Voglio la nebbia sui miei pensieri
che quando arrivano ti caricano sul retro del furgone
e ti portano via mentre sei bendata, imbavagliata
chiederanno come riscatto un segno o un gesto
non male interpretabile dell'amore di una madre
e si sorprenderanno quando sarò io a pagarlo
perchè ho imprato poco prima di voler concludere
ed era tutto riguardo la cura e la pazienza
e l'ascolto mentre tutti urlavano che avevano capito
e io che non avevo capito niente ma volevo risolvere
ogni cosa incastrata, ogni cosa annodata
stretta alle contraddizioni e nelle intercapedini delle incomprensioni
guardavo la sfinge negli occhi e le chiedevo venia
perchè credevo che fossero speciali le persone
che potevano risponderle
mentre siamo tutti ingenui persi che camminiamo
e decidiamo che abbiamo una possibilità di vincere
sarà un futuro lontano a salutarti
molto dopo che mi avrai vista l'ultima volta
sarà un lontano passato a raccontarmi
che la storia che stavo scrivendo era priva di una trama
e i personaggi sagome trasparenti senza personalità
che mi hanno accompagnata tra i sassi e la terra fradicia
dopo il temporale, tra l'erba non tagliata
e le tane dei grilli neri nella terra
fino a dimenticare che il sole
che aveva vinto il nero dei cieli
mi aveva bruciato la schiena e senza sentire il dolore
di non avere più la pelle a contenere l'anima
che non era attaccata come nelle favole
e ora se n'è andata perchè lei può decidere
e sono diventata un altro nodo stretto
irrigidito dal freddo e dal sale del porto d'inverno
che le barche hanno la nausea
perchè il vento le disgusta e non possono farci niente