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Autore: zinzuleddha    04/08/2014    4 recensioni
Una lacrima scivolò sul suo pallido viso- era la fine.
"Non ci prenderanno mai vivi" esclamò a denti stretti, ripetendolo tante volte quante le lacrime che in quel momento solcavano il suo viso; riuscivo quasi a sentire il rumore quando, cadendo sullo sterzo, finivano in mille pezzi, esattamente come lo stava finendo la mia speranza.
"Mi dispiace di averti messo in tutto questo" ammise, cercando con tutta la forza del mondo di trattenere i singhiozzi.
E l'avevo visto sotto innumerevoli aspetti, ma questo mi era decisamente sconosciuto.
"Ti amo" si lasciò sfuggire.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alzai lo sguardo verso l'orologio, erano le quattro e mezza, afferrai perciò il borsello e mi precipitai verso la porta, non era il caso di presentarsi nuovamente in ritardo.
Un'ondata di aria gelida si scontrò sul mio viso, rabbrividì, faceva più freddo di quanto avessi immaginato.
Arrivai giusto in tempo quel pomeriggio.
Faticai ad aprire il grande portone, quel giorno sembrava pesare il triplo.
"Buongiorno" esclamai alla vista del signor Lindemann che, come sempre, si limitò a rispondere con un cenno del capo. Sembrava sempre sulle nuvole.
Mi recai al piano di sopra, nel ripostiglio, a prendere il necessario per lavare i bagni. Misi tutto sul grande carrello, avete presente quelli che usano per servire il cibo negli ospedali? Era esattamente come quelli, ma grande il doppio.
Feci per prendere il camice quando un urlo e una serie di spari mi distolsero dai miei pensieri. Persi un battito non appena l'allarme cominciò a suonare.
Mi precipitai fuori dal ripostiglio, per poi realizzare, fin troppo tardi, che restare li dentro sarebbe stato decisamente più sicuro.
D'un tratto l'allarme smise di suonare e le luci si spensero; calò l'oscurita, qualcuno doveva aver staccato la corrente elettrica.
Innumerevoli spari risuonavano nell'aria, non sapevo come reagire, ne dove mettere i piedi.
Mi sentii afferrare per un braccio e nel giro di un secondo mi ritrovai a terra, con la schiena contro il muro e terribilmente dolorante.
Sentii un qualcosa di gelido sul mio collo e dei respiri affannati.
C'era qualcuno al mio fianco e, quel qualcuno mi aveva puntato addosso una pistola, sarei morto.
Mi lasciai sfuggire un singhiozzo e a quel punto non riuscii più a trattenere le lacrime.
Sussultai non appena quel qualcuno caricò la pistola, ancora puntata sul mio collo.
"Non farlo, ti prego" la voce tremante, puntualmente interrotta da continui singhiozzi, respirare mi risultava impossibile. Il panico si impossessò del mio corpo.
Restai di stucco non appena quel qualcuno indietreggiò, allontanando la pistola dal mio collo.
"Tu"
La mia bocca si spalancò, avevo già sentito quella voce prima d'ora.
Indietreggiò fino al raggio di luce che entrava dalla finestra più vicina, potei vedere i suoi occhi.
"Gerard" esclamai. Ero sorpreso e terribilmente terrorizzato allo stesso tempo.
Mi alzai di scatto quando qualcuno si precipitò verso di noi, o meglio, verso di me. Una mano guantata mi avvolse la gola e, presto mi ritrovai nuovamente a terra, questa volta senza fiato. Cercai di dimenarmi, ma ciò non fece che peggiorare le cose.
"No, non farlo!" l'urlo di Gerard ruppe il silenzio, la sua voce risultò più roca delle altre volte.
La stretta diminuì sempre di più, fino a sparire completamente. Ripresi affannosamente a respirare, la gola faceva un male terribile e i continui capogiri mi provocarono un conato di vomito; credevo sarei svenuto da un momento all'altro.
Mi sentii nuovamente afferrare per un braccio.
"Sbrigati" esclamò Gerard, strattonandomi il braccio per incitarmi a mettermi in piedi. Mi alzai, le gambe tremolanti, il volto ancora bagnato dalle lacrime.
"Corri" urlò, strattonandomi nuovamente, come se fossi un cane. Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare ciò che stava accadendo che mi ritrovai a correre.
Gerard continuava a trascinarmi e puntualmente a strattonarmi, facevo fatica a tenere il passo.
Notai che i loro volti erano coperti, indossavano dei passamontagna, mi chiesi chi potesse essere l'altra persona.
Arrivammo davanti al grande finestrone dell'ufficio di Lindemann, "Possiamo andare" disse l'altro; più che un affermazione sembrava una domanda. Gerard Annuì, aggiustandosi poi il passamontagna, notai che anche lui indossava dei guanti.
Mi rivolse uno sguardo, prima di arrampicarsi sul davanzale; l'altro prontamente lo imitò e io non potei che fare lo stesso.
Nel giro di un secondo mi trovai nel vuoto, una sensazione mai provata prima si fece spazio tra il terrore.
Un tonfo risuonò nell'aria, eravamo atterrati su un qualcosa di morbido.
Aprì gli occhi.
Spazzatura; Eravamo finiti in un cassonetto dell'immondizia.
Vidi Gerard al mio fianco, aveva tolto il passamontagna. Uscì dal cassonetto e mi porse una mano per aiutarmi a fare lo stesso, l'afferrai e uscì.
"Sbrigati, entra" disse sottovoce, spingendomi dentro la grande auto nera parcheggiata di fronte al cassonetto; il tizio che aveva tentato di strangolarmi doveva essere già dentro.
Realizzai che eravamo in un vicolo cieco. La fioca luce verde di un vecchio lampione  rendeva tutto più inquietante di quanto già lo fosse.
Non appena fummo tutti dentro la macchina sfrecciò, notai poco dopo altre figure nell'auto, oltre Gerard e lo sconosciuto che aveva tentato di uccidermi.
Alla guida c'era un ragazzo molto alto, con un ammasso di capelli ricci in testa mentre, alla sua destra, una figura mingherlina, più meno della mia altezza, non riuscì però a distinguere i loro volti.
"Chi è questo?" Esclamò il ragazzo alla guida, la sua voce era terribilmente squillante.
"Un mio amico" rispose prontamente Gerard. Io me ne stavo semplicemente rannicchiato contro lo sportello, mentre l'auto aumentava di velocità.
Stavo tremando come una foglia.
"Credevo di essere stato abbastanza chiaro sul fatto che.." Gerard interruppe lo sconosciuto  "Ne discuteremo dopo" disse semplicemente, "Dove sono i vestiti?" continuò, serio.
Non capivo di cosa stessero parlando, perciò ignorai il resto della conversazione, tentando con tutta la forza del mondo di non scoppiare nuovamente a piangere.
Non volevo dimostrarmi debole.
"Frank, stai bene?" mi distolsi dai miei pensieri, annuii.
"Metti questi" disse Gerard, lanciandomi dei vestiti; li osservai, mi aveva lanciato una camicia a quadretti rossi e bianchi e un paio di pantaloni verdi..vomito.
Mi voltai in cerca di spiegazioni, ma tutto ciò che vidi fu Gerard in mutande. Mi voltai terribilmente imbarazzato, giurai che stessi arrossendo.
Cominciai a svestirmi e, nel giro di mezzo secondo avevo già messo su i vestiti che Gerard mi aveva dato.
"Metti anche questi e, dammi i tuoi vestiti" Disse porgendomi un paio di scarponcini neri.
Gli porsi i vestiti e, dopo che le tolsi, anche le mie scarpe, notai che li stava riponendo in una busta.
Mise li dentro anche i suoi e quelli degli altri, per poi alzarsi e tirare su la parte del sedile sul quale era seduto, che si aprì a mo' di cassapanca.
Gettò la busta dentro e in fretta richiuse il sedile.
"Allora, siete pronti?" esclamò entusiasta il tizio alla guida.
Tutti annuirono, un grande sorriso si fece spazio sul volto di Gerard.
 Mi afferrò, per l'ennesima volta, per il braccio, questa volta più forte, era straziante.
Stavo per aprir bocca e lamentarmi quando Gerard aprì lo sportello e si lanciò, tirandomi con se.
Sbattei violentemente la testa al suolo, dopo, tutto nero.

. . .





- Ed ecco la prima parte del secondo capitolo, Cerchero di postarvi la seconda al più presto possibile!
Intanto, fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione o contattandomi su twitter (vi ricordo che sono @sussumella) -

Un abbraccio kawaii, -Danny x

 

   
 
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