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Autore: chocco    05/08/2014    0 recensioni
Quindici anni dopo la morte di Lily e James Potter, Piton passa una delle sue tante notti insonni circondato dai ricordi della ragazza amata.
Un viaggio introspettivo che lo porterà a capire il perché della sua scelta di diventare Mangiamorte, lasciando però una nota amara: la colpa sarà sempre e comunque di James Potter.
Dal testo:
"[...]Piton rabbrividì un poco, si rigirò sotto le coperte per una buona mezzora e, cosciente che sarebbe stata un’altra delle sue notti insonni, si alzò, si mise un mantello molto pesante e si recò silenziosamente al di fuori di quella casa che, anni prima, era riuscita ad essere una prigione.
Arrivato al Lago Nero, infine, si sedette a terra, sull’erba bagnata, e si soffermò ad ammirare l’acqua quieta che, di solito, lo rilassava.
Quando anche il suo cuore decelerò un poco, inspirò profondamente e a lungo e chiuse un attimo le palpebre."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'La prima generazione'
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Dove tutto ebbe inizio.. e fine.



 

Era ufficiale: James Potter gli giocava ancora brutti scherzi.

Se avesse detto a qualcuno che Potter lo perseguitava, lo avrebbero di certo preso per pazzo e senza cuore, come se già non lo facessero: il Signor Potter aveva deciso di morire ben quindici anni prima e non si può infangare il nome di un morto, soprattutto se quel morto è il padre del famoso Harry Potter!

In ogni caso Severus Piton non aveva amici, quindi nessuno avrebbe potuto prenderlo per pazzo infame, tranne Albus.
Ancora una volta, aveva sognato Lily... E il suo matrimonio.
Poteva ricordare benissimo quel giorno come uno dei suoi più brutti della sua vita.
E chissà perché ogni momento che voleva dimenticare e che, prontamente, ricordava, James Potter ne faceva parte in qualche modo.

Piton rabbrividì un poco, si rigirò sotto le coperte per una buona mezzora e, cosciente che sarebbe stata un’altra delle sue notti insonni, si alzò, si mise un mantello molto pesante e si recò silenziosamente al di fuori di quella casa che, anni prima, era riuscita ad essere una prigione.
Arrivato al Lago Nero, infine, si sedette a terra sull’erba bagnata e si soffermò ad ammirare l’acqua quieta che solitamente lo rilassava.
Quando anche il suo cuore decelerò un poco, inspirò profondamente e a lungo e chiuse un attimo le palpebre.

“Portava un bellissimo abito bianco, che le risaltava il colore vivo dei capelli e quello degli occhi, verde chiaro.
Sorrideva, emozionata, mentre Lupin l’accompagnava all’altare, anche sapevo che lei avrebbe voluto il padre al suo fianco, deceduto due anni prima…”

Piton aprì gli occhi di scatto al rumore di foglie secche calpestate e rimase in allerta per circa cinque minuti, per accertarsi che nessuno lo notasse, o peggio, spiasse.
Ma tutto, intorno a lui, era morto; o almeno questa era l’idea che lui si fece del castello dormiente…

“«Si, lo voglio!» I suoi bellissimi occhi brillavano di una felicità che lui non era mai stato in grado di darle.
«Ed ora, vi dichiaro marito e moglie! Lo sposo può baciare la sposa!»
Il bacio che si scambiarono era pieno di promesse, casto, leggero, puro…”

Puro!
Sghignazzando, Piton constatò che Potter non aveva mai avuto niente di puro, se non Lily.
Si chiese se fosse andato o no in Paradiso, grazie a quel colpo di fortuna, ma poi, scrollando le spalle, capì di non credere molto nell’aldilà…

“Lily stessa era venuta a Spinner’s End per portarmi l’invito di qualcosa nelle loro vite.
« Mi sposo…» aveva detto semplicemente quando avevo aperto l’uscio di casa, sconcertato.
Ci guardammo negli occhi per qualche minuto, sino a quando lei non ruppe il silenzio, fatto di niente, con un bel: «Vorrei che tu venissi…»”

Piton sbuffò, scuotendo la testa leggermente al ricordo: come se non fosse contenta di averlo ucciso, continuava a martoriare il suo cadavere con un pugnale appuntino che arrivava ogni volta fino al cuore rinsecchito.

“«Vorrei che mi accompagnassi all’altare…»
Un’altra pugnalata.
Io, però, non sentivo dolore, ma rabbia, perché ormai ero morto.

E volevo essere lasciato in pace.
- Vuoi davvero che ti consegni a Lui?- le chiesi sprezzante e incredulo allo stesso tempo.
Ovviamente era una domanda retorica, ma Lily non amava questi tipi di quesiti, affatto.
Le sue guance, infatti, si colorirono di un rosa acceso, che però non era un buon segno; infatti quando alzò gli occhi, vidi la delusione di lei, mentre diceva: «Sono incinta.»
«Pure»
«Vuoi essere il padrino?»”

Era commovente vedere come ce la metteva tutta per trovare in lui qualcosa di ancora vivo, davvero, ma Severus Piton aveva deciso che per lui non ci sarebbe stato spazio nel cuore della dolce Lily Evans, futura in Potter. Soprattutto aveva deciso che non avrebbe mai condiviso il cuore di Lily con Lui.

“Dissi di no, ovviamente. Gli occhi di Lily si rabbuiarono, riempiendosi di lacrime che non avrebbe versato, conscia del fatto che ormai non c’era più speranza per noi.

Dopo la cerimonia lei mi  vide, nascosto all’ombra di una quercia, ad una distanza tale che solo Lily potesse notarmi.
Anche Potter mi vide, ma probabilmente aveva deciso di non voler litigare il giorno del suo matrimonio e, dopo aver sussurrato qualcosa alla neo moglie, si allontanò insieme all’amico di sempre, Black.
Lily si allontanò dalla festa, dirigendosi verso di me. Ma ero già sparito, lasciandola sola. A piangere.

Era finita.
Per sempre.”

Piton rabbrividì: non sapeva se per il freddo portato dal vento notturno o per il ricordo straziante di quella giornata.
Si rese conto di battere i denti e così si riscaldò un poco grazie all’aiuto di un incantesimo.
Si guardò un attimo attorno e, ancora una volta, venne percosso dai brividi.
Riconosceva il posto in cui si era seduto.
Si alzò, lentamente, percorrendo il tragitto, di pochi metri, che lo avrebbero portato al luogo dove tutto ebbe inizio… e fine.

“«Chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?»”

Rabbrividì ancora, stavolta per il panico: sapeva cosa sarebbe successo a breve.
Lei sarebbe arrivata. Per lui.
L’incantesimo “Brezza d’Estate” non stava facendo il suo effetto, o almeno era quello che sembrava, notò Piton mentre batteva i denti dal freddo che lo circondava.
Poi, sospinto dal vento freddo dei ricordi, pronunciò ancora la parola che cambiò tutto…

“«… Sanguesporco!»”

Piton non si era reso conto di essere svenuto, ma ora che si ritrovava a terra, scomposto, con l’erba che lo bagnava tutto, mentre l’incantesimo aveva perso il suo effetto, poteva tornare in sé, e pensare.
Aveva accettato di diventare Mangiamorte.
Peggio.
Si era presentato al cospetto del Signore Oscuro come suo fedele servitore!
E tutto questo, per colpa di Potter!
No. Pensò arrabbiato Severus Piton.
Era colpa sua: di un ragazzo che ormai aveva capito che la vita della ragazza che amava era diversa dalla sua.
E mentre Lily pronunciava quelle parole, Piton moriva, perché già sapeva come sarebbe andata a finire.

“«Risparmia il fiato»“




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Winga's corner
Eccoci qua.
Questo Missing moment l'ho scritto con il cuore. Mi piace come il personaggio di Piton rivanghi ancora nel passato, dopo tutto quel tempo (SEMPRE) e mi è parso quindi normale che uno dei suoi incubi potesse quindi essere il suo passato.
"Risparmia il fiato". Mi è piaciuto molto questa frase che potete trovare nel libro, mi ha sempre dato un senso di perdita.

Spero che la lettura sia stata piacevole, vi prego di segnalarmi eventuali errori di battitura e/o grammatica: non riesco a sopportarli! Mi piacerebbe sapere cosa pensate di questa FF, quindi recensite per favore!

 

   
 
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