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Autore: Claire Riordan    04/08/2014    7 recensioni
POST 3B, NESSUN COLLEGAMENTO CON LA 4° STAGIONE.
La morte di Allison ha sconvolto Scott e il suo branco, Isaac in particolare, che sembra incapace di reagire, di trovare un'ancora che lo salvi dall'abisso in cui è sprofondato. Nel frattempo, a Beacon Hills ritorna una ragazza di nome Holly, una ragazza che pare nascondere qualcosa ma che, allo stesso tempo, sembra risvegliare dei ricordi nella memoria di Isaac...
Dal cap. 2:
Isaac non riuscì a trattenere un sorriso «Sono Isaac» continuò «Isaac Lahey. Ti ricordi?»
Holly aggrottò la fronte, lo osservò un paio di secondi e, infine, scosse la testa.
«Alla scuola elementare di Beacon Hills» disse ancora Isaac, muovendo un passo avanti, animato da quel nuovo entusiasmo «Quello che… che ti ha spinto giù dall’altalena e ti ha rotto il naso» concluse con una risata.
Genere: Introspettivo, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Argent, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jubel

4. The code

Seduta su una panchina fuori da scuola, Holly, in attesa che Connor la raggiungesse, ripensò allo scambio di battute che aveva avuto con Isaac. Aveva finto di non conoscerlo, di non ricordarlo, per poi ritrovarsi, poche ore dopo, a chiedergli scusa per avergli mentito, e già cominciava a pentirsene.
Ricordava bene quella caduta: il suo naso era stato gonfio e pieno di croste per due settimane, dando la possibilità ai suoi compagni di classe più pestiferi di prenderla in giro, chiamandola con i soprannomi più assurdi. Quando poi i suoi genitori le dissero che sarebbero andati via da Beacon Hills, la felicità di lasciarsi alle spalle quei ragazzini antipatici fu indescrivibile. Ma, una volta a New York, si rese conto di quanto poco felice sarebbe stato quel trasferimento.
Negli ultimi anni, era stata sballottata da una casa all’altra, da Beacon Hills a Manhattan e poi a Brooklyn e, infine, di nuovo in quella piccola cittadina californiana, e il pensiero di dover cominciare un nuovo capitolo della sua vita, quando quello precedente sembrava non avere ancora un punto, le faceva male. Non aveva mai avuto qualcuno su cui poter contare, non ne aveva avuto il tempo. Non aveva mai avuto dei veri amici, qualcuno di cui potesse fidarsi e a cui potesse confidare i suoi pensieri, le sue paure, i suoi dubbi. Si era sfogata sempre e solo sulle pagine di un diario e, quelle poche volte in cui era presente, con suo padre.
La verità era che non sapeva quanto tempo sarebbe rimasta a Beacon Hills: sua madre era imprevedibile e l’idea di legarsi a qualcuno con cui, probabilmente, avrebbe poi dovuto tagliare i ponti, le faceva preferire la solitudine. Certamente, avrebbe sofferto meno. E, nel caso in cui le fosse servito aiuto, non avrebbe mai chiamato Isaac Lahey: meglio uno sconosciuto qualunque di qualcuno che, con ottime probabilità, l’avrebbe fatta finalmente sentire a casa. Avrebbe dovuto prendere le distanze da lui, e al più presto.
Una voce che la chiamava interruppe il flusso dei suoi pensieri: era Connor.
«Quando vuoi» gli disse, sarcastica, alzandosi dalla panchina.
«Con calma, sorellina, con calma» fece lui, con quella finta pacatezza che, lo sapeva bene, irritava Holly.
Lei sbuffò «Dai, muoviti» esclamò spazientita, afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso lo scuolabus giallo che attendeva alla fine della strada.
«A proposito» esordì Connor «credo di averti vista parlare con un ragazzo prima, chi era?»
«Non deve interessarti» sputò lei, senza preoccuparsi di voltarsi per guardarlo in faccia.
«Siamo appena arrivati e hai già una fiamma?» la punzecchiò.
A quel punto, Holly si fermò e fronteggiò il suo fratellastro «È solo una vecchia conoscenza» spiegò.
«Sembrava vi conosceste bene» commentò Connor.
«Eravamo compagni di scuola alle elementari» proseguì Holly, cominciando ad innervosirsi.
Connor alzò le sopracciglia, mentre le sue labbra cominciavano ad arricciarsi in un ghigno che stentava a trattenere.
«Strozzati» sentenziò Holly a denti stretti, voltandogli di nuovo le spalle e facendo per incamminarsi verso il pullman. Lui scoppiò a ridere e la raggiunse in pochi passi, mettendole un braccio attorno alle spalle.
«Sorellina, non essere sempre così scontrosa» le disse, ancora divertito «o non ti farai amici, qui»
«Lo scopo è quello» rispose Holly, funerea. Si liberò dalla sua presa, accelerò il passo e salì sullo scuolabus. A bordo, aleggiava un forte odore di cuoio, probabilmente emanato dai vecchi sedili in pelle. Per quanto potesse essere poco piacevole per l’olfatto, di sicuro non puzzava più dell’affollata metropolitana di New York.
Camminò tra le due file di sedili finché non trovò un posto libero in fondo al pullman, dove si lasciò cadere insieme a Connor. Ben decisa a non voler sentire chiacchiere, si mise a trafficare nella borsa, alla ricerca del suo iPod. Ma un nodo particolarmente ostile nel filo degli auricolari sembrò ritardare il suo isolamento forzato.
«Holly?» la chiamò Connor.
«Mmh?» grugnì lei, concentrata sulle cuffiette.
«È appena salito un tizio che sembra particolarmente interessato a te» le sussurrò.
«È un problema suo» rispose Holly, riuscendo finalmente a districare le cuffie. Le infilò nelle orecchie, accese l’iPod e alzò il volume su una canzone dei Kasabian. Appoggiò la fronte al vetro freddo del finestrino e chiuse gli occhi per un attimo, grata che quel primo giorno di scuola fosse finalmente terminato. Quando li riaprì, notò che Connor aveva ragione: seduto un paio di posti più avanti, c’era un ragazzo che le lanciava occhiate curiose con assai poca indiscrezione. Aveva i capelli neri e spettinati, gli occhi vispi e il naso all’insù, oltre ad una vaga aria di qualcuno che proprio non era in grado di farsi gli affari suoi. Era quasi certa che fosse nella sua stessa classe di storia, di chimica e matematica.
«Credo che da queste parti non siano abituati a vedere facce nuove» Holly bisbigliò all’orecchio di Connor.
Lui scrollò le spalle «È una città piccola, i cambiamenti si notano subito» asserì.
«Disse il saggio West» lo canzonò lei, prima di concentrare la sua attenzione sulla musica che le rimbombava nelle orecchie e la visuale fuori dal finestrino.
Il pullman si avviò con un rombo e partì, lasciandosi alle spalle il liceo di Beacon Hills. Percorrendo le strade della cittadina, Holly ricordò pian piano diversi episodi della sua infanzia: le continue visite all’ospedale, quando sua sorella Natalie era stata operata alle tonsille, un intero pomeriggio alla centrale di polizia per denunciare il tentato furto dell’auto di suo padre, le ore trascorse a giocare nel parco vicino alla scuola… e, mentre attraversavano un largo viale alberato, la vista della sua vecchia casa la colpì con la forza di un pugno allo stomaco. Era ancora là, quella grande villa dai muri bianchi che lei chiamava “il suo castello”, perché il suo papà le aveva sempre detto che lei era la sua principessa. Si lasciò sfuggire un sorriso a quel pensiero, rendendosi tristemente conto che non vedeva suo padre almeno da quando Ellen aveva conosciuto Richard, il che significava da quasi un anno. Nonostante non fosse mai stato particolarmente presente da quando si erano trasferiti dalla California a New York, Holly sapeva che suo padre era l’unica persona su cui avrebbe potuto contare sempre. Ma ora erano distanti: Russell le mancava da morire e si sentiva sola più che mai.
Un colpetto sulla spalla la costrinse a riemergere dai suoi ricordi.
«Holly, dobbiamo scendere» disse Connor.
Con un sospiro, Holly sfilò gli auricolari dalle orecchie, spense l’iPod e lo gettò a casaccio dentro la borsa, alzandosi dietro il suo fratellastro e raggiungendo la porta dello scuolabus; la sensazione di avere gli occhi di tutti – o, se non altro, di molti – puntati addosso, la metteva tremendamente a disagio. Fortunatamente, non passò molto prima che il pullman giallo rallentasse e si fermasse poco lontano dalla loro casa.
Una volta scesa, Holly gettò un’occhiata agli studenti ancora a bordo dello scuolabus, mentre quello ripartiva: il ragazzo dall’aria ficcanaso li osservava col volto spiaccicato contro il finestrino e pareva non volerli perdere di vista a nessun costo.
Cercò di non darvi troppo peso e s’incamminò sul vialetto di casa. Non ci mise molto prima di notare che, davanti alla porta d’ingresso, sua madre sembrava star sostenendo una discussione con l’unica persona che Holly già detestava in quella città: Chris Argent.
«Che cavolo…?» borbottò Holly, più a se stessa che al suo fratellastro accanto a lei.
«Che c’è?» fece lui.
Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, Chris notò il loro arrivo «Holly!» disse, con un sorriso non troppo affabile «E… Connor, giusto?»
«Ciao, tesoro!» esclamò Ellen «Come…»
«Scusateci, abbiamo tantissimo da fare, un sacco di compiti» li interruppe Holly. Ignorando le espressioni perplesse dei presenti, afferrò Connor prima che potesse dire qualcosa e lo trascinò in casa.
«Sei impazzita?» le domandò, mentre lo guidava su per le scale.
«Sto benissimo» rispose lei, entrando nella camera di Connor e chiudendo la porta.
«La tua stanza è dall’altra parte del corridoio» brontolò lui.
«Ma la tua dà sul giardino» disse Holly, lanciando la borsa sul letto «e voglio sapere cosa ci fa qui Argent»
«Non è un vecchio amico di tua madre?» chiese Connor.
«Può essere quello che ti pare, ma sono sicura che nasconda qualcosa» asserì Holly, avvicinandosi alla finestra e sollevando il vetro quel poco che bastava per udire la conversazione che stava avvenendo sul patio.
Connor le si affiancò «Holly, sei sicura che…»
«Sssh!» fece lei: le voci di Ellen e Chris si udivano chiaramente.
«Sei sicura che nessuno ci ascolti?» stava dicendo Chris.
«Richard è al lavoro, se è questo che intendi» rispose Ellen, dura.
Ci fu una pausa, poi Chris riprese: «Sai che mi serve il tuo aiuto»
«Ma continui a non dirmi per cosa» ribatté Ellen «Mi hai chiamato un mese fa chiedendomi di tornare e non so ancora perché sono qui»
Holly e Connor si scambiarono un’occhiata interrogativa: cosa stava dicendo? Non si erano trasferiti perché Richard aveva ricevuto un’ottima offerta da uno studio legale della contea di Beacon?
«Ti ho chiamata perché voglio giustizia e tu mi aiuterai» disse Chris.
«Cosa ti fa credere che lo farò?»
«Fin dove saresti disposta a spingerti per le tue figlie?» domandò l’uomo.
«Farei qualsiasi cosa per loro» rispose Ellen. Holly si lasciò sfuggire uno sbuffo, prima che sua madre aggiungesse: «Anche se non sono di certo stata la migliore delle madri»
«Almeno lo riconosce» sussurrò Holly.
«Saresti disposta ad uccidere?»
Holly si sentì mancare: Chris Argent voleva che Ellen la uccidesse? Era un assassino, era quello il segreto che nascondeva?
«Connor…» cominciò, stringendogli il braccio, mentre le peggiori teorie cominciavano a farsi strada nella sua mente, ma lui alzò una mano per zittirla: la conversazione che stavano origliando era appena all’inizio.
«Cosa intendi?» chiese Ellen: nella sua voce, si poteva percepire chiaramente una nota di preoccupazione.
«Ho bisogno del tuo aiuto, perché mia figlia è morta poche settimane fa» spiegò Chris «È stata assassinata e chi me l’ha portata via dovrà pagare»
«Chris» disse Ellen «l’odio e la vendetta non ti condurranno da nessuna parte. Sono certa che tua figlia non vorrebbe mai che tu facessi una cosa del genere»
«Ma lo farò» replicò lui, deciso «Non ho più nulla, se non la vendetta. E tu mi aiuterai»
«Non mi coinvolgerai in inutili spargimenti di sangue, Christopher!» sbottò Ellen.
«Non ho detto che ce ne saranno»
«Uccidere per vendetta va contro il nostro codice»
«Nostro?» fece Chris, sorpreso «Non credevo ti ritenessi ancora una di noi»
«Diciamo che ho appeso le armi al chiodo» rispose lei «ma non ho dimenticato le regole»
Holly era certa che le sarebbe scoppiata la testa da un momento all’altro. Aveva sentito troppo in pochi minuti e non era sicura che sarebbe riuscita ad ascoltare altro. Perciò, con un colpo secco, richiuse la finestra, mettendo fine a quel fiume di parole assurde.
«No!» strepitò Connor «Perché l’hai fatto?»
«Non credo di poter sopportare tutto questo» rispose Holly, strofinandosi una mano sulla fronte mentre tentava di riordinare le informazioni che aveva ascoltato negli ultimi minuti.
«Tutto cosa?»
«Tutto quello che abbiamo appena sentito, Connor!» esclamò lei, senza rendersi conto di star quasi urlando «Non siamo qui perché tuo padre ha avuto un lavoro, quella era chiaramente una copertura! Siamo qui perché… perché Argent è un pazzo e vuole coinvolgere anche mia madre!»
Si lasciò cadere sul letto con un lungo sospiro, coprendosi il viso con le mani. Erano arrivati da soli quattro giorni e la loro permanenza in California sembrava essere già segnata da imminenti omicidi ed effrazioni di codici misteriosi che, probabilmente, accomunavano una qualche specie di setta di cui doveva far parte anche Ellen. Voleva saperne di più su Chris Argent e ora le sembrava di sapere fin troppo.
Una leggera pressione sul materasso le fece capire che Connor si era seduto accanto a lei.
«Mia madre ha parlato di armi» osservò Holly, riemergendo da dietro le mani «Non voglio pensare che sia un’assassina»
«Non lo è» la rassicurò Connor.
«Come fai a esserne certo?» gli domandò lei, sentendo gli occhi inumidirsi.
Lui alzò le spalle «Sono ottimista» rispose «Magari sono, che ne so, persone che agiscono per il bene. Tipo i Jedi»
Holly rise, asciugando una lacrima che minacciava di caderle sulla guancia. Non era certa di voler approfondire quella questione, ma nemmeno voleva accontentarsi di quelle poche informazioni. Doveva trovare un modo per saperne di più e scoprire cosa significassero quel codice e quel “noi” di cui avevano parlato Ellen e Chris, quel gruppo di cui sembravano far parte entrambi.
Manco le avesse letto nel pensiero, Connor prese di nuovo la parola: «Holly, cerca solo di lasciare la questione a loro» disse «So che sei preoccupata, ma non credo dovresti immischiarti»
«E se Chris volesse farci del male?» fece lei.
«L’hai sentito» rispose Connor «Vuole vendicare sua figlia. E non credo che farà del male a tua madre o a te. Credo voglia solo… insomma, fare ciò che crede giusto per una persona a cui voleva bene»
Holly lo guardò con tanto d’occhi: non era abituata a sentire Connor fare discorsi tanto seri e, a dirla tutta, non aveva mai nemmeno pensato che potesse esserne capace.
«Forse tua madre ha ragione» riprese poi Connor «Uccidere per vendetta è sbagliato, ma siamo disposti a fare di tutto per le persone a cui teniamo»
Le posò una mano sulla spalla, stringendo appena. Holly abbozzò un sorriso, cercando di non far trasparire il disagio che quelle parole appena pronunciate le stavano causando.
Diede un colpetto di tosse «Beh, vado… vado a fare i compiti» balbettò. Si liberò dalla mano del suo fratellastro, raccolse la borsa ed andò in camera sua, premurandosi di chiudere la porta.
Connor le aveva appena detto di volerle bene, di essere disposto a fare qualsiasi cosa per lei. Non sapeva se le sue intenzioni fossero quelle di un fratello o qualcosa di più, ma c’era certamente dell’affetto in quelle parole. Non credeva che dietro quella facciata da ragazzo duro e sicuro di sé si nascondesse, in realtà, qualcuno che potesse avere così a cuore gli interessi altrui. Non aveva mai pensato che, tra i due, fosse lei, Holly, quella fredda e distaccata, che ripudiava i legami per paura di soffrire, quella egoista che pensava sempre prima a se stessa che agli altri.
Non aveva mai pensato che una persona che credeva di detestare sarebbe riuscita a farle capire che non era di ferro e che, prima o poi, si sarebbe spezzata e sarebbe crollata a pezzi. E che quella stessa persona, in quel momento, valeva per lei più di chiunque altro.



*Clare's corner
Ok, spero di non essermi dilungata troppo e di non aver scritto un capitolo noioso, ma ci tenevo a fare questa piccola parentesi sul passato di Holly.
Proprio con questa parentesi, si sanno un paio di cose in più su di lei e si sanno anche alcune cose in più su Ellen e Chris. Direi che il succo della questione si è capito, ma non è tutto lì. ;)
E niente, penso che si intuisca chi è il "ragazzo ficcanaso" e spero che l'ultima parte del capitolo, con Holly e Connor, sia piaciuta. ^_^
Oh, last but not least, ringrazio tutti coloro che continuano a recensire e farmi complimenti, mi riempite di gioia!! *-*
Baci a tutti, peace and love!
C.

P.S. Ho scritto che Holly ascolta i Kasabian perché non sapevo quale band inserire e, mentre scrivevo, Mtv ha mandato il video della loro ultima canzone e li ho buttati nella storia. In realtà, li conosco a malapena...! :D
  
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