Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Bertu    06/08/2014    8 recensioni
Matteo è chiamato da tutti il Gigante Buono. 208 centimetri di tenerezza e amore da donare, anche se preferisce riversarlo sui piccoli pazienti dell'ospedale dove lavora che su una ragazza. Sorriso perfetto e braccia da favola, potrà mai diventare il Grande Gigante Innamorato?
Lucia abiti di fronte a Matteo, ma, complici gli orari diversi e una vita sociale inesistente, non l'ha mai incontrato. Dolce e romantica, ha un debole per i sorrisi, le belle braccia e i bambini. Sogna ormai da anni il suo "Mister X", anche se sa che non lo incontrerà mai: quando parla a un ragazzo balbetta sempre, purtroppo.
Tutto questo, però, è destinato a cambiare.
Gli amici di Matteo e la piccola Cisky uniranno le loro forse non solo per farli finalmente incontrare, ma per svolgere il ruolo di Cupido.
Saranno balbettii?
Sarà indifferenza?
Oppure sarà... amore?
Solo una cosa è certa. Come dice Ivano: "L'amore non è questione di testa, ma di pancia. Anche se io ho solo addominali scolpiti".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
">http://Image and video hosting by TinyPic
UN GRAZIE ALLA MIA SAM PER IL BELLISSIMO BANNER *^*

Capitolo 12
 
Sotto la grande quercia, seduti sulla panchina, Matteo e Lucia avevano sentito il campanile della chiesa battere l’una. Completamente persi in un mondo tutto loro, avevano perso la cognizione del tempo che, incurante della coppietta, continuava a correre.
Lucia teneva la propria guancia posata sulla spalla del Gigante.
Aveva un buon profumo. Ma, del resto, se n’era già accorta.
Era la sua Matteo-Mela profumata.
E, sì.
Proprio sua.
 
- Credi che dovremmo tornare a casa? – chiese la ragazza, guardando le loro mani allacciate. Sapeva che Matteo le avrebbe risposto affermativamente, ma sperava, sperava con tutto il suo cuore, di poter trascorrere ancora qualche minuto lì, al parco, con lui, prima di dover reimmergersi nella vita reale.
- Non vorrei, ma credo che sia la cosa più giusta da fare. Ma non devi preoccuparti, gioia. Questa non è che la prima di molte serate passate insieme –
 
Si alzarono e il Gigante le cinse la vita con un braccio. Lucia si appoggiò a lui, inspirando ancora una volta il suo profumo. Era normale continuare a volerlo annusare? Era normale provare tutte quelle emozioni dopo solo un uscita?
Era normale… desiderarlo? Non solo a livello fisico.
No, assolutamente.
 
Desiderava qualsiasi aspetto di Matteo, qualsiasi sua sfumatura.
Non voleva solamente baciarlo e avventurarsi in territori inesplorati.
 
No.
Voleva addormentarsi tra le sue braccia e vederlo al mattino. Sentire se, durante il sonno, mormorava o cantava. Voleva guardare un film, sapere se le parti che più preferiva erano piaciute anche a lui. Voleva andare al parco con lui. Ridere mentre la piccola Cisky pedalava con Palla nel cestello. Voleva vederlo con Cisky, magari mentre leggeva ad alta voce uno dei suoi libri preferiti. Voleva semplice parlargli, sentire la sua voce, la sua erre leggermente arrotondata.
 
Salì in macchina, continuando a guardarlo con la coda dell’occhio.
Sospirò mentre cercava di distogliere lo sguardo. Perfino mentre faceva manovra emanava un fascino irresistibile. Camilla avrebbe riso, ma Lucia non sapeva proprio che fare pur di non guardarlo.
 
Al semaforo Matteo si voltò, ma non disse nulla. Sicuramente aveva sentito lo sguardo di Lucia su di sé, eppure si stava comportando in modo disinvolto.
Le sorrise e la abbracciò con lo sguardo.
- Hai qualcosa in particolare in programma per domani? – le chiese mentre ingranava la seconda.
 
- Volevo portare Cisky in biblioteca. Devo prendere dei libri per l’università e forse anche lei potrebbe trovare qualcosa di interessante da leggere. O meglio… da farsi leggere -
- Io domani dovrei iniziare un’oretta più tardi. Direi che è perfetto visto che stiamo facendo le ore piccole –
Lucia rise e il Gigante rise con lei.
 
Arrivati davanti a casa la prese subito per mano, si abbassò alla sua altezza e le diede un bacio sulla tempia.
- Non vedo l’ora di fare di nuovo le ore piccole con te… o di stare semplicemente con te -
Lucia si strinse di più a lui.
- E io non vedo l’ora di poterti finalmente mandarti un messaggio senza sentirmi invadente e fuori posto -
 
Sul pianerottolo che divideva gli appartamenti Lucia si alzò in punta di piedi e allacciò le braccia intorno al collo del Gigante. Lui si dovette abbassare leggermente, ma era un sacrificio più che accettabile se era Lucia la ricompensa.
 
Si guardarono negli occhi e Matteo avvicinò la propria fronte a quella di Lucia, finché non si toccarono. Come sempre, l’imbarazzo fece capolino, ma la ragazza si sforzò per farlo scomparire. Non doveva provarlo, si trattava di Matteo, non di una persona qualunque. Se il mondo intero li aveva fatti incontrare, qualcosa di sicuro voleva dire. Forse che non doveva provare imbarazzo, forse qualcosa di più profondo.
 
Prese l’iniziativa e, schiacciandosi contro il suo petto, lo baciò. Gli mordicchiò leggermente il labbro inferiore finché non sentì le sue labbra socchiudersi. La sua lingua iniziò a esplorare, a farsi più avventurosa, a volere di più.
Lucia sentì che anche qualcosa nell’atteggiamento di Matteo stava cambiando: sentì le dita sulla sua schiena allargarsi per poi stringere in un pugno stretto il tessuto del suo vestito. Anche il respiro era diventato più corto e affannoso e la lingua si stava divertendo a giocare con quella di Lucia. A rincorrerla, a respingerla, ad abbracciarla. A smettere il gioco per poi iniziarlo ancora.
 
Le baciò le labbra e poi le mordicchiò il mento.
- Ci vediamo domani, gioia -
- A domani, Teo –
Si baciarono ancora, ma solo un leggero sfioramento di labbra e poi il Gigante guardò sparire la ragazza dietro la sua porta di casa.
 
Quella serata era stata fantastica e, decisamente, non vedeva l’ora di avere un altro appuntamento con Lucia.
 
***
 
Aprì la porta di casa abbastanza intontito, sia dal sonno che da tutti i pensieri che gli stavano vorticando in testa, ma si riscosse abbastanza velocemente non appena vide le condizioni del suo salotto.
 
Il divano era stato spostato e, al centro, torreggiava una… tenda?
Tutto era avvolto dall’oscurità, ma una leggera luce proveniva dall’interno.
Una luce e… una voce.
 
- O Zarathustra, sussurrava beffardamente sillabando le parole, tu, pietra filosofale! Hai scagliato te stesso in alto, ma qualsiasi pietra scagliata deva cadere. Guarda questa porta carraria! Nano! Continuai: essa ha due volti. Due sentieri convengono qui: nessuno li ha mai percorsi fino alla fine. Questa lunga via fino alla porta e all’indietro: dura un’eternità. E quella lunga via fuori dalla porta e in avanti… è un’altra eternità -
 
Matteo si accigliò: cosa stava leggendo Luca alla sua Cisky? Si rendeva conto di quanti anni aveva? Sempre se stava leggendo… Luca era una di quelle persone che nel sonno mormoravano interi capitoli di libri e poesie che sapevano a memoria. Fortunatamente questo lo sapeva solo Matteo, e Matteo non avrebbe mai tradito l’amico, ma… cavolo! Come qualità era abbastanza sconvolgente.
Una volta, durante un viaggio in macchina, non aveva fatto altro che ripetere “Il 5 Maggio” di Manzoni. Un’esperienza alquanto inquietante…
 
Matteo aprì la cerniera della tenda aspettandosi di trovare entrambi addormentati, ma Luca… Luca era ancora sveglio. E, dal suo tablet, stava leggendo per Cisky.
“Così parlo Zarathustra”, di Nietzschie.
All’una e mezza di notte.
Matteo si accigliò ancora di più.
- Tutto bene? – chiese a bassa voce aspettandosi di vedere i segni di una possessione sul volto di Luca.
 
L’amico si voltò e Matteo trattenne a stento le risate.
Sulla guancia aveva disegnata una margherita, sulla maglietta c’era il disegno di un coniglio che abbracciava un’altra margherita. Come un coniglio riuscisse ad abbracciare una margherita… una domanda che andava oltre i misteri della fisica, ma Cisky sembrava averle trovato una risposta.
 
- Shhhhhhhhhhh! Non parlare! Poi si sveglia! -
- Luca! Ma sta dormendo! –
L’amico lo guardò male, come se avesse detto una stupidata, gli occhi fuori dalle orbite.
- Questo lo dici tu! Poi si sveglia e il tablet ha solo altri quaranta minuti di autonomia! E ho le ho già letto tutto… Mi resta solo la trilogia di Gideon Cross, che non credo sia adatta -
- Non so di cosa tu stia parlando e non voglio nemmeno saperlo. Tuttavia, non ti devi preoccupare. La tua scelta si è rivelata così interessante che l’ha messa ko. Dai, esci da questa cosa e raccontami cosa è successo… spero che, dopo tutto, tu ti sia divertito –
A fatica Luca uscì dalla tenda e poi si stiracchiò. Matteo si accorse che indossava anche gli occhiali da lettura, e questi erano storti: segni inequivocabili di una serata… interessante.
 
Prima che il Gigante potesse iniziare a fare il terzo grado all’amico, Luca iniziò a parlare e a muoversi per il salotto. Spostò la gabbiettina di Palla, poi la rimise al suo posto, si guardò intorno spaesato, si sistemò più volte gli occhiali per poi toglierli e rimetterli nella loro custodia.
Pieno di dubbi e di domande, Matteo osservava quello spettacolo. Un brivido gli corse giù per la schiena quando l’amico gli sorrise e fece un piccolo salto sul posto.
- Ѐ stata una delle serate più belle e strane della mia vita! Posso fare il babysitter più spesso? -
- Certo, Luca. Ma non di sera. Non so a chi farebbe più male… sembri un personaggio uscito da un film dell’orrore. Che è successo? Siediti che metto su il caffè –
 
Matteo vide l’amico muoversi a disagio sulla sedia.
- Forse… forse è meglio qualcosa di diverso -
- Lo sa che ti fa male… quanto ne hai bevuto?
- Sì, lo solo... Due… -
- Tazze? –
- No. Moke –
 
Il Gigante strabuzzò gli occhi e decise che la decisione migliore, in quel momento, era bere una tazza di tisana rilassante. Era meglio che Luca si rilassasse un po’ e non iniziasse a correre per la stanza urlando come se fosse inseguito dal demonio.
Il caffè aveva uno strano effetto su Luca… era una sostanza assolutamente da non sottovalutare.
- Comunque Cisky è viva -
 
Matteo rise mentre prendeva una tazza dalla credenza e la posizionava davanti all’amico.
- Cosa avete fatto di bello? -
 
Luca prese un respiro profondo e poi iniziò a raccontare.
- Abbiamo cenato e Cisky ha mangiato tutta la sua bistecchina. Sai, sono uno zio bravo e mi sono assicurato che mangiasse anche una bella porzione di frutta. Poi mi ha chiesto se potevo farle una treccia e sono riuscito anche in questo. Cioè, Teo, non puoi capire… Mi sentivo invincibile! Sono riuscito a fare una treccia! Quando lo dirò a mia sorella… non ci crederà. Vabbè, poi le ho chiesto cosa voleva fare e Cisky ha proposto di guardare una puntata dei puffi… io l’ho assecondata, perché, sai… non sono un cartone diseducativo. Eppure sono stati proprio loro a rovinarmi la serata. Perché i puffi stavano puff-campeggiando e Cisky… anche lei voleva puff-campeggiare -
 
Luca indicò una tenda e poi l’amico.
- Perché cazzo non hai una puff-tenda? E dov’è il tuo sacco a puff-pelo? L’abbiamo puffato dovunque e non puffava fuori. E non potevo puffarti e rovinarti l’appuntamento chiedendoti “scusa, amico… dov’è il sacco a puff-pelo che dobbiamo andare in puff-campeggio?”. E la mia bellissima nipotina ci teneva troppo ad andare in puff-campeggio… Allora l’ho caricata in macchina e sono andato a casa mia a prendere la mia puff-tenda e il mio sacco a puff-pelo -
 
Matteo iniziò a ridere sommessamente immaginandosi la scena. Luca lo guardò male e poi si portò le mani al volto.
- Ma è stato quando sono arrivato alla porta che… è successo l’impensabile. Sono arrivato a casa mia con Cisky in braccio che indossava già il suo pigiamino rosa con le fragole. Mi avvicino alla porta e vedo che è aperta. Già mi viene un infarto perché se qualcuno dovesse rubarmi il pc con tutta la mia biblioteca virtuale potrei andare in depressione per anni e anni… e poi se quei malintenzionati fossero stati armati? Come avrei potuto difendere la mia nipotina? E non potevo nemmeno tornare qua a casa tua e lasciare Cisky per poi ritornare a casa mia e magari, non so… morire. Tu non me lo avresti mai permesso e, a dir la sincera verità, nemmeno io. Allora… non ci resta che affrontare i ladri. Entro con il cellulare in mano dicendo di aver già chiamato la polizia e sai chi trovo in cucina? -
 
Luca si alzò dalla sedia e posò la tazza nel lavandino.
- Mia madre! Stava lavando i vetri della cucina! Ma ti rendi conto? Stava lavando i vetri…! Senza dirmi nulla! È casa mia… e se avessi avuto qualcosa da nasconderle? Non so… una bambola gonfiabile, una copia del kamasutra… un gatto! Una coltivazione di marijuana biologica! No, assolutamente, non avrei potuto… perché lei viene a casa mia quando vuole e io non posso farci nulla… nemmeno cambiare la serratura visto che sa scassinare una porta. E come cazzo ha fatto ha imparare? E, soprattutto, dove? Ha frequentato il San Raffaele, non i quartieri di Sesto! Poi, mi guarda e mi saluta come se nulla fosse e quando vede Cisky e mi chiede, con nonchalance, se l’avessi rapita. Quando le ho detto che è la mia nipotina preferita quasi le è venuto un infarto visto che mia sorella ha appena compiuto i diciotto anni. Quando le ho detto che era tua figlia si è calmata, ha posato lo straccio e… ha giocato a far la nonna. Ecco, sappi che Cisky è stata invitata per un the da signore a casa di mia mamma e io non ho la minima intenzione di farmi strizzare le guance e di essere la loro bambola gonfiabile per il pomeriggio… E ancora mi chiedo come poteva credere che IO potevo giocare al rapitore… Mia madre è completamente fuori di testa!!! -
- Potrei chiedere a Lucia se vuole andarci. Sempre che tua madre non le faccia il terzo grado e non la faccia scappare a gambe levate –
 
Luca si sdraiò sul divano alzando una mano, come se volesse controllare di avere ancora tutte le dita.
- Guarda che mia madre è un osso duro… Potrebbe convincere la tua bella a uscire con me e sai che io faccio uno strano effetto alle donne. Poi potrebbe non volerti più -
Matteo si toccò la nuca e pensò che Luca doveva iniziare a evitare la caffeina… sembrava sotto i fumi di qualche droga pesante. E, invece, erano solo chicchi di caffè.
- Spero tu abbia passato una buona serata… Ascolta, non è che potrei fermarmi qui a dormire? Lo sai che amo il tuo divano, sa di pulito. Ciao… buonanotte -
Matteo non riuscì a rispondere che l’amico si era già addormentato.
 
Il più silenziosamente possibile, cercò di sistemare il salotto, che ora sembrava un campo di battaglia. Nella tenda, Cisky dormiva beatamente con un leggero sorriso sulle labbra e i capelli biondi in grande contrasto con il verde militare del sacco a pelo.
 
Era contento di aver lasciato la bambina con Luca. Poteva essere un po’ strano, guardando la sua famiglia non c’era da stupirsi più di tanto, forse aveva uno sguardo misterioso che sembrava freddo, ma andare a recuperare una tenda solo per giocare al campeggio… Luca aveva un gran cuore.
Come Lucia… anche lei aveva un cuore grande.
 
Lucia…
Oh, Lucia.
 
Ci sarebbe stato tempo per raccontare i dettagli al mondo, adesso preferiva tenerli per sé.
Tenere per sé che per la prima volta, dopo tanto tempo, aveva provato il desiderio di portare una ragazza a casa sua, nel suo letto. Darle la possibilità di dividere qualcosa di più di una semplice cena.
Voleva trascorrere con Lucia ogni parte della giornata.
Voleva condividere con lei qualunque pensiero, ogni emozione, tutto quello che gli succedeva.
 
Matteo era un ragazzo che si affezionava subito.
Era un ragazzo che sapeva passare dal “nulla” al “tutto”, soprattutto se si trovava in sintonia con la ragazza in questione.
E Lucia… beh, era perfetta per lui.
 
D’altronde se n’era accorto subito: correva uno strano magnetismo tra i due.
Certo, le riserve che aveva all’inizio non erano sparite del tutto. Rimanevano lì, momentaneamente nell’ombra, in attesa che di un qualcosa che le avrebbe riportate alla luce. Tuttavia, il Gigante era fiducioso. Il primo appuntamento era andato magnificamente. Baciarla era stata un’esperienza che non avrebbe dimenticato tanto facilmente, così come sentire il suo seno premuto contro il suo petto e il suo respiro contro la sua pelle.
 
Scosse la testa, cercando di ricomporsi
Fece un respiro profondo e si mise a letto.
Si girò per diversi minuti cercando di trovare la posizione più adatta, poi accese la luce e prese il cellulare sul comodino.
Doveva mandarle un messaggio.
Voleva che lei, il giorno dopo, non appena si svegliasse, pensasse a lui.
Voleva dimostrarle che non era uno come tanti, uno tra tanti.
Voleva farle capire che lui la considerava speciale e che gli dispiaceva averla allontanata, magari ferendo i suoi sentimenti.
 
M > L
Dolce notte, gioia. Ci vediamo domani.
Un bacione
 
E dopo aver mandato quel messaggio, potè finalmente addormentarsi in pace.
 
***
 
- A volte mi sento un po’ un terzo incomodo quando parlate tra di voi. Nonostante ci sia sempre, spesso e volentieri non riesco a capire nulla. I miei neuroni non lavorano come dovrebbero, non riesco mai a dire la mie nelle vostre conversazioni. Eppure un punto di vista maschile non potrebbe che aiutarvi. Invece no. Mi tagliate fuori… sempre! -
 
Lucia rise mentre versava l’acqua bollente nella tazza e aspettava che andasse in infusione. Dall’altro lato dello schermo, anche Camilla e Gabriele stavano facendo colazione… o meglio, Camilla mangiava tranquillamente mentre il suo ragazzo cercava di farle notare il suo punto di vista.
Erano ancora via, dispersi su quell’isola d’amore fuori dal mondo, ma era quasi giunto il momento di ritornare all’ovile. Camilla sarebbe ritornata e le avrebbe presentato ufficialmente Matteo.
- Non spaventarlo, Cami. Mi piace davvero… sul serio! Incontrarlo è stata l’unica nota positiva dopo la tua partenza -
 
Cami le mandò un bacio e poi continuò a immergere i biscotti nel latte. Al lato dello schermo comparve anche Gabriele che minacciò Lucia con un coltello sporco di burro.
- Ti prego… adesso raccontaci com’è andato l’appuntamento ieri sera che stiamo morendo dalla curiosità. Non so chi tra i due sia il più curioso -
Senza farsi vedere, Cami indicò il suo ragazzo e poi gli baciò una guancia.
 
Lucia abbassò leggermente lo sguardo, ma dovette ammettere di non sentirsi completamente in imbarazzo come le capitava prima di Matteo. Non che odiasse i suoi amici, anzi! Voleva molto bene a Camilla così come a Gabriele, solo che le loro effusioni in pubblico a volte non solo la imbarazzavano… spesso la intristivano.
Scosse la testa. No, non doveva assolutamente permettere a quei pensieri di infilarsi ancora una volta nella sua testa.
 
Per scacciarli definitivamente iniziò a raccontare della sera prima, raccontando anche i dettagli più insignificanti: Matteo aveva tenuto slacciato il primo bottone della camicia “una camicia di un azzurro stupendo”, quando la ascoltava si sporgeva verso di lei, appoggiando il mento al palmo della mano e sorridendole, incitandola, con piccoli movimenti del viso a continuare a parlare, aveva prima mangiato tutto il condimento della pizza e poi la pasta.
 
Tuttavia avrebbe tenuto per sé le emozioni, le sensazioni, la voglia di fargli piedino sotto il tavolo, di prendere un carciofino dalla sua pizza. Di correre, sia metaforicamente che no, anche se sapeva che il traguardo avrebbe avuto un sapore più dolce se avesse saputo aspettare. Matteo aveva saputo zittire le paure e i dubbi e creare domande… più innocenti.
 
La sera prima, distesa nel letto, non aveva fatto altro che pensare a lui.
Chissà se gli piaceva leggere… chissà cosa stava leggendo.
Chissà cosa gli passava per la testa mentre era sotto la doccia.
Chissà quali erano i suoi gusti… se era più un tipo da boxer o slip.
Se quando era a casa preferiva dormire fino a tardi oppure alzarsi presto e iniziare la giornata con una corsetta.
 
A pensarci bene, Lucia ignorava tantissimi piccoli aspetti della vita di Matteo. Lacune che avrebbe voluto colmare al più presto, magari con una semplice chiacchierata sul divano dopo aver messo a dormire Cisky, mentre, in sottofondo, la televisione continua a funzionare. In fondo non era un sogno irraggiungibile, ma la ragazza non voleva darsi false speranze. Sì, erano usciti insieme, avevo avuto appuntamento… ma il Gigante poteva cambiare nuovamente idea e lei non avrebbe voluto ritrovarsi immersa in un mare di disperazione, gelato, fazzoletti e lacrime… non necessariamente in questo ordine.
 
Cercò di scacciare il pensiero e salutò gli amici, chiudendo poi la comunicazione e spegnendo il pc. Sistemò la tazza della colazione e prese il cellulare che aveva lasciato in salotto, sotto carica.
Non appena lesse il messaggio di Matteo, avvampò come una ragazzina e le guance si colorarono di più quando notò che il messaggio era stato spedito ancora la sera prima. Lucia si tuffò sul divano, portandosi il cellulare al petto.
Dopo essersi salutati lui l’aveva pensata ancora e il pensiero era stato così insistente da costringerlo a mandarle un messaggio.
Lanciò un gridolino estasiata.
Quella per lei non rappresentava solo una vittoria… era una rivincita sui dubbi e le paure che avevano continuato ad attanagliarla, facendola sentire continuamente a disagio.
 
Ammirò persa la sua foto profilo, un primo piano di un Gigante immerso tra l’erba e, vedendolo online, si affrettò a rispondere.
 
L > M
È stata semplicemente una serata fantastica.
Spero la prima di molte…
Ben svegliato!
Un bacio
 
Spedì il messaggio senza pensarci, senza voler rimuginare sulle parole usate, sulla possibile presenza di messaggi nascosti. Non c’era niente di male a voler lasciarsi andare un po’, a voler vivere in modo più spensierato. O semplicemente a preoccuparsi un po’ per un motivo futile.
 
Chiuse gli occhi e sorrise.
Quando sentì il cellulare vibrarle tra le mani, per poco non lanciò un urlo di gioia.
Matteo le aveva risposto.
 
M > L
Buon risveglio anche a te, gioia.
È stata una notte un po’ dura… se apri la porta ti spiego tutto
;)
 
Senza pensarci due volte, Lucia corse verso la porta, fermandosi giusto un momento prima di aprire per vedere se avesse qualcosa tra i denti.
Accolse Matteo con un sorriso e lui la prese subito tra le braccia e le baciò i capelli.
Lucia si accoccolò contro il suo torace, sorridendo a contatto con la maglietta.
Stentava a crederci che dopo così tanto tempo i suoi desideri si fossero realizzati e il suo Mr X fosse diventato di carne e d’ossa e che la stesse abbracciando, come aveva sempre immaginando.
- Vuoi entrare? – gli chiese alzando lo sguardo e guardandolo negli occhi.
Era così alto…
Lui scosse la testa e declinò l’offerta.
- Mi dispiace, gioia… Sono un po’ di corsa. Sono passato per dirti che Cisky resterà con Luca, oggi. Sta giocando a fare l’infermiera e il paziente sta delirando versi di Ungaretti steso sul divano –
Lucia rise e gli baciò la mascella… più in alto non riusciva ad andare nemmeno in punta di piedi.
- Potevi mandarmi un messaggio… Non voglio farti arrivare in ritardo all’ospedale -
 
Matteo rise e la strinse di più a sé.
- In realtà volevo vederti… e baciarti -
- E allora baciami… che aspetti? –
E il Gigante baciò la sua bella, rossa dall’imbarazzo.
 
Cisky
Lo zio Luca dice che si illumina di immenso.
Lo zio Luca è una lampadina?
Forse è una stella, non ho ben capito…
Quello che so è che Palla oggi non ha fame e che…
Matteo ha baciato Lucia come il principe Filippo bacia Aurora!
Sono belli, così abbracciati.
Sono… diversi.
Sorridono.
E anche io sorrido… sono felice se loro sono felici.
Anche se non capisco perché adesso lo zio Luca dice che è una foglia caduta.
È caduto dal letto?
Boh.
 
 
Si sta come di mattina, Luca, sul divano.
Ho voluto giocare con queste poesie… Luca sa quel che dice, Cisky no :P
Quindi… I MaLu sono troppo belli insieme *^*
* Fangirl mode ON…* YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEY *
Non so che dire se non… come sono teneri :D
Credo, e spero, che il capitolo parli da solo. Amo questa ff e non vedo l’ora di sapere se l’amate anche voi… Anche se non capisco come si fa a non amare Matteo… quindi, diventate mie discepole e diffondete il Matteismo, una nuova religione :D
Grazie per avermi seguita fino a qui :) Sappiate che se il GGI esiste è anche, se non soprattutto, merito vostro. Per questo capitolo, non vi supplico di lasciarmi una recensione. No, scherzo… se me la lascerete sarò molto felice :P
Grazie ancora… :)
Un bacione e tanto amore :)
Robi
 
P.s: un ringraziamento enorme a voi, fantastiche ragazze che avete recensito lo scorso capitolo *^* Grazie a SoftKitty, FlyLoveBelive, Serpentina, Criminol, Beatrice94, DarkViolet92, Giuliacucciola, Bijiouttina, AlyaBlack, ViacolVento, Romy2007, PerfectStranger, Silvietta, e Engel2 . Potrei scrivere paragrafi interi di ringraziamenti lacrimosi. Mi scuso per non aver risposto ancora a tutte le vostre magnifiche recensioni, prometto che rimedierò :)
Un bacione!
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Bertu