Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: _Roxanne    02/08/2014    2 recensioni
-"Grazie mille, Ryuzaki."-
-"Non c'è di che, Klara. Sono sicuro che avrai modo di rivederli un giorno."-
Sorrise ancora una volta e io ricambiai. Gli ero davvero grata per tutto ciò che stava facendo per me. Così, senza pensarci, mi alzai di scatto e lo abbracciai, sussurrandogli nuovamente un "grazie" all'orecchio. Gli lasciai un morbido bacio sulla guancia, prima di dirigermi verso la camera, pensando fosse davvero arrivato il momento di dormire dopo quella chiacchierata.
-"Nessuno mi aveva mai abbracciato così."- osservò Elle con lo sguardo perso nel vuoto.
Genere: Fluff, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 6. 
**New work.**



Alle otto del mattino la mia sveglia suonò e annunciò un nuovo giorno. Il mio turno sarebbe iniziato mezz'ora dopo, perciò meccanicamente indossai l'uniforme e uscii di casa diretta alla stazione di polizia nel centro di Tokyo. Il mio appartamento non distava molto dalla sede del mio lavoro, quindi in pochi minuti fui pronta a cominciare una nuova giornata con l'unico scopo di catturare Kira.
-"Buongiorno signorina Webb."-
La signora all'ingresso mi salutò, come di consueto, e prosegui con il suo lavoro al computer. Nell'ufficio si trovavano Aizawa e Ukita, concentrati su due computer. I telefoni continuavano a squillare, ma entrambi sembravano non sentirli.
-"Ben arrivata Klara."-
Li salutai entrambi con un cenno e mi sedetti alla mia scrivania. Di notizie sul web ce n'erano moltissime, ma davvero poche veritiere. Il telefono accanto al porta penne squillò rumorosamente e alzai la cornetta. Un uomo continuava a farneticare, perché pensava di essere Kira e io osservavo l'ufficio in cui lavoravo da poche settimane. Non ero ancora abituata all'ambiente poliziesco, ma mi appassionò dal primo istante.
-"Grazie mille per la segnalazione, signore, ne terremo conto."- dissi con voce priva di emozione.
Aizawa si voltò verso di me e mi guardò perplesso.
-"Un altro idiota che crede di essere Kira."- risposi svogliata.

Lui scrollò le spalle e tornò al suo lavoro. Un altro paio di telefonate e già non sopportavo più il suono del telefono, quindi lo staccai imprecando a bassa voce. Cominciai a compilare scartoffie, osservare nuove piste, analizzare alcune segnalazioni e notizie e piano piano la notte calò su Tokyo. I grattacieli più alti proiettavano ombre lunghissime e ben presto oscurarono le finestre dell'ufficio. Dopo alcuni istanti di esitazione le lampade al neon si accesero e inondarono la stanza di luce bianca. Ukita si stiracchiò, Aizawa sbadigliò e io mi alzai per sgranchire le gambe. Mi trascinai fino alla macchina del caffè e inserii le monete per un espresso. Non ero una grande amante di quella bevanda, ma la macchinetta non produceva altro. Quindi, tornai in ufficio e osservai il profilo della città che veniva colpita da luci color salmone, mentre il sole si nascondeva tra le montagne e poi spariva. Ero sempre stata un'amante dei tramonti e io e Alex li guardavamo tutte le sere dalla collina a est, dove c'era un parco abbandonato. I pensieri su Alex mi esplosero nella mente e fu come se una lama mi trafisse il petto. Mi ero imposta di non rivolgere più alcun pensiero a lui se non la risolutezza nel rendergli giustizia.
-"Klara, va tutto bene?"-
-"Sì, Aizawa, non c'è nessun problema."-
Lui mi guardò dubbioso, ma non insiste, capì che non avevo voglia di continuare a parlarne. Tornai a sedermi e mi stropicciai gli occhi per vedere meglio il monitor del computer e per cercare di leggere qualcosa prima della fine del turno. Mancavano soltanto un po' più di venti minuti, ma non avevo intenzione di oziare un attimo di più. Continuai a cercare notizie per un buon quarto d'ora, quando il sovrintendente Yagami entrò nell'ufficio e chiamò Ukita e Aizawa fuori dalla porta per parlare con loro in privato. Non mi importava più di molto inizialmente, ma quando captai alcune parole, la curiosità montò nel mio petto come non mai. Parlavano di Elle e dicevano di incontrarlo? Com'era possibile che Elle mostrasse il suo volto? Non l'avrebbe mai fatto se non fosse stato costretto, ma forse questo caso era davvero internazionale come si vociferava. Dopo alcuni minuti rientrarono insieme al sovrintendente e si avvicinarono a me. Cercai di farmi trovare concentrata sul mio lavoro, ma non appena li percepii accanto a me, alzai il volto verso di loro.
-"Qualche problema, capo?"- domandai rivolta a Yagami.
-"Signorina Webb, ora mi ascolti e non dica nulla finchè non avrò finito, per favore."-
-"Sì, signore."- mi affrettai a rispondere.
La mia curiosità cresceva a ogni istante di pausa nel discorso del mio capo e sentivo fosse qualcosa di veramente importante.
-"Questa sera, a mezzanotte, venga al Palace Hotel. Si faccia consegnare dal portiere la chiave della stanza 3057, quella al penultimo piano, con il nome Garber. Sarà per incontrare Elle."-
Pronunciò quel nome con lentezza straziante e fu come un colpo in pieno stomaco. Il mio sogno, da quando morì Alex, era sempre stato conoscere Elle. Da sempre ero rimasta affascinata dalle persone dotate come Elle, Light, Near e Mello. Non avrei mai saputo che cosa si prova a portare tanta intelligenza sulle spalle, ad avere sempre una risposta, a sentirsi speciali. Perché è così che avrebbero dovuto sentirsi tutti loro: speciali.
-"Incontrare Elle?"-
-"Sì, signorina Webb. Ma devo avvertirla. Se accetta, accetta anche di indagare giorno e notte sul caso Kira, senza distrazioni di alcun genere e sarà pericoloso, molto pericoloso."-
-"Accetto!"-
Non ci pensai su nemmeno un secondo e anche loro ne furono sorpresi.
-"Ma Klara, se Kira…"- cominciò Aizawa, ma lo interruppi.
-"Lo so, Aizawa. So perfettamente i rischi che corro, ma non desidero altro che catturare Kira. E' la sola cosa che voglio al momento."-
Il signor Yagami sorrise.
-"Hai sentito, Ryuzaki?"- domandò al vuoto.
-"Certo, sovrintendente Yagami."-
Una voce maschile uscì dalla tasca interna della giacca bordò del signor Yagami e notai una piccola protuberanza. Avevano sicuramente usato un microfono, perciò Elle ci aveva ascoltati fin dall'inizio e forse anche al quartier generale vi erano telecamere e microfoni installati da Elle o Ryuzaki, come l'aveva chiamato Yagami.
-"Bene, signorina Webb. Ci vedremo tra un'ora."-
Si congedò insieme a Ukita sorridendo e osservai l'orologio. Erano appena le undici. Sessanta minuti all'incontro con Elle e non avrei potuto starmene con le mani in mano. Tornai a fare delle ricerche, mentre Aizawa mi osservava soddisfatto, ma anche contrariato.
-"E' meglio se torni a casa. Riposati e più tardi vai all'hotel. E' tutto il giorno che lavori ininterrottamente."-
-"Non mi importa. Non posso fare brutta figura con Elle."-
Aizawa rise alla mia affermazione risoluta.
-"Non sarai di certo tu a fare brutta figura."-
La sua frase era ambigua e mi mise soltanto altra ansia addosso, per cui cominciai a lavorare più freneticamente.
Dopo un'ora pensai di essere abbastanza preparata per ritrovarmi davanti al più grande investigatore del mondo. Aizawa cominciò a prepararsi per uscire e io lo imitai. Presi il cappotto dalla cappelliera e lo indossai. Era novembre, ma il freddo era pungente tra le strade della metropoli. Non sapevo esattamente dov'era il Palace Hotel, perciò presi un taxi. Ci volle un quarto d'ora, ma poi la macchina si fermò davanti ad un alto grattacielo completamente ricoperto di vetrate illuminate in alcuni punti con slogan riguardanti alcune parti dell'hotel. Rimasi ad osservare la pubblicità che scorreva sui vetri e pensai dovesse essere davvero costoso. Entrai nell'ingresso caldo e accogliente, colorato di rosso e arancione per garantire un'atmosfera tranquilla. Il portiere sollevò il capo e mi guardò avvicinarmi.
-"Come posso esserle utile?"- domandò con voce premurosa.
-"Mi servirebbe la chiave della stanza numero 3057."-
-"Il nome?"-
-"Garber."-
Allungò la mano accanto a lui e sfilò la chiave dal suo posto e me la consegnò. Sorrisi in segno di ringraziamento e lo lasciai tornare al suo lavoro. Presi l'ascensore e andai penultimo piano, proprio come aveva detto il signor Yagami. La stanza 3057 era difronte alle porte dell'ascensore e non appena la vidi l'ansia mi assalì. Sicuramente non sarei stata all'altezza di Elle, ma avrei voluto comunque fare una buona impressione.
Mi avvicinai alla porta in legno levigato e alzai il pugno in aria. Prima di bussare due volte, strinsi in modo nervoso la chiave che tenevo nella mano lungo i fianchi. Non avevo la minima idea di cosa avrei trovato dietro quella porta. 


 

MY SPACEEE. <3
 

Eccomi tornata! 
Scusate l'immenso ritardo nel pubblicare, ma non ho avuto un secondo di tempo tra compiti e impegni vari. 
Mi perdonate? Boh, non so..... 
Comunque, il capitolo ve piasa? LO SPERO. **

Bene, vi salutooooo. 
Ciauuu. <3

_Roxanne

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: _Roxanne