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Autore: kwrites    02/08/2014    8 recensioni
Ashton aveva tutte le risposte alle domande di Bridgette, ma doveva rimanere in silenzio per il suo bene.
[ATTENZIONE: La storia non è mia, io la traduco solamente.]
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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6 || Gli occhiali da sole

Passai tutta la notte a parlare ad Ashton. Lui mi ascoltò pazientemente – non che avesse molta scelta. Ma sapevo che stava ascoltando perché a volte annuiva e rideva, e lo faceva sempre al momento giusto. A volte mi aveva anche sfiorato delicatamente il braccio o la gamba per provare a farmi delle domande su quello di cui stavo parlando. Ashton era una fantastica persona a cui parlare, non perché lui non parlava, ma perché sembrava capire ogni cosa.
Rimanemmo seduti sul mio letto a parlare per ore. A un certo punto, gli proposi di andare al piano di sotto a prendere qualcosa da mangiare dopo che i miei genitori furono andati a dormire. Mangiammo un po’ di pane e formaggio avanzati e poi parlammo e basta. Gli parlai principalmente della mia famiglia, della mia nuova scuola e della mia vecchia vita. Gli raccontai di come mia madre volesse diventare un’artista, ma non riusciva a trovare il tempo per andare alla scuola d’arte; di come mio padre fosse un uomo d’affari di una compagnia fondata con i suoi amici, ma che poi era rimasto fregato e ora lavorava per la compagnia rivale; di come io e Jeremy non fossimo mai andati veramente d’accordo e del fatto che lui pensasse che io fossi matta. Gli parlai di come i miei vecchi compagni di scuola di erano completamente dimenticati di me dopo il trasloco. Non si erano mai preoccupati di contattarmi o altro. Anche prima che me ne andassi, mi avevano già tagliato fuori dalla loro cerchia.
Poi gli raccontai il mio primo giorno di scuola. Gli parlai di Calum – il ragazzo misterioso con i capelli strani che mi aveva detto di stare attenta con Michael. Ashton sembrava davvero interessato quando lo menzionai, ma in realtà non mi disse niente su di lui.
La mattina dopo, mia mamma bussò alla porta, volendo sapere se “mi sarei alzata presto”. Le spiegai che non mi sentivo bene – dopo essermi ricordata quello che era successo il giorno prima, non volevo vedere Michael o Calum, ma nemmeno tirarmi fuori da quel problema – e che volevo tornare a dormire. Quando mi svegliai di nuovo, Ashton dormiva ancora accanto a me. La luce che filtrava tra le tende illuminò il suo viso. I suoi occhiali da sole erano sul comodino. Un occhio era cerchiato di viola. Indossava degli occhiali perché aveva un occhio nero?
Invece di svegliare Ashton, lo guardai dormire. Sembrava pacifico e tranquillo, e davvero molto carino. I suoi capelli gli coprivano un po’ il viso e lui russava leggermente. Una mano era sotto il cuscino mentre l’altra era stretta sul lenzuolo di fronte a me. Mi girai a guardare l’orologio. Le 9:57. Non sapevo se quel giorno Ashton dovesse andare da qualche parte, quindi immaginai di doverlo semplicemente svegliare.
« Ashton, » sussurrai, scuotendolo gentilmente. « Ashton, svegliati- »
I suoi occhi si aprirono lentamente. Vidi che erano di un nocciola molto chiaro, che sembrava lucido grazie al sonno. Si concentrò sul mio viso e all’improvviso sembrava preso dal panico. Si alzò a sedere a cominciò a cercare qualcosa. Finalmente prese i suoi occhiali e se li infilò, ributtandosi sul cuscino.
« Li indossi per il tuo occhio nero? » gli chiesi.
Lui scosse la testa e guardò il soffitto.
« Vorrei che non li indossassi, » dissi piano, giocando con il lenzuolo. « Hai dei bellissimi occhi, sai? »
Ashton arrossì e cercò di reprimere un sorriso. Mi circondò la mano con la sua, grande rispetto alla mia, e la strinse gentilmente.
« Dunque, I miei genitori sono a lavoro e Jeremy è a scuola, » gli dissi. « Vuoi fare colazione? »
Lui si tirò su e annuì, con un sorriso serrato sul viso. Risi prima di alzarmi dal letto e guidare Ashton fuori dalla mia stanza, giù per le scale fino in cucina. Non appena diedi un’occhiata in frigo, lui fece un colpo di tosse, come se volesse schiarirsi la voce. Mi girai e lo vidi fermo in corridoio, vicino alla porta.
« Che c’è? » gli chiesi.
Indicò la porta con un cenno del capo.
Guardai la porta con cautela, « E se ci imbattiamo in Michael? »
Annuì comprensibilmente e sospirò. Poi all’improvviso sollevò la testa come se avesse avuto un’idea. Sollevò le mani verso di me, dicendomi di rimanere dov’ero.
« Va bene. » risi leggermente.
Lui sorrise in risposta e uscì dalla porta. Mi lasciai scappare un sospiro, lentamente. Realizzai di star diventato un cliché hollywoodiano, ma non il tipo che credevo sarei diventata se avessi incontrato un ragazzo carino. Sembrava più il cliché di un film horror.
Mi sedetti sul bancone della cucina, agitando i piedi avanti e indietro, aspettando che Ashton ritornasse. Quando sentii bussare alla porta, scesi giù dal bancone e quasi finii addosso alla porta. L’aprii e vidi Ashton rivolgermi un sorriso a trentadue denti, teneva in mano un portachiavi e tre le sue dita oscillavano delle chiavi di una macchia. Riuscii a vedere un’auto rossa sportiva dietro di lui, parcheggiata sul mio vialetto.
« Sai guidare? » chiesi e lui annuì. Entrò in casa e chiuse la porta, guidandomi verso le scale, le indicò. « Va bene, va bene. Sarò pronta tra dieci minuti. »
Corsi su per le scale a prepararmi. Misi dei leggins neri, una canottiera bianca e un giacchetto verde muschio. Scivolai nelle mie solite Vans rovinate prima di andare in bagno a spazzolarmi i capelli e lavarmi i denti. Corsi giù per le scale e trovai Ashton in sala da pranzo, guardando le fotografie sparse qua e là per la stanza.
« Curioso, eh? » sorrisi.
Ashton alzò lo sguardo da una delle foto che aveva preso dal mobile e sorrise, mostrando le sue fossette. Mi mostro la foto e mi indicò in essa. Poi piegò le mani e le portò vicino al suo viso.
 Eri molto carina.
« Stai zitto. » arrossii, dandogli un’amichevole botta sul braccio.
Andò a posare la foto prima di indicare la porta con entrambe le braccia. Presi la sua mano e lo guidai alla porta, ma aspettai che lui uscisse per primo. Aprì la porta e la trattenne perché uscissi anche io, poi ci ritrovammo sulle scale della veranda. Chiuse la porta per me prima di posare la sua mano sulla mia schiena e condurmi fino alla sua macchina. Sembrava una guardia del corpo, da come studiava la strada per controllare che Michael non spuntasse all’improvviso. Gli occhiali da sole aiutavano a rendere la situazione un po’ più reale.
« Irwin! » La voce di Michael spuntò dal nulla, facendomi sobbalzare. Mi guardai attorno e lo vidi camminare verso di noi, veniva dal cortile della Casa degli Hemmings. « Che ci fai con Cooper? Non lo sapevi che non ci vuole attorno? »
« Non ho mai detto niente su Ashton, » lo corressi. « Non mi ha fatta quasi uccidere. »
« Stavi benissimo, Cooper, » mi stava trattando come una bambina. « E comunque, Irwin è cattivo quanto me. »
« Di che stai parlando? »
« Sto dicendo che quello che è successo ieri non è niente in confronto a quello che può farti lui. »
Ashton si mise di fronte a me, guardando Michael.
« Te l’ho detto, Irwin, » disse Michael. « Ci odia. Smettila di difenderla. »
Ashton si girò verso di me. Afferrò i suoi occhiali da sole, ma fu fermato da Michael.
« Non puoi toglierteli, » disse. « Non quando la stai guardando. Conoscere certe cose ha un prezzo, Irwin, e tu hai già pagato per sapere. Ma per spifferare un segreto... be’, c’è un prezzo diverso. E credo che tu sappia di cosa si tratti. »
Ashton si tolse gli occhiali e fissò Michael. Di lato, i suoi occhi sembravano duri come la sua mandibola serrata ed erano pieni di rabbia.
« Non saremo coinvolti solo noi, » sogghignò Michael. « Se le cose vanno male, so che tu otterrai tutto il peggio. Anche Bridgette ci è dentro fino al collo, adesso.  »
« Cosa? » domandai, afferrando Ashton per un braccio per farlo girare verso di me e guardarlo negli occhi.
« NO! » ruggì Michael.
In un attimo, Ashton era sul vialetto, il braccio di Michael intorno al suo collo mentre gli teneva gli occhiali sul viso. Io ero seduta sull’erba, come se qualcuno mi avesse spinta all’indietro.
« Sei stato avvertito, Irwin. » disse Michael. « Ma tocca a te stare attento, adesso. »

 
 
Come promesso, è sabato e io sono qui ad aggiornare e rompere le balls. Ve l'avevo detto che questo era un pochino più lungo e un pochino più interessante u.u Ma quanto sono carini Bridgette e Ashton? *w* Non sappiamo ancora il segreto degli occhiali da sole - cioè, io lo so - ma se la memoria non mi inganna si dovrebbe venire a sapere nel capitolo 8 :)
Anyway, ringrazio Tenerifesea_ per aver recensito lo scorso capitolo e elisa96all per aver lasciato un commento breve ♥ Continuate a farmi sapere cosa ne pensate :3
Il prossimo aggiornamento sarà lunedì, salvo imprevisti tipo il computer che scoppia da un momento all'altro lol
Baci,
Marianne



 
   
 
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