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Autore: keithslove    04/08/2014    1 recensioni
"Il ragno che mi fissa è il mio migliore amico,mi prende per la mano e poi mi butta in mezzo al fuoco. Il ragno che mi parla non esiste per davvero,è lo specchio di me stesso e il ricordo di com'ero. Il ragno che mi parla non esiste per davvero,ti regalo il mio cielo e dentro un tramonto nero".
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La ragazza era seduta sul pavimento,tra le dita stringeva una sigaretta e aveva lo sguardo perso nel vuoto,pareva stesse fissando un punto impreciso della strada.
Automaticamente si portò la sigaretta alle labbra e ne prese una grossa aspirata,dopo pochi secondi,rigettò il fumo nell'aria.
Non sapeva che ore fossero,forse le sette o le otte del mattino,ma lei era sveglia da molto prima.
Da quando era scappata via dal suo appartamento e si era rifugiata a casa di Izzy,il suo migliore amico dalla tenera età di quattro anni,non dormiva bene e se si addormentava,faceva solo incubi.
Spense la sigaretta nel posacenere e subito dopo se ne accese un'altra,diede un'occhiata veloce al pacchetto,ne aveva già fumate dieci.
"Chissene fotte,tanto prima o poi muoriamo tutti" pensò.
Il suo non era pessimismo,ma bensì realismo.
La stanza in cui l'aveva sistemata Izzy era confortevole.
C'era un letto matrimoniale per terra rialzato da un ripiano di legno,le pareti erano bianche,ma si potevano notare le scritte,i disegni e adirittura le manate che avevano fatto usando la vernice colorata quando erano partiti per un trip e non si ricordavano neppure il loro nome,ma la cosa che le piaceva di più era la porta finestra che dava sulla strada.
Quando fumava erba o si faceva di qualunque altra cosa,adorava mettersi lì nel più totale silenzio a concentrarsi solo del vuoto. Rimaneva ore e ore a fissare il suo riflesso,magari ascoltando qualche album nel giradischi.
Da quando era scappata dal suo appartamento,voleva qualcosa che la facesse evadere da tutta qualla merda che la circondava,voleva allontanarsi sempre di più dalla violenza e dall'infelicità.
Il problema era quando l'effetto passava.
E allora stavi di nuovo male,sudavi,ti venivano crampi allo stomaco e tremavi anche se faceva un caldo da morire.
Ma tu volevi sempre essere felice,magari non eri cosciente di quello che facevi e non t'importava perchè stavi bene,ridevi,ti sentivi in pace con tutti e pareva quasi che sentissi lo zen interiore.
Qualcuno bussò alla porta distraendola dai suoi pensieri.
-Avanti.
Spense la sigaretta nel posacenere e girò il corpo di lato per vedere Izzy che entrava nella stanza chiudendosi la porta dietro alle spalle.
Indossava un maglione pieno di buchi e di macchie che sicuramente aveva visto tempi migliori.
-Buongiorno.
La salutò con un sorriso appena accentuato e andò a sedersi accanto a lei con le ginocchia portate al petto.
-Giorno.
Lisa gli offrì una sigaretta e gliela accese.
-Vediamo un pò come va oggi.  
Izzy le prese delicatamente il mento e lo girò verso di sè.
Lo zigomo destro era viola tendente al nero e il labbro inferiore aveva una spaccatura profonda che si stava rimarginando a forza di impacchi di acqua e sale.
Il ragazzo,senza farlo apposta,fece un'espressione di disgusto,aveva visto tanti lividi,ma mai uno così.
Qualche notte prima Lisa gli suonò al campanello,aveva camminato per parecchie ore sotto la pioggia con solo un maglione e un paio di jeans macchiati di sangue.
Izzy,ovviamente,la fece entrare e le chiese cosa fosse successo.
Abitava da qualche periodo con un ragazzo,Tommy,che era nel giro della droga di Los Angeles,ma questo tipo aveva l'abitudine di picchiarla furiosamente quando era arrabbiato per qualche motivo.
Una sera in particolare,aveva sniffato talmente tanta cocaina che non ragionava più,aveva inseguito Lisa per tutto l'appartamento e nessuno fece nulla anche se lei aveva incominciato ad urlare rischieste disperate d'aiuto.
Ad un certo punto,Tommy riuscì ad acciuffarla e a riempirla di botte,prima qualche schiaffo e poi passò ai pugni e ai calci sul viso,sulla pancia e sulle gambe.
Quando l'effetto della cocaina finì,lui la lasciò cadere in una pozza del suo stesso sangue,tremante e spaventata come non mai.
Avrebbe voluto morire seduta stante o più semlicemente essere risucchiata dalla Terra così da scomparire per sempre e non soffrire più.
Ma si riprese.
Con enorme fatica si rialzò e andò in cucina mentre lui guardava la partita alla televisione,prese una padella d'acciaio e senza far rumore si avvicinò a lui.
Sapeva che se la botta non avesse funzionato,lui non avrebbe pensato due volte di ucciderla,quindi l'adrenalina le scorreva in corpo facendola tremare un pò.
Colpì la testa di Tommy con tutta la forza che aveva e per fortuna,il suo corpo si accasciò immediatamente sul divano,inerme.
Non lo aveva ucciso,ma solamente tramortito.
Velocemente fece un bagaglio con i suoi vestiti e se ne andò di casa facendo così perdere le sue tracce.
Pioveva a dirotto e lei camminava velocemente sul marciapiede piangendo come una disperata,non voleva prendere un mezzo pubblico perchè aveva paura e quindi sclese di chiedere asilo a Izzy che accettò senza pensarci due volte.
-Lo so,faccio schifo.
Lisa si voltò dall'altra parte chiudendo gli occhi cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro.
-Vorrei picchiare a sangue qual lurido bastardo.
Izzy chiuse le mani a pugno e scosse la testa verso la finestra,Lisa si voltò verso l'amico con le labbra schiuse per lo stupore.
Lui che picchiava qualcuno?
La ragazza non lo aveva mai visto alzare le mani su nessuno,se non per gioco.
Quando erano piccoli,e tutt'ora,facevano la lotta,ma non si puntava mai sul fare male,più che altro per provocare o per dar fastidio
-Ti voglio bene,Izzy.
Glielo diceva poche volte perchè pensava che queste cose le si doveva dire quando si provavano sul serio e lei adesso lo sentiva,sentiva che voleva bene al suo Izzy come un fratello maggiore.
Lui fece passare un braccio sulle sue spalle e la strinse a sè,in maniera protettiva,come se fosse uno scudo pronta a proteggerla dal mondo cattivo che li circondava.
-Ti voglio bene anche io,Lisa.
Le baciò la tempia e continuarono a guardare fuori dalla finestra Los Angeles che si svegliava lentamente.
Le prime persone iniziavano ad uscire dalle loro abitazioni maledicendo il tempo e il fatto che volessero dormire qualche ora in più o che non erano riusciti a bere nemmeno un caffè,le macchine sfrecciavano da una parte all'altra della città provocando un rumore infernale,ma loro due si sentivano in qualche modo felici.
Non avevano motivi per esserlo,forse era dovuto a quello che si erano sparati nelle vene o forse alla sbronza di ieri sera,ma in qualche modo si sentivano leggeri come bolle di sapone nell'aria,pronti a scoppiare da un momento all'altro.
Perchè quello era inevitabile.
Loro non lo sapevano,ma prima o poi sarebbe accaduto e loro non potevano fare nulla per evitarlo.












*angolo della vergogna*
Ebbene si,mi sono decisa a pubblicare questa storia,anche se ha come tematiche principali la droga,l'alcool e il sesso,voglio che ci teniate a sapere che per me è davvero importante sapere che cosa ne pensate dei miei scritti.
Spero che vi piccia e che recensiate almeno qualcosina.

Giorgia.
   
 
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