Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Elissa_Bane    04/08/2014    1 recensioni
-Ogni angelo ha un Guardiano, che lo aiuta e lo sostiene, che sente ogni cosa senta l’angelo per poter meglio provvedere ai suoi bisogni. È il suo angolo di Paradiso in terra.
-E ogni Guardiano ha un solo angelo?- chiese Castiel. La figura davanti a lui rise divertita.
-Oh no, anche se potrebbero.
-E perché non lo fanno?- Anna abbassò il capo.
-Perché quando abbandoniamo il nostro tramite è come se morissimo, e loro muoiono con noi.
*.*.*
-Ricordi quando stringevamo il nostro "per sempre" tra le dita?
[Destiel + nuovo pairing]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Angels are watching over you'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

I'LL WATCH OVER YOU

CAPITOLO SECONDO

ABOUT A FALL, A REVELATION AND SLEEPING
 

Per Dean e Gabriel, come sempre.
-Cass

 

-DEAN WINCHESTER, NON CI PENSARE NEMMENO!- urlò Castiel, ignorato dal ragazzo che continuò a correre con quella specie di serpente avviluppato addosso. Il loro ultimo caso, un caso dalle opache scaglie cerulee e zampe artigliate, senza parlare degli occhi d’ossidiana. Un Senzanima, un mostro che (nessuno lo direbbe mai) ti strappa l’anima per cibarsene. L’essere strinse le sue spire intorno al braccio di Dean affondandogli gli artigli nella carne, e il ragazzo saltò su una moto lasciata incautamente incustodita.

Doveva farlo, doveva buttarsi giù dalla scogliera e quel coso sarebbe morto. Insieme a lui.

Ogni metro lo portava più vicino al baratro, dove l’acqua e la morte lo avrebbero accolto.

Tre metri. Dean pensò a Sam, al suo fratellino che in quel momento dormiva in albergo.

Due metri. Castiel, quell’angelo che sembrava essergli legato in qualche modo, che lo guardava sempre con quei brillanti occhi celesti.

Un metro. I pensieri si fermarono.

 

Castiel guardò la moto correre veloce e proiettò i suoi pensieri “Sibille, è il momento. Sii pronta.” pensò, prima di lanciarsi all’inseguimento del ragazzo.

 

Il vuoto. In quel momento Dean vide un paio di occhi celesti nei suoi, un paio di occhi che sognava da tempo.

E poi fu solo buio.

 

*.*.*

 

Il giorno dopo

Stavano scappando.

Ma non dai demoni.

Dagli angeli.

Li inseguivano ormai da ore, senza che Dean ne capisse il motivo, quindi lui e Castiel erano scappati in una vecchia casa che usavano a volte i due fratelli come nascondiglio, mentre Sam andava in tutt’altra direzione per cercare Bobby e capirci qualcosa.

-Odio gli angeli. Senza offesa, Cass, ma sono un branco d’idioti. Insomma, da quanto tempo ti conoscono? 'Inseguiamolo, forza, tanto lui non è Castiel, quel maledetto angelo con cui combatto dall'alba dei tempi, no no'. Ma dai, seriamente?

Castiel lo guardò con quegli occhi celesti che sembravano sempre leggergli l’anima e non sorrise, non che Dean se lo aspettasse d’altronde.

Sicuramente, però, non si sarebbe aspettato nemmeno la frase successiva.

-Non stanno sbagliando Dean – rispose, infatti, l’angelo –Mi hanno riconosciuto e mi stanno cercando.

-Come scusa?- chiese il ragazzo inarcando un sopracciglio –Quei tizi là fuori con le spade starebbero cercando te?

-Esatto. Sono un Caduto, un errore da cancellare- disse tranquillamente Castiel, parlando della sua morte come avrebbe fatto di una nuvola in cielo. Dean gli si mise davanti, fissandolo con le iridi smeraldine.

-Tu, tu saresti un Caduto?- l’altro semplicemente annuì, e lui rise –Certo Cass, ed io sono nato con due teste.

L’angelo lo guardò senza mutare minimamente espressione. Allora il cacciatore lo fissò attentamente, notando per la prima volta le occhiaie scure.

-Sei stanco- constatò. Ma non era possibile. Castiel era un angelo e gli angeli non hanno né fame né sete, non provano dolore né stanchezza.

Le iridi verdi scavarono nei suoi occhi, ma vi trovarono solo una pura, limpida, disarmante sincerità.

-Cosa hai fatto?- chiese, cercando di nascondere l’ansia. Perché se Cass era caduto, gli angeli lo avrebbero trovato e lo avrebbero portato via da lui. E Dean questo non poteva accettarlo, a costo di andare con lui di nuovo all’Inferno.

Perché sì, il cacciatore provava qualcosa per l’angelo dalle ali nere, ma non lo avrebbe mai ammesso. Aveva semplicemente paura, lui che aveva affrontato fantasmi, mutaforma, demoni, aveva il terrore che il suo angelo, dopo averlo saputo, se ne andasse.

-Quale dannatissima regola hai infranto per cadere dalla tua nuvoletta?- continuò, mascherando la paura con la rabbia.

Castiel storse un po’ la bocca –Non ti piacerà.

Gli sorrise, divertito nonostante tutto –A meno che non ti sia scopato un demone posso sopravvivere…Aspetta, non ti sarai mica scopato un demone, vero?

L’angelo lo guardò con quella sua composta serietà che si sgretolava sotto gli occhi del ragazzo –No, Dean. Ho interferito con la Morte.

-L’hai già fatto prima- fu l’unico commento del cacciatore.

-E’ diverso. Prima ne avevo avuto il permesso.

-Bene. Allora, quale graziosa fanciulla ti è costata il posto in Paradiso?

Un sorriso dolce increspò le labbra di Castiel, che in un sussurro rispose –Tu.

A Dean andò di traverso l’aria che stava respirando e, tra i colpi di tosse, riuscì ad ansimare un poco intelligente –Cosa?

-Ieri- spiegò l’angelo –Quando ti sei lanciato giù dalla scogliera- Dean ricordò il caso e la decisione di uccidersi insieme a quella mostruosa creatura. Ma non ricordava alcuna caduta. Semplicemente due occhi azzurri e il buio. –Ti ho salvato. Ecco…io ho volato e ti ho afferrato e sono caduto- terminò d’un fiato Castiel, che prese un respiro profondo. –Non potevo perderti.

A Dean servirono un paio di secondi per realizzare la notizia. –Tu, tu sei caduto per me?- Castiel gli rivolse uno sguardo ben conosciuto dal ragazzo, perché era lo stesso che vedeva nello specchio ogni mattina: lo sguardo di chi ama sapendo che non può permettersi di sperare. Quello sguardo negli occhi del suo angelo fece scattare qualcosa nel petto di Dean, lasciando finalmente la vocina nella sua testa libera di urlare “Coraggio, bestia sexy, ti ama anche lui! Muovi il culo e bacialo!”

Ecco perché Castiel si ritrovò davanti un Dean che sorrideva, che gli si avvicinava in fretta, che gli sussurrava sulle labbra “Stupido”. Che lo baciava.

Dean lo stava baciando.

Dean.

-Questo…questo era- si ritrovò a balbettare il ragazzo contro le labbra dell’angelo, che sorrise.

-Un bacio, Dean.

Risero insieme e d’improvviso Dean rivide le occhiaie livide del compagno.

-Devi dormire almeno un po’ Cass.

Un’espressione imbarazzata comparve sul suo viso –Non…non so come si fa. Cioè, non ho mai dormito prima d’ora e…

-Basta che ti metta comodo e il sonno verrà da solo- lo interruppe Dean.

Castiel gli sorrise, gli occhi celesti che scintillavano –Insegnami tu.

- Non si può insegnare a dormire, Cass, è una cosa naturale. Si canta o si porta in macchina una persona per aiutarla ma non posso farti una lezione!- tentò di replicare, ma l’angelo lo fissò inarcando un sopracciglio.

-Eppure mi pare che tante ragazze abbiano dormito con te. Le ho viste, ogni mattina.

-Beh quello non era proprio dormire, non esattamente- si sentì di specificare il cacciatore.

-Invece quello era dormire. Dean, voglio dormire come quelle ragazze- replicò piccato Castiel.

Il ragazzo sorrise con un angolo della bocca –Questo è il peggior modo di rimorchiare che io abbia mai sentito.

L'angelo lo guardò con quello sguardo da "non capisco quello che stai dicendo, piccolo e stupido umano", così Dean alzò gli occhi al cielo e sospirò. -E sia.

-Mi spieghi come facevano a dormire così profondamente?- chiese Castiel togliendosi il trench e appoggiandolo su una delle poltrone nel salotto, prima di seguirlo nella camera.

Dean si voltò verso di lui e spalancò gli occhi –Ti stai davvero spogliando?

Un guizzare di occhi celesti precedette la frase di Castiel - Beh, loro dormivano così e tu anche quindi...

-Bene, in un modo molto chiaro che spero che anche uno come te possa capire: me le ero appena portate a letto.

-Appunto. Non è quello che stiamo per fare, andare a letto intendo?- chiese con la sua solita ingenuità Cass. Ingenuità che in quel momento fece desiderare a Dean di prenderlo a pugni. O di sbatterlo sul letto, ancora non aveva deciso.

-Tu mi stai chiedendo di andare a letto? Nel senso, me lo stai chiedendo DAVVERO? Okay, ora non so davvero che diamine fare.

Castiel lo fissò -Magari portarmi a letto? Perché, cosa vuol dire per voi andare a letto?

-Lascia stare.

Castiel si stese con Dean accanto. Il ragazzo non resistette e gli diede un altro piccolo bacio, mentre l’angelo lo guardava imbarazzato.

-Cosa devo fare ora?

-Ora chiudi gli occhi.

Castiel ubbidì, per poi riaprirne uno -E ora?

-Ora dormi, dannazione! Sei così complicato.

Un leggero brontolio scosse il petto dell'angelo -Io non sono complicato- ribatté, prima di addormentarsi col capo sulla spalla di Dean.

Castiel!” lo chiamò nella mente la voce di Sibille “Perché diamine mi hai fatto questo? Perché diamine ho delle ali? Perché ho le TUE ali?” Ma Castiel non rispose.




NDA: Buonsalve a tutti! Okay, questa è la mia prima nota da autrice, in questa storia, e come al solito ho da fare mille ringraziamenti. Quindi, perdonatemi.
Grazie a ThePirateSDaughter per aver messo la storia tra le seguite e la recensione e grazie a tutti quelli che hanno perso dieci minuti a leggere questa....cosa.
E, infine, il mio grazie più grande (lo so che ve lo dico cinquanta volte al giorno, ma amen) va a seeyouthen e a StellaDel Mattino, che sono la mia Dean e la mia Gabriel (brutta stupida Dalek che non sei altro).
Ci rivediamo tra due o tre giorni!
-Dan. <3

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Elissa_Bane