Falling star-Esprimi un desiderio.-
II Capitolo.
Ero in apnea, ne ero
consapevole.
Avevo il bisogno
vitale di respirare ma sapevo che
non potevo.
Dovevo solo aspettare
il momento in cui l’aria avrebbe iniziato a circolare nel mio corpo.
Per iniziare a percepire di nuovo il suono della mia voce.
Un raggio mi sfiorò la
pelle silenziosamente e indisturbato costringendomi ad aprire le palpebre. La troppo luce mi costrinse a richiuderle di colpo.
Sbuffai e mi strinsi di più
nelle coperte.
-Sveglia ragazzina.- una
voce cristallina e angelica mi disturbò e io aprii di
nuovo gli occhi.
Mi girai nel letto
impazientita e quello che vidi mi fece raggelare il sangue nelle vene. Una
ragazza che poteva avere la mia stessa età mi guardava divertita.
Aveva lunghi capelli neri
che le ricadevano nelle spalle e due occhi azzurri che riuscivano a scrutarmi
anche l’anima.
Era l’essere umano più
bello che avessi mai visto. La sorpresa venne subito
rimpiazzata alla paura. Cosa ci faceva un’estranea in casa mia?
-Vai via o chiamo la
polizia.- sbottai tremante mentre frettolosamente sgusciavo via dalle lenzuola
azzurre del mio letto.
Il mio corpo stranamente
era più agile del solito.
La ragazza in risposta rise e si sedette nel mio letto.
-Chiama se vuoi ma ti avverto che ti prenderanno per pazza visto che in
questa stanza non troveranno nessuno oltre te.-
La guardai sbigottita, mi
stava prendendo per i fondelli?
-Ehy… e tu chi saresti la
fata turchina?- domandai mentre cercavo di ricordarmi l’auto difesa e di
prendere la prima cosa pesante che mi capitasse per le mani.
La ragazza rise di nuovo e
mi mando in bestia.
-Ci sei vicina.- rispose
con nonchalance.
-Vicina a cosa?-
Quella ragazza doveva
essere pazza e io ero ancora più pazza visto che
continuavo ad alimentare la discussione.
-Mi chiamo Angelica, il mio
nome è tutto un programma.- rise a una battuta che evidentemente non avevo
capito.
-Eh?- domandai perplessa.
Se voleva rubare qualcosa perché non mi uccideva subito e continuava il suo
lavoro?
-Ma non ci arrivi da sola?-
mi domandò sistemandosi meglio nel mio letto e accavallando le gambe.
-Arrivare a cosa? E alzati
quello è il MIO letto-
-Uffa, sei proprio
permalosa e dire che quanto dormi sembri un angioletto – rise di nuovo, ancora
più forte.
-Tu sei pazza. Io chiamo la
polizia.- risposi mentre correvo per prendere il telefono.
Appena lo afferrai questo
mi volò dalle mani quasi come se una forza invisibile l’avesse preso.
-Ma che dia…-
Mi girai e vidi Angelica
che giocava distrattamente con il telefono che prima tenevo nelle mani.
-Come diavolo hai fatto?- domandai con gli occhi sgranati.
-Magia!- rispose lei
alzandosi e venendomi incontro.
Arretrai di scatto mentre
il mio cuore cominciava a battere furiosamente.
-Abbiamo capit..- iniziò a parlare lei ma
io la interruppi.
-Se non te ne vai inizio ad urlare.-
Lei mi guardò esasperata
alzando un sopraciglio perfetto come lei.
-Urla allora.-
Sembrava esausta di quel
giochetto.
La guardai intensamente e
quasi come se volessi provocarla presi aria e cercai
di urlare.
Sentivo la gola bruciarmi
ma quello che mi meravigliò fu che nemmeno una parola uscì dalle mie labbra.
Volevo urlare, davvero, lo volevo con tutto il cuore ma era impossibile. Non potevo e
soprattutto mi sentivo impotente.
Angelica mi sorrise e poi
fece un cenno con la mano e io sentì un urletto
strozzato uscire dalla mia bocca.
Respirai lentamente,
gustandomi quell’attimo, era come se avessi imparato in quel momento a
respirare.
Ansimai un po’ e quando mi ripresi fissai il mio ospite indesiderato.
-Cosa diavolo
sei?- sussurrai così piano che mi detti della stupida. Sicuramente non
mi aveva sentito.
Lei sorrise. Forse era la
millesima volta che lo faceva nello stesso giorno. Mai una persona mi aveva dato
più fastidio.
-Finalmente, questa era la
domanda che mi aspettavo da molto tempo. Non chi sono, ma cosa sono.-
disse con fare teatrale.
-Mi chiamo Angelica.-
-Questo me l’avevi già
detto.-
Lei si imbronciò,
Ok, ero stata maleducata ma non era lei quella che si era ritrovata una
perfetta estranea nella sua stanza.
-Mi fai finire?- domandò un
po’ scostante.
Io annuì.
-Mi chiamo Angelica e sono
il tuo angelo custode.-
Questa volta fu il mio
turno di ridere, risi così forte che dovetti
trattenermi la pancia con le mani.
-No, no.- dissi scuotendo la testa. -Io dicevo sul serio, cosa sei?- domandai ancora con il sorriso alle labbra.
Lei mi guardò quasi offesa.
-Vedi che io non scherzavo
sono veramente il tuo angelo.-
Io continuai a guardarla,
non aveva l’aria di una che scherzava. La guardai accigliata ma si era sentita?
-Ok, esci da casa mia, Tu
sei p.a.z.z.a- scandii bene le parole.
Lei ricambiò il mio sguardo
e poi rise facendo una cosa che non avrei mai dimenticato.
Mosse la mano e in un
attimo il vaso vicino alla scrivania si alzò in aria e, sempre sotto il comando
di Angelica, cadde a terra proprio vicino a me, infrangendosi così come la certezza
che quella ragazza fosse pazza.
Quella pazza ero io.
-Oddio sto ancora dormendo
vero?- domandai più a me stessa che ad Angelica.
-E basta, sono un angelo! accettalo- disse
innervosita.
-E..
le tue aa…li?- balbettai
-Leggenda- disse sorridendo.
-L’aureola?- continuai
-Mi rovina i capelli.-
-E… voli?- la mia voce
tremava leggermente.
-No, posso stare solo con te.-
Ok, ero pazza. Le vicende
accadute nell’ultimo periodo avevano fatto in modo che la mia stabilità mentale
crollasse in poco tempo.
-Non mi credi ancora eh?-
mi domandò con fare sospettoso.
Io negai con la testa.
-Allora guardati allo specchio- esclamò Angelica.
Mi volsi lentamente, avevo
paura di dargli le spalle.
Mai sottovalutare il
nemico, e per me lei era un nemico.
Feci altri piccoli passi,
calibrando il peso da un piede all’altro e fissando con la coda dell’occhio la
ragazza che beatamente stava trattenendo un sorriso.
Quando vidi la mia immagine
riflessa allo specchio non riuscì a trattenere un
urlo.
Quella non ero io, no. Non
potevo essere io.
Io non potevo essere così…
così bella.
I capelli castani sempre
crespi e spenti mi ricadevano ordinati, incorniciandomi il mio viso perfetto.
Non c’era nemmeno un
brufolo, un lineamento disegnato male nella mia pelle. Niente. niente di
niente.
Quei chili di troppo erano
scomparsi e io mi ritrovavo il corpo di una modella.
Ero perfetta.
-Sto sognando.- borbottai.
Angelica si avvicino a me,
con un passo felpato e io la fissai.
-Ora mi credi?-
Guardai il riflesso di
Angelica impresso nello specchio.
I suoi occhi azzurri,
vitrei quasi trasparenti mi guardavano gioiosi.
-Ma cosa è successo?- domandai
con voce strozzata, il cuore mi batteva forte.
Angelica sorrise
confortandomi un po’.
-Sbaglio o ieri hai
espresso un desiderio?- mi domandò misteriosa.
La guardai sbalordita, ma
di che diavolo stava parlando? L’immagine della notte precedente, la stella
cadente, il dolore, la voglia di rivivere mi colpirono
come un dardo infuocato.
Ero io quella che la notte
precedente aveva espresso il desiderio di avere una vita perfetta, ed ero io
quella che adesso fissava lo specchio con un sorriso fra le labbra.
Uno specchio che rifletteva
la perfezione.
Uno specchio che rifletteva
me.
Angelica si avvicinò ancora
di più, potevo ammirare i suoi movimenti agili e raffinati. Tutto in lei era
armonioso.
Sembrava una piccola
bambola di porcellana, una nuvola ovattata. Impalpabile.
Lo specchio adesso
rifletteva me e lei.
-Angelica ma è tutto vero
questo?- domandai tremando un po’.
Lei rise, e adesso con la
tranquillità che mi invadeva, non riuscì a non amare
quella risata dolce.
-Tutto vero, e ancora non hai visto niente.- mi rispose biricchina.
La mia vita era stata
sempre un lungo tunnel, pieno di piccole luci, che riuscivano bene o male a
farmi camminare.
E per me andava bene così.
Ma adesso tutto aveva una prospettiva diversa. Adesso
io ero fuori dal tunnel e la luce mi accecava.
Quella luce mi piaceva.
-Layla scendi!
E ora di andare a scuola.-
Fissai Angelica e lei annuì
lentamente, avevo quasi annullato la presenza delle altre persone troppo
concentrata ad ammirarmi allo specchio e adesso sentire la voce di mia madre mi
aveva procurato una fitta allo stomaco davvero piacevole.
-Scendiamo?- mi domandò
Angelica.
-Ehm ma non ti vedranno? Cosa penseranno? E…- iniziai a sommergerla di domande.
Lei mi bloccò
-Ma allora non mi ascolti
quando parlo, prima ti ho detto che nessuno può vedermi. Solo tu puoi.-
In poche parole ero l’unica
pazza della famiglia, bene, perfetto.
Mi sistemai i capelli
morbidi come non li avevo mai avuti in una coda alta, sembravano dei fili di
seta nelle mie mani e toccarli era una sensazione stupenda.
Scesi di corsa le scale con
indosso ancora il pigiama mentre sentivo dietro di me la presenza di Angelica.
Saltai l’ultimo gradino e
mi diressi verso la cucina quasi correndo, avevo il fiatone ma non mi interessava più di tanto.
Sembravo una di quelle bambine
che il giorno di Natale correvano felici per vedere che sorprese si celavano
sotto l’albero.
Solo che il regalo che mi
aspettava era mille volte migliore di una casetta per
bambole.
Mio padre era lì seduto a
tavola, teneva il giornale nelle mani e sfogliava lentamente le pagine. Mia mamma invece, vicino a i fornelli, preparava la
colazione.
Potevo sentire l’odoro dell’arancia appena spremuta e dei cornetti ripieni
di nutella.
Maria, la mia migliore
amica, con il suo accetto italiano avrebbe sicuramente detto che quella scena
le ricordava la pubblicità della Mulino Bianco.
Dove tutti erano felici e
contenti.
Emily avrebbe aggiunto
candidamente che invece era una cazzata bella e buona e
io avrei annuito convinta alla sua tesi.
-Amore mi passeresti la tazza con il caffè.- la voce di mio padre era
soffice e vellutata come la ricordavo.
Quella non era cambiata
forse perché per le mie orecchie era perfetta di suo.
-Certo.- rispose mia madre.
Un rumore mi distrasse da
quella visione, era una delle poche volte che i miei occhi vedevano una cosa del genere;
I miei non litigavano.
Jesse era appena arrivato bello come sempre. A differenza
di me.
Lui aveva l’aura del bello
e dannato, d chi sa di esserlo e di chi sa come usare questa
arma a doppio taglio.
-Giorno marmocchia.- dice
rivolgendosi a me.
Ecco… alcune cose non
sarebbero cambiate mai.
Salve salvino
salvetto…
Uhhh qui è l’autrice che vi
parla, ok abituatevi a questi angoli senza capo ne coda
perché non vi abbandoneranno presto.
Ok posso
dire con certezza che finalmente l’ispirazione insieme ai mie neuroni danneggiati
siano ritornati dalla loro vacanza e che per adesso, sembra, che abbiano smesso
di ballare la cucaracha.
Io qui sento un caldo
pazzesco sono con il condizionatore sparato verso la mia direzione
ma ho scritto lo stesso solo perché sono un esserino sensibile e dolce.
Voglio ringraziare le 5 persone che hanno messo la mia fanfiction nei preferiti…
mi lasciate un commentino piccino picciò mi farete tantooooo
felice…
1 - Bella4
2 - birri 3 - Cherie lily 4 - Emily Doyle 5 - Maganera
Poi, poi passiamo alle recensioni xD
Mello sexy doll: Giorno
bella, eccoti accontenta…. E’ iniziata la vita perfetta di Layla vedremo se alla fine sarà così perfetta xDD….
Un bacio e grazie per la recensione mi ha fatto davvero felice… mi
raccomando dimmi anche se questo capitolo ti è
piaciucchiato^^
Emily Doyle: Ciauuu…. Oddio non sai
quanto ti quoto, anche io sono perseguitata dalla
sfiga da quando ero nella culla ç_ç…. Ho la nuvoletta
personale di Fantozzi che mi perseguita e
sfortunatamente ho contagiato anche la povera Layla… e in fondo se soffro io perché
lei non dovrebbe xDDD?
Un bacio e spero che commenterai anche questo chap!
MI LASCIATE UN COMMENTINO ç_ç!
NE SAREI FELICISSIMA! GRAZIE!