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Autore: Fedechan_Memi    09/01/2005    1 recensioni
I nostri eroi, finito il liceo, decidono di concedersi una bella vacanza...e faranno nuove conoscenze!!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vacanza

LA VACANZA
di Memi e Fedechan


Capitolo 2: Gli anni cambiano...ma le persone no!



“Patty!! Muoviti!!” delle urla poco pazienti sopraggiunsero fino alla camera al secondo piano della manager che, di tutta fretta, afferrò la sua valigia e si precipitò di sotto.
Ok, ammetteva che aveva fatto un po’ tardi, ma a Benji sembrava il caso di gridare come un forsennato sotto casa sua solo per questo, mettendo seriamente a rischio la sua incolumità con i vicini?
“Forza Patty! Aspettiamo solo te!” di nuovo Benji la richiamò dalla strada.
Accanto a lui Tom scosse il capo sconsolato, mentre Holly cercava di tenere a bada una vicina dall’aria minacciosa che stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di fare fuori quello scalmanato che aveva preso a gridare come un forsennato alle tre del pomeriggio, senza tener conto che magari qualcuno poteva stare dormendo a quell’ora!
Andiamo, Patty…o questa signora non ci penserà due volte a fare fuori sia me che Benji! Holly guardò con insistenza la porta di casa di Patricia, sperando che magari la ragazza si desse una mossa. Ormai la signora che stava cercando di calmare, era partita in quarta e se Benji non si sarebbe azzittito all’istante, la vacanza l’avrebbero passata in gattabuia, altro che alle terme! Quasi avesse udito la sua muta preghiera, la porta di casa Gatsby si aprì e da essa fece capolino una giovane dai corti capelli neri.
“Si, mamma, non preoccuparti!” si rivolse all’interno dell’abitazione.
“Era ora!” non tardò ad arrivare il commento di Benji, seccato.
Patty per tutta risposta gli lanciò un’occhiataccia e si avvicinò a loro senza più degnarlo di uno sguardo.
“Ciao Tom!” salutò con un sorriso al centrocampista nipponico.
In quel momento sopraggiunse Holly che, dimostrando tutte le sue qualità retoriche, era riuscito a convincere la famosa donna a non chiamare la polizia.
“Patty, se tardavi un altro minuto, ero costretto a commettere un omicidio!” accennò a Benji.
“Tsk!” fece per tutta risposta quello, per nulla intimorito.
Patricia arrossì imbarazzata a quelle parole. “Sc...scusa, mi dispiace...” farfugliò impacciata.
“L’importante è che ora sei qui” le sorrise Holly, prendendo la sua di valigia e facendo per avviarsi.
Patty sentì le guance infiammarsi a quel sorriso e il cuore batterle un po’ più forte nel petto. Sperò che il ragazzo non se ne fosse accorto, ma il capitano era ormai partito alla volta della stazione ferroviaria. Sospirando sollevata, Patricia lo seguì.


“Insomma, ma quando vengono?!” sbottò Mark Lenders seccato di aspettare.
Accanto a lui Amy non poté fare a meno di sorridere divertita. “Vedrai che saranno qui a momenti!” tentò di tranquillizzarlo.
Quasi li avesse invocati, la porta della stazione ferroviaria di Tokyo si aprì e quattro ragazzi dall’aria trafelata fecero la loro comparsa.
“Finalmente!” li accolse minaccioso Mark, gettando ai quattro un’occhiata poco raccomandabile.
“Prenditela con lei!” sbottò subito Benji, indicando Patty che arrossì violentemente. “Ci ha fatto aspettare un secolo prima di scendere!”
“Io...” tentò di giustificarsi Patty, ma in suo accorso venne fortunatamente Evelyn.
“Su, andiamo adesso!” intervenne la manager. “Altrimenti rischiamo di perdere il treno!”
“Si” furono tutti d’accordo.
L’ultimo della coda era proprio Bruce, che sembrava più andare a un funerale che in vacanza!
“Coraggio, Bruce!” gli tirò un’affettuosa pacca sulla spalla Danny Mellow. “Su col morale!”
“Parli bene tu” fece il muso Bruce. “Mica devi sgobbare arrivato a destinazione!”
Saliti sul treno, si sistemarono in uno scomparto vuoto e presto si ritrovarono in viaggio verso l’albergo termale della famiglia Harper. Patty e Amy furono le prime a crollare tra le braccia di Morfeo, seguite a ruota da uno stanchissimo Philip e da un’altrettanto a pezzi Jenny. La giovane era ritornata appena l’anno prima dall’America, ma da allora ancora non aveva avuto il coraggio di dichiararsi al suo amato capitano.
Anche Benji, seminascosto dal cappellino, si addormentò poco dopo e lo stesso fecero accanto a lui Bruce e Evelyn, che si mise comoda tra le braccia dell’amato difensore. Julian e Holly rimasero a chiacchierare con gli altri ancora un altro po’, poi si addormentarono a loro volta a un’oretta dalla partenza. Gli unici che riuscirono a resistere per tutte le due ore e mezza del viaggio, furono Tom Becker, Danny Mellow e Mark Lenders.
“Accidenti, sono crollati tutti!” osservò divertito Mellow, accennando ai compagni.
Di fronte a lui Tom annuì. “E guarda Julian e Holly!” accennò ai due che, senza accorgersene, avevano finito per addormentarsi l’uno sull’altro.
“Che fai?” domandò il numero undici della Nazionale poco dopo, notando che Danny stava frugando con insistenza nella sua borsa.
“Sto cercando...eccola!” ne estrasse tutto soddisfatto la sua macchina fotografica.
Tom lo guardò divertito mentre l’altro si divertiva a fotografare i due amici, che, ignari di tutto, continuavano a dormire beati l’uno tra le braccia dell’altro.
“Questa foto varrà un sacco di soldi un giorno!” assicurò Danny soddisfatto, quando si fu rimesso a sedere. “Ehi Mark?” si voltò poi verso l’amico, che se ne stava al suo fianco con gli occhi chiusi e le braccia incrociate.
Danny lo guardò perplesso, chiedendosi se per caso non stesse dormendo. Si voltò verso Tom come per chiedere a lui, ma quello scosse le spalle, ignorando anche lui la risposta alla muta domanda di Mellow. Danny, allora, ritornò a voltarsi verso Mark e subito un’idea gli balenò alla mente. Prese la macchina fotografica e la puntò sulla tigre, pronto a fotografarlo, quando una mano afferrò non troppo gentilmente l’oggetto.
“Non ti permettere” lo fulminò con lo sguardo Mark, che non stava dormendo per niente.
Danny tentò di dire qualcosa, ma di fronte alla sua occhiata le parole gli morirono in gola. Decise quindi che era meglio stare zitto. L’unico che sembrava veramente divertito da tutta quella storia, era Tom, che stava faticando non poco a non scoppiare in una fragorosa risata.


“Bruce, questo posto è davvero tuo?” Benji, così come tutti gli altri, era rimasto allibito di fronte all’albergo termale dove li aveva portati l’amico.
“Certo che si!” rispose inorgoglito Bruce, gonfiando il petto sotto le risatine divertite degli amici. “Venite, entriamo!”
I ragazzi seguirono Harper all’interno dell’albergo termale. L’edificio si estendeva su appena due piani, ma era piuttosto spazioso e accogliente. Da subito si percepì l’aria familiare che si respirava all’interno dell’alberghetto, interamente costruito in muratura.
“Bruce!” lo accolse la madre non appena lo vide. “Evelyn, tesoro, che piacere rivederti!” il suo sguardo si posò poi sulla ragazza, che abbozzò un imbarazzato sorriso mentre la donna la abbraccia affettuosamente.
“Ehm...mamma?” tentò di richiamare la sua attenzione Bruce, altrettanto imbarazzato.
“Eh?” lo guardò perplessa la donna, senza capire. “Oh, si certo!” ricordò di fronte all’occhiata eloquente del figlio.
La signora Harper andò dietro al banco della reception e prese alcuni mazzi di chiavi che poi porse a Bruce.
“Ecco, queste sono le chiavi delle vostre stanze” spiegò con un sorriso. “Purtroppo sono solo due, perché l’albergo è pieno in questo periodo dell’anno. Però sono entrambe molto grandi e ci sono i futon nell’armadio!”
Bruce le prese e fece cenno agli altri di seguirlo al piano superiore. L’albergo era disposto secondo i canoni giapponesi, con i futon come letto che davano la possibilità a un maggior numero di persone di dormire in una stessa camera. Tuttavia, come ben presto notarono i ragazzi, in ogni camera erano stati predisposti una tv, un grosso e capiente armadio, un piccolo divanetto e un tavolino basso con dei cuscini per sedersi.
“Questa è la camera delle ragazze” diede loro le chiavi Bruce. “In questa, invece, staremo noi ragazzi” accennò alla camera più avanti.
Tutti annuirono, poi il gruppo si divise. Una volta nella propria camera, ognuno si mise più comodo. Le ragazze si misero a disfare le valigie, mentre i ragazzi si impossessarono immediatamente del televisore e del divanetto. Ma siccome erano otto a dividere la stessa camera, ben preso scoppiò una baruffa su cosa si dovesse vedere. Fu Holly a mettere fine alla discussione, facendo la cosa che più gli parve razionale in quel momento: spegnere la tv. Logicamente gli altri ragazzi non furono d’accordo sulla decisione presa dall’amico, specie Benji che si stava praticamente avventando contro l’amico se non fosse intervenuto tempestivamente Tom a sedare gli animi.
“Coraggio, ragazzi” tentò di placare i fin troppo turbolenti amici. “Che ne dite di scendere in paese? Possiamo vedere la tv più tardi” propose, non sapendo più che pesci pigliare.
“Perché no?” per sua enorme fortuna tutti i ragazzi parvero entusiasmarsi all’idea e ben presto la tv venne dimenticata.
“Potremo dire anche alle ragazze se vogliono venire con noi” suggerì Philip, che non vedeva l’ora di trascorrere un po’ di tempo con la sua adorata manager.
“Si mi sembra un’ottima idea!” si affrettò a dire Julian, anche lui contento della cosa.
E così fecero. Logicamente le ragazze furono subito entusiaste all’idea di visitare il paese. L’avevano intravisto poco prima, al loro arrivo, quando erano state costrette a superarlo per arrivare sin lì, e non vedevano l’ora di visitarlo come si doveva! Era parso loro come uno di quei villaggi caratteristici del Giappone, con le casette a punta e i negozietti pieni di cose carine da vedere e acquistare. Per questo erano curiose di andare a dare un’occhiata più attenta al paesino.



“Mi dispiace, ma siamo al completo” mormorò desolata la giovane alla reception, scuotendo il capo.
“Come al completo?!” ripeté disperata Federica, guardando speranzosa l’addetta.
“Purtroppo questo è mese di turismo” si scusò la donna. “Se aveste prenotato, prima...”
A quelle parole Fede lanciò un’occhiataccia a Memi, che si fece ancor più piccola e arrossì imbarazzata.
“Va bene” sospirò allora Federica voltandosi nuovamente verso l’addetta alla reception. “Grazie lo stesso” la salutò, prima di uscire fuori dall’albergo con la sorella.
“Che si fa adesso?” domandò proprio Memi, spaesata.
“Abbiamo praticamente girato tutti gli alberghi in circolazione e tutti ci hanno dato la stessa risposta: al completo!” sospirò, tentando di riorganizzare la situazione.
“Mi dispiace...” mormorò compunta Melania, abbassando timidamente lo sguardo. “Il fatto è che credevo avessi prenotato già tu, per questo io...”
“Non preoccuparti” la interruppe allora Fede, arruffandole dolcemente i capelli. “Vedrai, troveremo un albergo in cui stare!” le sorrise incoraggiante.
Memi ricambiò al sorriso, grata, prima di incamminarsi con la sorella alla ricerca di un altro albergo a cui chiedere ospitalità. Ne trovarono uno molto carino proprio poco distante di lì, ma quando Fede andò a chiedere posto per due persone (andava bene di tutto, anche una camera con un letto solo!), nuovamente si sentì rispondere che era tutto al completo. Demoralizzate e con l’allegria sotto i piedi, le due si accasciarono distrutte su una delle tante panchine della piazza del centro, chiedendosi cosa avessero fatto di male per meritarsi tutto quello. Non era bastato il lungo viaggio dall’Italia fino a Tokyo e un altro strapazzante in treno di un paio d’ore per arrivare sino a quel piccolo paesino rurale, no, certo, ci voleva anche che tutti gli alberghi erano al completo e che loro si trovavano senza una camera in cui stare perché, per distrazione o chicchessia, avevano dimenticato di prenotarla! In più erano affamate come non mai e distrutte per i due viaggi a cui erano state sottoposte e la lunga camminata a piedi alla ricerca disperata di un albergo. Ad aggiungersi a tutto questo, c’erano le due enormi valigie che le ragazze si erano portate dietro dall’Italia, pesantissime e ingombranti!
“Sono sfinita” si lamentò Memi, distrutta.
“A chi lo dici” convenne anche Fede. “Ho le ossa a pezzi!”
Si lasciarono sfuggire un sospiro, contemporaneamente. Stavano ancora pensando a come fare, quando un chiacchierio allegro attirò le loro attenzioni. Sia Fede che Memi si voltarono incuriosite verso il gruppetto che era appena arrivato in piazza. Alcune ragazze stavano ammirando entusiaste la vetrina di un negozietto, accompagnate da un gruppo di ragazzi che al contrario non sembravano esserne tanto colpiti. Un giovane dai capelli neri, alto e dalla corporatura robusta, disse qualcosa alle ragazze che finalmente si decisero a separarsi da quella vetrina e a proseguire. Fede e Memi non poterono fare a meno di sorridere di fronte agli sguardi sollevati dei ragazzi, ma rimasero di sasso quando scorsero tra essi un giovane dalla bellezza statuaria. I capelli neri un po’ lunghetti, gli occhi scuri e accattivanti, la pelle olivastra...
“Oh cielo, Memi! Ma quello non è...?” non riuscì a terminare la frase Federica, troppo spossata.
Melania guardò più attentamente, cercando di mettere meglio a fuoco. Ma sbiancò completamente quando tra quei ragazzi ne riconobbe un altro, più basso del primo e dal volto sorridente. I capelli castano scuri erano scomposti in capo e gli occhi neri sprizzavano allegria e dolcezza.
“Non posso crederci...” sussurrò allibita Melania, senza smettere di fissare le due figure.
Fede e Memi rimasero ancora per qualche istante immobili a fissarli. Erano sicure di non stare sbagliando. Certo, erano passati otto anni dall’ultima volta, ma...quei due ragazzi erano loro, ne erano certe! Subito le due balzarono dalla panchina sulla quale erano sedute e iniziarono a correre verso il gruppetto, riacquistando nuova energia.
“Danny! Danny!” gridò come una sfegatata Melania, correndo incontro al ragazzo senza curarsi degli sguardi attoniti delle persone fissi su di sé.
“Danny! Mark!” la seguiva Fede, più lenta della sorella visto che doveva portarsi dietro il peso di ben due valigie: la sua e quella di Memi, che per l’emozione l’aveva completamente abbandonata.
Il gruppetto di amici si voltò incuriosito verso le due ragazze che chiamavano a gran voce il nome di due dei giocatori, chiedendosi cosa potessero mai volere da loro. Danny e Mark sembravano i più sconvolti di tutti. Continuavano a guardare le due allibiti, senza riuscire a trovare una risposta.
“Danny!!” esultò in un ultimo grido di enfasi Memi quando finalmente li ebbe raggiunti, buttandosi senza troppe cerimonie tra le braccia di Mellow.
Il giovane arrossì appena sentendo gli sguardi di tutti fissi su di sì, ma poi la sua attenzione si concentrò sulla ragazza tra le sue braccia. Si separò un po’ da lei per vederla meglio negli occhi.
“Non può essere...” mormorò completamente scioccato Danny, senza smettere di fissare gli occhi marroncini della ragazza. “Memi! Sei tu!!” la abbracciò nuovamente, riconoscendola.
Quella annuì e lo strinse di più. In quel mentre sopraggiunse Fede, affannata ma felice.
“Mark!” esclamò non appena vide il ragazzo.
Quello la guardò ancora per un istante perplesso. “Fede?! Federica?” fece stralunato.
“Che bello rivederti, Mark! È passato così tanto tempo!” non riuscì a trattenersi dall’abbracciarlo.
Tutti i presenti rimasero piuttosto sorpresi di vedere la tigre che ricambiava alla stretta della ragazza, per nulla infastidito. E non dissero nulla nemmeno quando le coppie si invertirono, tanto erano rimasti sconvolti da quella scena.
“Come sei cresciuto Danny!” osservò Fede rivolta al ragazzo. “Ti ricordavo così piccolo! Ti sei fatto proprio un bel ragazzo!”
“Eh...scusate” si fece finalmente avanti Patty, frastornata ma intenzionata a capirci qualcosa. “Voi...vi conoscete?”
Quasi si fossero accorte solo in quel momento della presenza degli altri, le due nuove venute arrossirono leggermente imbarazzate.
“Scusateci per essere piombate qui in questo modo” mormorò impacciata Fede. “Io sono Federica e lei è la mia sorellina Melania!” si presentò poi, sfoderando un meraviglioso sorriso.
“Ciao!” si fece per primo avanti Tom, sorridendo a sua volta alla fanciulla che lo aveva stranamente colpito. “Mi chiamo Tom Becker!” si presentò a sua volta, stringendo la mano di entrambe le ragazze.
Fede non poté fare a meno di sorridergli grata per averla tolta dall’impaccio. Si passò alle presentazione e una volta che furono concluse, Danny spiegò agli amici la situazione.
“Fede e Memi abitavano a Tokyo qualche anno fa” spiegò. “Abbiamo fatto le elementari insieme, per questo conoscono sia me che Mark, ma poi loro si sono dovute trasferire in Italia. Ma...caspita! Non mi sarei mai aspettato di rivedervi proprio qui!” si volse nuovamente alle due, chiaramente entusiasta.
“Beh, io e Memi avevamo deciso di concederci una vacanza per la fine del liceo, e così abbiamo pensato di ritornare in Giappone” chiarì Federica.
Danny annuì e il suo sguardo si posò sulla più piccola delle due. “Non mi avevi detto niente” mormorò evidentemente dispiaciuto.
Memi arrossì leggermente. “Scusami, me ne sono completamente dimenticata” farfugliò imbarazzata.
Nonostante non si vedessero da parecchi anni, Memi e Danny si erano tenuti comunque in continuo contatto. Un paio di volte, poi, si erano anche andati a trovare. Tra loro era sorta così una splendida amicizia, forte e duratura.
“Siete appena arrivate?” notò le valigie Mark.
“Beh, a dire la verità no” rispose schietta Fede. “Ecco, siamo arrivate un paio di ore fa, ma abbiamo avuto dei problemi con l’albergo e...”
“Che genere di problemi, se posso?” domandò incuriosito Tom.
“Ecco...noi abbiamo dimenticato di prenotare” rispose imbarazzata Memi, arrossendo, subito imitata dalla sorella, di fronte agli sguardi divertiti dei ragazzi.
“Siete sempre le solite!” esclamò trattenendo a stento una risata Danny.
“E cosa avete intenzione di fare, ora?” domandò apprensiva Jenny.
“In questo periodo dell’anno gli alberghi saranno pieni di gente” osservò Philip, ricordando che anche Furano in quella stagione pullulava di turisti.
“Io e Memi proveremo a vedere negli alberghi fuori paese, visto che quelli in zona sono tutti pieni” Federica rispose alla domanda della manager.
“Comunque dubito che troverete una camera disponibile” si intromise Benji, con fare saccente.
“Non essere così pessimista, Benji!” lo ammonì Julian, lanciando poi un’occhiata fiduciosa alle due ragazze.
Fede gli sorrise grata, mentre Memi non poté fare a meno di arrossire nell’incrociare il suo sguardo. Che mi succede?, si chiese sentendo il cuore accelerare il suo battito.
“Sono solo realista, mio caro” lo corresse Price, incrociando le braccia al petto.
“Comunque ha ragione Benji” sospirò distrutta Memi. “Non troveremo nulla in giro”
“Ad ogni modo in qualche modo faremo!” tentò di sdrammatizzare Fede, anche se nemmeno lei sapeva di preciso come.
“Davvero?” le rivolse un’occhiata a metà tra lo speranzoso e il disperato la sorella.
“Ma certo!” le sorrise incoraggiante Federica. “Sono sicura che spostandoci in un altro paese qualcosa troveremo!” dichiarò, ma nel momento stesso in cui lo diceva sentì le gambe cederle al solo pensiero.
Memi, invece, non si curò di mostrare tutta la sua frustrazione. “Un...un altro viaggio?” sbiancò visibilmente.
“No, non se ne parla!” si intromise a quel punto Holly, intenzionato a fare qualcosa.
“Già” convenne anche Tom, che non voleva assolutamente perdere la possibilità di conoscere un po’ meglio quella graziosa fanciulla dai capelli castani e dall’affabile sorriso. “Se non ho capito male siete arrivate sin qui dall’Italia” si rivolse proprio a Federica.
“Si” annuì col capo questa, ancora spossata.
“No, un altro viaggio è fuori discussione” proruppe deciso Oliver.
“Holly ha ragione. Sarebbe disumano!” asserì anche Philip.
“Ma...gli alberghi sono tutti occupati e noi...” tentò di riportarli alla ragione Fede.
“Ho un’idea!” la interruppe entusiasta Patty.
“Sputa il rospo” la guardò diffidente Benji.
“Beh, visto che gli alberghi sono pieni e affrontare un altro viaggio è fuori discussione” prese a dire la manager con un sorriso sibillino stampato in volto. “Se per voi va bene...che ne dite di venire in albergo con noi?” le guardò entusiasta.
“Ma, Patty” si intromise Bruce. “Non ci sono più camere e...”
“Ma io non intendevo questo!” lo interruppe la giovane, ricevendo occhiate interrogative da parte di tutti. “So che è tutto pieno, perciò mi chiedevo, se a voi fa piacere si intende, perché non venite a stare in albergo con noi? Con me e le altre ragazze, voglio dire. La nostra camera è grande e ci sono ancora dei futon disponibili. Per noi non sarà un problema dividere la stanza con voi! Dico bene, ragazze?” si voltò verso le sue compagne di stanza.
“Si” convenne immediatamente Evelyn. “Per noi non è un problema”
“Patty ha ragione: la camera è grande e a noi fa piacere dividere la camera con voi!” rivolse loro un meraviglioso sorriso Amy.
“Anche per me va bene” annuì subito Jenny. “E voi che ne pensate?” chiese poi alle due, che le guardavano attonite.
“Davvero fareste questo per noi?” le guardò speranzosa Memi, che non vedeva l’ora di rinfrescarsi un po’.
“Non siete obbligate” mormorò invece Fede, anche se in cuor suo sperava tanto che le ragazze non declinassero l’offerta.
“Ma certo! Ve l’ho detto, non è un problema per noi!” le tranquillizzò Patricia.
“Beh, allora...grazie, grazie mille!!” le abbracciarono di slancio Fede e Memi, contente finalmente di aver trovato un posto dove stare.




Ciao a tutti!
Mi presento: sono Memi, la seconda autrice di questa fanfiction! È la mia collega/“sorellina” Fedechan a scrivere tutti i capitoli “dispari”, compreso il precedente prologo/primo capitolo. A me spettano invece i capitoli pari, e quindi questo! ^__^
Mi sono divertita molto nello scrivere questo capitolo, anche se questo è solo l’inizio! Eh si, perché più andrà avanti la storia, più ne vedremo delle belle! Ci sarà da divertirsi, ve lo assicuriamo!
Mi raccomando: mandateci i vostri commenti!! Io e Fedechan siamo curiose di sapere che ne pensate!! Da parte nostra, lo sapete, ci stiamo divertendo davvero tantissimo nello scrivere questa fanfiction! Abbiamo tantissime idee in mente e speriamo di riuscire a metterle per iscritto il prima possibile!
Ok, spero di sapere presto cosa ne pensate!
Baci
Memi

  
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