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Autore: _Believeinyourdreams    03/08/2014    5 recensioni
Due ragazzi molto diversi all'apparenza, che scopriranno ben presto di avere molto in comune.
I protagonisti di questa storia sono Lali e Peter, due giovani ragazzi che non si sono mai innamorati.
Ci saranno parecchi colpi di scena, tante scoperte, e tanti personaggi entusiasmanti.
Leggete e non ve ne pentirete.
Vi svelo un segreto: è una storia mista tra oned e teen angels.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI
-capitolo nove-

La sveglia suonò precisamente alle sette, dovevo affrontare il primo giorno di scuola.
Amavo andare a scuola, studiare e avere buoni voti, ma mai come questa mattina avrei preferito restare a letto per tutta la giornata o, meglio ancora, per sempre.
Mia nonna mi chiamò circa cento volte da quando avevo aperto gli occhi, ricordandomi che se non volevo arrivare in ritardo il primo giorno dovevo sbrigarmi. Fortuna che la scuola si trovava a due passi da casa o sarei stata costretta a svegliarmi ogni mattina alle sei per prendere l’autobus.

“Vado a scuola, a dopo.” Dissi a mia nonna prima di prendere un cornetto e uscire di casa.

L’aria fresca di prima mattina era sempre piacevole. Se avessi avuto un telefono, in questo momento mi sarei infilata sicuramente le cuffie e alzato il cappuccio come fanno molti, anzi tutti gli adolescenti della mia età.

“Buongiorno.”

Nella segreteria c’era una signora giovane, stava leggendo un giornale e solo dopo aver ripetuto ‘buongiorno’ circa cinque volte, si accorse di me.

“Posso aiutarti in qualche modo?” disse finalmente, posando il giornale sulla scrivania.

“Sono nuova e avrei bisogno degli orari delle lezioni.”

Ci fu un minuto di silenzio finché non prese un registro abbastanza grande e dalle condizioni molto vecchio e si rivolse a me.

“Cognome?” Mi chiese mentre s’infilava un paio d’occhiali blu abbinati alla maglia. Sarà una coincidenza.

“Esposito, mi chiamo Mariana Esposito.”

Finalmente dopo quasi un quarto d’ora passati in quella stanza con un’aria abbastanza tesa e quella signora abbastanza NON-simpatica da farmi ritornare lì dentro, me ne uscì con un foglio, un paio di libri e le chiavi del mio armadietto ‘124’.

“101..102..106..110..” Cercavo disperatamente il mio armadietto, i libri iniziavano a pesare, anche se ne erano pochi, ma sembrava esser scomparso .

“Eccolo.” Dissi tra me e me fermandomi accanto ad un armadietto grigio con un piccolo lucchetto.
Posai il materiale all’interno e guardai il foglio che mi aveva dato la ‘simpatica’ segretaria.

Prima ora: Libera.’ Iniziamo bene. Se solo sapessi se in questa scuola ci fosse una caffetteria, o qualcosa in cui passare del tempo ci andrei sicuramente. Dalla simpaticona non ci ritorno per chiedere informazioni, così non mi resta che esplorare la scuola.
Dopo aver scoperto che questa scuola è molto più grande di quanto sembra, che ospita due palestre, una biblioteca, vari laboratori e una piccola caffetteria
e proprio mentre sembrava che la giornata stesse andando un po’ meglio rispetto a questa mattina, dovetti rimangiarmi le parole non appena incontrai ‘quel gruppo’. Come si chiameranno? Viziati forever? Sicuramente.
Mentre pensavo che sono una pessima ideatrice di nome per gruppi o altro, mi scappò una risata che fece accorgere loro della mia presenza. Brava Lali, complimenti.

“Guarda guarda chi abbiamo qui.” Disse la ragazza che era incollata a Peter ieri. Ma che problemi ha.. Non può lasciarmi in pace e continuare a smaltarsi le unghie o che ne so riempirsi ancora di più di trucco per coprire quella faccia da cammello che si ritrova. Sono stata troppo cattiva? Non penso.

“Problemi?”

Non ero quel tipo di persona che cerca litigi, soprattutto a scuola. Ma loro tiravano fuori il mio lato peggiore e irrazionale e quando rispondevo, non sapevo neanche io cosa dicevo fino a quando le parole lasciavano la mia bocca e magari me ne pentivo subito dopo.

“Oh, la contadinella sa anche rispondere.” Disse ridendo insieme alle amiche e facendo ridere anche i ragazzi. Peter non c’era, e mi meraviglio di come non sia incollato alla sua cammella, cioè ragazza..

“A differenza tua, ho un cervello.” Risposi e feci per andarmene ma la ragazza di cui non so il nome e tantomeno m’interessa mi afferrò per la coda facendomi cadere.

“Lasciami.” Urlai. Mi stava facendo male e non riuscivo a liberarmi.

“Zitta o ti faccio ancora più male.” Rispose con un’aria divertita. Gli altri guardavano come mi faceva male senza dire una parola. L’avrei presa a calci in faccia se solo fossi stata come lei.

“Candela, lasciala.” Sentì dire.. Era la sua voce.

“Peter, ci stiamo solo divertendo.” Disse con una vocina fastidiosa facendo ridere per l’ennesima volta tutti tranne me e Peter.

“Ti ho detto di lasciarla.” Disse Peter alzando un po’ la voce. Candy,Calendula, Candela o come cavolo si chiamava mi lasciò e mi ci volle tutta la volontà che avevo per non piangere e rendermi ridicola davanti a loro.

“Me la pagherai, te lo giuro.”
Le dissi prima di scappare via. Non sapevo dove andare, ma sarei stata sicuramente lontana da Peter e il suo gruppo di amici. Sembra che quei mesi passati insieme non siano mai esistiti. E’ cambiato tantissimo, non è più quel ragazzo che mi prendeva in giro per non aver mai dato un bacio, che la mattina veniva a svegliarmi buttandomi un secchio d’acqua addosso, che mi rincorreva con la pittura addosso mentre facevamo i lavori al negozio. Non è più lui, o è sempre stato così ed io non me ne sono mai resa conto.

La più brutta ora della mia vita stava per terminare, e dopo aver bevuto due frullati, mi diressi verso l’aula di Filosofia e arrivai con dieci minuti d’anticipo come sempre e mi sedetti al primo banco aspettando il professore e il resto della classe che entrarono quindici minuti più tardi.

“Buongiorno ragazzi.” Disse il professore, non era né tanto giovane né tanto anziano, sulla cinquantina direi.

“Buongiorno” disse in coro la maggior parte della classe. Eravamo in tutto ventidue, giusto undici maschi e undici femmine. Ogni classe era divisa così.

Il professore iniziò a fare l’appello, e solo quando pronunciò ‘Lanzani’ mi accorsi che facevamo parte dello stesso corso e chi sa in quali altre materie avrei dovuto sopportarlo. Sentì un ‘presente’ udibile a mala pena provenire dal fondo della classe, mi girai d’istinto e i miei occhi incontrarono i suoi, distolsi subito lo sguardo girandomi verso il professore e mi schiaffeggiai mentalmente per essermi girata.

Quest’ora ed anche le altre passarono per mia fortuna molto velocemente. Non avevo conosciuto nessuno, neanche una singola ragazza. Ero sola, anche qui.
E sola mi diressi alla mensa, che con mia sorpresa era già piena, sembrava che ci mancassi solo io, e in ogni banco c’era un gruppo. Solito di queste scuole del cavolo.
Ormai ‘cavolo’ era il mio nuovo vocabolo preferito. Non ero quel tipo di persona che amava dire parolacce, non le avevo mai dette in vita mia. Ma ‘cavolo’ rafforzava in un certo senso il concetto.
Presi un vassoio, dell’acqua e qualcosa da mangiare e mi diressi in fondo alla sala, dove c’era l’unico posto libero ovviamente.
Mentre mangiavo, mi sentivo osservata e in effetti era così. Molte persone mi guardavano, ridevano e parlavano tra di loro. Mi chiedevo se avessi qualcosa di strano, e come se mi avesse letto nel pensiero, spuntò Candy al mio fianco.

“Ti guardano perché sei ridicola.” Mi disse Candy.

“Parli di me o parli di te Candy?”

Non ero sicura che si chiamasse così, ma era divertente questo nome e dalla sua faccia si capiva che per lei non lo era.

“Mi chiamo Candela, no Candy.” Mi tolse subito il dubbio riguardo al suo nome, sembrava realmente incazzata e questa cosa mi faceva ridere parecchio.

“Fa lo stesso, fa schifo ugualmente il tuo nome.” Dissi guardandola fissa e ridendole in faccia.

“Come ti permetti?” Stava per darmi uno schiaffo, ma la fermai. Non potevo permetterglielo, non davanti a tutta la scuola. Mi aveva già umiliata abbastanza in questo giorno.

“Senti, lasciami in pace.” Le dissi con tono calmo e mi alzai per andar a posare il vassoio.

“Non finisce qui.”

“Non mi fai paura Candela.”
Era vero no? Perché dovevo aver paura di una ragazza della mia età? Forse perché poteva mettermi tutta la scuola contro ed anche il ragazzo di cui ero innamorata? Beh se anche fosse, non m’importava. Quando non hai nulla, non hai nulla da perdere. 


MEMYYYY'S SPACE.
Ciaaaao amori, eccomi qua con un nuovo capitolo. 
Vi è piaciuto? Spero di si. 
Bene che dire..: Candela 'candy hahaha' è una stronza, e Peter oggi ha cercato di difendere Lali .. Ma chi lo capisce.
Poverina ha avuto un pessimo primo giorno di scuola. >< 
E come vi dico sempre: RECENSITE in tanti. <3 un bacino.
  
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