LA VACANZA
di Memi e
Fedechan
Capitolo 2: Gli anni
cambiano...ma le persone
no!
“Patty!!
Muoviti!!” delle urla poco pazienti
sopraggiunsero fino alla camera al secondo piano
della manager che, di tutta fretta, afferrò la
sua valigia e si precipitò di sotto.
Ok, ammetteva che aveva fatto un po’ tardi, ma a
Benji sembrava il caso di gridare come un
forsennato sotto casa sua solo per questo,
mettendo seriamente a rischio la sua incolumità
con i vicini?
“Forza Patty! Aspettiamo solo te!” di nuovo
Benji la richiamò dalla strada.
Accanto a lui Tom scosse il capo sconsolato,
mentre Holly cercava di tenere a bada una vicina
dall’aria minacciosa che stava seriamente
prendendo in considerazione l’idea di fare fuori
quello scalmanato che aveva preso a gridare come
un forsennato alle tre del pomeriggio, senza
tener conto che magari qualcuno poteva stare
dormendo a quell’ora!
Andiamo, Patty…o questa signora non ci
penserà due volte a fare fuori sia me che
Benji! Holly guardò con insistenza la porta
di casa di Patricia, sperando che magari la
ragazza si desse una mossa. Ormai la signora che
stava cercando di calmare, era partita in quarta
e se Benji non si sarebbe azzittito all’istante,
la vacanza l’avrebbero passata in gattabuia,
altro che alle terme! Quasi avesse udito la sua
muta preghiera, la porta di casa Gatsby si aprì
e da essa fece capolino una giovane dai corti
capelli neri.
“Si, mamma, non preoccuparti!” si rivolse
all’interno dell’abitazione.
“Era ora!” non tardò ad arrivare il commento di
Benji, seccato.
Patty per tutta risposta gli lanciò
un’occhiataccia e si avvicinò a loro senza più
degnarlo di uno sguardo.
“Ciao Tom!” salutò con un sorriso al
centrocampista nipponico.
In quel momento sopraggiunse Holly che,
dimostrando tutte le sue qualità retoriche, era
riuscito a convincere la famosa donna a non
chiamare la polizia.
“Patty, se tardavi un altro minuto, ero
costretto a commettere un omicidio!” accennò a
Benji.
“Tsk!” fece per tutta risposta quello, per nulla
intimorito.
Patricia arrossì imbarazzata a quelle parole.
“Sc...scusa, mi dispiace...” farfugliò
impacciata.
“L’importante è che ora sei qui” le sorrise
Holly, prendendo la sua di valigia e facendo per
avviarsi.
Patty sentì le guance infiammarsi a quel sorriso
e il cuore batterle un po’ più forte nel petto.
Sperò che il ragazzo non se ne fosse accorto, ma
il capitano era ormai partito alla volta della
stazione ferroviaria. Sospirando sollevata,
Patricia lo seguì.
“Insomma, ma quando vengono?!” sbottò Mark
Lenders seccato di aspettare.
Accanto a lui Amy non poté fare a meno di
sorridere divertita. “Vedrai che saranno qui a
momenti!” tentò di tranquillizzarlo.
Quasi li avesse invocati, la porta della
stazione ferroviaria di Tokyo si aprì e quattro
ragazzi dall’aria trafelata fecero la loro
comparsa.
“Finalmente!” li accolse minaccioso Mark,
gettando ai quattro un’occhiata poco
raccomandabile.
“Prenditela con lei!” sbottò subito Benji,
indicando Patty che arrossì violentemente. “Ci
ha fatto aspettare un secolo prima di
scendere!”
“Io...” tentò di giustificarsi Patty, ma in suo
accorso venne fortunatamente Evelyn.
“Su, andiamo adesso!” intervenne la manager.
“Altrimenti rischiamo di perdere il treno!”
“Si” furono tutti d’accordo.
L’ultimo della coda era proprio Bruce, che
sembrava più andare a un funerale che in
vacanza!
“Coraggio, Bruce!” gli tirò un’affettuosa pacca
sulla spalla Danny Mellow. “Su col morale!”
“Parli bene tu” fece il muso Bruce. “Mica devi
sgobbare arrivato a destinazione!”
Saliti sul treno, si sistemarono in uno
scomparto vuoto e presto si ritrovarono in
viaggio verso l’albergo termale della famiglia
Harper. Patty e Amy furono le prime a crollare
tra le braccia di Morfeo, seguite a ruota da uno
stanchissimo Philip e da un’altrettanto a pezzi
Jenny. La giovane era ritornata appena l’anno
prima dall’America, ma da allora ancora non
aveva avuto il coraggio di dichiararsi al suo
amato capitano.
Anche Benji, seminascosto dal cappellino, si
addormentò poco dopo e lo stesso fecero accanto
a lui Bruce e Evelyn, che si mise comoda tra le
braccia dell’amato difensore. Julian e Holly
rimasero a chiacchierare con gli altri ancora un
altro po’, poi si addormentarono a loro volta a
un’oretta dalla partenza. Gli unici che
riuscirono a resistere per tutte le due ore e
mezza del viaggio, furono Tom Becker, Danny
Mellow e Mark Lenders.
“Accidenti, sono crollati tutti!” osservò
divertito Mellow, accennando ai compagni.
Di fronte a lui Tom annuì. “E guarda Julian e
Holly!” accennò ai due che, senza accorgersene,
avevano finito per addormentarsi l’uno
sull’altro.
“Che fai?” domandò il numero undici della
Nazionale poco dopo, notando che Danny stava
frugando con insistenza nella sua borsa.
“Sto cercando...eccola!” ne estrasse tutto
soddisfatto la sua macchina fotografica.
Tom lo guardò divertito mentre l’altro si
divertiva a fotografare i due amici, che, ignari
di tutto, continuavano a dormire beati l’uno tra
le braccia dell’altro.
“Questa foto varrà un sacco di soldi un giorno!”
assicurò Danny soddisfatto, quando si fu rimesso
a sedere. “Ehi Mark?” si voltò poi verso
l’amico, che se ne stava al suo fianco con gli
occhi chiusi e le braccia incrociate.
Danny lo guardò perplesso, chiedendosi se per
caso non stesse dormendo. Si voltò verso Tom
come per chiedere a lui, ma quello scosse le
spalle, ignorando anche lui la risposta alla
muta domanda di Mellow. Danny, allora, ritornò a
voltarsi verso Mark e subito un’idea gli balenò
alla mente. Prese la macchina fotografica e la
puntò sulla tigre, pronto a fotografarlo, quando
una mano afferrò non troppo gentilmente
l’oggetto.
“Non ti permettere” lo fulminò con lo sguardo
Mark, che non stava dormendo per niente.
Danny tentò di dire qualcosa, ma di fronte alla
sua occhiata le parole gli morirono in gola.
Decise quindi che era meglio stare zitto.
L’unico che sembrava veramente divertito da
tutta quella storia, era Tom, che stava
faticando non poco a non scoppiare in una
fragorosa risata.
“Bruce, questo posto è davvero tuo?” Benji, così
come tutti gli altri, era rimasto allibito di
fronte all’albergo termale dove li aveva portati
l’amico.
“Certo che si!” rispose inorgoglito Bruce,
gonfiando il petto sotto le risatine divertite
degli amici. “Venite, entriamo!”
I ragazzi seguirono Harper all’interno
dell’albergo termale. L’edificio si estendeva su
appena due piani, ma era piuttosto spazioso e
accogliente. Da subito si percepì l’aria
familiare che si respirava all’interno
dell’alberghetto, interamente costruito in
muratura.
“Bruce!” lo accolse la madre non appena lo vide.
“Evelyn, tesoro, che piacere rivederti!” il suo
sguardo si posò poi sulla ragazza, che abbozzò
un imbarazzato sorriso mentre la donna la
abbraccia affettuosamente.
“Ehm...mamma?” tentò di richiamare la sua
attenzione Bruce, altrettanto imbarazzato.
“Eh?” lo guardò perplessa la donna, senza
capire. “Oh, si certo!” ricordò di fronte
all’occhiata eloquente del figlio.
La signora Harper andò dietro al banco della
reception e prese alcuni mazzi di chiavi che poi
porse a Bruce.
“Ecco, queste sono le chiavi delle vostre
stanze” spiegò con un sorriso. “Purtroppo sono
solo due, perché l’albergo è pieno in questo
periodo dell’anno. Però sono entrambe molto
grandi e ci sono i futon nell’armadio!”
Bruce le prese e fece cenno agli altri di
seguirlo al piano superiore. L’albergo era
disposto secondo i canoni giapponesi, con i
futon come letto che davano la possibilità a un
maggior numero di persone di dormire in una
stessa camera. Tuttavia, come ben presto
notarono i ragazzi, in ogni camera erano stati
predisposti una tv, un grosso e capiente
armadio, un piccolo divanetto e un tavolino
basso con dei cuscini per sedersi.
“Questa è la camera delle ragazze” diede loro le
chiavi Bruce. “In questa, invece, staremo noi
ragazzi” accennò alla camera più avanti.
Tutti annuirono, poi il gruppo si divise. Una
volta nella propria camera, ognuno si mise più
comodo. Le ragazze si misero a disfare le
valigie, mentre i ragazzi si impossessarono
immediatamente del televisore e del divanetto.
Ma siccome erano otto a dividere la stessa
camera, ben preso scoppiò una baruffa su cosa si
dovesse vedere. Fu Holly a mettere fine alla
discussione, facendo la cosa che più gli parve
razionale in quel momento: spegnere la tv.
Logicamente gli altri ragazzi non furono
d’accordo sulla decisione presa dall’amico,
specie Benji che si stava praticamente
avventando contro l’amico se non fosse
intervenuto tempestivamente Tom a sedare gli
animi.
“Coraggio, ragazzi” tentò di placare i fin
troppo turbolenti amici. “Che ne dite di
scendere in paese? Possiamo vedere la tv più
tardi” propose, non sapendo più che pesci
pigliare.
“Perché no?” per sua enorme fortuna tutti i
ragazzi parvero entusiasmarsi all’idea e ben
presto la tv venne dimenticata.
“Potremo dire anche alle ragazze se vogliono
venire con noi” suggerì Philip, che non vedeva
l’ora di trascorrere un po’ di tempo con la sua
adorata manager.
“Si mi sembra un’ottima idea!” si affrettò a
dire Julian, anche lui contento della cosa.
E così fecero. Logicamente le ragazze furono
subito entusiaste all’idea di visitare il paese.
L’avevano intravisto poco prima, al loro arrivo,
quando erano state costrette a superarlo per
arrivare sin lì, e non vedevano l’ora di
visitarlo come si doveva! Era parso loro come
uno di quei villaggi caratteristici del
Giappone, con le casette a punta e i negozietti
pieni di cose carine da vedere e acquistare. Per
questo erano curiose di andare a dare
un’occhiata più attenta al
paesino.
“Mi dispiace, ma siamo al completo” mormorò
desolata la giovane alla reception, scuotendo il
capo.
“Come al completo?!” ripeté disperata Federica,
guardando speranzosa l’addetta.
“Purtroppo questo è mese di turismo” si scusò la
donna. “Se aveste prenotato, prima...”
A quelle parole Fede lanciò un’occhiataccia a
Memi, che si fece ancor più piccola e arrossì
imbarazzata.
“Va bene” sospirò allora Federica voltandosi
nuovamente verso l’addetta alla reception.
“Grazie lo stesso” la salutò, prima di uscire
fuori dall’albergo con la sorella.
“Che si fa adesso?” domandò proprio Memi,
spaesata.
“Abbiamo praticamente girato tutti gli alberghi
in circolazione e tutti ci hanno dato la stessa
risposta: al completo!” sospirò, tentando di
riorganizzare la situazione.
“Mi dispiace...” mormorò compunta Melania,
abbassando timidamente lo sguardo. “Il fatto è
che credevo avessi prenotato già tu, per questo
io...”
“Non preoccuparti” la interruppe allora Fede,
arruffandole dolcemente i capelli. “Vedrai,
troveremo un albergo in cui stare!” le sorrise
incoraggiante.
Memi ricambiò al sorriso, grata, prima di
incamminarsi con la sorella alla ricerca di un
altro albergo a cui chiedere ospitalità. Ne
trovarono uno molto carino proprio poco distante
di lì, ma quando Fede andò a chiedere posto per
due persone (andava bene di tutto, anche una
camera con un letto solo!), nuovamente si sentì
rispondere che era tutto al completo.
Demoralizzate e con l’allegria sotto i piedi, le
due si accasciarono distrutte su una delle tante
panchine della piazza del centro, chiedendosi
cosa avessero fatto di male per meritarsi tutto
quello. Non era bastato il lungo viaggio
dall’Italia fino a Tokyo e un altro strapazzante
in treno di un paio d’ore per arrivare sino a
quel piccolo paesino rurale, no, certo, ci
voleva anche che tutti gli alberghi erano al
completo e che loro si trovavano senza una
camera in cui stare perché, per distrazione o
chicchessia, avevano dimenticato di prenotarla!
In più erano affamate come non mai e distrutte
per i due viaggi a cui erano state sottoposte e
la lunga camminata a piedi alla ricerca
disperata di un albergo. Ad aggiungersi a tutto
questo, c’erano le due enormi valigie che le
ragazze si erano portate dietro dall’Italia,
pesantissime e ingombranti!
“Sono sfinita” si lamentò Memi, distrutta.
“A chi lo dici” convenne anche Fede. “Ho le ossa
a pezzi!”
Si lasciarono sfuggire un sospiro,
contemporaneamente. Stavano ancora pensando a
come fare, quando un chiacchierio allegro attirò
le loro attenzioni. Sia Fede che Memi si
voltarono incuriosite verso il gruppetto che era
appena arrivato in piazza. Alcune ragazze
stavano ammirando entusiaste la vetrina di un
negozietto, accompagnate da un gruppo di ragazzi
che al contrario non sembravano esserne tanto
colpiti. Un giovane dai capelli neri, alto e
dalla corporatura robusta, disse qualcosa alle
ragazze che finalmente si decisero a separarsi
da quella vetrina e a proseguire. Fede e Memi
non poterono fare a meno di sorridere di fronte
agli sguardi sollevati dei ragazzi, ma rimasero
di sasso quando scorsero tra essi un giovane
dalla bellezza statuaria. I capelli neri un po’
lunghetti, gli occhi scuri e accattivanti, la
pelle olivastra...
“Oh cielo, Memi! Ma quello non è...?” non riuscì
a terminare la frase Federica, troppo
spossata.
Melania guardò più attentamente, cercando di
mettere meglio a fuoco. Ma sbiancò completamente
quando tra quei ragazzi ne riconobbe un altro,
più basso del primo e dal volto sorridente. I
capelli castano scuri erano scomposti in capo e
gli occhi neri sprizzavano allegria e
dolcezza.
“Non posso crederci...” sussurrò allibita
Melania, senza smettere di fissare le due
figure.
Fede e Memi rimasero ancora per qualche istante
immobili a fissarli. Erano sicure di non stare
sbagliando. Certo, erano passati otto anni
dall’ultima volta, ma...quei due ragazzi erano
loro, ne erano certe! Subito le due balzarono
dalla panchina sulla quale erano sedute e
iniziarono a correre verso il gruppetto,
riacquistando nuova energia.
“Danny! Danny!” gridò come una sfegatata
Melania, correndo incontro al ragazzo senza
curarsi degli sguardi attoniti delle persone
fissi su di sé.
“Danny! Mark!” la seguiva Fede, più lenta della
sorella visto che doveva portarsi dietro il peso
di ben due valigie: la sua e quella di Memi, che
per l’emozione l’aveva completamente
abbandonata.
Il gruppetto di amici si voltò incuriosito verso
le due ragazze che chiamavano a gran voce il
nome di due dei giocatori, chiedendosi cosa
potessero mai volere da loro. Danny e Mark
sembravano i più sconvolti di tutti.
Continuavano a guardare le due allibiti, senza
riuscire a trovare una risposta.
“Danny!!” esultò in un ultimo grido di enfasi
Memi quando finalmente li ebbe raggiunti,
buttandosi senza troppe cerimonie tra le braccia
di Mellow.
Il giovane arrossì appena sentendo gli sguardi
di tutti fissi su di sì, ma poi la sua
attenzione si concentrò sulla ragazza tra le sue
braccia. Si separò un po’ da lei per vederla
meglio negli occhi.
“Non può essere...” mormorò completamente
scioccato Danny, senza smettere di fissare gli
occhi marroncini della ragazza. “Memi! Sei tu!!”
la abbracciò nuovamente, riconoscendola.
Quella annuì e lo strinse di più. In quel mentre
sopraggiunse Fede, affannata ma felice.
“Mark!” esclamò non appena vide il ragazzo.
Quello la guardò ancora per un istante
perplesso. “Fede?! Federica?” fece
stralunato.
“Che bello rivederti, Mark! È passato così tanto
tempo!” non riuscì a trattenersi
dall’abbracciarlo.
Tutti i presenti rimasero piuttosto sorpresi di
vedere la tigre che ricambiava alla stretta
della ragazza, per nulla infastidito. E non
dissero nulla nemmeno quando le coppie si
invertirono, tanto erano rimasti sconvolti da
quella scena.
“Come sei cresciuto Danny!” osservò Fede rivolta
al ragazzo. “Ti ricordavo così piccolo! Ti sei
fatto proprio un bel ragazzo!”
“Eh...scusate” si fece finalmente avanti Patty,
frastornata ma intenzionata a capirci qualcosa.
“Voi...vi conoscete?”
Quasi si fossero accorte solo in quel momento
della presenza degli altri, le due nuove venute
arrossirono leggermente imbarazzate.
“Scusateci per essere piombate qui in questo
modo” mormorò impacciata Fede. “Io sono Federica
e lei è la mia sorellina Melania!” si presentò
poi, sfoderando un meraviglioso sorriso.
“Ciao!” si fece per primo avanti Tom, sorridendo
a sua volta alla fanciulla che lo aveva
stranamente colpito. “Mi chiamo Tom Becker!” si
presentò a sua volta, stringendo la mano di
entrambe le ragazze.
Fede non poté fare a meno di sorridergli grata
per averla tolta dall’impaccio. Si passò alle
presentazione e una volta che furono concluse,
Danny spiegò agli amici la situazione.
“Fede e Memi abitavano a Tokyo qualche anno fa”
spiegò. “Abbiamo fatto le elementari insieme,
per questo conoscono sia me che Mark, ma poi
loro si sono dovute trasferire in Italia.
Ma...caspita! Non mi sarei mai aspettato di
rivedervi proprio qui!” si volse nuovamente alle
due, chiaramente entusiasta.
“Beh, io e Memi avevamo deciso di concederci una
vacanza per la fine del liceo, e così abbiamo
pensato di ritornare in Giappone” chiarì
Federica.
Danny annuì e il suo sguardo si posò sulla più
piccola delle due. “Non mi avevi detto niente”
mormorò evidentemente dispiaciuto.
Memi arrossì leggermente. “Scusami, me ne sono
completamente dimenticata” farfugliò
imbarazzata.
Nonostante non si vedessero da parecchi anni,
Memi e Danny si erano tenuti comunque in
continuo contatto. Un paio di volte, poi, si
erano anche andati a trovare. Tra loro era sorta
così una splendida amicizia, forte e
duratura.
“Siete appena arrivate?” notò le valigie
Mark.
“Beh, a dire la verità no” rispose schietta
Fede. “Ecco, siamo arrivate un paio di ore fa,
ma abbiamo avuto dei problemi con l’albergo
e...”
“Che genere di problemi, se posso?” domandò
incuriosito Tom.
“Ecco...noi abbiamo dimenticato di prenotare”
rispose imbarazzata Memi, arrossendo, subito
imitata dalla sorella, di fronte agli sguardi
divertiti dei ragazzi.
“Siete sempre le solite!” esclamò trattenendo a
stento una risata Danny.
“E cosa avete intenzione di fare, ora?” domandò
apprensiva Jenny.
“In questo periodo dell’anno gli alberghi
saranno pieni di gente” osservò Philip,
ricordando che anche Furano in quella stagione
pullulava di turisti.
“Io e Memi proveremo a vedere negli alberghi
fuori paese, visto che quelli in zona sono tutti
pieni” Federica rispose alla domanda della
manager.
“Comunque dubito che troverete una camera
disponibile” si intromise Benji, con fare
saccente.
“Non essere così pessimista, Benji!” lo ammonì
Julian, lanciando poi un’occhiata fiduciosa alle
due ragazze.
Fede gli sorrise grata, mentre Memi non poté
fare a meno di arrossire nell’incrociare il suo
sguardo. Che mi succede?, si chiese
sentendo il cuore accelerare il suo battito.
“Sono solo realista, mio caro” lo corresse
Price, incrociando le braccia al petto.
“Comunque ha ragione Benji” sospirò distrutta
Memi. “Non troveremo nulla in giro”
“Ad ogni modo in qualche modo faremo!” tentò di
sdrammatizzare Fede, anche se nemmeno lei sapeva
di preciso come.
“Davvero?” le rivolse un’occhiata a metà tra lo
speranzoso e il disperato la sorella.
“Ma certo!” le sorrise incoraggiante Federica.
“Sono sicura che spostandoci in un altro paese
qualcosa troveremo!” dichiarò, ma nel momento
stesso in cui lo diceva sentì le gambe cederle
al solo pensiero.
Memi, invece, non si curò di mostrare tutta la
sua frustrazione. “Un...un altro viaggio?”
sbiancò visibilmente.
“No, non se ne parla!” si intromise a quel punto
Holly, intenzionato a fare qualcosa.
“Già” convenne anche Tom, che non voleva
assolutamente perdere la possibilità di
conoscere un po’ meglio quella graziosa
fanciulla dai capelli castani e dall’affabile
sorriso. “Se non ho capito male siete arrivate
sin qui dall’Italia” si rivolse proprio a
Federica.
“Si” annuì col capo questa, ancora spossata.
“No, un altro viaggio è fuori discussione”
proruppe deciso Oliver.
“Holly ha ragione. Sarebbe disumano!” asserì
anche Philip.
“Ma...gli alberghi sono tutti occupati e noi...”
tentò di riportarli alla ragione Fede.
“Ho un’idea!” la interruppe entusiasta
Patty.
“Sputa il rospo” la guardò diffidente Benji.
“Beh, visto che gli alberghi sono pieni e
affrontare un altro viaggio è fuori discussione”
prese a dire la manager con un sorriso sibillino
stampato in volto. “Se per voi va bene...che ne
dite di venire in albergo con noi?” le guardò
entusiasta.
“Ma, Patty” si intromise Bruce. “Non ci sono più
camere e...”
“Ma io non intendevo questo!” lo interruppe la
giovane, ricevendo occhiate interrogative da
parte di tutti. “So che è tutto pieno, perciò mi
chiedevo, se a voi fa piacere si intende, perché
non venite a stare in albergo con noi? Con me e
le altre ragazze, voglio dire. La nostra camera
è grande e ci sono ancora dei futon disponibili.
Per noi non sarà un problema dividere la stanza
con voi! Dico bene, ragazze?” si voltò verso le
sue compagne di stanza.
“Si” convenne immediatamente Evelyn. “Per noi
non è un problema”
“Patty ha ragione: la camera è grande e a noi fa
piacere dividere la camera con voi!” rivolse
loro un meraviglioso sorriso Amy.
“Anche per me va bene” annuì subito Jenny. “E
voi che ne pensate?” chiese poi alle due, che le
guardavano attonite.
“Davvero fareste questo per noi?” le guardò
speranzosa Memi, che non vedeva l’ora di
rinfrescarsi un po’.
“Non siete obbligate” mormorò invece Fede, anche
se in cuor suo sperava tanto che le ragazze non
declinassero l’offerta.
“Ma certo! Ve l’ho detto, non è un problema per
noi!” le tranquillizzò Patricia.
“Beh, allora...grazie, grazie mille!!” le
abbracciarono di slancio Fede e Memi, contente
finalmente di aver trovato un posto dove
stare.
Ciao a tutti!
Mi presento: sono Memi, la seconda autrice di
questa fanfiction! È la mia collega/“sorellina”
Fedechan a scrivere tutti i capitoli “dispari”,
compreso il precedente prologo/primo capitolo. A
me spettano invece i capitoli pari, e quindi
questo! ^__^
Mi sono divertita molto nello scrivere questo
capitolo, anche se questo è solo l’inizio! Eh
si, perché più andrà avanti la storia, più ne
vedremo delle belle! Ci sarà da divertirsi, ve
lo assicuriamo!
Mi raccomando: mandateci i vostri commenti!! Io
e Fedechan siamo curiose di sapere che ne
pensate!!
Da parte nostra, lo sapete, ci stiamo divertendo
davvero tantissimo nello scrivere questa
fanfiction! Abbiamo tantissime idee in mente e
speriamo di riuscire a metterle per iscritto il
prima possibile!
Ok, spero di sapere presto cosa ne pensate!
Baci
Memi