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Autore: Sonomi    04/08/2014    4 recensioni
"Fissava le pareti della stanza senza vederle realmente, cercando di captare ogni piccolo rumore. L’unica cosa che sentiva era il suo flebile respiro. Le luci al neon del lampadario rendevano l’atmosfera circostante molto ospedaliera, e quel paragone non fece altro che accrescere l’ansia dentro le sue membra. Non sapeva come mai, ma la sola idea che quella camera potesse sembrare un ospedale lo terrorizzava abbastanza.
Guardò impotente la porta sbarrata davanti a lui, per poi lasciar scivolare gli occhi sulla scarsa mobilia che lo circondava: un comò di medie dimensioni, un traballante tavolino di mogano e una sedia inutilizzata, considerando che era seduto sul pavimento freddo. Ingoiò l’aria, aspettando che qualcosa accadesse. Ma non succedeva niente da almeno cinque giorni.
Uscirò mai da qui?"
(Taoris, Kaisoo, Hunhan, Baekyeol, Sulay, ChenMin)
(Titolo cambiato! Precedente: "Il college degli orrori")
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti ^^ Eccomi tornata con un nuovo capitolo! :D L'inizio sarà un po'' strano, ma solo per via di un piccolo salto temporale di una settimana :) spero che possa soddisfarvi! 
Ci tenevo a dire due cose. Prima di tutto, vi informo che entro 6-7 capitoli la FF dovrebbe volgere al termine, forse anche meno. Dipenderà dalla loro lunghezza. Mi dispiace davvero molto, ma io stessa mi rendo conto che tirare avanti una FF per le lunghe può farla risultare pesante e non vorrei che accadesse con la mia ç_ç e poi insomma, ci stiamo avvicinando davvero al finale indipendentemente da una mia scelta o meno (?) quindi eviterò di allungarla più del necessario! Oltretutto vorrei chiedervi una piccola preferenza riguardo a una cosuccia u.u ho in programma di scrivere un EXTRA di questa FF, una sorta di "pre-ff" in cui vi farò conoscere come alcuni personaggi si sono conosciuti. E quindi la mia domanda è: di chi vorreste leggere il primo incontro? Yifan e Tao, Minseok e Jongdae o..Chanyeol e Baekhyun? ^^ o tutti e tre? LOL fatemelo sapere come più vi aggrada (?) o tramite una recensione o tramite i miei contatti che trovate tutti nella mia pagina autore ^^ 
Non sto ancora ad annoiarvi. GRAZIE A TUTTI <3

 






Capitolo 23
Famiglia


La pace era durata poco.
Joonmyun fissava con le lacrime agli occhi la porta di casa crollare sotto le numerose spinte, il legno completamente scardinato frantumato sul suolo. Yixing gli stringeva la mano talmente tanto forte che la circolazione sanguinea ne stava risentendo, ma poco gli importava mentre guardava entrare nel loro rifugio momentaneo una decina di ragazzi. Accanto a lui i suoi compagni di viaggio trattennero il respiro. 
Sulla soglia, con un ghigno leggero sul volto, stava Seunghyun. 
-Buonasera. Noto con piacere che ci siete tutti..- affermò facendo qualche passo all’interno dell’abitazione. -Il capo sarà molto felice-
-Seunghyun..- sussurrò Chanyeol osservando l’altro guardarsi le unghie con tranquillità, del tutto sicuro che la sua missione sarebbe andata a buon fine. 
-Come hai fatto a trovarci?- domandò Yifan mettendosi davanti ai suoi amici, come a volerli proteggere da un qualche pericolo. Seunghyun alzò gli occhi verso di loro, piantandoli in quelli di Baekhyun.
-E’ stato molto semplice, sapete, una volta che mi sono reso conto di una cosa- cominciò a spiegare l’altro continuando a fissare il piccolo ragazzo accanto a Chanyeol. -Ciò che appartiene al mio branco, io lo percepisco- 

Pochi giorni prima, Seoul.

Seunghyun camminava avanti e indietro nello studio del signor Byun, le dita appoggiate a una tempia e gli occhi chiusi. L’uomo continuava imperterrito a inveirgli contro, sbraitando parole senza senso sulla sua incapacità di portare a termine quel lavoro. Seunghyun avrebbe voluto vedere lui nella situazione che stava vivendo. Se tanto lo riteneva incapace, perché non si occupava del problema da solo? Il ragazzo sbuffò.
-Ha finito di insultarmi, di grazia?- sbottò. -Pensa di aiutarmi dicendomi questo? Pensa che sia colpa mia se quei ragazzi sono più furbi di me e lei messi insieme? Stiamo facendo del nostro meglio- 
-Non c’è molto tempo, signorino! Non appena i ragazzi capiranno come funzionano le cose, sarà impossibile prenderli!- urlò Byun alzandosi dalla scrivania. 
-Non si preoccupi di questo..-
-Ah no? Hai appena detto tu stesso che quei giovanotti sono più furbi di quello che pensiamo. Credi che ci metteranno molto a capire che quel Zitao è il loro capobranco? Che se volessero potrebbero non aspettare la luna piena per trasformarsi? Che, se solo non fossero troppo preoccupati dal scappare, riuscirebbero a percepirsi l’uno con l’altro? A quel punto potremmo dire loro ‘ciao’, sarebbero impossibili da catturare!- sbraitò Byun dando un pugno al muro. Seunghyun se ne stette in silenzio, passandosi una mano fra i capelli. Sapeva di doversi sbrigare, ma tutte quelle urla non sarebbero state d’aiuto. 
-Vado. Cercherò di fare il possibile- disse alla fine, dando le spalle al “capo”, per poi uscire dalla stanza senza nemmeno salutare. Poco importava avere rispetto, se era dalla loro parte era solo per potersi guadagnare la libertà. Camminò spedito per i corridoi, uscendo in strada e abbassando la testa per proteggere gli occhi dai deboli raggi solari. L’arietta fredda di inizio inverno lo colpì in pieno e si strinse nella giacca, mentre lentamente si dirigeva verso casa.
Quando entrò nel suo piccolo appartamento si gettò totalmente vestito sul divano, senza preoccuparsi di sporcarne la stoffa con le scarpe. Con il braccio si coprì gli occhi, rilassandosi, cercando di captare cosa stessero facendo i suoi ragazzi. Aveva imparato a chiuderli fuori dalla sua mente per la maggior parte della giornata. All’inizio il loro vociare era talmente tanto rumoroso che faticava a non impazzire. Piano piano cominciò a sentire diversi pensieri non suoi.. Due dei suoi lupi erano a fare la spesa al supermercato, discutevano su quale biscotti comprare; l’unica ragazza leggeva un libro, un giallo a quanto gli sembrava; un altro pensava a quanto fosse doloroso aver dovuto mentire a Chanyeol.. 
Un momento.
Seunghyun balzò in piedi, prendendosi la testa fra le mani. “Che, se solo non fossero troppo preoccupati dal scappare, riuscirebbero a percepirsi l’uno con l’altro?”
Le parole del signor Byun gli risuonarono in testa, mandandolo quasi al manicomio. Come aveva fatto a pensarci prima? Possibile che la rabbia e il desiderio di riscatto lo avessero accecato dal capire una cosa così ovvia? Lui aveva morso Baekhyun. Lui lo aveva reso un lupo. Lui..era il suo capobranco. Per un attimo ebbe un irrefrenabile ondata di disgusto nel rendersi conto di avere con sé la persona che lo aveva condannato a quella vita. Poi però comprese che avrebbe potuto trovarli in uno schiocco di dita, ovunque loro fossero mai andati. Perché i pensieri di Baekhyun erano anche i suoi. Seunghyun ghignò, concentrandosi di nuovo attentamente, escludendo gli altri e focalizzandosi soltanto sulla persona desiderata:

Baekhyun stava guardando Chanyeol riposare con la schiena appoggiata al muro. Di fianco a lui sedeva un altro ragazzo dagli occhi grandi e i capelli scuri. Parlavano sottovoce per non svegliare Chanyeol. Seunghyun sentì dire dalla bocca dello sconosciuto qualcosa riguardante i sensi di colpa.
-Non devi preoccuparti di questa cosa adesso, Baekhyun. Sicuramente il tuo Channie ha altro a cui pensare, e di certo non starà a colpevolizzarti ancora per Seunghyun- 
-Non sai quanto sia stato doloroso stare al suo fianco con la coscienza sporca, Kyungsoo. Ogni volta che mi stringeva fra le braccia io mi sentivo sprofondare nel dolore. Ma nonostante tutto io.. Non riuscivo ad allontanarmi da lui-
 

Seunghyun fece una smorfia. Se Baekhyun si era sentito così in colpa avrebbe dovuto risolvere la cosa prima che degenerasse in quel modo. Scosse il capo, scacciando quei pensieri, e si concentrò nuovamente.

-L’amore non segue le regole. Guarda Zitao, ad esempio-
-Zitao?- chiese Baekhyun.
-Andiamo, non ti sei accorto di come vanno le cose fra lui e Yifan? Quei due si piacciono. Da sempre. Ancor prima che succedesse tutto questo- spiegò Kyungsoo. -Eppure, nonostante Zitao sappia cosa Yifan ha fatto, non  fa altro che rimanergli ancora accanto. Se questo non è amore dimmi tu cos’è. E la stessa cosa vale per te e Chanyeol- 
-Si, ma cosa dovrei fare adesso? Io e Channie siamo in una sorta di momento in cui entrambi fingiamo che non sia successo nulla, ma prima o poi dovremo affrontare l’argomento. E se lui non mi volesse con sé?-
Kyungsoo prese le mani di Baekhyun fra le sue e le strinse leggermente.
-Sbaglio o adesso lui è qui con te, lontano da casa, dopo averti accudito per giornate intere? Quando ha saputo che il suo migliore amico era vivo avrebbe potuto schierarsi tranquillamente dalla sua parte, ne avrebbe avuto anche le buone motivazioni, ma non lo ha fatto. Ti ha seguito fino a qui, a Osaka, e ti chiedi ancora se lui ti ama?-


A quel punto Seunghyun smise di ascoltare. Aveva le informazioni che gli servivano. Osaka, in Giappone. Afferrò il cellulare, compose velocemente il numero del signor Byun, e attese che quello rispondesse.
-So dov’è suo figlio e quel branco. Andiamo a prenderli-


Osaka, presente.


-Ciò che appartiene al mio branco, io lo percepisco- 
Quelle parole furono seguite da un lungo silenzio. Baekhyun tremò impercettibilmente, perché aveva capito, eccome. E non sapeva proprio cosa dire, fare, pensare. Seunghyun continuava a fissarlo con quel ghigno sul volto, segno di puro divertimento, e il ragazzo sapeva che quella era una sorta di vendetta nei suoi confronti. Baekhyun capì che, secondo le regole, lui avrebbe dovuto essere dalla parte di colui che lo stava guardando. E a quanto pare lo stesso pensiero doveva essere passato per le menti di tutti i suoi amici. 
-Tu.. Cosa?- balbettò Zitao affiancando Yifan. I ragazzi dietro Seunghyun, a quel gesto, ringhiarono leggermente. Il loro capo alzò una mano, come a intimare loro di smettere, e quelli tornarono a posto. Zitao corrugò le sopracciglia. 
-Chiedo scusa- disse Seunghyun sorridendo. -Ma quando un capobranco si avvicina ad un altro il risultato è questo- 
-Che cosa vorresti dire?- chiese il cinese con tono fermo, avvicinandosi ancora di più a lui. 
-Che tu sei il capobranco del tuo gruppo, Huang Zitao. Perché credete di esservi trasformati tutti adesso, nello stesso momento, nonostante i vostri rapimenti siano avvenuti in periodi diversi? Un gruppo si forma nel momento in cui arriva il capobranco. Per questo io e te, a rigor di logica, siamo pari. In pratica però.. Beh, diciamo che parti svantaggiato- rise Seunghyun. -Io sono un lupo da molto più tempo di voi. So interagire con il mio branco come se fossimo una cosa sola, a differenza vostra. E per quanto riguarda la mia frase infelice di prima..- continuò il ragazzo guardando nuovamente Baekhyun. -Temo che il vostro amichetto sia dalla parte sbagliata- 
-Questa è una stronzata bella e buona!- sbottò Chanyeol avanzando. 
-Sono stato io a rendere Baekhyun come noi, quella notte. Fa parte del mio branco! Per questa ragione posso sentire i suoi pensieri- spiegò pacatamente Seunghyun come se la cosa non gli importasse poi molto. Ed effettivamente era così. -Devi sapere, Zitao, che i capibranco possono sentire i pensieri dei membri del proprio gruppo. Mi è stato facile arrivare a voi proprio per questo. Mi dispiace darti questa notizia..Chanyeol-
Seunghyun non pensava che parlare nuovamente al suo amico sarebbe stato così difficile. Mostrava tranquillità, ma dentro stava tremando. Lo guardò avvicinarsi ancora a lui, lentamente, fino a quando non se lo trovò a un palmo dal naso. 
-E che cosa avresti intenzione di fare, allora?- ringhiò Chanyeol afferrando il vecchio amico per il bavero. Quello sorrise.
-Se hai paura che ti porti via il tuo lupetto puoi stare tranquillo- affermò Seunghyun con espressione disgustata. -Il branco è la mia famiglia e lui non è gradito. Ti libero dal vincolo con il mio branco, Byun. Adesso sei un bel randagio- ridacchiò poi afferrando la mano di Chanyeol e allontanandolo dal suo collo. Guardò il ragazzo ancora per qualche secondo, gli occhi del più alto lo sondavano feriti, e poi si accostò al suo gruppo. Continuò a parlare.
-Sapete qual è la cosa che mi diverte, però? Vedere che siete partiti in così tanti, quando in realtà le persone che sarebbero dovute scappare sono meno- affermò Seunghyun incrociando le braccia. 
-Si chiama amore!- 
L’urlo di Kyungsoo fece sussultare tutti, troppo presi dalla tensione palpabile nella stanza. Il ragazzo fece qualche passo avanti, affiancando Zitao e Yifan, fissando Seunghyun con una luce negli occhi che nessuno gli aveva mai visto prima. Quest’ultimo lo riconobbe come il giovane nei pensieri di Baekhyun. 
-Amore?- rise poi scuotendo il capo. 
-Già. Amore. Amicizia. Entrambi! In quel college abbiamo imparato a sostenerci l’uno con l’altro. La maggior parte delle persone lì dentro ha una famiglia difficile alle spalle a cui non è particolarmente legato. Per questo i legami creati sono più forti di qualsiasi cosa! Noi siamo una famiglia!- continuò a urlare Kyungsoo lanciando un’occhiata a Jongin, facendo poi scorrere lo sguardo su tutti i suoi amici. -E le famiglie non si abbandonano mai..- concluse poi, portando lo sguardo sul pavimento. Il silenzio tornò sovrano, spezzato soltanto dal suono di passi fuori dalla casa: erano arrivati altri membri del gruppo di Seunghyun. Quest’ultimo fissava Kyungsoo con serietà, ogni traccia di sarcastica ilarità svanita dal volto, muscoli tesi e mascella contratta. “E le famiglie non si abbandonano mai”. Quelle parole, anche se appena pronunciate, a Seunghyun parvero arrivare da ricordi ben più lontani. Quando ancora era solo un ragazzino, con la sua bicicletta mezza rotta e il cuore spezzato dalla separazione dei suoi genitori; quando correva nel salotto di casa Park a piangere, e la signora Park lo obbligava a buttare giù chili e chili di cioccolata per farlo sollevare; quando Chanyeol lo abbracciava e gli ripeteva in continuazione che sarebbe stato lui la sua famiglia, per sempre. Seunghyun sospirò, voltando il capo dall’altra parte per non dover incrociare gli occhi del suo vecchio amico. Chiuse tutti quei sentimenti e ricordi in un angolo della sua mente, spingendoceli con violenza, per poi lanciare uno sguardo penetrante al gruppo di fronte a lui. 
-Allora spero che l’amore vi sia di consolazione anche quando sarete di nuovo a Seoul- disse secco. -Prendeteli- 
Il branco di Seunghyun avanzò tranquillo, mentre quello di Zitao stava fermo e immobile, tutti coscienti che non sarebbero comunque riusciti a scappare o a fare qualunque cosa. Si lasciarono condurre fuori dalla casa, mano nella mano, senza lasciarsi, e a Seunghyun quel gesto non sfuggì. Non si perse nemmeno l’occhiata di Chanyeol, piena di risentimento e lacrime, e riuscì a sentire quello sguardo perforargli la schiena fino a quando i suoi ragazzi non li fecero salite tutti nelle macchine. E si rese conto che, per quanto cercasse a chiudere i sentimenti negli angoli della mente, era molto più difficile farlo negli angoli del cuore. 


Seoul, 3 dicembre.

Yixing batteva incessantemente il piede in terra, come a tenere il tempo dei suoi pensieri. Ogni tanto lanciava qualche occhiata a Joonmyun, seduto su una sedia attaccata al muro di fronte a lui, intento a medicare il piccolo taglietto che Luhan si era procurato inciampando durante il trasporto dentro l’agenzia. Il cinese tremava violentemente, guardando le pareti della stanza con gli occhi spalancati. Yixing pensò che ci fosse qualche possibilità che quella camera fosse proprio il luogo in cui lui e Sehun erano stati portati durante il rapimento, e quando vide quest’ultimo affiancarsi a Luhan e passargli un braccio intorno alle spalle, capì di averci visto giusto. Una cosa veramente sadica.
Chanyeol in compenso fissava senza vedere realmente nulla un punto indefinito di fronte a lui, e la cosa era piuttosto logica: erano chiusi da tre ore lì dentro e Baekhyun non era ancora tornato. Appena arrivati al palazzo dell’agenzia, Baekhyun era stato separato dai suoi amici per essere portato nell’ufficio del padre. A nulla erano servite le urla e i tentativi di ribellione del fidanzato. E ora se ne stava lì, in placida attesa, senza parlare con nessuno. Kyungsoo e Jongin erano accucciati in un angolo, stretti l’uno all’altro, così come Jongdae e Minseok, e Yixing li invidiò tutti e quattro per un attimo. Avrebbe voluto anche lui stringere a sé qualcuno da cui tratte conforto, una persona che attraverso quell’abbraccio riuscisse a trasmettergli la bellissima sensazione di essere al sicuro. E quella persona, per lui, era dall’altro capo della stanza e stava poggiando su un tavolino il disinfettante precedentemente usato. Yixing guardò Joonmyun ancora per qualche istante, osservando la sua aria smunta, fino a quando l’altro non alzò gli occhi nella sua direzione con un mezzo sorriso. Lo guardò camminare verso di lui, fino a quando non se lo trovò di fronte. Non parlò: nulla avrebbe spezzato quel silenzio. Joonmyun semplicemente fece scivolare le braccia intorno alla vita di Yixing, seppellendo la faccia nell’incavo del suo collo. 
E pochi piani sopra il loro, Baekhyun era seduto su una poltrona in pelle marrone, davanti a una scrivania in mogano. E appoggiata a quella scrivania c’era una donna dai lunghi capelli neri. Baekhyun la guardò con odio, come aveva sempre fatto del resto, e quella sembrò quasi divertita da quell’occhiataccia. Fece una risatina e cominciò a camminare per la stanza. 
-Mio caro Baekhyun.. Vedo che alla fine hai deciso di voltarci le spalle-
-Non c’era nulla che mi impedisse di farlo, considerando che Chanyeol non era così al sicuro come credevo- sputò il ragazzo con risentimento. La donna lo guardò mettendo il broncio.
-Tesoro, è stato un caso. Non avevamo intenzione di fargli del male, lo sai-
-Difficile crederlo-
La signora incrociò le braccia al petto e fissò Baekhyun con intensità. Gli occhi del ragazzo erano così colmi di tristezza che non sapeva proprio come comportarsi. 
-Tuo padre era molto preoccupato per te sai? Penso che dovresti smettere di dargli problemi e deciderti a tornare a casa. Ai tuoi amici penseremo noi- disse alla fine prendendo posto dietro alla scrivania. Baekhyun rise sarcastico, scuotendo il capo.
-Se penserete a loro come avete fatto fino ad adesso allora dovrei proprio stare tranquillo, si!- ringhiò. -Io non ho intenzione di appoggiarvi ancora!- 
-C’è la tua famiglia di mezzo!- sbottò la donna battendo la mano con violenza sulla superficie in mogano. -Quello è tuo padre!-
A quel punto Baekhyun si alzò in piedi, avvicinandosi in fretta alla donna. Si appoggiò alla scrivania, protendendosi verso il volto della sua interlocutrice, arrivandole a cinque centimetri dal naso con un sorriso provocatore stampato sulle labbra. 
-Proprio lei mi parla di famiglia?- sussurrò ridacchiando, alzando le sopracciglia. -Proprio lei, che non ha esitato a spedire suo figlio nel college di mio padre.. Signora Huang?-
  
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