La
serata era splendida. Le
stelle risplendevano nel cielo, ormai quasi completamente nero.
Sembrava un
telo nero bucherellato di stelle luccicanti. Alzai lo sguardo,
guardando questo
magnifico spettacolo. Io e i miei due compagni ricci ci stavamo
dirigendo verso
la piazzetta della scuola, pronti ad essere tutti riuniti per
l’ultima volta.
Sospirai ripensandoci. –Ecco le ragazze- esclamò
Sonic, indicandoci la piazza.
Lanciai uno sguardo nella direzione in cui Silver aveva rivolto un
cenno di
saluto. Quella sera, facevano parte della combriccola anche Knuckles,
un
Echidna che giocava a calcio insieme a Sonic, e Rouge. Vidi una
familiare coda
lilla, che più volte avevo desiderato staccare. Quando le
ragazze ci notarono,
ci vennero a salutare. Blaze mi lanciava occhiate nervose ed
imbarazzate, che
io non riuscivo a comprendere.
-Allora!-
urlò Sonic con un
sorriso gioioso. – Siete pronti per una splendida festa sulla
spiaggia?-
chiese, quasi come se fosse un’affermazione. Tutti annuirono
felici, ma con una
nota di tristezza perenne nello sguardo. Sentivo la testa girarmi per
il
nervosismo e per l’ansia, con la nausea che cominciava a
farsi sentire.
Iniziammo ad incamminarci verso la spiaggia dell’accademia,
che poteva far
invidia a molte altre.
-Avete
portato i vostri
foglietti?- chiese Silver, affiancato da Tikal. Tutti sollevarono il
loro
pezzetto di carta, senza far intravedere nessuna scritta. Io strinsi il
mio,
desiderando non averlo mai portato. Odiavo queste
‘attività’, come lo chiamava
il riccio blu. Blaze sembrava essere della mia stessa opinione,
perché nascose
il foglio tra le mani, cercando di non farsi notare. Era arrossita
visibilmente. Abbassai un orecchio, chiedendomi cosa avesse scritto.
Sonic
mi diede una pacca sulla
spalla. –Buona fortuna per dopo, allora- disse con un ghigno
divertito. Io non
gli dissi niente, sentendo il nervosismo crescere. Lui
ridacchiò, vedendo che
non reagivo alle sue provocazioni. –Pensa a come andare a
finire sull’argomento
e non farti prendere dal panico- disse svelto, prima di raggiungere
Amy, in
testa al gruppo.
Io
roteai gli occhi, abituato ai
suoi consigli assolutamente ovvi e inutili. Quando arrivammo alla
spiaggia, io
e Blaze iniziammo a sistemare le cose per preparare un falò,
mentre gli altri
preparavano le varie bevande. Lo scroscio delle onde mi
tranquillizzavano
leggermente. Ma quando posavo lo sguardo su Blaze, mi prendeva
nuovamente il
panico. Quando finalmente le fiamme crebbero notevolmente, ci sedemmo
intorno
ad esse.
-Ragazzi-
iniziò Sonic.
–Ricordate che questo non è un addio. È
un arrivederci- disse con un sorriso.
Io ghignai. –Ma da quando sei così poetico?-
chiesi, ironico. Lui alzò il dito
medio in risposta.
–Hai
completamente distrutto la
frase magnifica che avevo composto- disse, con fare teatrale. Noi
ridemmo,
divertiti dalla sua reazione. –Tranquillo. Non era magnifica-
lo interruppe
Knuckles, prima che il riccio cobalto potesse dire
qualcos’altro. –Stai zitto,
testa calda- sibilò Sonic. Roteai gli occhi, infastidito dal
comportamento dei
due.
-Perché
non vi picchiate? Almeno
poi, uno dei due starà zitto- dissi con fare annoiato. Sonic
ridacchiò. –Hai
anticipato il mio desiderio sul foglietto- mi disse divertito. Io
scossi la testa,
abituato alla sua personalità. Silver rise. –A
proposito- disse quest’ultimo,
come se si fosse ricordato soltanto in quel momento di
un’qualcosa.
-Che
ne dite di bruciare i nostri
fogli?- chiese con un sorriso, lanciando uno sguardo velato a Tikal.
Tutti
annuirono, tranne Blaze, che stringeva con forza il suo biglietto e lo
nascondeva dietro la schiena. Sonic si avvicinò a lei,
incuriosito. –Blaze,
cosa nascondi li dietro?- chiese, divertito. Tentò di
prenderle il biglietto
dalle mani, ma lei glielo impedì.
-No!-
strillò, alzandosi di
scatto ed indietreggiando, per allontanarsi dal riccio blu. Potevo
vedere
benissimo che lei era completamente rossa in volto, quasi si fosse
scottata.
Sonic ghignò, cercando di prenderle nuovamente il biglietto
dalle mani. –Sonic!
No!- urlava lei, mentre cercava di non fargli prendere il biglietto.
Dopo
qualche minuto, il riccio si
fermò. –E va bene. Tieniti
pure………….-disse il riccio
cobalto, con un sorriso.
Blaze si rilassò leggermente, abbassando la guardia. Sonic
fece uno scatto e le
rubò il biglietto.
–Quel
foglietto- finì la frase il
riccio blu. Blaze arrossì ancora di più, ed il
musò le diventò di un colore
simile a quello della pelliccia di Knuckles. Sonic iniziò a
leggere cosa c’era
scritto sul foglietto, distanziandosi da noi. Io lo guardavo, come in
cerca di
una qualsiasi traccia di una qualche risposta. Quando finì
di leggere, aveva un
ghigno stampato in faccia, e guardava con fare divertito Blaze, che
cercava di
coprirsi la faccia.
–Ma Blaze! Addirittura
scrivere due sogni!– pronunciò il riccio,
divertito. –E dopotutto, anche tu
provi dei sentimenti per qualcuno!- esclamò, dando un ultima
occhiata al pezzo
di carta, con uno dei sorrisi più divertiti e ironico che
avessi mai visto. Lei
tentava di ignorarlo, cosa che non le riusciva per niente. lei si
incamminò
velocemente verso Sonic, e gli strappò il foglio dalle mani.
-Facciamo
questa cosa- borbottò
lei, completamente rossa. Si diresse verso il fuoco, allungando il
braccio
verso le fiamme, e rilasciando il foglietto. –Guarda che devi
dire a tutti il
sogno- ricordò Silver. Lei lo fissò stupita,
quasi implorante.
-Non………….non
posso farlo- mormorò lei, andandosi a sedere. Sonic
ghignò.
-Ma
io me lo ricordo a memoria-
esclamò, sedendosi di fianco a lei. –Diceva
esattamente: io sogno che………….- non
terminò la frase che gli arrivò una sberla in
testa da parte di Amy, che stava
anche lei seduta al suo fianco. –Non si rivelano i sogni di
una ragazza- gli
sibilò contro. Io ridacchiai. Sembrava una scena
inverosimile. Blaze mi lanciò
un’occhiata, che accolsi. Distolse immediatamente lo sguardo,
arrossendo ancora
di più. Abbassai un orecchio. Ma cosa stava succedendo? Non
mi rivolgeva un’occhiata
senza che arrossisse. Poteva essere che
forse………….
-Allora!-
interruppe Silver i
miei pensieri. –Chi è il prossimo?- chiese. Sonic
si propose, entusiasta. Si
avvicinò alle fiamme, buttando
il
foglietto. –Io sogno di andare
all’università, e di rincontrarvi tutti la-
disse, fissando le stelle con fare sognante. Io sorrisi inconsapevole.
– A dire
il vero- continuò lui. –Non ero sicuro di voler
continuare gli studi. Ma poi
sapevo che voi due - disse, facendoci un cenno a me e a Silver
– ci sareste
andati. Entrambi nella facoltà che mi interessava. E
così mi sono deciso-
Silver fece un largo sorriso, dandogli una pacca sulla spalla. Sorrisi
anch’io.
Quindi il tempo da trascorrere con questi matti non era ancora
completamente
finito. Poi mi interruppi.
-Aspetta-
dissi con fare
disinvolto. I miei due coinquilini mi lanciarono un’occhiata
interrogativa.
–Come facevi a sapere che saremmo andati
all’università?- gli chiesi, con un
tono nervoso. Sonic rise compiaciuto.
-Ovvio!
Ho letto i vostri
biglietti!- esclamò divertito. Io lo fissai stupito. Prima
che potessi dire
qualcosa, mi interruppe. –Sì, Shads. Ho letto il
tuo sogno. Meglio, no?- mi
chiese. Amy gli tirò un altro ceffone in testa.
-È
possibile che tu non ti faccia
mai gli affari tuoi?- gli sibilò contro. Il riccio blu
ridacchiò. Blaze
sembrava innervosita. –Non ti bastava leggere solo il mio?-
chiese, con un tono
apparentemente annoiato alla questione. Sonic ridacchiò.
–Tanto anche tu vuoi
andare all’università- disse in un soffio.
–Con una persona in particolare-
continuò il riccio, lanciandomi uno sguardo, che notai
soltanto io. Blaze
arrossì nuovamente.
-Dai,
Blaze. Non oso immaginare
come ti imbarazzeresti se raccontassi a tutti l’altro,
tuo segreto- disse Sonic, sorridendo sardonico. Blaze
aveva il muso completamente rosso. Sospirai. –Si
può sapere di che cosa state
parlando?- sibilai, infastidito. Blaze scosse la testa, come per
dissuadermi
dal tentativo di chiederle il contenuto del biglietto. Sonic
ridacchiò. –Forse
dovreste andare a parlarne- disse facendoci alzare. Silver ci spinse un
poco,
facendoci avanzare di qualche passo.
-Buona
fortuna- mi disse in un
sussurro il riccio, mentre ritornava a sedersi. Sentii il cuore
iniziare a
battere all’impazzata. Era ora di dichiararsi. Il tempo
sembrava andare più
veloce del dovuto. Blaze esitò leggermente.
–Andiamo a farci un giro?- chiesi,
terribilmente nervoso. Lei annuì. Sembrava agitata quanto
me, se non di più.
Non ne capivo il motivo, visto che ero io quello che doveva
preoccuparsi, al
momento. Iniziammo ad incamminarci sul lungo mare, con il fruscio delle
onde in
sottofondo. Lei guardavo il cielo, puntinato di stelle, mentre io
cercavo di
trovare le parole giuste. Le rivolsi un’occhiata furtiva. La
luce delle stelle
le illuminava il volto, facendolo risplendere di bellezza. Mi sentii
arrossire.
Ma cosa stavo facendo? Non dovevo distrarmi. Non potevo assolutamente
permettermelo.
Il
mio cuore batteva così forte,
che temevo lei lo potesse sentire. Ci sedemmo sulla sabbia, nella
più totale
tranquillità. Mi stiracchiai, mettendo le braccia dietro di
me per sorreggermi.
Sentii un calore, e mi voltai di scatto. Avevo posato le mie mani sulle
sue.
Trattenni un rossore, e borbottammo all’unisono un piccolo
‘scusa’, e
scostammo le mani. Dopo qualche
minuto di silenzio
imbarazzante, decisi di prendere la parola.
-Blaze-
dissi a bassa voce, per
non intimorirla. Lei mi guardò, con un rossore leggero sulle
guance. –Ti ricordi
che ti volevo parlare di qualcosa?- chiesi, con il cuore che batteva
all’impazzata.
Lei annuì, non completamente decisa. Mi alzai, afferrandole
una mano e
facendola mettere in piedi, davanti a me. Una nausea terribile mi
attanagliò.
-Io
ti devo assolutamente dire
questa cosa. Dovevo farlo molto prima- dissi con un tono incerto. Lei
continuava
a fissarmi negli occhi, piena di curiosità. Eppure, avevo
l’impressione che lei
sapesse. Che lei avesse già intuito ogni cosa, dalla prima
volta che ci siamo
visti.
-Io
non sono bravo con le parole.
E queste sono le più difficili che io abbia mai provato
dire- dissi, con la
gola secca. Le strinsi con più forza la mano, fissandola
attentamente negli
occhi. –Blaze,
io………….- una folata di
vento le fece ondeggiare la pelliccia, rendendola bellissima. Chiusi un
attimo
gli occhi, per calmarmi. Continuai a stringerle la mano.
-
Blaze, io ti amo- dissi, nel
tono più sicuro che riuscii. Lei mi fissava stupita. Nei
suoi occhi potevo
vedere troppe emozioni. Felicità, sorpresa, tristezza,
incredulità. Lasciai la
presa dalla sua mano. Lei non sembrava avere nessuna reazione, ma
continuai a
fissarla negli occhi, e lo stesso faceva lei con me. Il mio cuore
sperava in
tutti i modi in una risposta. Dopo che qualche minuto fu passato, senza
nessuna
risposta, decisi di andarmene. Finalmente ero riuscito a dire quello
che doveva
essere detto. Quando feci per andarmene, mi sentii stringere la mano.
mi
voltai, e Blaze aveva un sorriso stampato sulle labbra. Prima che
potessi
chiederle un qualcosa, mi si buttò addosso, con le labbra
appoggiate sulle mie.
La
fissai incredulo, mentre mi
baciava. Sentii un esplosione di sensazioni nel petto. Ero troppo
stupito per
fare anche la più semplice delle azioni. Poi, feci
l’unica cosa che era da fare
in quel momento, e ricambiai il bacio. Un bacio semplice, che voleva
soltanto
rispondere alla mia dichiarazione. L’unica cosa di cui avevo
bisogno.
Dopo
qualche secondo, lei si
allontanò dolcemente, aiutandomi a rialzarmi. Mi
afferrò il braccio,
intrecciandolo con il suo. –Ti amo anch’io- disse
in un soffio, quasi come un
segreto. Mi sentii tremendamente sollevato. –Non potevi
dirmelo prima?- chiese
lei, con uno dei sorrisi più belli che le avessi mai visto
sulle labbra. Io non
risposi. Non avrei neanche saputo come farlo. Mi sembrava tutto
impossibile, in
quel momento.
Le
presi il muso tra la mani,
avvicinandolo nuovamente al mio e la baciai. Lei ricambiò,
stupita del mio
gesto. Quando ci interrompemmo, unicamente per riprendere fiato, io le
sorrisi.
-Ecco.
Questo era il mio altro
sogno scritto sul biglietto- ammise, imbarazzata. Io ridacchiai.
–Vedo che si è
realizzato- dissi, con un tono ironico. Lei annuì.
–Andrò nella vostra
università- aggiunse lei. Io la fissai stupita.
–Sonic ci ha fatto leggere i
vostri sogni- disse, con un sorriso divertito. Io roteai gli occhi,
fingendo di
essere scocciato. –Forza, torniamo dagli altri- disse. Io
annuii.
Dopo
qualche minuto di camminata,
raggiungemmo i ragazzi. Ci fissavano divertiti, come in cerca di una
nostra
reazione. Sonic ghignò. –Allora.
Com’è andata?- chiese, fissandoci. Noi non
rispondemmo.
Sonic ridacchiò. –Vedo che è andata
molto bene- esclamò con il suo solito tono
arrogante.
Io
roteai gli occhi, infastidito.
Di certo, lui sarebbe stata l’ultima persona a cui lo avrei
mai raccontato.
Silver si alzò, andando più vicino al
falò.
-Ragazzi-
ci richiamò. –Nonostante
i nostri sogni, noi saremo sempre uniti. Anche se le nostre strade si
dividono,
noi ci rincontreremo sempre. Noi saremo sempre una famiglia- disse, con
un
sorriso malinconico sulle labbra. Noi ci avvicinammo a lui.
-Silver.
Noi siamo una famiglia. È
impossibile il dividersi.- intervenne Blaze. La strinsi a me, facendola
sorridere. –Noi
saremo sempre insieme-
disse ancora lei. Io le sorrisi, incoraggiante, ed annuii. Allungai un
braccio,
mettendo una mano sopra le fiamme. Silver mise la sua mano sopra la
mia,
seguito subito da Sonic. Poco a poco, tutti aggiunsero le loro mani.
-Sempre
uniti- gridammo.
Era
quello che eravamo, e che
saremmo sempre stati. Eravamo uniti, inseparabili. Perché
noi non eravamo solo
un gruppo di amici. Noi eravamo molto di più. Noi eravamo
una famiglia. E le
famiglie, non si dividono mai.
Note
d’Autore: Salve a tutti!
Allora. Questa storia è finita *Depressione totale*
:’D. sono molto felice del
risultato, e devo ringraziare soltanto voi, che mi avete incoraggiato a
continuarla, e avete letto con pazienza tutta la storia. Io vi devo
ringraziare
davvero con tutto il cuore per avermi sempre sostenuto *inizia a
frignare e
cerca di smettere* ;’)
Quindi
io vi devo davvero
ringraziare, e posso dire che ci rivedremo in altre nuove storie, che
spero vi
piacciano! Grazie ancora!
Princess
of fire