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Autore: m o o n l i g h t    05/08/2014    4 recensioni
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
La luce è speranza
il buio paura
la prima innalza
il secondo cattura
se il nero imprigiona
con tentacoli neri
della luce brillante
ferma i poteri
solo chi ha il dono
gli innocenti potrà salvare
e nelle loro vite
la speranza riportare
i doni son quattro
rari e potenti
e quattro le creature
che li portano incoscienti
il primo è la gioia
il gioco, l'ebrezza
quando nel buio
questa si spezza
il secondo è la bontà
per saper curare
di qualunque natura sia
qualsiasi male
il terzo è la saggezza
potente mistero
colui che la possiede
sa sempre il vero
il quarto è il coraggio
di cambiare il fato
i fare ciò che è giusto
e anche ciò che è sbagliato
non so se tu creda
che sia leggenda o realtà
ti dico solo questo :
osserva ciò che accadrà
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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III. Salmoni a pranzo

 

Merida

Corre.
E' l'unica cosa che può fare in questo momento,
Può solo correre, perchè non ha speranza di batterlo.
Ha il respiro affannato e gocce di sudore le scivolano su tutto il viso. Sente i muscoli tendersi ad ogni suo movimento, i capelli sono spinti indietro dal vento che sferza forte contro di lei, quasi volesse buttarla contro quell'orrenda creatura.
Si gira per capire se ce l'ha ancora alle calcagna, ed infatti è proprio dietro di lei, qualche metro più in là.
Sono minuti, o ore, o giorni interi che scappa dal quel mostro inferocito. 
Un orso.
E' inseguita da un orso e non sa perchè, o come sia finita lì, sa  solo che deve correre, perchè non può fare altro.
Sta aumentando la velocità per poterlo seminare quando...
-MERIDA!-
Quella voce.
Si gira e si ritrova davanti ad una scena agghiacciante.
Suo padre è tra le fauci dell'orso.
-PAPA'!- fa per avvicinarsi, ma appena avanza di un passo il mostro stringe ancora di più l'uomo e si avventa su di lei.
Riesce a schivarlo per un soffio e si rialza.
-Papà che devo fare? Aiutami! Qualcuno mi aiuti!-
Grida ma sembra che nessuno sia nei paraggi, anzi, sembra che nessuno sia lì.
'Non di nuovo papà, non di nuovo' 
Non sa che fare, non può avvicinarsi o l'orso ucciderà anche lei, ma non può lasciar morire suo padre, non di nuovo.
La creatura apre le fauci e lascia andare l'uomo, che si riversa a terra senza vita.
-No...NO!-
La ragazza corre verso il padre, è morto.
L'ha lasciato morire di nuovo, incapace di aiutarlo. Perchè era sempre troppo debole per aiutare?
-E così l'hai lasciato morire ancora eh? Quanto puoi essere inutile, ragazzina?-
Era l'orso a parlare. Una voce profonda e oscura, malvagia.
-Perchè l'hai fatto?- dice con un filo di voce lei, il volto solcato da una cascata di lacrime.
-Perchè l'hai ucciso...non di nuovo...non lui..-
-Non lui dici? Aah stanno così le cose...vediamo un po' se la mettiamo in questo modo allora-, un lampo di luce colpisce il corpo senza vita dell'uomo e lei è obbligata ad allontanarsi per non rimanere accecata.
Quando il bagliore scompare, il corpo del padre non c'è più; al suo posto una donna, rannicchiata in posizione fetale.
Due lunghe trecce la avvolgono, un viso dai lineamenti regali ed eleganti.
-Mamma- dice solamente la ragazza.
Di fronte a lei ora, al posto del padre c'è la madre, anche lei senza vita.
-C-cos'hai fatto?...D-dov'è lui ora?-, Davanti ha la madre morta, ma ora come ora le importa più del padre, lo ha già perso una volta, e adesso c'è una speranza.
-E' morto. Sono entrambi morti, e sono morti per colpa tua-
-C-che...no! non per colpa mia! NO!- altre lacrime le rigano le guance e gli occhi cominciano a bruciare.
Piange perchè sa che è vero, sa che è colpa sua il dolore causato a entrambi.
-Ooh, si che è vero, e tu lo sai meglio di me, non è così? Lui è morto perchè eri troppo debole per aiutarlo, lei perchè eri troppo debole per adempiere ai tuoi doveri di figlia. Sei troppo debole...troppo debole...-
'Sono debole...sono debole...sono debole...SONO DEBOLE'

Si alza di scatto.
Ha la fronte madida di sudore e il fiato corto.
Ha appena urlato e lo capisce da come la guarda Hiccup, che è rannicchiato di fianco a lei con una mano poggiata sulla sua spalla.
-Incubo?- dice lui con un sorriso amaro sulle labbra.
Al buio non gli vede bene il viso, l'unica cosa che riesce a distinguere perfettamente sono gli occhi, color erba.
Annuisce debolmente, ancora col fiatone.
-Capisco. Beh...mhmh, vuoi parlarne?- dice lui.
'Perchè gli interessa così tanto? Poteva starsene lì a dormire e fare finta di nulla. Che vuole?', infondo erano undici anni che se ne stava lì a fare finta di nulla.
La ragazza fa cenno di no con la testa e distoglie lo sguardo.
-Okay, non ti preoccupare, capisco. Sai quanti ne ho fatti io di incubi? Tantissimi! Ogni volta mi svegliavo che piangevo o urlavo, ma appena finito il sogno ero felice perchè sapevo che era tutto nella mia testa, quindi ormai ci sono abituato- sulle labbra sempre quel sorriso amaro.
Lei lo guarda, la fa facile a dirsi.
Vede che lui le poggia anche l'altra mano sulla spalla e la guarda con fare apprensivo. 'Ma che diavolo vuole adesso...'
-Stai tremando-
Ma che cos...alza lentamente la mano e vede che trema come fa una foglia mossa dal vento.
'Ma che cavolo faccio ora? Tremo anche?!'
-Sarà il freddo- dice lei con tono pacato, ma sa che non è così
-Mh, forse- risponde lui poco convinto, si rialza e va verso la posizione in cui si era messo a dormire prima, ma quando sta per abbassarsi si ferma di colpo, si gira e ritorna da Merida.
'Oddio, ora che c'è...'
-Senti, s-se non ti infastidisce, potrei...emh...si insomma...mettermi qui di fianco a te...- chiede lui con la voce leggermente spezzata dall'imbarazzo.
La rossa si sente avvampare. 'D-di fianco a me? Ma che cosa ha nel cervello questo?' è il primo pensiero che la attraversa, e abbassa lo sguardo, imbarazzata. Questa proprio non se la aspettava.
Ma quando sta per pronunciare un no secco si accorge che sta ancora tremando, il pensiero di chiudere di nuovo gli occhi e rivedere i genitori stesi a terra senza vita la spaventa.
'I-in fondo è lui che l'ha chiesto per primo, no? Un po' di compagnia ora non guasterebbe...'
-Emh...se proprio devi...insomma...tanto non credo dormirò ancora- dice lei evitando lo sguardo del moro e con le gote ancora arrossate.
-Okay, fantastico. Allora mi metto qui- e si posiziona a qualche centimetro dalla ragazza.
'Uff, bene, ora chi dorme più' pensa scocciata lei, anche se sa che non si sarebbe riaddormentata comunque dopo quell'incubo.
-Allora notte- dice lui con uno sbadiglio
-Si, notte- risponde la rossa.
E, al contrario delle sue aspettative, si riaddormenta in fretta.

 

♦  ♦  ♦
 

Hiccup

-Ahi...ma che diavolo...e staccati!-
E' la prima cosa che sente al risveglio.
Apre gli occhi e vede una massa informe verde sopra di lui.
'Ma che cavolo...' dopo qualche secondo realizza che non è a casa sua, in un letto, e che quella massa informe verde è in realtà la chioma di un albero.
E' scappato, se n'era dimenticato.
-No dai ti prego staccati! Uff-, il ragazzo si strofina gli occhi e si gira dove proviene la voce.
Merida sta sbraitando mentre cerca di staccare i capelli dal tronco su cui hanno dormito.
-Io ti consiglierei di tagliarli- dice lui con tono beffardo e sorridendo alla rossa.
-Comunque buongiorno- conclude
-No che non li taglio! Solo che...non si staccano! Che rottura- borbotta lei, ancora intenta a tirare la ciocca di capelli impigliata.
-Dai, aspetta che ti aiuto- e si avvicina, i capelli sono incastrati tra una radice e il terreno sottostante.
-Ma come diavolo hai fatto?- ride lui
-E che ne so io! Dormivo!- 
-Okay dai, aspetta...- e prova a tirare la ciocca insieme alla ragazza. Dopo qualche secondo i capelli si sbloccano all'improvviso e i due ragazzi cadono contemporaneamente all'indietro.
Il moro atterra su qualcosa di morbido, si siede e si tocca la testa appena sbattuta.
-Ahi, non sei un peso piuma eh, potresti...spostarti- dice la ragazza.
Il ragazzo si gira di scatto e realizza che è atterrato sulla rossa, si sente avvampare e diventa completamente rosso.
-Oddio, emh...scusa, non..non l'ho fatto apposta. Scusa- dice lui imbarazzato alzandosi subito.
'Ma che cavolo sto facendo' dice a sè stesso.
-Non fa niente- risponde lei alzandosi e spolverandosi il vestito.
Ancora un po' imbarazzato, cerca di cambiare discorso.
-Allora, che si fa stamattina?- chiede
-Beh, ieri ci siamo allontanati parecchio dal castello, e probabilmente nessuno si sarà accorto della nostra assenza fino a stamattina-
-Si, ma sicuramente appena l'hanno fatto avranno mandato dei soldati a cercarci, quindi credo che per questa mattina dovremmo allontanarci ancora dal castello, per mettere tra noi e loro ancora più distanza, non credi?-
-Si, hai ragione, Allora andia...-la ragazza si blocca improvvisamente.
'Che le prende ora?' ma la risposta gli arriva subito quando nota la rossa che si guarda in giro con aria preoccupata e la imita.
Il cavallo è sparito.
'Oh grandioso! E ora come diamine facciamo?!' pensa nervoso Hiccup.
-Oh no Angus! Angus dove sei? Vieni fuori!- Comincia a urlare Merida, mentre corre da una parte all'altra in cerca dell'equino.
-Anguus! Dove ti sei cacciato?- la imita il ragazzo, ma è inutile, il cavallo non si trova da nessuna parte.
-No, il mio Angus. Accidenti!- impreca lei
-E ora che facciamo? Non possiamo cercarlo o rischieremo di essere trovati- dice pensieroso il moro, infatti rischierebbero di tornare indietro per sbaglio e finire dritti nelle braccia di chi li sta cercando.
-Hai ragione. Non ci resta che andare avanti a piedi, saremo più lenti di loro forse, ma abbiamo almeno un paio di leghe di distanza, e se non ci fermiamo potremo allontanarci ancora molto-
Ieri sera, da quando sono partiti, hanno galoppato a tutta velocità senza mai fermarsi, volevano mettere quanta più distanza potevano tra loro e il castello.
Non hanno parlato un  granchè durante il tragitto; solo quando si sono fermati, a notte fonda, hanno detto qualche parola, ma non molto, la rossa sembrava voler evitare qualsiasi tipo di discussione, e alla fine il ragazzo ci ha rinunciato.
Quella notte lo aveva poi svegliato un urlo, si era alzato subito in piedi, terrorizzato che stesse succedendo qualcosa, quando poi si è accorto che era solo la ragazza, probabilmente stava facendo qualche incubo.
Aveva poi deciso di dormire di fianco a lei, sapeva come ci si sentiva dopo un brutto sogno, e, oltretutto, aveva paura di farne uno anche lui.
In quel periodo ne faceva molti di incubi, o almeno più del solito.
Aveva cominciato a farne dalla scomparsa di sua madre, undici anni fa; sognava di vederla morire proteggendolo da un drago, e lui non poteva fare nulla per aiutarla. Era spossante stare lì a guardarla proteggerlo senza poterla aiutare. 
Ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
-Okay allora andiamo- e così si incamminano.

 

•  •  •

 

 


Sarà una mezz'ora abbondante che marciano, senza essersi mai fermati.
L'aria ha cominciato ha cominciato a farsi calda e, dalla posizione del sole, Hiccup capisce che più o meno dovrebbe essere mezzogiorno, o giù di lì.
E' da quando sono partiti che cerca un'argomento, una frase o anche solo una parola per poter rompere il ghiaccio con Merida, ma dopo l'evidente disappunto del giorno prima da parte della ragazza, aveva deciso di smettere.
Ora invece, speranzoso che lei avesse voglia di fare quattro chiacchere, si stava scervellando in cerca di qualcosa da dire, ma non riusciva proprio a trovare nulla di interessante che potesse attirare l'attenzione della rossa.
Scoraggiato, si volta verso di lei, silenzioso e senza farsi notare la guarda per qualche secondo.
I mille riccioli rossi le incorniciano il viso, dandole un tocco maestoso e impavido, gli occhi color acqua cristallina fissi davanti a lei, coraggiosi, determinati e potenti. Sono di un colore profondo, intenso, bellissimo. 
D'improvviso, facendo sussultare il moro, Merida si ferma, lo guarda e dice 
-Ho fame-, e come a confermare ciò appena detto, dallo stomaco di lei esce un gorgoglio. Imbarazzata, si compre il ventre con la mano e arrossisce vistosamente.
-Non preoccuparti, siamo in due. Allora, cos'hai portato di buono dal castello?- dice Hiccup, cominciando a sistemarsi seduto sull'erba.
-Oh...emh...si, ovvio, le provviste...si, insomma...- comincia a farfugliare Merida, evidentemente ancora più imbarazzata di prima
-Non mi dire che ti sei dimenticata le provviste?!- esclama sconcertato il ragazzo, scattando in piedi e guardando lei con occhi sgranati
-No! Cioè, si ma...insomma...ero di fretta, non credevo nemmeno che sarei seriamente riuscita a scappare! Poi ero arrabbiata, così non ci ho pensato! Non è colpa mia!- esclama la rossa infuriata
'Perfetto, sono scappato in un bosco senza cibo nè acqua e con una rossa sclerata, fantastico' pensa sarcastico il ragazzo, ma preferisce tenersi il pensiero per sè, soprattutto l'ultima parte.
-Okay, okay, non cominciamo a litigare tra di noi o sarà peggio. Allora, siamo in un bosco, quindi o troviamo qualche frutto o...- sta per dire qualche animale, ma qualcosa lo ferma, non sa spiegarsi perchè ma non riesce a pronunciare quelle parole, e si blocca con la bocca a aperta e la frase in gola
-...O qualche animale, ma non ho il mio arco con me, ci dovremo accontentare della frutta- dice amareggiata la ragazza, finendo la frase per lui.
-Già! Allora ci dividiamo. Ma non allontaniamoci troppo, per non rischiare di perderci, okay?- dice sollevato lui
-Okay, a fra poco allora- risponde lei, voltandosi e camminando verso sinistra.
-A dopo- dice Hiccup, andando per la parte opposta di Merida.
'Che cavolo mi prende...' pensa confuso lui.

 

♦  ♦  ♦

 

 

Merida

'In fondo non è così male quel tipo' si scopre a pensare Merida.
'Ma che diamine dici? Ti sei già dimenticata quello che ti ha fatto?'

'Ovvio che non mi sono dimenticata, ma sono passati tanti anni, potrebbe anche essere cambiato...'
'Ma che cavolo stai farneticando? Si fa vivo dopo undici anni e tu dici che non è così male?!'
Sbuffa sonoramente, esasperata dai pensieri che si sovrappongono, schiacciandola.
E' abituata a queste guerre interiori, le capita spesso di pensare come se stesse parlando con un'altra persona. Da una parte c'è la Lei forte, testarda e orgogliosa, mentre dall'altra quella più sensibile e sincera.
-Vediamo se qua c'è qualcosa- dice tra sè e sè, si china per guardare da vicino un cespuglio, ma non trova nulla. 
Si avvicina a un'albero, ma niente; un'altro cespuglio, un'albero, e continua così per qualche minuto, finchè, spazientita, sbuffa e comincia a camminare.
'Ma com'è possibile che non ci sia neanche una stramaledetta bacca!' pensa irata la rossa.
Continua a camminare, presa dalla rabbia, quando sente uno splash. Il piede è bagnato. 
-Ma che diavolo...-, china la testa per vedere cosa succede e si accorge di aver appena immerso il piede nel corso di un fiume.
-Oh, perfetto! Ci mancava solo un bel piede inzuppato!- borbotta.
Alza il piede, bagnato e gocciolante, quando poco più avanti vede un salmone saltare fuori dall'acqua, poi un'altro, e un'altro ancora.
-Ma certo! Pesce!- esclama felice Merida.
Si toglie le scarpe nere, alza la gonna del vestito e riimmerge il piede nel fiume, poi fa lo stesso con l'altro.
L'acqua è tiepida e trasparente, il fondo è formato da tanti ciottoli sovrapposti.
-Bene, bene, ora state in guardia bei pesciolini, arriva Merida- esclama eccitata la rossa; lascia la gonna, che si inzuppa immediatamente, e comincia ad avanzare verso il centro del fiume.
Quando è vicina a dove ha visto il primo salmone, un pensiero la attraversa.
-Come faccio a prenderli?- borbotta lei, non ha portato nessun coltellino, nemmeno una spada, nulla, e l'arco...
-Vorrà dire che farò a modo mio- dice con aria di sfida, arriva al centro del fiume, dove l'acqua le arriva alle ginocchia e aspetta che un pesce le passi vicino.
Questo non si fa aspettare, e appena Merida lo vede apre le mani e allunga di scatto le braccia, immergendole nell'acqua, ma, per qualche secondo di ritardo, lo fa scappare.
-Maledetto pesce! Ma non succederà più- esclama convinta la rossa, ripetendo la stessa azione, e perdendo di nuovo il salmone.
Va avanti così per qualche decina di minuti, ottenendo sempre e solo acqua tra le mani.
-Così non combinerai nulla di buono, rossa-
Una voce proveniente da dietro di lei la fa sussultare, facendola cadere dritta nell'acqua.
-Chi ha parlato?!- chiede un po' spaventata Merida, che si gira di scatto per cercare la fonte della voce.
-Io, capelli di fuoco-, dal ramo di un'albero ciondola a testa in giù un ragazzo, appeso per le gambe. 
Un ragazzo della sua età probabilmente. Capelli mori e spettinati, indossa una camicia bianca, pantaloni marroni legati con della corda all'estremità, stivaletti neri e un corto gilet scuro.
Gli occhi sono nocciola, brillanti come stelle e profondi come l'oblio.
-C-chi sei?! E non chiamarmi in quel modo, scimmia!- ribatte furiosa Merida, scioccata dalla sfacciataggine del moro.
-Ooh, scimmia io? Era solo uno scherzo- dice falsamente dispiaciuto, con un salto scende dall'albero e si avvicina alle sponde del fiume.
-Comunque sono Jack, e tu rossa?- dice con un tono sbruffone e un sorriso enigmatico il ragazzo
-I-io sono Merida, primogenita del clan Dumbroch. E il tuo cognome?- chiede curiosa ma ancora diffidente la ragazza
-Cognome? Oh...non credevo che avrei dovuto averne uno...- dice lui cambiando di colpo espressione e diventando serio
-Beh, non so da dove tu venga, ma tutti hanno un cognome, serve per identificarsi, per non essere scambiato con altri- dice convinta Merida
-Sai, in realtà non so nemmeno io da dove vengo- dice ironico Jack, ritrovando quell'espressione sbruffoncella
-M-ma che diavolo...va beh, lasciamo perdere- dice confusa la ragazza.
Poggia le mani in modo da tirarsi su e uscire dal fiume, ma quando si sta per sollevare da terra, una mano scivola, facendola sbattere pesantemente sul fondo ciottoloso.
-Ahi!- geme lei, di nuovo immersa nell'acqua
-Aspetta rossa, ti aiuto io- dice sicuro il moro, immergendo i piedi nel corso del fiume e avanzando verso Merida. Arrivato di fronte a lei la prende per una mano e la tira su.
Lei, leggermente imbarazzata per la situazione e infastidita dal modo di fare sicuro del ragazzo, cammina impettita verso la riva del fiume.
-Un grazie sarebbe stato gradito- dice sarcastico il ragazzo, che la segue verso la terra ferma.
-Nessun grazie faccia da schiaffi, è solo colpa tua se ora sono completamente bagnata!- esclama irata Merida, che si sta strizzando i capelli lasciando una pozza sull'erba
-Non è colpa mia se un ragazzo riesce a farti cadere soltanto parlandoti- dice sarcastico Jack, alzando un'angolo della bocca e assumendo di nuovo la sua espressione sbruffona
-N-non è così! Mi hai fatto spaventare perchè sei sbucato fuori all'improvviso! Pensavo che io ed Hiccup fossimo soli!- esclama la ragazza, ormai furibonda dal modo di fare del moro
-Hiccup? C'è qualcun'altro qui?- dice curioso lui
-Si! E stavo giusto prendendo qualcosa da mangiare per noi! Ma poi sei venuto te e hai rovinato tutto il mio lavoro!- esclama sempre più irata lei, guardando con astio Jack e incrociando le braccia
-Ah, ecco che stavi combinando! Non so da quanto voi siate qui, ma ti assicuro che in quel modo non prenderai nemmeno un pesce rossa- dice sempre sorridendo il ragazzo.
Si avvicina di nuovo al fiume e immerge ancora i piedi, arrivando fino a dove erano prima. Dopo qualche secondo un salmone salta fuori dall'acqua, Jack con grande rapidità allunga le braccia davanti a sè e lo afferra.
-Visto? Devi aspettare che saltino fuori, senza nessun'arma non puoi prenderli da sott'acqua- dice orgoglioso il moro, mostrando il pesce a Merida, che ora è, se possibile, ancora più imbronciata e infastidita.
-E' stata solo fortuna, sbruffone!- urla lei
-Fortuna dici? Allora vediamo quanta fortuna ho a disposizione- risponde Jack, senza perdere il sorriso e il tono sbruffone.
Aspettando che altri pesci saltino fuori, ripete l'azione precedente per cinque volte, procurandosi cinque bei salmoni, con sottofondo gli sbuffi infastiditi della rossa.
-Ma quanta fortuna che è dalla mia parte oggi! Non credi?- dice ironico il moro, uscendo dall'acqua e raggiungendo la ragazza, che nemmeno lo guarda.
Questa si limita a sbuffare.
'E' arrivato il pescatore vagabondo ora! Che qualcuno ci aiuti' pensa infastidita Merida.
-Allora, credo che adesso possiamo andare dal tuo amico no? Ti starà aspettando- dice convinto Jack, incamminandosi dalla parte opposta al fiume
-Possiamo? No, aspetta, non puoi anche tu...- ma ormai il moro è avanti, si gira e la guarda alzando un sopracciglio
-Allora? Non vieni?- chiede lui
-Uff, aspetta- sbuffa lei, guardandolo scocciata.
'Ora che si è aggiunto il ragazzo sperduto siamo la combriccola perfetta' pensa scocciata la rossa.

 


♦  ♦  ♦

 

Hiccup

-Penso che ci dovremmo accontentare della frutta oggi- dice sconsolato Hiccup.
Da quando si sono divisi per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, è riuscito a raccimolare solo qualche bacca e una mela marcia.
-Speriamo che almeno Merida abbia trovato qualcosa di più commestibile-.
In quel momento un rumore lo fa sobbalzare, facendogli cadere tutta la frutta dalle braccia.
Un fruscio seguito da un piccolo gorgoglio, così lieve che Hiccup a stento l'ha sentito.
Il ragazzo si gira di scatto, guardandosi intorno e aspettandosi il peggio, come una bestia inferocita pronta a sbranarlo.
'Hiccup Horrendus Haddock III, scappato dal matrimonio e mangiato vivo, che bellezza' pensa lui, coi nervi tesi e pronto al peggio. Ma non succede nulla. Nessuna bestia assetata di sangue esce allo scoperto.
-Me  lo sarò immaginato. Magnifico, sto anche impazzendo- borbotta Hiccup, chinandosi per riprendere la frutta.
Dopo qualche minuto arriva al punto di ritrovo dei due, ma della ragazza ancora non c'è traccia.
In attesa che arrivi, stende un fazzoletto che teneva in tasca sull'erba e ci posa le bacche e la mela rancida, così da renderli almeno un po' più presentabili.
Quando si siede osservando il suo operato, sente dei passi davanti a lui 
-Ehi Hiccup! Da quanto sei qui?- dice Merida.
Lui alza lo sguardo e le risponde -Non da molto, ho fatto in tempo solo a mettere qui quello che ho trovato, so che non è molto ma...- si interrompe nel mezzo della frase, sgranando gli occhi 
-E-e quello chi è?- esclama incredulo
-Emh...stavo per arrivarci in realtà! Lui è Jack, in verità si è auto aggiunto al gruppo, ti giuro che non lo volevo!- esclama la rossa, guardando Jack con astio, che nel frattempo ha già raccolto qualche ramo e li sta posizionando in un mucchietto.
-Prima di tutto si dà il caso che vi abbia rifornito di cibo, senza di me la rossa non avrebbe preso nulla, secondo, tu dovresti essere Hiccup giusto? Piacere!- dice sorridente il moro, che ora sta cercando di accendere un fuocherello sfregando tra le mani un ramoscello, in pochi secondi qualche scintilla schizza dal mucchietto di legno e una fiamma si fa posto al centro.
-Emh...si, p-piacere mio Jack- dice poco convinto Hiccup, si gira e guarda confuso Merida, che gli risponde con un'alzata di spalle e un'occhiataccia a Jack.
Lei si fa strada verso Hiccup e gli si siede di fianco, continuando a fissare Jack con astio, che è di fronte a loro a soffiare sulla fiammella appena accesa.
Il moro porge due rami ai ragazzi con conficcati due salmoni
-Buon appetito!- dice contento Jack, avvicina il suo bastone al fuoco e guarda il pesce arrostirsi.
Merida lo imita subito, evidentemente affamata.
Hiccup li segue dopo poco, ancora confuso dalla nuova recluta.
'Almeno ci ha procurato da mangiare' pensa il castano, rassegnato all'idea di un trio.

 


♦  ♦  ♦

 

 

Jack

-...e così siamo scappati- dice con noncuranza la rossa.
-Capisco, genitori oppressivi, una realtà che vi stava stretta e così siete fuggiti, una storia d'amore coi fiocchi direi- afferma Jack.
-S-storia d'amore? No! Ma che ti salta in testa?!- esclama imbarazzato Hiccup.
Quei due tipi non sembravano poi così male.
La rossa era una ragazzina orgogliosa e testarda, il ragazzo invece timido e insicuro.
Jack si era aggregato al gruppo, non sapeva con certezza cosa lo aveva spinto a farlo. Forse la rossa ribelle che tanto gli ricordava se stesso, oppure il fatto che fosse stufo di stare da solo.
Ormai erano giorni che vagava in solitudine nel bosco. Si era ritrovato lì circa tre settimane fà, senza sapere come ci era finito o perchè, senza ricordarsi nulla e nessuno, sapeva solo il suo nome, Jack.
Solo quello.
Aveva camminato per il bosco in cerca di qualcuno che gli dicesse cosa ci faceva là, ma le prime persone incontrate sono stati questi due ragazzi.
-Okay, okay, solo amici, capito- dice il moro, mettendosi le mani dietro la testa e guardando i due ragazzi di fronte a lui
-E invece tu, scimmia?- chiede curiosa Merida.
'Non posso dirgli la verità, mi prenderanno per pazzo'.
Dopo mangiato avevano camminato ancora per tutto il giorno, nessuno aveva fatto domande all'altro, ancora non sapevano come comportarsi con la nuova situazione.
Poi Jack, per rompere un po' il ghiaccio, aveva cominciato a chiedere notizie sui capelli di Merida, suscitando la rabbia di quest'ultima e portandola a chiamarlo "scimmia" per il resto della camminata.
Lungo il tragitto erano riusciti a procurarsi qualche bacca, due mele e tre salmoni.
Quando il sole aveva cominciato a tramontare, colorando il cielo di tutte le sfumature del rosso e dell'arancio, si erano fermati e avevano divorato tutto il cibo raccolto.
Aveva chiesto ai due ragazzi spiegazioni sulla loro presenza nel bosco.
Da quanto aveva capito, entrambi erano degli individui importanti nella loro comunità; lei era la primogenita della famiglia a capo di quattro clan, di cui uno era quello di Hiccup, anche lui primogenito del capo clan, il Lord.
Gli avevano raccontato tutta la loro storia fino a quel momento, ed ora volevano sapere la sua.
Cercando di mantenere la calma, cerca una scusa plausibile
-Sono scappato anch'io- dice infine, con tono pacato
-Anche tu? Perchè?- chiede curioso Hiccup
-Beh, insomma, anche io genitori che mi opprimevano, non che sia anch'io di famiglia nobile, solo che volevo scappare- si inventa lì su due piedi, sperando che i due se la bevano. E così è.
-Oh, capito. Beh, direi che adesso dovremmo dormire- dice il castano, concludendo con un sonoro sbadiglio. Imitato subito dopo dalla rossa, che allunga le braccia verso l'alto per stirarsi
-Si, hai ragione- dice con voce assonnata lei.
Il cielo è blu, un blu così profondo da far credere che in realtà sia un'immensa distesa d'acqua, piena di pesci luminosi, le stelle.
Non c'è nemmeno una nuvola, il caldo si è dissolto, lasciando il posto a un'aria fresca e profumata d'erba.
-Allora buona notte, fuggitivi innamorati- dice scherzoso Jack
-La vuoi piantare con questa storia scimmia!- esclama arrabbiata la ragazza
-Okay okay, la smetto, capelli di fuoco- dice sorridendo con l'angolo della bocca il moro e guardando Merida con aria di sfida.
In risposta riceve un sonoro sbuffo e una gomitata nei fianchi da parte della rossa, troppo stanca per ribattere ancora il ragazzo.
Ognuno si posiziona sdraiato sulle radici dello stesso albero, un faggio centenario.
Dopo qualche minuto la rossa ha già cominciato a respirare regolarmente, seguita poco dopo da Hiccup.
'Buona notte fuggitivi' pensa divertito il moro, guardando di sottecchi Hiccup già addormentato di fianco a lui.

 


♦  ♦  ♦

 

 

Hiccup

Si alza di scatto a sedere, colto di sorpresa da una strana sensazione.
Prova a sdraiarsi di nuovo, ma tutto il suo corpo freme, senza alcun motivo apparente.
Non sa cosa fare, potrebbe svegliare Merida, ma non avrebbe nessuna scusa, se non l'irrequietezza che lo ha avvolto.
Decide di alzarsi in piedi, sempre più nervoso.
Non vede niente di sospetto intorno a lui. Si gira per guardare i due compagni, stanno ancora dormendo.
Decide di andare a controllare la zona circostante, uno strano presentimento lo coglie.
'Darò solo un'occhiata qui in giro, per sicurezza' pensa sicuro il ragazzo. Comincia a incamminarsi tra il folto degli alberi, ancora preso da quella sensazione che lo pervade.
Il buio della notte non gli permette di vedere dettagliatamente, ma distingue le forme degli alberi.
Sta ancora camminando, incespicando tra le radici sul terreno, quando in lontananza un ombra nera attraversa il tratto tra due alberi.
Si ferma, bloccato dal terrore di quella figura scura. Vorrebbe tornare indietro, dai due ragazzi, avvertirli del pericolo e scappare, in salvo; ma qualcosa lo spinge a non arretrare.
Sente una forza, dentro di lui, una sensazione che non aveva mai sentito prima. Curiosità, forse, ma è così grande da sembrare qualcosa di più potente, qualcosa al di fuori di lui.
Spinto da questo sentimento decide di proseguire, seguendo l'ombra.
Arriva nel punto in cui ha visto la figura nera, vuole tornare indietro, lo vuole davvero, la sua testa implora la salvezza, ma il suo corpo continua a camminare.
Comincia a correre, senza volerlo, ormai preso dal panico dalla situazione. In lontananza scorge di nuovo l'ombra, che con rapidità svolta a destra, poi a sinistra, poi ancora a destra.
Con agilità si muove tra il folto degli alberi, ignara della presenza del ragazzo.
Lui la segue, il panico lo assale, il petto si muove incostante su e giù, in cerca di aria.
La figura scura avanza sempre più veloce, fino ad arrivare davanti a un masso grande quanto una casa.
Lì l'ombra si ferma, imitata da Hiccup. La figura si volta verso il ragazzo.
Questo percepisce un brivido percorrergli la schiena, sente acqua gelida piovergli addosso.
Due grandi occhi verdi lo fissano, emanando una potenza e una fierezza mai vista dal ragazzo.
Un drago.
Hiccup vuole correre, scappare da quella creatura feroce, ma il suo corpo ancora si rifiuta di obbedirgli. Al contrario, lo spinge ad avvicinarsi alla creatura.
E' nera, nera come le notti più buie, un corpo sinuoso e agile, coperto da due ali piegate sulla schiena. Una lunga coda lo avvolge. 
E' interamente ricoperto da squame lucenti.
I due occhi sono ancora fissi sul ragazzo, questo ricambia lo sguardo.
'Un...drago' pensa sconcertato il castano, ormai separato dalla creatura da qualche centimetro.
Così vicino all'animale riesce a scorgere tutte le fattezze del viso : i due occhi verdi predominano su tutto, la bocca schiusa un un debole ringhio, sulla sommità della testa due orecchie si muovono a scatti.
Lo sguardo di Hiccup si sposta sul corpo dell'animale, potente e agile, forte e rapido, quando nota un movimento sotto al dorso del drago.
Una figura violetta, circondata completamente da una cascata d'orata, capelli.
'Ma che diavolo...'
Era una ragazza.



 






Note : Eccomi con il terzo capitolo! Scriverlo è stato più difficile di quello che mi aspettavo, ma ce l'ho fatta ;)
In questo capitolo compare Jack, e alla fine anche qualcun'altro...vorrei farvi una sorpresa, ma so che è più che ovvio chi sia la misteriosa figura vicino al drago x'D
Come sempre, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato ^-^
Jack qui è com'era prima di diventare Jack Frost, ho fatto questa scelta per un motivo che verrà fuori più avanti...
Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare anche quello fra tre giorni circa, ma non do sicurezza di nulla, dato che in questi giorni ho abbastanza cose da fare >.<
Vorrei anche aggiungere...MERICCUP IS THE WAY *^* Questa storia sarà piena zeppa di mericcup, dato che è la mia otp preferita, ma ovviamente ci saranno altre coppie, imprevisti e sorprese...eheheh vi tengo sulle spine >:)
Concludo col ringraziare tutti quelli che hanno letto, leggono o leggeranno questa storia, dato che senza di loro non avrei scritto nulla ;)
Sapere cosa ne pensate in una piccola recensione mi farebbe un'enorme piacere :3
Spendete qualche minuto della vostra esistenza scrivendo una recensione, riuscireste a rendere felice e contenta una piccola autrice 3°)
Allora ci vediamo al prossimo capitolo,
Ciao!
S.

   
 
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