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Autore: AymlerShaunCampbell    05/08/2014    3 recensioni
Crackfic ambientata nella terza stagione dopo il ritorno da Neverland.
Allarmati dal repentino cambio di comportamento di Hook, i Charmings decidono di rivolgersi alle figure magiche più potenti della città. Una nuova, bizzarra maledizione si sta abbattendo su Storybrooke, trascinandone gli abitanti in una spirale di assurdi eventi...
Disclaimer: Non possiedo né il telefilm, né i personaggi, ecc.. Elementi femslash (principalmente SwanQueen) e non solo, siete avvisat*!
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Buongiorno! Come promesso ecco il nuovo capitolo, è un po' più lungo dei precedenti ma tra qualche giorno parto per le vacanze e dovrete portare pazienza per un paio di settimane :)
Buona lettura!
Aym

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Ruby si stava gustando la corsetta giornaliera approfittando del cambio turno al Granny's quando si sentì chiamare.
“Ciao Ruby!”
La mora rallentò il passo, si girò verso le voci e si fermò, momentaneamente interdetta.
Questa cosa diventa ogni giorno più strana pensò avvicinandosi al gruppetto di gestanti seduto sulle panchine.
“Hey ragazzi, che si dice?” sorrise la mora.
“Solite cose! Sai per caso a che ora apre il supermercato? David si è di nuovo dimenticato di comprare la nutella.” sospirò Killian, tentando di sistemarsi l'eyeliner tenendo lo specchietto con l'uncino.
“Credo alle 15..” disse Ruby, cercando di non ridere.
Poi i sensi scattarono all'erta e la mora si ritrovò a ringhiare, Spencer si stava avvicinando a lei e la cosa non le piaceva per niente. L'ultima volta che i due erano stati faccia a faccia l'uomo stava guidando una folla pronta a linciarla. L'ex sovrano non sembrò accorgersi del pericolo ed allungò una mano verso i capelli della mora, carezzando affascinato una lunga ciocca. Ruby sollevò un sopracciglio, indecisa sul da farsi.
“Oddio, hai dei capelli morbidissimi! Che balsamo usi?” chiese Albert, con gli occhi cucciolosi.
Ok. QUESTO è inquietante. Ma che cavolo?
Ruby balbettò il nome di qualche prodotto e scansò con gentilezza l'uomo, volgendo la sua attenzione verso il ragazzo in carrozzina qualche metro più indietro.
“Sean! Che hai combinato?” chiese Ruby, carezzando il viso della piccola Alexandra, che giocava quieta in grembo al papà.
“È colpa di Ashley! Ha nascosto tutte le caramelle in un vano del soffitto! Come faccio senza orsetti gommosi? Ad ogni modo, ho cercato di prenderle, la scala non era stabile e..” con la mano si indicò la gamba ingessata, sorridendo.
Ruby annuì preoccupata.
Come se Ash non avesse già abbastanza problemi con un marito incinto e una neonata..
“Hey Ru..” una figura non meglio identificata stava rimettendo l'anima in un cespuglio poco lontano.
“Hey Fred!” salutò lei, sospirando.
Devo organizzare una serata per le ragazze. Questa maledizione sta andando oltre ogni limite!
“Signori, gli altri sono arrivati. Se volete possiamo incominciare la nostra seduta settimanale.” sorrise Archie, aprendo la porta del suo studio. I ragazzi si accomiatarono salutando educatamente e dirigendosi verso lo psicologo, che la salutò a sua volta prima di scomparire nuovamente all'interno dell'edificio.
Grata per questa interruzione Ruby controllò l'orologio da polso e decise che era giunto il momento di tornare a casa e concedersi uno snack e una doccia. Prima di riprendere il lavoro aveva un appuntamento importante. Si passò la lingua sui canini acuminati pregustando ciò che l'aspettava e mosse le lunghe gambe in direzione di casa.

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Mulan aveva appena terminato la lezione di guida con David e si sentiva stranamente bene. E poi, quando era in auto, non doveva pensare ad Aurora. Nonostante anche Filippo fosse entrato a far parte del corpo di polizia cittadino come lei, David aveva fatto in modo che avessero meno turni possibili in comune e la cinesina ne era grata. Inoltre il biondo principe la stava istruendo con entusiasmo alle pratiche moderne di polizia, la giovane sembrava portata per il lavoro anche grazie al passato da militare e se fosse rimasta a Storybrooke anche dopo le maledizioni David sarebbe stato lieto di averla ancora in dipartimento.
La mora gli lanciò le chiavi dell'auto e si sistemò la cravatta. Quell'uniforme era davvero bella.
Dato che il commissariato andava espandendosi, per identificare meglio le forze dell'ordine il consiglio comunale e quello di guerra avevano ordinato d'urgenza delle uniformi per tutti gli agenti.
Qualche fata malignava che la sindachessa avesse insistito più di tutti gli altri per vedere la sceriffa in uniforme ma Mulan non amava molto i pettegolezzi.
“Come sono andata?” chiese rispettosamente la mora al suo superiore.
“Molto bene! Un po' meno aggressiva con l'acceleratore e direi che ci siamo!” sorrise David.
“Grazie capo.” sorrise Mulan, chinando educatamente la testa.
“Te l'ho già detto, puoi chiamarmi David. E a meno che non sia durante lo svolgimento di una pattuglia o simili puoi chiamare anche Emma per nome, sai che le fa piacere.” disse David, sempre sorridendo. Avere nuovi agenti in commissariato da formare e con cui fare amicizia lo rendeva orgoglioso del lavoro che svolgeva. E lo aiutava a non pensare all'assurda situazione familiare che stava vivendo.
Mentre entravano nella stazione di polizia il cellulare di David iniziò a spandere le note di He's A Pirate nell'aria.
“Ciao Killian, dimmi.”
“David! Come sta andando il turno?”
“Bene direi, da quando sono spariti i portali siamo tornati ai ritmi normali, sto formando le nuove reclute. Come state tu ed il piccolo?”
“Bene, oggi non ho vomitato neanche una volta! Però ho fame. A che ora finisci?”
“Tra un'oretta, perché? Non mi dire che devo di nuovo fare la spesa..” sospirò il biondo. La cinesina sorrise dalla sua scrivania.
“No nulla.. è che mi manchi..” dall'altra parte della linea il pirata scoppiò a piangere.
“Killian, non piangere su.. Posso farmi perdonare portandoti fuori a cena? Potremmo andare in quel posto in riva al mare dove fanno gli spiedini di pesce..” tentò di calmarlo David.
“Spiedini! Posso avere anche il dolce?” strillò Killian, entusiasta.
“Ma certo! Sarò a casa verso le sei e mezzo, uscito da qui ho delle commissioni da fare..”
Ci fu silenzio per qualche secondo, poi il pirata si riprese.
“David.. puoi dirmelo quando vai da lei. È comunque tua moglie..” disse triste il pirata.
“Lo so.. è che sei così sensibile ultimamente..” disse David in un soffio.
“Si, ma non sono stupido e non voglio creare problemi. Salutami Snow. Oh, e David?”
“Si?”
“Esigo doppia razione di spiedini!” concluse Killian terminando la chiamata. David Sorrise.
Il biondo si girò poi verso Mulan.
“Hey, oggi non tocca a te portare le pratiche firmate in municipio?” chiese cortesemente.
“Si, stavo appunto sistemando le cartelle. Non capisco perché lo sceriff.. Emma mi abbia delegato per questa volta, di solito non vede l'ora di andare da Regina..” rispose dubbiosa Mulan.
“Non ne ho idea, tra l'altro mi sembra che da quando convivono siano molto più rilassate, anche se non hanno ancora ammesso la loro relazione ne a me ne a Snow..” sospirò David.
“Magari hanno paura di dirvelo, visti i trascorsi..” rispose educatamente Mulan.
“Beh, è vero che non corre buon sangue tra noi e Regina, ma hanno già un figlio assieme ed è evidente che tengono l'una all'altra, se Emma è felice.. lo sono anche io.” disse David, serio.
Mulan gli sorrise poi si alzò dalla scrivani e si avviò verso il suo appuntamento ufficiale.

“Vorrei che i miei fossero così comprensivi, sai, quando sarà il momento di portare una persona importante a casa..” disse timidamente la cinesina. David si alzò a sua volta ed appoggiò una mano sulla spalla della giovane.
“I tuoi hanno ogni ragione di essere orgogliosi di te, non temere.” sorrise David, poi la spinse verso l'uscita.
“Forza ora. Non vorrai far irritare il sindaco, vero?”

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Alle 15.30 esatte il campanello di Ruby suonò come previsto e la mora aprì la porta a Nova, Leroy e Blue, facendoli accomodare in casa.
I due piccioncini sembravano quasi a proprio agio. Dopotutto Whale si era occupato di tutto l'aspetto tecnico della faccenda, spiegando in modo scientifico come funzionava la riproduzione umana, ovviamente di nascosto da Blue, inspiegabilmente convinta che Whale avesse delegato interamente la spiegazione alla cameriera. Avendo a cuore i due adorabili tontoloni e nutrendo una malcelata antipatia per la madre superiora, aveva fatto in modo che Ruby si occupasse solo della parte divertente.
La lupa sorrise nel constatare la sfumatura verdognola di Blue.
Una volta depositate tazze di tè fumante di fronte a tutti gli ospiti, Ruby rivolse a tutti il più dolce dei sorrisi e incominciò a parlare.
“Bene, dato che sapete già come funziona il sesso tra esseri umani dopo aver parlato con il Dr.Whale lasciate che vi spieghi la parte divertente..”
Whale ha già spiegato COSA? E quindi questa sottospecie di prostituta deve spiegare a Nova e Leroy non perché ma come.. Sono stata ingannata! Pensò Blue, terrea, artigliando i braccioli della poltrona per non perdere conoscenza.
Nonostante gli argomenti decisamente piccanti Blue riuscì a non perdere i sensi per le ben due ore e mezza in cui Ruby illuminò i due ignari amanti con quello che sembrava un corso esteso di kamasutra.
Come può anche solo sapere cose del genere? Aspetta, non voglio saperlo.. Signore fa che questo supplizio termini presto.. pensava Blue, che durante le spiegazioni era passata dal verde mal di mare al rosso peperone.
Ruby, dal canto suo, stava facendo del suo meglio per essere il più professionale possibile, rispondendo con pazienza e gentilezza alle infinite domande dei due piccioncini.
Alle 18.10 l'allarme dell'orologio di Ruby iniziò a suonare, la mora lo spense rapidamente e si rivolse nuovamente ai suoi ospiti.
“Bene, direi che possiamo concludere qui, anche perché a breve inizia il turno e se non mi presento puntuale mia nonna potrebbe scuoiarmi e usare la mia pelle come tappeto davanti al camino.” sorrise Ruby.
I tre si alzarono dalle sedie, Blue tremando un po'.
“Naturalmente, se aveste altre domande siete i benvenuti.” disse Ruby alla coppia, che arrossì per la centesima volta e le sorrise di rimando.
Nova e Leroy la ringraziarono profusamente e dopo aver salutato lei e Blue si avviarono verso casa, decisi a sperimentare tutto ciò che la giovane lupa aveva insegnato loro.
Blue le rivolse un veloce cenno di saluto e tentò di affrettarsi verso la porta, ma una mano dalle dita snelle le artigliò il polso e la costrinse a girarsi.
“Signorina Lucas..” balbettò la fata, confusa ed impaurita. La mora la tirò a se, fronte a fronte.
“Ascoltami bene. Non mi interessa quali siano le tue convinzioni personali e morali, smettila di giudicare tutti di continuo. Tutti hanno diritto di essere felici, che ti piaccia oppure no.” ringhiò Ruby, gli occhi improvvisamente gialli. La fata deglutì rumorosamente.
“Cosa stai cercando di dirmi, Ruby?” balbettò nuovamente Blue.
“Di non giudicare ne mettere i bastoni tra le ruote a me. Ne alle mie amiche. È tutto.” concluse la giovane, lasciando il polso dell'altra. Poi allargò le narici annusando l'aria e sorrise, ma l'altra era ancora troppo impaurita e confusa per accorgersene.
Senti senti.. a quanto pare la lezioncina di prima non ha fatto effetto solo sui due piccioncini pensò Ruby, avvertendo un'improvvisa ondata di feromoni.
Blue si massaggiò il polso e dopo un altro cenno di saluto scomparì rapidamente dietro la porta.
Ruby scosse la testa, divertita, poi si buttò addosso l'uniforme e volò in direzione del diner. Quella fata maledetta era riuscita a farla arrivare in ritardo.
“Disgraziata! Il tuo turno è cominciato da 3 minuti e 35 secondi!” l'apostrofò Granny appena varcata la soglia.
“Nonna dai! Stavolta non è colpa mia! E poi guarda, porta pazienza qualche ora e ti assicuro che avremo almeno due clienti molto affamati che ci verranno a trovare. Soldi sicuri!” la mora si fermò un attimo per allacciarsi il grembiule e sorrise a se stessa “Anzi.. tre clienti!” concluse con un sogghigno, poi saettò tra i tavoli per prendere il primo ordine della serata.
Granny Lucas alzò un sopracciglio, dubbiosa, poi tornò in cucina.

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Vedere Spugna che dimenava le chiappe sulle note di In The Navy dei Village People mentre puliva il ponte della Jolly Rodger stava facendo tornare la nausea a Hook, ma fortunatamente per il pirata (e per il ponte) Killian distolse subito lo sguardo.
Il giovane si massaggiò il pancione appena accennato ed appoggiò il televisore portatile di fianco alla sdraio. Dato che per quel pomeriggio non erano previste né terapie né esami era deciso a gustarsi la rara giornata di sole strafogandosi di patatine e nutella mentre si guardava le repliche di Anche le Ortensie Piangono.
Dopo essersi assicurato telefonicamente che il padre di suo figlio fosse ancora vivo gettò il telefono su un cuscino ed impugnò il telecomando, quando una voce lo distrasse.
“Disturbo?”
Killian si girò verso uno dei nuovi acquisti di Storybrooke e gli sorrise. Prima che lui e David si trasferissero sulla Jolly Rodger l'arrivo del famoso capitano era stata per giorni il gossip del distretto portuale. Il fatto che il capitano avesse cortesemente rifiutato un alloggio al Granny's chiedendo in cambio una nave scassata aveva accresciuto ulteriormente la sua fama nella zona.
“Certo che no. Prego, si accomodi.” sorrise Killian, facendo cenno con l'uncino all'uomo di salire. Il visitatore si issò a fatica sull'imbarcazione, salutò Spugna con un cenno della testa e tese la mano a Hook.
“So che ci siamo già visti in giro per il quartiere ma vorrei presentarmi ufficialmente. Sono il capitano Achab.” disse cortesemente l'uomo.
“Capitano Killian Jones al suo servizio.” rispose il pirata, accettando la mano tesa e stringendola con vigore.
“Cosa posso fare per lei?” chiese Hook allungando al collega un bicchiere di rum.
“Lei non beve?” chiese stupito Achab, notando che Hook si stava versando del tè freddo.
“Mi creda, le farei volentieri compagnia ma temo di dover rimanere astemio ancora per qualche mese.” sorrise Killian massaggiandosi la pancia.
“Oh giusto, la maledizione.” disse Achab, poi si girò verso Spugna alzando il bicchiere.
“Congratulazioni!” disse sorridendo ad entrambi. Spugna diventò bordeaux e continuò a sculettare pulendo il ponte.
“Oh no, lui è la colf. David, il padre del bambino, è al lavoro in questo momento.” rise Killian, divertito dalla faccia schifata di Spugna.
“Tornando a noi..” attaccò Hook incuriosito, sporgendosi verso il visitatore.
“Tornando a noi. Mi chiedevo se le potesse interessare un lavoro. Immagino che con il piccolo in arrivo rimarrà per un bel po' ancorato qui a Storybrooke ed io avrei proprio bisogno di qualcuno che ne capisca di navi.” disse Achab posando il bicchiere sul tavolino.
“La ascolto.” disse il pirata, facendo segno al collega di continuare.
“Grazie all'aiuto del sindaco Mills sono riuscito a recuperare la mia Pequod..” disse indicando il mezzo relitto parcheggiato alla fine del molo “Ma grazie a quel maledetto cetaceo che è stato portato con me dai portali la mia nave ha bisogno di riparazioni. Per poter pagare l'affitto della banchina sto lavorando per quel principe pescivendolo, quell'Eric.. comunque, sono disposto a darle parte del mio stipendio per mettere a punto i miei strumenti di navigazione. Naturalmente date le sue condizioni e il suo rango non ho intenzione di chiederle lavori più faticosi.” concluse il capitano.
“Mi sembra una proposta interessante. Con il bambino in arrivo più soldi ci sono in casa meglio è. Avrei tuttavia una domanda, se posso permettermi. Che cos'ha intenzione di fare una volta restaurata la nave? Nonostante le sue condizioni è già abitabile e non credo che il sindaco Mills o lo sceriffo gradirebbero se lei fosse una minaccia per un nuovo membro della comunità..” disse Killian facendo un cenno con la testa in direzione del mare. Poco prima della linea dell'orizzonte, un enorme balena bianca navigava tranquilla.
“Ne lei ne le autorità avete di che preoccuparvi. Ho intenzione di tornare a navigare si, ma stavolta per pescare pesci decisamente più piccoli. Eric sta pensando di ingrandire il business e la Pequod farebbe comodo ad entrambi.” rispose Achab alzandosi in piedi.
Si massaggiò la gamba finta e guardando l'uncino di Killian si chiese come mai gli uomini di mare finivano irrimediabilmente per avere qualche pezzo in meno.
Il mare da, il mare prende pensò scrollando le spalle mentre Hook lo guardava incuriosito.
“Riflettevo. Balena bianca.” disse poi Achab picchiettando le nocche sulla protesi.
“Coccodrillo.” disse di rimando Hook, sollevando l'uncino.
“In mare?” chiese confuso Achab aggrottando le sopracciglia.
“È una lunga storia..” sorrise Killian.
“Bene. Abbiamo un accordo, allora?” chiese Achab preparandosi a scendere sul molo.
“Dipende. Di che cifra parliamo?” chiese il pirata, sorridendo.

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Regina stava tenendo d'occhio il municipio dalla torre dell'orologio con il binocolo sottratto ad un Hook non proprio consenziente. Nei pochi momenti liberi dal lavoro si recava nell'ufficio che Belle le aveva cortesemente predisposto per studiare i molti libri che ancora la separavano dallo spezzare la maledizione delle gravidanze, anche se oggi si trovava li per questioni personali.
La mora sentì la porta aprirsi e chiudersi alle sue spalle e sorrise internamente.
Con lentezza studiata chiuse il binocolo, lo appoggiò sulla scrivania e prese un respiro profondo, tentando di prepararsi allo spettacolo che l'aspettava.
Se mi giro di scatto potrei anche morire.. pensò Regina, poi si voltò e per un pelo le ginocchia non le cedettero. Dubitava che si sarebbe mai abituata a tutto questo.
Davanti a lei, stranamente in rispettoso silenzio, c'era Emma, avvolta in una delle uniformi che Regina aveva particolarmente insistito ad acquistare.
I capelli raccolti in una coda di cavallo e gli occhiali da sole non facevano che rendere la visione ancora più mozzafiato per la mora.
Se continua a guardarmi così salto la scrivania e l'attacco al muro, altro che le multe di Ruby e Whale! Pensò Emma togliendosi gli occhiali e sorridendo alla mora, sperando di non avere il viso completamente bordeaux.
“Regina..” salutò.
“Emma..” rispose Regina, sforzandosi di guardare la bionda negli occhi. Emma, da parte sua, non si poneva minimamente il problema e i suoi bulbi oculari sembravano pronti a tuffarsi nella scollatura della Mills da un momento all'altro.
Regina tossì rumorosamente un paio di volte, portando temporaneamente l'attenzione della bionda sul suo viso.
“Come procede il piano?” chiese Regina appoggiandosi alla scrivania e migliorando nettamente la visuale della Swan.
“Come da programma. Mi sono presa il turno di pattuglia e David ha appena terminato di fare lezione di guida a Mulan. Tra poco dovrebbe andare verso il tuo ufficio per consegnare le pratiche.” rispose la Swan, gli occhi da lemure che tentavano, senza successo, di sollevarsi di qualche centimetro.
“Ottimo. Non possiamo permetterci di avere un agente a terra, non crede anche lei, sceriffo?” sorrise felinamente Regina.
“Certo che no..” balbettò Emma.
“Io ho solo da perderci in questa faccenda finché la maledizione non verrà spezzata, ma meglio un colloquio o due in più che due persone infelici.”
“Ma sei sicura che funzionerà?” chiese la Swan, la bocca che rifiutava di chiudersi del tutto.
“Certo che funzionerà. Credimi, per intrighi e complotti ho un certo talento..” concluse Regina strizzando l'occhio alla bionda, poi si girò e tornò alla finestra aprendo il binocolo.
Mentre puntava verso la finestra aperta sull'ufficio della sua segretaria la Swan le si avvicinò e cingendole la vita appoggiò la guancia alla sua per poter vedere dal binocolo lo svolgersi del loro piano.
È così vicina.. basterebbe che ci girassimo appena e.. pensarono contemporaneamente Emma e Regina, sentendo le guance diventare paonazze.
I pensieri delle due si dissolsero appena notarono la porta dell'ufficio municipale aprirsi.
Diversi metri oltre la torre, in un altro edificio, Mulan fece il suo ingresso parzialmente nascosta dalle scartoffie.
“Buongiorno, sono l'agente Fa. Lo sceriffo Swan mi ha mandato qui per la consegna delle pratiche.” disse educatamente Mulan da dietro la pila di fogli e cartelline.
L'ultimo acquisto del municipio osservò incuriosita l'agente misteriosa. Dato che ben tre segretarie erano rimaste incinta in meno di un mese, Regina aveva messo come prerequisito per il lavoro che la candidata fosse single e non avesse ancora trovato il vero amore, in barba ai diritti sindacali e di privacy. Pocahontas, arrivata da poco in città con uno dei portali, aveva subito colto l'occasione di guadagno e Regina, notata la professionalità e la voglia di imparare della giovane, era stata lieta di assumerla, sperando che fosse la scelta definitiva.
Nelle settimane precedenti aveva sempre avuto a che fare solo con Emma dal dipartimento e ancora non conosceva bene la città, quindi ogni nuovo avventore del municipio era fonte di curiosità.
“Le appoggi pure sulla mia scrivania. Purtroppo il sindaco Mills ha avuto un impegno e non può riceverla, ma mi ha detto che consegnerà le pratiche firmate direttamente allo sceriffo Swan appena possibile.” rispose Pocahontas facendo spazio per il mucchio di carte.
Mulan fece un paio di passi avanti, si sporse verso la scrivania e vi depositò il carico, cercando di non far crollare l'alta pila.
Si rialzò e fu come se un fulmine le avesse squarciato il petto. Due stupendi occhi a mandorla con le iridi color cioccolato, di poco diversi dai suoi, la guardavano dall'altro lato del mobile.
Pocahontas dal lato suo non si capacitava di come avesse fatto a non notare prima la bellissima poliziotta che aveva davanti.
Nella torre dell'orologio due donne, strette l'una all'altra, assistevano alla scena sorridendo. Cupido, in confronto a loro, era un povero dilettante.
Regina abbassò leggermente il binocolo per commentare con Emma il successo del loro piano quando si rese improvvisamente conto che la mano della bionda era ancora appoggiata sulla sua vita stringendola a sé. Si rese anche conto di quanto vicini fossero i loro visi, il fiato bollente della Swan che le carezzava la guancia e d'istinto si girò impercettibilmente verso la bionda, sfiorandole il naso con il proprio.
Lo sguardo saettò dalle labbra della bionda, dischiuse, agli occhi verdissimi, che brillavano di mille pagliuzze dorate e di qualcosa che Regina aveva timore di non meritare.
Emma si sporse inconsapevolmente verso la mora e le loro labbra erano separate da un millimetro appena, quando il telefono di Emma iniziò a suonare uno degli assurdi motivetti, catapultando le due ai lati opposti della stanza, come se una granata fosse esplosa tra loro.
“Killian, per l'ultima volta, non te la compro la nutella!” strillò la Swan al telefono.
Regina, passeggiando nervosamente per la stanza, tentava di raccogliere i propri pensieri e di capire cosa diamine era quasi appena successo.
“Cosa cavolo ne so io di quanti dobloni d'oro sono duecento dollari?” sbraitò nuovamente Emma, poi allungò il cellulare a Regina, che la guardò senza capire.
“Come te la cavi in matematica?” chiese Emma, paonazza di rabbia e di imbarazzo.

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Cora sbatté le palpebre più volte. Era morta? Era viva? Cosa diamine era successo?
Un momento prima stava osservando Storybrooke dal suo nascondiglio dopo che, giorni prima, una nube di oscura magia era uscita dalla casa di sua figlia, era volata in cielo ed era esplosa sopra la città, chiudendo di colpo tutti i portali aperti.
Oh, allora ha trovato almeno una soluzione temporanea aveva pensato.
Poi un boato alle sue spalle l'aveva fatta girare e si era trovata faccia a faccia con l'ennesimo orco, sicuramente arrivato con un portale precedente.
Lei aveva impugnato il taser, ma la bestia era stata più veloce. L'aveva gettata a terra con un colpo vigoroso, strappandole di mano il taser e facendola sanguinare.
Lei aveva alzato le mani in un ultimo tentativo di difesa sapendo che, senza la sua magia, sarebbe stato tutto inutile.
Aveva chiuso gli occhi, pronta a sentire le mascelle dell'orco serrarsi contro le sue carni e dilaniarle, punirla finalmente per i crimini che aveva commesso.
Aveva atteso.
Poi un sibilo e un tonfo, entrambi vicinissimi a lei.
Così aveva riaperto gli occhi, poi li aveva richiusi, poi riaperti. Non aveva senso.
L'orco giaceva a meno di un metro da lei, morto con una freccia conficcata nel cranio, l'angolazione perfetta per trapassargli un occhio.
Ma chi..? Si tirò su a sedere, togliendosi la terra dai vestiti. Non sapeva se la testa le girasse per la confusione o per il sangue che ancora le sgorgava dalla fronte.
Poi un fruscio la riportò alla realtà e la strega volse lo sguardo verso la fonte del rumore. In piedi a pochi metri da lei, cuffie alle orecchie, faretra piena ed arco pronto, c'era nientemeno che Snow.
La mora si avvicinò rimettendosi l'arco sulle spalle, si tolse le cuffie e, chinandosi verso di lei, le tese una mano.
“C'è una baita, poco lontano. Una volta in casa sistemeremo quella ferita. Ora andiamo, tra poco i nani saranno qui e non devono trovarti. Poi mi spiegherai come mai sei viva, perché hai il tuo cuore ma non la tua magia e sopratutto cosa diamine hai combinato.”
Cora non poté fare altro che annuire accettando la mano offerta.

  
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