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Autore: Ika19    04/08/2014    2 recensioni
Buongiorno!
Questa è un'avventura romantica che vede in azione e difficoltá i nostri personaggi preferiti. Una storia con l'amore al centro di tutto, azioni tipicamente stupide come si conviene e alcuni sorrisi quá e lá.
Dal Primo Capitolo:
" -Fairy Tail! Siamo in una situazione veramente grave!
Girano voci che una gilda oscura non meglio identificata, abbia intenzione di rapire alcune delle nostre ragazze, per scopi non meglio identificati!- un mormorio percorse la sala, il master aveva detto tutto ciò con un tono di voce che non lasciava presagire nulla di buono.-Quindi fate attenzione a dove andate e guardatevi le spalle!-"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza, Scarlet, Lluvia, Natsu, Wendy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ti salverò dal vento, nanetta!

 

Gajil aveva scaraventato uno di quei grossi armadi che non avevano niente degli infermieri contro il muro asciugandosi la fronte con il braccio, ansimando e ringhiando contro i restanti "dottori&infermieri".

-Allora?- sibiló attraverso i denti stretti quasi a spezzarsi per la rabbia.-Mi fate entrare o no?!-

Uno dei "dottori" mise le mani in avanti come a difendersi e disse:

-Signore... La paziente al momento non puó esser...-

Gajil ringhió così forte da far indietreggiare i medici.

-Ma a ripensarci...- il dottore deglutì.-Per lei potremmo fare un'eccezione...-

-Saggia decisione!- sputó Gajil addosso agli infermieri.-E adesso sparite e fatemi passare che devo entrare in quella stanza!-

Li scansó malamente entrando poi nella camera sbattendo la porta.

Una volta dentro sospiró e si lasció andare ad una buona dose di insulti.

Quando ebbe finito si giró e quello che vide lo lasció con gli occhi spalancati.

Distolse lo sguardo e lo riindirizzó sulla sua compagna stesa nel letto sperando di aver visto male. Purtroppo le sue speranze erano vane, perchè la persona che era nel letto di fronte a lui, era effettivamente Levy, ed era effettivamente in condizioni pietose. 

Tutto il suo piccolo corpicino era avvolto da bende quasi completamente chiazzate di rosso. Gajil non era schizzinoso, nè debole di stomaco, anzi. Lui adorava il sangue, la distruzione e la morte, ma solo se accadevano ai suoi nemici. E Levy non era di sicuro sua nemica, e vederla in quello stato, fu una pugnalata allo stomaco per Gajil. 

Lui aveva sempre considerato Levy qualcosa da proteggere, tenere al sicuro. Lei era la nanetta, la piccola, gracile, fragile Levy. Lui per lei era come un paravento di ferro massiccio, che la lasciasse al sicuro dalla tempesta della vita.

E adesso si sentiva terribilmente in colpa per non aver potuto impedire che fosse spazzata via dal vento.

Si avvicinó lentamente al letto dove era sdraiata Levy e quasi con timore le accarezzó la fronte che sembrava l'unico punto in cui la pelle di Levy fosse completamente intatta. La sua mano faceva avanti e indietro lentamente, mentre Gajil si sforzava a usare la minor pressione possibile. Sentiva che se avesse premuto un pochino di più avrebbe potuto spezzare quella piccola persona sdraiata davanti a lui. 

Gajil si fermó e posó lo sguardo su quel viso che tanto voleva proteggere.

Gli occhi chiusi, il piccolo naso e la bocca dischiusa davano a Levy un aspetto etereo e irreale, talmente era bella agli occhi di Gajil.

"Sembra proprio un angelo" pensó Gajil sorridendo lievemente, mentre il petto di Levy faceva su e giù lentamente.

A guardarla così rilassata e con la fronte distesa, a Gajil venne sonno.

Si sedette sulla poltroncina accanto al letto di Levy, con il presentimento che non le sarebbe più successo nulla.

"Certo che non le succederà nulla, ci saró io a proteggere quella nanetta imprudente!" Pensó Gajil e con un ghigno soddisfatto sulle labbra si addormentó.

 

Cos'era questo limbo?

Levy navigava nella più completa oscurità da moltissimo tempo. L'ultima cosa che ricordava era una mano calda che le accarezzava la testa. Si era sentita in paradiso, come se nulla avesse potuto toccarla e scalfirla. Ma poi, quel momento di benessere assoluto era finito e lei era caduta nel buio.

Non che le desse fastidio, navigare nell'oscurità totale le dava una tranquillità che di rado aveva, c'era sempre qualcuno a disturbarla.

All'improvviso fu pervasa da uno strano calore. Non ricordava il volto della persona in questione, ma anche solo ricordare che c'era, era una ventata di aria fresca. Sentì che anche solo la presenza di quella persona le dava un piacere enorme.

Un'altra emozione la assalì preopotentemente lasciandola senza fiato era completamente diversa dall'altra che le dava una sensazione di caldo al cuore. Con un po' di stupore Levy si rese conto che era nient'altro che irritazione. 

Levy era intelligente, si era resa conto che provava sia irritazione che amore per la stessa persona.

Ma come poteva essere?

Chi era la persona che risvegliava in lei contemporaneamente emozioni così contrastanti?

Doveva essere una persona veramente speciale, pensó Levy, rendendosi conto che aveva un assoluto bisogno di incontrarla, lì e subito.

Lentamente una chioma nera cominció a formarsi nella sua mente e Levy sospiró soddisfatta passando le dita tra quei fili più scuri della notte. Le dava una sensazione famigliare pettinare quei capelli così lunghi e aggrovigliati, quasi fosse un privilegio poter anche solo toccare quella chioma spettinata alla vista ma morbida al tatto. Mano a mano che il tempo passava, Levy si innervosiva sempre di più: Come mai l'uomo davanti a lei non si voltava? 

Lei sentiva un disperato bisogno di vedere il suo viso, quasi fosse una droga.

Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse che ad un tratto l'uomo si era alzato e aveva cominciato ad andare via. 

Levy guardava la schiena dell'uomo che si allontanava piano piano. Quelle spalle così larghe e muscolose, la vita stretta e le gambe toniche erano un toccasana per la vista, tutto quel corpo urlava "abbracciami e baciami". Levy non era mai stata una che correva dietro agli uomini, ma quello, era una tentazione anche per lei. 

Senza preavviso una forte ansia assalì Levy, che sentì un'enorme nostalgia di qualcosa, qualcuno...

Gajil....

Quel nome le apparve in testa all'improvviso, come una piccola luce che mano a mano andava ingrandendosi. 

Gajil... All'improvviso seppe chi era l'uomo davanti a lei, capì che se lo avesse lasciato andare, non avrebbe più potuto ritrovarlo.

Si alzó in piedi di scatto e urló con tutto il fiato che aveva in corpo:

-Gajil!- 

Cominció a correre verso di lui, mossa da una forza ce non le apparteneva.

-Gajil!- urló ancora, nella speranza che si voltasse, invano. 

Levy cominció a sudare freddo. 

-Gajil!- urló ancora, questa volta con una nota di disperazione a segnarle la voce. Lui continuava a non girarsi e Levy fu presa dal panico.

Che lui non volesse incontrarla?

Perchè non si girava?

Levy voleva stringere a se quel corpo, quella persona, Gajil le mancava tantissimo, non riusciva a sopportare la sua mancanza.

-Gajil!- urló ancora.

Cadde in ginocchio piangendo disperatamente.

-Sono qui nanetta.- sentì dire una voce all'improvviso.

Alzó gli occhi ancora lucidi di lacrime e vide nella penombra la figura dell'uomo che amava che la sovrastava.

Gajil si piegó sulle ginocchia fino ad essere alla sua altezza e lei senza pensarci due volte gli buttó le braccia al collo.

-Gajil... Non andartene...- sussurró Levy sul suo collo.

-Certo nanetta, staró qui.- rispose lui, dandole finalmente l'assoluta certezza che lui era quello giusto. 

L'unico e insostituibile.

Le lacrime si asciugarono dagli occhi di Levy e prima di addormentarsi sulla possente spalla del drago di ferro, le sue labbra si piegarono in un piccolo sorriso spontaneo.

 

Gajil si sveglió con la strana sensazione di essere chiamato da qualcuno.

Si precipitó al letto dove Giaceva Levy e la vide completamente sudata.

-Gajil... Gajil!- urló Levy spaventando quest'ultimo.

Il drago di ferro non sapeva cosa fare mentre Levy continuava a chiamare il suo nome con tono disperato.

La voce di Levy era peró così impaurita che il corpo del drago di ferro si mosse quasi da solo.

Si sdraió sul bordo del letto prendendo la testa di Levy tra le braccia e accarezzandola lentamente.

-Shhhh... Sono qui.- disse e rimase sconvolto da quelle parole così innaturalmente dolci che uscivano dalla sua bocca.

"Guarda cosa mi fai, nanetta...." Pensó Gajil con un ghigno. "Così mi rammollisco..."

Ad un tratto la mano di Levy si mosse e andó a stringere il braccio di Gajil.

-Non... Non andartene...- mormoró stringendo la presa sul braccio di Gajil che prese ad accarezzarle la testa.

-Certo nanetta, staró qui.-

La presa di Levy si alleggerì parecchió e l'esile maga dai capelli blu piegó le labbra in un sorriso.

Gajil appoggió la testa sul cuscino e continuando a stringere Levy, lentamente si addormentó mentre fuori sorgeva il sole.

 

Gray carezzava lentamente la schiena di Juvia, che intanto dormiva beata.

Il mago del ghiaccio non poteva capacitarsi della sua fortuna, aver trovato finalmente l'amore in una creatura così splendida, lo rendeva immensamente felice.

Passava le dita sulla pelle setosa della schiena nuda di Juvia e si beava del panorama che gli offriva il suo corpo sdraiato accanto al suo.

Juvia era perfetta sotto tutti gli aspetti.

Ad un tratto Juvia si mosse e Gray ritrasse la mano un secondo prima che lei si svegliasse.

-Gray...?- mugugnó lei, chiamando il ragazzo per nome, cosa che lo rese immensamente felice.

La abbracció di slancio seppellendo il viso nell'incavo del suo collo ed inspirando l'odore della sua pelle a pieni polmoni, facendo fremere la ragazza.

Juvia d'altro canto non poteva che essere felice delle attenzioni che le dedicava Gray, ma dopo una notte bollente, in cui lei e Gray erano venuti almeno cinque volte, anche lei non ce la faceva più.

-Gray!- esclamó quando fu interrotta dai suoi pensieri dalla mano dello stesso che le stava impudentemente palpando il seno.

-Ora basta!- urló quando lui senza ascoltarla era sceso con la mano al suo fondoschiena.

Un pugno fu inevitabile, e il povero Gray finì contro la testiera del letto, dalla quale cadde sulle coperte vicino a Juvia, che peró lo teneva ben lontano dalle proprie rotondità.

-Neh Gray... Hai notizie di Natsu?- chiese improvvisamente la ragazza al suo amore, che alla domanda si tirò su e si mise a sedere incupito.

-Purtroppo non c'è nulla di nuovo... Anzi se possibile... è peggiorato...- disse Il mago del ghiaccio con lo sguardo basso.

Juvia sospiró pesantemente e sollevó il busto fino a sedersi accanto al suo uomo. Gli poggió la testa sul petto e accarezzando i suoi pettorali confortandolo, disse:

-Questo significa... Che Lucy non è migliorata.-

Un cenno del capo di Gray confermò.

 

Natsu si prese la testa tra le mani.

„Quando si sveglierà?“

 

Saaaalve gente!

Veronika è tornata!

Ora, sono un sacco in ritardo, ma fa nulla! Ci ho messo quarant'anni a scrivere questo capitolo, ma alla fine eccolo qui!

Non è per niente lungo, ma va bene così, dato che ci ho messo molto impegno!

Spero che ve lo siate goduto!

Il prossiomo non so quando arriverà perchè io ora parte tre settimane per Cracovia (parenti, bella città, ecc.) e quindi non potrò pubblicare... ma appena tronerò, il capitolo sarà qui!

Alla prossima!

Ika

 

 

 

  
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