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Autore: alecter    02/08/2014    3 recensioni
Non aveva idea del perché si sentisse così nervoso, neanche fosse stato il suo di matrimonio. Eppure ritrovarsi lì, dopo tutto quel tempo, in mezzo alla famiglia della sua anima gemella e dover fingere di essere quasi un estraneo, lo rendeva nervoso.
Non era in grado di fingere, tanto meno ad un matrimonio. Il matrimonio della madre del suo ragazzo, per di più.

Ispirata dal recente matrimonio di Jay e dalla persistenza di Harry nel tenere al polso il bracciale del matrimonio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note Autrice: ho scritto questa one shot ieri notte in circa mezz'ora, non mi aspetto quindi che la troviate un capolavoro. Come sempre, quando succede qualche piccola cosa che mi ispira, mi metto al computer e scrivo di getto, quindi spero apprezziate comunque questa breve storia. 
E' stata ispirata dal matrimonio di Jay e da Harry che persiste nel portare il bracciale del suo matrimonio.




Something Great

 
Era nervoso.
Così nervoso che le sue dita erano inconsciamente andate a giocherellare con i bottoni della sua camicia. Aveva iniziato a sbottonarli fino a che la sua farfalla era ormai all’aria aperta, libera di respirare. Al suo contrario, Harry in quel momento si sentiva ingabbiato nelle quattro pareti della macchina che all’improvviso sembravano essersi ristrette.
Non aveva idea del perché si sentisse così nervoso, neanche fosse stato il suo di matrimonio. Eppure ritrovarsi lì, dopo tutto quel tempo, in mezzo alla famiglia della sua anima gemella e dover fingere di essere quasi un estraneo, lo rendeva nervoso.
Non era in grado di fingere, tanto meno ad un matrimonio. Il matrimonio della madre del suo ragazzo, per di più.
Prese un profondo respiro mentre, al suo fianco, la sua amica Lou dava gli ultimi ritocchi al suo trucco. Dopo aver riposto lo specchietto nella borsa, si girò verso di lui e lanciò uno smagliante sorriso di incoraggiamento.
“Avanti, Harry” poggiò la sua mano sulla esile coscia del ragazzo. Harry cercò di prendere il coraggio da qualche parte nel suo essere, ma all’improvviso sembrava essere svanito.
Lou aprì la portiera della macchina e uscì nel cocente sole di luglio. Persino a Doncaster era giunta l’estate.
Harry scese dalla macchina al seguito della sua amica, una leggera brezza rendeva meno insopportabile il caldo umido. Sistemò la giacca lungo i fianchi e poi aggiustò il cappello. Non voleva guardarsi attorno furtivamente, ma non appena si ritrovò nel piccolo atrio della chiesa, iniziò a sentire sudore freddo colare sulla sua schiena.
La cerimonia nuziale, al contrario della successiva festa, contava non molti ospiti, i quali erano già seduti tutti sulle panche della chiesa, probabilmente godendo della frescura della piccola sala.
Si guardò attorno, ma di Louis non c’era traccia. Probabilmente, pensò, era con la madre. Harry sedé su una delle panche di fronte all’altare, una delle prime file, così da poter osservare da vicino l’intera cerimonia.
Era felice di far parte di quella piccola cerchia di prescelti che avrebbero assistito alla cerimonia. Anche gli altri compagni della band erano stati invitati, ovviamente, ma solo Niall si era presentato, più come supporto morale di Harry che per altro.
Niall conosceva Harry abbastanza bene da sapere che il riccio sarebbe andato nel panico solamente nel vedere il suo ragazzo entrare nella chiesa.
Così, per evitare che il suo amico soccombesse ad un attacco di panico nel vedere Louis camminare verso di lui sui passi della marcia nuziale, aveva deciso di farsi avanti e sedersi assieme a lui tra le prime file.
Non dovettero aspettare molto, il piede di Harry aveva ticchettato per circa cinque minuti contro il pavimento quando sentì un leggero mormorio in fondo alla sala. Si affacciò leggermente lungo la navata, e lo vide.
Non c’era altro che lui. Il suo sole, la sua aria, il suo tutto; sentiva a malapena la mano sudaticcia di Niall incollata sullla sua schiena.
Sentì stringersi lentamente il cuore mentre lo guardava, avvolto nel suo completo blu, attraversare la navata, al fianco della persona sbagliata.
Gli ospiti bisbigliavano tra loro o emettevano strani versi di approvazione nel vedere la coppia fittizia camminare fianco a fianco. Solo Harry poteva leggere lo sforzo e il fastidio di quegli sguardi negli occhi di Louis.
Quando passò al suo fianco, Harry sentì gli occhi azzurri del suo ragazzo poggiarsi per un breve secondo su di lui.
Si posizionarono vicino all’altare, pronti ad accogliere l’entrata trionfale della sposa.
Dan si illuminò nel momento in cui la sua futura sposa valicò la porta della piccola chiesa. Poteva leggere nei suoi occhi l’amore che provava per quella donna, ed immaginava che, probabilmente, quello era lo stesso modo in cui lui guardava il suo Louis.
Non riuscì a trattenere qualche lacrima mentre i due sposi scambiavano i loro voti di amore eterno. Era un ragazzo troppo sensibile e vedere Louis lì, vicino a lui, in quella chiesa, lo portava a fantasticare su futuri prossimi dove a scambiare gli anelli sarebbero stati loro.
Una volta all’uscita della chiesa, si unì nel lancio dei coriandoli e poi decise di rifugiarsi di nuovo in macchina.
La festa si sarebbe tenuta in un hotel non molto distante dalla chiesa e Harry sapeva che lì non avrebbe potuto scampare a fotografi professionisti venuti alla caccia di scoop. Aveva sempre il terrore di fare una mossa sbagliata, uno sguardo prolungato, una carezza furtiva, tutto poteva essere fatalmente mortale.
Eppure a volte il suo bisogno di sentire Louis al suo fianco o semplicemente di essere consapevole dell’altro scovandolo nella folla, aveva la meglio sulla paura di essere scovato.
Era ormai arrivato al punto di sopportazione massima, quel punto in cui se li avessero scoperti, non avrebbe più negato il loro amore.
Lo aveva scritto sul suo volto, lo aveva inciso sulla sua pelle, lo aveva cantato di fronte a migliaia di persone che lui, Harry Styles, era di Louis Tomlinson.
Sentì qualcuno bussare sul finestrino dell’auto. Si girò di scatto e vide i brillanti occhi azzurri di Niall fissarlo, sorridenti.
Harry fece cenno di entrare e il biondo aprì la portiera della macchina e si posizionò al suo fianco.
“Tutto ok?” chiese poi, osservando Harry giocare di nuovo con i bottoni della sua camicia. Harry annuì lentamente.
“Sei più nervoso che se fosse il tuo matrimonio, Harold” la risata di Niall scoppiò fragorosa all’interno della macchina. Harry abbozzò un sorriso.
“Il giorno del mio matrimonio sarò molto più nervoso. Probabilmente dovremo fare un matrimonio in costume così da non far notare quanto suderò” Niall rise di nuovo, con gusto.
“Ah, Harry, andiamo! Ci sarà alcol, cibo!” fu Harry a ridere questa volta. Niall aveva l’incredibile capacità di renderlo più tranquillo di fronte a qualsiasi problematica. Bastava sentirlo parlare o ridere e tutto il mondo si fermava per un secondo. Non c’erano più mille problemi a premergli, erano semplicemente loro, due ragazzi che si divertivano assieme.
“Cibo!” urlò allora Harry, alzando leggermente un pugno in aria, per far capire a Niall il suo entusiasmo.
“Si!” lo seguì Niall, ridendo di nuovo.
“Ci vediamo lì amico” Niall scese dalla macchina e Harry aspettò che Lou lo raggiungesse prima di avviarsi verso l’hotel.
Il prato brulicava già di ospiti e i bicchieri erano pieni quando giunsero di fronte alla reception.
Vide Liam scendere da una macchina nera, la giacca sulla spalla.
Harry sorrise; sembrava un modello in posa per un servizio fotografico. Quando Liam alzò la testa e vide Harry, lo salutò con un ampio sorriso e un cenno della mano.
“Hey Haz!” Liam lo tirò a sé per un abbraccio e poi gli diede una leggera pacca sulla spalla.
“Come va? Come era la cerimonia?”
“Terribilmente commuovente” disse Harry, tirando leggermente su con il naso. Liam rise.
“Sempre il solito” Liam assestò un’altra lieve pacca sulla spalla di Harry.
“Da che parte?” chiese poi, indicando con il mento il ricevimento.
“Di qua” fece cenno uno degli addetti all’accoglienza. Harry si lasciò guidare dal ragazzo, che avrà avuto qualche anno più di lui, verso un lungo corridoio di vetro che conduceva al giardino dell’hotel.
Le piccole gemelle di Louis erano pronte all’entrata con in mano un piccolo sacchetto bianco.
Non appena videro Harry, i loro sorrisi si accesero più che mai.
“Harry” gridarono all’unisono. Il ragazzo si chinò per stringerle in un abbraccio e baciare entrambe sulla guancia.
“Cosa avete per me?” chiese poi, vedendo il piccolo sacchetto che tenevano.
“E’ il bracciale per il matrimonio della mamma” disse Daisy tirando fuori un bracciale bianco con sopra ricamati i nomi dei novelli sposi.
“Me lo metti tu?” chiese Harry, porgendo il polso alla piccola. La bambina annuì. Lasciò il sacchetto alla gemella e cercò di annodare il bracciale sul polso del ragazzo.
“Ehi, lascia qui, faccio io” una voce familiare alle sue spalle. Rimase immobile per qualche secondo prima che il suo corpo riuscisse a reagire.
Prese il bracciale dalle mani della bambina e si alzò in piedi. Si voltò verso Louis, cercando di trattenere quello stupido sorriso che improvvisamente appariva sulle sue labbra ogni volta che i loro occhi si incrociavano. 
Mentre Liam e Sophia prendevano a loro volta i propri bracciali, Louis fece scostare Harry dalla folla. Arrivati in un angolo del giardino dove sembrava non esserci nessuno, Louis allungò una mano verso il braccio di Harry e la lasciò scivolare per tutta la sua lunghezza, fino a raggiungere il suo polso.
Prese il bracciale dalle dita di Harry e lo osservò per un secondo.
“Lou?” sussurrò Harry, fissando Louis pensieroso.
“Quando ero lì sopra, su quell’altare, non ho fatto altro a che pensare a come sarebbe finalmente poter proclamare a tutti il nostro amore. Lo so, abbiamo detto centinaia di volte che non ci serve un pezzo di carta o un annuncio pubblico. Ci amiamo, è il nostro amore, solo nostro. Ma, un giorno saliremo lì sopra, e io dirò a tutti quanto ti amo, perché senza di te la mia vita non ha senso, Harry.
Il mio mondo ha preso una piega diversa, a volte non facile, da quando sei entrato in quel bagno e di conseguenza nella mia vita. Lo sapevo dalla prima volta che ti ho visto che mi saresti entrato nella pelle e non ne saresti mai più uscito. Sei come l’inchiostro di questi tatuaggi che ci siamo incisi addosso per ricordarci sempre di noi; ti sei infilato sotto pelle, e sei arrivato fino al cuore. Spesso è dura, quante volte abbiamo pensato di mollare? Non hai idea di quanto io sia felice che non lo abbiamo fatto. Perché, Harry, io non so più cosa sia la mia vita senza di te e non voglio mai doverlo scoprire.”
Harry lo fissò per qualche secondo, sconcertato. Non era da Louis dichiararsi in tal modo, mai, mai nei quattro anni in cui erano stati assieme, aveva ricevuto tali poemi d’amore da lui. Non si era mai lamentato, ad Harry bastava averlo al suo fianco, sapere di essere amato, poterlo guardare e dire che era suo.
“Anche io ti amo, Lou. Più della mia vita,” Harry strinse i polsi di Louis tra le sue mani. Avrebbe voluto tirarlo a sé, baciarlo, sussurrargli nell’orecchio le parole più dolci che avesse mai sentito, farlo sentire male con la sua dolcezza.
“So che passerà ancora molto tempo prima di poterti stringere per mano senza dovermene pentire, ma per il momento ti prometto questo” Louis sciolse i suoi polsi dalla presa delicata di Harry e posò il bracciale di stoffa bianco sul polso di Harry.
“Harry Edward Styles” sussurrò, alzando lo sguardo verso di Harry. Portavano entrambi gli occhiali da sole, ma Harry lo sentiva. Sentiva la pressione di quegli immensi occhi azzurri, riusciva a scorgerli anche sotto le lenti nere dei rayban.
“Io ti prometto qui, con questo bracciale, che in un futuro non troppo lontano io ti sposerò. So che il bracciale del matrimonio di mia madre non è il modo migliore per suggellare questa promessa, ma giuro, ti comprerò un fottuto anello e faremo le cose come si deve. Per ora, accontentati di questo,” Harry non riusciva a smettere di sorridere. Come poteva? Amava Louis così tanto da non poter neanche credere che tanto amore non lo avesse ancora consumato.
“Mi stai chiedendo di sposarti?” chiese poi, la sua voce piena di entusiasmo, dolcezza, amore.
Louis alzò gli occhi al cielo, sorridendo.
“Si, Harold, ti sto chiedendo di sposarmi, stupido idiota” Harry allargò ancora di più il suo sorriso. Strinse la mano di Louis e intrecciò assieme le loro dita.
“Ti amo” non poteva baciarlo, ma poteva dirgli quanto lo amava, anche se le parole non facevano altro che restringere, limitare il suo amore infinito.
“Anche io” Louis sorrise a sua volta. Harry lasciò andare le mani di Louis, a malincuore, ma il suo cuore era già colmo di gioia. Fissò il bracciale sul suo polso e iniziò a rigirarlo e sfiorarlo.
“Lo so, è solo uno sciocco pezzo di stoffa, ma” Louis non riuscì a finire la frase.
“E’ il pezzo di stoffa più importante del mondo per me, Lou” Harry vide Louis sciogliersi sotto il peso di quelle parole pregne di dolcezza. Accennò un sorriso.
“Presto” ha sussurrato Louis, prima di allontanarsi verso gli altri ospiti e svolgere i suoi compiti da figlio della sposa.
“Presto” ha sussurrato Harry, fissando il braccialetto, testimone del loro amore infinito.
   
 
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