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Autore: Layla    02/08/2014    0 recensioni
“È un casino quando devi far combaciare la tua vita con quella di una perfetta estranea di cui hai i ricordi e tutto il resto. Non sono più io e non sono lei, non so chi sono.
So solo che ti amo disperatamente e che da qui riparte la mia vita.”
“Giusto e io ci sarò sempre e non mollerò mai.”
“E se non centreremo un obbiettivo ci riproveremo fino a riuscirci, se tu giochi la tua parte io giocherò la mia.”
Sorridiamo, lui strofina il suo naso contro il mio.
“Adesso dormiamo.”
Sì.”
Ci aspetta un nuovo giorno e una nuova vita e dovremo dare il cento per cento di noi stessi.

{Seguito di "Aliens exist"
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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1)Cosa sta succedendo a Tom?

 

Sono passati molti anni da quando io e Tom abbiamo giurato che da quell’alba sarebbe stato tutto diverso e lo è stato.
Ho frequentato il college con Keisha, Anne e David, Tom e Mark invece si davano da fare con la band, mancava loro un batterista e hanno trovato un piccoletto di nome Scott Raynor che si è unito a loro, probabilmente non avendo idea a cosa andava incontro.
Con lui hanno registrato tre demo e due album e hanno partecipato a un sacco di tour, facendosi un nome nella scena indipendente.
Non era male Scott come batterista e – in fondo come persona – aveva solo un problema: l’alcool.
Vedendo come si comportavano Mark e Tom ha iniziato a bere anche lui e non è più riuscito a darsi un freno: saltava le prove, suonava male ai live.
Mark e Tom hanno sopportato per un po’, poi – essendo loro tipi armati di non troppa pazienza – hanno iniziato a cercare qualcun altro che facesse al caso loro e si sono imbattuti in Travis Barker.
Travis era perfetto, musicalmente superiore a loro, sapeva dettare il ritmo con un’energia che Scott non aveva, non beveva e prestava volentieri alle loro cazzate.
Scott non si prestava molto a fare da spalla, era decisamente imbarazzato, Trav sapeva farsi passare l’imbarazzato e così sono nati i blink che consoce la maggior parte della gente.
“Enema of the state” è stata la loro personale consacrazione a star internazionali e io mi sono commossa quando ho saputo che “All the small things” era stata scritta per me.
Era molto difficile che passassero inosservati perché in “What’s my age again?” hanno tranquillamente corso nudi per Los Angeles.
Da lì sono iniziati i tour internazionali seri e io li ho seguiti molte volte insieme a Skye, la nuova ragazza di Mark. Non è male come persona, ma non sarà mai Isabel e questo lo sa anche lei e lo accetta con una certa malinconia.
Dopo Enema è stata la vola di “Take off your pants and jackets”, nemmeno questo è passato inosservato, i ragazzini iniziavano ad adorarli.
Nel 2002 io e Tom ci siamo sposati, c’erano tutti ed è stata una grande festa molto divertente, pochi mesi dopo sono rimasta incinta.
Ho partorito una femminuccia che è stata chiamata Ava Elisabeth e che purtroppo ha qualche difficoltà a controllare i suoi poteri, credo sia normale tra i giovani alieni.
Il 2002 ha visto anche la nascita di una nuova band di Tom: i Box  Car Racers, che vedeva anche la partecipazione di Travis. Mio marito diceva che aveva bisogno di uno spazio suo in cui potesse esprimere ciò che non poteva con i Blink.
Mark si arrabbiò molto, ma alla fine hanno fatto pace visto che in “Elevator” lui ha accettato di cantare con Tom.
Con queste premesse un po’ incerte hanno registrato il selftitled album, secondo loro doveva essere un punto di partenza per i blink: per molti è stato il loro migliore album.
Una specie di canto del cigno prima che Tom iniziasse a diventare insofferente.
Non è stato un periodo facile, aveva dei dolori alla schiena che lo rendevano irritabile e non voleva perdersi i progressi di Ava e stare con me.
Tutta questa rabbia ha minacciato più volte di scoppiare, ma Mark lo ha sempre calmato, sottovalutando il problema.
Alla fine Tom è uscito dalla band e ha formato gli Ava con David e altre due suoi amici, ma non è stata una cosa piacevole.
È da quando ci sono loro che la mia connessione con lui è chiusa, è da quando ci sono loro che frequenta riunioni massoniche e non posso fare a meno di chiedermi se la cosa sia collegata.
Il giorno che i blink si sono sciolti Mark si è messo in contatto telepaticamente con me per sapere cosa frullava nella testa di Tom, per la prima volta ho dovuto dirgli che non ne avevo idea.
Non mi piace che questo collegamento si sia chiuso, ci sono tante domande che vorrei fare a Tom e non posso.
Perché ha chiuso con i blink?
Perché ha iniziato con gli Ava?
Cosa fa con i massoni?
Mi sono fatta un giro su internet e tutte le varie cose che ho trovato sugli Illuminati mi hanno spaventata a morte, forse fanno del male a Tom, forse lo plagiano per usare i suoi poteri.
Un tizio con i poteri di Tom, se davvero sono così cattivi, è una manna dal cielo per loro e una disgrazia per noi poveri umani.
“Toooom!”
Lo chiamo.
Lui arriva poco dopo con la chitarra a tracolla.
“Hai promesso di andare a prendere Ava a scuola. Non te ne sei dimenticato, veri?”
Dalla sua espressione deduco di sì, ma lui glissa abilmente.
“Vado a dirlo ai ragazzi.”
Un altro brutto segnale sono episodi come questi, prima viveva per Ava, adesso anche lei è diventata un elemento di contorno.
Vorrei parlarne con qualcuno come Mark o Anne, ma lui non vuole che io li frequenti, eppure sono sicura che se unissimo i nostri cervelli uscirebbe una spiegazione.
L’unica che so darmi al momento è quella del plagio, ma non posso esprimerla ad alta voce, dopo una vita passata a irridere massoni e gente del genere è diventato il loro primo fan.
Cosa possano trovarci i massoni di interessante in un uomo che non ha nemmeno finito il liceo rimane un mistero, a meno che non si parli dei poteri.
Non sono come quelli degli alieni puri, ma sono comunque interessanti, qualcosa che vale la pena studiare o forse sono solo paranoica io.
-Jen-
-Mark!-
-Devo parlare con te.-
-Anche io, ma Tom non vuole.-
Lo sento sbuffare mentalmente.
-Quello stupido testardo. Vieni alla casa nel deserto una domenica in cui è impegnato con i suoi nuovi amici illuminati.-
Io rimango un attimo in silenzio, cercando di ricordarmi quale domenica deve vederli.
-Domenica prossima, Mark. Li vede domenica prossima a partire dalle due.-
-Bene, allora vieni alla casa nella foresta. Mi sa che quel beota di Tom è riuscito a farsi coinvolgere in un casino megagalattico.-
-Cosa vuoi dire?
Mark, ehi Mark!-
Lui non mi risponde segno che ha chiuso la connessione per il momento, cosa diavolo avrà voluto dire?
L’unico casino megagalattico che mi viene in mente è che qualcuno abbia scoperto di noi, ma Tom non è stato così stupido. Non può averglielo detto, significherebbe mettere in pericolo lui e noi e non lo farebbe mai o meglio il Tom che credevo di conoscere non l’avrebbe fatto, forse questo nuovo DeLonge sì.
Il discorso di Mark mi ha reso ancora più angosciata e preoccupata e questo non va affatto bene.

 
Domenica Tom esce finalmente per il suo incontro con i massoni e io rimango a casa da sola.
Poco tempo dopo che lui se ne è andato prendo la mia macchina e me ne vado anche io: direzione Poway. 
Ho lasciato i miei figli a una babysitter.
Una volta uscita dall’autostrada punto verso la strada che porta al deserto, strano non imboccare l’altra, quella che ho imboccato per tutta la mia adolescenza.
La via per la casa nel deserto non è affatto cambiata, è sempre la solita strada un po’troppo stretta e che la sabbia minaccia di inghiottire.
Io parcheggio alla solita piazzola e mi inoltro nella distesa di sabbia, oggi mi sento molto nostalgica, visto che  a ogni passo sento l’eco degli altri miei passi che ho percorso centinaia di altre volte.
Ben presto la figura familiare della montagna si fa vedere e io salgo le scale che salgono a spirale e poi tocco la roccia nel punto dove si apre.
Entro e mi sembra che il tempo non sia cambiato: Johnny è sdraiato sul divano, Anne è seduta ai suoi piedi, su una poltrona c’è seduto Mark con Skye in braccio, sull’altra David con in braccio Keisha
“Ciao, ragazzi!”
“Ciao, è un po’ che non ti si vede.”
Io mi siedo sul divano obbligando Johnny a farmi un po’ di spazio.
“Lo sapete che non dipende da me.”
“Lo sappiamo ed è per questo che siamo qui.
Qualcuno ha una vaga idea di cosa giri nella testa di Tom DeLonge?
Chia? Dave?”
“Io non ho nessun’idea, a casa è normale, solo un po’ più distratto del solito e tende a stare da solo. A volte si dimentica di andare a prendere Ava e la mia connessione con lui è chiusa.”
“Con noi parla solo di musica e alieni, parla molto anche dei suoi nuovi amici massoni, dice che gli hanno aperto un mondo.”
“Quei tizi non mi piacciono.”
Mugugna Mark, Skye annuisce, è il nostro nuovo acquisto e non ce ne siamo pentiti: è carina, sveglia e gentile.
“Si sentono brutte cose, soprattutto legate agli Illuminati e al satanismo, penso che farebbero carte false per avere uno di voi se è vera anche solo la metà dei pettegolezzi che circola su di loro.”
Io rimango in silenzio.
“Tom è cambiato da quando li frequenta, non potrebbe essere soggetto a qualche esperimento?”
“Può, tutto può essere.”
Risponde sibillina Keisha.
“Pensi a un altro Joel?”
“Può darsi, ma dai rapporti che ricevo sembra che i ribelli della luna siano ormai un gruppo sparuto, assolutamente non in grado di organizzare di nuovo una cosa del genere.”
“Allora ritorniamo ai massoni, perché da quando li frequenta la connessione che avevo con lui si è chiusa?
Io non ho litigato con lui come ha fatto Mark, non c’è un solo motivo logico per cui debba rimanere chiusa.”
“E se avesse un amante?”
Ci penso un attimo.
“No, non ne ha il tempo. Quando non è con i massoni è con gli Ava e quando non è con gli Ava è con noi.”
Keisha sospira.
“Va bene, farò una ricerca su questi tizi, spero che alla fine non risultino essere quattro innocui vecchietti che giocano a scopa come hobby.”
“Nah, ne dubito. Hanno un mucchio di soldi e gente che fa parte della loro società ovunque.”
“Uhm, ok li controllerò. Sarebbe il colmo se quel complottista del tuo uomo si fosse fatto infinocchiare da una società segreta.”
“È stato il dolore alla spalla e alla schiena a fregarlo, gli ha tolto un po’ di lucidità.”
“Un po’? Sembrava uno psicopatico!”
Sputa un irritato Mark a cui la scelta di Tom di lasciare i blink non è mai andata giù e forse siamo qui anche per vedere di correggere quell’errore.
Chissà.
Mark non ha mai digerito la rottura con Tom e posso capirlo, da un giorno all’altro la sua vita – il suo sogno, la sua realtà – è andata in pezzi senza una ragione apparente.
In quanto a Tom quando è sé stesso, il ragazzo di cui mi sono innamorata, lo vedo triste che guarda i premi vinti con la band, poi gli succede qualcosa e torna a essere lo stralunato cantante e compositore degli Ava.
“Dave?”
“Sì?”
“Solo io ho notato che Tom ogni tanto sembra stralunato quando sta con voi?”
L’uomo annuisce.
“Sì, sembra sotto l’effetto della cannabis o di qualche acido, ma io credo sia sobrio, solo strano, come se a un certo punto gli fosse successo qualcosa.”
La stessa impressione che provo io e non trovo nessuna risposta, se non quella di quella strana setta, il mio istinto inizia a mandare segnali quando parla di loro o va da loro, non gli fanno bene.
“Come faccio a fargli capire di non andarci?”
“Non puoi. Iniziamo a prendere informazioni e poi vediamo il da farsi.”
Ci interrompe Keisha, pratica.
“E con questo abbiamo esaurito gli argomenti  e il tempo. Io devo andare a casa o Tom sospetterà qualcosa.”
“Va bene, Chia.
Ci sentiamo nei prossimi giorni.”
Mi urla Anne, io la saluto con un passo già fuori dalla caverna.
Non sono cambiati tanto i miei amici, Johnny ha ancora i suoi capelli scuri con riflessi viola e il chiodo, Anne è un po’ più punk e sfoggia delle ciocche blu nei capelli biondi, Keisha ha i suoi eterni capelli viola, Mark  capelli azzurri che sfidano la gravità, Skye ha delle meches fucsia tra i capelli biondi e David i capelli biondo scuro un po’ più lunghi del solito.
In quanto a me ho deciso che i capelli castani di Jen potevano diventare neroblu e farmi qualche ciocca azzurra, in fondo sono pur sempre la moglie di un punk rocker, ammesso che si possa ancora chiamare così.
Cosa diavolo ti sta succedendo, Tom?
Perché non permetti a nessuno di vedere dentro di te e aiutarti?
Me lo chiedo, mentre percorro in senso inverso l’autostrada per tornare a San Diego, e penso subito al peggio: ipnosi, esperimenti per il controllo mentale.
Le mie paranoie sono accentuate dal fatto che lui ogni tanto mi guarda come se volesse chiedermi aiuto, ma non potesse.
Qualunque cosa stia succedendo lo scoprirò, non lascerò che nessun altro della mia famiglia soffra!
Arrivo a casa giusto in tempo per pagare la babysitter e mettermi ai fornelli, Tom arriva poco dopo stanco.
“Tom, stai bene?”
Gli chiedo preoccupata. È pallido e ha due brutte occhiaie violacee che gli cerchiano gli occhi, non sembra affatto l’effetto di uno che ha passato il pomeriggio a divertirsi.
“Sì, sto benissimo.
Quando si mangia?”
“Tra poco.”
Rispondo poco convinta.
“Papà, stasera mi dai lezioni di chitarra,  me l’hai promesso!”
Tom sorride stancamente ad Ava.
“Domani, piccola. Oggi sono stanco morto.”
Lei mi guarda senza capire, io scuoto la testa, lei mi raggiunge in cucina.
“Mamma, ma cos’ha papà?”
“Non lo so, tesoro. Non ne ho proprio idea o farei qualcosa.”
“Mamma, non riesco più a comunicare telepaticamente con lui come facevo prima.”
Il suo tono è dispiaciuto, io mi abbasso alla sua altezza.
“Nessuno ci riesce più da tanto tempo, tesoro.”
“E lo zio Mark?”
Io sospiro.
“Lo sai che hanno litigato.”
“E perché non fanno pace? Tu mi dici sempre di fare la pace con Jonas, questa regola non vale per i grandi?”
“No, vale anche per loro, solo che sono troppo orgogliosi per ammetterlo e non hanno nessuno che gli dica di fare pace tra di loro.”
“Ho capito, credo.”
Si siede sconsolata su una delle sedie della cucina.
“Cosa ne dici se dopo giochiamo un po’ con i capelli?”
Giocare con i capelli significa che io glieli faccio diventare di ogni colore e lei fa lo stesso con me e a questa prospettiva i suoi occhi si illuminano.
“Sarebbe fico, mamma!”
“Solo se hai finito tutti i compiti.”
“Corro a finire mate, allora!”
Si alza dalla sedia e corre al piano di sopra, almeno sono riuscita a tirarla su di morale.
“Complimenti.”
Non ho bisogno di voltarmi per sapere che è Tom a parlare.
“Grazie, ci è rimasta davvero male perché non le hai dato lezioni.”
“Lo so, ma sono tanto stanco. Penso che dopo andrò subito a letto.”
“Ma cosa fate tu e i tuoi amici massoni? Lavorate in miniera?”
Lui come al solito non risponde, mi domando perché.
Ci siamo sempre detti tutto da quando gli ho rivelato cosa sono, come vorrei avere un genitore o qualcuno più autorevole di me con cui parlare e chiedere consigli.
All’improvviso so cosa fare, contatterò mio fratello e gli parlerò, forse lui saprà come porre rimedio a questa situazione assurda o a farmi sentire meno sola.
Hen mi aiuterà sicuramente, anche se non sono ancora riuscita ad andare a trovarlo e penso sia meglio non farlo con Tom in queste condizioni, potrebbe essere pericoloso per il mio pianeta natale, oltre che per noi.
Dopocena io e Ava giochiamo a cambiarci il colore dei capelli, glieli faccio azzurri – come dovrebbe averli essendo una mezza aliena – blu, verdi, viola e poi di un arancione acceso.
Lei invece me li fa biondi, rossi, fucsia, verde acqua e celeste.
Jonas guarda un po’ noi, un po’ la tv e si tocca una delle sue ciocche bionde, diventa immediatamente nera, la ritocca e diventa bionda. Questo lo fa scoppiare a ridere divertito.
“Mamma, non posso tenere l’arancione per andare a scuola domani?”
“Solo qualche ciocca, quando sarai più grande potrai tenerti tutta la testa.”
“Mh, è davvero così bello essere grandi?”
“A volte. A volte è semplicemente avere un mucchio di responsabilità sulle decisioni che prendi.”
“Come mai la zia Keisha ha i capelli viola?”
“È il suo colore naturale perché lei viene dalle lune del nostro pianeta e i loro abitanti sono leggermente diversi rispetto a noi.”
Ava rimane un attimo in silenzio.
“Sono buoni?”
“Alcuni sì, alcuni no.”
“Capisco.”
Guardo l’ora.
“Ragazzi, è ora di andare a letto.”
Loro annuiscono, salgono al piano superiore e si mettono tutti e due in pigiama, do un bacio sulla fronte ad Ava e poi vado da Jonas che mi aspetta per la sua fiaba della buonanotte.
Gliela racconto, ma prima di arrivare alla fine dorme già, deve essersi stancato parecchio con la babysitter oggi.
Fatto questo, esco in terrazza a fumare e a provare a mettermi in contatto con Keisha, mi risponde dopo un po’.
-Cosa c’è, Chia?-
-Ti ho disturbato?.
Lei tace.
-Ok, ti ho disturbato, volevo solo dirti che ho intenzione di parlare con mio fratello della faccenda, ho bisogno di un consiglio da parte di una figura… autorevole.-
-Non è una cattiva idea, io mi metto comunque all’opera. Come sta Tom oggi?-
-Stanco, è pallido e ha due occhiate paurosa, ha persino rinunciato a dare lezioni ad Ava.-
-La cosa mi piace sempre meno, tienilo d’occhio.-
-Lo farò-
Finita la conversazione, raggiungo Tom a letto, sta già dormendo della grossa, io mi rannicchio vicino al suo corpo caldo, ricordando con nostalgia i tempi in cui mi attirava sul suo petto e mi addormentavo ascoltando il ritmo del suo cuore.
Cosa diavolo gli è successo?
Lo guardo, ha la faccia distorta da un ghigno di dolore e paura.
Chissà cosa sta ricordando?
Vorrei aiutarlo, ma come?
Come?

 

   
 
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