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Autore: REAwhereverIgo    02/08/2014    3 recensioni
La battaglia per difendere la luce e ritrovare il vero Kingdom Hearts è ormai vicina. Non si può più sfuggire al destino, questo i possessori del keyblade lo sanno bene. Ma cosa succederà a Ventus, Xion e Roxas? È davvero inevitabile una nuova guerra?
Una nuova alleata sarà chiamata a lottare per il predominio della luce. Ma è davvero questo ciò che vuole?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Storia

“Molti anni or sono, più di quelli che possiamo ricordare, c'è stata una guerra, conosciuta come guerra dei Keyblade. Durante questa guerra, due fazioni, quella della luce e quella dell'oscurità, combatterono per il predominio su Kingdom Hearts, la fonte di luce primaria dell'intero creato. Possedere Kingdom Hearts significa essere l’uomo più potente del mondo e le persone, che nel principio erano create di sola luce, così come tutti i mondi dispersi nel cosmo, combatterono per conquistarla. Fu una guerra cruenta e durante il periodo di lotte e odio fu perso il senso della luce e della purezza. L'oscurità vinse e con essa Kingdom Hearts scomparve, inghiottita dalle tenebre.

“Dodici anni fa un uomo, chiamato Maestro Xehanort, cercò con tutto se stesso di riuscire a creare l’arma più potente del mondo, l’X-Blade. Tramite essa, ovvero l'antitesi di Kingdom Hearts, pensava di poter recuperare la luce dall'oscurità e usarla come meglio credeva. I tre possessori del Keyblade dell’epoca, Terra, Aqua e Ventus, combatterono con quanta più forza avevano per impedirlo ma questo portò Aqua alla morte, Ventus alla perdita del proprio cuore e Terra alla perdita di sé stesso. Il vero scopo di Mastro Xehanort era di impossessarsi di Kingdom Hearts

Yen Sid fece un gesto con la mano verso di loro e si materializzò al centro della stanza una specie di cuore fatto come la Luna. Rea sobbalzò spaventata.

“Cos’è?” squittì istericamente.

“Dieci anni dopo, il nostro Sora si è trovato a scontrarsi con un nemico che cercava Kingdom Hearts per trasformarlo in oscurità. La porta che si trova tra il nostro mondo e il mondo oscuro fu sigillata per sempre e pensavamo che con essa fosse scomparsa anche la possibilità per i nemici di tornare qui, ma ci sbagliavamo: un'organizzazione malvagia, l'Organizzazione XIII, in mancanza della vera fonte di luce tentò di recuperare i cuori perduti da chi era caduto nell'oblio per creare un surrogato di Kingdom Hearts

Con un altro gesto fece scomparire la luna-cuore e al suo posto apparvero una figura incappucciata con un mantello nero e subito accanto uno di quegli esseri striscianti.

“L’Organizzazione XIII era un gruppo di persone, chiamate Nessuno, che avevano perso il proprio cuore. Quando una persona perde il proprio cuore, di essa non rimane che un involucro vuoto, come gli appartenenti a questa… chiamiamola associazione”

“E il cuore dove va a finire?”

“Finisce negli Heartless. Come dice il nome, sono esseri che un cuore non ce l’hanno, anche se ciò non è del tutto vero: gli Hertless hanno un cuore, ma è impregnato del potere dell’oscurità. Sono dispersi nelle tenebre e non hanno più il controllo di ciò che succede. Ogni Heartless ha il suo Nessuno e ogni Nessuno ha il suo Heartless” spiegò il mago.

Rea cercò di stare dietro a tutte quelle informazioni, anche se la testa iniziava a farle male. Gli altri sembravano tutti tranquilli e pacati, l’unica a stare male era lei. Li guardò uno a uno con gli occhi e notò un’impercettibile freddezza nello sguardo di Axel.

“Comunque, un uomo chiamato Xehanort, molto più giovane di quello che aveva già tentato di impadronirsi di Kingdom Hearts,  cedette il suo cuore all’oscurità, scindendosi: il suo Heartless, sconfitto da Sora due anni fa, si chiamava Ansem; il suo Nessuno si chiamava Xemnas, colui che era a capo dell’Organizzazione XIII”

“Un simpaticone” commentò il rosso, con un sorriso ironico.

“Lo conoscevi?” chiese la ragazza. Quello sospirò.

“Certo, io ero il numero Otto dell’Organizzazione” confessò.

“Eh?”

“Rea, vedi, i Nessuno che appartenevano all’Organizzazione XIII erano esseri uguali a noi: senzienti e con una coscienza, la loro unica pecca era stata il cedere all’oscurità. Quando sono stati sconfitti dal Keyblade sono rinati come esseri completi, tornando alla loro forma iniziale” spiegò Yen Sid.

Fece sparire le due immagini comparse al centro della stanza per sostituirle con quella di Xemnas.

“Lui è Xehanort, o Xemnas, chiamalo come vuoi. È colui dal quale dobbiamo aspettarci il peggio. A causa delle sue mire di conquista adesso è scoppiata una guerra tra la luce e l’oscurità, il bene e il male. Il vostro compito in quanto possessori del Keyblade è quello di riunire le sette principesse dal cuore puro e combattere contro di lui” concluse il saggio.

La ragazza ci mise un po’ per capire cos’era a non andare in quel discorso.

“Possessori del Keyblade?” chiese. Lei non aveva nessun Keyblade, a quanto ne sapeva. Quello che aveva usato poco prima era sparito.

“Sì. Tu hai il potere di utilizzare un Keyblade” le rispose.

“Ma io non ho nessun tipo di arma! Prima è apparso qualcosa, però poi è scomparso!” esclamò lei. Sora ridacchiò.

“Guarda, Rea” le disse.

Parò davanti a sé la mano aperta e una chiave gigante si materializzò da sola nelle sue mani. Le sorrise.

“Vedi?”

Chiuse gli occhi e la chiave scomparve di nuovo.

“Il Keyblade compare quando lo evochi o, in alternativa, in caso di pericolo. Subito dopo scompare” le spiegò tranquillamente.

“E… e tutti voi avete il… il Keyblade?” domandò balbettando.

Kairi, Sora, Riku e Axel annuirono, mentre Paperino e Pippo scossero la testa.

Rea si voltò di nuovo verso Yen Sid.

“Perché io?” chiese.

Il saggio sospirò.

“Nessuno sa come il Keyblade scelga il suo possessore. Ha una sua coscienza e decide da solo quali sono le persone più meritevoli” le rispose.

Poi ignorò la sua faccia scioccata e fissò tutti quanti.

“Adesso la cosa più importante è radunare le sette principesse. Riku, tu come Maestro Keyblade dovrai viaggiare col Re, quindi aspetterai qui fin quando Topolino non sarà arrivato. Tutti gli altri devono partire subito” ordinò.

Fece un cenno verso una porta alla sua sinistra.

“Prima di andare passate dalle Fate, loro vi vestiranno come si deve, poi tornate qui” li istruì.

Annuirono tutti e sei, mentre Rea era abbastanza titubante.

“Ma…”

“Andiamo, ragazzina, muoviti” le disse Axel, spingendola nella stanza accanto. La ragazza provò a ribellarsi ma lui era più forte e riuscì a chiuderla in quello che sembrava uno spogliatoio gigante prima che riuscisse a liberarsi.

Tre donne anziane stavano parlando da una parte della stanza e si voltarono quando tutti loro entrarono.

“Oh, ci rivediamo! Quanto tempo, ragazzi miei, quanto tempo!” esclamò quella vestita di verde.

“Un anno quasi, vero?” chiese Sora, sorridendo e salutando.

“Dovreste venire più spesso e non solo quando vi serviamo!” si lamentò quella vestita di blu.

“Scusaci!” disse il ragazzo.

“Non importa. Di cosa avete bisogno, cari?” chiese l’ultima, vestita di rosa.

“Fate, abbiamo bisogno di vestiti nuovi per la prossima missione. Si spera l’ultima missione” rispose Riku, avvicinandosi.

“Ma certo! Siete venuti nel posto giusto! Avvicinatevi, su! Le donne a sinistra e gli altri a destra!” li istruì la rosa.

Rea non capiva quasi cosa stesse succedendo ma si lasciò trascinare dietro ad un separé rosso con l’altra ragazza, che le pareva si chiamasse Kairi.

“Oh, bene, bene, bene, vediamo un po’! Ma che giovani e carine fanciulle abbiamo qui! Direi che per voi andrà bene un abito sobrio!” decise la fata rosa.

Con un colpo della bacchetta le cambiò entrambe (con somma gioia di Rea, che era ancora in pigiama, anche se quello era l’ultimo dei suoi problemi) e, tutto sommato, le nuove tute erano proprio carine: Kairi si ritrovò addosso una specie di completo con pantaloncini celesti e camicetta bianca; Rea, con un po’ di scorno, fu vestita con una gonna plissettata bianca e una maglia rosa.

“Non sono sicura che sia il mio genere” provò a dire, ma la fata la fulminò.

“Non dire sciocchezze, vai benissimo!” la sgridò. Lei si zittì, messa in soggezione.

Il tutto, considerò la ragazza, era durato meno di un minuto e mezzo e lei si ritrovò di nuovo fuori dal separé prima di rendersi conto di essere già pronta.

Perché tutto stava andando così velocemente? Non riusciva a stare dietro a quel caos immenso in cui si era ritrovata suo malgrado.

“M-ma…”

Tutti quanti erano già pronti per partire, ognuno con la propria e personalissima uniforme. Axel la fissò con un sopracciglio alzato in un modo che la fece vagamente rabbrividire.

“Ce la fai a muoverti con quella gonna? Non vorrei che ti facessi male in missione” le disse. Rea non comprese se il suo tono di voce fosse più preoccupato o ironico, così sbuffò.

“Spero di non dover venire con te” esclamò irritata. Il ragazzo sorrise.

“Invece saremo in squadra insieme. Non possiamo rimanere tutti uniti, sarebbe un’inutile perdita di tempo, così ci divideremo a coppie” la informò.

Lei sospirò sconsolata e si chiese se quello non fosse per caso solo un lungo e bruttissimo sogno.

 

Una volta tornati davanti a Yen Sid, questo li guardò soddisfatto.

“Bene, adesso che siete pronti desidero che voi andiate a compiere il vostro destino. Siate prudenti, mi raccomando” li salutò.

Kairi, Sora, Riku, Paperino, Pippo e Axel fecero un piccolo inchino e Rea li imitò per sicurezza, poi uscirono tutti fuori.

“Avete sentito gli ordini, io devo aspettare Topolino. Voi ve la caverete da soli?” chiese Riku, guardando divertito Sora. Lui si arrabbiò.

“Ehi, ho viaggiato per una miriade di mondi, lo so come si fa! E poi non sarà così difficile trovare le principesse, una ce l’abbiamo già, no?” fece presente, indicando Kairi. La ragazza arrossì.

“Già, credo che sarà piuttosto semplice. Stai tranquillo, Riku, questa volta combatteremo insieme” assicurò lei, sorridendo dolcemente.

“Chi guida?” domandò Axel, interrompendo quel momento. Paperino e Pippo si guardarono.

“Noi useremo due Gummiship. Mentre Cip e Ciop si occuperanno della navicella del Re, noi verremo con voi, anche se non lasceremo mai la postazione di controllo” risposero.

“Bene, allora andiamo?” chiese il ragazzo, superandoli. Rea si chiese cosa lo spingesse a essere così freddo e distaccato, ma non chiese nulla. Invece arrossì e guardò gli altri.

“Ah, ehm… i-io quindi sono con lui?” s’informò imbarazzata. Kairi le sorrise gentilmente.

“Sì, voi dovrete controllare solo due mondi. Ti spiegherà tutto Axel durante il viaggio” le rispose.

“Ammesso e non concesso che non si addormenti di nuovo!” gridò lui dalla Gummiship.

Rea prese un bel respiro. “Calmati, appena riuscirai a sopportarlo” si disse. Entrò nella navicella e si beccò un sorriso sarcastico da parte del suo compagno di viaggio. “Vuoi il cuscino?” le offrì.

“Oppure lo ammazzi, non cambia nulla”

 

 

  
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