grazia, levarmi quelle cavolo di mani dalla giacca? Non puoi capire quanto cavolo è costata! Viene da una delle collezioni più belle del più bravo stilista italia-” il mio monologo viene bruscamente interrotto dalla mano di Harry che mi viene letteralmente schiaffata in faccia.
“Scusatela, dà di matto quando qualcuno osa toccare i suoi vestiti”.
Io mugolo in risposta qualcosa che dovrebbe assomigliare molto a un “e vorrei ben vedere!” seguito da un morso e dall’espressione sofferente dipinta sul viso del mio gemello.
“Drey!” geme, infatti.
“Sì, Harry caro?”
Mi lancia un’occhiata torva e va a sedersi vicino a Ron, tutto intento ad accendere una scatola dotata di manopole – che presumo sia una radio – per seguire la nuova partita di Quidditch.
“Allora, Audrey”, dice uno dei rossi, “come mai non ti abbiamo mai vista a Hogwarts?” continua l’altro.
“Perché vengo da Durmstrang”, rispondo, “è una lunga storia che non ho voglia di raccontare” aggiungo scorgendo una scintilla di curiosità nei loro occhi.
“Okay”, sbuffa uno, “comunque io sono George” dice subito dopo.
“Io Fred, il gemello bello di George”, dice il rosso che aveva le mani sulle mie spalle.
“Audrey Lily Potter, la più bella dei gemelli Potter” rispondo, accennando un sorriso e stringendo le mani che mi pongono.
 
 
 
 
*
 
 
La cena preparata dalla Signora Weasley è stata semplicemente sublime, credo di non aver mai mangiato niente di più buono. Il pasto è stato consumato più o meno in silenzio, uno dei gemelli – Fred? O George? – continuava a lanciare occhiate furtive a me – o ai miei occhi? O ai capelli? Non ne ho la più pallida idea, so solo che una ragazza albina dagli occhi viola non passa inosservata – fatto sta che mangiare con due occhi che mi scannerizzavano in lungo e in largo, è stato abbastanza traumatico.
Quando ho chiesto a Molly dove avrei dovuto dormire, lei ha detto che avrei dovuto dividere la stanza con i gemelli, che Harry avrebbe dormito con Ron e che in camera di Ginny e Hermione non c’era più posto. L’unica alternativa possibile è stata, quindi, farmi dormire con i due rossi.
Adesso sono in camera dei gemelli; mi sono accorta che Ginny, però, non è in casa: Fred – era Fred, vero? – ha detto che è andata a casa di una certa Lunatica e che non avrei comunque potuto dormire con Hermione perché è con George – avevo ragione. È Fred. - . Quindi adesso sono nella stanza, aspettando che Fred esca dal bagno.
Comincio a spogliarmi, restando in canottiera e calzoncini corti di una tuta. Sussulto quando due mani si posano sulle mie spalle e delle labbra cominciano a baciarmi il collo.
Mi giro e mi ritrovo di fronte un Fred Weasley con le pupille dilatate e i capelli rossi spettinati.
“Ma cos-?” faccio per chiedere, ma non concludo la frase poiché il rosso mi bacia con passione, tappandomi la bocca.
Io ricambio, e sento le sue mani accarezzarmi il corpo.
Poco dopo – non so né come, né quando ci siamo arrivati – siamo sul letto, in un intrico di gambe e braccia.
Noto solo dopo che i tre letti iniziali sono stati trasfigurati in un unico, grande, letto a due piazze e mezzo.
 
*
 
 
“Sai, Drey…” comincia Fred, dopo quelli che potevano essere minuti o ore.
“Siamo già ai nomignoli? Però, hai fretta, Weasley!” ironizzo io.
“Stupida!” ride lui, guadagnandosi un mio – debole – pugno sul petto.
“Mi sono accorto di una cosa…” comincia lui, accarezzandomi i capelli e ignorando il mio “pugno”; temo che non l’abbia neanche sentito.
“… tu non sei quella che vuoi far credere di essere” continua lui, schietto e dritto al punto. M’irrigidisco e tento di allontanarmi un poco da lui, ma le sue braccia non me lo permettono.
“In… in che senso, Fred?” chiedo.
“Drey, non te ne accorgi? Già adesso, mentre stiamo parlando, non sei quella di qualche ora fa. Sei diversa, totalmente; io non so se è per via di… quello che abbiamo appena fatto o se hai abbassato le difese che ti sei costruita attorno, perché io so che nascondi qualcosa” dice alla fine.
“Wow, non ti facevo così profondo, Weasley” dico dopo un po’.
 
Non so se dire tutto a Fred.
Non so se fidarmi.
Non so se posso fidarmi dopo… cosa abbiamo condiviso noi due? Solo una notte.
Non posso basarmi su questo, non posso.
 
Allo stesso tempo, ho voglia di confidarmi con qualcuno che non sia Harry.
Qualcuno estraneo alla faccenda per poi sentire i vari pareri.
Vorrei che qualcuno mi urlasse contro e mi dicesse che sono stata una stupida.
Forse quel qualcuno può essere Fred.
Forse quel qualcuno è Fred.
Forse posso fare un tentativo, dopotutto tentar non nuoce.
 
Mi giro verso di lui e mi accorgo che mi sta fissando, la mano che mi accarezzava sui capelli intenta a fare su e giù per la schiena.
 
“Vedi, Weasley, io…”
Mentre cerco di trovare le parole giuste – non sia mai detto che io dica niente a caso, poiché le parole hanno il potere di cambiarci – sento un urlo provenire dalla camera in cui dormono Harry e Ron.
Mi scaravento giù da letto, verso la porta e verso mio fratello. Mi accorgo quando sono già nel corridoio che sopra le mutande indosso solo una maglietta di Fred, ma non m’importa. L’ultima volta che Harry ha lanciato un urlo del genere, Tu-Sai-Chi era nella sua mente, distorcendogli i pensieri e rendendolo ogni giorno più triste; diceva sempre che si sentiva come se la sorte del Mondo Magico dipendesse da lui, come se avesse una spada di Damocle sulla testa e ogni passo falso costasse la vita a qualcuno.
È stato l’argomento prevalente nelle sue lettere per anni, gli ho detto spesso di farne parola con Hermione, Ron o Ginny, ma lui ha continuato a ripetere che meno persone erano a conoscenza dei suoi pensieri, più sarebbe stato facile superare la sua “tragica, lenta e dolorosa dipartita” come la definiva, ironicamente, lui stesso.
È sempre stato convinto che il mondo senza di lui fosse spacciato, ma allo stesso tempo è rimasta ferma in lui la convinzione che se lui non fosse mai esistito, Voldemort non avrebbe mai preso di mira la nostra famiglia.
Spesso dice che sono stata fortunata a non trovarmi lì con lui e i nostri genitori, quella sera; ricordo che mi hanno portata dai Dursley perché Dudley ha sempre amato la mia compagnia, al contrario di me. Io non sono mai riuscita ha farmelo andare a genio, è sempre stato abbastanza… viziato, egocentrico, egoista e menefreghista.
Quella notte, ero ancora troppo piccola per capirlo, la mia vita ha preso una piega tremenda. Sono stata separata da Harry, spedita in Bulgaria, ho studiato a Durmstrang – frequentando corsi di inglese straordinari – e poi, come se non bastasse, lui è piombato nella mia vita, lasciandomi per sempre un segno del suo passaggio.
 
Mi riscuoto improvvisamente dai miei pensieri quando entro nella camera che mio fratello condivide con Ron.
Vedo Harry steso seduto sul letto, madido di sudore e intendo a raccontare l’incubo ai suoi migliori amici; Hermione gli tiene le mani, il rosso gli ha appoggiato una mano sulla spalla ed entrambi lo scrutano, come a volergli leggere dentro.
Appena si accorgono di me si separano dal mio gemello, fissandomi in attesa che faccia qualcosa.
Così faccio la prima cosa che mi passa per la mente, ovvero la più infantile e quella che meno si addice alla maschera dietro la quale mi nascondo.
Perché ormai l’ho capito.
Mi sono costruita intorno un muro fatto di menzogne e battute acide, mirate a ferire le persone che mi circondano.
È buffo come una persona che conosco da qualche ora è riuscita – a portarmi a letto – a capirmi. Devo aver abbassato fino al minimo le difese.
È buffo anche che, nonostante tutto, quel cavolo di Cappello Parlante è riuscito a non entrare nella mia mente, smistandomi nella Grande, Nobile e Pura casa di Serpeverde.
Devo aver alzato fino al massimo le difese.
 
Abbraccio mio fratello, facendogli capire che io ci sono.









Eccomi qui, questa - come ho detto prima - è la rivisitazione della long precedente.
Di simile non c'è assolutamente nulla, a parte il fatto che Harry ha sempre una sorella.
Il carattere dei personaggi non so se sarà sempre e comunque pertinente a quello dei libri, anche perché la storia seguendo la mia trama ho come il forte sospetto che un po' si stravolgeranno tutti.

Bene, hope u like it!

Jay

 
  
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