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Autore: MaggieMary    02/08/2014    3 recensioni
× Quando sei solo un'unità ×
Una grandezza è una quantità che può essere misurata con strumenti di misura.
Non è quindi possibile misurare la bontà, la felicità, l’amore o perfino la bellezza di una persona.
“Ciao, mi presento. Mi chiamo Lee Sungjong e ho una bellezza pari a 5,5 unità di bellezza.”
[MyungJong] ~ [ + Possibili future nuove OTP /? ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[5,5]
 
- Capitolo XXI -


 
 

Gli sguardi ancora fissi uno contro l'altro rivelavano molto più delle parole che avrebbero potuto esprimere.
Gli occhi ancora spalancati, la bocca socchiusa e un espressione confusa faceva intuire ad entrambi che i pensieri su cui le loro menti erano concentrate corrispondevano.
Erano sulla stessa lunghezza d'onda.
 
Confusi, sconvolti, spaesati da quel nuovo punto di vista a cui erano stati catapultati senza il loro volere, Myungsoo e Sungjong, ancora accovacciati in quel vecchio archivio polveroso, si stavano domandando se le loro intuizioni fossero errate o meno.
 
Poteva essere davvero così? Ma se così fosse stato non era nulla su cui avrebbero potuto sorvolare.
Era davvero una questione seria.
Se davvero era così, come potevano averlo sempre nascosto a tutte quelle generazioni.
 
Se davvero era così, la gerarchia delle unità non era altro che una bugia. Un enorme bugia fondata su della semplice e pura ingiustizia.
 
Sungjong aveva sempre reputato, nella sua posizione da insufficiente, tutto ciò ingiusto, ma con quei nuovi pensieri nella sua mente non poteva che ricredersi.
E reputare tutto ciò ancora più ingiusto. Ancora di più. Molto di più.
 
"Non è che ci stiamo preoccupando per nulla?" - la chiara e bassa voce di Myungsoo si fece spazio tra i pensieri confusi del minore - "Non c'è nulla che ci assicuri che quello a cui stiamo pensando corrisponde davvero a realtà..."
 
Il 9,9 aveva desiderato profondamente di poter far chiarezza su tutta la storia di quella società. Su com'era stata formata, sul perché erano nate quelle unità, su tutto.
 
Però, giunto a quel punto, la sua mente sembrava ancora più persa e spaesata di prima.
 
Sia Sungjong che Myungsoo sembravano essere stati catapultati in un secondo Coming Of Age.
 
Proprio come quel giorno, non c'era nessuno che spiegasse loro come davvero funzionassero le cose.
Proprio come quel giorno, nessuno stava fornendo chiare parole.
Proprio come quel giorno, non c'erano verità certe ma solo una serie di informazioni sparpagliate e confuse che attendevano solo di essere messe in ordine.
 
Sungjong e Myungsoo si scambiarono una nuova occhiata.
Forse se avessero proseguito a leggere ciò che forniva quell'archivio misterioso avrebbe fatto chiarezza su tutto. Forse avrebbero davvero capito tutto.
 
Forse si, forse no.
 
Ma questo mai lo avrebbe scoperto. O perlomeno, non in quel momento.
Era ancora presto...
 
Chiari passi si udirono riecheggiare da dietro quella porta ancora socchiusa, sempre più vicino a quell'archivio.
 
I due giovani sgranarono gli occhi, quasi fossero stati due bambini colti con le mani in una ciottola di biscotti.
Biscotti che non avrebbero dovuto mangiare, nemmeno assaggiare, perché quel dolce gusto li avrebbe tentati e li avrebbe portati a prenderne di nuovi.
Senza più darsi un controllo, avrebbero portato ad uno a uno sempre più biscotti alla bocca, godendosi il sapore che sembrava rimbalzare da una parte all'altra delle loro papille gustative.
Sarebbe stata una dolce soddisfazione ma, senza riuscire a darsi un limite, sarebbero finiti per avere un indigestione. Sarebbero stati male.
 
Sungjong e Myungsoo osservarono ancora per pochi attimi i libri che tenevano in mano, quasi non volendo lasciarli andare.
Ora che erano finalmente riusciti a guadagnarsi i biscotti, perché avrebbero dovuto lasciarli andare solo dopo una semplice gustatina?
 
I due alla fine si arresero all'evidenza.
Sarebbero finiti in seri guai se non se ne fossero andati via presto di lì.
 
Mettendo via quei due scritti, Myungsoo e Sungjong si alzarono da terra e andarono davanti alla porta appena in tempo perché essa si aprisse, facendoli sobbalzare per lo spavento.
 
Un uomo adulto, vestito con abiti eleganti e una splendente targhetta da 9 sul petto, lì osservò da testa a piedi con le sopracciglia grigie dal tempo corrugate.
 
I due giovani rabbrividirono, consapevoli del fatto che quella persona era sicuramente un custode di quella biblioteca.
 
"Cosa ci fate voi due qui?" - gli domandò con la voce spigolosa.
 
La coppia mandò giù un grosso di saliva, messi in soggezione da quello sguardo severo che sembrava continuare a pungerli peggio di un ago, non facendosi però prendere dal panico e mettendo presto in atto le loro dote da attori.
 
"Ci scusi... " - disse Sungjong con voce implorante e inchinandosi con Myungsoo - "Ci eravamo persi e pensavamo che questo posto fosse parte della biblioteca .. "
 
L'uomo fece una smorfia - "Non avete letto il cartello appeso alla porta? È severamente vietato entrare in questo posto. Voi 6 non sapete nemmeno leggere la vostra stessa lingua? "
 
"Ci scusi." - ripeté Sungjong, ignorando quello scherno di cattivo gusto nei loro confronti e mantenendo un minimo di dignità - "Non avevamo visto il cartello." - ed era vero, ma probabilmente anche se l'avessero visto non si sarebbero bloccati dall'entrare in quel posto.
 
Myungsoo al suo fianco manteneva la testa china, passando per la perfetta vittima della situazione sotto gli occhi della guardia.
Ma a Sungjong il suo comportamento suonava fin troppo strano. C'era qualcosa sotto, lo avrebbe giurato.
 
Con un ultimo inchino e un avviso da parte della "non proprio simpatica" guardia, i due ragazzi se ne andarono via da quel posto, sotto gli occhi attenti dell'uomo che li osservava attentamente.
 
 
Avevano lasciato lì i biscotti, ma i loro abiti erano sporchi di briciole?

 

 
 
Il pomeriggio si era oramai fatto inoltrato e il tramonto era prossimo mentre i due giovani ragazzi si stavano dirigendo verso il campus di ritorno dalla loro gitarella in città.
 
La città era più affollata di quando erano giunti  lì ore prima.
Adulti correvano affrettati da una parte all'altra delle strade per concludere i loro ultimi impegni. Giovani ragazzi dalla divise scolastiche tornavano a casa dopo un pomeriggio di studio. Bambini stavano vicino ai loro genitori e indicavano felicemente tutti i dolci e i giocattoli esposti nei negozi.
 
Solo un ragazzo sembrava starsene in silenzio in quella caotica città dalle insegne luminose e quasi accecanti.
 
Sungjong spostò i suoi occhi sul volto di Myungsoo che, da quando avevano lasciato la biblioteca, sembrava stranamente giù di morale.
 
Cosa gli è successo?, non poteva non domandarsi il 5,5, E' demoralizzato perché non abbiamo trovato nulla?
 
"Myungsoo ... " - sussurrò Sungjong al suo fianco, attirando così l'attenzione dell'interessato che spalancò i suoi occhi verso il giovane quasi risvegliandosi da uno stato di trance - "Qualcosa non va?"
 
Il 9,9 si limitò a starsene in silenzio. Un silenzio che al più piccolo tra i due non piaceva per niente.
Lo rendeva nervoso, solo in grado di torturarsi le mani alla ricerca di una risposta per il malumore improvviso del fidanzato.
 
Essendo fidanzati avrebbe dovuto comprendere cosa torturava la mente di Myungsoo con un semplice sguardo?
Non facevano così nei drama per caso?
 
Sungjong non lo sapeva, ma era pronto a scoprirlo.
Si bloccò di colpo, facendo così anche fermare i passi di un confuso Myungsoo all'oscuro delle intenzioni del 5,5.
 
L aprì la bocca, domando al ragazzo come mai si stesse fermando proprio agli inizi di quel piccolo tratto di verde in mezzo alla città rumorosa, ma Sungjong si limitò a fissarlo intensamente negli occhi scuri senza rispondergli.
 
Incrociò le braccia al petto, prima di farsi più vicino a Myungsoo che strinse i denti, sperando che le sue guance non si colorassero presto di rosso per quell'improvvisa vicinanza.
 
Il 5,5 strinse le sopracciglia, fissandolo senza quasi sbattere le palpebre.
 
L mandò giù un groppo di saliva - "Sungjong, c-che stai facendo..?"
 
"Sto cercando di capire cosa c'è che non va in te.."
 
"F-Fissandomi?"
 
"Uhmm," - mugugnò il giovane - "Ma non sembra che stia funzionando.. Forse se mi faccio un po' più vicino.." - ipotizzò avvicinando il suo viso ancora di più a quello del maggiore.
 
La pelle d'oca crebbe sul volto e sul collo di Myungsoo quando il fiato caldo di Sungjong si fece sentire su di lui.
Senza pensarci due volte, il 9,9 fece un passo indietro per riguadagnarsi lo spazio vitale, ma appena lo fece sentì qualcosa di morbido venir schiacciato sotto la sua scarpa.
 
Scattò in aria, quasi finendo addosso ad un Sungjong che ancora avevo tenuto gli occhi concentrati di lui, per poi accorgersi di aver pestato un semplice orsacchiotto di peluche.
 
Il 5,5 si distrasse da ciò che aveva fatto fino a poco prima per sbirciare ciò che stava prendendo in mano il fidanzato.
 
"Un orsacchiotto?" - domandò poi.
 
"A quanto pare.." - gli rispose, spazzando via con una mano un po' di polvere e sporcizia dal corpo peloso di quel peluche marroncino con una bandana da pirata sopra l'occhio destro.
 
"Povero bambino... " - mugugnò Sungjong, accarezzando la testolina pelosa dell'orsacchiotto - "Chissà com'era sarà triste di aver perso il suo amichetto.."
 
Myungsoo annuì al commento del minore, prima di udire dei passi veloci in quel parco e l'alta voce di un bambino.
 
"CAPITANOOO!!" - urlò - "CAPITANO, DOVE SEI FINITOO??"
 
I due ragazzi si fissarono negli occhi.
Che il bambino, con indosso quelli che sembravano dei costosi abiti, fosse alla ricerca di quell'orsacchiotto?
I suoi occhi vispi saettavano da una parte all'altra del parco, ovunque la sua infantile vista potesse arrivare.
 
Myungsoo alzò su l'orsacchiotto, prima di richiamare l'attenzione del bambino preoccupato - "Ehi!"
 
Il bimbo, distante qualche metro da loro, sobbalzò spaventato da quell'inaspettata voce, prima di voltasi verso di loro e spalancare gli occhi.
 
"CAPITAN SQUIRCHINZIIII!!" - urlò felice, correndo a più non posso verso di loro.
 
La coppia sgranò gli occhi al suono di quel nome, mentre il bimbo giungeva davanti ai due con gli occhi felici e un sorriso sulle labbra.
 
Che nomi danno oggigiorno ai peluche? Un semplice Teddy non sarebbe stato più che sufficiente?
 
"E' tuo?" - domandò Myungsoo alludendo all'orsacchiotto che teneva in mano e ora stava allungando verso il bambino che felicemente lo prese tra le sue mani.
 
"Si, è il Capitano Squirchinzi!" - proclamò orgoglioso, prima di osservare meglio quel peluche e sgranare gli occhi nel più completo panico.
 
"C-Che succede?" - domandò L chinandosi appena, prima che l'orsacchiotto gli venisse praticamente spiaccicato in faccia.
 
"Il capitano è ferito!!" - li avvertì il bambino dai capelli a scodella scura, con gli occhi già umidi di lacrime, indicando uno strappo nella pancia pelosa - "Il capitano si è fatto male!!!!"
 
Myungsoo sgranò gli occhi allungando una mano verso il bambino che già aveva cominciato a singhiozzare, mentre Sungjong al suo fianco sembrava in lotta con la sua tracolla, come all'assidua ricerca di qualcosa al suo interno.
 
"V-Vedrai che starà bene il Comandante--" - tento di tranquillizzarlo il 9,9 appoggiandogli una mano sulla sua piccola spalla.
 
"E' UN CAPITANOOO!!" - piagnucolò il bambino, mandando nella crisi più totale il povero Myungsoo che ormai non sapeva più come placare l'animo del piccolo.
 
Perchè devono capitare tutte a me--
 
"TROVATOOO!!" - gridò Sungjong vittorioso, facendo scattare in aria sia Myungsoo che il bambino, dal nome sconosciuto, per lo spavento.
 
Il 5,5 teneva in mano trionfante una scatoletta di latta gialla che presto aprì, rivelando una serie di cerotti.
 
Ne prese uno fuori da esso, facendo scappare una risatina da parte di Myungsoo per il "virilissimo" cerotto a pois gialli.
 
"Che vuoi?" - lo schernì Sungjong con una smorfia - "Mi piace il giallo, hai dei problemi?"
 
L fece spallucce, mentre il 5,5 si abbassava verso il bambino che aveva posto fine alle sue lacrime e aveva portato la concentrazione su di lui.
Senza aggiungere null'altro, Sungjong prese il peluche dalle mani del piccolo appiccicando poi il cerotto sulla pancia ferita.
Quando ebbe finito, mostrò l'orsacchiotto al suo proprietario, i cui occhi si presto illuminarono alla vista del suo amico curato.
 
"Visto?" - cominciò a dirgli il 5,5 - "Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Il Capitan Squirchinzi starà bene!" - lo rassicurò con un sorriso.
 
Il bambino osservò con occhi e bocca aperti il suo peluche, prima di prenderlo felice di nuovo tra le sue braccia.
Sungjong tenne le sue labbra ancora tese in un sorriso, fino a quando il bimbo non si concentrò su di lui e si buttò inaspettatamente tra le sue braccia, facendo atterrare di fondoschiena il ragazzo.
 
Myungsoo rise di fronte a quella simpatica e dolce scena che gli stava venendo offerta.
 
Sungjong ricambiò presto l'abbraccio del bambino, finché quest'ultimo non si ritrasse e fece si che il giovane potesse tornare in posizione eretta vicino al fidanzato.
 
Sul volto era dipinta un espressione serena e felice.
Espressione che, malgrado Sungjong e Myungsoo, durò ben poco e fu presto rimpiazzata nuovamente da uno sguardo ancora più carico di panico di quello di poco prima.
 
"Umma ... " - sussurrò il bambino con la voce già spezzata.
 
"U-Umma?" -  ripeté la coppia in coro, quasi preoccupati di conoscere il seguito di quella frase.
 
"La mia umma ... " - sussurrò nuovamente, mostrando ai due i suoi occhi già umidi - "La mia umma ... d-dov'é?"
 
"E noi cosa ne possiamo sapere--" - tentò di dire la bocca di Myungsoo, con ben poco tatto, la quale ben presto venne bloccata da una sonora manata da parte di Sungjong.
 
Il 5,5 lo fulminò con un'occhiataccia, prima di accovacciarsi nuovamente davanti al bambino, in modo che i loro occhi potessero essere sullo stesso piano.
 
"Dove l'hai vista l'ultima?" - gli domandò calmo il ragazzo, appoggiando le mani sulle sue delicate spalle.
 
"Stava provando t-tanti vestiti.. Ma i-io sono scappato via perché avevo paura che il Capitano fosse spaventato..."
 
"Spaventato?" - ripeté Myungsoo incredulo - "Spaventato da cosa?"
 
"Dal buio... Il Capitano Squirchinzi h-ha paura del buio .. e ... " - smise di parlare, osservando come in quel parco si fossero accesi i lampioni dal momento che il tramonto stava per lasciare il suo posto alla notte.
 
"E....?" - gli domandarono questa volta la coppia di ragazzi in coro, avvicinandosi appena a lui, prima che quest'ultimo alzasse la sua testa di scatto verso di loro, con gli occhi pieni di lacrime.
 
"E ANCHE IO HO PAURA DEL BUIOOOOO!!!" - urlò a pieno polmoni, lasciandosi andare ad un pianto disperato.
 
Myungsoo e Sungjong sgranarono gli occhi spaventati, alzando poi le mani aperte davanti a loro, come a volersi proteggere dalla furia incontrollabile del bambino.
 
L si chinò anch'esso davanti al bambino, non sapendo come gestire la situazione.
 
"Q-Quindi la tua mamma era in un negozio di vestiti, eh?" - gli domandò il 9,9, cercando di mantenersi calmo e composto per quel che poteva.
 
Il bambino annuì mentre si strofinava il naso con il dorso di una sua mano coperta da guanti azzurri pastello.
 
"E sapresti dirci com'è fatto questo negozio?" - chiese questa volta Sungjong, gesticolando appena con le mani.
 
Il bimbo sembrò rifletterci un paio di minuti prima di riuscire a rispondere a quel quesito.
 
"E' grande cosììì" - iniziò a dire, allargando più che poteva le sue braccia - "E alto tanto cosìììì" - questa volta allungò le braccine in verticale - "E ha una scritta luminosa e delle finestre grandi grandi .. "
 
Sungjong si morse il labbro inferiore, certo che in quel modo non sarebbero riusciti ad arrivare a tanto.
Ma invece uno schiocco di dita da parte di Myungsoo attirò la sua attenzione e quella del bambino.
 
"Ho capito! È una boutique dei 9. Avrei dovuto capirlo subito da come sei vestito costoso.. Non ti preoccupare, ometto." - lo rassicurò L, scompigliandogli i capelli a scodella con una mano - "Non è molto distante da qui!"
 
"Come hai fatto a capire così in fretta di che negozio si trattasse?" - gli domandò sinceramente colpito il ragazzo più giovane al suo fianco.
 
Myungsoo fece una smorfia - "Anche mia madre mi trascinava sempre lì quando ero più piccolo."
 
Sungjong sorrise appena, mentre il bambino spalancava i vispi occhietti scuri, le quali lacrime si erano bloccate, in direzione del 9,9.
 
"Anche la tua umma ti portava lì, ajusshi?"
 
L si strozzò con la saliva al suono di quel nomignolo, mentre al suo fianco si udì la risata felice del 5,5.
 
"N-Non sono così vecchio--" - tentò di ricordare al piccolo, ma quest'ultimo si gettò presto tra le sue braccia per abbracciarlo, facendo così volare il suo peluche, subito salvato da un abile mossa di Sungjong.
 
"Ehi ehi ehi!" - si lamentò Myungsoo, indicando poi il peluche che ora teneva in mano quel ragazzo - "Di questo passo tornerai a perdere il tuo Comandante--"
 
"E' un Capitano!!" - lo ammonirono in coro sia il bambino che il 5,5.
 
"Quel che è..." - si affrettò a ribattere muovendo disordinatamente una mano davanti a lui una volta che l'abbraccio si fu sciolto.
 
Senza dire null'altro, Sungjong si avvicinò al bambino e gli abbassò appena la zip della sua giacca blu, per far si che potesse starci il peluche al suo interno, di cui ora spuntava solo la sua testolina dalla bandana da pirata.
 
"Ora non lo perderai più." - lo rassicurò il 5,5 con un sorriso, prima di allungare una mano in sua direzione - "Andiamo a cercare la tua umma ora."
 
Il bambino guardò per un po' quella mano che gli stava venendo offerta, quasi indeciso se accettarla o meno, ma poi presto stringendola forte con la sua.
 
Ormai tornati tutti in posizione eretta, quel trio improvvisato fece per andarsene via da quel parco prima che l'oscurità potesse intrappolare tutta la città.
 
Myungsoo allungò un braccio per indicare la direzione verso la boutique.
Fece un passo, ma fu ben presto fermato da qualcuno che gli tirava debolmente un angolo della sua giacca.
Sorpreso abbassò gli occhi verso il basso, giusto in tempo per incontrare quelli ora felici del bambino che senza scrupoli allungò la mano libera nella sua direzione.
Il 9,9 sgranò gli occhi preso alla sprovvista da quel gesto, prima di udire la voce di Sungjong che teneva stretto la mano del bimbo.
 
"Coraggio!" - lo incoraggiò con un sorriso - "Non fare il timido, ajusshi!"
 
Myungsoo gli dedicò una smorfia, prima di decidersi ad afferrare, con la mano libera dalle sportine di acquisti, quella del piccolo che presto gliela strinse felice e ora pronto a camminare.
 
Continuando a muovere i piedi, la coppia di ragazzi riservò uno sguardo sereno a quel bambino, prima di incontrare lo sguardo l'uno dell'altro.
 
Le guance di tutti e due si fecero paonazze, rendendosi conto solo in quel momento della situazione in cui si stavano trovando.
Imbarazzati, tornarono a fissare la strada davanti a loro, sorridendo sotto i baffi.
 
 
Il tramonto stava svanendo e le persone che occupavano quella città guardavano con sguardi colmi di stupore quella coppia di ragazzi che camminava stringendo forte le mani di quel bambino dal grande sorriso stampato in faccia.
 


 
 
"E' qui?" - domandò Sungjong una volta che il trio fu arrivato davanti alla boutique in questione.
 
Il bambino annuì, stringendo più forte le mani dei due ragazzi che gli riservarono un'occhiata preoccupata.
 
Alla fine il negozio non era stato difficile da trovare.
L'unico problema è che ora la boutique aveva le luci spente ed un grande cartello annunciava loro, con una calligrafia elegante, che per quel giorno il negozio aveva chiuso.
 
"Che cosa facciamo ora?" - mimò Sungjong con la bocca in direzione di Myungsoo, che si limitò ad alzare le spalle, anche lui preoccupato quanto il fidanzato.
 
"Senti... " - sussurrò il 5,5 questa volta in direzione del bambino - "Se ci dici dove abiti, magari ti possiamo riportare a casa, che ne dici eh?" - propose Sungjong.
 
Ma da parte del bimbo non venne nessuna risposta, troppo occupato a fissare il cartello dalla scritta "chiuso".
 
"E-Ehi.." - tentò questa volta Myungsoo di richiamare la sua attenzione.
 
"L'ha fatto di nuovo." - sussurrò serio il bambino, mantenendo una voce bassa di cui si potevano già sentire i segni di un futuro e prossimo pianto - "Si è di nuovo dimenticata di me."
 
I cuori dei due ragazzi si strinsero in una morsa al suono di quelle parole così serie da parte del più piccolo.
 
Non era quindi la prima volta che il bambino si perdeva? Chissà quante altre volte era successo.
 
"Non è così..." - cercò di consolarlo il più giovane dei due ragazzi - "Sicuramente non si è dimenticata di te. Ti starà di sicuro cercando preoccupata--"
 
"No, non è vero!" - gli rispose deciso - "La mamma vuole essere solo bella."
 
Sul volto di Sungjong si dipinse un espressione triste, mentre su quello di Myungsoo c'era uno strano sguardo di rassegnazione.
Quasi come se quella serie di parole non facessero altro che suonargli solo e solamente come un dejà-vu.
 
Il 5,5 non lo sapeva, non poteva saperlo con certezza, ma aveva come la sensazione che quel giovane bambino ricordasse molto l'infantile versione di Myungsoo.
 
I suoi modi secchi e alle volte fin troppo melodrammatici.
Le sue azioni spesso e volentieri impulsive.
Il suo essere stato cresciuto da una famiglia di superiori.
 
Chissà se anche Myungsoo si è mai trovato in questa situazione, pensò Sungjong, Chissà se anche lui ha pianto tante volte per essersi perso... Chissà se anche lui era giunto fin da piccolo alla consapevolezza di quanto fosse importante la bellezza in questo tipo di società..
 
Qualche secondo passò nel più totale dei silenzi in quel trio che non aveva più parole, ma che semplicemente continuava a rimanersene davanti a quel grande negozio.
 
Finché un'alta voce femminile agli inizi di quella strada non si fece sentire.
Talmente chiara e forte da attirare l'attenzione della coppia, mentre il bambino era troppo impegnato a trattenere le lacrime.
La donna in questione era vestita con lussuosi abiti coperti da un'altrettanta costosa pelliccia grigia, e camminava tanto velocemente quanto i suoi tacchi vertiginosi glielo permettevano.
 
"Cosa significherebbe che non lo trovate?!" - urlò contro il cellulare, seguita da un alto uomo che camminava dietro di lei con una decina di sportine e pacchi in mano - "Dov'è il mio Chiwon?!"
 
Al suono di quel nome, gli occhi del bambino si spalancarono di colpo e spostò velocemente la testa verso quella donna che continuava a sbraitare arrabbiata al telefono.
Senza dire nulla, il bimbo si staccò dalla coppia di ragazzi che lo guardarono sorpreso correre verso quella 9 in questione.
 
"Ummaaaaaaa!!" - urlò il piccolo, non trattenendo più le lacrime e liberandosi in un pianto.
 
La donna sobbalzò sentendosi chiamare, prima di spegnere senza mezzi termine la chiamata e correre incontro al bambino.
 
"Chiwon-ah!" - lo chiamò una volta che furono arrivati uno davanti all'altro - "Dov'eri finito? Ti ho cercato per tutto questo tempo!"
 
Il bambino si limitò ad affondare nel suo ventre, singhiozzando nel pelo di quella pelliccia costosa.
 
Sorridendo, la donna accarezzò la testa del figlio, prima di accorgersi dei due ragazzi che li stavano osservando a pochi metri di distanza.
 
La bocca della donna si aprì appena, prima di venir presto richiusa, ingoiando quel ringraziamento che avrebbe voluto dare ai due giovani.
Se solo non fossero stati due 6.
 
Perché avrebbe dovuto ringraziarli? Perché avrebbe dovuto dare loro soddisfazioni?
Non se le meritava. Erano solo degli appena sufficienti e lei doveva essere una fiera 9.
 
Accorgendosi dell'orgoglio della donna, Sungjong si limitò a sorridere amaramente prima di aprire bocca.
 
"Chiwon era molto preoccupato." - la informò serio - "Non dovrebbe perderlo di vista ancora."
 
La madre strabuzzò gli occhi dalla doppia palpebra, sinceramente sconvolta che un semplice 6 si stesse riferendo a lei senza alcun onorifico in particolare. Quasi informalmente.
 
Se avesse saputo la verità, probabilmente sarebbe scoppiata in una crisi isterica.
Se avesse saputo che a parlarle in quel modo non era stato un 6, ma addirittura un insufficiente.
 
"Da quando in qua un 6 può dare lezioni di vita?" - chiese bruscamente, senza aspettarsi una vera e propria risposta.
 
Era sorprendente, quasi surreale quella situazione.
 
Sia la madre che il figlio facevano parte della stessa famiglia, della stessa famiglia benestante e di superiori.
Eppure si percepiva chiaramente quanto quella società e la gerarchia delle unità avessero influenzata i modi di fare della donna e addirittura i suoi pensieri.
Mentre il bambino era semplicemente incontaminato, ancora un individuo per quanto giovane potesse essere.
Se Myungsoo e Sungjong lo avessero incontrato anni dopo si sarebbe comportato allo stesso modo?
Li avrebbe ugualmente abbracciati?
Avrebbe ugualmente stretto loro le mani?
 
Probabilmente, quasi sicuramente, non avrebbe nemmeno accettato il loro aiuto.
 
Consapevoli di ciò e con l'amaro in gola, Myungsoo e Sungjong osservarono come Chiwon riservasse loro un ultimo saluto felice e li ringraziasse ad alta voce, venendo presto rimproverato dalla madre quasi avesse compiuto il peggiore degli sbagli.
I due osservarono come se ne andassero via da quel posto, mano nella mano, e poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
 
Accorgendosi di aver sospirato nello stesso istante, la coppia si guardò prima di scoppiare a ridere per tutto ciò che era successo.
 
Di sicuro la storia di Chiwon e di Capitan Squirchinzi se la sarebbero sempre ricordati.
 
Ma per colpa di questa, Sungjong si era completamente dimenticato del suo intento.
Sobbalzò appena prima di ricominciare a fissare Myungsoo che questa volta non rimase sorpreso quanto prima.
 
"Ancora deciso a volermi leggere nel pensiero?"
 
Il 5,5 arricciò il naso - "Cosa c'è che non va in te? Mi vuoi dire o no qual'é il problema?"
 
Il maggiore scosse appena la testa, prima di arrendersi sconfitto.
Avvicinò anche lui il viso a quello del fidanzato, prima di stampargli un bacio sulle labbra, senza preoccuparsi del fatto che fossero in mezzo ad un marciapiede affollato di persone, che non evitarono di riservare loro smorfie di vario genere.
 
Myungsoo appoggiò una mano sulle guance arrossate di Sungjong, sorridendogli - "Ora sto molto meglio. Grazie mille."
 
Il 5,5 volle dirgli qualcosa. Qualcosa del tipo che tutto ciò non lo convinceva per nulla. Che non lo convinceva per nulla e che era certo che c'era qualcos'altro dietro al malumore del giovane.
 
Ma non lo fece. Non lo fece perché una voce maschile parlò prima di lui.
E quella voce non era né la sua né quella di Myungsoo.
 
"Sungjong?"
 
La coppia si voltò al suono di quel nome, incontrando così un anziano uomo dai vestiti sgualciti e dal volto pieno di rughe.
 
"Lee Sungjong, sei davvero tu?" - domandò nuovamente, chiaramente sorpreso - "Dov'è finito il tuo 5,5?"
 
Gli occhi dei due ragazzi si spalancarono, mentre un gruppo di curiosi si erano fatti vicino ai tre, incuriositi dalla situazione che si era creata.
 
Sungjong e Myungsoo si fissarono negli occhi.
 
Cosa stava succedendo?
 
Erano stati beccati?
 
 
"Sungjong.. " - lo chiamò nuovamente il vecchio
 
 

"Come mai ora sei un 6?"

 



 

Note dell'autrice
Ave a voi, bellissime pandashipper! (oddio, io parlo sempre al femminile.. e se ci fosse qualche maschietto di turno che legge OAO Che razzismo, ho sempre dato per scontato che leggano solo ragazze.. E probabilmente è anche vero //?) .. Ricominciamo... Ave a voi, bellissimi pandashipper (?) e che il Capitan Squirchinzi sia con voi. //? Io che sono così regolare ad aggiornare? Che cosa scioccante. Ma non abituiamoci perché è solo perché sono felicissima della vittoria di oggi degli Infinite (#Back1stWin ;____; Ciccini belli, sono tanto orgogliosa di voi <3 ).
Ma bando alle ciance, grazie grazie per aver letto anche questo capitolo, sempre lunghetto ;^; Ultimamente ho molta ispirazione ed infatti ho già pressoché finito di scrivere anche il prossimo capitolo. Come vedete, i dubbi dello scorso sono ancora irrisolti, ma anzi se ne aprono di nuovi... tutta colpa del Capitan Squirchinzi (non fate domande sul nome, è il primo che mi è venuto in mente... mi preoccupo della mia sanità mentale per non aver pensato subito a Teddy).. la sua doveva essere solo una semplice apparizione invece lui e il cinno sono finiti per essere i protagonisti (studio Pedagogia, quindi deduco sia una deformazione professionale il mio inserire bambini a destra e a manca in tutte le storie ._.").
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero le mie pandashipper Hae Na e Made in China, e la mia unnie Made! (ho aggiornato così in fretta che non ho nemmeno lasciato il tempo a mia figlia di fare una delle sue chilometriche recensioni c': ) E grazie a chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate (siete aumentati ancora, piango.) e chi continua a cliccare "mi piace" alla mia pagina fb, o alle mie condivisioni di capitoli! (quando vedo che qualcuno condivide o piaccia (voce del verbo "piacciare"... /?) i miei capitoli scoppio in un pianto isterico, ok.)
E ORA PRENDETEVI TUTTI UN MOMENTO E ANDATE QUI: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=195880
Quant'è bellissima la mia BIO? No, seriamente mi sento un'autrice d'alta classe ora. /? Lanciate tanto amore a quella splendida persona che è Made in China che mi ha creato questa meraviglia <3 Per quanto riguarda queste cose, io non ci so proprio fare-- Perfortuna EFP mi toglie sempre le foto che metto nei capitoli (aww OuO) se no dovrei pagare qualcuno per avere edit decenti-- //?
E si, penso di aver finito. (?)
Grazie ancora di tutto, siete meravigliosi ;______;
E recensite *lancia alpache (?)*
 
Love you,
Maggie
 
Ps. Vi prego, urlatemi in coro che ho dei seri problemi... Non siamo nemmeno a metà fanfiction e io ho già pensato al sequel. Picchiatemi, grazie.
   
 
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