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Autore: Lisaralin    06/08/2014    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Viconia DeVir
Genere: Introspettivo, Missing Moments, Drammatico
Rating: giallo
Avvertimenti: basata su avvenimenti narrati nei dialoghi della romance di Viconia




In the dark of the night I was tossing and turning
And the nightmare I had was as bad as can be -
It scared me out of my wits -
Then I opened my eyes
And the nightmare was... me!

(“In the Dark of the Night”, Anastasia)




Nella notte e nel buio

Il vento è una raffica di lame affilate come rasoi. Il suo ululato pervade la foresta, sferza i rami spogli degli alberi e dà vita a un sinistro concerto che le ricorda un’avanzata di guerrieri non morti e il cozzare delle ossa contro il metallo di spade e armature.
Gli ingenui rivvil hanno interrotto la caccia, sicuri che la notte e la tempesta in arrivo completeranno l’opera da loro iniziata. Sciocchi. La notte è quanto di più vicino alle tenebre del Sottosuolo esista nel mondo di superficie: l’ora perfetta per i drow. L’ora perfetta per le streghe.
Il vento cancella in un attimo le sue impronte sulla neve. Viconia si avvicina al gruppo di fattorie come uno spettro, senza lasciare tracce, il lungo mantello nero che ondeggia a imitazione di quello della notte.
Uno degli umani esce di casa per prendere altra legna da aggiungere al fuoco, una figura incappucciata che si strofina le mani nel vano tentativo di proteggerle dal freddo. In un attimo si ritrova faccia a faccia con la sua mazza ferrata. Neanche il tempo di urlare e il suo corpo si abbatte al suolo. Il suo sangue schizza sul viso di Viconia e tinge la neve di rosso.
“Assassina… “ l’uomo riesce solo a rantolare, la sua voce troppo debole per chiamare aiuto. “Strega… tu… hai ucciso Roran e i suoi figli… “
L’ultimo sguardo del rivvil morente è carico di odio, di accusa, di paura. Assassina, certo. Roran invece era un brav’uomo, che ha fatto solo il suo dovere catturando e cercando di uccidere una perfida drow. E di certo lui e i suoi figli hanno compiuto un atto meritevole nell’abusare di lei prima di decidere di farla fuori. È la giusta punizione che la strega drow merita per una vita condotta nella lussuria e nel peccato.
Viconia si inginocchia nella neve e appoggia il palmo sul corpo ancora caldo dell’uomo. Il potere di Shar, la Signora della Notte e della Perdita, accorre rapido al richiamo della sua umile servitrice, sorge come una fiamma ghiacciata dal centro del suo petto e scorre lungo il braccio e la mano fino a riversarsi nel cadavere, colmandolo di nuova energia. Il rivvil si rialza come tirato da fili invisibili, barcollando, gli occhi vuoti e privi di vita.
Viconia sfiora con la punta delle dita il contorno del suo viso e gli sussurra all’orecchio: “Sai qual è il tuo compito, mio guerriero non morto.”
I rivvil temono la strega, e per questo le hanno dato la caccia fin dal giorno della morte di Roran, braccandola come un animale. Si sono schierati dalla parte del loro simile, incapaci di credere che una drow desiderasse soltanto vivere indisturbata, in una semplice casa come tante altre alla periferia di Beregost.
In un certo senso, hanno vinto loro. Perché la strega di cui tanto parlavano alla fine è arrivata davvero. È venuta a prenderli, volando su ali di tenebra e gelo. Nella notte e nel buio maledirà i loro figli, brucerà le loro case, distruggerà il loro raccolto. Ghermirà le loro vite, ne spezzerà il filo con i suoi artigli velenosi.
Un sorriso increspa il volto bellissimo della strega mentre il non-morto rientra in casa e le prime urla squarciano il cielo dell’inverno. Il pianto e le grida dei rivvil si mescolano al rombo del vento, e in pochi minuti decine di altri cadaveri dagli occhi spenti si aggirano per le case, incuranti del morso del gelo e della neve che danza vorticando e appiccicandosi ai loro visi esanimi.
I pochi che riescono a scampare ai non-morti incontrano il ferro della sua arma e il fuoco implacabile della sua magia.
Solo quando l’ultimo respiro si spezza la strega decide che può bastare. Affranca i non-morti dal suo dominio, lasciandoli liberi di vagare senza scopo tra le rovine delle case. D’ora in poi infesteranno la foresta, portando l’ombra del suo rancore e della sua vendetta su altri maledetti rivvil. Un ultimo sguardo alle fattorie devastate e la strega si volta. Si stringe nel mantello nero e senza lasciare tracce scompare oltre il cerchio degli alberi, dileguandosi nella notte e nel buio.
  
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