L'ennesima delusione
I medici mi avevano avvertito di probabili conseguenze dopo
il coma ma speravo tanto si sbagliassero e invece non era
così, dopo il suo
risveglio Nora fu circondata dai dottori che cominciarono a
controllarla per
ascoltare e verificare i suoi riflessi. Dopo che quelli se ne furono
andati mi
avvicinai a lei, mi ero ripromessa di non piangere, almeno non davanti
a lei
«sono così felice che ti sei svegliata mi sei
mancata tantissimo» leggevo il
terrore nei suoi occhi e lo comprendevo «non devi avere paura
Nora vedrai che
andrà tutto bene, tornerai come prima e uscirai di
qui» mi morsi il labbro
inferiore per non piangere «mi dispiace tantissimo per quello
che ti è
successo, mi sento in colpa e ti chiedo scusa» una lacrima
scese lungo la sua
guancia, le accarezzai la mano e continuai a parlarle nonostante
sapessi che
Nora non poteva rispondermi e non poteva nemmeno muoversi, non aveva
più nessun
tipo di controllo sul suo corpo, l’unico modo per poter
comunicare con gli
altri era tramite gli sguardi e io più di chiunque altro la
capivo benissimo,
era spaventata, spaventata del fatto che sarebbe rimasta
così per sempre; un
vegetale.
Dopo il suo
risveglio passavo le giornate in ospedale
facendo a turno con mia madre per evitare che Nora rimanesse da sola,
dovevamo
starle accanto il più possibile, io andavo dalla mattina
fino al pomeriggio
dopo di che veniva mia madre che rimaneva fino a tarda sera, quel
giorno arrivò
verso le tre del pomeriggio.
«ciao
tesoro» disse baciandomi la fronte e così fece
anche
con Nora «tu va pure a casa a riposarti ci penso io a farle
compagnia» mi disse
mia madre mentre prendeva una sedia e si sedeva accanto al suo letto.
Salutai
Nora dicendole che ci saremmo viste l’indomani e uscii
dall’ospedale, una volta
fuori vidi un uomo sulla quarantina che camminava a passo svelto verso
l’ingresso in compagnia di una donna bionda con un pancione
enorme che a fatica
riusciva a stargli dietro, chi non muore
si rivede pensai «Rose»
esclamò mio padre vedendomi «finalmente ti sei
degnato di venire!» replicai alterata, non sapeva cosa dire
glielo si leggeva in
faccia «Rose non è come credi, io voglio molto
bene a te e a tua sorella ma il
fatto è che in questo periodo ho avuto molto da
fare» quello che diceva non
aveva alcun senso logico e non faceva altro che innervosirmi
«si certo come se
venire a far visita a tua figlia in ospedale non è
importante e adesso devo
andare non ho tempo da perdere con te» aumentai il passo per
raggiungere la mia
macchina non aveva nemmeno provato a fermarmi a differenza di Libby la
sua
compagnia che si avvicinò per parlarmi «Rose mi
dispiace molto che tu ti sia
sentita trascurata da parte sua» mi girai non avevo niente
contro di lei si era
sempre comportata bene nei miei confronti «non preoccuparti
Libby, non deve
dispiacerti tu non centri niente» le sorrisi amichevole e lei
ricambiò
«comunque sia Rose tuo padre vi vuole davvero bene e non devi
pensare che solo
perché sta con me si sia dimenticato di voi, rimarrete
sempre la sua famiglia»
adoravo quella donna era sempre molto comprensiva e amorevole e ce la
vedevo
bene come madre «vedo che la pancia cresce sempre di
più, a che mese sei?» «al
settimo!» non l’avrei mai detto pensavo fosse in
procinto di partorire
«accidenti è enorme!» dissi mentre
gliela accarezzavo «dimentichi che sono due
gemelli!» era felice solo a parlarne, certo la sua non era
una gravidanza
facile ma nonostante tutto lei continuava ad andare avanti e a
sorridere alla
vita.
Dopo aver
salutato Libby mi diressi a casa, quel giorno
sarebbe dovuto venire Zac, ultimamente lo stavo un po’
trascurando per poter
stare più tempo possibile con Nora ma per fortuna lui mi
capiva e mi lasciava i
miei spazi, sapeva che avevo bisogno di stare con mia sorella e mia
sorella
aveva bisogno di stare con me.
«ciao
ragazzi!» esclamai entrando in casa «Rose come sta
tua
sorella si è ripresa?» mi domandò Zayn
preoccupato «no ancora no ma appena si
riprenderà ve lo farò sapere» i ragazzi
mi erano davvero di aiuto, solo il
fatto che si preoccupavano per me mi faceva piacere, erano dei veri
amici e più
di una volta mi avevano accompagnato in ospedale, una volta ci ero
andata
insieme a Zayn a volte con Liam e Louis, una volta mi aveva
accompagnata Alexis
e molte altre volte Katherine, tutti volevano essere presenti per me in
questo
momento difficile, beh forse non proprio tutti, Niall era infatti
sempre più
uno sconosciuto, a volte mi chiedevo che fine avesse fatto il ragazzo
che mi
era tanto amico, lo guardavo e non riuscivo a riconoscerlo come in quel
momento
più lo guardavo e più non sapevo chi fosse, ma
nonostante tutto gli volevo bene
anche se il mio voler bene era a senso unico.
E proprio
perché gli volevo bene dovevo metterlo al corrente
di una cosa molto importante «Niall ho bisogno di
parlarti» lo raggiunsi in
camera sua che sistemava la sua roba nel suo armadio «cosa
vuoi?» rispose senza
nemmeno guardarmi «senti so che non è bello
sentirsi dire certe cose ma devo
farlo» feci una breve pausa e ripresi a parlare «la
tua ragazza non ti ama
Niall, ti sta solo usando l’ha ammesso proprio davanti a
me» Niall si fermò di
colpo e mi guardò serio «vorresti dire che
Charlotte è come te? Mi dispiace ma
non avete assolutamente niente in comune altrimenti non mi sarei mai
messo con
lei» continuava a ferirmi, nonostante tutto continuava a
farmi del male «ti sta
ingannando come fai a non accorgertene? A lei non importa niente di te
gli
importa solo dei tuoi soldi e del tuo successo, e questo cerca di non
andare a
riferirglielo» si avvicinò a me sempre
più minaccioso «ti consiglio vivamente
di uscire da questa stanza Rose, io non ti credo perché
ormai non mi fido più
di te e adesso sparisci!» iniziai a piangere silenziosamente
stavo soffrendo
come non mai «sono stata proprio una stupida a pensare anche
solo per un attimo
che tu mi avresti creduto» «si hai ragione, sei
stata una stupida!».
Non capivo
perché continuavo a parlargli tanto ogni volta
che lo facevo scoppiavo a piangere, non ce la facevo più ero
stanca, stanca di
tutto stavo davvero per crollare quando la mia salvezza
suonò alla porta di
casa «Zac!» esclamai abbracciandolo
«amore cosa è successo? Lo sai che non mi
piace vederti in questo stato» e mi strinse forte a
sé «arrivi sempre nel
momento in cui ho più bisogno, tu sei la mia salvezza Zac
non so cosa farei
senza di te, sei tutto per me» continuai a piangere sul suo
petto mentre lui mi
consolava.
Un attimo dopo
ci trovavamo in camera da soli «adesso dimmi
cosa è successo, perché piangi? Mi si spezza il
cuore a vederti così Rose»
avevo bisogno di confidarmi con qualcuno e lui era la persona
più indicata, gli
raccontai tutto ciò che era successo dal problema di mia
sorella a quello che
riguardava Niall incluso quello che era successo tra di noi in passato
«io
davvero non capisco, come si può ingannare una persona a tal
punto?» non
riuscivo ancora a crederci, guardai Zac aveva lo sguardo perso nel
vuoto e
sembrava pensieroso «che c’è Zac
è tutto a posto?» «si è solo
che non capisco
come faccia lui a non rendersene conto, ma comunque se ti fa sempre
soffrire
lascialo perdere non vale la pena di stargli dietro, è una
cattiva persona Rose
e poi se ne renderà conto molto presto che quella lo sta
solo usando e allora
soffrirà anche lui come stai soffrendo tu ora e si
renderà conto che avevi
ragione». Non ne potevo più di piangere, la mia
vita era diventata un pianto
continuo, Zac aveva ragione Niall se ne sarebbe reso conto da solo
bisognava
solo aspettare.
Zayn’s
pov
Pensavo a Rose
mi dispiaceva tantissimo per lei era una mia
cara amica e non volevo soffrisse, proprio per questo speravo giorno e
notte
che la sorella si riprendesse il suo non era certo un dolore facile da
superare
dopo tutto quello che aveva passato.
Erano quasi le
dieci di sera la giornata era volata ed ero appena
uscito dalla doccia quando entrai in camera dove vidi Liam che frugava
nervoso
dentro il suo comodino sembrava cercasse qualcosa «che
cerci?» chiesi mentre mi
asciugavo i capelli con l’asciugamano che avevo preso in
precedenza dal bagno
«avevo messo venti dollari dentro questo cassetto e ora non
ci sono più» disse
mentre continuava a cercare «magari li hai spostati da
qualche altra parte e
non te lo ricordi» ipotizzai «no sono sicurissimo
li ho messi qui, mah che
strano» disse abbandonando subito la ricerca per poi
raggiungere gli altri che
erano di sotto a guardare la televisione.