falling star -Esprimi un
desiderio.-
Prologo
Ho sempre pensato che la
mia vita fosse destinata ad essere un lungo sentiero
fosco e serrato.
Avvolte avrei tanto volute
correre, accelerare il passo per vedere cosa mi attendesse alla fine del
sentiero.
Avrei tanto voluto che
qualcuno mi desse una mano per arrivare alla fine senza essere così stanca e
delusa.
Però non ho mai sperato, mai,
in un nuovo futuro.
Non potevo concedermelo.
Mi sono solo lasciata
trasportare, ho camminato lungo il sentiero già predisposto. Non sono mai
andata a cercare altre vie.
Eppure quella notte mi
cambiò totalmente.
Adesso non so dirvi cosa
esattamente cambiò in me. Forse niente, forse tutto.
Eppure una cosa
fondamentale l’ho capita: Non bisogna mai
offendere i sogni, loro sanno come vendicarsi.
I Capitolo.
Un
luccichio, una stella cadente scintillante, un desiderio e la fine.
La fine di
un nuovo inizio
Ok, dovevo stare
calma. Layla respira e inspira; Il
mio insegnante di yoga diceva sempre che trattenere il respiro per dieci
secondi aiutava a controllare il corpo, lo spirito, la mente e altre cazzate
varie.
Trattenni il
fiato e mi ricomposi.
La mia vita
facevo schifo, e non lo dicevo tanto per, è la pura e semplice verità. Se potessi avrei barattato la mia esistenza alla fiera delle
pulci.
Mio papà mi
aveva appena comunicato che andava a letto con la sua segretaria e che presto
l’avrebbe sposata, la mia migliore amica era in viaggio a “non so dove” e il
mio ragazzo mi aveva tradito due giorni prima per la sua ex.
Per non parlare
dello stress che avevo accumulato in questo periodo, tutto per organizzare
questo stupido ballo di fine anno.
Quella mattina
quando mi ero guardata allo specchio mi ero accorta di
essere ingrassata da far schifo e che mi erano spuntati alcuni brufoli da
stress che avevo dovuto coprire con chili e chili di trucco.
-Jesse, essere
invertebrato dove diavolo ti sei nascosto?- urlai mentre con un passo da
elefante marciavo verso la stanza di mio fratello.
Aprii la porta
con una spinta facendo notare al mio dolce fratellino
che non avevo completamente voglia di giocare.
Jesse ricambiò il mio sguardo con fare
beffardo.
-Sorellina stai bene?- mi domandò lui, sdraiato nel suo letto.
-Dove diavolo è
il telefono?- urlai.
Jesse altro non è che il mio fratello gemello, sfortunatamente
condividiamo gli stessi capelli castani e gli stessi occhi verdi e
sfortunatamente lo stesso sangue.
-Serve a me.
Passa più tardi o domani.- mi risponde senza prestarmi
tanta attenzione.
Io mi avvicinai
a lui, lentamente pregustandomi il dolce sapore della vendetta.
A due passi da
lui, l’afferrai per il colletto della camicia e portai
il suo viso a pochi centimetri dal mio.
-Sentimi bene
impiastro, ho passato una giornata schifosa, non ho ancora finito i compiti,
domani tutto il comitato studentesco si aspetta che io
abbia già un’idea per quella dannata festa e ho un disperato bisogno di parlare
con Emily quindi a te la scelta: O mi dai quel telefono di tua spontanea
volontà o lo prendo passando sopra il tuo cadavere.- sbottai infuriata.
Dovevo avergli
messo un po’ di paura visto che lui non mi risponde.
Meglio così.
Lo lasciai e mi
diressi verso la scrivania prendendo il telefono. Senza rivolgere uno sguardo a
mio fratello uscii dalla stanza sbattendola forte. Sentendo anche il:”ma
questa è pazza” di mio fratello.
Appena tornai
nel mio rifugio mi sdraiai nel letto, il corpo ebbe un
brivido di freddo quando la mia pelle entrò in contato con le lenzuola fredde.
Digitai il
numero di Emily che ormai sapevo a memoria. Aspettai due secondi e poi la voce
cristallina di Emily mi rispose.
-Buona sera casa Davis chi è?-
-Sono Layla,
Emily.- risposi sbrigativa.
-Oh Lay che
c’è?- mi domanda.
-Niente, sono
stanchissima.- dissi evasiva.
-Ancora per la
storia di Jamie, oh Santo Patrizio oggi avrei tanto
voluto dargli un calcio, stava sempre impicciato a quella svampita di Clizia.
Con te non faceva così vero?- mi domanda innocentemente.
-Grazie Emy per
avermelo ricordato.- risposi ironicamente.
-Oh Santo
Patrizio scusa.- si scusò Emy.
-Dio, Emily dì un’altra
volta Santo Patrizio e ti chiudo il telefono in faccia.-
-Oh sant... ehm
scusa. L’abitudine.-
-Fa niente.-
borbottai mentre mi sistemai meglio nel letto abbracciando il mio orsetto.
-Hai sentito tuo
papà?- mi domandò con voce bassa, sembrava che me l’avesse quasi sussurrato.
-Si, oggi
all’ora di pranzo. Ormai è stabilito si risposa con
miss-indosso-solo-regiseni-imbottiti-perché-ho-una-misera-seconda.- il mio tono
era canzonatorio.
-Mi dispiace.- provò a dire Emy.
-A me no.-
-Comunque- provò a cambiare discorso lei.
-Come va con i
preparativi per la festa?- mi domandò Emily eccitata.
-Malissimo- continuai io pessimista.
-Ma come?-
-Non sono
riuscita a fare un accidenti. La band non vuole suonare. Cioè vorrebbe essere
pagata, ti rendo conto? Gli altri non vogliono collaborare e
io mi ritrovo a fare tutto il lavoro da sola.- mi sfogai.
-Riuscirai a
fare qualcosa di stupendo anche da sola. Lo fai sempre dopotutto.- mi rispose Emily.
-Già, come
sempre. Emily ci sentiamo domani, ok? Ho sonno.-
-Ok a domani,
buona notte Layla.-
-Notte.-
Richiusi il
telefono e scesi di corsa dal letto per poi affacciarmi dalla finestra, lo
facevo ogni notte mi faceva sentire bene.
Respirai a pieni
polmoni l’aria e fissai il cielo ricoperto da un manto di stelle. Emily aveva
ragione ho sempre fatto tutto da sola, non perché mi piaccia ma perché gli
altri non si impegnano mai come io vorrei.
Forse sono io
che pretendo troppo. Forse pretendo la perfezione.
Sospirai e con
un elastico che tenevo sempre nel polso legai i miei
lunghi capelli castani.
Da quando mamma
e papà avevano divorziato la mia vita era stata una
totale discesa e quando pensavo che mi stessi riprendendo ecco che arrivavano
altre mazzate.
Per ultimo il
tradimento del mio ragazzo: Alex.
Un luccichio
catturò la mia attenzione; Una stella cadente.
Quasi come se
fosse un meccanismo naturale espressi il mio
desiderio: “Vorrei una vita perfetta”
sussurrai al cielo.
Tanto sapevo che non sarebbe successo niente, un sorriso si
dipinge sul mio volto. I desideri sono solo delle stupide invenzioni creati per
le bambine che si aggrappano ai sogni.
Io avevo smesso
di sperare in un futuro da Cenerentola.
La stella
cadente scomparii lasciandomi un senso di vuoto. Chiusi la finestra e mi
ributtai nel letto.
Pochi minuti
dopo mi addormentai.
Un
luccichio, una stella cadente scintillante, un desiderio e la fine.
La fine di un nuovo inizio
Oddio.. alla fine l’ho fatto! Questa idea mi circola nel
cervellino da un sacco di tempo. Ma non l’ho mai messa
per iscritto anche perché in questo periodo la mia ispirazione è andata in
vacanza a ballare la cucaracha! Spero che finalmente sia tornata!