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Autore: sbriashi    05/08/2014    3 recensioni
Juliet Lewis è una trentenne inglese che vive a New York, lavora come cameriera in un ristorante e pensa che l'uomo perfetto non esista. Ma quando tornerà a Brighton per il compleanno della sua migliore amica si accorgerà che si sbagliava e la sua vita subirà una svolta inaspettata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel pomeriggio fui messa a dura prova dalla mia curiosità. Volevo sapere qualcosa di più su quel Tom Hiddleston ed essendo a conoscenza del fatto che era un attore famoso non resistevo all'idea di leggere la sua intera pagina di Wikipedia, o addirittura quello che le sue fan pensavano di lui. Chissà come avrebbero reagito sapendo che quella stessa sera il loro caro Tom sarebbe uscito con una donna per un appuntamento.
Fissavo la pagina iniziale di Google sul pc ormai da un po', non sapevo cosa fare. Magari avrei scoperto che aveva collaborato con qualche altro personaggio che adoravo e non lo avrei più visto con gli stessi occhi. Oh, ma che stupida! Già sapevo che aveva lavorato con il mio attore preferito, Robert Downey Jr, in The Avengers. In quel momento cedetti e con attenzione mi portai il pc sulle gambe ma proprio un secondo prima che potessi digitare qualcosa, la suoneria del mio telefono mi fece sobbalzare. Era Logan.
«Pronto?»
«Juliet, sono Logan. Come stai? È andato bene il viaggio?»
«Ehi, ciao! Mi fa piacere sentirti. Comunque è andato tutto bene»
«Stasera hai impegni?»
Deglutii nel sentire Logan farmi quella domanda. Insomma, avrei dovuto dirglielo? Alla fine però aveva ragione Rosie, lui non mi aveva neanche baciata. Non avevamo avuto molto tempo infondo ma le cose stavano così. Per quanto mi potesse piacere, Logan era solo un ragazzo che avevo visto qualche volta in vita mia. Non ero ancora così in confidenza con lui per raccontargli ogni singola cosa che mi accadeva.
«Uhm, niente di che. Credo che uscirò in centro con un'amica. Tu invece?»
«Ancora non lo so, credo uscirò con degli amici anche io»
«Beh, divertiti allora!»
«Anche tu, mi raccomando. Adesso scusami ma devo scappare, ci sentiamo domani»
«Okay, a domani allora»
«Ciao, Juliet!»
Chiusi la chiamata e chiusi anche il portatile di fronte a me. Iniziai a sentirmi in colpa verso Logan, se mi aveva chiamata significava che per lui non ero una ragazza qualunque. Sbuffai e decisi di non pensarci, almeno per quella sera.
 
Dopo quasi un'ora a fissare inutilmente l'armadio optai per un vestito nero non troppo corto senza maniche che non avesse una grande scollatura. Non volevo attirare molta attenzione. Come scarpe scelsi le mie inseparabili Jeffrey Campbell che adoravo da morire.
Quando finii di prepararmi mi accorsi che ero in anticipo e mi sedetti sul letto ad aspettare un po'. Voltandomi vidi la mia chitarra appoggiata in un angolo dietro la porta e sorrisi: era stato Harry ad insegnarmi ad usarla. Subito i ricordi di noi due che suonavamo d'inverno in spiaggia in riva al mare dopo scuola invasero la mia mente. Non avrei mai voluto crescere.
Ricordai anche la sensazione di incapacità e di insicurezza che avevo quando ero qui, e che avevo completamente abbandonato appena avevo messo piede negli Stati Uniti. Brighton era e sarebbe stata per sempre la mia casa ma ormai il mio posto non era più lì.
Con questa malinconia dentro, scesi le scale con attenzione cercando di non cadere con quei tacchi vertiginosi e, dopo aver salutato i miei genitori, uscii diretta a Churchill Square.
 
«Rosie, io sono quasi arrivata. Tu dove sei?»
«Noi fra poco arriviamo, tu aspettaci lì» mi rispose dall'altra parte del telefono. Chiusi la chiamata e mi sedetti su una delle panchine circolari che si trovavano davanti all'entrata del centro commerciale.
Dopo qualche minuto vidi apparire Rosie dall'angolo che dava sulla strada principale, seguita da altri due uomini. Da lontano non riuscivo distinguerli molto bene, non potevo sapere quale fosse Luke e quale fosse Tom, comunque mi alzai in piedi ed agitai una mano in aria per farmi vedere.
La mia amica mi riconobbe all'istante a si diressero verso di me.
Rosie mi sorrideva con aria raggiante ed io non potei fare a meno di ricambiare il sorriso.
«Juliet, lui è il mio ragazzo: Luke» disse Rosie un attimo prima che ci stringessimo la mano e ci salutammo. Era un ragazzo abbastanza alto e non troppo magro, direi con la corporatura giusta. Non aveva traccia né di barba né di baffi ed i capelli erano di un castano scuro.
«E lui invece è Tom»
L'uomo che era rimasto in disparte fino a quel momento, si fece avanti e mi strinse la mano offrendomi un sorriso che mi fece sciogliere come un ghiacciolo al sole. Tom a differenza del suo amico era molto alto ed aveva un fisico ben slanciato. Il colore dei capelli era strano, tendeva quasi al dorato ma era come se fossero stati tinti precedentemente. Non pensavo che quello fosse stato il suo colore naturale. Rimasi a fissarlo negli occhi, non riuscii neanche a capire di che colore fossero, sapevo solo che mi stavano ipnotizzando
Ero come... incantata. E fu lì che persi il controllo delle mie parole e delle mie azioni.
«Sono incantata di conoscerti»
Quella frase mi sfuggì dal nulla, fu più forte di me. Ero così concentrata in quella splendida sensazione che per un attimo dimenticai di filtrare i miei pensieri ed essi uscirono direttamente dalla mia bocca senza che io lo volessi.
Finsi una risatina nervosa per sdrammatizzare ma Rosie sapeva benissimo che il suo piano stava riuscendo alla perfezione e stava cercando di trattenere una risata.
«Oh, quale onore. Dovrei essere io incantato di conoscere una così bella ragazza come te. A proposito, posso dire che adoro il tuo nome?» Tom mi sorrise di nuovo e non aveva ancora lasciato la presa della mia mano. Appena me ne resi conto sentii le guancie andarmi a fuoco, soprattutto dopo quello che mi aveva appena detto.
«Grazie mille, Tom. Sei davvero gentile»
«Lui non si smentisce mai, è sempre un vero gentleman» affermò Luke mentre prendeva la mano di Rosie per stringerla a sé.
«Dovresti imparare da lui, sai?» lo provocò lei. Luke per tutta risposta fece una linguaccia e le sussurrò qualcosa all'orecchio che la fece scoppiare a ridere. A questo punto intervenni io.
«Allora? Avete qualche idea su dove andare?»
Tom si voltò verso gli altri due cercando una risposta ma entrambi ottenemmo solo silenzio.
«Uhm, possiamo andare in un pub se volete» suggerì infine Rosie. Tutti e quattro ci trovammo d'accordo e decidemmo di cercare un locale dove bere un po' di birra ed ascoltare buona musica.
Trovammo un bel posticino vicino al lungomare, in una delle tante piccole vie strette di Brighton. Non era conosciuto da molta gente e fortunatamente non era neanche così affollato come pensavamo dato che era venerdì sera. Ordinammo una birra ciascuno e ci sedemmo ad un tavolo.
«Era da tanto tempo che non bevevo una vera birra inglese in un vero pub inglese» ammisi ridacchiando. 
«Perché? Sei stata via molto?» mi domandò Tom prima che desse un altro sorso alla sua birra.
«Beh, è da quattro anni ormai che vivo a New York. Sono tornata per il compleanno di Rosie, mi fermo solo per pochi giorni»
Mentre parlavo non riuscivo a guardarlo in faccia, era più forte di me. Non facevo altro che giocherellare con la bottiglia che tenevo in mano.
«Wow, quattro anni sono tanti. Posso chiederti il perché di questa scelta?»
Alzai lo sguardo ma lo riabbassai all'istante. Mi sentivo imbarazzata e non sapevo neanche perché.
«Non ero felice qui. Avevo bisogno di una svolta e l'ho ottenuta»
Tom si spostò leggermente verso di me ed il rumore che emise la sua sedia mi fece sussultare un po'.
«E come ti trovi adesso?»
Sentivo il suo sguardo puntato su di me. Avevo bisogno di aria.
«Benissimo, la mia vita nella Grande Mela è perfetta»
«Anche io ci sono stato, è una delle città che adoro di più»
Finalmente mi decisi e lo guardai negli occhi, i suoi oceani si scontrarono con i miei. Non c'erano dubbi: avevamo gli occhi dello stesso colore.
«Devi averne viste molte di città, non è vero?»
Lui sorrise, forse perché mi vide veramente coinvolta nella nostra conversazione.
«Sì, tutto merito del mio lavoro. Ultimamente però non sono mai a casa e la cosa mi stressa un po'»
Piegai la testa da un lato e lo fissai con un mezzo sorriso.
«Ami ciò che fai?»
Abbassò lo sguardo e poi tornò a guardarmi con un aria serena, quasi compiaciuta.
«Con tutto me stesso. È la cosa che più mi rende felice»
Gli regalai un sorriso sincero che lui ricambiò ed in quel momento sembrammo proprio due ebeti.
 
Ad un certo punto vedemmo salire sul piccolo palco del pub un ragazzo con una chitarra in mano. Gli altri stavano ancora conversando tranquillamente quando sentii le note della canzone I've Just Seen A Face dei Beatles. Immediatamente iniziai a canticchiarla gesticolando per fare scena e gli altri tre si voltarono nella mia direzione scoppiando a ridere.
«Questo deve essere il tuo giorno fortunato» mi disse Rosie mentre mi guardava cantare tutta contenta.
«Per quale motivo?» le chiese Tom con uno sguardo pieno di curiosità.
«Lei adora i Beatles» rispose la mia amica scandendo bene la seconda parola.
«Un punto in più a suo favore!» esclamò sorridendo l'attore.
Feci finta di non sentirlo e continuai a cantare usando il mio bicchiere vuoto come microfono. Durante la strofa finale della canzone si unirono anche gli altri tre e una volta che finimmo di cantare ricominciammo a ridere a crepapelle.
In quel momento mi accorsi di essere felice, ero nel posto giusto con le persone giuste.
Non so se era colpa della birra o semplicemente dell'atmosfera che si era creata, sapevo solo che non desideravo essere altrove.
 
Saranno state circa le undici e mezzo quando uscimmo dal locale per passeggiare lungomare. L'aria di salsedine mi entrò fin dentro i polmoni e mi sentii serena.
Rosie e Luke camminavano uno accanto all'altra mentre lui le stringeva la vita con il suo braccio ed io e Tom eravamo subito dietro di loro. Il silenzio che si era creato era dir poco imbarazzante, cercavo in tutti i modi di non guardarlo in faccia ma la tentazione era troppo forte.
«Sai, non ho mai visto Luke così felice con una ragazza» fu lui finalmente a parlare.
«Davvero?»
«Davvero. Anche se conosco Rosie da poco tempo penso che sia una brava persona»
«Lo è» precisai.
All'improvviso una specie di urlo ci fece fermare e ci voltammo istintivamente. Due ragazzine ci fissavano con occhi increduli, entrambe con il cellulare a portata di mano.
«Tu se-sei Tom Hiddleston?» domandò agitata una delle due.
Lui annuii ed il loro sorriso si ampliò.
«Possiamo fare una foto con te?»
«Certamente» rispose Tom cortese come sempre.
«La posso scattare io, se volete» suggerii alle ragazze. Entrambe mi sorrisero e mi diedero il cellulare per fare la foto.
Più tardi lo ringraziarono ed andarono via cinguettando, ancora esaltate per aver incontrato il loro attore preferito.
«Non ti da fastidio?» gli domandai mentre continuavamo a passeggiare.
«Cosa?»
«Il fatto che ti fermino sempre per strada»
Ridacchiò per quella mia domanda. Molto probabilmente gli era stata fatta almeno un centinaio di volte.
«Sono mie fan, non posso permettermi di essere scortese con loro»
Purtroppo non tutti gli altri personaggi famosi la pensavano come lui. Era bello trovare qualcuno come Tom, qualcuno che aveva conquistato la propria fama ma non aveva dimenticato come fosse avere una vita "normale". Era un uomo con i piedi per terra.
Mi limitai a sorridergli mentre la mia mente si inondò di pensieri che mi portavano solo ad una conclusione: Tom Hiddleston si stava dimostrando l'uomo perfetto.
Alla fine sapevo ben poche cose sul suo conto, a parte il fatto che faceva l'attore. L'avevo conosciuto soltanto da poche ore. Eppure era come se i suoi occhi mi avessero sussurrato "ci siamo già conosciuti?" ed io dentro di me rispondevo "forse sì, ma in un'altra vita dove uno come te poteva innamorarsi di una come me".
 
«Cosa fai di interessante a New York?» mi domandò con fare curioso.
«Sono soltanto un cameriera» ammisi vergognandomi un po'. Insomma, lui era un attore di fama mondiale ed io una stupida cameriera da quattro soldi.
«E come ti trovi?»
«Bene... credo. Ultimamente mi stanca un po' troppo» gli confessai.
«Allora cambia!» esclamò un attimo prima di girare a destra per poi andare dritto verso la spiaggia. Sorrisi e non esitai un attimo a seguirlo.
«Non posso cambiare!» gli urlai da qualche metro di distanza.
Lo raggiunsi quasi in riva al mare mentre si stava mettendo seduto tra i ciottoli color mattone della spiaggia. Mi sedetti accanto a lui.
«Ne sei proprio sicura?» mi domandò guardandomi negli occhi. Sembrava serio ed aveva un tono che mi inspirava sicurezza. Non sapendo cosa rispondere mi limitai a sospirare profondamente osservando le onde del mare che accarezzavano delicatamente la sabbia.
«Ma guardati, ti preoccupi così tanto di cose che non puoi cambiare e non ti rendi conto che se continuerai a pensarla così finirai ad ascoltare canzoni malinconiche per tutta la vita» lo disse quasi come se fosse veramente preoccupato per me, il suo interesse si poteva chiaramente leggere nei suoi occhi e nel suo sguardo.
«Hai ragione, non posso cambiarle. Quindi cosa dovrei fare?» gli chiesi come se la mia vita dipendesse dalla sua risposta.
«Cambia tu stessa»
«In che senso?»
«Vedi le stelle lassù? Punta a quelle. Desidera cose impossibili e vedrai che le raggiungerai»
Rimasi senza parole. Tom aveva ragione, dovevo fissarmi degli obiettivi. Dovevo realizzare i miei veri sogni, non potevo rimanere insoddisfatta per tutta la vita.
«Tu sogni mai cose impossibili?» gli chiesi mentre era intento a tirare sassolini nell'oceano.
Si voltò verso di me e dovetti ringraziare il fatto che fosse buio e Tom non poteva vedermi perché le mie guancie andarono a fuoco. L'atmosfera che si era creata in quel momento aveva qualcosa di magico e avrei voluto che non finisse mai.
«Sognavo di fare l'attore» rispose con gli occhi persi nel vuoto. Rimasi in silenzio ad ascoltare i suoi sospiri ed il suono rilassante del mare. Non poteva esserci momento più perfetto.
 
Più tardi scoprimmo che Rosie e Luke se ne erano già tornati a casa e ci avevano lasciati da soli senza neanche avvisarci. Pensai che se avessi scoperto che Rosie lo aveva fatto apposta non mi sarei affatto sorpresa.
Ad un tratto vidi Tom che si dirigeva verso la fermata del bus in Churchill Square e lo guardai un po' confusa.
«Tom! Che stai facendo?»
Lui si voltò e sembrò la classica scena da film. Avete presente la ragazza che ferma il ragazzo che se ne sta andando, lui si gira per guardarla ed ha l'aspetto più figo del mondo? Ecco, le mie ovaie esplosero in quel preciso momento. Ma non lo feci notare, ovviamente.
«Vado a casa»
Gli andai incontro e lo presi sottobraccio.
«Permettimi di accompagnarti allora»
Dopo aver insisto varie volte finalmente accettò di farsi riaccompagnare in macchina da me.
 
«Domani ci sei? Al compleanno dico» mi chiese mentre stavo guidando.
«Perché non dovrei esserci? Sono tornata qui per questo»
«Hai ragione, me l'avevi già detto. Scusami»
«Non devi mica scusarti»
Ci fu un po' di silenzio e poi finalmente arrivammo a destinazione.
«Grazie per il passaggio, sei stata gentile» mi disse ringraziò dopo che si slacciò la cintura.
«È stato un piacere, Tom»
Lui sospirò. Non capivo perché non fosse ancora sceso dall'auto. Io mi limitavo a giocherellare con le mani sul volante e non riuscivo a pensare a niente. Non sapevo neanche cosa dire e quanto pare lui era nella mia stessa situazione.
«Beh, io allora vado»
All'inizio non sembrò molto convincente ma poi notai che stava per aprire la portiera della macchina. Un attimo prima che potesse uscire si avvicinò a me, in quel momento temetti il peggio e spostai di scatto la testa dall'altra parte. Tom se ne accorse e augurandomi "buonanotte" uscì di fretta e se ne andò a casa.
 
Avrei voluto che lo sapesse.
Avrei voluto che sapesse che non avevo usato una normale forma di cortesia, io ero veramente incantata di averlo conosciuto. 

 


Ehii eccomi qua! Ho aggiornato con un po' di ritardo ma non ho mai un giorno tranquillo ):
Come potete notare stiamo entrando sempre di più nel vivo della storia :D
Ringrazio in anticipo chi recensirà ed anche chi si ferma soltanto a leggere, grazie mille carissimi! 
Alla prossima! <3
Un bacio :)

-Mary
   
 
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