1)Cosa sta succedendo a Tom?
Sono passati molti anni da quando
io e Tom abbiamo
giurato che da quell’alba sarebbe stato tutto diverso e lo
è stato.
Ho frequentato il college con Keisha, Anne e David, Tom e
Mark invece si davano da fare con la band, mancava loro un batterista e
hanno
trovato un piccoletto di nome Scott Raynor che si è unito a
loro, probabilmente
non avendo idea a cosa andava incontro.
Con lui hanno registrato tre demo e due album e hanno
partecipato a un sacco di tour, facendosi un nome nella scena
indipendente.
Non era male Scott come batterista e – in fondo come
persona – aveva solo un problema: l’alcool.
Vedendo come si comportavano Mark e Tom ha iniziato a
bere anche lui e non è più riuscito a darsi un
freno: saltava le prove, suonava
male ai live.
Mark e Tom hanno sopportato per un po’, poi –
essendo
loro tipi armati di non troppa pazienza – hanno iniziato a
cercare qualcun
altro che facesse al caso loro e si sono imbattuti in Travis Barker.
Travis era perfetto, musicalmente superiore a loro, sapeva
dettare il ritmo con un’energia che Scott non aveva, non
beveva e prestava
volentieri alle loro cazzate.
Scott non si prestava molto a fare da spalla, era
decisamente imbarazzato, Trav sapeva farsi passare
l’imbarazzato e così sono
nati i blink che consoce la maggior parte della gente.
“Enema of the state” è stata la loro
personale
consacrazione a star internazionali e io mi sono commossa quando ho
saputo che
“All the small things” era stata scritta per me.
Era molto difficile che passassero inosservati perché in
“What’s
my age again?” hanno tranquillamente corso nudi per Los
Angeles.
Da lì sono iniziati i tour internazionali seri e io li ho
seguiti molte volte insieme a Skye, la nuova ragazza di Mark. Non
è male come
persona, ma non sarà mai Isabel e questo lo sa anche lei e
lo accetta con una
certa malinconia.
Dopo Enema è stata la vola di “Take off your pants
and
jackets”, nemmeno questo è passato inosservato, i
ragazzini iniziavano ad
adorarli.
Nel 2002 io e Tom ci siamo sposati, c’erano tutti ed
è
stata una grande festa molto divertente, pochi mesi dopo sono rimasta
incinta.
Ho partorito una femminuccia che è stata chiamata Ava
Elisabeth e che purtroppo ha qualche difficoltà a
controllare i suoi poteri,
credo sia normale tra i giovani alieni.
Il 2002 ha visto anche la nascita di una nuova band di
Tom: i Box Car
Racers, che vedeva anche
la partecipazione di Travis. Mio marito diceva che aveva bisogno di uno
spazio
suo in cui potesse esprimere ciò che non poteva con i Blink.
Mark si arrabbiò molto, ma alla fine hanno fatto pace
visto che in “Elevator” lui ha accettato di cantare
con Tom.
Con queste premesse un po’ incerte hanno registrato il
selftitled album, secondo loro doveva essere un punto di partenza per i
blink:
per molti è stato il loro migliore album.
Una specie di canto del cigno prima che Tom iniziasse a
diventare insofferente.
Non è stato un periodo facile, aveva dei dolori alla
schiena che lo rendevano irritabile e non voleva perdersi i progressi
di Ava e
stare con me.
Tutta questa rabbia ha minacciato più volte di scoppiare,
ma Mark lo ha sempre calmato, sottovalutando il problema.
Alla fine Tom è uscito dalla band e ha formato gli Ava
con David e altre due suoi amici, ma non è stata una cosa
piacevole.
È da quando ci sono loro che la mia connessione con lui
è
chiusa, è da quando ci sono loro che frequenta riunioni
massoniche e non posso
fare a meno di chiedermi se la cosa sia collegata.
Il giorno che i blink si sono sciolti Mark si è messo in
contatto telepaticamente con me per sapere cosa frullava nella testa di
Tom,
per la prima volta ho dovuto dirgli che non ne avevo idea.
Non mi piace che questo collegamento si sia chiuso, ci
sono tante domande che vorrei fare a Tom e non posso.
Perché ha chiuso con i blink?
Perché ha iniziato con gli Ava?
Cosa fa con i massoni?
Mi sono fatta un giro su internet e tutte le varie cose
che ho trovato sugli Illuminati mi hanno spaventata a morte, forse
fanno del
male a Tom, forse lo plagiano per usare i suoi poteri.
Un tizio con i poteri di Tom, se davvero sono così cattivi,
è una manna dal cielo per loro e una disgrazia per noi
poveri umani.
“Toooom!”
Lo chiamo.
Lui arriva poco dopo con la chitarra a tracolla.
“Hai promesso di andare a prendere Ava a scuola. Non te
ne sei dimenticato, veri?”
Dalla sua espressione deduco di sì, ma lui glissa
abilmente.
“Vado a dirlo ai ragazzi.”
Un altro brutto segnale sono episodi come questi, prima
viveva per Ava, adesso anche lei è diventata un elemento di
contorno.
Vorrei parlarne con qualcuno come Mark o Anne, ma lui non
vuole che io li frequenti, eppure sono sicura che se unissimo i nostri
cervelli
uscirebbe una spiegazione.
L’unica che so darmi al momento è quella del
plagio, ma
non posso esprimerla ad alta voce, dopo una vita passata a irridere
massoni e
gente del genere è diventato il loro primo fan.
Cosa possano trovarci i massoni di interessante in un
uomo che non ha nemmeno finito il liceo rimane un mistero, a meno che
non si
parli dei poteri.
Non sono come quelli degli alieni puri, ma sono comunque
interessanti, qualcosa che vale la pena studiare o forse sono solo
paranoica
io.
-Jen-
-Mark!-
-Devo parlare con te.-
-Anche io, ma Tom non
vuole.-
Lo sento sbuffare mentalmente.
-Quello stupido
testardo. Vieni alla casa nel deserto una
domenica in cui è impegnato con i suoi nuovi amici
illuminati.-
Io rimango un attimo in silenzio, cercando di ricordarmi
quale domenica deve vederli.
-Domenica prossima,
Mark. Li vede domenica prossima a
partire dalle due.-
-Bene, allora vieni alla
casa nella foresta. Mi sa che
quel beota di Tom è riuscito a farsi coinvolgere in un
casino megagalattico.-
-Cosa vuoi dire?
Mark, ehi Mark!-
Lui non mi risponde segno che ha chiuso la connessione
per il momento, cosa diavolo avrà voluto dire?
L’unico casino megagalattico che mi viene in mente
è che
qualcuno abbia scoperto di noi, ma Tom non è stato
così stupido. Non può
averglielo detto, significherebbe mettere in pericolo lui e noi e non
lo
farebbe mai o meglio il Tom che credevo di conoscere non
l’avrebbe fatto, forse
questo nuovo DeLonge sì.
Il discorso di Mark mi ha reso ancora più angosciata e
preoccupata e questo non va affatto bene.
Domenica Tom esce finalmente per il suo incontro con i
massoni e io rimango a casa da sola.
Poco tempo dopo che lui se ne è andato prendo la mia
macchina e me ne vado anche io: direzione Poway.
Ho lasciato i miei figli a una babysitter.
Una volta uscita dall’autostrada punto verso la strada
che porta al deserto, strano non imboccare l’altra, quella
che ho imboccato per
tutta la mia adolescenza.
La via per la casa nel deserto non è affatto cambiata,
è
sempre la solita strada un po’troppo stretta e che la sabbia
minaccia di
inghiottire.
Io parcheggio alla solita piazzola e mi inoltro nella
distesa di sabbia, oggi mi sento molto nostalgica, visto che a ogni passo sento
l’eco degli altri miei
passi che ho percorso centinaia di altre volte.
Ben presto la figura familiare della montagna si fa
vedere e io salgo le scale che salgono a spirale e poi tocco la roccia
nel
punto dove si apre.
Entro e mi sembra che il tempo non sia cambiato: Johnny è
sdraiato sul divano, Anne è seduta ai suoi piedi, su una
poltrona c’è seduto
Mark con Skye in braccio, sull’altra David con in braccio
Keisha
“Ciao, ragazzi!”
“Ciao, è un po’ che non ti si
vede.”
Io mi siedo sul divano obbligando Johnny a farmi un po’
di spazio.
“Lo sapete che non dipende da me.”
“Lo sappiamo ed è per questo che siamo qui.
Qualcuno ha una
vaga idea di cosa giri nella testa di Tom DeLonge?
Chia? Dave?”
“Io non ho nessun’idea, a casa è
normale, solo un po’ più
distratto del solito e tende a stare da solo. A volte si dimentica di
andare a
prendere Ava e la mia connessione con lui è
chiusa.”
“Con noi parla solo di musica e alieni, parla molto anche
dei suoi nuovi amici massoni, dice che gli hanno aperto un
mondo.”
“Quei tizi non mi piacciono.”
Mugugna Mark, Skye annuisce, è il nostro nuovo acquisto e
non ce ne siamo pentiti: è carina, sveglia e gentile.
“Si sentono brutte cose, soprattutto legate agli
Illuminati e al satanismo, penso che farebbero carte false per avere
uno di voi
se è vera anche solo la metà dei pettegolezzi che
circola su di loro.”
Io rimango in silenzio.
“Tom è cambiato da quando li frequenta, non
potrebbe
essere soggetto a qualche esperimento?”
“Può, tutto può essere.”
Risponde sibillina Keisha.
“Pensi a un altro Joel?”
“Può darsi, ma dai rapporti che ricevo sembra che
i
ribelli della luna siano ormai un gruppo sparuto, assolutamente non in
grado di
organizzare di nuovo una cosa del genere.”
“Allora ritorniamo ai massoni, perché da quando li
frequenta la connessione che avevo con lui si è chiusa?
Io non ho litigato con lui come ha fatto Mark, non
c’è un
solo motivo logico per cui debba rimanere chiusa.”
“E se avesse un amante?”
Ci penso un attimo.
“No, non ne ha il tempo. Quando non è con i
massoni è con
gli Ava e quando non è con gli Ava è con
noi.”
Keisha sospira.
“Va bene, farò una ricerca su questi tizi, spero
che alla
fine non risultino essere quattro innocui vecchietti che giocano a
scopa come
hobby.”
“Nah, ne dubito. Hanno un mucchio di soldi e gente che fa
parte della loro società ovunque.”
“Uhm, ok li controllerò. Sarebbe il colmo se quel
complottista del tuo uomo si fosse fatto infinocchiare da una
società segreta.”
“È stato il dolore alla spalla e alla schiena a
fregarlo,
gli ha tolto un po’ di lucidità.”
“Un po’? Sembrava uno psicopatico!”
Sputa un irritato Mark a cui la scelta di Tom di lasciare
i blink non è mai andata giù e forse siamo qui
anche per vedere di correggere
quell’errore.
Chissà.
Mark non ha mai digerito la rottura con Tom e posso
capirlo, da un giorno all’altro la sua vita – il
suo sogno, la sua realtà – è
andata in pezzi senza una ragione apparente.
In quanto a Tom quando è sé stesso, il ragazzo di
cui mi
sono innamorata, lo vedo triste che guarda i premi vinti con la band,
poi gli
succede qualcosa e torna a essere lo stralunato cantante e compositore
degli
Ava.
“Dave?”
“Sì?”
“Solo io ho notato che Tom ogni tanto sembra stralunato
quando sta con voi?”
L’uomo annuisce.
“Sì, sembra sotto l’effetto della
cannabis o di qualche
acido, ma io credo sia sobrio, solo strano, come se a un certo punto
gli fosse
successo qualcosa.”
La stessa impressione che provo io e non trovo nessuna
risposta, se non quella di quella strana setta, il mio istinto inizia a
mandare
segnali quando parla di loro o va da loro, non gli fanno bene.
“Come faccio a fargli capire di non andarci?”
“Non puoi. Iniziamo a prendere informazioni e poi vediamo
il da farsi.”
Ci interrompe Keisha, pratica.
“E con questo abbiamo esaurito gli argomenti
e il tempo. Io devo andare a casa o Tom
sospetterà qualcosa.”
“Va bene, Chia.
Ci sentiamo nei prossimi giorni.”
Mi urla Anne, io la saluto con un passo già fuori dalla
caverna.
Non sono cambiati tanto i miei amici, Johnny ha ancora i
suoi capelli scuri con riflessi viola e il chiodo, Anne è un
po’ più punk e
sfoggia delle ciocche blu nei capelli biondi, Keisha ha i suoi eterni
capelli
viola, Mark capelli
azzurri che sfidano
la gravità, Skye ha delle meches fucsia tra i capelli biondi
e David i capelli
biondo scuro un po’ più lunghi del solito.
In quanto a me ho deciso che i capelli castani di Jen
potevano diventare neroblu e farmi qualche ciocca azzurra, in fondo
sono pur
sempre la moglie di un punk rocker, ammesso che si possa ancora
chiamare così.
Cosa diavolo ti sta succedendo, Tom?
Perché non permetti a nessuno di vedere dentro di te e
aiutarti?
Me lo chiedo, mentre percorro in senso inverso
l’autostrada per tornare a San Diego, e penso subito al
peggio: ipnosi,
esperimenti per il controllo mentale.
Le mie paranoie sono accentuate dal fatto che lui ogni
tanto mi guarda come se volesse chiedermi aiuto, ma non potesse.
Qualunque cosa stia succedendo lo scoprirò, non
lascerò
che nessun altro della mia famiglia soffra!
Arrivo a casa giusto in tempo per pagare la babysitter e
mettermi ai fornelli, Tom arriva poco dopo stanco.
“Tom, stai bene?”
Gli chiedo preoccupata. È pallido e ha due brutte
occhiaie violacee che gli cerchiano gli occhi, non sembra affatto
l’effetto di
uno che ha passato il pomeriggio a divertirsi.
“Sì, sto benissimo.
Quando si mangia?”
“Tra poco.”
Rispondo poco convinta.
“Papà, stasera mi dai lezioni di chitarra, me l’hai
promesso!”
Tom sorride stancamente ad Ava.
“Domani, piccola. Oggi sono stanco morto.”
Lei mi guarda senza capire, io scuoto la testa, lei mi
raggiunge in cucina.
“Mamma, ma cos’ha papà?”
“Non lo so, tesoro. Non ne ho proprio idea o farei
qualcosa.”
“Mamma, non riesco più a comunicare
telepaticamente con
lui come facevo prima.”
Il suo tono è dispiaciuto, io mi abbasso alla sua
altezza.
“Nessuno ci riesce più da tanto tempo,
tesoro.”
“E lo zio Mark?”
Io sospiro.
“Lo sai che hanno litigato.”
“E perché non fanno pace? Tu mi dici sempre di
fare la
pace con Jonas, questa regola non vale per i grandi?”
“No, vale anche per loro, solo che sono troppo orgogliosi
per ammetterlo e non hanno nessuno che gli dica di fare pace tra di
loro.”
“Ho capito, credo.”
Si siede sconsolata su una delle sedie della cucina.
“Cosa ne dici se dopo giochiamo un po’ con i
capelli?”
Giocare con i capelli significa che io glieli faccio
diventare di ogni colore e lei fa lo stesso con me e a questa
prospettiva i
suoi occhi si illuminano.
“Sarebbe fico, mamma!”
“Solo se hai finito tutti i compiti.”
“Corro a finire mate, allora!”
Si alza dalla sedia e corre al piano di sopra, almeno
sono riuscita a tirarla su di morale.
“Complimenti.”
Non ho bisogno di voltarmi per sapere che è Tom a
parlare.
“Grazie, ci è rimasta davvero male
perché non le hai dato
lezioni.”
“Lo so, ma sono tanto stanco. Penso che dopo andrò
subito
a letto.”
“Ma cosa fate tu e i tuoi amici massoni? Lavorate in
miniera?”
Lui come al solito non risponde, mi domando perché.
Ci siamo sempre detti tutto da quando gli ho rivelato
cosa sono, come vorrei avere un genitore o qualcuno più
autorevole di me con
cui parlare e chiedere consigli.
All’improvviso so cosa fare, contatterò mio
fratello e
gli parlerò, forse lui saprà come porre rimedio a
questa situazione assurda o a
farmi sentire meno sola.
Hen mi aiuterà sicuramente, anche se non sono ancora
riuscita ad andare a trovarlo e penso sia meglio non farlo con Tom in
queste
condizioni, potrebbe essere pericoloso per il mio pianeta natale, oltre
che per
noi.
Dopocena io e Ava giochiamo a cambiarci il colore dei
capelli, glieli faccio azzurri – come dovrebbe averli essendo
una mezza aliena
– blu, verdi, viola e poi di un arancione acceso.
Lei invece me li fa biondi, rossi, fucsia, verde acqua e
celeste.
Jonas guarda un po’ noi, un po’ la tv e si tocca
una
delle sue ciocche bionde, diventa immediatamente nera, la ritocca e
diventa
bionda. Questo lo fa scoppiare a ridere divertito.
“Mamma, non posso tenere l’arancione per andare a
scuola
domani?”
“Solo qualche ciocca, quando sarai più grande
potrai
tenerti tutta la testa.”
“Mh, è davvero così bello essere
grandi?”
“A volte. A volte è semplicemente avere un mucchio
di
responsabilità sulle decisioni che prendi.”
“Come mai la zia Keisha ha i capelli viola?”
“È il suo colore naturale perché lei
viene dalle lune del
nostro pianeta e i loro abitanti sono leggermente diversi rispetto a
noi.”
Ava rimane un attimo in silenzio.
“Sono buoni?”
“Alcuni sì, alcuni no.”
“Capisco.”
Guardo l’ora.
“Ragazzi, è ora di andare a letto.”
Loro annuiscono, salgono al piano superiore e si mettono
tutti e due in pigiama, do un bacio sulla fronte ad Ava e poi vado da
Jonas che
mi aspetta per la sua fiaba della buonanotte.
Gliela racconto, ma prima di arrivare alla fine dorme
già, deve essersi stancato parecchio con la babysitter oggi.
Fatto questo, esco in terrazza a fumare e a provare a
mettermi in contatto con Keisha, mi risponde dopo un po’.
-Cosa
c’è, Chia?-
-Ti ho disturbato?.
Lei tace.
-Ok, ti ho disturbato,
volevo solo dirti che ho intenzione
di parlare con mio fratello della faccenda, ho bisogno di un consiglio
da parte
di una figura… autorevole.-
-Non è una
cattiva idea, io mi metto comunque all’opera.
Come sta Tom oggi?-
-Stanco, è
pallido e ha due occhiate paurosa, ha persino
rinunciato a dare lezioni ad Ava.-
-La cosa mi piace sempre
meno, tienilo d’occhio.-
-Lo farò-
Finita la conversazione, raggiungo Tom a letto, sta già
dormendo della grossa, io mi rannicchio vicino al suo corpo caldo,
ricordando
con nostalgia i tempi in cui mi attirava sul suo petto e mi
addormentavo
ascoltando il ritmo del suo cuore.
Cosa diavolo gli è successo?
Lo guardo, ha la faccia distorta da un ghigno di dolore e
paura.
Chissà cosa sta ricordando?
Vorrei aiutarlo, ma come?
Come?