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Autore: La figlia di Ade    03/08/2014    0 recensioni
Samarila è un regno enorme e bellissimo, ma il suo re è un uomo perfido e severo; è così senza cuore che quando sua moglie muore dando alla luce una bimba, il suo unico pensiero e ammazzarla... fino a quando questa non inizia a piangere lacrime di luce, che possono donare l'immortalità. L'uomo decide di nascondere la bimba e rubare un nuovo futuro erede e dichiararlo come suo. Questo verrà cresciuto come un giovane principe, fino a quando, compiuti 20 anni, non scopre la vera principessa nascosta in uno dei palazzi del padre...
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 anni prima

 Quando il re si guardò allo specchio non poté fare a meno di notare quanto il suo giovane e bel viso si fosse deturpato e raggrinzito. Vide un’aria stanca nei suoi occhi ambrati e di colpo si sentì addosso tutto il peso di quegli anni passati a governare il Samarila.
 Samarila era il regno più grande che si fosse visto da quelle parti. Si ergeva su una serie di splendide colline e, quando il sole baciava le sue splendide curve, non poteva fare a meno di fermarsi il più a lungo possibile. Era un regno bello, grande, importante e ricco, ma c’era un difetto, grande perfino più del delle guerre, dei campi di grano e anche del regno stesso, ed era un difetto che rendeva Samarila un posto poco abitabile, quasi forzato… perché, dovete sapere, che a governare lì era la cattiveria. Era un regno conservatore e rabbioso, ma era anche perfido, perfido come il suo re. Re Febo, si sentiva come se l’intero mondo fosse sotto il suo comando. Secondo il suo importante parere, lui stesso era perfetto, nella sua potenza, gloria e bellezza. Amava il sangue e vedere soffrire tutti coloro che gli andavano scomodi. Passò la sua vita a invadere i regni altrui, a schiavizzarne gli abitanti e a non provare pena per nessuno. Ma un avvenimento cambiò le carte in tavola, perché un giorno il re pieno d’odio si guardò allo specchio e vide che non era ormai rimasto nulla della sua antica bellezza, ma l’unica cosa che rimase fu l’odio represso che ormai si portava sulle spalle da troppo tempo. Si guardò allo specchio e capì che c’era bisogno di qualcuno che governasse il suo regno quando lui non ci sarebbe stato più, c’era bisogno di un erede. Quando diede l’annuncio, molte donne si proposero, ma nessuna di loro aveva i requisiti giusti. Perlustrò il suo regno da cima a fondo, cercando una donna che avesse eleganza, ma allo stesso tempo forza; che avesse i fianchi larghi in cui la sua prole sarebbe cresciuta bene, la pelle bianca come quella degli dei e le labbra rosse. Alcune donne somigliavano alla donna descritta da Febo, ma nessuna di loro fu mai la prescelta. Il re si era ormai arreso quando le sue guardie fecero entrare nella sala del trono la donna perfetta. I due uomini le stringevano le braccia, mentre lei si dimenava, fino a quando non cadde in ginocchio a terra e alzò lo sguardo verso Febo.
 “L’abbiamo sorpresa a rubare nel suo giardino” disse una delle guardie;
“Decapitazione prevista per domani” concluse l’altra, fredda. Il re guardò a lungo la donna prima di dichiarare che non sarebbe stata decapitata, ma che il giorno dopo aveva un altro impegno: il suo matrimonio… con lui. Bastò alzare i suoi occhi neri che il re si innamorò di lei, Rossella. Avrà avuto si o no poco più di una ventina d’anni, aveva la pelle candida, i fianchi larghi e perfino le labbra rosse. Era una donna molto bella, dallo sguardo furbo, le mani piccole, gli occhi neri da gatto e i capelli biondi lunghissimi e spettinati. Al matrimonio, le ancelle la vestirono con un abito fatto d’oro e con delle scarpette di corallo. Fin da subito fu l’invidia di tutte le donne del regno e il desiderio di tutti gli uomini. Però, per quanto si parlasse di lei, nessuno sapeva da dove venisse. C’è chi diceva che fosse scappata da una prigione, c’è chi diceva che fosse un pirata e c’è perfino chi diceva che praticasse la magia nera. Ma, in realtà nessuno sapeva davvero chi era. Dopo il matrimonio, il regno entrò in festa e per sette giorni tutti indossarono i loro abiti migliori e, per sette giorni, il re fecondò la ormai nuova regina. Passati nove mesi, la regina Rossella morì diede al mondo una bambina dai riccioli biondi e gli occhi ambrati e il re, scontento, volle farla affogare nel lago. Quando fu annunciata la morte della moglie, l’uomo decise di non avere figli con nessun’altra donna perché troppo innamorato della regina e disse alle guardie di lasciare in vita la bambina, perché unico ricordo della donna; ma, in realtà, quando rimase la prima volta con la figlia, questa pianse forte e dai suoi occhi uscirono lacrime di luce. L’uomo rimase turbato e assaggiò le lacrime mettendosele sulle labbra. Queste avevano un sapore amaro, ma fecero sentire più forte e giovane il re e bastò questo a fargli capire che grande dono era quella bimba. Ma, capì che non poteva dichiarare di aver dato alla luce una femmina e, se sarebbe morto, non poteva lasciare il regno a una donna, allora decise di nascondere la bimba in uno dei suoi palazzi e di farla crescere dalle ancelle, poi decise di mandare i suoi servi a procurargli un erede. Quando la sera dopo questi fecero ritorno, portarono con loro un bimbo dalla pelle olivastra e le mani grandi, il re soddisfatto fece uccidere i genitori e crebbe il bimbo come sua prole. 
  
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