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Autore: Anaklusmos24    04/08/2014    1 recensioni
"So che sei lì. Non puoi fuggire per sempre, un giorno dovrai combattere".
Tutto è cominciato così, con queste parole dette da quello che ancora non sapevo sarebbe diventato il mio peggior nemico. Lui, io e i nostri rispettivi alleati siamo creature che non esistono secondo le convinzioni moderne. Io sono Katia Robinson, e vi racconterò la mia storia.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Katia, Katia Robinson. Da qualche tempo faccio uno strano sogno, sempre lo stesso ogni notte: io che corro terrorizzata e un enorme drago rosso che mi insegue. E puntualmente mi sveglio, di solito urlando, un attimo prima che mi raggiunga e mi uccida.
Oggi ho una strana sensazione di imminenza, come se stesse per succedere qualcosa di molto importante. Però, via via che il tempo passa, la sensazione si trasforma in paura. A un certo punto non ce la faccio più: infilo l’essenziale in una borsa e mi chiudo in camera, decisa a calarmi giù dal balcone se succede qualcosa. Non riuscendo a stare ferma, mi metto a guardare attraverso la parte superiore della porta (vetro opaco fino a metà circa). Così noto che il corridoio sembra espandersi in tutte le direzioni, fino a diventare il quadruplo di prima. Poi sulle pareti compare una luce rosso-arancione, come se ci fosse del fuoco; e si sentono i tonfi di passi di qualcosa di molto grande e molto vicino. Terrorizzata, mi schiaccio contro la parte inferiore della porta, sperando che la cosa non mi possa vedere. Lo sento avvicinarsi sempre di più e fermarsi qui fuori, dopodiché una voce molto profonda dice:«So che sei lì. Non puoi fuggire per sempre, un giorno dovrai combattere», e si allontana. Aspetto di non sentirlo più, poi apro la finestra, scavalco il muretto del terrazzo e mi aggrappo alla parte esterna. Rimango lì, non ho il coraggio di scendere né tantomeno di rientrare, non dopo quello che è appena successo. Angosciata, appoggio la fronte nello spazio tra le mani e resto ferma, nella mia posizione semi-rannicchiata. All’improvviso sento un frullo d’ali alla mia destra, pensando che sia un uccello non gli presto molta attenzione, almeno finché dalla stessa direzione qualcuno tossicchia. Allora sussulto e alzo di scatto la testa, poi comincio a pensare di avere le allucinazioni: aggrappato accanto a me c’è un ragazzo, biondo e con gli occhi nerissimi, con due ali piumate color oro sulla schiena. Il dubbio inizia ad affievolirsi quando questo si presenta, dicendo di chiamarsi Michael Kayne, e continua a parlare in fretta:«Io faccio parte degli Alati, come puoi vedere. Abbiamo due tipi di ali, piumate e membranose. Si dice che il Combattente le avrà del secondo tipo, ma comunque siano fatte saranno blu elettrico. Ah, non importa. Ascolta, tu sei una di noi. E devi essere anche potente, se Rastark è venuto a minacciarti di persona»«Ah, che bello… Ma se sono una di voi, perché non ho le ali?»«Le hai invece, devi solo tirarle fuori»«Come?»«Dato che è la prima volta, devi immaginare di volare, senza aerei o cose del genere, solo volare. Per le successive invece ti basterà richiamare alla mente il loro aspetto». Pur essendo un po’ diffidente, faccio come mi ha detto. Comincio a sentire un formicolio alla schiena, che aumenta sempre di più; proprio quando sta per diventare dolore si interrompe di colpo. Così mi giro per vedere cos’è successo: ora ho un paio di enormi ali membranose, c’è solo un particolare che non avevo previsto.«Ehm... Michael, cosa sarebbe di preciso il Combattente?»«L’Alato che combatterà contro Rastark nel Giorno della Verità; perché me lo chiedi?»«Girati...». Confesso che fino a un istante prima di vedere la sua faccia speravo che mi dicesse che il colore delle mie ali non è esattamente blu elettrico, magari che fosse una qualche sfumatura molto simile, ma guardandolo capisco che le mie speranze possono andare a farsi benedire. «Ok, dobbiamo andare immediatamente al campo. Pensi di farcela a volare subito?»«Credo di s컫Bene. Allora, devi lanciarti il più lontano possibile e battere le ali. Trova il tuo ritmo di volo e mantienilo, e ricordati di seguirmi». Stavolta mi fido di lui: mi spingo con le gambe spiccando un salto in orizzontale, quando comincio a cadere allargo le ali e la membrana si gonfia raccogliendo il vento. Poi comincio a colpire l’aria con battiti regolari ma un po’ troppo veloci, forse per l’ansia. All’inizio sono leggermente impacciata: riesco per un pelo a sollevarmi abbastanza da evitare di andare a sbattere contro un cipresso. Inizio a volare verso l’alto e in avanti fino a raggiungere Michael; rallentando intanto il ritmo delle ali fino a trovare quello giusto, quello che sento di poter mantenere per giorni senza stancarmi. A questo punto mi concedo un sorriso di pura gioia.«Bello, vero? Io una volta ho volato per una settimana, solo perché mi piaceva troppo per riuscire a scendere. Atterravo solo per mangiare, bere e dormire qualche ora.»«Pensi che potrò farlo anch’io?»«Temo che per un po’ non potrà farlo nessuno, siamo in periodo di guerra»«Guerra?»«Sì, Rastark ha messo un accampamento dei suoi demoni poco lontano dal nostro campo. Ogni giorno mandano minacce e lanciano qualsiasi cosa, dalle frecce ai pezzi di terra»«Perché non attaccano direttamente?»«A causa dell’unica legge rispettata da tutti: è proibito oltrepassare i confini di una base nemica, in qualsiasi modo. Cioè, non si può entrare, non ci si può passare sotto e non si può sorvolare»«Quindi almeno un vantaggio c’è!»«Ah, sei un tipo ottimista! Meglio, un po’ di ottimismo fa sempre bene»«Anche se i pessimisti non hanno mai delusioni...»«Sì, ma non si godono nemmeno le cose belle della vita perché sono troppo occupati a pensare a cosa potrebbe andare storto»«Giusto! Allora, lunga vita agli ottimisti!». Con questa dose di allegria, continuiamo a chiacchierare mentre ci dirigiamo verso la nostra meta, il campo di addestramento degli Alati.
 
***
 
Angolo autrice:
Finito! Ovviamente è un capitolo; la storia era nata come One-shot ma poi mi sono accorta che non sarei riuscita a far entrare tutto in un solo capitolo, anche se lungo. Fatemi sapere cosa ne pensate, sono aperta alle critiche purché non siano offensive. Se avrò abbastanza recensioni positive (e quando avrò tempo) pubblicherò il prossimo capitolo e forse metterò un’immagine di Katia, appena ne troverò una abbastanza simile
  
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