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Autore: stellainmusica    03/08/2014    1 recensioni
Sono dodici anni che trascorro tutte le mie serate qui, in questa piccola spiaggetta deserta con il mio ipod, un paio di cuffiette e niente più. Questa sera, però, mi sento strana, come se mi stesse per succedere qualcosa di speciale. Di solito sono molto sensitiva, ma questa volta escludo che le mie sensazioni siano esatte perché nessuno conosce questo posto all’infuori di me, quindi nessuno potrebbe mai arrivarci.
Non sapevo, però, che mi stavo sbagliando di grosso...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vento... Sabbia... Mare... In una parola Libertà.
Come ogni sera mi ritrovo qui, seduta sul mio scoglio, in piena solitudine, a guardare il mare.
Adoro venire qui perché mi fa sentire in pace con me stessa, e poi lo spettacolo del tramonto è la cosa più emozionante che io abbia mai visto finora nella mia vita.
Come forse avrete capito sono sola al mondo… Mio fratello, la persona più importante della mia vita, è morto in un incidente d’auto dodici anni fa e con i miei genitori non ho mai avuto un buon rapporto; viviamo in città diverse e ci vediamo solamente in occasione delle classiche festività.
Non ho né amiche, né amici, e soprattutto non ho mai avuto un ragazzo. Si può dire che non abbia mai conosciuto l’Amore, e sinceramente non so nemmeno cosa sia e cosa realmente si provi ad amare qualcuno. L’unica persona che amavo più di me stessa ora non c’è più: il mio splendido “fratellone”, così come lo chiamavo io. Era il mio punto di riferimento e da quando non c’è più la mia vita è cambiata radicalmente.
Lui era più grande di me di quattro anni ed era il mio unico fratello. Era una persona semplice, buona e sempre disponibile con tutti, in particolar modo con me che ero la sua “piccola”.
Il posto in cui mi trovo ora me lo aveva fatto conoscere proprio lui. Ci venivamo sempre per  parlare noi due soli, per ascoltare la musica o a volte era proprio lui a suonare per me. È proprio lui, infatti, che devo ringraziare per avermi trasmesso questa grande passione per la musica, che ora è la mia unica salvezza.
Poco prima di quel terribile incidente, mi aveva anche promesso che mi avrebbe insegnato a suonare la chitarra, ma purtroppo non c’è ne stato il tempo.
 
Mi chiamo Ashley e ho ventidue anni. Ero una persona solare, estroversa e molto socievole, dico “ero” perché ora, dopo quel terribile incidente, sono diventata triste, estremamente chiusa nei confronti di tutte le persone e soprattutto diffidente da tutto e tutti. La mia unica compagna di vita e fonte di emozioni è la Musica.
 
Sono dodici anni che trascorro tutte le mie serate qui, in questa piccola spiaggetta deserta con il mio ipod, un paio di cuffiette e niente più. Questa sera, però, mi sento strana, come se mi stesse per succedere qualcosa di speciale. Di solito sono molto sensitiva, ma questa volta escludo che le mie sensazioni siano esatte perché nessuno conosce questo posto all’infuori di me, quindi nessuno potrebbe mai arrivarci.
Non sapevo, però, che mi stavo sbagliando di grosso; infatti, mentre chiusi gli occhi perdendomi nelle note di quella splendida melodia, che risuonava nelle mie orecchie, qualcuno da dietro mi toccò la spalla e mi fece sobbalzare.
«Scusami, non volevo spaventarti!» - mi girai verso lui (riconobbi una voce maschile).
«Tranquillo, semplicemente non me l’aspettavo perché credevo di essere l’unica a conoscere questo posto...»
«Ashley, ma sei proprio tu??»
«Come sai il mio nome?»
«Sono Diego, il migliore amico di Ricky, ricordi?»
«Oh sì sì, Diego!”- come scordarlo, era il migliore amico di mio fratello e veniva a casa nostra tutti i giorni. Ricordo che era molto dolce con me: una volta si era pure messo a giocare con le bambole insieme a me per farmi smettere di piangere.
«Sei cresciuta dall’ultima volta che ci siamo visti, eh?»
«Sì...»
«Perdonami, non volevo farti venire in mente di nuovo quel maledettissimo giorno...»
«Non preoccuparti! Comunque dopo quel giorno non ti sei più fatto sentire, come mai?»
«Sono stato troppo male e credevo di dimenticare tutto questo trasferendomi in un’altra città, addirittura in un altro paese, ma non mi è servito a cancellare il dolore. Sai quanto io fossi attaccato a Ricky ed è stato un duro colpo anche per me!»
«Si... Lo capisco, lo capisco bene.»
«Te come stai?»
«Così come mi vedi, non sarei in grado di esprimerlo a parole...» - mi abbracciò.
«Ashley, perdonami... perdonami per essermene andato e per averti lasciata sola in un momento del genere, in una situazione così dolorosa e difficile da gestire per una giovane ragazza come te!»
«Tranquillo, non hai nessuna colpa tu!»
Mi scese una lacrima e iniziai a piangere. Lui mi ricordava troppo Ricky, mi sembrava di averlo di fronte, ma ciò non era possibile, non era possibile!!
Non riuscivo più a sopportare il dolore e così decisi di scappare... Iniziai a correre, sempre più veloce, sempre di più fino a quando d’un tratto vidi nero e caddi a terra.
 
Quando aprii gli occhi accanto a me c’era Diego che suonava la sua chitarra.
«Finalmente! Mi stavo preoccupando sul serio.»
«Diè, “Lui” aveva promesso di insegnarmi a suonare la chitarra...»
«Quando vorrai e se lo vorrai, lo farò io!»
«Ora.»
«Ora? Proprio in questo momento??»
«Sì.»
«Ok, allora vieni a sederti qui vicino a me.»
Mi andai a sedere davanti a lui. Avevo il suo petto che poggiava sulla mia schiena e avvertivo strane sensazioni che non mi sapevo spiegare; mai le avevo provate finora.
Mi prese la mano e la unì alla sua e mi disse: «Tieni la mano più morbida, rilassati e segui me!»
«Va... va bene.» – dissi con un filo di voce.
Riuscii, o meglio riuscimmo, a suonare le prime note di una canzone.
Era meravigliosa, non l’avevo mai sentita, infatti poi mi disse che la musica l’aveva scritta proprio lui, ma mancavano ancora le parole...
«Ti andrebbe di scrivere le parole per una canzone su questa melodia?»
«Ma dici sul serio??»
«Certo che sì! Non scherzo mai quando si parla di musica.»
«Ma io non mi sento all’altezza... Ceh, non ho mai fatto nulla simile!»
«Ashley, se te l’ho chiesto vuol dire che penso che tu sia proprio la persona giusta, quindi tranquilla... Ci sarò comunque io che ti aiuterò: la scriveremo assieme!»
«Sarà la nostra canzone?»
«Certo piccola!» - avevo sentito bene? Mi aveva chiamata “piccola” proprio come faceva Ricky.
 
Mentre scrivevamo la canzone, in mezzo a tutta quella musica, col profumo di salsedine che era penetrato nella nostra pelle, mi ritrovai a fissare a lungo Diego, poi mi avvicinai alla sua bocca e sfiorai le sue morbide labbra. Mi staccai subito, pentendomi di quello che avevo appena fatto e non avendo più neanche il coraggio di guardalo negli occhi. Lui, però, mi sorprese: mi alzò il mento, cercando uno sguardo, e poi mi baciò. Un bacio vero, di quelli che ti tolgono il fiato. Un bacio sincero, che capisci subito che proviene dal cuore. Insomma, il nostro bacio!
 
Passammo così tutta la notte a scrivere la canzone. Alla fine venne fuori un vero e proprio capolavoro. Adoravo ogni singola nota, ogni singola parola, ogni singola emozione di quella canzone, a partire dal titolo: "Il mio angelo nel cuore". Ovviamente ricordava lui, Ricky, ma raccontava anche la mia storia e quella di Diego.
 
Quella notte capii quello che in tanto tempo non mi era nemmeno passato per la testa, o forse dentro me l’avevo sempre saputo, ma non lo volevo ammettere a me stessa perché sarebbe stato tutto più difficile: amavo Diego, l’avevo sempre amato!
Lui era quello giusto, lo sentivo, lo percepivo. L’unico che mi aveva fatto provare certe sensazioni, l’unico che mi faceva sentire davvero protetta e l’unico che mi sapeva amare veramente.
Sentivo che per lui era lo stesso. Lo intuii mentre la musica ci stava unendo, proprio mentre suonavamo e cantavamo la nostra canzone.
Quella notte anche i nostri corpi si unirono. “Suonarono” seguendo lo stesso ritmo, come in un accordo perfetto. Fortunatamente dopo tanto tempo riuscii a sentirmi di nuovo viva. Fu la notte più bella di tutta la mia vita!

Sono passati esattamente sei anni da quella notte così magica. Io e Diego siamo sposati da tre anni e l’anno scorso abbiamo avuto un figlio. L’abbiamo chiamato Riccardo, proprio come “Lui”.
Finalmente sono ritornata a sorridere, a vivermi la vita perché ho capito che è un dono prezioso e non va sprecato. Posso proprio dire di essere felice e realizzata perché al mio fianco ho un marito splendido, sempre presente e che mi fa sentire amata ancora come il primo giorno; perché ho un bambino bellissimo, che è la gioia più grande che la vita mi abbia regalato e soprattutto perché con me c’è sempre lui, "Il mio angelo nel cuore”. 
  
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