Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: zarah5    05/08/2014    2 recensioni
Louis è uno studente di legge, ma è anche l'impertinente cameriere degli appuntamenti di Harry.
Questo è come la loro storia ha inizio.
Larry Stylinson/accenni Ziam [University AU]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa fanfiction è una traduzione. La storia originale, scritta in inglese, si può trovare su Ao3 (http://archiveofourown.org/works/633099/chapters/1145470) ad opera di zarah5 (http://archiveofourown.org/users/zarah5).
Questo è il permesso per la traduzione: http://oi60.tinypic.com/opsoyr.jpg.

 


 




DisclaimerBenchè basata sull'immagine pubblica degli One Direction, questa storia non implica niente sulle loro preferenze o sul loro comportamento nella vita reale. 

 

Capitolo 1: Steady, Now

 
Louis è solamente in quasi non ritardo, quando entra nel ristorante dalla porta sul retro. La cucina è già alle prese con il lavoro preparatorio: la chef abbaia ordini mentre tutti gli altri si muovono attorno a lei scoordinatamente. Mancano ancora trenta minuti all’apertura, il tempo necessario a mettere tutto in ordine.
 
Partendo dal togliere la canzone di Justin Bieber amplificata dalle pentole della cucina.
 
La canzone è un brutto segno. Significa che Niall è responsabile dello stereo – perché, davvero, Niall ha i gusti musicali di una dodicenne – e che Zayn non è ancora qui. Zayn avrebbe messo fine a questa assurdità.
 
Louis passando da il cinque o una pacca sulla schiena a chi incontra, salutando tutti e fluttuando con destrezza attraverso la scrupolosa coreografia che è il personale della cucina mentre si prepara ad un normale sabato sera. Classica serata degli appuntamenti. Serata impegnativa, soprattutto perché il secondo semestre sta per iniziare e atmosfera lussuosa e prezzi accessibili significano che la maggior parte dei loro clienti verranno dalla vicina università. Con gli esami rappresentanti solo una minaccia distante all’orizzonte, il tutto si traduce in meno studio, più appuntamenti; dopo due anni di lavoro part-time alla pizzeria “Da Simon”, Louis conosce la routine. In più, è diventato un esperto nel giudicare le possibilità di successo di un appuntamento solo con uno sguardo alle parti coinvolte. Non gli piace vantarsi, ma la verità è che è uno specialista nel predire le crisi familiari.
 
Ok, gli piace vantarsi.
 
Prende la planimetria dei tavoli della serata con una mano e interrompe Justin Bieber con l’altra. Il conseguente silenzio è interrotto dalle parole di Niall, “Lo stavo ascoltando!”
 
Non solo ascoltando, ma anche ondeggiano i suoi fianchi a ritmo, direbbe Louis. Continua a sorprenderlo il fatto che Niall sia decisamente etero, ma d’altronde Louis è contro tutti gli stereotipi. Replica con, “Tu la chiami musica, io la chiamo tortura,” e sfoglia la loro playlist. ‘Dead Squirrel Day’ sembra perfetta. Del resto, l’ha scelta lui.
 
La mette in riproduzione, afferra una tovaglia e scappa dal tentativo di Niall di fargli il solletico alla pancia. “Ho dei tavoli da apparecchiare”, dichiara severamente. “Lavoro serio, Niall. Fai almeno finta.”
Niall schiaffeggia il fondoschiena di Louis con un tovagliolo.
 
--
 
Di solito, Louis è bravo con i suoi clienti. Brillante, perfino. In una dimostrazione di generosità, ha provato a condividere il suo sapere con Zayn, dandogli suggerimenti come sorridi fino a che non ti fanno male le guance e anche un commento divertente non può fare danni. Per qualche motivo l’entusiasmo di Zayn è stato alquanto limitato e, a dire il vero, sta riuscendo piuttosto bene senza seguire nessuno dei consigli di Louis. Devono essere gli zigomi alti e le ciglia lunghe…
 
Comunque.
 
Il punto è che di solito Louis è veramente bravo con i clienti. Il suo unico difetto è che ha anche la tendenza a rispondere quando qualcuno lo fa incazzare, e stasera nella sua sezione c’è questo stronzo, un quarantenne che comanda a bacchetta la sua famiglia, che sostiene che il vino è servito alla temperatura sbagliata quando non c’è nulla che non va. La scelta è fra l’insultarlo o il fare cambio tavolo con Niall, che è molto più rilassato di lui riguardo a questo genere di cose.
 
Louis raggiunge Niall verso la cucina, afferandogli il polso.“Aiuto.”
 
“Penso sia un po’ tardi per quello,” dice Zayn passando. Louis lo ignora, come qualsiasi persona sensibile farebbe.
 
“Scambia con me uno dei tuoi per il Tavolo 8, e sarò tuo amico per sempre,” dice a Niall.
 
Niall ci riflette per un momento. “Quello, e laverai i piatti la prossima settimana.”
 
“Che? Anche i tuoi?”
 
“Ovvio. E quelli di Zayn.”
 
Meschino. Niall è un coinquilino meschino. Meschino e infido.
 
Dopo uno sguardo a Signor Sono-Meglio-Di-Te, Louis annuisce. Non cucinano poi così spesso a casa; mangiano quasi sempre alla mensa dell’università, quindi sciacquare un paio di tazze e bicchieri sembra un patto accettabile se significa che Louis non perderà il suo posto di lavoro rimproverando un cliente che tratta la propria famiglia come se fosse una sua proprietà. Perfino Simon è un capo giusto, ha delle regole sul come interagire con i clienti, e qualcosa del genere lo danneggerebbe prima o poi.
 
Louis ha la sua teoria che Simon abbia delle telecamere nascoste nel ristorante per assicurarsi che le cose vadano a modo suo. E’ ancora da provare il contrario.
 
Niall gli da una pacca sulla spalla, “Perfetto. Allora ti cederò il Tavolo 21. Sono appena arrivati, quindi puoi iniziare portandogli i menù.”
 
 
Il tavolo in questione mostra due ragazzi, il che è già interessante in sé. In più, quello rivolto verso Louis, è attraente, circa della sua età, dai capelli tagliati corti e dall’aspetto curato, con delle ampie spalle a riempire una maglia abbottonata. Carino. Tutto quel che può vedere del suo compagno è una zazzera di capelli ricci.
 
Siccome probabilmente Niall non ha neanche notato che sta dando a Louis l’opportunità di godersi una bella vista, Louis borbotta una protesta e si prende il suo tempo per raccogliere due menù dalla pila dietro al bar.
 
Si sistema la maglia prima di avvicinarsi. I due ragazzi stanno parlando a bassa voce, le loro teste protese l’uno verso l’altro, la conversazione lenta, ma piacevole. Nessuna crisi familiare in vista.
 
“Salve, buona sera,” Louis dice momentaneamente calmo. “Il mio nome è Louis e sarò il vostro cameriere questa sera.”
 
Il ragazzo coi capelli corti guarda in alto con un sorriso amichevole, seguito dal riccio che volta la testa per guardarlo e…
 
Oh, wow. Fossette.
 
Ok. Ok, quello coi capelli corti è attraente, sì, ma l’altro è… E’ semplicemente bello, così veramente bello, praticamente di un altro livello perché… Le fossette. Louis forse ha un debole per le fossette.
Occhi verdi e spalancati non gli dispiacciono neppure, così come quei capelli arruffati con cura e quei ricci che lo implorano di immergere le dita in essi.
 
O no. Umm. Forse perché Louis è il cameriere di quello che è chiaramente un appuntamento, se l’abbigliamento elegante dei ragazzi è un indizio da cogliere.
 
Louis batte gli occhi e distoglie lo sguardo dal sorriso abbagliante del riccio, rivolgendosi ad entrambi mentre porge loro i menù. “Posso già portarvi qualcosa da bere?”
 
“Iniziamo con una bottiglia d’acqua?” Il ragazzo dai capelli corti trasforma l’affermazione in una domanda, alla quale il riccio risponde con “Frizzante, per favore.” Il suo sguardo rimane su Louis per quello che potrebbe essere un attimo di troppo, se Louis non si immaginasse le cose. Secondo Zayn, lo fa parecchio: immagina cose come aver pulito il bagno o portato fuori la spazzatura.
 
Ha bisogno di amici che comprendano le sue piccole fissazioni, davvero.
 
“Arriva subito,” Louis dice loro. Non c’è nessuna ragione per trattenersi al tavolo, nessuna ragione oltre al voler stare accanto a quelle fossette, preferibilmente a distanza ravvicinata. Louis però nonostante tutto è un professionista. E non ha quindici anni.
 
Li lascia analizzare i menù e si tiene impegnato con altri tavoli. Quando ritorna dai due ragazzi, trova Zayn a rifornire il candelabro blu fra di loro con una nuova candela. I suoi occhi sono rivolti verso il basso, le sue ciglia quasi gli sfiorano le guance mentre entrambi i ragazzi lo stanno fissando apertamente. Dannazione, è bravo. Louis deve riconoscergli questo, ma niente più.
 
Guarda Zayn mentre prende i loro ordini e aspetta l’occasione per metterlo alle strette dietro il bar.
 
“E’ il mio tavolo, guastafeste.”
 
“Sì?” Zayn alza un raffinato sopracciglio. “Scusa, devo aver mancato il cartello con scritto ‘Proprietà di Louis Tomlinson’.”
 
“Tu,” Louis lo colpisce sul petto, “sei cattivo. Quei due ragazzi avrebbero potuto sposarsi, adottare dei bambini. O un cane, almeno. Adesso non faranno altro che pensare alle tue stupide labbra carnose.”
 
“Grazie, credo.” Il ghigno di Zayn è tutto tranne che pentito.
 
“Cattivo,” Louis ripete.
 
Se possibile, il ghigno di Zayn si allarga. “Quindi non si tratta di te che fissi le fossette di quel ragazzo?”
 
Una campana dalla cucina, segno che il cibo di qualcuno è pronto, interrompe il sofisticato piano di difesa di Louis. Quindi lascia perdere, “E’ il mio tavolo. Vattene e trova la tua coppia di ragazzi sexy.”
 
--
 
In seguito, Louis diventa ancora più impegnato: turbina da tavolo a tavolo sorridendo, scherzando coi clienti che sono già venuti, servendo cibo e annotando cose e versando vino e prendendo carte di credito e sorridendo e sorridendo. Non ha molto tempo per lasciare vagare il suo sguardo sui due ragazzi, ma da quel che può dire il loro appuntamento sembra stare andando bene. Stanno ridendo, si stanno scambiando piccoli tocchi e occhiate, si stanno rubando il cibo l’un l’altro. Il dolce che scelgono dopo aver discusso a lungo – e con il magnanimo intervento di Louis – è una fetta di torta al cioccolato ancora calda con due forchette, perchè una pomiciata di mezzanotte è molto possibile.
 
Sfortunatamente non stanno bevendo alcool, quindi Louis non ha l’occasione di chiedere le loro carte d’identità e di mettere un nome a quelle fossette. Quando chiedono il conto, bisticciano amabilmente su chi debba pagare, mentre Louis fa finta di non sentire.
 
“L’ho chiesto io a te. Puoi pagare la prossima volta,” dice il ragazzo dai capelli corti, mostrando un timido sorriso che fa venir voglia a Louis di strizzargli una guancia. Inspiegabilmente, gli angoli della bocca del riccio si inclinano un po’ verso il basso, e insiste nel dividere equamente. Uh.
 
Pagano in contanti, quindi Louis ancora una volta non riesce a scoprire nessun nome. Non che avesse intenzione di, per esempio, perseguitare su Facebook quelle fossette o qualcosa del genere. Era semplice curiosità.
 
Porge loro il rispettivo resto con un genuino, “Godetevi il resto della serata, ragazzi,” ghignando verso di loro. Ottiene un sorriso dal ragazzo coi capelli corti e un lento “Grazie, Louis,” dal riccio.
 
Louis avrebbe amato sapere se la voce da camera da letto del riccio fosse il suo normale modo di parlare, ma è abbastanza intelligente da non chiedere. Invece, risponde con, “Grazie a voi ragazzi per la mancia. E per esservi ricordati il mio nome, pochi clienti lo fanno.”
 
“Davvero?” Il riccio sembra sorpreso.
 
Louis alza le spalle distrattamente. “Almeno non se sono ad un appuntamento. Significa che hanno orecchie ed occhi solo per loro, i nervi tesi e tutto.” Quando è ormai troppo tardi, il suo cervello si collega alla bocca. “Che non vuol dire che voi ragazzi non abbiate orecchie ed occhi solo per voi.”
 
Segue un secondo di silenzio, poi il ragazzo coi capelli corti inclina la testa all’indietro per una risata. Ha una bella risata. Anche il riccio, e Louis decisamente non sta registrando dettagli come le rughette agli angoli dei suoi occhi o – dettagli come quello. Assolutamente no.
 
“Ti sei salvato in calcio d’angolo,” dice il ragazzo coi capelli corti, una traccia di risata ancora percepibile mentre si alza. I suoi occhi scattano verso l’altra parte del tavolo, addolcendosi leggermente. “Andiamo, Harry?”
 
Harry. Louis lo tiene a mente per il futuro.
 
Harry fa quasi cadere la sua sedia nella fretta di alzarsi. Entrambi gli augurano una buona notte, facendosi amare ancora di più da Louis, prima di muoversi verso la porta. Il ragazzo coi capelli corti – che ancora non ha un nome – appoggia le sue dita in basso sulla schiena di Harry, la sua mano ampia sulla vita stretta dell’altro. Formano una bella coppia.
 
“Invidioso?” chiede Niall, avvicinandosi improvvisamente dietro di Louis.
 
“Sto ammirando la vista,” lo corregge Louis. Si volta con un ghigno. “Stavo solo pensando che il mio prossimo fidanzato deve avere le fossette.”
 
“Dovresti organizzare delle audizioni,” dice seriamente Niall.
 
“Forse lo farò.” Louis abbozza una pubblicità nell’aria. “AAA cercasi ragazzo single con fossette, sotto i venticinque anni, con la passione per i programmi TV spazzatura e per lunghe passeggiate sulla spiaggia. Cercato da ragazzo single, attraente e con un buon senso dell’umorismo.”
 
“Tu non fai veramente lunghe passeggiate sulla spiaggia,” commenta utilmente Zayn. Fra di loro, lui è l’unico che sta almeno facendo finta di lavorare al momento, raccogliendo i bicchieri vuoti lasciati da Harry e dal suo ragazzo.
 
“Questo perché qui non abbiamo una spiaggia,” dice Louis. “Se ci fosse, farei assolutamente delle passeggiate. Tutto il giorno.”
 
Niall annuisce. “Due volte all’anno, forse.”
 
Al margine del suo campo visivo, Louis percepisce un movimento, un cliente che prova ad ottenere la sua attenzione. “Diserederò entrambi,” informa Zayn e Niall. “Ricordatemi perché vi ho trovato un lavoro qui?”
 
“A dire il vero, sono stato io a trovarti un lavoro qui,” dice Zayn.
 
Louis agita una mano. “Dettagli. E comunque, sono stato io a far entrare Nialler. E ti ho permesso di aiutarci a cercare un appartamento da condividere.”
 
“Questa è la parte nella quale dovrei esserti grato?” Zayn innalza il sarcasmo pungente ad una forma d’arte.
 
“Louis dovrebbe esserci grato per non aver commentato quando si è descritto come “attraente” nella sua pubblicità immaginaria,” dice Niall.
 
Louis fa una linguaccia ad entrambi prima di trottare verso il cliente che aveva attirato la sua attenzione poco fa. Tavoli da servire, clienti da ascoltare. Non c’è mai riposo, ma ehi, ci paga l’affitto.
 
 --
 
I martedì sera sono tradizionalmente lenti. Ci sono solo Eleanor e Louis in servizio ai tavoli e quando lui le chiede di coprire la sua sezione per qualche minuto, in modo da poter uscire per prendere un po’ d’aria, lei gli fa cenno di andare. Louis si toglie la cravatta prima di uscire e resta sotto al tendone per non farsi bagnare dalla pioggia che ha iniziato a cadere poco prima.
 
Momenti come questo gli fanno considerare di fumare. Sembrerebbe adatto alla scena: la luce arancione di una sigaretta che brilla mentre le persone si affrettano per la strada, rannicchiate sotto gli ombrelli o con le teste abbassate contro il temporale, i loro passi ingoiati dall’afflusso d’acqua.
 
Peccato per la puzza di fumo.
 
Louis tira fuori il suo cellulare, controlla i messaggi e risponde a Niall preoccupandosi per il contenuto del loro frigo (‘Basta okay? E’ rimasto abbastanza bacon per la colazione’). Sta per rimettere il cellulare in tasca quando qualcuno si abbassa sotto il tendone, affianco a lui. La persona in questione assomiglia ad un gatto annegato, coi capelli appiccicati alla testa.
 
Occorre un attimo a Louis per ricordarsi il suo viso, poi ride. “Non credi nell’utilità degli impermeabili, quindi?”
 
“Più che altro sono stato ottimista. Speravo che le previsioni fossero sbagliate.” Harry scuote i capelli, togliendoseli dal viso, prima di girarsi per guardare Louis. “Oh, ciao. Louis, giusto?”
 
Louis lo deve star fissando piuttosto apertamente, ma nessuno lo può biasimare, davvero. Sarebbe troppo chiedergli di non fissare, con la maglietta di Harry attaccata al suo petto e spalancata sul davanti a mostrare le clavicole. Sono delle belle clavicole.
 
Harry sembra interpretare male il silenzio, perché sbuffa una risata tranquilla. “Scusa, probabilmente non mi hai riconosciuto. Sono stato qui qualche giorno fa.”
 
“Mi ricordo,” gli dice Louis. E’ furbo e non aggiunge che si ricorda in particolare delle sue fossette. “Sabato, giusto? Di nuovo qui così presto? Ti siamo proprio piaciuti, amico.”
 
“Sono qui solo per la torta al cioccolato.” La bocca di Harry si apre in un sorriso luminoso, mostrando una fila di denti regolari. Dovrebbe partecipare alla pubblicità di un dentifricio, seriamente. “E io sono Harry, tra parentesi.” Allunga la mano destra e Louis la stringe con una risata, le dita umide di Harry sono scivolose nella sua stretta e la pelle è fredda.
 
“Ma guarda. Tua madre ti ha cresciuto proprio bene.”
 
“Ehi, vietato parlare di mia madre,” protesta Harry. Louis alza entrambe le mani in segno di pace.
 
“Non intendevo nessuna mancanza di rispetto. Sono sbalordito dalle madri che riescono a crescere dei figli con delle buone maniere. La mia ha fallito, anche se le mie sorelle stanno crescendo piuttosto bene, credo.”
 
Harry lo squadra come se stesse provando a comprenderlo. Aha, buona fortuna con quello. Louis cambia argomento. “Quindi come mai non ti ho mai visto qui prima d’ora?”
 
Ancora una volta, Harry scuote i capelli e li sistema su un lato. Sembra una sua abitudine. “Mi sono trasferito qui solo qualche mese fa, per iniziare l’università.”
 
Quindi è sui diciott’anni. Buono a sapersi. Non che Louis abbia pensato che Harry potesse essere sotto i sedici anni, ma con un viso del genere meglio essere sicuri.
Solo… In caso.
 
Attraverso il vetro leggermente appannato, Louis intravvede Eleanor richiamarlo da dentro la pizzeria. Sempre lavoro, tutto il tempo, che vita difficile. Annuisce verso Harry. “Vieni dentro con me?”
 
“Nah. Ho sentito che è educato aspettare fuori finché non arriva il tuo ragazzo. E’ una tattica migliore rispetto al seguire dentro il cameriere sexy, no?” Compare un altro di quei sorrisi con le fossette e Harry deve essere conscio del suo potere devastante. Non è possibile che sia innocente anche solo la metà di quel che appare.
 
Louis tuttavia non è il tipo da rifiutare un complimento. Ricambia il sorriso perché è impossibile evitarlo e anche perché in primo luogo non c’è una buona ragione per non farlo. “Mi sento veramente lusingato. Continua così e ti farò avere una fetta di torta in più.”
 
“Era il mio piano fin dall’inizio,” dice Harry.
 
“Sta funzionando,” lo rassicura Louis, puntando il pollice verso l’entrata. “Ci vediamo fra poco, non parlare agli sconosciuti e ricordati di chiamare tua madre.”
 
Il suono della pioggia, mescolato ad una breve ed improvvisa risata di Harry, segue Louis fin dentro al ristorante.
 
--
 
Per la sorpresa di Louis, il ragazzo di Harry risulta non avere nessuna somiglianza con quello che aveva portato sabato. Benché non brutto, è di un livello inferiore rispetto al precedente, i lineamenti un po’ troppo angolari e la bocca troppo piccola.
 
Non che siano affari di Louis.
 
Ma il fatto che non siano affari suoi, ovviamente, non significa che Louis debba tenere la bocca chiusa. Dove starebbe il divertimento in quello? Approfitta del momento in cui il ragazzo si dirige in bagno per avvicinarsi al tavolo con la scusa di dover riempire i loro bicchieri di vino.
 
“Sai,” dice sottovoce ad Harry, facendo l’occhiolino per far capire che sta scherzando, “se continui a portare i tuoi ragazzi qui, inizierò un sistema di valutazione.”
 
“Oh?” Harry si appoggia sulla sedia e gli concede un sorriso lento e dolce come la sua voce. “Quindi qual è il verdetto?”
 
“Hmm.” Louis fa finta di pensarci mentre riempie il bicchiere del ragazzo di Harry fino al bordo. Il vino rosso coglie una scintilla di luce. “Un sei,” Louis risponde alla domanda di Harry. “Mi è piaciuto di più il primo. Lui sarebbe un otto al nove.”
 
Harry inclina la testa. “Intendi Liam?”
 
Louis si muove attorno al tavolo, sfiorando la spalla di Harry mentre si piega per raggiungere il suo bicchiere. La stoffa della sua maglia è ancora umida a causa della pioggia. “Suppongo di sì? Quello di sabato. Capelli corti, sopracciglia scure, labbra delicate, bel corpo.”
 
“Liam,” conferma Harry. “E questo non è assolutamente inquietante.”
 
“Dei vampiri luccicanti sono inquietanti. Io presto semplicemente attenzione.”
 
“Sei senza senso.”
 
“E’ un dono.” Louis ghigna e Harry ricambia. Solo per un momento, Louis dimentica che dovrebbe almeno far finta di lavorare.
 
Dopo aver poggiato la bottiglia di vino, si tiene occupato lisciando la tovaglia e controllando la candela. Gli occhi di Harry, il loro verde oscurato dalla luce sfumata nella stanza, lo guardano ancora con divertimento.
 
“Quindi,” Louis chiede, perché non è mai stato bravo a limitare la sua curiosità. La curiosità porta guai, ma fino ad allora… “Cosa è successo con l’ultimo ragazzo? Voi due sembravate andare molto d’accordo.”
 
“Sì, è solo che…” Harry solleva entrambe le spalle e si scompiglia i capelli con una mano. “Abbiamo capito di avere diverse aspettative, tutto qui.”
 
“Oh?” Prima che Louis possa indagare ancora – non che dovrebbe – vede il ragazzo di Harry tornare. Si scusa con un altro occhiolino e un, “Beh, spero vada meglio questa volta.”
 
E’ sincero (quasi).
 
--
 
Con una mano nella tasca posteriore dei jeans di Numero Due, Harry da un’occhiata alle sue spalle per salutare Louis con un ghigno. In qualche modo, riesce a renderlo tenero piuttosto che volgare. Forse potrebbe dare lezioni a Louis qualche volta.
 
“Lo stai fissando,” gli sussurra all’orecchio Eleanor. Suona molto più allegra di quanto la situazione richieda, e Louis rabbrividisce quando ricorda le prese in giro che lei subì quando ebbe una cotta per uno dei loro clienti abituali, qualche mese prima. La vendetta è una stronza.
 
“Io,” inizia Louis, dignitosamente, “sto pulendo il bancone.” Solleva uno straccio come prova. “Vedi? Questo sono io, mentre pulisco.”
 
Eleanor si appoggia alla sua spalla, indicando con ammirazione verso Harry. “E’ carino. Chi è?”
 
Mollando lo straccio, Louis si asciuga le mani con un tovagliolo prima di allungare un braccio attorno alla vita di Eleanor. “Ricordi quando tu avevi una cotta per Aiden ed io mi ero trattenuto in modo ammirabile?”
 
“No,” dice chiaramente.
 
“Sì.” Louis sospira. “Neanche io.”
 
Sono silenziosi per un momento mentre il compagno di Harry apre la porta per entrambi, facendo entrare una scia di aria fredda e di odore di pioggia. Si richiude con un leggero tintinnio di campane. “Nerd fact,” dice Louis. “La pioggia non odora veramente, è solo il nostro olfatto che lavora meglio con l’umidità.”
 
“Bel tentativo di cambiare argomento.” Eleanor ride sbuffando e si ferma per un secondo, dando uno sguardo ai pochi tavoli ancora occupati. “Cotta, eh?”
 
Louis riavvolge la loro conversazione finché arriva a… Oh giusto, il riferimento alla sua cotta per Aiden. “Per la cronaca, questa non è una cotta. Ho fatto un paragone sbagliato.” A tempo con la musica, Louis picchietta col pollice e l’indice il fianco di Eleanor. La canzone in riproduzione appartiene a una collezione di classici italiani che Louis potrebbe mimare con la bocca ormai, anche se non sa una parola di italiano.
 
“Non una cotta?” Eleanor contrae le labbra.
 
“Sta portando i suoi ragazzi qui, El. Date le circostanze, una cotta non avrebbe molto senso, no?
 
“Oh, tesoro.” L’affetto contiene una nota di compassione. “Una cotta non deve avere senso. E’ la parte migliore.”
 
“No grazie. Apprezzo una cosa molto bella quando ne vedo una.” Louis unisce le loro spalle. “Questo è quello che sto facendo.”
 
“Okay.” Eleanor si volta per sorridergli maliziosamente. Tutti i ragazzi che le si avvicinano pensando che sia allo stesso tempo sexy e dolce non hanno mai visto il suo sorrisetto, o sarebbero già scappati. “Quindi,” inizia, con voce ironica. “Hai scoperto il suo nome intero quando hai controllato le loro carte d’identità, no?
 
Informazioni utili, parte 28: il nome intero di Harry è Harry Edward Styles, e compirà diciannove anni fra circa un mese.
 
Louis si raddrizza. “Sono sicuro di non sapere di cosa tu stia parlando.”
 
“Sì. Ovviamente non lo sai.” La sua voce è perfettamente uniforme. “Perché tu sei sempre così irremovibile quando si tratta di controllare le carte d’identità, mentre di solito non ce ne frega un cazzo.”
 
Beccato. “Pensavo di diffondere una nuova moda. Dovremmo smettere di fuggire dalle nostre responsabilità nella società.”
 
Eleanor lascia passare un attimo prima di annuire, il suo tono comprensivo. “Solo, fammi sapere, okay?” Indica il computer, aperto sul bancone, che permette loro di gestire la musica e controllare le loro e-mail quando ci sono pochi clienti.
 
Louis sa che non dovrebbe cadere nella sua trappola, ma, “Farti sapere cosa?”
 
“Fammi sapere se hai bisogno di un po’ di privacy per adorare San Zuckerberg, patrono degli stalker di tutto il mondo.”
 
“Sei meschina,” le dice Louis. Quando lei inizia a ridacchiare, riesce a mantenere un’espressione seria per ben tre secondi prima di ridere insieme a lei.
 
Comunque, seriamente, non ha davvero intenzione di perseguitare Harry su Facebook.
 
--
 
Tutte le duecento pagine di Diritto Penale di Smith e Hogan colpiscono il pavimento producendo un tonfo soddisfacente.
Louis si stende sulla schiena, ficca un cuscino sotto la sua testa e dice rivolto al piumone, “Odio tutti i miei corsi.”
 
E’ una bugia, ma il piumone non avrà mai bisogno di saperlo. Odia sul serio solo Diritto Fondiario, e Diritto Commerciale è fottutamente difficile, ma Diritto Penale è di solito uno dei suoi corsi preferiti. E’ solo che, okay, per qualche ragione, il suo cervello si rifiuta di concentrarsi sulla recente modifica della Corte d’Appello riguardo alla sezione 4 della legge sulla Protezione dalle persecuzioni.
 
Ha bisogno di una cioccolata calda. La cioccolata calda, per quanto lo riguarda, potrebbe essere la soluzione per la pace nel mondo.
 
Quando Louis arriva in cucina, Niall sta trangugiando l’ultimo sorso di latte rimasto direttamente dalla bottiglia. Con le guance sporgenti, Niall inclina la testa all’indietro e gorgogliando si offre di condividere il contenuto della sua bocca.
 
“A volte,” commenta Zayn dal tavolo, “Mi chiedo in quale tipo di realtà Niall sia l’unica persona etero in questo appartamento.”
 
Niall ingoia e ghigna. “Sono a mio agio con la mia sessualità, grazie mille.”
 
“Questo è stupendo, ma non mi darà la mia cioccolata calda,” dice Louis. Si sposta per dare un’occhiata allo schizzo su cui sta lavorando Zayn al momento, fogli di carta sono sparsi a casaccio attorno a lui, mentre si sta approfittando dei rari raggi di sole pomeridiani che filtrano dalla finestra della cucina.
Da quel che può capire, lo schizzo sembra il progetto di un altro tatuaggio e perciò è un segno certo del fatto che Zayn stia cercando di motivarsi per un saggio. Lui odia i saggi quasi quanto Louis odia Diritto Fondiario.
 
Louis afferra il computer di Zayn e si butta su una sedia mentre Windows si risveglia dallo standby.
“Cosa stai facendo?” chiede Zayn, gettando uno sguardo alla pagina di Facebook che Louis ha appena aperto.
 
“Sto postando porno a tuo nome.” Louis esce dall’account aperto ed entra nel suo.
Scrivendo ‘Harry Styles’ nella barra di ricerca compaiono diversi risultati, ma solo uno compare con dei ricci e con l’informazione che hanno un amico in comune.
 
Louis da tutta la colpa ad Eleanor e da un’occhiata al profilo pubblico di Harry. Non c’è molto, il ragazzo è furbo, ma gli rivela che il loro amico in comune è Nick. Mmh. Qualche giorno fa non c’era un invito ad una festa nelle notifiche di Louis?
 
“Ehi.” Louis schiocca le dita. “Chi ha voglia di andare ad una festa questo sabato?”
 
“Ho un appuntamento,” dice Niall. Sì, ora che l’ha accennato, Louis si ricorda di Niall parlarne. Parecchio. Lui ed Amy si sono girati attorno per settimane, usando i loro amici come scudi, quindi il fatto che stiano andando a vedere un film insieme è sicuramente un enorme passo avanti nella giusta direzione.
 
“Zayn? Non lavori di sabato, no?”
 
La penna di Zayn si ferma sulla carta. “Di chi è la festa?”
 
“Di Nick Grimshaw.” Louis gira il computer verso Zayn per fargli leggere l’invito.
 
“Il ragazzo che gestisce la radio dell’università?” chiede Niall. Sta rovistando nel frigo con l’aria di qualcuno alla caccia di un tesoro, la sua voce attutita dalla porta. “Pensavo che non andassi alla stazione da una vita.”
 
Louis alza il suo piede sinistro, poggiandolo sulla sedia, e circonda il ginocchio con le braccia. “Non significa che non possa andare alla sua festa, no?”
 
“No, infatti.” Il tono di Niall è sospettoso. Sembra non trovare nulla abbastanza gustoso da distrarlo.
 
“Quindi, Zayn.” Louis gli da un colpetto col piede destro. “Sei con me? Alcolici gratis, amico. Dovrebbe essere una ragione sufficiente, vero?”
 
Zayn indietreggia e congiunge le sopracciglia come se stesse facendo una lista mentale dei compiti ancora da completare. A volte Louis desidera che Zayn non sia così sensibile riguardo ai suoi studi. Al confronto fa sembrare Louis un pessimo studente.
 
“Per favore,” lo incita e Zayn ride, scrollando le spalle.
 
“D’accordo, perché no?”
 
--
 
Quando Harry arriva alla festa, Liam subito dietro, Louis è appostato in cucina, impegnato ad intrattenere un gruppo di persone che conosce dai tempi in cui frequentava abitualmente la stazione. Zayn è in piedi affianco a lui, tranquillo e sorridente mentre sorseggia un disgustoso intruglio di Red Bull e vodka.
Come al solito, Zayn riesce ad attrarre più occhiate interessate di quante se ne meriterebbe e senza fare realmente niente per guadagnarsele.
 
Se Louis non lo amasse così tanto, lo odierebbe per quanto riesce a farlo sembrare facile.
 
“Scusatemi,” dice Louis al suo pubblico. Balza giù dal piano della cucina, attento a non far rovesciare il suo drink, e afferra il polso di Zayn per trascinarlo nella direzione di Harry. Ripensandoci, forse non è proprio una buona idea portarsi dietro Zayn, o almeno non lo sarebbe se Louis fosse seriamente interessato ad Harry.
 
Cosa che non è. Gli piace solo il fatto che Harry abbia le fossette e che sia incredibilmente bello, e anche che sia facile parlargli e che sia sempre disponibile a ridere dei commenti di Louis. E’ tutto qui.
 
Harry deve averlo intravvisto perché sta aspettando con le mani in tasca, ghignando. Vicino a lui, Liam sta mostrando un espressione lievemente sopraffatta. Potrebbe essere causata dal gruppo di persone che in questo momento stanno smontando il freezer di Nick.
 
“Ehi,” urla Harry prima che Louis l’abbia raggiunto, la voce a malapena udibile sopra la musica e il livello generale di rumore. “Non mi aspettavo di vedere te qui. Non mi stai seguendo, vero?” Il suo tono di voce fa capire che sta scherzando.
 
“Sì invece.” Louis ha capito che nascondersi in modo onesto è il modo migliore di agire. “Ho messo una cimice nei tuoi capelli mentre non stavi guardando. Ho pensato che ci avresti messo anni prima di trovarla.” A Liam dice, “Piacere di vederti ancora.”
 
Diverse aspettative? Umm.
 
Liam apparentemente ha bisogno di un secondo per fare il collegamento, poi i suoi occhi si illuminano. “Oh, ehi, sei quello che ci ha servito in pizzeria, vero? Come stai?”
 
Maledizione, è sexy ed educato. Ora spera che Harry non stia tradendo Liam con Numero Due alle sue spalle, perché questo metterebbe Louis in una situazione leggermente imbarazzante. Non pensa che Harry sia quel tipo di persona, perché Harry è il tipo di persona che ricorda il nome del cameriere, ma beh. Non si può sapere. Non si può davvero mai sapere.
 
“Sto benissimo” risponde Louis. “Tu?” Sottilmente, strattona Zayn in avanti e lo porta al suo fianco. Il modo in cui gli occhi di Liam si spalancano quando cadono su Zayn, dissipa la preoccupazione di Louis; se Liam sta guardando qualcuno oltre ad Harry in quel modo, le cose tra di loro non possono essere così serie.
 
“Bene” Liam suona un po’ senza fiato. “Sto bene, sì.”
 
Le labbra di Zayn si arricciano in un sorriso. Anche lui sta fissando Liam. “Ciao.”
“Ciao,” gli fa eco Liam. “Tu, ehm. Anche tu lavori al ristorante, no?”
 
Il sorriso di Zayn si ingrandisce, diventa questa cosa brillante e splendente che non condivide con il mondo abbastanza spesso. Louis osserva incantato mentre un rossore si diffonde sulle guance di Liam.
 
Gesù, non potrebbero essere più ovvi neanche provandoci.
 
Louis alza un sopracciglio verso Harry. Harry inclina la testa, guarda da Zayn a Liam e poi di nuovo verso Louis. Sembra star mordendo l’interno di una guancia per trattenere un ghigno, la sua voce è strozzata. “Ehi, Louis? Vogliamo andare… in qualche altro posto?”
 
“Mi piacerebbe molto,” gli assicura Louis. “In qualche posto meno… meno qui, magari. Tipo, da un’altra parte. Sembra perfetto. Sì, facciamolo.”
 
Non è sicuro che Liam e Zayn abbiano almeno registrato la nota frettolosa del “Ci vediamo dopo” che Harry butta fuori prima di trascinare Louis, le dita di Harry strette attorno al suo gomito. Appena sono abbastanza distanti, si guardano per un istante e scoppiano a ridere.
 
--
 
“Questo,” Harry punta un pollice nella direzione generale del posto nel quale hanno lasciato Zayn e Liam,“è quello che si ottiene facendo il buon amico e forzando Liam a mollare i libri il sabato sera. Mi sento abbandonato.” Fa una pausa, il broncio visibile grazie alle luci soffuse che illuminano il balcone. “Condividi il tuo drink con me.”
 
“Non sei carino,” lo informa Louis, spingendo il bicchiere contro il petto per proteggerlo.
 
“Lo sono,” protesta Harry. “Tutti lo dicono.”
 
Tutti,” risponde Louis con tono grave, “si sbagliano.
 
Senza preavviso, Harry si lancia verso Louis per baciargli un’angolo della bocca, niente più di un leggero sfiorare di labbra contro la pelle di Louis. Harry si tira indietro con un ampio sorriso, le rughette visibili agli angoli degli occhi, e stende le braccia per avvolgere le dita attorno al polso di Louis, tirando sia Louis che il drink più vicino.
 
“Per favore?”
 
Louis batte gli occhi, poi ride e permette ad Harry di bere un sorso. “Sei senza vergogna, eh?”
 
Harry gli sorride da sotto le ciglia abbassate. Potrebbe essere un buon momento per chiedere cosa sia successo a Numero Due, se Louis fosse in grado di considerare il bacio come un gesto amichevole di Harry – cosa che andrebbe bene, anche Louis a volte bacia le persone per farle sentire meglio. Ovviamente, lui di solito mira alla guancia.
 
Chiedere spiegazioni sembra troppo una scocciatura, quindi Louis non lo fa.
 
Per un paio di minuti, sono tranquilli, appoggiati sulla balaustra mentre si passano il bicchiere di Louis avanti e indietro e mentre osservano i ballerini in salotto. Alcune persone che Louis non conosce sono raggruppate qualche passo alla loro destra, l’odore delle loro sigarette trasportato dal vento. La musica, attenuata dal vetro, cresce ogni volta che qualcuno apre la porta del balcone.
 
“Quindi,” chiede Louis, avvicinando la sua spalla a quella di Harry, “come conosci Nick?”
 
“Sono alla stazione radio dell’università a volte.” Le dita di Harry sono fredde quando gli ridà il bicchiere. E’ una notte calda per essere gennaio, relativamente parlando, ma non abbastanza calda da trascorrere molto tempo fuori senza una giacca.
 
“Come presentatore?” Louis può solo immaginare Harry al microfono, la sua voce bassa avvolgere gli ascoltatori come fumo. E okay, Louis potrebbe voler andarci piano con l’alcool. Solo un po’.
 
“Supporto tecnico.” Harry si sposta un po’ più vicino e inclina la testa verso Louis, con un sorriso tenero. “Mi piace davvero premere i bottoni giusti, maneggiare le cose finché non funzionano.
 
Louis si coglie a fissare la bocca di Harry, prima di riprendersi. Gesù. “Sei un pericolo.” Esce fuori con un accenno di ammirazione perché ehi, Louis apprezza una buona tecnica quando la vede.
 
Harry prende il bicchiere per fare un brindisi, ghignando attorno al bordo. Dopo aver bevuto un altro sorso, chiede, “Tu invece come hai incontrato Nick?”
 
“Come te, anche se non vado alla stazione da un po’.” Louis si gira per puntellare i gomiti sulla balaustra, guardando la strada trafficata al di sotto e i cartelli al neon in competizione per attirare l’attenzione. “Facevo uno show settimanale durante il mio primo anno, davvero divertente, ma non ho avuto più tempo quando ho iniziato a servire pizza. E’ stato meglio per il mio portafoglio, comunque.”
 
“Anche tu sei uno studente?” Harry suona sorpreso.
 
“Legge.” Louis annuisce, trovando Harry guardarlo con un cipiglio confuso, come se stesse risolvendo qualcosa. “Il lavoro in pizzeria è part-time. Pensavi non fossi abbastanza intelligente?”
 
“No!” Harry da l’impressione di essere sinceramente scioccato all’idea e ripete con minor enfasi, “No. Pensi che sia un coglione che crede che tutti i camerieri siano stupidi? Quando forse semplicemente non vogliono andare all’università? Seriamente?” Sembra giovane tutto d’un tratto.
 
Louis scuote la testa, sfiorando il polso di Harry con la punta delle dita mentre si riprende di nuovo il bicchiere.
“No, Harry, non penso che tu sia un coglione. Come ho detto, difficilmente qualcuno si preoccupa di ricordare il nome di un cameriere quindi, per quel che mi riguarda, sei una brava persona.” Il drink lascia uno strato di dolcezza nella bocca di Louis, il bruciore del rum attenuato, solo accennato. “Mi chiedevo soltanto perché fossi così sorpreso dal fatto che io sia uno studente.”
 
“Beh, sembravi così… felice. Come cameriere, intendo.” Harry scuote una mano in un gesto che probabilmente non significa niente. “Cioè, ti piace molto, parlare con tutti, fare qualcosa che fa sentire le persone le benvenute.”
 
E’ vero, pensa Louis. Ha scelto di studiare legge per motivi simili, perché significherebbe poter ascoltare le storie della gente, perché sarebbe nella posizione di farle stare meglio, di rassicurarle.
O, in casi come quello di un padre che non vuole pagare il mantenimento, di rimproverarli per essere dei cattivi esseri umani. Anche quello.
 
“Quindi quello che stai dicendo,” Louis punta al suo stesso petto, “è che sono il miglior cameriere di sempre.”
 
L’espressione preoccupata di Harry si scioglie in un sorriso; in realtà, Louis sta cominciando a credere che Harry non viva più di una decina di secondi senza sorridere. “Qualcosa del genere,” dice. Ribalta il bicchiere per far vedere che è vuoto, spostandolo dalla balaustra. “Un altro?”
 
“Assolutamente,” gli risponde Louis.
 
“Lo prenderò io. Tu aspetta qui.” Harry guarda Louis in modo serio e fa un piccolo passo indietro. “Non muoverti.”
 
Louis avvolge entrambe le braccia attorno a sé, non abbastanza per riscaldarsi. Gli piace qua fuori, però, ama il fatto che sembri intimo nonostante siano ben lontani dall’essere soli. Ballare, essere al centro dell’attenzione, è divertente e lo adora, ma le feste ci sono sempre. Quanto spesso invece ha l’opportunità di parlare ad un ragazzo sorprendentemente adorabile, divertente, intelligente, un ragazzo con le fossette che sembra voler parlare con Louis quanto lui?
 
Sì, non è una scelta difficile.
 
“In realtà,” Louis si muove per seguirlo, “Andrò a procurarci qualcosa per scaldarci, che ne pensi? Cappotti o coperte o qualcosa del genere.”
 
Harry sorride e solleva due pollici. “Mi piace il modo in cui pensi.”
 
--
 
Fasciato nella giacca di Zayn, con la sciarpa di uno sconosciuto avvolta diverse volte attorno al collo, Harry sta a cavalcioni sul bordo del tetto. Le sue lunghe dita stringono una bottiglia di vino, e c’è qualcosa di insensatamente attraente nel suo attuale stato di disordine e nell’aver scoperto che sta studiando per diventare un medico.
 
Un medico. Un medico ed un avvocato. Mestieri onorevoli. Sono totalmente compatibili, come… Bonnie e Clyde, Romeo e Giulietta, e perché muoiono tutti in questi esempi? Louis segue con lo sguardo il pendio ripido del tetto giù fino alla strada molto più in basso e oh, ehi, nessun suicidio. Quello non sarebbe affatto divertente.
 
Scuotendo la testa nel tentativo di schiarirsi le idee, Louis sfila il vino dalle dita di Harry, agitando tra di loro il collo della bottiglia. “Guardaci, Harry. Un futuro dottore e un futuro avvocato, tutti seri e rispettabili, seduti su un tetto.”
 
“E’ stata tua l’idea di arrampicarci quassù,” fa notare Harry. “Io ho solo seguito il tuo esempio. Inoltre, dubito che tu abbia mai preso qualcosa seriamente.” Fa sbattere un piede contro le mattonelle per enfatizzare la frase, ghignando mentre sposta alcuni ciuffi di capelli da davanti agli occhi. Le sue guance potrebbero essere un po’ arrossate, ma è difficile da dire essendo illuminate solo dal bagliore distante delle luci del balcone sotto di loro.
 
“Non è vero,” dice Louis dopo una pausa. “Ci sono cose che prendo seriamente. Mi rifiuto di prendere seriamente solo cose che davvero non lo sono, se fai un passo indietro per osservarle meglio.”
 
“Beh, non fare un passo indietro proprio adesso.” Harry indica la discesa, tutto di lui è sorridente e luminoso e sincero. Cose che Louis non è sicuro abbiano un senso. Scrolla le spalle e fa solo un piccolo sorso di vino, assaporandolo in bocca per qualche secondo prima di ingoiarlo.
 
“Ehi, Harry?” Gli piace il modo in cui suona, è un’allitterazione divertente, e pensa di proseguire con degli altri ehi, ehi, Harry, ehi, ma non è ancora così ubriaco.
 
“Ehi, Louis?” replica Harry. La brezza ha scombinato i suoi ricci, il look in origine artisticamente disordinato ha lasciato il posto solo al disordine, ormai non più artistico. Louis è quasi certo che se si avvicinasse per toccarlo, Harry lo apprezzerebbe. Il suo petto fa un po’ male.
 
Distogliendo lo sguardo e rivolgendolo al cielo scuro, Louis stringe la sua presa sulla fredda bottiglia. Considera cosa aveva intenzione di chiedere, ricordandosi di come Zayn e Liam avessero i volti vicini quando prima, mentre stava andando a prendere dei cappotti per lui ed Harry, li aveva sorpassati. Zayn di solito non si lascia andare così in fretta.
 
“So che non…” Louis si lecca le labbra e crede di vedere lo sguardo di Harry guizzare verso il basso. “Che non sono proprio affari miei, ma Zayn è uno dei miei migliori amici. E tu hai detto che le cose con Liam non hanno funzionato. Cioè, siete amici adesso?”
 
“Liam è fantastico.” Harry tace per diversi secondi, la sua espressione ancora sincera e felice, ma ora pensierosa. “C’è solo stato un malinteso. Le cose sono state imbarazzanti per un minuto, poi abbiamo guardato un film. Quindi,” annuisce, sorridendo, “è tutto apposto.”
 
“Un malinteso,” ripete Louis. “Cosa significa?” Ripassa la bottiglia ad Harry e spostandosi la freddezza delle mattonelle inizia a filtrare attraverso i suoi jeans.
 
“Riguardo a cosa fare del nostro rapporto.” Harry fa un sorso, si pulisce la bocca e scrolla le spalle, incontrando gli occhi di Louis. “Il fatto è che non sto cercando una storia seria in questo momento. E’ che…” Mette in equilibrio la bottiglia sul bordo del tetto e la lascia lì, pronto ad afferrarla nel momento in cui minacci di cadere. Il suo tono è assorto. “Vengo da un piccolo paese, grande più o meno così.” Alzando le mani, tiene il pollice e l’indice a breve distanza fra loro. “Ero dichiarato, sì, ma non è che facesse tutta questa differenza. Non c’era una scena. Quando mi sono trasferito qui, mi sono sentito…”
 
Si interrompe, e Louis conclude per lui. “Come se fossi libero per la prima volta. Me lo ricordo.”
 
Lo sguardo di Harry si posa su di lui. “Davvero?”
 
Louis annuisce. “Sì, sono stato come te per un po’. Mi sono approfittato della mia nuova libertà, sono stato…” Dannatamente inutile e il peggior coinquilino casualmente assegnato di sempre, secondo Zayn. In qualche modo, la loro amicizia è diventata forte nonostante tutto. “Sregolato, suppongo.”
 
“Al tempo passato?” Harry prende la bottiglia giusto in tempo per passarla a Louis. “Quindi adesso stai cercando una storia seria?”
 
Louis alza una spalla. “Non attivamente, ma sì.”
 
“Oh, okay. Bene.” Harry si arruffa i ricci con entrambe le mani e offre a Louis un sorriso che mette in risalto la sua fossetta destra. Bene, sì. Bene. Stanno bene.
 
Louis ricambia il sorriso e non si chiede che sapore abbia la pelle di Harry sotto al suo orecchio.
Stanno attraversando fasi diverse della loro vita in questo momento. Louis può rispettarlo. Vuole leccare tutte le tracce di vino rimaste sul bordo della bocca di Harry, ma non lo farà. Sarebbe stupido buttare via quella che potrebbe essere un’amicizia meravigliosa per un imprudente storia da una notte.
 
La stupidità è così fuori moda.
 
--
 
Quando Louis riesce finalmente ad alzarsi dal letto, mezzogiorno è più che passato. L’appartamento giace nel silenzio, ma c’è una teiera colma di tè tiepido sul tavolo e la giacca di una ragazza appoggiata su una delle sedie della cucina. Buon per Niall.
 
Louis si versa una tazza di tè e torna nella sua camera. Lavarsi i denti, sciacquarsi la faccia e tutto ciò che richiede un qualche tipo di sforzo, dovranno aspettare fino a quando non si sarà svegliato totalmente.
Controllare le sue e-mail è il massimo che può fare, al momento.
 
Scorre tra i suoi nuovi messaggi. Spam, spam, un appunto da sua sorella, spam, qualcosa riguardo un corso, sua madre, due richieste d’amicizia su Facebook. Una è di Harry e Louis la accetta senza un secondo di esitazione, prendendosi un attimo per scorrere tra le immagini ora accessibili anche a lui. La maggior parte sono ridicole: Harry che fa il pagliaccio con i suoi amici, Harry sorridente rivolto alla fotocamera con una sciarpa del Manchester United attorno al collo, un’immagine che dev’essere stata scattata durante delle vacanze in montagna. Sono il genere di foto che Louis si sarebbe aspettato, ma lo attraggono comunque.
 
Chiude la galleria di foto e lascia un criptico ‘I climb way up to the top of the stairs*’ sul diario di Harry.
 
La seconda richiesta di amicizia risulta essere di Matt, uno dei ragazzi che conosceva della stazione radio dell’università. E’ accompagnata da un messaggio. ‘Mi è piaciuto rincontrarti! Se passi da queste parti, io faccio spesso il turno al mattino nello Starbucks del campus. Posso metterti dello zucchero in più!
 
Louis ghigna e accetta la richiesta senza preoccuparsi di controllare la pagina di Matt.
 
La risposta di Harry arriva solo pochi minuti dopo. ‘On the roof, it’s peaceful as can be,’ scrive, e Louis immagina che abbia usato Google per capire la frase di Louis. Louis sta pensando di replicare con un altro verso della canzone, ma il suo telefono squilla prima che ci riesca.
 
Il messaggio è di Harry, e okay, Louis ha un ricordo sfocato di loro che si scambiano i numeri la notte precedente, prima di separarsi; Louis che trascina a casa uno Zayn eccezionalmente loquace mentre Harry deve essersi occupato di Liam o deve aver trovato compagnia per la notte. A Louis non da fastidio la seconda possibilità.
 
Grazie per avermi fatto compagnia ieri notte,’ è quel che dice il messaggio di Harry. ‘Mi sono divertito molto.
 
Facendo una smorfia al sapore del tè freddo, Louis aspetta un minuto prima di rispondere. ‘Sì, mi sono sentito come se fossi in cima ad un tetto !
 
Idiota :)
 
Non è un messaggio che richiede una risposta da Louis, non davvero, ma gli scrive lo stesso. ‘Suggerimento: non ascoltare niente di quello che Zayn ha detto a Liam di me, sono tutte bugie
 
Un rumore in salotto, seguito da una risatina che è decisamente troppo acuta per essere di Niall o di Zayn, costringe Louis ad alzarsi e a muoversi verso la porta. Poi si ferma. Ripensandoci, forse non vuole sapere. Meglio non sapere, soprattutto perché ha già visto il sedere nudo di Niall a sufficienza. Preferisce leggere la risposta di Harry.
 
Chissà perché ne dubito
 
Prima che Louis possa rispondere per difendersi, arriva un secondo messaggio.
 
Ehi, sei libero domani a pranzo?
 
Le lezioni di domani iniziano con Diritto Commerciale alle 9. Louis potrebbe arrivare in anticipo, e un pranzo con Harry sembra il modo perfetto per rallegrare un lunedì, qualsiasi lunedì.
 
Assolutamente, dimmi dove e a che ora !
 
--
 
Il pranzo consiste per la maggior parte nel prendere in giro Liam e Zayn per non essersi scambiati i numeri di telefono e tutti quelli che falliscono nella vita in generale ed in particolare negli appuntamenti. Louis non avrebbe mai pensato di vedere il giorno in cui Zayn avrebbe avuto bisogno di aiuto per conquistare un ragazzo.
 

Per salvarli dalla loro stessa stupidità, Louis ed Harry organizzano una maratona di Harry Potter a casa di Louis che finisce con Niall ed Amy che scompaiono a metà del primo film, mentre Zayn e Liam si guardano furtivamente e commentano timidamente. Louis ed Harry trascorrono la maggior parte del tempo sfidandosi a chi è il migliore ad imitare Severus, pronunciando frasi come “Stregare la mente” e “La gente può pensare che state combinando chissà cosa”** in momenti casuali.
 
Quando arrivano ai titoli di coda, Louis si alza dal divano per rifornirsi di snack. Harry lo segue, poggiandosi col fianco contro la porta e guardando Louis con occhi spalancati e speranzosi.
 
Louis riesce ad ignorarlo. Per circa cinque secondi.
 
“Cosa vuoi?”
 
“Voglio irretire i tuoi sensi**” recita Harry.
 
Louis stringe gli occhi. “Non avrai nessun biscotto di mia madre. Ho dovuto difenderli dagli attacchi di Niall, li difenderò anche dai tuoi.”
 
La sua dichiarazione si scontra con gli occhi da cucciolo più tristi mai conosciuti dall’umanità. Louis dovrebbe essere immune: vive con Niall e Zayn. Eppure, Harry li porta a tutto un altro livello di irresistibilità.
 
“L’espressione da cucciolo non funziona su di me,” dice Louis. “Smettila.”
 
Harry prova con un basso gemito, arricciando il naso. Non è adorabile, per niente.
 
Davvero.
 
“Uno,” gli dice Louis.
 
Harry gli corre incontro per leccare una sua guancia prima che Louis abbia il tempo di reagire. Ridendo, Louis lo spinge via, premendo il suo palmo contro il petto di Harry per mantenerlo ad una distanza sicura mentre Harry gli regala un sorriso a trentadue denti.
 
“Mai pensato di partecipare alla pubblicità di un dentifricio?” chiede Louis.
 
Harry lo fissa per un momento prima di ridere fragorosamente, l’allegria che riduce i suoi occhi a piccole fessure scintillanti. E’ di gran lunga la cosa più bella che Louis abbia mai visto. Fortunatamente, Louis non ha più sedici anni e ha perciò imparato a non lasciar dominare il desiderio sulla ragione.
 
Un giorno, dovrebbe ringraziare Stan per questa lezione.



*citazione dalla canzone Up on the Roof - The Drifters
**citazioni di Severus Piton nel film Harry Potter e la pietra filosofale




Note della traduttrice:

Ciao a tutti! Questa è la prima fanfiction che traduco e perciò mi scuso per la presenza di errori o imprecisioni. Sto cercando di migliorare e per farlo accetto qualsiasi correzione e/o opinione.
Ho deciso di tradurre questa storia perchè credo che l'autrice originale sia riuscita a creare delle situazioni perfettamente credibili e allo stesso tempo a gestire i personaggi, riuscendo sempre a mantenere i principali tratti del loro carattere. Mi piace la caratterizzazione che è riuscita a dare loro ed è per questo che leggendo mi sono affezionata alle loro vicende: spero che riusciate ad affezionarvi anche voi!

Al prossimo capitolo, 
Alessia.


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: zarah5