Ti parlerò d’amore
Notte. Tempo di
pensieri, di sogni; tempo di segreti, di confessioni.
Ogni notte non faccio che pensare
a te.
Spalle al cuscino, alla luce della
lampada e dei riflessi lanciati dal televisore a volume azzerato, guardo la
pioggia scorrere fuori dalla finestra, seguo le scie
lasciate dalle gocce sui vetri. E in loro vedo solo
l’immagine del tuo profilo.
Questa stanza non fa che parlarmi
di te. Qualsiasi cosa, in questo dannato mondo, mi parla di te. Anche la
notte, anche il silenzio. Anche la musica.
Sospiro, mentre torno con gli
occhi sulla chitarra ai piedi del mio letto, l’ultimo regalo di mio padre. Il segreto delle mie notti solitarie. Mi viene da
sorridere. Se tu mi vedessi adesso…
Ricordo quel giorno in cui
scopristi che, nella scuola che frequentavo prima di trasferirmi qui, facevo parte di un coro.
Ricordo che dicesti
che ti sarebbe piaciuto ascoltarmi cantare.
Ricordo di essere arrossito. Quella volta come un’infinità di altre volte.
Sorrido ancora, scuotendo piano la
testa. Chissà cosa diresti se mi vedessi ora, se sapessi
che quella musica che non ho voluto condividere con te è in
realtà il mio piccolo segreto, il mio stupido appiglio, in queste notti
passate a sognarti ad occhi aperti.
Se solo tu sapessi tutto quello
che non so dirti…
Potrei provare a scriverti, è vero
Ma questa notte resto qui a farmi male
Cosa non darei
per riuscire a trovare le parole. A
volte ci ho provato, ho fatto di tutto per mettere insieme
quelle più giuste. Ma quelle maledette riescono
sempre a sfuggirmi. Non posso farci niente, non riesco
a tenerle ferme, né nella voce, né sulla carta… Neppure nelle note di una canzone,
sembra sussurrarmi stanotte questa chitarra a poca distanza dai miei
piedi…
Sospiro ancora,
serro le dita intorno al telecomando.
Devo distrarmi. Pensare a te fa troppo male.
Non ne posso più di soffrire in silenzio.
Non più di tre secondi a canale
Quegli scemi ridono, non li posso più guardare
C’è sempre una speranza banale
Che dentro quello schermo, per puro incanto
Invece che squallore e rimpianto
All’improvviso arrivi tu e mi vieni a prendere
Vado da una trasmissione
all’altra, senza riuscire a concentrarmi. Mi fermo distrattamente,
c’è un programma comico… Che idioti… Mi sembrano
soltanto insulsi, vuoti. Non c’è alcuna speranza che in una
televisione, a quest’ora della notte, io possa
trovare una via di fuga a tutti i pensieri e i sogni che mi tormentano.
Non c’è speranza di
non pensarti, perché per me sei tu la speranza.
Mi sembra quasi di vederti,
proprio adesso, apparire all’improvviso, con lenta dolcezza, tra le
immagini più scialbe e renderle all’istante colorate, allegre,
vive.
Tu sei così, sei il fascio
di luce che rende il mondo degno di essere vissuto.
Sei tutto ciò che
vorrei…
Spengo il televisore, lancio con
furia il telecomando in un angolo della stanza. Affondo le mani tra i capelli e
il viso tra le ginocchia. Perché
deve fare così male? Perché pensare ai
tuoi occhi e al tuo sorriso mi fa battere così dolorosamente il cuore? Perché non
so come dirtelo?
Eppure sembrerebbe così facile pronunciare un piccolo Ti amo…
Alzo di nuovo la testa e fisso la
chitarra. Se ne sta sempre lì ai piedi del letto, ricordandomi che
c’è un mondo chiamato musica in cui le parole non servono. E ancora una volta tendo la mano verso quel rifugio, con la
solita speranza di trovarci un conforto, un modo per evitare di
impazzire…
Ma sto ingannando me stesso, lo so. È impossibile non
pensarti. È impossibile non amarti…
E adesso mi ritrovo qui a suonare
nella mia stanza quasi buia, contendendo il silenzio alla pioggia che fuori
continua a cadere, e ogni nota che vibra nell’aria è un momento
vissuto insieme a te.
Io sarò un romantico, e anche uno che sogna
Sembrerò ridicolo, ma ormai sono
così
Do
La prima volta che ti ho vista sentivo di non dovermi fidare di te.
Re
Senza rendermene conto, già
sapevo che mi avresti fatto del male.
Mi
Del male, sì, perché
entrando nel mio mondo mi hai fatto crollare tutto.
Fa
Tutto ciò che credevo di essere e di volere non ha avuto più senso.
Sol
Davanti a quel tuo sorriso,
all’improvviso per me è cambiato tutto.
La
E adesso mi sento così stupido, così stupidamente
innamorato di te!
Si
E non sai quanto io adesso senta il bisogno di dirtelo…
Dirti che ti amo…
No, non posso fingere, e quando ti
vedrò
Coraggio, sì, ne troverò, ci
riuscirò
Mi fa paura. Il modo in cui sei entrata nella mia vita, il modo in cui sento di
dipendere da te… Fa paura. Allora lo sopprimo, nascondo tutto, persino a
me stesso, mi ostino a chiudere gli occhi, pur di non
vedere quanto mi hai cambiato…
Ma non posso continuare così.
Non devo.
Non voglio.
Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo
seduto sul letto ancora intatto, riemergendo da un’armonia, tornando alla
realtà di una stanza semibuia e al silenzio rotto solo dalla pioggia sui
vetri.
Ti sento così vicina a me.
Ho la sensazione chiarissima della tua presenza qui, anche se so benissimo che
a quest’ora dormi tranquilla nel tuo
letto… È più forte che mai il bisogno di smettere di
fingere…
Tutto ciò che vorrei
stanotte è poterti parlare d’amore…
Ti parlerò d’amore, come non fosse
un’illusione
Sesso e passione e vuoto immenso, oscura voglia di tradimento
Ti parlerò d’amore, mi sembrerà così normale
Senza mistero né dannazione, lasciarmi andare insieme a te
Parlarti di quello che sento, di
quello che sogno, ma farlo come di qualcosa di reale, perché non posso
sopportare che tutto sia solo un’illusione, non sopporterei di svegliarmi
da un sogno così bello…
Parlarti dei contrasti che mi fai
sentire, tra il tutto e il niente, la voglia e la paura; e del bisogno che ho
di uscire da questo mio essere, cambiare,
tradire me stesso, e farlo perché sei tu a trasformarmi giorno dopo giorno…
Parlarti liberamente, senza più paure, senza nascondere né maledire
queste emozioni…
Tutto ciò che vorrei
stanotte è guardarti negli occhi e poter essere me stesso…
Potrei provare a scriverti, è vero
Ma non mi basterebbe un romanzo intero
Così mi stendo e chiudo gli occhi
Guardo bene dentro me, e ci trovo solo te
Mi lascio cadere
disteso, spalanco le braccia. Chiudo gli occhi con un sospiro.
Vorrei farlo, davvero. Vorrei
essere in grado di dirtelo. Vorrei sapere affrontare questo amore.
Ma mi sembra così difficile.
E cosa dovrei dirti? È come se… una parola
fosse troppo, e mille troppo poche.
È così che mi fai
sentire. Mai all’altezza della situazione. Sempre irrimediabilmente
sbagliato.
Eppure non so come vivrei senza di te.
Così ad occhi chiusi, mi
rivedo ancora, in ogni occasione in cui mi fermo a guardarti, ad ammirarti non
visto, senza che tu ti accorga minimamente di
ciò che mi fai…
Col sorriso timido, in piena confusione
Io resterò lì un secolo in tua contemplazione
Mi farò guidare dalla mia emozione
E coraggio, sì, ne troverò,
ci riuscirò
Ogni volta è così,
io che cado in confusione e continuo a fissarti all’infinito,
dimenticandomi di tutto ciò che ci circonda, perché quando sono
con te sei tu tutto il mondo, e intorno non c’è più
nulla…
Sorrido lievemente tra me e me. Se
solo tu te ne accorgessi, probabilmente ti
preoccuperesti per la mia salute mentale…
Chissà, forse sarà
in una di queste occasioni che troverò il coraggio
di farlo. Seguire l’istinto, smettere di essere semplicemente il tuo
migliore amico e confidente, muovere piano qualche passo verso di te, affidarmi
alle parole più sincere che possano venirmi alle labbra e riuscire a
dirtelo…
Chissà, forse…
Sento la chitarra scivolare dalle
mie ginocchia e cadere morbidamente sul tappeto…
Un’altra notte sta passando,
un altro tempo di sogni…
Chissà, forse un giorno
riuscirò a parlarti d’amore…
Forse domani stesso…
Ti parlerò d’amore, non avrò più nessun
pudore
Non amicizia e non saggezza, ma tenerezza
diretta al cuore
Ti parlerò d’amore, in mezzo a tutta l’altra gente
La ragazza si guardò intorno nella piazza affollata
per via della festa del paese. Che strano, lui le
aveva promesso di raggiungerla in tempo per i fuochi d’artificio. Non
capitava mai che lui fosse in
ritardo e lei in orario… Era una cosa contro natura!
Finalmente lo vide: camminava verso di lei con gli occhi
bassi e le mani in tasca; i capelli castani gli nascondevano il viso,
allontanandolo dal mondo, proprio come era suo solito
fare. La ragazza non ci diede peso; sorrise e corse incontro al suo migliore
amico.
“Finalmente sei arrivato!”
Lui alzò la testa nello stesso istante in cui lei si
fermava ad un soffio dal suo viso, e trovandosela così vicina
arrossì. Aveva il viso vagamente segnato, e fu su questo che lei si
concentrò.
“Che cos’hai? Sonno
arretrato?”
“Oh…” Il ragazzo distolse lo sguardo.
“Già.” Dopo un istante di esitazione,
continuando a non guardarla, estrasse la mano dalla tasca e le porse una busta.
“Tieni. Ho una cosa per te.”
“Per me?” Colta alla sprovvista, lei nascose
l’imbarazzo dietro un nuovo sorriso. “Grazie! Ma
non dovevi…” Tese le mani verso quella di lui, sfiorandola appena e
sentendolo stranamente teso. “Che
cos’è?”
Finalmente il ragazzo tornò a guardarla. Era
visibilmente paonazzo, ma l’espressione era seria.
“Una canzone.”
Lei sostenne il suo sguardo, senza capire.
Attorno a loro il brusio di voci lasciò il posto ai
primi sibili pirotecnici, ma la ragazza, turbata dall’aria di segreti
svelati che sembrava gravare sul suo amico, era già immersa nel semplice
foglio bianco che aveva estratto dalla busta.
Mentre leggeva le parole di quella che era davvero una canzone
per lei, il ragazzo si chinò a sussurrarle all’orecchio le parole
che, anche se lei non lo sapeva, gli erano costate una notte di decisioni,
rinunce, paure e musica.
“Ti amo.”
Fino a che il mondo sarà distante, fino a che tu non mi amerai
T’innamorerai
E per lei non esistette più nient’altro al di
fuori di quella canzone.
Note:
La canzone “Ti parlerò d’amore” è
cantata da Massimo Ranieri.
Se Shaoran e Sakura
non vengono mai chiamati per
nome in questa songfiction è perché
questa storia (ad eccezione della fine, che si è svolta in modo
diverso…) è una storia vera,
vissuta in prima persona, interamente soggettiva. Quella notte passata a
suonare e a prendere decisioni l’ho vissuta davvero, e tutti i pensieri
di Shaoran erano i miei
pensieri. E spero solo che la mia Sakura la legga…