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Autore: pazzadite    01/08/2014    0 recensioni
Emma, sedicenne frustrata dalla sua vita noiosa e monotona, innamorata di Daniele, un ragazzo della sua età che nemmeno conosce. Incontra Lorenzo, bellissimo e gentilissimo con lei. Chi sceglierà Emma?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao!! Sono tornata dopo taaaaaanto tempo. Scusatemi ma tra scuola, studio e altri pensieri non riuscivo a completare questa benedetta storia. Spero vi piacerà!
-elena-



15.Basta!
Io e Daniele passeggiavamo nel bagnasciuga a mano presa, sotto la luce rossa di un caldo tramonto. Parlavamo di tutto, dalla scuola a noi due; ridevamo e scherzavamo quando ad un certo punto lui si fermò davanti a me guardandomi dritto negli occhi. Non serviva parlare, bastava guardarci per dirci quanto ci amavamo. Intrecciò la sua mano con la mia e iniziò ad avvicinarsi.
Cos'avrei potuto desiderare di più di un bacio al tramonto? Mi avvicinai a lui e proprio quando stavo per baciarlo, quando le nostre labbra stavano per unirsi, il rumore di una sveglia fece svanire tutto, me, Daniele, il tramonto...tutto.
Era domenica quindi sarei rimasta a dormire di più.
La sveglia si staccò e mi girai dall'altra parte del letto. Un'aria calda continuava ad arrivare intermittente nella mia faccia e non riuscivo a capire cosa fosse. Poi ricordai tutto.
Aprii gli occhi e vidi Daniele addormentato affianco a me, senza maglietta e con i capelli in disordine. Ero un'incosciente, una stupida, cos'avrei fatto adesso? Restava solo una cosa da fare: scappare.
Mi vestii, presi le mie cose e in silenzio mi avvicinai alla porta ma non feci a tempo ad aprirla tutta che lui la richiuse di botto.
"Che fai? Scappi?".
Dovevo trovare una scusa valida per andarmene prima possibile.
"Mamma si è sentita male, devo tornare subito a casa"
"Trova una scusa più credibile Emma"
"Senti, ti sto facilitando le cose. Volevi portarmi a letto? Ci sei riuscito. Questione chiusa. Ciao".
Cercai di uscire per la seconda volta ma mi bloccò di nuovo.
"Anche tu ci sei stata"
"Si, è vero, ma avrò il rimorso a vita".
Come avevo potuto farmi trascinare da lui così? Sono una debole quando c'è lui, perchè in fondo lo amo ancora ma non voglio ammetterlo nemmeno a me stessa. Non voglio soffrire ancora.
"Ti ho tolto lo sfizio Mariani"
"No, perchè avrò sempre voglia di te".
Si avvicinò e mi abbracciò, baciandomi dolcemente.
"È stato bellissimo" disse lui fra un bacio e l'altro. Non sapevo se per me era stato lo stesso. Dopo che lui si era addormentato avevo pianto, per la mia impotenza, per il fatto che non ero ragionevole quando stavo con lui. Ero solo una marionetta che lui comandava come voleva. "Andiamo a fare colazione? Poi ti porto dove vuoi". Non sarei ricascata nella sua trappola.
"No, Daniele. Basta, fammi andare"
"Ti prego! Dammi questa possibilità". Mi guardò supplicante e mi sembrò addirittura che fosse sincero, così cedetti e annuii senza aggiungere altro.
Si vestì in fretta e mi fece scegliere il cappellino da mettersi. Ne aveva talmente tanti che non sapevo quale scegliere ma visto che aveva una felpa blu scelsi un cappello blu New Era degli New Yankees.
"Mi piace questo" disse facendomi l'occhiolino. Prima di uscire ne adocchiai uno nero con la scritta Obey enorme sopra la visiera e lo misi. Era davvero swag, come si usa dire nel gergo giovanile. Daniele mi vide e sorrise.
"Che ridi? Mi sta male?" dissi facendo facce alla Miley Cyrus.
"Sei bella" rispose alzando con l'indice il mio mento e dandomi un bacio leggero sulle labbra.
"Andiamo?"
"Andiamo".
Dopo dieci minuti arrivammo in un bar che dava sul Tevere. La vista era stupenda , il tempo era perfetto nonostante fosse fine novembre e anche Daniele era perfetto. Troppo perfetto. Per come si era comportato con me non sarei nemmeno dovuta essere qui ma riusciva sempre a soggiogarmi. Il cappuccino mi lascio i baffi alle estremità delle labbra e Daniele rise.
"Sei buffa"
"Che ho?"
"Aspetta, ti aiuto io". Avvicinò la mano e mi pulì dalla schiuma con il pollice.
Era troppo perfetto, troppo imbarazzante. Non aprii bocca, aspettando che fosse lui a farlo ma non si decideva e continuava a fissarmi con un sorriso sghembo. Per evitare il suo sguardo fissavo la tazzina vuota, il fiume, la gente. Insomma, tutto tranne lui. Eppure guardare qualcuno negli occhi non era mai stato un problema per me, ma questa situazione era troppo normale, rispetto alle ultime. Sembrava di essere tornata alle origini quando io e lui stavamo insieme e uscivamo ogni domenica a fare colazione. Forse era per quello che mi aveva portato qui, forse anche lui si ricordava di quei momenti. Dovevo rompere il ghiaccio e fargli distogliere lo sguardo, mi stava imbarazzando sul serio.
"Come va a scuola?" Come va a scuola? Gli avevo davvero fattouna domanda così idiota? Emma, calmati, rifletti.
Anche lui rimase stupito da questa domanda e mi guardò come a dire ' ma davvero ti interessa?'. Certo che mi interessava! Ma, cazzo, potevo evitare in questo caso.
"Abbastanza bene. È facile il tecnico. Tu?"
"Apposto"
"Sai che Anna e Matteo stanno insieme?".
Attacco d'ira fra 3...2...1...presi un fazzoletto e iniziai a giocarci per calmarmi.
"Bene! Sono contenta! Devo esserlo giusto?"
"Tutto bene?". Una risata isterica uscì dal mio corpo.
"Certo! Tutto bene! Tutto!"
"Hai litigato con lei?"
"Si, ho litigato!"
"Come mai?"
"Cambiamo argomento?".
Ero abbastanza innervosita e Daniele cambiò espressione. Mi sorrise e si alzò tendendomi la mano.
"Facciamo una passeggiata lungo il Tevere?". Presi la sua mano e ci incamminammo.
Era bello stare con lui, mi faceva ridere e dimenticare di tutti i problemi. Dimenticai addirittura delle sue stronzate, di Lorenzo, di Gabriele, del litigio con le mie amiche.
C'eravamo solo io e lui, in mezzo a tanta gente.
A un certo punto un signore ci fermò.
"Comprate un lucchetto! Legatelo qui! Il vostro amore durerà per sempre". Può darsi che la mia mano intrecciata a quella di Daniele gli avesse fatto credere che fossimo una coppia così mi affrettai a toglierla.
"No no, ha pensato male. Non stiamo insieme, niente lucchetto!"
"Signorina, lei non mi frega! L'ho visto come il suo ragazzo la guardava. State sicuramente insieme".
La gente che mette pregiudizi senza sapere mi faceva saltare i nervi.
"Ascolti, le ho detto che non sto con lui!" risposi sgarbata. Presi Daniele per la manica e lo invitai a camminare.
"Insisto! Se non volete comprarlo ve lo regalo". Prese un lucchetto e lo mise a forza nella mia mano, poi prese una Polaroid, una di quelle macchine fotografiche che stampano la foto instantaneamente e mi costrinse a fare una foto.
Quello che ne uscì fu una cosa strana: io avevo un sorriso fintissimo e Daniele con una mano nella mia spalla mi guardava serio.
"Grazie mille" disse il ragazzo dandogli anche i soldi.
"Ragazzo, senti a me: non fartela scappare! Anche lei ti ama!"
"Mariani!? Andiamo!".
Ringraziò nuovamente il signore e ce ne andammo da quella tortura.
Riniziò un momento di silenzio che durò sino a sotto il mio palazzo.
"Ascolta..." dissimo all'unisono per poi ridere.
"Dai, parla" lo incitai.
"Tieni tu la foto". Me la porse e io non rifiutai.
"Grazie per questa giornata"
"Grazie a te, principessa". Si avvicinò per baciarmi ma gli mollai un pugno in pancia che lo fece piegare.
"Non chiamarmi principessa! Che schifo!"
"Sei proprio manesca! Ciao De Santis". Si girò per andarsene dolorante. Gli andai davanti e lo guardai interrogativa.
"Allora?"
"Allora cosa? Mi hai preso a pugni!"
"Ah si? Ok, ciao allora". Cercò di prendermi per un braccio ma fui più veloce e scappai.
"Prendimi!". Iniziai a correre ma in poco tempo mi raggiunse e mi fermò imprigionandomi in un vicolo cieco.
Feci la scema: "No! Non violentarmi!"
"Sto arrivando Emma"
"Aiuto! Lasciami in pace" dissi con una vocina stridula.
Avevo il fiatone ma quando mi fu vicino, anzi attaccato, rimasi in apnea. Fece sfiorare i nasi e mi guardò dritto negli occhi.
"Sei uno stronzo"
"Perchè mi insulti senza motivo? Non ho fatto niente"
"È eccitante". Senza aggiungere altro mi baciò. Prese la mia coscia e mi sollevò. Avevo già capito le sue intenzioni.
"No, Mariani, stai sbagliando. Non qui, non ora". Mi ribaciò e poi mi accarezzò.
"Avrò sempre voglia di te dopo ieri"
"Sogna! Ciao coglione!". Me ne andai lasciandolo lì come un fesso.

Salii a casa e trovai i miei seduti nel divano che mi aspettavano ed erano tutto tranne che felici.
"Tutto bene?" chiesi.
"Emma dov'eri?". Una scusa. Mi serviva una scusa.
"Scusatemi! Mi sono addormentata a casa di Barbara e non vi ho avvisato".
Mio padre iniziò a farmi la paternata e io naturalmente controbattevo peggiorando le cose. Ciò che ottenni fu non poter uscire per una settimana. Era inutile, questo era un periodo di merda, un periodo troppo strano. Mia sorella mi rise in faccia e iniziò a farmi i dispetti. Presa dal nervosole tirai i capelli e le diedi uno schiaffo: la punizione fu un'altra settimana in più.
"Vi odio!" urlai e mi rinchiusi in camera sbattendo la porta. Nessuno capiva che ero già incasinata così, nemmeno la mia famiglia.
Presa dal nervoso lanciai il giubbotto per terra e dalla tasca fecero capolino la foto e il lucchetto. Guardai la foto. Chissà perchè Daniele mi osservava in quel modo. Non avevo voglia di tormentarmi anche con lui, così presi tutto e lo misi dentro il cassetto delle cianfrusaglie. Nonostante la bella giornata non ero sicura che Daniele sarebbe rimasto così.
L'aveva fatto certamente solo per quello che era successo quella notte. Me lo doveva! Gli avevo dato la mia verginità! Basta! Basta pensare a lui!
Accesi il computer e iniziai a guardare un film dopo l'altro. Il pranzo lo saltai, il litigio con i miei mi aveva fatto passare la fame.
Verso sera il terzo film finì e presa da una fame improvvisa decisi di scendere giù a mangiare qualcosa. Un pezzo di torta al cioccolato mi pregava di mangiarlo così non esitai, spaparazzandomi sul divano a guardare l'ennesimo film del giorno.
Non sapevo con chi poter passare il tempo dato che le mie amiche erano delle stronze e non sarei di certo andata io a chiederli scusa.
Il campanello suonò e controvoglia andai ad aprire trovandomi davanti Anna, Chiara e Silvia con i rispettivi ragazzi.
Le tre ragazze mi assalirono abbracciandomi mentre i ragazzi ridevano per la mia faccia sorpresa, facendomi pentire di averle definite 'stronze'.
"Scusaci Emma! Siamo state delle stronze" disse Anna.
"No, la stronza sono io. Non ho capito che anche voi avete dei problemi"
"Ci siamo allontante in questo periodo"
"Anna, tu non mi hai detto nemmeno che stavi con l'amico di quel bradipo". Anna sorrise innocentemente e mi abbracciò.
"Intanto con quel bradipo stanotte...". Tappai la bocca a Matteo prima che dicesse altro.
"Emma? Ci devi raccontare qualcosa?". Silvia a braccia incrociate aspettava una risposta. Cosa avrei potuto dire?
"Ve lo racconto in un altro momento. Ora entrate dai!"
"Noi stiamo uscendo, vieni con noi?"
"Sono in punizione perchè stanotte sono rimasta a dormire da..."
"Da?" fecero in coro.
"Da Barbara!"
"Non me la conti giusta. Comunque no problem! Chiamo io tua mamma e la convinco".
Chiara chiamò subito mia mamma e dopo varie moine e complimenti la convinse.
"Grazie Chiara! Se aspettate un attimo mi preparo".
In pochi minuti scesi giù coon dei semplici jeans, una felpa nera, vans nere e cappellino Obey di Daniele.
"E quello dove l'hai preso?" chiese Alessandro.
"Regalo di mia mamma" divagai.
"Comunque ti sta bene, anche se è da uomo!". Matteo, non lo conoscevo ma già non lo sopportavo.
"Usciamo va!". Sulla metropolitana mi arrivò un messaggio.

Daniele h 19:15
Mi manchi. Domani vengo a prenderti a scuola e non voglio scuse. Ciao tigre. Il tuo leone.


Una notte e un cappuccino potevano davvero cambiare una persona?
Gli risposi: Non sei il mio leone. Sono una tigre solitaria. Sono in punizione per colpa tua ma voglio vedere che farai, quindi a domani coglione.
Avevo sicuramente una faccia da ebete perchè tutti mi guardavano straniti.
"Che guardate?"
"Sei un pò assorta. Cos'è successo?"
"Chiara, niente! Mi è arrivato un messaggio che mi ha fatto sorridere"
"Di chi?"
"Barbara".
Chiara aveva dei dubbi. Prima o poi lo saprà, non prima di aver riacquistato la mia fiducia. Decidemmo di andare al cinema a vedere un film horror. Non amavo questo genere, la suspance e il colpo di scena subito dopo mi mettevano ansia addosso.
Daniele continuava a mandarmi messaggi che non leggevo avendo Chiara da una parte e Silvia dall'altra. All'ennesima vibrazione presi il cellulare e vidi cinque messaggi di Daniele.

H 19:30 Ti sorprenderò! Aaargh.

H 19:45 Dove sei? Con chi sei? Sei con quello di ieri?

H 20:00 Rispondimi, mi sto incazzando, giuro che lo ammazzo se ti tocca.

H 20:05 Vaffanculo. Dopo oggi non me l'aspettavo che mi trattassi così. Mi manchi, rispondi.

H 20:10 Se domani sei con quel coglione lo meno.


Perchè complicava le cose? Era geloso di me. Dovevo tranquillizzarlo prima di perderlo di nuovo.

A: Daniele h 20:12 Sono al cinema con Chiara, Anna e Silvia, abbiamo fatto pace. Calmati, cazzo! A domani.

Dopo quella risposta non mi mandò più nessun messaggio e potei guardare il film in santa pace e quandò finì presimo un pullman per andare a mangiare una pizza in centro.
Camminavamo tranquilli sotto i portici. Le vetrine illuminavano e i negozi nonostante il tardo orario erano aperti e davano vita alle strade, animate da persone che chiaccheravano e passeggiavano tranquilli al chiaro di luna.
Mi fermai a legarmi una scarpa lasciando che gli altri iniziassero ad andare verso la pizzeria. Mi sollevai da terra e aspettai che il semaforo diventasse verde. Quando scattò non attraversai perchè qualcuno attirò la mia attenzione.
Una coppia, seduti nel tavolino di un bar, si baciavano appassionatamente. Sembravano due polipi. Ciò che però mi sorprese di più fu il cappello del ragazzo: era uguale a quello di Daniele.
Non poteva essere lui, non doveva essere lui. Quando si staccarono lo vidi e rimasi impietrita.
L'ennesima presa per il culo. Mi aveva ritrattato come una bambolina che poteva usare come più gli piaceva.
Ma ora basta! Ora anche lui avrebbe sofferto un pò.
Avevo già un piano per domani mattina.
Mi svegliai puntualissima e impaziente di vedere Daniele all'uscita. Ero piena di adrenalina dovuto al pianto di ieri notte. Ero stanca di piangere per lui, stanca di soffrire.
Alla fine raccontai tutto alle mie amiche, dalla notte passata con lui al piano di oggi.
"Emma, fagliela pagare a quel coglione!" mi incitò Anna.
Abbracciai tutte ed entrai a scuola carichissima. Le cinque ore passarono lentissime . Ero impaziente di vederlo. Mi fermai nel portone e vidi che era arrivato con Matteo. Finalmente!
Gabriele uscì dalla scuola e gli corsi incontro. Lo baciai senza nemmeno dargli il tempo di capire, ma lui reagì bene e ricambiò.
Si, lo so, ero stronza ma doveva pagarmela.

DANIELE'S POV
Non la vedevo. Dove cazzo era?
"Matteo tu la vedi Emma?".
Si guardò attorno poi si bloccò a guardare un punto fisso. Spalancò la bocca e si limitò ad indicare. Guardai ciò che il suo dito indicava e fu come se mi fosse caduto sopra una tonnellata di mattoni.
Emma baciava il coglione di sabato dopo quello che era successo tra di noi.
Menomale che mi amava questa puttana! Il nervoso mi assalì e buttai a terra un motorino andandomene incazzato.
Questo non doveva farmelo! Quando tornerà a casa troverà una bella sorpresa.

EMMA'S POV
Daniele se n'era andato incazzato. Mi staccai da Gabriele che mi sorrise.
"Il tuo ragazzo l'ha presa male". Abbassai lo sguardo. Aveva capito tutto.
"Scusami se ti ho coinvolto. Lui non è il mio ragazzo"
"Comunque sia gliel'hai fatta pagare e in un certo senso anche io. Sabato ti ha preso lasciandomi solo, ma potevo immaginarlo che lo ami" "E' solo un coglione. Me ne ha fatto di tutti i colori, non lo sopporto più"
"Se ne vuoi parlare io ci sono. Dai, ti accompagno a casa". Raccontai tutto a Gabriele che si limitava ad ascoltare.
Le lacrime non mi uscivano da quanto avevo pianto tanto. Arrivammo davanti a casa e lo abbracciai.
"Grazie di tutto!"
"E' un piacere. L'avevo capito che stavi male, ma non devi! Se lui ti fa soffrire devi cancellarlo dalla tua vita e voltare pagina. Non ti merita"
"Io lo amo e ogni volta penso sia quella giusta, quella in cui anche lui provi qualcosa per me, invece come una stupida mi faccio fregare"
"Devi parlarci e spiegargli che non può continuare così, è da incoscienti"
"Ah....è inutile. Daniele non cambierà mai". Mi riabbracciò e mi salutò con un bacio sulla fronte.
"A domani Emma, mi raccomando"
"Ciao Gab, stai tranquillo"

DANIELE'S POV
Avevo sentito tutto e mi sentivo in colpa. L'aveva baciato per vendicarsi, ma per cosa?
Ieri avevo fatto il ragazzo perfetto e anche lei era felice. Dovevo parlarle e capire.
Gli andai incontro prima che entrasse in casa e mi piazzai davanti a lei. Come i vide i suoi occhi diventarono lucidi e mi tirò uno schiaffo. "Spiegami perchè"
"Non ha senso, non cambierai mai"
"Cos'ho fatto?"
"Quando stavamo insieme ieri era tutto perfetto, troppo perfetto per essere vero. Ti ho visto ieri notte con quella mentre...che schifo"
"E' solo un passatempo lei! Non so nemmeno come si chiama". Mi guardò con disprezzo e odio.
"Mi fai schifo! Anche io sono un passatempo? Certo!"
"No Emma! Tu sei tu! Io...io...". Daniele, mantieni la calma, non dire cose di cui potresti pentirti.
"Tu cosa?"
"Tu sei la mia ragazza"
"Da quando?"
"Da quando abbiamo fatto l'amore"
"Wow! Allora sono già cornuta! Sparisci dalla mia vita Daniele e non farti più vedere"
"No!"
"Ti prego, è l'unico modo per farmi stare bene. Se davvero ci tieni a me lasciami andare"
"Questo non è un addio Emma"
"Addio".
Entrò a casa e mi pentii di tutto ciò che avevo fatto. Ero un coglione, un vero coglione.
Buttai l'ennesimo motorino a terra e me ne andai.
  
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