Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: kissky    04/08/2014    3 recensioni
Non capisco perchè il mio amico David ha insistito tanto perchè mi iscrivessi a questo corso di auto difesa! Voglio dire sono gay ma sono pur sempre un uomo, mi so difendere! Inoltre lui non dovrebbe impicciarsi nei miei affari!
MI chiamo Tommy Joe e ho 23 anni! Conducevo una normale vita da musicista gay prima di incontrare lui! La mia vita è cambiata radicalmente!
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, verso le nove, il cellulare che avevo lasciato acceso sul comodino accanto al letto vibrò. Era un messaggio di Adam, un semplice :) che però diceva tutto. Gli risposi con lo stesso smile e un “Buongiorno!” per poi dirigermi in cucina per prepararmi una colazione veloce. Ripensavo alla sera prima, a quello che ci eravamo detti con dei semplici gesti e frasi corte ma significative. Adam era speciale: niente a che vedere con le checche isteriche o gli scimmioni cafoni e impertinenti con cui avevo a che fare solitamente. Io e lui, insieme, avremmopotuto diventare qualcosa di speciale e UNICO!
Dopo aver divorato una grande quantità di cereali al cioccolato ben inzuppati nel latte freddo, decisi che era arrivato il momento di chiamare David per chiarire le cose: in fondo non potevo tenergli il broncio tanto a lungo. Io e lui eravamo amici ormai da tanto tempo e doveva sapere tutto quello che era successo. E se lui non avesse approvato questa situazione…beh…la nostra amicizia avrebbe potuto prendere una brutta piega e non era certo questo quello che volevo!
Così mi feci coraggio, presi il telefono e cominciai a comporre il suo numero. Prima che potessi ciccare sul tasto di chiamata, il cellulare cominciò a squillare: era il numero di David.
Se da una parte avevo paura che se ne uscisse con una delle sue prediche, dall’altra ero sollevato perché non avrei dovuto fare io la prima mossa. Accettai la chiamata, ma dall’altro capo mi parlò una voce femminile singhiozzante e preoccupata.
“ T-tommy, santo cielo, meno male che hai risposto subito!”
“ Claire, che succede?! Perché chiami con il telefono di David?!”
“ Non c’è tempo per le spiegazioni! Devi venire subito!”
“ Claire dove sei?! Ti sento male! Cosa sta succedendo? Dove devo venire?”
“ S-siamo all’uscita dell’autostrada più vicina a casa tua…a-a-abbiamo avuto un incidente. Io sto bene, ma David non mi risponde…”
“ Cosa?! Claire non ti muovere, arrivo subito! Hai chiamato i soccorsi?!”
“ S-sì…ti-ti prego Tommy, sbrigati!”
Non me lo feci ripetere due volte. Afferrai le chiavi dell’auto e mi precipitai in strada nella speranza di arrivare insieme o prima delle ambulanze. Il mio cuore batteva a mille, non ci potevo credere. Quell’incidente forse era colpa mia! Forse era la collera di David nei miei confronti ad aver causato la sua distrazione in strada!
Durante il breve tragitto ricevetti una telefonata: era Adam.
“Buongiorno splendore! Hai qualche impegno per oggi?!”
“Non è il momento per le sdolcinatezze, Adam! Ho fatto la più grossa cavolata della mia vita! Ero troppo impegnato a pensare a te che ho trattato male il mio migliore amico! Sai che ti dico?! Non richiamarmi!”. Riattaccai.
Solo quando ebbi gettato il cellulare nel seggiolino accanto a me mi resi conto di cosa avevo combinato: Adam non poteva sapere quello che stava accadendo e io mi ero comportato nuovamente come un cretino. Perché ero stato così egocentrico?! Non solo potevo aver perso il mio migliore amico, ma adesso rischiavo che il ragazzo per cui mi ero preso una bella cotta non mi parlasse più. Battei la mano sul clacson per la rabbia. Sapevo solo combinare casini!
Solo quando mi accorsi di essere arrivato nel luogo dell’incidente la mia rabbia si trasformò nuovamente in preoccupazione.
Vidi Claire seduta sull’asfalto mentre alcuni soccorritori le offrivano dell’acqua e controllavano che non avesse ferite gravi. Mentre scendevo dall’auto vidi degli uomini che estraevano il corpo di David dall’auto e lo sistemavano su una barella per poi caricarlo sull’ambulanza. Mi precipitai ad abbracciare Claire  cercando di consolarla. Chiesi come stava David, ma non ebbi risposta. Non mi lasciarono salire in ambulanza, ma un’altra auto del soccorso accompagnò me e Claire in ospedale dove avremmo dovuto attendere i risultati delle analisi che avrebbero fatto a David.
Una volta arrivati ci fecero accomodare in sala di aspetto offrendoci qualche genere di conforto. In quel momento, però, riuscivo a pensare solo a due cose: al mio migliore amico che stava lottando per la vita e al ragazzo che avevo trattato da schifo. Dovevo assolutamente sistemare le cose con lui, non volevo rischiare di perderlo per sempre.
Mi accertai che Claire stesse bene per poi uscire a chiamare Adam. Prima che potessi estrarre il telefono dalla tasca dei jeans me lo vidi arrivare incontro correndo. Solo quando fummo a due centimetri di distanza e dopo esserci guardati negli occhi per qualche secondo, mi gettai tra le sue braccia cominciando a singhiozzare. Lui, di tutta risposta, cominciò ad accarezzarmi la schiena stringendomi a lui delicatamente.
“Scu-Scusa…n-non avrei dovuto trattarti in quel modo! Sono solo uno sciocco egoista! Perdonami, ti scongiuro!”, cominciai a dire tra i singhiozzi.
“ Ehi, ehi…shhh, va tutto bene non sono arrabbiato.”
Mi allontanai dalla sua spalla per guardarlo negli occhi.
“ Come puoi non esserlo dopo il modo in cui ti ho trattato?! C-come hai fatto a sapere che ero qui?”
“ Stavo venendo a casa tua. All’inizio ero ultra-arrabbiato con te e volevo sapere le motivazioni. Poi all’uscita dell’ autostrada ti ho visto, ho chiesto ad un dirigente del traffico cosa era successo e ho capito. Come sta?”
“ I-io n-non lo so. Gli stanno facendo dei controlli, ma quando sono arrivato era ancora privo di conoscenza. Oddio ho combinato un casino!”, dissi facendo ricadere la mia testa sulla sua spalla ricominciando a piangere.
Dopo qualche minuto passato a cercare di consolarmi, Adam prese in mano la situazione, riaccompagnandomi dentro il pronto soccorso per fare compagnia a Claire farci spiegare la situazione. Dopo aver brevemente presentato Adam alla mia amica, cosa che fu alquanto imbarazzante per me, lei cominciò a raccontarci la sequenza degli avvenimenti: a quanto pare David l’aveva chiamata dicendole di voler venire a scusarsi con me e che voleva il suo supporto emotivo. Durante il tragitto in macchina, lui aveva preso il telefono per chiamarmi ed avvertirmi del loro arrivo. Nella distrazione di comporre il numero, non aveva fatto in tempo a notare che stava andando a scontrarsi contro un cartello di segnalazione di lavori in autostrada, cosa che lo aveva portato a cambiare direzione bruscamente, sbandando per poi scontrarsi contro il guard rail in maniera violenta. Claire era riuscita a precipitarsi fuori dalla macchina prima dell’impatto, ma non facendo in tempo a trascinare fuori con se anche David.
Mentre Claire raccontava ciò che era accaduto, non potevo fare a meno di stringere la mano di Adam per impedirmi di prendermi a schiaffi. David voleva scusarsi! L’incidente era colpa mia!
Scattai in piedi per andare a rifugiare nel bagno più vicino, non accorgendomi che Adam mi stava seguendo. Appena entrato nella piccola stanza lanciai un grido di frustrazione nella speranza che nessuno mi sentisse. Una mano calda si poggiò sulla mia spalla incoraggiandomi a voltarmi:
“Cosa ci fai tu qui?”, chiesi tra i singhiozzi.
“Sei scappato all’improvviso…volevo vedere se andava tutto bene…”
“Come può andare tutto bene se sono io la causa dell’incidente!?”
Dopo un attimo di esitazione, Adam mi abbraccò, stringendomi il più possibile contro il suo petto:
“Ehi non è affatto colpa tua…queste sono cose che possono succedere, purtroppo. Lui…beh…si è solo distratto un secondo e sfortunatamente è accaduto tutto questo. Le cose si sistemeranno vedrai.”
Mi asciugai le lacrime, presi Adam per mano sorridendogli e insieme tornammo in sala d’attesa da Claire.
Appena lei mi vide mi abbracciò dicendomi:
“ Il dottore se ne è appena andato. L’operazione è andata bene, David ce l’ha fatta! Adesso però sta dormendo…”
Sorrisi dalla gioia: “Dici che potrei vederlo comunque?”
“Beh non vedo perché no!”
Così l’abbracciai. Ero felice! Il mio migliore amico stava bene, non potevo chiedere di più!
 
 
 
  Nota dell'autrice: Ringrazio tutti coloro che hanno recensito gli altri capitoli! Spero che questo vi piaccia! Scusate per la lunga attesa di aggiornamento! Kissky
  
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