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Autore: Tramonto    10/09/2008    3 recensioni
E' il giorno delle nozze di Draco Malfoy con la bellissima Astoria Greengrass.
Sembra che tutto sia perfetto e Draco è soddisfatto, ma un piccolo dono da parte di sua nonna gli farà tornare alla mente ricordi che lui aveva cercato di dimenticare con tutto se stesso, legati all'unica donna che abbia mai amato...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi che un giorno ci Sposeremo…

 

 

Titolo: Dimmi che un giorno ci Sposeremo…
Personaggi: Draco/Pansy, Draco/ Astoria,
Generi: Romantico, Triste, Drammatico
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot

 

 

Draco Malfoy, guardò il suo riflesso nello specchio, e un piccolo ghigno comparve sulle sue sottili labbra, era praticamente pronto!

I capelli biondi e lisci erano perfettamente pettinati, e il costosissimo abito bianco, da cerimonia con arabeschi verdi e argento, faceva capire che la casata dei Malfoy, nonostante la guerra da pochi anni passata, era ancora tra le più potenti.

Prese il mantello che era appeso alla parete, bianco anch’esso con gli stessi motivi dell’abito e lo infilò negli appositi lacci sulle spalle, rimirò ancora una volta la sua elegante figura nello specchio e non potè che considerarsi soddisfatto di quello che vedeva.

Fece un profondo respiro, tra poco meno di un’ora, si sarebbe svolta la cerimonia nuziale, che l’avrebbe legato per sempre ad Astoria Greengrass, un’algida bionda, di ottima famiglia, aveva tutti i requisiti ideali per essere la nuova Lady Malfoy, Purosangue, nobile casata, bella, aggraziata, sofisticata, colta, raffinata, e soprattutto faceva sempre ciò che voleva lui, sarebbe stata una perfetta moglie, da sfoggiare per essere ammirati e invidiati.

Un altro ghigno increspò le sue labbra, non avrebbe potuto sperare di meglio, anche i suoi genitori erano stati subito favorevoli quando aveva chiesto che gli combinassessero il matrimonio con Astoria, e non c’era voluto molto, per suo padre, Lucios, riuscire a convincere il vecchio Leonard, a dargliela in sposa, anche se in un primo momento continuava a proporgli la figlia più grande Daphne, sarebbe stata perfetta anche lei, ma Draco voleva Astoria, per il fatto che non aveva personalità e quindi avrebbe potuto muoverla a suo piacimento, cosa che con Daphne non avrebbe potuto fare, sposarsi per amore non serviva ai Malfoy e neppure ai Greengrass, contava di più quanto vantaggio ne avrebbero ricavato le due famiglie e questo matrimonio ne avrebbe portati davvero a non finire.

Un bussare leggero distolse il giovane dai suoi pensieri.

“Avanti!” disse con fare imperioso, la porta si aprì e ne fece capolino un vecchio elfo domestico, che aveva fra le braccia un enorme cestino pieno di quelle che sembravano delle strane viole ma di svariati colori, il ragazzo inarcò un sopracciglio.

“Che vuoi Larius?”fece in un modo scortese il biondo, l’essere guardò con grandi occhi spaventati il padrone, e le orecchie da pipistrello tremarono.

“Padrone, Larius viene a consegnarle un dono, da parte della Grande Lady Malfoy!” Draco sussultò quelli strani fiori glie li aveva mandati sua nonna, si chiese cosa potessero significare.

“Appoggiali lì!” disse sempre in maniera molto sgarbata, l’essere si affrettò a ubbidire al comando, appoggiato il cestino fece un inchino e fece per andarsene ma Draco lo fermò.

“Che significato hanno quei fiori?” L’elfo si blocco e lo guardò con i suoi occhi acquosi, ma si affrettò a rispondere.

“Fa parte di un’antica tradizione, si regala allo sposo un mazzo di questi fiori, si dice che portino fortuna e assicurino che il primo nascituro sarò maschio! Io lavoro per vostra famiglia da tante generazioni, e suo nonno ricevette questi fiori e anche suo padre, e entrambi hanno avuto eredi maschi” Il biondo ghignò, e pensò che era un dono davvero gradito, avrebbe ringraziato sua nonna.

“Come si chiamano questi fiori?” chiese mentre ne prendeva uno bianco con sfumature blu.

“Pansy, signore!” Draco sentendo quel nome, dopo tanto tempo, senti una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

“Larius, ora puoi andare!” l’elfo fece un inchino e se ne andò.

Il giovane erede della dinastia Malfoy, guardò il fiore che aveva tra le mani, e pensò al nome che portava e un viso fece capolino nella sua mente, il viso di una giovane ragazza di sedici anni, con capelli corvini lunghi, non tanto bella ma con dei tratti molto particolari, e due occhi, due splendidi occhi di un blu intenso, luminosi quando incrociavano il suo sguardo, cercò di scacciare dalla mente quel volto, che lui stesso aveva allontanato e aveva cercato di dimenticare, che aveva lasciato quando aveva sedici anni, senza mai dirgli in faccia addio, ma non ci riuscì quel volto tornò ancora più nitido e prepotente nella sua mente.

Un ricordo fra i tanti gli guizzò come un lampo, aveva quindici anni, e la vita era ancora facile, lui non aveva responsabilità, suo padre era uno dei più fidati Mangiamorte del signore Oscuro, frequentava il quinto anno, da appena qualche giorno, ed era solo un normale adolescente, camminava per l’immenso giardino di Hogwarts, aveva voglia di prendere una semplice boccata d’aria, per pensare.

“Draco! Draco!” si sentì chiamare, e la sua attenzione venne catturata da una giovane, aveva lunghi capelli neri che gli sfioravano la vita, occhi blu, belli come stelle, e portava sulla cravatta e sulla divisa il suo stesso stemma, amava sentire quella voce che lo chiamava, amava avere intorno quella ragazza, che in quell’età rappresentava tutto il suo mondo, amava vederla che gli veniva incontro ridendo come in quel momento, l’unica Serpeverde che sapeva farlo, ridere di cuore e ancora ridere, al massimo lui e gl’altri della sua casa, ghignavano o facevano una piccola risata maligna.

L’unica della sua casa che non lo temeva e che mai l’aveva temuto, l’unica che lo aveva abbracciato di cuore, la prima che aveva baciato, la prima con cui aveva fatto l’amore, la più fifona di questa terra, che cambiava umore in maniera bizzarra, la più anomala delle Serpeverdi, Pansy Parkinson, l’unica donna che lui aveva mai amato.

“Pansy che c’è?!” la ragazza era arrivata correndo fra le sue braccia e anche se con il fiatone aveva continuato a ridere, per poi fermarsi e guardarlo con un sorriso gioioso dipinto sul volto.

“Allora?” la giovane non abbandonava il sorriso e tirò su davanti a lui un pugno chiuso lo aprì per rivelare che aveva trovato un quadrifoglio, lui inarcò un sopracciglio non capendo bene cosa cercava di dirgli la sua ragazza.

“Ho espresso un bellissimo desiderio!” i suoi occhi erano ancora più luminosi del solito.

“E questo ti ha resa così felice?” a volte era un mistero per lui come ragionava quella dolce testolina.

“Si! Stanotte poi ho fatto un sogno … tu ti sposavi, ma non con me, e per questo eravamo tristi entrambi! Mi sono svegliata che piangevo da quanto dolore ho percepito nel sogno…poi stamattina camminando mi sono trovata davanti questo quadrifoglio, e ho espresso un desiderio! Quale secondo te?!”per un momento mentre parlava i suoi occhi si erano incupiti, per poi tornare luminosi.

“Che un giorno io e te ci sposeremo?!”

“Non te lo posso dire, se no non si avvera!” anche se aveva detto quelle parole al biondo era bastato guardarla in faccia per capire che avevo detto la risposta giusta, la ragazza lo abbracciò più stretta e lui ricambiò.

“Dimmi che un giorno ci sposeremo Draco!” il volto della ragazza si era fatto triste e malinconico e gl’occhi erano lucidi.

“Pansy, ma abbiamo solo quindi ann…”il ragazzo tentò di dire.

“Dimmelo, ti prego, dimmi che non mi lascerai e che sarai sempre con me!” lei aveva cominciato a tremare tra le sue braccia.

“Ehi testolina tutta matta, dai smettila di tremare che così mi spaventi!” cercò di scherzare lui, ma lei alzò il viso e dei grossi lacrimoni gli rigavano le guance pallide.

“Ho un bruttissimo presentimento Draco, e ho tanta paura, che questo sia l’inizio della fine…per favore dimmi che andrà tutto bene! Dimmi che niente ci potrà dividere!”il biondo fissò per un istante quegl’occhi, baciò la fronte della sua ragazza, e la strinse di più a se.

“Te lo promet…” la giovane donna gli mise una mano sulla bocca e lo zittì.

“No, non farlo, non promettermi niente, che se dovesse succedere qualcosa, non voglio che tu me lo abbia promesso, starei ancora più male, dimmi solo che andrà tutto bene.”

“Va bene Pansy, va bene, vedrai che non succederà niente, e che andrà tutto bene, che un giorno ci sposeremo e che staremo insieme fino a che non saremo vecchi!” cercò di dirlo con maggiore convinzione possibile, la ragazza lo guardò e un sorriso triste le increspò le labbra, con estrema dolcezza, gli cominciò ad accarezzare la faccia, ma le lacrime non erano scemate.

“Stai attento amore mio, tu tendi a metterti troppo nei guai! E lo sai, che se tu affondi io lo farò con te, perché io sono nata per incontrare e amare te! Quindi fammi il favore evita i guai! Cerca di starne fuori, stai attento sia alla Umbrige sia a tuo padre sia al signore Oscuro.”

 

Ricordava perfettamente la tristezza e il dolore che aveva letto nello sguardo di quella ragazza che aveva tanto amato, ma in quel momento non aveva capito quelle parole, non le aveva ascoltate era stato più attento a cercar di farle tornare il sorriso, non aveva capito che invece lei gli aveva appena rivelato una profezia, solo ora se ne era reso conto, solo ora ricordava quelle parole, solo ora capì che quel giorno lei sapeva, per questo non li aveva fatto promettere niente, perché sapeva che qualcosa gli avrebbe divisi, e che qualcosa era la sua stupidità, che l’aveva portato a fondo, durante il sesto anno, ricordava ancora le litigate, i pianti le urla da parte d’ entrambi, le suppliche di lei perché la smettesse e scappassero lontano, ma che però il biondo non poteva perché se no l’oscuro signore avrebbe fatto pagare a sua madre la sua fuga, più l’anno scolastico avanzava più lui era nervoso con la paura che l’attagliava il panico che lo prendeva in una strana morsa che non gli permetteva di ragionare lucidamente, e per sfogarsi se la prendeva con lei, e la trattava sempre peggio, gli aveva fatto delle cose orribili in quel periodo, cose delle quali pensarci adesso il giovane Malfoy se ne vergognava profondamente, e si chiedeva perché aveva fatto tanto male all’unica persona che lui aveva amato.

Il ragazzo ricordò quando durante l’ultima battaglia a Hogwarts che ci aveva rimesso piede quel giorno dopo un anno di servizio presso l’oscuro signore, invece di combattere per uno o l’altra parte si era buttato nella battaglia per cercarla, in quella furia d’incantesimi che volavano da tutte le parti ma di Pansy nessuna traccia.

Finita la guerra Draco, aveva provato a rintracciarla, ma i coniugi Parkinson erano stati sbattuti ad Azkaban, e le proprietà di famiglia erano state prese dal ministero, lei non aveva più un futuro nel mondo dei maghi, era venuto a sapere che si era mischiata tra i babbani, ma non l’aveva mai trovata.

Dopo un anno aveva mollato le ricerche, perché si vergognava troppo di tutto quello che le aveva fatto, aveva preferito dimenticare, e impegnarsi che la sua famiglia tornasse all’antico splendore, relegando tutto quello che la riguardava in un angolino nascosto della memoria.

 

Un leggero bussare lo svegliò di soprassalto dal turbinio di ricordi, si guardò un momento allo specchio prima di rispondere, aveva una faccia stravolta, si diede una semplice sistemata e con un gesto di stizza buttò via il fiore che aveva tra le mani.

“Avanti!”fece quando il leggero bussare batté per la seconda volta, la porta s’aprì ed entrò una splendida Narcissa Malfoy, con un sorriso soddisfatto sul volto, ammirò il figlio col vestito che avevano scelto insieme.

“Draco, stai benissimo!” il giovane fece un ghigno in saluto alla donna, le baciò la guancia.

“Anche voi madre, siete incantevole, fate attenzione a non rubare l’attenzione alla sposa!” Narcissa sorrise maliziosa, facendo intendere che era proprio quello che puntava.

“Tesoro è ora, devi prendere il tuo posto sull’altare!”Il giovane prese a braccetto la madre e andò a prendere il suo posto, in sala migliaia di occhi lo fissarono ma lui non vedeva ne sentiva, un dolore sordo prese a battere forte all’altezza del petto, camminava ma lo faceva meccanicamente, quando arrivò a destinazione lasciò la madre alla prima panca accanto a suo padre, che salutò con un lieve cenno, si andò a dì sistemare accanto al suo testimone Blaise Zabini, nonché migliore amico, che gli fece un occhiolino d’incoraggiamento, ma il dolore era sempre più forte.

La cerimonia ebbe inizio, e fece il suo ingresso trionfale la sposa era raggiante, dalla bellezza perfetta, con capelli biondi raccolti in una delle sue capigliature complicate, occhi azzurro chiaro finemente truccati labbra belle e invitanti, davvero una donna che avrebbe mozzato il fiato a chiunque, ma Draco non la notò quasi, il suo pensiero era altrove, in un altro tempo, quando era ancora felice e fra le sue braccia stringeva una fragile creatura dalla bellezza imperfetta, con occhi blu luminosi come stelle, con capelli neri lunghi, lasciati liberi a danzare intorno alla sua figura.

Quando fu il momento di scambiare gli anelli, il giovane erede Malfoy, capì che quel dolore che sentiva non sarebbe mai andato via, perché quello era il suo cuore che lui stesso aveva appena fatto a pezzi, quello suo e di Pansy.

  
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