VOGLIO
SALVARTI
21
– Il guerriero
dei fulmini
“Murtagh
vai ora, i Varden
stanno attaccando e dobbiamo mettere in atto il nostro piano”
Murtagh annuisce
e lanciandomi un’occhiata sparisce, io non lo seguo, come mi
è stato detto
mille volte Ignem è preziosa e oltre a non lasciarmi andare
a combattere il re
ha ordinato di farla venire nella sala del trono, che è
decisamente abbastanza
grande.
“Anna, il tuo piano sta per
entrare nel vivo e vedremo cosa produrrà” Il re
è visibilmente eccitato, sta
per avere quello che vuole.
“Non dovrete preoccuparvi,
sire” Lui piega la testa da un lato e poi
dall’altro.
“Prendi una sedia e una coppa
di vino, se vuoi; ci aspetta una lunga attesa” Faccio come
dice, ma lascio
perdere la coppa di vino, ho bisogno di lucidità. Sento
tutto il peso che grava
sulle mie spalle, sta per arrivare il momento in cui i nodi arriveranno
al
pettine. Il cuore batte regolare, ma se non lo tenessi così
faticosamente sotto
controllo penso che mi scoppierebbe.
***
“Sono
qui” Le parole del re
sono seguite dal rumore delle grandi porte che si aprono, la prima
figura che
si nota è Saphira, seguita da Eragon, Arya ed Elva;
guardando la bambina mi
ricordo che Nasuada è legata da qualche parte nel buio.
Tutti e quattro sono controllati
da un incantesimo di Galbatorix; avanzano tra le due file di lanterne,
unica
fonte di illuminazione.
“Ah, vi stavamo aspettando.
Benvenuti nella mia dimora. Un particolare benvenuto a te, Eragon
Ammazzaspettri, e a te, Saphira Squamediluce. Desideravo tanto
incontrarvi. Ma
sono lieto di vedere anche te, Arya, figlia di Islanzadi e tu stessa
degna Ammazzaspettri,
e te, Elva dalla Fronte Lucente. E naturalmente anche voi, Glaedr,
Umaroth,
Valdr e tutti coloro che viaggiano con voi non visti. A lungo li ho
creduti
morti, e sono felice di sapere che così non è.
Benvenuti tutti! Sono molte le
cose di cui dobbiamo parlare” La voce del re è
calma e temperata.
I quattro avanzano affiancati,
gli occhi di tutti saettano per la sala e quelli di Eragon si fermano
più volte
su di me; sembra che non abbia scordato tutto il nostro incontro, ma
ora non ha
più importanza. “Forse non conoscete
Anna… Sarà un’ottima maestra per
voi” Lo
stupore sul viso di Eragon si fa palese; forse sta pensando che se sono
riuscita a nascondere una tale informazione al re sono più
potente di quanto
sembro, o forse mi sto illudendo.
“Ho già avuto questo piacere”
Risponde con voce arrochita dall’emozione; lo sguardo del re
si sposta su di
me, indagatore; alzo le spalle.
“Ah Sì? Bè, ci penseremo più
tardi. E Così siete venuti a uccidermi. D’accordo,
cominciamo?” Si alza dal
trono e apre le braccia, in un gesto di scherno; la lama bianca
scintilla nella
sua mano destra, tempestivo come si era alzato si risiede. La bambina
fa un
passo avanti, fa per parlare, ma la sua bocca si muove senza produrre
alcun
suono, suscitando l’ilarità del re.
“Credevi d’avvero che
ignorassi le tue doti, bambina? Pensavi sul serio di potermi rendere
inoffensivo con un trucchetto tanto prevedibile? Oh, non dubito che le
tue
parole possano farmi del male, ma solo se le ascolto” Sposto
il peso sulla
gamba destra, soppesando il volto di quelli che dovrebbero essere miei
nemici
“Che follia. Tutto qui, il vostro piano? Una streghetta che
non può parlare se
io non glielo permetto, una lancia più adatta a fare bella
mostra su una parete
che non in battaglia, e una schiera di Eldunarì ormai mezzi
rintontiti
dall’età? Mi sarei aspettato di meglio da te,
Arya. E da te, Glaedr, ma
suppongo che i vostri sciocchi sentimentalismi vi abbiano annebbiato il
cervello da quando
ho usato Anna per sbarazzarmi
di Oromis”
Dopo un attimo di esitazione i
due guerrieri e la dragonessa scattano contro Galbatorix, estraggo la spada dal
fodero e anche Ignem
carica, ma Galbatorix si alza e pronuncia alcune frasi
nell’antica lingua.
L’assalto del cavaliere e dell’elfa si blocca in un
secondo, così anche la
dragonessa viene fermata.
Nello stesso momento anche gli
Eldunarì sferrano un attacco mentale, alla mia e alla
coscienza del re; un
attacco che è più difficile da fermare, ma
comunque sopportabile, vista la
presenza di centinaia di Eldunarì schiarati dalla parte del
re.
Galbatorix dice qualcosa ai
suoi servitori e tre figure avanzano
nell’oscurità, venuti alla luce si possono
distinguere i volti di due bambini, fratello e sorella. Il terzo ha con
loro
una certa somiglianza, ma io so che non è loro parente;
Wayman è l’unico dei
tre ad essere vestito, mentre i due bambini indossano la camicia da
notte. Il
re li osserva per un secondo, aveva chiesto due bambini, ma quello
può essere
scambiato per il fratello più grande e non presta molta
attenzione alla cosa.
“So che voi Varden vi vantate
della vostra virtù. Vi considerate paladini della giustizia,
difensori degli
innocenti, come se esistesse qualcuno che davvero lo è, e
nobili guerrieri che
combattono per riparare ad un antico torto. Molto bene, dunque.
Mettiamo alla
prova le vostre convinzioni e vediamo se siete ciò che
sostenete di essere. Se
non cessate subito l’attacco ucciderò questi
tre… e non esiterò ad ammazzarli
se oserete attaccarmi di nuovo” Dopo poco più di
un minuto l’attacco cessa.
“Bene, così va meglio. Ora
parliamo da creature civili, senza preoccuparci di chi cerca di
uccidere chi”
Fa avanzare con la magia i suoi nemici. Si rivolge ad Eragon per primo,
dopo
alcune parole di buoni convenevoli chiede al ragazzo di giurargli
fedeltà, e
riceve un'unica parola in risposta.
“Mai” Dichiara Eragon a denti
stretti, ma questo non scoraggia il re.
“Mai? Lo vedremo” Ribatte
Galbatorix, per poi rivolgersi a Saphira; le pone qualche domanda ed
Eragon gli
riferisce le risposte della dragonessa. Quando anche il dialogo con
Saphira
finisce, da buon sovrano, il re si rivolge anche agli altri due suoi
ospiti.
Prima Arya e poi Elva, che come l’elfa non risponde a nessuna
provocazione.
Altre conversazioni galleggiano nell’aria per un
po’, fino a giungere alla
domanda che tutti e quattro si stavano facendo da un po’.
“Come ci riesci?” Grida
Eragon, subito supportato dalla curiosità di Arya.
“Non lo indovini, giovane
elfa?”
“Preferirei saperlo da te,
anziché tirare a indovinare” Sogghigno a quella
risposta, gli elfi se non sono
sicuri di vincere non tentano nemmeno.
“D’accordo. Ma prima dovete
fare qualcosa per avere la certezza che quello che vi dirò
è vero. Provate a
lanciare un incantesimo, tutti e due; poi ve lo
rivelerò” Entrambi, uno dopo
l’altro, provano con dei semplici incantesimi, ma falliscono
miseramente. E
allora, per aver dato la sua parola il re da la sua spiegazione: il
Nome dei
Nomi, il Vero Nome dell’antica lingua. Le uniche reazioni
visibili, soprattutto
perché i quattro sono bloccati con la magia, sono le
maschere di furore sui
volti e le poco gentili imprecazioni.
“Vi voglio dare una
dimostrazione in più: Anna, cerca di usare la magia in tutti
i modi che conosci
e non ti risparmiare. Vedete, a lei non ho ancora dato la
Parola” Inclino la
testa di lato.
“In tutti i modi che conosco?”
Domando; Galbatorix annuisce. Errore, mio caro re; hai fatto un grosso
errore e
lo vedrai presto. Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi,
espando la
mente in maniera da sentire i flussi di magia. Un punto poco lontano da
Eragon
sprizza di energia, molto probabilmente gli Eldunarì; anche
tra Eragon, Saphira
e Arya si dirama un flusso di energia che li unisce. Ma è
dal re che ne
proviene il maggior quantitativo, quindi non è lui che devo
colpire, almeno per
ora.
Sento che la magia ha un peso
maggiore, non so esattamente come spiegare questa sensazione, ma sembra
che sia
aumentata di peso e faccia più fatica ad uscire dal mio
corpo; prendo un
respiro e allontano quel peso, ogni secondo che passa mi sento
più leggera e
alla fine la magia torna e percorrere il mio corpo. Individuo
velocemente il
filo di energia che blocca Saphira e lo taglio.
La dragonessa emette un
ruggito sonoro e scuote le ali, poco dopo anche Eragon ed Arya si
liberano;
lascio solamente Elva zitta, non ho intenzione di sentire le sue parole.
“Come è possibile?” Il sibilo
sgomentato del re mi giunge come una pugnalata e mi riporta alla
realtà, riapro
gli occhi e lo fisso con un sorriso lugubre.
“La cosa è alquanto semplice”
Mentre l’attenzione di Galbatorix è tutta su di me
i bambini scappano verso
Saphira, e Wayman mi raggiunge senza dare nell’occhio
“Io voglio quel trono e
presto lo avrò”
“Non dire sciocchezze; sei
sempre stata così fedele, perché buttare tutto al
vento proprio ora? Tanto lo
sai di non potermi battere, mi hai giurato fedeltà e io
controllo la magia”
Rido di cuore.
“Non hai nessun controllo
sulla MIA magia! E credo sia meglio per te cedere il trono con le
buone, oh, bè
sì, userò le cattive” Sorrido
malignamente.
“Tu non puoi niente contro di
me, ragazzina” Rido nuovamente.
“Vedremo” In quello stesso
istante tutti gli attacchi mentali ripartono, io raggiungo Wayman
“Sei pronto,
guerriero dei fulmini?” Domando, lui annuisce e mi sorride.
“Ma con la magia bloccata in
questo modo…”
“Stammi vicino, ci penso io.
Adesso fa quello che devi” Lui annuisce e storcendo il collo
lo fa
scricchiolare con un rumore sinistro; allarga leggermente le mani e
apre bene
le dita, sottili filamenti di elettricità iniziano ad
attorcigliarsi intorno
alle sue falangi, poi anche il corpo viene invaso da una luce blu,
elettrica. A
scatti i fulmini scaturiscono dalle sue mani e vanno a frapporre una
barriera
per dividere il re e Shruikan dagli altri.
“Fai quello che devi fare, ma
sbrigati. Non so quanto potrò resistere” Che
benedizione Wayman; avevo scoperto
qualche tempo prima quel era il suo potenziale, lo avevo visto
arrabbiarsi e
sprizzare scintille dagli occhi e lui mi aveva raccontato che da
piccolo era
stato colpito da un fulmine e questi non gli aveva fato alcun danno.
Solo in
seguito si era reso conto di possedere questa particolare capacita,
quando
aveva folgorato suo padre mentre questi lo picchiava. Se ne era andato
di casa
e nel tempo aveva fondato la sua piccola brigata.
NOTE
DELL’AUTRICE: Salve a tutti,
felice di risentirvi; ho da darvi qualche notizia:
Siamo giunti al penultimo capitolo, che
spero vi sia piaciuto
La mia prossima storia, di cui ho
scritto solamente due capitoli, si intitolerà
“Danzare coi propri demoni”
Detto questo vi saluto, a presto.