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Autore: waytotheend    11/09/2008    8 recensioni
A volte, passi così tanto tempo a cercare di convincerti di qualcosa, che dimentichi di ascoltare cosa sia davvero giusto. Metti tutta te stessa nel forzarti di continuare a seguire, quello che era stato il tuo primo istinto, ma poi alla fine, tutto deve andare a posto. Andrà mai a posto? Dopo tutto il tempo perso a pensare che il mio amore per lui fosse eterno, mi ritrovo piena di dubbi. Cosa gli ho detto? "So a cosa posso rinunciare per la vita".
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot l'ho scritta perchè amo profondamente l'idea di Bella e Jacob assieme.
Molte, moltissime persone, lo odiano ma riconoscendogli la fondamentale importanza che riveste nella storia di Bella e Edward, ho saputo aprezzarlo e Bella e Jake assieme, sono una cosa che io trovo stupenda.
Perciò ho scritto questa storia, principalmente per chi, come me, avrebbero voluto che Bella quella sera in cui Jake era ferito, fosse rimasta a La Push con lui.

Il tempo è tra la fine di Eclipse e l'inizio di Breakin Dawn.

A volte, passi così tanto tempo a cercare di convincerti di qualcosa, che dimentichi di ascoltare cosa sia davvero giusto.
Metti tutta te stessa nel forzarti di continuare a seguire, quello che era stato il tuo primo istinto, ma poi alla fine, tutto deve andare a posto.
Andrà mai a posto?
Dopo tutto il tempo perso a pensare che il mio amore per lui fosse eterno, mi ritrovo piena di dubbi.
Cosa gli ho detto?
"So a cosa posso rinunciare per la vita".
L'ho detto piangendo.
Me ne pento piangendo.
Cosa ne è di tutto l'amore che provi per una persona, quando ti accorgi che l'hai presa troppo seriamente e torni indietro a riflettere?
Adesso riesco a pensare lucidamente alla mia decisione.
Voglio vivere, l'eternità non fa per me.
Non è la paura di vivere e scoprire che hai fatto la scelta sbagliata, ma si tratta di cosa sento più giusto adesso.
Una volta che avrò aperto questa porta, tutto cambierà.
Non potrò mai più ripensarci. Non potrò mai più farci niente.
Cosa mi resta adesso da fare?
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Eppure sei tornato.
Ho voluto riaverti, e tu sei tornato perchè mi amavi.
Tu te ne sei andato perchè mi amavi.
Morire per te.
Vivere per lui.
Essere felice per me.
Come conciliare tutto questo?
Non posso.
Era ora di scegliere e io avrei fatto la mia scelta.
Una di quelle da cui non torni più in dietro perchè non puoi.
Bussai piano alla porta, lui sapeva che ero già lì ferma da diverso tempo ormai, ma non mi aveva detto di entrare.
Due giorni al matrimonio.
Se guardavo indietro, mi dicevo di aver fatto esattamente tutto come volevo, ma poi riesci a capire che una decisione presa credendo sia quella giusta, può rivelarsi la più sbagliata.
A volte ci vuole tempo.
"Avanti", mi disse, la voce vellutata e suadente che ora mi faceva stare male.
Gli dovevo la verità. Poco importava se una volta arrivata a La Push, sarei stata cacciata via.
Entrai piano, senza dire niente.
Edward era in piedi, fermo, davanti alla grande finestra.
Non si voltò quando sentì la mia mano poggiarglisi sulla spalla.
"Edward?".
"Dimmi amore mio".
"Io...", presi un grosso respiro e poi mi obbligai a continuare. "Devo parlarti".
Non avevo mai desiderato tanto, come in quel momento, che lui potesse leggermi i pensieri perchè mi avrebbe resto tutto più facile.
"Te lo avevo promesso".
Quella nota di antico tormento tornò nella sua voce.
Avesse potuto piangere, lo avrebbe fatto. Ne ero certa.
"Ti avevo promesso che mi sarei fatto da parte, in qualsiasi momento, per donarti la felicità che voglio per te. Ho sempre saputo che avresti detto "Si" a qualcuno che non ero io. A qualcuno che ti avrebbe fatto restare calda e soffice e buona. Soprattutto viva. Non hai bisogno di spiegarmi. Non ti ho mai visto stare male come in questi ultimi mesi. Non intendo infliggerti la sofferenza di doverti spiegare".
Avrei voluto urlasse.
Avrei voluto mi sbattesse contro la porta spezzando la mia vita.
Avrei voluto tante cose in quel momento.
Non aver mai scelto di tornare con lui così da non averlo fatto stare così male.
Mi dispiaceva così tanto, che se mi avesse ucciso in quel momento, sarei stata felice.
"Edward...", continuavo a ripetere il suo nome.
Ma ora era tutto diverso.
In quel momento si voltò e mi fissò intensamente negli occhi.
I brividi che mi salirono lungo la schiena, non erano dello stesso genere di quelli di un tempo.
Era la colpa per aver ferito così tanto una creatura così buona.
Il mio angelo maledetto si dannava ancora per me.
Mi avrebbe dato la felicità a tutti i costi, senza pensare al prezzo che ciò aveva per lui.
Perchè lui era un angelo e non pensava mai a se stesso.
Pensava solo al meglio per me.
"Promettimi solo una cosa. Fammi un favore per piacere".
Quelle parole così simili a quando era stato lui ad andarsene.
"Tutto quello che vuoi".
"Sii felice. Te ne prego. Andrò via, questa volta per davvero, ma sii felice. Ti prego. Lasciami per essere felice, promettimelo. Se lo farai, avrò ancora un pò di quella pace che solo tu hai saputo darmi, da portare con me".
Restai in silenzio ad ascoltare il rumore assordante di quel addio.
"Mi dispiace".
Che cosa stupida da dire.
"Non dispiacerti perchè scegli di essere felice. Ti lascio alla vita mia Bella. Mio amore. Sii felice".
Non aggiunse altro.
Mi guardò per un secondo e poi velocissimo come mai prima, uscì dalla finestra.
Sapevo che non lo avrei mai più rivisto.
Restai ferma nella stanza.
Guardai per un'ultima volta quel divano. Il letto.
I Cd e tutti quei dettagli che non avrei mai e poi mai voluto dimenticare.
Mi aveva dato il miglior amore della mia giovinezza.
Il miglior primo amore che si potesse avere.
Mi chiusi lentamente la porta alle spalle.
Sentii una voce provenire dal salotto.
Era Carlisle.
"Non dovete salutarla. Dobbiamo uscire di casa prima che scenda. Per favore, Alice, fallo anche tu. So che è difficile ma era il desiderio di vostro fratello. Quando Bella se ne sarà andata, andremo a cercarlo".
"Non vorrà essere trovato", disse Emmett.
"Lo so. Lo so bene".
Feci di proposito un passo più pensante così che capissero che ero lì, che stavo per arrivare.
Quando scesi in fondo alle scale, la casa era vuota.
L'orribile senso di abbandono che avevo provato quasi un anno prima, era tornato in me.
Tra le lacrime, mi guardai attorno un'ultima volta e mi diressi verso la porta.
"Ciao Alice", dissi.
Sapevo che era rimasta in dietro.
Non mi voltai a guardarla, ma quando arrivai alla porta, vidi il suo viso riflesso in una finestra.
"Mi mancherai".
Uscì da quella casa.
Sarei tornata da Charlie a piedi.
Gli avrei detto che andavo a La Push e lui sarebbe stato felice della notizia.
Camminai lentamente.
Quando arrivai alla fine del vialetto di casa Cullen e tornai sulla statale, iniziava ad essere buio.
Sapevo che cinque vampiri mi seguivano silenziosamente per vegliare che arrivassi sana e salva a casa mia e fui grata di quell'ultimo gesto da famiglia che mi stavano rivolgendo.
Mi trascinai fino in salotto una volta che fui arrivata.
Rivolsi un rapido sguardo agli alberi dall'altro lato della strada, rivolgendo loro un grazie e un addio silenzioso che mi riempì di nuovo gli occhi di lacrime.
"Papà?".
"Bella?".
"Si sono io, papà. Sto andando a La Push".
"Certo cara. Salutami Billy".
"Lo farò".
Uscì di nuovo, salendo questa volta sul mio pick up e guidando verso la riserva.
Quando arrivai davanti casa di Billy, Jake era seduto su un tronco caduto, immobile sotto la pioggia battente.
Alzò gli occhi dalla terra umida e mi fissò.
Quando spensi il mio furgoncino, lui era già in piedi a pochi passi da me.
Senza parlare mi avvicinai a lui.
Non c'era bisogno di usare parole.
"Bella...Bella".
Fu tutto quello che uscì dalla sua bocca, prima che poggiasse le sue labbra bollenti sulle mie.
Le grandi mani caldi, si intrecciarono con i miei capelli portandomeli dietro la testa.
Passai le mie piccole braccia umane attorno al suo collo e lo strinsi con tutta la forza di cui ero capace.
Il tempo sembrò fermarsi. Scomparire. Ripartire. All'infinito.
Quando ci staccavamo per riprendere fiato, la pioggia scivolava tra le nostre bocche.
Alla fine, fu lui a tirarsi indietro.
Poggiò la sua fronte alla mia.
"Pensavo di dover andare a comprare un vestito per il tuo matrimonio".
"Pensavo di avere quello di cui avevo bisogno. Ci sbagliavamo entrambi".
"Non sono mai stato più felice di così di essere in errore".
Respirai il suo respiro.
Guardai le sue labbra semi aperte a pochi centimetri dalle mie.
Tutto quello che riuscii a dire prima che il bisogno di coprire quella distanza, diventasse insostenibile, fu "Ti Amo Jacob Black".
Sorrise e mi strinse a lui.
Non sarei mai più tornata in dietro.
Nella mia testa pensavo a Edward. A cosa avrei voluto potesse sentirmi dire.
I nostri cuori, prenderanno strade diverse adesso, ma ciò nonostante, in me, so che ti amerò per sempre, come so farai anche tu.
Il primo amore finisce, passa, ma non si dimentica, perchè sarà sempre quello che ha fatto più male, perchè quando inizi ad amare per la prima volta, il tuo cuore non ha nessuna cicatrice che per quanto tu possa pensare sia sparita, sia comunque pronta a riaprirsi, e il modo in cui ti esponi e accetti tutto, perchè non sai quanto farà male, non si ripeterà mai più.
Chi ama, ha la debolezza di poter essere distrutto, ma anche la forza, l'incredibile forza, di tornare ad amare, un giorno, per quanto lontano, si amerà ancora.
Amerai ancora Edward, promettimi che sarà così.

   
 
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