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Autore: Fiamma Erin Gaunt    02/08/2014    3 recensioni
Una figlia di Ares. Un figlio di Apollo. Dei fratellastri combinaguai, rivelazioni imbarazzanti e una scommessa con risvolti inaspettati.
[Questa storia partecipa al contest "Frammenti di Protagonismo (di dèi, semidèi, inferi, spiriti della natura e Cornucopie Olimpiche) - I edizione" indetto da MaryScrivistorie sul forum di EFP]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname forum & EFP: Kyra Nott (Forum)/Fiamma Erin Gaunt (EFP)
Titolo:
Le premier baiser est volé
Personaggio: Will Solace – Come personaggi secondari compaiono: Mark e Sherman (figli di Ares) e Austin (figlio di Apollo)
Prompt: Bacio
Rating: Verde
Genere: Romantico
Pairing (se presente): Will x Eve (OC)
Note e avvertimenti: /
Introduzione: Una figlia di Ares. Un figlio di Apollo. Dei fratellastri combinaguai, rivelazioni imbarazzanti e una scommessa con risvolti inaspettati.
NdA: L’OS è ambientata pre “Lo scontro finale”, in un momento non meglio precisato che spazia tra l’arrivo al Campo di Percy e l’ultimo volume di “Gli Dei dell’Olimpo”. Le età dei personaggi sono fittizie dal momento che Rick non ci ha mai dato accenni sull’età di Will (nell’OS ha quindici anni, considera che ho dato per scontato che avesse uno o due anni più di Percy) per cui non è ancora Capogruppo ed è arrivato al campo da più o meno tre anni. Eve, invece, è una figlia di Ares ed è sua coetanea. Infine, Austin è anche lui coetaneo di Will, mentre Mark e Sherman hanno sedici anni. NB: Il titolo dell’OS è francese e significa “Il primo bacio è rubato”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le premier baiser est volé

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nda: Questa OS è dedicata alla mia sorellina, Eris, che come me appartiene al fanclub di Apollo & sons (compresi i discendenti come l’amato Octavian). Ultimamente ho sviluppato un’insana ossessione per Will e ringrazio la cara Mary_Lascrivistorie che mi ha permesso di fangirlare come una matta su questo personaggio (di cui lo zio Rick ci parla scandalosamente poco) e di creare questa fic che probabilmente verrà fuori come qualcosa di pseudo fluffoso, anche se non è che sia una grande veterana di questo particolare genere. Comunque, spero che l’OS vi piaccia. Ci rivediamo giù, nello spazio autrice ;)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che la Casa Cinque e la Sette non si sopportassero non era un segreto per nessuno. Ares e Apollo erano due divinità all’antitesi, perciò era ragionevole supporre che anche i loro figli lo fossero. Will non aveva mai dato troppa importanza alla cosa, o almeno non più del resto dei suoi fratelli, finchè non aveva conosciuto lei.

Con le sue lunghe onde castano ramate, gli occhi verdi e quel sorrisetto sfrontato, Eve Torres era esattamente tutto ciò che avrebbe voluto in una ragazza. Peccato solo per il piccolo  e “irrilevante” dettaglio che non riuscissero proprio a sopportarsi.

In quel momento, a pochi metri di distanza dalla tavolata riservata ai figli di Apollo, Eve teneva banco come al solito, seduta tra i suoi fratellastri. I suoi migliori amici erano Mark e Sherman, probabilmente i due ragazzi che avevano più in comune con il ramo paterno visto che il resto del Campo non aveva affatto una buona considerazione di loro. Avevano estratto una daga e stavano giocando alla “danza delle dita”; una cosa stupida, certo, ma che richiedeva anche un certo sangue freddo. Era il turno di Eve, che teneva la mano ben ferma sul tavolo e non batteva ciglio mentre Sherman piantava la lama in ognuno degli spazi vuoti che si erano venuti a creare tra le dita, aumentando sempre più il ritmo.

- Che guardi? –

Austin, seduto accanto a lui, seguì il suo sguardo, cercando di capirci qualcosa in più.

- Nulla. – mentì in fretta.

- Certo, e questo tuo nulla ha per caso gli occhi verdi e i capelli ramati? – domandò ironico, inarcando un sopracciglio.

- Stavo solo guardando quanto siano stupidi. – borbottò.

Quella in fin dei conti non era neanche una bugia. I figli di Ares facevano sempre cose inutilmente rischiose, se per provare il loro coraggio o solo perché si annoiavano non l’aveva ancora capito, sicuri che qualcuno dei figli di Apollo avrebbe provveduto a guarirli nel caso si fossero feriti troppo seriamente.

Austin scrollò le spalle. – Noi ci mettiamo in mostra con il basket, loro con le lame, e poi lo sai come sono fatti. – Poi aggiunse, corrugando la fronte perplesso. – E adesso perché ci stanno fissando? –

- Magari hanno capito che stavamo parlando di loro. –

- Mark e Sherman che capiscono qualcosa? Lo escludo categoricamente. –

Will ridacchiò. Effettivamente quei due non erano i tipi più svegli del Campo.

Poi, quando Eve si alzò e puntò verso di loro, il sorriso appassì sulle sue labbra.

Stava cominciando a diventare paranoico o solo assurdamente speranzoso? Non stava davvero venendo a parlare con loro due. No, sicuramente aveva qualcosa da chiedere a Lee, o magari a Michael, in fin dei conti i pezzi grossi della Casa erano loro due.

- Price, Solace. – salutò, asciutta, fermandosi proprio accanto a loro.

Okay, c’era qualcosa che non quadrava.

Lanciò un’occhiata in tralice ad Austin, ma sembrava che anche l’amico non avesse la minima idea di cosa stesse succedendo.

- Torres. Ti serve qualcosa? –

Eve si morse fugacemente il labbro inferiore, un gesto che le aveva visto fare ogni volta in cui era nervosa o imbarazzata e che Will trovava tremendamente sexy, e prese un respiro profondo.

- Solo che rimani fermo e zitto per un attimo, sempre se ne sei capace, Solace. –

Perplesso, stava per aprire la bocca per chiedere qualche spiegazione, quando sentì le labbra della figlia di Ares che si poggiavano sulle sue. Fu un bacio breve, ma sufficiente perché assaporasse la morbidezza delle sue labbra. Non fecero nemmeno in tempo a separarsi che Mark, o forse Sherman, esclamò: - L’ha fatto per davvero, non ci credo! Questa sì che è mia sorella, gente! –

A giudicare dal vocione doveva essere sicuramente Mark, realizzò Will, mentre Eve si separava rivolgendogli un mezzo sorriso di scuse e si stringeva nelle spalle.

- Pensavano che non avrei avuto il coraggio di farlo. – disse, come se quello spiegasse tutto.

Bè, non spiegava proprio un accidenti di niente.

Si alzò di scatto, trascinando la sedia indietro e producendo un rumore fastidioso che attirò l’attenzione di tutti i semidei presenti.

Fantastico, proprio quello che ci voleva, una bella umiliazione sotto ai riflettori.

Uscì dalla mensa prima che Austin facesse in tempo a fermarlo, puntando verso il lago. Aveva bisogno di restare solo per un po’, dove non ci fosse nessuno che potesse ricordargli ciò che era avvenuto appena una manciata di minuti prima.

Il ricordo delle labbra di Eve sulle sue era ancora vivido.

Per un brevissimo istante aveva pensato di piacerle sul serio. Che razza d’idiota. Come se una figlia di Ares potesse mai scegliere un figlio di Apollo; come se Eve avesse mai potuto volere lui.

Un rumore di passi gli annunciò che non era più solo.

- Austin, non mi va di parlarne, voglio stare un po’ da solo. – disse, senza prendersi la briga di voltarsi indietro.

Solo lui sapeva che quello era il suo rifugio quando qualcosa andava storto.

- Non sono Price. Andiamo, Solace, non dirmi che ti sei davvero offeso? –

La voce femminile lo fece sobbalzare. Lei.

Si alzò in piedi, spolverandosi i jeans e rivolgendole un’occhiata seccata. – Ma certo che no, è sempre stato il mio sogno farmi baciare da te per una stupida scommessa. –

Eve parve esitare per un attimo, come se non sapesse bene cosa dire.

- Quindi il problema è la scommessa o che sia stata io a baciarti? – domandò, incerta.

- Non mi piace essere preso in giro, ecco qual è il problema. –

La risposta parve rassicurarla, per qualche strano motivo che andava al di là della sua comprensione.

- Pensavo che il problema fossi io. –

Che il problema fosse lei? Se il suo fosse stato un bacio vero, e non una cosa data tanto per dimostrare di essere una tipa tosta, sarebbe stato il semidio più felice sulla faccia della terra.

- Sei un’idiota, Torres. – borbottò.

La ragazza inarcò un sopracciglio, improvvisamente pronta allo scontro. – Ah, sì? Bè, Solace, neanche tu sei esattamente il tipo più sveglio di questo mondo, sai? –

- Eppure mi hai baciato. Perché hai scelto proprio me per questa brillante scommessa, perché non Lee o Michael? –

Era una sua impressione o le gote di Eve si erano leggermente arrossate?

- Mark e Sherman mi avevano proposto uno di loro due, in effetti, ma io ho scelto te. – ammise.

Will cercò di scacciare il fastidio di quelle parole. Che sarebbe successo se l’avesse vista baciare uno dei suoi fratelli maggiori? Probabilmente non sarebbe affatto andata a finire bene.

- E quindi perché me? Loro due non ti piacevano abbastanza? – chiese, ironico e sprezzante insieme.

Si stava dando la zappa sui piedi da solo, ne era perfettamente consapevole, ma aveva bisogno di saperlo.

- Prima dimmi perché te la sei presa tanto, e ti dico subito che non ci credo alla storia della scommessa. – lo precedette, prima che potesse anche solo aprire bocca.

No, decisamente non era ottusa come la maggior parte dei figli di Ares.

Sentì le guance andargli letteralmente in fiamme. Un figlio di Apollo che si illuminava come una lampadina al neon, proprio il massimo della discrezione.

- Perché … Perché erailmioprimobacio. – disse tutto d’un fiato.

- Eh? Solace, per favore, puoi esprimerti in una lingua comprensibile al resto del mondo? –

Pensava di essere arrivato al livello massimo d’imbarazzo umanamente possibile, ma a quanto pareva si era sbagliato di grosso.

- Perché era il mio primo bacio. – ripetè lentamente, pronto a sentire lo scroscio di risate che avrebbe seguito quell’ammissione.

Però non accadde, anzi, l’unica reazione fu un silenzio denso d’imbarazzo.

- Anche il mio. – ammise, flebilmente, Eve.

- Anche il tuo cosa? –

- Oh, dannazione Solace, devi proprio farmelo dire?! Quello era anche il mio primo bacio. –

Il suo primo bacio … e aveva scelto lui. Perché ora lo sapeva; tra tutta la Casa di Apollo aveva scelto lui di proposito.

- E lo hai dato a me. – commentò. Aveva bisogno di dirlo almeno una volta ad alta voce per riuscire a realizzarlo del tutto.

- Però, che intuito. –

- Okay. Cioè, va bene, ma perché? –

Eve alzò gli occhi al cielo, sbuffando. – Di immortales, devo proprio spiegarti tutto? Perché mi piaci, lampadina ambulante, ecco perché. –

Le piaceva. Lui, Will Solace, piaceva a Eve Torres.

Aveva tutte le intenzioni di darsi un pizzico per assicurarsi di non star sognando, ma probabilmente avrebbe fatto ancora di più la figura dell’idiota.

- Bè … anche tu mi piaci. Pensavo che fosse solo uno stupido gioco, ecco perché me la sono presa. Ma, visto che le cose stanno così, voglio provare a fare una cosa. – disse, annullando la poca distanza che li separava e poggiandole le mani sui fianchi.

Era strano fare una cosa del genere senza preoccuparsi che gli tirasse uno schiaffo in pieno viso.

Improvvisamente titubante, Eve puntò gli occhi verdi nelle sue iridi blu. – Cosa? – sussurrò, le labbra che quasi sfioravano le sue mentre parlava.

- Lo scoprirai se riesci a rimanere ferma e zitta per un attimo, sempre se ne sei capace, Torres. – replicò, utilizzando le stesse parole che gli aveva rivolto in mensa prima di baciarlo a tradimento.

Eve stava per aprire la bocca per ribattere con qualche commento caustico, quando Will la baciò.

Con esasperante lentezza, gustandosi ogni istante di quel contatto, sentendo un brivido quando le loro lingue entrarono in contatto. Quando la sentì fremere nella sua stretta, si separò leggermente.

- Stavi dicendo? –

- Che se non ricominci a baciarmi ti ammazzo, Will. – rispose.

Will … era la prima volta che lo chiamava così. Era incredibile come il suo nome suonasse musicale pronunciato da lei.

Sorrise.

- Agli ordini. – mormorò, a fior di labbra, annullando nuovamente quei pochi millimetri di distanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1.609 parole]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

La mia prima OS su Will *me fangirleggia come una pazza* e credo proprio che sarà la prima di una lunga serie! Spero che questa piccola ff sul primo bacio del bel figlio di Apollo vi sia piaciuta e che vogliate lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensate. Nel frattempo, ricordate gente: La Casa Cinque e la Casa Sette dominano! Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

 

  
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