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Autore: Gajaa    02/08/2014    6 recensioni
"Ma se Zayn avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe stretto la sua vita sottile tra le mani e l'ultima volta in cui avrebbe potuto sfiorare le sue labbra e sentire il suo profumo, sapeva
che l'avrebbe fatto con più forza e per molto più tempo."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio infinitamente Living Dead per il fantastico banner.
 
A tutti coloro 
che hanno perso
una persona cara.

A mio nonno, l'unico che 
davvero credeva in me.

La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto,
assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c’è più.

-

 
"Un'altro!" sbottò Zayn, sbattendo il boccale di birra ormai vuoto sul bancone del MoonLight, un bar poco conosciuto nella periferia di Bradford. Era andato li solo ed esclusivamente per cercare di ricordarla. Erano ormai passati quattro mesi e venti giorni dalla sua scomparsa premutura, quattro mesi e venti giorni da quando Zayn si sentiva solo e perso. Perso in un limbo e solo, perchè non aveva nessuno a cui aggrapparsi. Gli sembrava di camminare su un filo instabile: il cuore cercava di trovare riparo nella ragione e la ragione era sempre più convinta che raggiungerla sarebbe stata la cosa migliore da fare. Senza di lei non era niente. Senza di lei era distrutto, vuoto. Il problema era che le mancava come l'aria e che in quel momento avrebbe tanto voluto stringerla a sè, almeno un'ultima volta. Non si ricordava neanche più l'ultimo abbraccio che si erano scambiati o l'ultimo bacio. Ma se Zayn avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe stretto la sua vita sottile tra le mani e l'ultima volta in cui avrebbe potuto sfiorare le sue labbra e sentire il suo profumo, sapeva che l'avrebbe fatto con più forza e per molto più tempo. "La gente muore solo quando viene dimenticata Zayn, lei è ancora con te adesso." Cazzate. Lei non era li con lui, lei non gli stava accarezzando i capelli come tanto amava fare, lei non poteva ridere di una sua battuta. Semplicemente, lei non era li. E non sarebbe ritornata mai più. L'aveva persa per sempre. "Sempre", un tempo incredibilmente lungo, non è così? Eppure, se solo fosse stato più coraggioso avrebbe potuto raggiungerla.
"Non piangere”, gli diceva, "E’ vero, me ne andrò prima di te, ma quando non ci sarò più ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, il mare, il sole e la luna e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme. La stessa cosa ti succederà se ti siederai sul mio lato del divano rosso nel tuo salotto, quando ti capiterà di vedere il telegiornale di canale 7 e quando vedrai la mia foto nel salotto. Io sarà ancora con te." 
Zayn si ricordava tutto di lei, di loro e di ciò che avevano passato insieme, eppure non riusciva a ricordarsi il suono soave della sua voce o la sua risata e il suo profumo. Aveva paura che presto l'avrebbe dimenticata e quindi beveva per ricordarla. Voleva continuare a ricordare il suo sorriso sbilenco quando leggeva una rivista o quando parlava dei luoghi che avrebbe voluto tanto visitare insieme a lui, avrebbe voluto guardarla ancora e ancora, fino ad esserne sazio. Ma sapeva che di lei non si sarebbe mai stancato.
Oh, l'amava. Eccome se l'amava. Si erano conosciuti una sera, in un parco, lei portava a spasso il cane e lui era li solo ed esclusivamente per guardare le stelle. Si erano scontrati e Zayn ricordava vagamente il suo profumo, caffè e ammorbidente misto al semplice e naturale odore della sua pelle chiara. Subito ne era rimasto affascinato. Senza pensare, l'aveva invitata a guardare le stelle con lui e lei le aveva detto che avrebbe portato il cane a casa e sarebbe tornata.
"Hey, ragazzo! Il bar è chiuso, torna a casa!" l'uomo dietro al bancone lo ridestò dai suoi pensieri, sventolandogli una mano davanti agli occhi appannati da tutto l'alcool ingerito quella sera. "Mi dai almeno un paio di birre?" chiese Zayn, strascicando le parole come se non riuscisse neanche lui a capire cosa effettivamente stesse dicendo. L'uomo sospirò, dandogli le due bottiglie di birra richieste e facendosi pagare il doppio, approfittando del fatto che il ragazzo fosse maledettamente ubriaco. "E adesso va via!" Tuonò, spingendolo verso la porta e chiudendogliela successivamente in faccia. 

Zayn vagava per le strade vuote di Bradford, finendo di bere la seconda bottiglia di birra e cantando la loro canzone. La testa gli pulsava e vedeva ombrato ma doveva riuscire ad arrivare a casa. Mille immagini del tempo in cui era felice, in cui c'era lei, si proiettavano nella sua testa facendogli venire le lacrime agli occhi. Non piangeva da due mesi ormai e non l'avrebbe fatto, non di nuovo. Non poteva, doveva resistere. 
Prese un sorso dalla bottiglia di birra ormai vuota e poi la lasciò cadere a terra. Doveva arrivare a casa il prima possibile. Iniziò a correre, per quanto l'alcool in corpo glielo permettesse. Girò a sinistra e poi a destra e poi di nuovo a sinistra e poi cadde a terra. I polmoni gli chiedevano una pausa, non riusciva a respirare e le lacrime avevano avuto la meglio e ora scendeva copiose sul suo viso distrutto. Dentrò di sè urlava e chiedeva disperatamente aiuto, ma le parole non riuscivano ad uscire dal suo corpo. Nonostante i suoi polmoni continuavano a lamentarsi e i suoi piedi chiedevano pietà, si rialzò dal marciapiede dov'era accasciato e ricominciò a correre. Doveva arrivare a casa. E corse, corse, corse nonostante tutto. Poteva morire quella notte stessa, non gli importava, ma doveva riuscire ad arrivare a casa. 
Quella notte, il cielo non era ricoperto di stelle come quando loro si erano incontrati per la prima volta e la luna dominava la scena, protagonista delle lacrime e del dolore di quel ragazzo che correva a perdifiato per arrivare il prima possibile a casa.
Nella sua mente, le immagini della loro storia continuavano a susseguirsi imperterrite.


"Zayn! Zayn! Non mi prendi!" cantilenò la ragazza, correndo: i capelli ondeggiavano al vento e la sua risata risuonava per tutto il parco. 
"Vieni qui, dai! Dammi un bacio." rise Zayn, felice come non mai. "Sono stanco, riposiamoci dai!" cercò di convincere la ragazza, continuando a correre per raggiungerla.
"Se vuoi un bacio devi prima trovarmi!" gli urlò la ragazza, correndo più velocemente e nascondendosi tra gli alberi. 
"Ma dov'è finita?" si chiese, fermandosi in mezzo al parco e poggiando le mani sui gomiti per riprendere fiato. "Esci fuori!" urlò, cercando di convincerla, ma lei restava zitta e nascosta. Una volta ripreso fiato, Zayn, in silenzio, iniziò a camminare lentamente verso i primi alberi, conscio del fatto che lei, ovunque fosse nascosta, stesse osservando i suoi movimenti. All'improvviso, un "ahi!" lo fece ridestare: quel suono proveniva da dietro un albero poco lontano da lui e, sorridendo divertito, si avvicinò. "Presa!" disse, spaventandola e poggiando le mani suoi suoi fianchi esili. "Non mi scappi più adesso." sussurrò sulle sue labbra, guardandola negli occhi azzurri e perdendosi in essi.


"Zayn, cantami la nostra c
anzone!" la ragazza irruppe il silenzio che si era creato, poggiando la testa sulle sue gambe.
"Va bene, ma passami la chitarra dai." disse, guardandola dolcemente.
"Tieni." gli disse, passandogli lo strumento. Zayn iniziò ad accordarla e, quando ebbe finito, iniziò a muovere le dita sulle corde e, guardandola negli occhi, inziò a cantare la loro canzone: una canzone che lui aveva scritto apposta per lei mesi prima.

"
Your Hand fits in mine
like it’s made just for me
but bear this in mind
it was meant to be
and i’m joining up the dots
with the freckles on your cheeks

and it all makes sense to me..."

Zayn cantò la prima strofa della canzone, perdendosi in essa e suonando la chitarra con più decisione. La ragazza aveva chiuso gli occhi e aveva abbondonato la testa sul cuscino, perdendosi nella voce soave e delicata del suo ragazzo.
 

"I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine

but I’ll love them endless.."

La ragazza rabbrividì, sentendo quelle parole. Zayn la conosceva come nessun altro. E l'amava come mai nessuno aveva fatto.
Zayn continuò a cantare: lui l'amava, l'amava davvero e avrebbe tanto voluto sposarla...Ne avevano parlato una volta: entrambi volevano una famiglia insieme, ma adesso era troppo presto ma nessuno dei due, allora, sapeva che poi sarebbe stato troppo tardi. La canzone finì e la ragazza, cullata dalla dolce voce del suo ragazzo, si era addormentata: i capelli biondi e lunghi che l'avvolgevano come una piccola coperta.
Zayn posò la chitarra ai piedi del letto e si abbassò sulla figura esile che dormiva indisturbata con un sorriso in volto. "Ti amo piccola mia, buonanotte." sussurrò baciandola a fior di labbra e stringendola a sè.



I ricordi si interruppero quando finalmente Zayn arrivò a destinazione. Era arrivato a casa. Scavalcò il muretto in pietra che ne delimitava il perimetro e, rabbrividendo per il freddo, si avvicinò. Il cimitero era pieno di lapidi: tutti avevano perso qualcuno di importante nella loro vita, ma nessuno era talmente disperato e pieno di dolore da andare alle tre di notte in quel luogo buio e lugubre per sentirsi a casa. Si abbassò davanti alla sua lapide e accarezzando delicatamente la foto, sussurrò: "Sei tu la mia casa.", poi si sedette accanto ad essa, poggiando il volto stanco su una pietra rotonda e lesse l'incisione.

"Sophie Abrams

01-04-1994

13-03-2014"


 
 
Note autrice

Hey, questa One-Shot l'ho scritta di getto, stanotte, presa dalla malinconia.
"Perchè questa storia?" Vi chiederete.
Mio nonno è scomparso quattro mesi e venti giorni fa e, nonostante non ci sia riuscita come invece speravo, volevo liberare le mie emozioni, il mio dolore e la mia rabbia per la perdita subita. Purtroppo mentre scrivevo sono scoppiata a piangere e non sono riuscita nel mio intento ma, nonostante questa OS non sia un granchè ho voluto pubblicarla lo stesso. Per me e per lui.
Le date sulla lapide di Sophie sono le stesse della nascita (tranne l'anno) e la morte di mio nonno, se ve lo state chiedendo.

Un bacio,

Gajaa.

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