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Autore: perfcjen    04/08/2014    3 recensioni
Jane Miller è una normalissima ragazza di 17 anni e mezzo, frequenta la Seven Kings High School a Londra, è testarda, raramente dolce ma quando si affeziona ad una persona le diventa difficile allontanarsene, ha una sorella Jocelyn di 6 anni e un cagnolino di nome Guss, sua mamma Elizabeth e suo padre Carter sono una felice coppia inglese.La sua migliore amica Keila e lei dovranno partire come gita di fine anno verso la California.Ed è proprio qui che Jane troverà l'amore della sua vita, ma il primo incotro non andrà molto bene e Jane proverà odio e disprezzo verso Bradley, affascinante ragazzo che la travolge con la sua fama di vita, di risate, di passioni, di amore, di scherzi. Ma succede qualcosa, qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, neanche Jane.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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“okay, dovrò fare miracoli per renderti più accettabile”

“sei qui per insultare i miei capelli preistorici o per rendermi bella?”

“tu sei già bella, ti devo rendere ANCORA più bella, e poi, tranquilla, riuscirò a fare qualcosa a questa..specie..di..ehm.. t-rex sulla tua minuscola testa.”

“T-rex?”chiesi ridendo.

“senti oh, qualche soprannome dovrò almeno dargli” rispose ridendo.

in due ore e mezza, Keila, mi piastrò i capelli, ciocca per ciocca, mi sistemò il trucco, non troppo eccessivo, semplice ma bello.

“okay, ora tocca al vestito” disse aprendo l’armadio, se non la conoscessi, non avrebbe mai detto qualcosa sui miei vestiti, ma visto che la conosco..

“IO NON MI CAPACITO” disse chiudendo l’armadio “MA DOVE VIVI?NELLE STALLE?”disse di nuovo gridando “te ne presto uno dei miei” disse poi.

“ma non posso andare semplicemente in pantaloncini e maglietta?”

mi rivolse uno sguardo omicida “okay, sto zitta” dissi abbassando la testa.

Quando si tratta di vestiti, moda, trucco, borsa ecc. Keila va in trans.

Mi prestò un suo abito, questo: http://data1.whicdn.com/images/130310336/large.jpg

Okay, lo ammetto, era carino e mi stava bene, ma questi vestiti non sono da me, non uso mai le gonne, per un semplice fatto: perchè non mi stavano bene.

Invece questo mi si addiceva, e per un secondo mi passò in mente la paura di diventare ossessionata come Keila per lo shopping.

“p-e-r-f-e-t-t-a” disse tipo Enzo e Carla di ‘Ma come ti vesti?’

“g-r-a-z-i-e” risposi.

“wow Jane, non sembri tu” disse Margaret a bocca aperta.

complimento o no?

“tu non vieni alla festa?”gli chiesi a Margaret.

“no, esco con un ragazzo” rispose.

Io e Keila ci guardammo ed esplodemmo insieme dicendo “chichichichichichichiiii?!”

ci buttammo sul letto di Margaret, lei fece un sorriso e ci raccontò tutto.

Ha detto che l’ha conosciuto qui nell’albergo, si chiamava James, alto, biondo, è della california e  ha anche detto che verrà a prenderla alle 8:00 e in punto e mi resi conto che Bradley aveva detto che sarebbe passato a prendermi alle 7:30 per un giro turistico, chissà dov’era finito.

“ma sono ora le 8:00” dissi a Margaret.

E poco dopo sentimmo bussare alla porta.

“Tempismo perfetto, un punto a Jamessssss” disse Keila.

Margaret corse subito ad aprire la porta tutta gasata e poi ci salutò.

“ora tocca a te” dissi a Keila “vestiti, truccati e fai quello che farebbe un’ossessionata dello shopping”

“prendimi per il culo quanto vuoi ma se non ci fossi stata io, cavalcheresti sopra un t-rex, o lui cavalcherebbe su di te? no scusa, sui tuoi capelli.” disse ridendo e andando in bagno.

Sentii bussare nuovamente la porta, e mi ci catapultai subito.

“Ei” dissi con un sorriso.

“scusa il ritardo, c’ho messo un pò per preparare la festa, scusa ancora”

ma quant’era cariiinooooooooooo

“tranquillo” gli ho detto.

“sei bellissima” disse squadrandomi dalla testa ai piedi.

“opera di Keila” dissi ridendo e poi si sentì dal bagno “NON C’E’ DI CHE!”, scappò una risata “grazie comunque” dissi poi.

Quando salimmo in macchina, e non una macchina qualsiasi, una super macchina, mi chiese “dove vogliamo andare?” in tono da maggiordomo.

“su quella stella”gli dissi indicandola.

“beh, la stella non me la posso permettere, ma una idea più bella ce l’avrei.”

“quale sarebbe?” chiesi.

“Santa Monica” disse “a quest’ora è stupenda”

“per me va bene”

mise in moto, e mi sentivo un pò in imbarazzo, continuavo a guardarlo mentre guidava, era così bello che...che...NO NO NO, Jane non metterti cose in testa, NO, o forse...NO.

Poi era vestito in modo sportivo ma elegante, e si era messo un capello nero in testa, e un paio di occhiali ray-ban, che poi se li cacciò.

“ti ho tolto il fiato per caso?perchè noto che non smetti di guardarmi”disse sorridendo.

“Li odio i ragazzi che fanno così lo sai?” dissi voltando gli occhi al cielo.

si mise a ridere.

“dimmi qualcosa su di te”chiese.

“ho una sorella, ho un cagnolino, amo cantare, amo ballare, adoro l’America, faccio pena a scuola, ho una migliore amica che è ossessionata dalla moda, ma la amo lo stesso, e basta..mi sembra”

“wow” disse ridendo.

“tocca a te” risposi.

“beh, ho una sorella, un cane, suono la chitarra, sono single” disse facendomi un sorriso malizioso “e non mi fidanzo con le mie stesse cugine” disse ridendo.

“ma daaai, non è colpa mia se mi avete dato questa impressione” dissi ridendo anch’io.

“E’ molto attaccata a me, soprattutto dopo che..” si fermò.

“dopo che?” ripetei.

“oh, guarda siamo arrivati.”

Santa Monica era stupenda, davvero, c’era il tramonto e nel mare si rifletteva la ruota panoramica illuminata di blu che era su una gigante piattaforma che iniziava sulla spiaggia e finiva in un certo punto del mare.

“andiamo in spiaggia, e là la parte più bella” disse Bradley.

Ci sedemmo ad un metro dalla riva del mare, e entrambi osservavamo il tramonto che pian piano svaniva.

“sai, io sono nato in Inghilterra, poi mio padre per lavoro si è voluto spostare a Long Island, negli Stati Uniti” disse Brad.

“è che lavoro fa tuo padre adesso?”

“lui..beh faceva il medico e mia madre era una casalinga” disse.

porca troia.

“vuoi dire che..” dissi fermandomi per non finire la frase.

“si” disse Brad guardando ancora il tramonto.

“mi dispiace, non lo sapevo, scusa”

“tranquilla, mia madre era una donna molto giovane, bella e sempre solare, mio padre invece era sempre di cattivo umore però nonostante tutto scherzava con noi, e ci voleva bene..”

“ma come è successo?”chiesi, e subito me ne pentii “no scusa, non te lo dovevo chiedere, fai finta che non ti ho detto niente” dissi subito.

Lui rise.

“tranquilla...avevo 12 anni, e mia sorella 16, volevo andare assolutamente in un parco giochi, che adesso non ne ricordo il nome, ma era lontano, e li rompevo, poi loro alla fine hanno accettato, e ci siamo messi in viaggio, quella maledettissima sera c’è stato un temporale, ma sapevamo che la nostra macchina poteva resistere a tutto, ma non fu così, arrivò un fortissimo getto d’acqua, mio padre non ci vedeva più e ci è venuto un camion addosso.”disse fermandosi.

“merda..”dissi “mi dispiace un casino..”

“quando arrivarono l’ambulanza e la polizia, ritrovarono me e mia sorella sotto la macchina, che ormai era in pezzi, e ci dicevano che tutto sarebbe andato meglio, quando poi arrivammo all’ospedale, ci misero in stanze diverse e il giorno dopo arrivò un’ infermiera e io disperatamente chiedevo di mia sorella, dei miei genitori, e mi rispose guardandomi con gli occhi lucidi, che mia sorella stava bene, ma era scesa in coma, invece che i miei erano molto feriti, è che al 95% sarebbero morti.”

non dissi niente, potevo leggere il dolore sul suo viso.

“e tua sorella ora?” chiesi poi.

“sta bene, viveva con mia zia qualche anno fa, ora è abbastanza grande da vivere da sola, come ti ho detto ieri, siamo qui solo per le vacanze, e dove vivo ora è una delle tante case di mia zia”disse sorridendomi.

“wow, deve essere una ricca” dissi, brutta boccaccia, ma lui si limitò a ridere.

Lo guardai un secondo e poi si alzò e disse “forse è meglio andare alla festa, si insospettirebbero se non trovassero la persona che li ha invitati” disse dandomi la mano.

“giusto” dissi ridendo.

 

Andammo alla festa, nessuna traccia di Keila, e io non conoscevo nessuno e mi sentivo estranea.

“vado a prenderti da bere” disse attraversando la folla degli amici che lo salutavano.

non sapevo dove andare, così andai a trovare il bagno per sistemarmi, chissà che mostro ero diventata.

salii le scale e mi fermai fissando una porta “stanza di Bradley, se non sei una ragazza bella non entrare”  “che scemo” dissi ridendo.

Piano piano entrai, senza farmi vedere o sentire da nessuno, c’era un grande letto, una scrivania e un computer con delle mensole in alto.

Mi avvicinai alla scrivania, dove oltre al computer, c’erano delle foto, della sua famiglia.

notai sua sorella, una bellissima ragazza, un sorriso stupendo.

Sua mamma...avevo ragione Brad, aveva un viso solare, si vedeva che amava i suoi figli con tutto il cuore.

“Bella vero?” disse una voce dietro di me, mi girai ed era Bradley.

“scusa, non volevo entrare, stavo cercando il bagno, e mi sono ritrovata qui e..”

“tranquilla” disse ridendo poi riferendosi alla stanza “questa è la mia dimora, signorina” disse di nuovo in tono da maggiordomo.

“cariiina”dissi “soprattutto il letto” indicai il letto gigante.

“Il letto è la parte migliore” mi fece l’occhiolino “ah, tieni” mi diede un bicchiere di punch.

“la parte bella è anche il cartello fuori attaccato alla porta”

“beh mi adeguo, visto che sei entrata”

“che vorresti insinuare?” gli feci la faccia da cucciolo.

“che possono entrare anche le ragazze perfette” disse sorridendo.

“sai fare di meglio” dissi ridendo e sedendomi sul letto.

“cercavo di essere dolce, ci sono riuscito?” disse sedendosi accanto a me.

mi girai verso di lui, e i miei occhi si accesero come un faro incontrando i suoi.

 

   
 
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