Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Mirty_92    02/08/2014    4 recensioni
E' solo un semplice stratagemma per impedire ad Hermione di non ostacolare le vendite dei Tiri Vispi Weasley ad Hogwarts o è qualcosa di più? Cosa si cela veramente dietro IL piano dei gemelli? Riusciranno Fred ed Hermione ad uscire indenni dal diabolico suddetto piano oppure chissà, uno dei due (o tutti e due) rimarrà incastrato in qualcosa di molto più grande?
“Ok, mettiamo che Ron non interferirà con i vostri piani ma il problema rimane. La Granger. Lei non sarà di certo così clemente! È un osso duro la ragazza.”
Fred e George si scambiarono uno sguardo d’intesa.
“Avete un piano segreto anche per la Granger del quale non sono al corrente?” chiese sottovoce Lee.
“Non è un semplice piano segreto” iniziò George.
“È IL piano!" confermò Fred.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Perchè il loro amore è...

Perché il loro AMORE è…

A.rdito  &  A.vventato

 

“Ragazzi, siete davvero geniali!” Lee Jordan guardava ammirato i gemelli Weasley che sedevano di fronte a lui ad un’estremità della grande tavolata di Grifondoro.
“Perché, ne dubitavi?” chiese George servendosi un’abbondante porzione di bacon.
“No, assolutamente! Ma dopo sette anni che vi conosco riuscite ancora a stupirmi.”
“L’hai detto tu stesso, Lee. Siamo geniali” precisò Fred mentre si versava del succo di zucca.

“Ok, ok. Ma non montatevi la testa ora e spiegatemi bene come pensate di fare a vendere i vostri prodotti.” Lee era tutto orecchie e si protese appena sul tavolo per non lasciarsi sfuggire nemmeno una parola.

“Nulla di che in realtà. Daremo dimostrazione del funzionamento delle Merendine in Sala Comune e poi le venderemo” spiegò tranquillamente George.

“Le richieste fioccheranno come gufi” continuò Fred.

“E tu ci aiuterai, Lee. Terrai la contabilità delle nostre entrate.”

“Ti nominiamo nostro tesoriere” concluse Fred solennemente.

Due sorrisi quasi identici si stamparono sul volto dei gemelli.

“Per Merlino, ragazzi! Non ho parole. Grazie.” Lee sembrava emozionato. “Ma avrò anche un compenso, giusto?” si affrettò ad aggiungere.

I gemelli si guardarono. “Ma come?” chiese George, scandalizzato. “Noi ti facciamo il grande onore di essere il tesoriere dei Tiri Vispi Weasley e tu vuoi anche un compenso?”

Lee non si lasciò intimorire dal tono di George. Conosceva i gemelli fin troppo bene e sapeva perfettamente quando stavano scherzando: questo era uno di quei momenti.

Il ragazzo si finse offeso. “Direi che un compenso me lo merito. Se prevedete davvero tanti ordini, il mio sarà un lavoraccio.”

George guardò Fred. “Cosa ne pensi, Freddie. Dici che
dovremmo dare qualcosa  a questo povero ragazzo?”
Fred guardò Lee come se lo vedesse davvero per la prima volta. “Mmmm… forse se gli diamo qualche galeone potrà finalmente andare da qualcuno di bravo a farsi sistemare quella zazzera di capelli che si ritrova in testa.”

“Ehi! Che hanno i miei capelli?” Lee si prese tra le dita un folto ricciolo scuro e lo tirò.

“Sono un po’ lunghi, amico mio. Non ti pare?” gli spiegò George, come se fosse una cosa ovvia.

Lee sbuffò. “Detto da quelli che l’anno scorso avevano i capelli lunghi quasi quanto la propria sorella, lo ritengo un complimento.”

Fred e George si guardarono e poi scoppiarono a ridere. L’anno precedente infatti entrambi i gemelli portavano i capelli un po’ lunghi e questo loro nuovo look aveva creato un certo positivo scalpore, soprattutto tra le ragazze.  

“Insomma vuoi tenere i capelli lunghi perché tenti di emulare la nostra bellezza. Ma ti manca un tocco di fascino Weasley, caro Jordan.”

“Fascino Weasley? Di che diavolo stai parlando, George? State solo cercando di sviare il discorso. Voglio solo sapere se avrò una parte nel mio lavoro di tesoriere. Tutto qui.”

Fred sospirò e guardò George. Il gemello fece un lieve cenno d’assenso. “Ok, ti daremo il 10% dei nostri guadagni. Mi sembra più che onesto.”

“Il 10%? Troppo poco. Almeno il 20%.”

“Non se ne parla. O il 10 o nulla. Tieni conto che dobbiamo aprire un negozio. Quei soldi ci servono” puntualizzò George.

“Ma io vi do una mano” protestò Lee. “Voglio il 15%, allora.”

I gemelli si guardarono e  poi risposero all’unisono. “Andata.” Strinsero la mano a Lee e poi scoppiarono tutti e tre a ridere.

“Ragazzi, avrete il miglior tesoriere in assoluto.”

“Speriamo.”

“Non ve ne pentirete. Ma ritornando al piano di vendita mi sa che potrebbe esserci qualche problema.”

“Problemi? In che senso?” chiese incuriosito Fred mentre si imburrava una fetta biscottata.

“I prefetti di quest’anno” spiegò semplicemente Lee.

Ci fu un attimo di silenzio.

“E dove sarebbe il problema?” chiese George mentre sorseggiava del caffè nero.

“I prefetti di Grifondoro di quest’anno non vi permetteranno di vendere così liberamente i vostri prodotti. Lasciate che vi spieghi” aggiunse in fretta il ragazzo, viste le facce perplesse dei due amici.
“Ron essendo vostro fratello potrebbe anche chiudere un occhio…”
“Ne chiuderà due” intervenne ghignando George.

“E non solo perché è nostro fratello” gli fece eco Fred.

“Il piccolo Ronnie teme i nostri scherzi più di quanto tu creda. Non ci ostacolerà” spiegò George.

“Ok, mettiamo che Ron non interferirà con i vostri piani ma il problema rimane. La Granger. Lei non sarà di certo così clemente! È un osso duro la ragazza.”

Fred e George si scambiarono uno sguardo d’intesa.

“Avete un piano segreto anche per la Granger del quale non sono al corrente?” chiese sottovoce Lee facendosi più vicino ai gemelli dato che, proprio in quel momento, la Prefetto-perfetto in questione stava entrando in Sala Grande per la colazione.

“Non è un semplice piano segreto” iniziò George.

“È il piano! Come vedi caro amico abbiamo pensato a tutto. Quest’anno la Granger avrà il suo bel d’affare se vorrà impedirci di mettere a punto i nostri progetti di vendita.” Fred rivolse un’occhiata fugace ad Hermione che stava prendendo posto un paio di posti più in là. La ragazza guardò per un attimo il trio di amici e accennò ad un saluto che i tre ragazzi ricambiarono.

“Oh si, quest’anno se ne vedranno davvero delle belle!” e detto questo George annegò un sorriso nell’ultimo sorso di caffè.

Lee aveva perfettamente ragione. Già nella prima settimana di scuola i gemelli misero in atto il loro commercio di Merendine Marinare nella Sala Comune di Grifondoro e per alcuni giorni tutto procedette senza intoppi. Ma le cose ovviamente erano destinate ad andare come Lee aveva predetto. Una sera Ron tornò prima dalla sua ronda di prefetto e, non appena si lasciò cadere su di un divanetto in Sala Comune, si accorse che alcuni ragazzini del primo anno si comportavano in modo strano: attorniavano Fred e George e sembravano eccitati. Ron pensò bene di andare a vedere cosa stesse accadendo, più per mera curiosità che per controllare la situazione. Anche perché, per esperienza, sapeva benissimo che dove c’erano i gemelli c’erano sempre guai in vista. Ed era meglio stare alla larga.
“Ehi, Fred. Che state facendo di bello?”

Fred guardò in direzione del fratello minore. “Niente che ti debba riguardare prefetto Ronnie” lo schernì il gemello. Ron assunse un’espressione mortificata. Non aveva di certo scelto lui di diventare prefetto ma questo sembrava non importare affatto ai gemelli che, per tutta l’estate da quando aveva ricevuto la spilla, non avevano fatto altro che prenderlo in giro.

“Stavo solo chiedendo. Volevo farmi due risate anche io” commentò mesto.

“Allora se non sei qui per esercitare la tua neonata autorità puoi restare. Anche noi in fondo stiamo lavorando per il nostro futuro.” disse George ghignando.

Ron sbuffò. “Sentite, ragazzi. Piantatela con questa storia, ok? Non ho scelto io di diventare prefetto. Dai, fatemi vedere che state combinando.”

Ron iniziò a guardarsi attorno e vide che i ragazzini del primo anno avevano un aspetto strano: uno era coperto di pustole, un altro aveva incominciato improvvisamente a starnutire e una ragazzina minuscola con due lunghe trecce bionde aveva assunto un colorito talmente cereo da fare concorrenza a Mirtilla Malcontenta. Altre due ragazzine guardavano i loro amici con un’espressione tra il timore e l’ammirazione.

“Ehi! Non starete mica testando le vostre Merendine su questi qui?”

“E bravo il piccolo Ronnie. Ci sei arrivato!” Fred rise e mise tra le mani della ragazzina un secchio che ben presto si riempì di vomito.

Ron distolse lo sguardo, disgustato. “Ma non potete…” iniziò a protestare Ron.

“E chi ce lo impedirà? Tu forse?” lo schernì George.

“Mamma lo verrà a sapere e sarete nei guai.”

“Mamma non saprà nulla se tu non glielo dirai. E poi questi prodotti sono sicuri. Non li stiamo esattamente testando per la prima volta, li abbiamo provati già su di noi. Questi bravi ragazzi sono dei semplici clienti che volevano verificarne di persona il funzionamento” spiegò Fred.

La bambina con il secchio in mano smise immediatamente di vomitare non appena George le ebbe messo in bocca quella che sembrava una metà di una grossa caramella gommosa.
Un coro di “Oooh” sbalordito si sollevò dai ragazzini che estrassero subito dalle loro tasche dei galeoni. 
“Bene ragazzi. Avete visto come funzionano le Merendine Marinare. Se volete comprarle vi lasciamo nelle mani del nostro assistente Lee.” George accompagnò i ragazzini verso Lee che sedeva ad un tavolo poco lontano. “Lui prenderà gli ordini e si occuperà di tutto il resto. E ricordatevi di farci pubblicità! In modo discreto, s’intende.” con un sorriso trionfante George tornò dal gemello e da Ron.

“Vedi, Ron. È semplice. Non stiamo facendo nulla di illegale. Non sono pericolosi sono solo oggetti che gli permetteranno di saltare una noiosa lezione.”

Ron aggrottò le sopracciglia. “Ok, devo ammettere che siete ingegnosi. Ma come la metterete con Hermione? Lei… beh… insomma… lei non è me. Ecco. E di certo non chiuderà un occhio se lo verrà a sapere.”

“Tu non ti preoccupare di Hermione, Ronnie.” Fred lo prese per una spalla e si incamminò con lui verso il dormitorio. “La Prefetto-perfetto non ci darà nessuna noia”. Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto di Fred prima che quest’ultimo facesse ritorno dal gemello lasciando Ron un po’ perplesso e preoccupato.

Ad Hogwarts, come ogni cosa naturalmente, anche il fatto che iniziassero a circolare strane Merendine si venne a sapere ed Hermione quando scoprì che il commercio -e non solo- avveniva nella Sala Comune di Grifondoro proprio sotto il suo naso, si infuriò come un Ungaro Spinato. Naturalmente sapeva esattamente chi fossero i colpevoli e la sua furia divenne ancora più simile a quella della signora Weasley quando scoprì che Ron sapeva tutto da settimane e che non aveva fatto nulla per porre fine a tutto questo.
“Hermione, ascolta. Non fanno niente di male. Non obbligano di certo i ragazzi a comprare i loro prodotti.” Ron cercava di dare delle spiegazioni plausibili alla ragazza che sembrava non starlo nemmeno a sentire. Si stava dirigendo a grandi passi verso il campo di Quidditch e Ron cercava di starle dietro, con scarso successo.

“Adesso mi sentiranno. E poi penserò a te, Ronald Weasley!” decretò la ragazza, furente.

Ron si fermò di botto, colto un attimo dalla paura. Hermione, come aveva già avuto modo di constatare fin dal primo anno, era una strega bravissima ma, a volte, sapeva essere persino terrificante. La ragazza proseguiva imperterrita la sua discesa fino al campo di Quidditch dove sapeva che Harry e i veterani Grifondoro della squadra si stavano sgranchendo un po’ le ossa in attesa delle selezioni del nuovo portiere che sarebbero avvenute di lì ad una settimana sotto lo sguardo vigile di Angelina, il nuovo capitano.
Hermione entrò nel campo proprio mentre un bolide si dirigeva dalla sua parte, pronto a stamparglisi in faccia. Fortunatamente uno dei gemelli si interpose fra lei e la palla che venne respinta e indirizzata verso l’altra metà campo con una battuta poderosa.
Angelina fischiò una pausa e scese a terra vicina ad Hermione. “Hermione! Che diamine ci fai in campo! Poteva essere pericoloso! Hai rischiato che quel bolide ti spaccasse il naso.”

“Ma c’ero io. La nostra Prefetto Granger non aveva nulla da temere, giusto?” una voce baldanzosa si intromise e il gemello che le aveva appena salvato la faccia scese dalla scopa, le si mise accanto e, sorridendo, le posò un braccio attorno alle spalle in un gesto cameratesco.
Hermione si sentì arrossire e guardò meglio il ragazzo. Vestiti di tutto punto con la divisa da Quidditch non sempre i gemelli erano facilmente riconoscibili. “Fred! Quanto eroismo e soprattutto quanta modestia!” disse Hermione ironicamente e, riappropriatasi immediatamente del suo fare sicuro ed autoritario si allontanò di un passo dal ragazzo, liberandosi così dalla sua stretta. “Ma penso proprio che quel sorriso sparirà dalla tua faccia tosta quando la McGranitt sarà informata da me delle vendite illegali che tu e il tuo gemello” Hermione accennò con il capo a George che, sceso a sua volta dalla scopa, li stava raggiungendo “state portando avanti in Sala Comune.”
“Oh oh, sento odore di guai, fratellino” disse beffardamente George che li aveva appena raggiunti e aveva sentito solo la parte finale della ramanzina della ragazza.

“Senti Hermione. Noi qui ci stiamo allenando. Ti spiacerebbe chiarire le cose più tardi con questi due?” Angelina le rispose con fare talmente schietto che Hermione per un attimo ci rimase male. Lei e la ragazza erano sempre andate molto d’accordo, se non si considerava il Quidditch.

“Angelina, prendiamoci una pausa. Sono quasi due ore che voliamo su è giù per il campo. Così gli altri si riposano e noi possiamo stare a sentire cos’ha da dirci la cara Hermione.”
Ancora una volta Fred mise un braccio attorno alle spalle della ragazza e l’attrasse a sé. Le riservò anche un impercettibile occhiolino. Hermione rimase a bocca aperta. Quanto era insolente quel ragazzo? Cercò di divincolarsi ma Fred non glielo permise. Serrò ancora di più la presa e un sorriso furbo si disegnò sul suo viso.
Angelina sbottò: “E va bene. Pausa ragazzi! E ringraziate Fred.” Gli altri componenti della squadra scesero dalle scope e si sedettero sull’erba, stremati. Harry andò da Ron che nel frattempo li aveva raggiunti e che gli spiegò, in quattro e quattr’otto, il motivo della loro invasione di campo. Harry guardava alternativamente da Hermione a Fred che ancora non accennava a lasciarla andare.
“Bene, Prefetto Granger. Vuoi parlare qui o preferisci parlare in un posto più riservato? Vuoi che ti conceda un tête-à-tête?" Appena Fred ebbe finito di parlare, non fu solo la bocca di Ron a spalancarsi per la sorpresa. Anche Harry e naturalmente Hermione assunsero un’espressione basita. George sghignazzava dietro il gemello. Hermione deglutì. “Non fa alcuna differenza il posto, Fred. Quello che ho da dire a te e a George non cambierà lo stesso.” Questa volta Hermione riuscì a sgusciare dalla presa di Fred. Si mise davanti ai gemelli e assunse un cipiglio severo. “Dovete smetterla di vendere i vostri prodotti e soprattutto dovete smetterla di ingaggiare gente come cavia. Si, Ron. I tuoi cari fratelli fanno anche quello” precisò di fronte alle sguardo sconcertato dell’amico.
“Così hai visto il nostro annuncio, Granger. Hai bisogno anche tu di qualche soldo? A te potremmo riservare i filtri d’amore.” George era tutt’altro che spaventato dal tono di Hermione.

“Non ne ho bisogno, grazie” affermò la ragazza senza nemmeno riflettere sulle possibili implicazioni che la sua affermazione avrebbe potuto avere.

“Oh, sei già così richiesta, Granger? Io e Fred non ne eravamo al corrente.” George a stento riuscì a trattenere una risata. Fred invece non si scompose e aggiunse con tono malizioso: “La nostra Prefetto-perfetto si dà da fare.”
Hermione era arrossita fino alla punta dei capelli. Che avevano oggi quei due? Che razza di discorsi le stavano facendo? Avevano forse assunto troppe Merendine Marinare che avevano come effetto collaterale quello di rendere la gente ancora più stupida di quello che già era?
“Beh, abbiamo lasciato la signorina senza parole, Fred. Una bella soddisfazione.”

“Già, ora possiamo continuare il nostro allenamento.”

Hermione non si diede per vinta. “Ehi, aspettate! Non ho finito con voi due.”

Fred e George erano già saliti sulle scope pronti a ripartire. “Dai, Granger. Finiamola con questa storia. Anziché stare qui a farci la predica perché non rifletti su ciò che ti abbiamo proposto. Un filtro d’amore potrebbe sempre farti comodo.” Fred rise e ammiccò in direzione di Ron prima di spiccare il volo seguito dal gemello.

Ron era diventato improvvisamente paonazzo ed Hermione non era da meno. Harry era ancora allibito. “Aaaaah, li detesto quei due! Se non fosse che sono tuoi fratelli, Ron, li avrei già schiantati!” Hermione pestò i piedi per terra e abbandonò furiosa il campo da Quidditch senza aspettare nessun commento da parte di Harry o Ron che per un attimo rimasero a guardarsi sbalorditi finché Angelina richiamò Harry a partecipare agli allenamenti e a Ron venne concesso di assistere dalle tribune.

Quella sera Fred ebbe un interessante colloquio con il gemello. “Quindi, Freddie, devo dedurre che è scattato il piano o sbaglio?” I due ragazzi erano nel bagno che, in teoria, doveva essere riservato ai soli Prefetti poiché la parola d’ordine era strettamente riservata all’élite di “leccapiedi dei profe”, come i due gemelli avevano soprannominati i designati. Però, ovviamente, due malandrini come loro erano a conoscenza della famigerata parola d’ordine -Corteccia di pino- e per questo usufruivano, con tutta tranquillità, del bagno più grande e bello dell’intera Hogwarts. 
“Direi proprio di si, Georgie. Cosa te l’ha fatto notare?” gli rispose Fred sghignazzante mentre si passava una mano tra i capelli bagnati.

“Ho visto come ti sei gettato sulla Granger prima come un cavaliere per salvarla dal mio bolide mal indirizzato e poi come l’hai accalappiata stretta.” George scoppiò a ridere ripensando al palese imbarazzo della ragazza. “Sei stato ardito, fratello! Complimenti! Sarà davvero una bella gatta da pelare, la Granger. Lo sai che non si rassegnerà tanto facilmente e che ci vorrà un bel po’ prima che non faccia più obiezioni sui nostri commerci.”

“Io sono sempre ardito, mio caro. E poi sinceramente non mi preoccupa affatto la Granger” affermò  con noncuranza Fred.

“Non sei nemmeno un po’ preoccupato del fatto che il famoso fascino Weasley potrebbe realmente ammaliarla e farla cadere ai tuoi piedi?”

Fred rise e la sua risata rimbombò in tutto il bagno. “Assolutamente no. Hai visto come è arrossita quando ho parlato di lei e Ron. Quei due sono fatti l’uno per l’altra. Farò finta di starle dietro solo lo stretto necessario perché lei si dimentichi dei nostri traffici. La renderò inoffensiva. Sarà sicuramente divertente. Una bella sfida! E chi sono io per rifiutare una sfida.”
Detto ciò Fred si immerse nella vasca da bagno e sparì sott’acqua per riemergere un paio di metri più in là. George, con un perfetto stile libero, lo raggiunse. “Ok, Freddie allora staremo a vedere. Che lo spettacolo abbia inizio.”

Anche Hermione quella sera non poté far altro che rimanere parecchio tempo a rimuginare sugli avvenimenti della giornata. Quei gemelli pestiferi l’avevano messa a tacere. Com’era potuto accadere? Accidenti a loro! Hermione si maledì mentalmente. Forse era stata troppo avventata nel dirgliene quattro. Non era per nulla preparata al fatto che le potessero rispondere a quel modo. E come avevano fatto a cambiare subito argomento! Che rabbia! Per non parlare poi dell’atteggiamento di quello spocchioso di Fred Weasley! Così… così… così ardito! Hermione rabbrividì dal nervoso. Che razza di stupida era stata a farsi trattare a quel modo! Ma chi si credevano di essere? Se avessero continuato con i loro traffici avrebbe avvertito la McGranitt a costo di far perdere 100 punti a Grifondoro. Sì, l’avrebbe fatto. Eccome se l’avrebbe fatto. Dopotutto non per nulla era stata nominata prefetto e non per nulla si chiamava Hermione Granger. “Va bene, Fred Weasley! Vuoi la guerra e guerra avrai!” Hermione parlò rivolta alla Sala Comune deserta prima di andarsene a letto. Non pensò nei giorni a seguire al motivo per cui aveva pensato solo a Fred e non a George quando aveva fatto la sua dichiarazione di guerra aperta. Forse perché era stato Fred quello più ardito e seccante. Infatti sarebbe stato proprio Fred che, nei giorni seguenti, le avrebbe causato non pochi problemi e dato del filo da torcere. Ma la ragazza questo non poteva ancora saperlo.

Angolo Mirty_92:

Buon pomeriggio a tutti!!!
Dunque, dunque, da dove cominciare. Beh, ho deciso di cimentarmi in un'altra raccolta che avrà come fulcro principale la storia tra Fred ed Hermione. Ambientata al 5° anno di Hermione e all'ultimo dei gemelli cercherò di inserire qua e là anche altri personaggi per evitare di cadere nel banale. Se così fosse perdonatemi, a volte la fantasia non viaggia sempre come una Firebolt! La fic dovrebbe essere di 5 capitoli. Spero di realizzarli in tempi decenti e di portarla a termine con successo.
Nel frattempo mi auguro che questo primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia un po' incuriosito.
A presto,

Mirty

 

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mirty_92