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Autore: Ortceps    05/08/2014    7 recensioni
STORIA COMPLETA
Se al tempo dei tredici rinnegati oltre a loro ci fosse stata una ragazza? Se provenisse dal nostro mondo? E dopo una vacanza sulla Terra tornasse al servizio di Galbatorix?
Ma tutto quello che conosceva è cambiato. Quello che vuole è il potere e farà di tutto per ottenerlo, però qualcosa potrebbe cambiarla.
Tra intrighi, bugie, sentimenti soppressi e l’incombenza della tirannide, chi vincerà? Il sangue bagnerà il suolo al suo passaggio, ma non colmerà la sua sete di vendetta, un solo destino che ancora non è stato scritto taglierà i fili che li uniscono.
Dalla storia:
“Tu mi vuoi salvare perché è la tua natura, aiutare principesse indifese” Nella grande sala cade il silenzio “Ma ti sei mai chiesto, almeno per un secondo se voglio essere salva?”
[…]
Posa un ginocchio a terra, nel sangue ancora fresco e caldo; alza gli occhi su di me e con la sua voce profonda, ma al contempo estremamente divertita chiede: “Vuoi sposarmi?”
Annuisco con le lacrime agli occhi, non sono felice “Io sarò la regina e tu il mio re” Perché in fono so che non avevo bisogno di lui, è dell’uomo che ora mi bacia di cui ho bisogno.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VOGLIO SALVARTI

21 – Il guerriero dei fulmini

“Murtagh vai ora, i Varden stanno attaccando e dobbiamo mettere in atto il nostro piano” Murtagh annuisce e lanciandomi un’occhiata sparisce, io non lo seguo, come mi è stato detto mille volte Ignem è preziosa e oltre a non lasciarmi andare a combattere il re ha ordinato di farla venire nella sala del trono, che è decisamente abbastanza grande.
“Anna, il tuo piano sta per entrare nel vivo e vedremo cosa produrrà” Il re è visibilmente eccitato, sta per avere quello che vuole.
“Non dovrete preoccuparvi, sire” Lui piega la testa da un lato e poi dall’altro.
“Prendi una sedia e una coppa di vino, se vuoi; ci aspetta una lunga attesa” Faccio come dice, ma lascio perdere la coppa di vino, ho bisogno di lucidità. Sento tutto il peso che grava sulle mie spalle, sta per arrivare il momento in cui i nodi arriveranno al pettine. Il cuore batte regolare, ma se non lo tenessi così faticosamente sotto controllo penso che mi scoppierebbe.

***

“Sono qui” Le parole del re sono seguite dal rumore delle grandi porte che si aprono, la prima figura che si nota è Saphira, seguita da Eragon, Arya ed Elva; guardando la bambina mi ricordo che Nasuada è legata da qualche parte nel buio. Tutti e quattro sono controllati da un incantesimo di Galbatorix; avanzano tra le due file di lanterne, unica fonte di illuminazione.
“Ah, vi stavamo aspettando. Benvenuti nella mia dimora. Un particolare benvenuto a te, Eragon Ammazzaspettri, e a te, Saphira Squamediluce. Desideravo tanto incontrarvi. Ma sono lieto di vedere anche te, Arya, figlia di Islanzadi e tu stessa degna Ammazzaspettri, e te, Elva dalla Fronte Lucente. E naturalmente anche voi, Glaedr, Umaroth, Valdr e tutti coloro che viaggiano con voi non visti. A lungo li ho creduti morti, e sono felice di sapere che così non è. Benvenuti tutti! Sono molte le cose di cui dobbiamo parlare” La voce del re è calma e temperata.
I quattro avanzano affiancati, gli occhi di tutti saettano per la sala e quelli di Eragon si fermano più volte su di me; sembra che non abbia scordato tutto il nostro incontro, ma ora non ha più importanza. “Forse non conoscete Anna… Sarà un’ottima maestra per voi” Lo stupore sul viso di Eragon si fa palese; forse sta pensando che se sono riuscita a nascondere una tale informazione al re sono più potente di quanto sembro, o forse mi sto illudendo.
“Ho già avuto questo piacere” Risponde con voce arrochita dall’emozione; lo sguardo del re si sposta su di me, indagatore; alzo le spalle.
“Ah Sì? Bè, ci penseremo più tardi. E Così siete venuti a uccidermi. D’accordo, cominciamo?” Si alza dal trono e apre le braccia, in un gesto di scherno; la lama bianca scintilla nella sua mano destra, tempestivo come si era alzato si risiede. La bambina fa un passo avanti, fa per parlare, ma la sua bocca si muove senza produrre alcun suono, suscitando l’ilarità del re.
“Credevi d’avvero che ignorassi le tue doti, bambina? Pensavi sul serio di potermi rendere inoffensivo con un trucchetto tanto prevedibile? Oh, non dubito che le tue parole possano farmi del male, ma solo se le ascolto” Sposto il peso sulla gamba destra, soppesando il volto di quelli che dovrebbero essere miei nemici “Che follia. Tutto qui, il vostro piano? Una streghetta che non può parlare se io non glielo permetto, una lancia più adatta a fare bella mostra su una parete che non in battaglia, e una schiera di Eldunarì ormai mezzi rintontiti dall’età? Mi sarei aspettato di meglio da te, Arya. E da te, Glaedr, ma suppongo che i vostri sciocchi sentimentalismi vi abbiano annebbiato il cervello  da quando ho usato Anna per sbarazzarmi di Oromis”
Dopo un attimo di esitazione i due guerrieri e la dragonessa scattano contro Galbatorix,  estraggo la spada dal fodero e anche Ignem carica, ma Galbatorix si alza e pronuncia alcune frasi nell’antica lingua. L’assalto del cavaliere e dell’elfa si blocca in un secondo, così anche la dragonessa viene fermata.
Nello stesso momento anche gli Eldunarì sferrano un attacco mentale, alla mia e alla coscienza del re; un attacco che è più difficile da fermare, ma comunque sopportabile, vista la presenza di centinaia di Eldunarì schiarati dalla parte del re.
Galbatorix dice qualcosa ai suoi servitori e tre figure avanzano nell’oscurità, venuti alla luce si possono distinguere i volti di due bambini, fratello e sorella. Il terzo ha con loro una certa somiglianza, ma io so che non è loro parente; Wayman è l’unico dei tre ad essere vestito, mentre i due bambini indossano la camicia da notte. Il re li osserva per un secondo, aveva chiesto due bambini, ma quello può essere scambiato per il fratello più grande e non presta molta attenzione alla cosa.
“So che voi Varden vi vantate della vostra virtù. Vi considerate paladini della giustizia, difensori degli innocenti, come se esistesse qualcuno che davvero lo è, e nobili guerrieri che combattono per riparare ad un antico torto. Molto bene, dunque. Mettiamo alla prova le vostre convinzioni e vediamo se siete ciò che sostenete di essere. Se non cessate subito l’attacco ucciderò questi tre… e non esiterò ad ammazzarli se oserete attaccarmi di nuovo” Dopo poco più di un minuto l’attacco cessa.
“Bene, così va meglio. Ora parliamo da creature civili, senza preoccuparci di chi cerca di uccidere chi” Fa avanzare con la magia i suoi nemici. Si rivolge ad Eragon per primo, dopo alcune parole di buoni convenevoli chiede al ragazzo di giurargli fedeltà, e riceve un'unica parola in risposta.
“Mai” Dichiara Eragon a denti stretti, ma questo non scoraggia il re.
“Mai? Lo vedremo” Ribatte Galbatorix, per poi rivolgersi a Saphira; le pone qualche domanda ed Eragon gli riferisce le risposte della dragonessa. Quando anche il dialogo con Saphira finisce, da buon sovrano, il re si rivolge anche agli altri due suoi ospiti. Prima Arya e poi Elva, che come l’elfa non risponde a nessuna provocazione. Altre conversazioni galleggiano nell’aria per un po’, fino a giungere alla domanda che tutti e quattro si stavano facendo da un po’.
“Come ci riesci?” Grida Eragon, subito supportato dalla curiosità di Arya.
“Non lo indovini, giovane elfa?”
“Preferirei saperlo da te, anziché tirare a indovinare” Sogghigno a quella risposta, gli elfi se non sono sicuri di vincere non tentano nemmeno.
“D’accordo. Ma prima dovete fare qualcosa per avere la certezza che quello che vi dirò è vero. Provate a lanciare un incantesimo, tutti e due; poi ve lo rivelerò” Entrambi, uno dopo l’altro, provano con dei semplici incantesimi, ma falliscono miseramente. E allora, per aver dato la sua parola il re da la sua spiegazione: il Nome dei Nomi, il Vero Nome dell’antica lingua. Le uniche reazioni visibili, soprattutto perché i quattro sono bloccati con la magia, sono le maschere di furore sui volti e le poco gentili imprecazioni.
“Vi voglio dare una dimostrazione in più: Anna, cerca di usare la magia in tutti i modi che conosci e non ti risparmiare. Vedete, a lei non ho ancora dato la Parola” Inclino la testa di lato.
“In tutti i modi che conosco?” Domando; Galbatorix annuisce. Errore, mio caro re; hai fatto un grosso errore e lo vedrai presto. Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi, espando la mente in maniera da sentire i flussi di magia. Un punto poco lontano da Eragon sprizza di energia, molto probabilmente gli Eldunarì; anche tra Eragon, Saphira e Arya si dirama un flusso di energia che li unisce. Ma è dal re che ne proviene il maggior quantitativo, quindi non è lui che devo colpire, almeno per ora.
Sento che la magia ha un peso maggiore, non so esattamente come spiegare questa sensazione, ma sembra che sia aumentata di peso e faccia più fatica ad uscire dal mio corpo; prendo un respiro e allontano quel peso, ogni secondo che passa mi sento più leggera e alla fine la magia torna e percorrere il mio corpo. Individuo velocemente il filo di energia che blocca Saphira e lo taglio.
La dragonessa emette un ruggito sonoro e scuote le ali, poco dopo anche Eragon ed Arya si liberano; lascio solamente Elva zitta, non ho intenzione di sentire le sue parole.
“Come è possibile?” Il sibilo sgomentato del re mi giunge come una pugnalata e mi riporta alla realtà, riapro gli occhi e lo fisso con un sorriso lugubre.
“La cosa è alquanto semplice” Mentre l’attenzione di Galbatorix è tutta su di me i bambini scappano verso Saphira, e Wayman mi raggiunge senza dare nell’occhio “Io voglio quel trono e presto lo avrò”
“Non dire sciocchezze; sei sempre stata così fedele, perché buttare tutto al vento proprio ora? Tanto lo sai di non potermi battere, mi hai giurato fedeltà e io controllo la magia” Rido di cuore.
“Non hai nessun controllo sulla MIA magia! E credo sia meglio per te cedere il trono con le buone, oh, bè sì, userò le cattive” Sorrido malignamente.
“Tu non puoi niente contro di me, ragazzina” Rido nuovamente.
“Vedremo” In quello stesso istante tutti gli attacchi mentali ripartono, io raggiungo Wayman “Sei pronto, guerriero dei fulmini?” Domando, lui annuisce e mi sorride.
“Ma con la magia bloccata in questo modo…”
“Stammi vicino, ci penso io. Adesso fa quello che devi” Lui annuisce e storcendo il collo lo fa scricchiolare con un rumore sinistro; allarga leggermente le mani e apre bene le dita, sottili filamenti di elettricità iniziano ad attorcigliarsi intorno alle sue falangi, poi anche il corpo viene invaso da una luce blu, elettrica. A scatti i fulmini scaturiscono dalle sue mani e vanno a frapporre una barriera per dividere il re e Shruikan dagli altri.
“Fai quello che devi fare, ma sbrigati. Non so quanto potrò resistere” Che benedizione Wayman; avevo scoperto qualche tempo prima quel era il suo potenziale, lo avevo visto arrabbiarsi e sprizzare scintille dagli occhi e lui mi aveva raccontato che da piccolo era stato colpito da un fulmine e questi non gli aveva fato alcun danno. Solo in seguito si era reso conto di possedere questa particolare capacita, quando aveva folgorato suo padre mentre questi lo picchiava. Se ne era andato di casa e nel tempo aveva fondato la sua piccola brigata.

NOTE DELL’AUTRICE: Salve a tutti, felice di risentirvi; ho da darvi qualche notizia:
Siamo giunti al penultimo capitolo, che spero vi sia piaciuto
La mia prossima storia, di cui ho scritto solamente due capitoli, si intitolerà “Danzare coi propri demoni”
Detto questo vi saluto, a presto.

   
 
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