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Autore: rei22688    11/09/2008    1 recensioni
Prendete un povero adolescente casinista e un po' sfigato, aggungete l'amica di infanzia per cui lui si è preso una cotta paurosa, metteteci il migliore amico che è nel bel mezzo di un bel triangolo amoroso e infine uniteci due shinigami che devono risolvere un graaaaande problema. Ecco a voi shinigami no party!!!
Genere: Romantico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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boh

Shinigami no party!

 

Ecco il secondo parto della mia mente malata!! Come fic è totalmente diversa da Hinata no Valkiries (che porterò avanti insieme a questa), soprattutto i protagonisti sono mooolto diversi, addirittura atipici, soprattutto come coppia. Ma bando alle ciance!!! Ecco a voi...SHINIGAMI NO PARTY!!! (buuuuuh!!! Gasati di meno!!! ndT'utti) (Cattivi!!ç.ç ndMe)

 

-CHE COSA?! MA NON E’ POSSIBILE!-

C’era il più totale caos nell’aldilà. In quel mondo, che a rigor di logica dovrebbe essere l’apoteosi della perfezione, si era verificato un errore, e certo non un errore da poco.

Tutti erano in fermento: mai, sin dalla creazione dell’universo, era mai capitato  un tale imprevisto nella rigorosa organizzazione ultraterrena.

Tsunade, shinigami capo della sezione est, era sulla sua scrivania con le mani nei capelli. Ma proprio a lei doveva capitare una tale incombenza? A causa della tensione accumulata, dello stress e della considerevole quantità di cattivo umore, quando aprì bocca fu un boato quello che ne uscì: –SHIZUNEEEEEEEEEEEEEEE!!!-

Una giovane donna dai corti capelli neri entrò subito nel disordinato ufficio della shinigami: -E-eccomi Tsunade-sama!-

Si irrigidì quando l’altra puntò lo sguardo furioso su di lei: -ALLORA?! Hai parlato con i Fukijin?!-

Shizune non poteva fare a meno di tremare: quando Tsunade si arrabbiava era peggio di un oni a digiuno da una settimana: -S-si Tsunade-sama…-

-E CHE TI HANNO DETTO?!-

L’altra deglutì, ora si che si sarebbe infuriata davvero: -C-che l-loro non ne sanno niente…-

La shinigami sbattè le mani sulla scrivania: -CHE COSA HAI DETTO?!-

La povera Shizune fece un salto per lo spavento: -M-mi perdoni Tsu-tsunade-sama…-

Nel vedere la sua sottoposta così tesa, la donna prese un sospiro e si calmò: -No, piuttosto scusami tu Shizune… Sto ingiustamente sfogando su di te la mia arrabbiatura…- si alzò dalla scrivania, andando a guardare fuori dalla finestra dell’ufficio con aria pensierosa.

Rincuorata dalle ultime parole del suo capo, la shinigami si fece più vicina: -E’ comprensibile Tsunade-sama… Purtroppo è capitato un fatto alquanto increscioso… e proprio sotto la sua giurisdizione…-

La bionda shinigami annuì sconsolata: -Già… Proprio nella mia zona… Ma come è potuto accadere?-

Shizune sospirò: -Io non lo so… Anche i Fukijin hanno detto che non dipende da loro… Dicono che è successo e basta!-

Tsunade si lasciò sfuggire un sorriso ironico: -Un errore nel libro dei morti non è una cosa che succede e basta…-

L’altra scosse la testa: -Non so che dire… Sembra che persino gli shinigami di più alto rango ed i Kami stessi siano nella più completa confusione.-

La shinigami, lo sguardo fisso alle cupe lande dell’aldilà attraverso il vetro, annuì: -Capisco… Sembra proprio che tutto ciò sia opera di qualcuno che sta davvero in alto, ancora più dei Kami!-

Shizune la guardò sconcertata: -M-ma… di chi parla Tsunade-sama?! Chi può stare più in alto dei Kami?-

Tsunade le sorrise divertita: -Ma come? Mai sentito parlare di destino Shizune?-

L’altra la guardò sconcertata: -Come?-

Scosse la testa: -No, niente… Su, vai a chiamarmi due shinigami!-

-Chi le devo chiamare? Ne vuole una coppia in particolare?-

Sul volto della shinigami comparve un sorriso maligno -Portami qui… Loro!-

Shizune sembrò capire al volo, esibì un sorriso simile a quello del suo capo: -Ma certo Tsunade-sama! Saranno qui fra poco! Hi hi!-

E con un “Puff” Shizune si dileguò dalla stanza.

-Ehi Shikamaru… Hai visto che casino qui intorno? Deve essere successo qualcosa…-

Su un vasto prato, parte dei giardini della sezione est, una graziosa shinigami dalla fluente chioma biondo platino stava tranquillamente seduta a guardare il viavai di shinigami di alto rango che da qualche ora animava le vie dell’aldilà.

-Tsk…- questa l’eloquente risposta del suo compagno, un giovane shinigami con un bizzarro codino nero ed una sigaretta accesa in bocca che stava pigramente sdraiato a terra.

Lei sbuffò: -Che risposta esauriente!-

L’altro sbuffò a sua volta: -Ino… Ma che vuoi che mi interessi di quello che sta accadendo? Noi siamo shinigami semplici, i nostri problemi sono altri!-

Ino incrociò le braccia irritata: -Bah! Ti potrebbe cadere il cielo in testa e tu manco ti sposteresti!-

Lui sorrise ironico: -Beh mi sembra ovvio… Io abito SOPRA il cielo!-

Per tutta risposta, lei gli tirò un colpo in testa: -Deficiente! È un modo di dire!-

-INOOOOOOOOO! SHIKAMARUUUUUUUUUUU!-

Sentendosi chiamare con tanta veemenza, i due alzarono lo sguardo, o meglio, Ino alzò lo sguardo, mentre Shikamaru non riusciva manco a girare la testa a causa del forte dolore. Videro subito Shizune che correva verso di loro.

Subito la bionda si alzò in piedi: -Buon giorno Shizune-san! Sai dirmi che cosa sta accadendo qui?-

L’altra si fermò vicino a loro ansimando: - È proprio di questo… che sono venuta a parlarvi!-

Alzandosi, Shikamaru sospirò: -Ecco! Nuova seccatura in vista!-

Subito Ino gli tirò una gomitata in pieno stomaco che lo fece ritornare a terra tra atroci dolori rivolegndosi poi di nuovo alla collega: -Oh non ci badare! Ogni tanto butta fuori delle frasi a caso!- intanto rideva nervosamente.

Shizune scosse la testa: -Non è il momento! Dobbiamo subito correre da Tsunade-sama!- e, detto questo, si mise a correre nella direzione da cui era arrivata: -Forza seguitemi!-

Ino si mise a correre con aria dubbiosa: -Ma cosa…-

Shikamaru invece, buttata via la sigaretta, sbuffò scocciato: -Te l’avevo detto che sarebbe stata una scocciatura!-

Come entrarono nell’ufficio di Tsunade, i due notarono subito la strana espressione della donna: crucciata e nervosa, con un abbondante pizzico di ansia: -Buon giorno Tsunade-sama!- e si inchinarono.

Lei spostò lo sguardo sui fogli sulla sua scrivania: -Bando ai conenevoli! Sedetevi perché sarà una cosa un po’ lunga!-

I due ragazzi presero posto sulle due sedie di fronte alla scrivania, la prima a parlare fu Ino: -Di che cosa doveva parlarci?-

La donna, abbandonati in un angolo i documenti che stava consultando, appoggiò il mento sulle mani intrecciate: -Immagino vi sarete accorti del parapiglio che si sta creando tra le alte gerarchie vero?-

I due annuirono.

-Ma non avete idea di che cosa si tratti…-

Annuirono di nuovo.

Si lasciò sfuggire un sorriso: - È per questo che voi siete qui… SHIZUNE! IL LIBRO!-

Shizune entrò nell’ufficio, reggendo a fatica un enome libro rilegato in pelle marrone cupo, con le guarnizioni in bronzo e dalle pagine piuttosto ingiallite.

-Appoggialo sul tavolo!-

Eseguito l’ordine, la shinigami se ne andò senza congedi.

Alzandosi in piedi per poterlo ossevare meglio, Tsunade si rivolse ai due shinigami: Voi sapete cos’è questo?-

Alzandosi a loro volta, i due notarono che sulla copertina, come incise a ferro e fuoco, troneggiavano i kanji della vita e della morte, accompagnati rispettivamente da un’alfa e un’omega.

A quella vista i due shinigami rimasero a bocca aperta, per quanto loro fossero di basso rango non potevano non conoscere quel testo; chiunque abitava la volta celeste conosceva molto bene quel libro dall’aria cupa e solenne: -Ma questo è il Libro dei morti!!-

Nel vedere i due shinigami così sorpresi, Tsunade non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata: -Non proprio… Questa è una copia che noi capi sezione abbiamo a disposizione… qui ci sono solo i morti di mia giurisdizione… quelli dell’est!-

I due annuirono incantati dalla visione di quel volume, anche se non era proprio quello originale, per due shinigami di basso rango e sempliciotti  come loro si trattava di un vero e proprio tesoro.

-Comunque…- i due vennero riscossi dal loro torpore: -Ora vi mostrerò il motivo di tanta agitazione!-

Tsunade iniziò a scorrere le pagine, piene di nomi e di date, quelle di nascita e morte, riguardanti tutte le persone che di lì a poco avrebbero lasciato il mondo terreno.

Tsunade si fermò su una pagina, il suo dito iniziò a scorrere i nomi, finchè non si fermò: -Eccolo! Guardate!-

I due si sporsero a leggere: -Inuzuka Kiba…- la bionda storse il naso: -Che nome strano!-

Tsunade si allungò a guardare insieme a loro: -Ecco, guardate che è successo!-

I due giovani iniziarono a guardare il suo nome e le date a cui era affiancato… e lì rimasero attoniti.

Il libro dei morti è quello che stabilisce la durata della vita terrena di ogni essere. Solo tre sono i dati che vi sono inseriti per ogni individuo: nome, data di nascita e data di morte, inderogabili e tassativi, per tutti meno che per lui, Inuzuka Kiba.

 

 

*Itsumo nara ANATA no SAIDOSHI-TO de kurmuma wo suberasu precius night KIANSERU no denwa ni uso no nioi kidzu…* una mano sbucò di malavoglia da sotto un bozzolo di coperte; a tentoni iniziò a cercare la sveglia sul comodino, raggiungendo il tasto per spegnerla.

Soffocata dalle spesse coperte e dal sonno, una voce di ragazzo, piuttosto impastata in verità, risuonò dal bozzolo: -Che palle… È già ora di alzarsi…-

Il giovane in questione provò a far uscire il viso dal bozzolo di coperte: -Uhm… troppo freddo…- e tornò sotto.

-KIBAAAAAAAAAA! MUOVITI CHE SEI GIA’ IN RITARDO!-

Il ragazzo si rigirò sotto le coperte: -In ritardo? Ma se quando ho spento la sveglia aveva appena iniziato a suonare…-

Per tutta risposta Hana, la sorella di Kiba, entrò come un tuono nella stanza: -DEFICIENTE! La tua sveglia ha suonato per ben dieci volte prima che tu ti decidessi a spegnerla! Sono le sette e mezza!-

Il giovane la guardò stranito, era troppo presto per lui per arrivare a comprendere ciò che la sorella gli aveva detto.

Lei sbuffò roteando gli occhi scocciata: -Temari sarà qui fra otto minuti!-

A quel punto Kiba sembrò aver afferrato il senso delle parole della sorella: -CHE COSA?!?! CAZZO È TARDISSIMO!! TEMARI MI UCCIDERA’!- e, come un fulmine si precipitò in bagno.

Kiba inuzuka è un ragazzo come tanti, il classico sedicenne: molta energia, pieno di amici, poca voglia di studiare, amante della musica e del divertimento. La sua vita è un continuo altalenarsi fra scuola, amici e casa, in cui abita con la madre Tsume e la sorella maggiore Hana, senza dimenticare il suo fedele cane-bue (come era solita chiamarlo la sorella) Akamaru.

Dopo essersi preparato ad una velocità tale da fare invidia a quella del suono, Kiba si fiondò giù per le scale, non notando un evidente ostacolo, una ragazza dalla bionda chioma che stava salendo, finendole irrimediabilmente addosso: -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!- … Il risultato potrete immaginarlo da voi.

Dopo aver rotolato insieme per quasi un’intera rampa di scale, i due finirono lunghi distesi sul pavimento del piano terra.

Kiba, finito sopra, si rialzò sui gomiti, massaggiandosi la testa dolorante: -Ahia… Scusami tanto…-

Sotto di lui c’era la già citata ragazza bionda: -Bah! Stai zitto almeno! Accidenti che male!-

Come si accorse della ragazza sotto di lui, Kiba si rialzò di scatto, nascondendo il rossore con un sonoro sbuffo, trasformando l’imbarazzo in finta irritazione: -Gentile come al solito eh?! Buon giorno a te Temari!-

Lei si rialzò a sedere massaggiandosi il fondoschiena: -Stupido… Invece di fare l’offeso muoviti che siamo già in ritardo!-

Lui le porse la mano per aiutarla: -Se se… Dai alzati che andiamo!-

Aiutata dall’amico, la ragazza si rialzò velocemente. Raccattate le loro cose ed infilate le scarpe, i due corsero fuori dalla porta: -Ciao mamma, ciao sister! Io vado!- -Buona giornata Tsume-san, Buona giornata Hana-chan!-

Le due si affacciarono dalla porta della cucina sorridendo cordiali: -Buona giornata Temari! Kiba non combinare guai!-

Il giovane sbuffò scocciato “Lei la salutano, invece a me fanno le raccomandazioni da moccioso!”: -Se se…  Ciao!- e, seguito dall’amica, iniziò a correre.

Dopo qualche decina di metri la bionda buttò un occhio sull’orologio: -Possiamo anche camminare, siamo meno in ritardo di quanto pensassi!-

Rincuorato dalle parole dell’amica, Kiba smise di correre, affiancandosi a lei che già aveva iniziato a camminare: -Sei sicura che non siamo in ritardo?-

Temari sospirò esasperata: -Si Kiba… Stai tranquillo!-

L’altro si stiracchiò le braccia soddisfatto: -Meno male… Stamattina sono talmente stanco che non so se sarei riuscito a correre!- seguì un sonoro ed eloquente sbadiglio.

La bionda roteò gli occhi esasperata: -Ovvio… Se passi le tue notti a giocare a quegli stupidi videogiochi…-

Lui la guardò sconvolto, per poi iniziare a parlare con fare melodrammatico: -Temari!! Ma non puoi dire queste cose! Cioè… ieri sera ho sconfitto Raido!! Capisci?! RAIDO!-

Lei roteò gli ochhi esasperata: -Si, si certo… Intanto la mattina sei conciato peggio di uno straccio! Ma guardati… Hai delle occhiaie paurose! Sei sicuro di sentirti bene?-

Kiba si battè il pugno sul torace tutto orgoglioso: -Ma certo!! Sono una roccia io!!- poi un sorriso furbo si dipinse sul suo volto: -Ehi! Sbaglio o ti stai preoccupando per me?-

Lei arrossì fino alla radice dei capelli: -Stupido! Mi sto solo informando! Sai bene che se tu ti sentissi male dovrei essere io a rendere conto a tua madre! Baka!- e corse via per nascondere il rossore che le era apparso sul viso.

Stupito dalla reazione della ragazza Kiba la guardò mentre si allontanava “Ma dove sta correndo?” poi finalmente si accorse di essere rimasto solo: -EHI CAZZO TEMARI ASPETTAMI!- e corse dietro all’amica.

Poco lontano, due ombre sedute sul ramo di un albero acquisirono nitidezza: -E così sarebbe lui…-

Shikamaru annuì, gettando via il mozzicone di sigaretta: -Si, quello coi segni rossi sul viso.-

Ino sorrise soddisfatta: -Carino! Anche se ha un po’ l’aria da scemo…-

L’altro scosse la testa sbuffando: -Ino… Non deve diventare il tuo nuovo fidanzato. Lui è la nostra missione!-

Per tutta risposta lei gli fece una linguaccia: -Si nonnino… Stavo solo dando un giudizio di qualità!- poi fece un sorriso sornione in faccia al compagno: -Sei geloso?-

L’altro sospirò esasperato alzandosi in piedi: -Bah! Su sbrigati che dobbiamo seguirli!- e, detto questo, svanì in una nuvola di fumo.

-Ehi aspettami baka!- e anche Ino svanì come il compagno.

 

Appena giunti a scuola, i due incrociarono un ragazzo con il viso coperto dal cappuccio del cappotto scolastico ed un paio di vistosi occhiali da sole sul naso.

Come lo vide, Kiba alzò la mano salutandolo vivacemente: -Ehi buon giorno Shino!-

L’altro si limitò ad alzare lievemente la mano: -‘giorno Kiba!-

Il bruno sospirò: -Bah! Girato come al solito tu eh?-

L’altro non sembrò turbato dal commento: -Non so di che parli… Comunque buon giorno Temari.-

-Ciao Shino!-

-Prima è arrivato Ebisu-sensei… Dice di avere con sé i compiti di scienze…-

All’udire quelle parole Kiba sbiancò: -CHE COSA?! Oh no… Vedo un trenta nel mio futuro!-

Temari sospirò: -Kiba… Ma perchè finisce sempre così?-

Lui per tutta risposta sbuffò imbarazzato scostando gli occhi da quelli di lei: -Non è colpa mia… è che non ci capisco un cavolo di quella roba!-

Lei gli si piantò di fronte, col naso ad un centimetro dal suo: -Inuzuka Kiba non dire stupidaggini! Tu non sei uno stupido! È che non studi abbastanza! Lo sai benissimo!-

Il bruno roteò gli occhi: -Se se nonna… Pensala come ti pa…-

-KIBAAAAAAAAAAAAA!!-

Come il ragazzo voltò il viso, un uragano biondo gli si attaccò alle spalle: -AMICO MIO!-

Pur mancandogli il respiro a causa della stretta, ebbe la forza di rispondere, seppur flebilmente: -Ciao Naruto…-

Il suddetto uragano biondo gli mostrò un sorriso a tremila denti: -Kiba… È vero che tu sei mio amico e che mi vuoi tanto bene?!?!-

Kiba, lievemente alleggerita la stretta, lo guardò perplesso: -Confermare quello che hai detto sarebbe un po’ gay… Diciamo che ti trovo simpatico.-

Naruto neanche badò alle parole dell’amico e si rivolse a lui con occhi supplichevoli e un po’ luccicosi: -Kiba… Ho un problema!!-

Il bruno lo squadrò annoiato: -Il solito?-

L’altro annuì con le lacrime agli occhi, Kiba sospirò: -Ne parliamo all’intervallo…-

Finalmente il biondo si scollò dalla sua schiena: -Meno male! Perché sono davvero nei guai stavolta…-

Sia Kiba che Temari lo guardarono sconsolati: -E quando mai non sei nei guai con “quel” problema… Anzi.. QUEI problemi…-

 

-Bene ragazzi! Ho qui le vostre verifiche! Ora le appoggio sulla cattedra ma sappiate che il posto più adatto a loro è il cestino!-

Ebisu sedeva alla cattedra, lo sguardo furioso nascosto dagli occhiali da sole che l’uomo era solito portare a causa di un problema alla vista.

-Ma se fan così schifo perché non li brucia direttamente e non mette un sessanta politico?- con questa battuta, Kiba generò una serie di risate nella classe e si beccò un cinque da Naruto, mentre Temari gli mollò un’occhiataccia.

Il professore fece un ghigno poco amichevole: -Bene Inuzuka, mi fa piacere che tu sia di buon umore oggi… Perché sappi che il tuo è stato uno dei compiti peggiori!-

A quelle parole Kiba abbassò lo sguardo frustrato, mentre Temari si sbattè una mano sulla fronte, sconsolata “Deficiente!”

-Ma iniziamo subito a distribuire questa sfilza di orrori…- il professore prese in mano la pila di compiti distribuita nel solito ordine, dal voto più alto al più basso –Hyuga! Complimenti, cento su cento!-

Una graziosa ragazza dai lunghi capelli scuri si avviò verso la cattedra; come prese il compito, notò che Naruto le faceva il segno della vittoria e gli sorrise dolcemente.

-Haruno! Novantanove su cento! La prossima volta più precisione negli enunciati delle leggi di Keplero: le ellissi hanno “un fuoco” in comune, non “il centro”. Comunque molto bene.-

Si alzò una ragazza dai pittoreschi capelli rosa, anche lei, dopo aver preso il compito, ricevette il segno della vittoria da Naruto, ma lei rispose lanciandogli un bacio.

-Sabaku! Novantanove su cento! Attenta anche tu! I pianeti retrogradi sono Venere e Urano, non Venere e Nettuno.-

Temari si alzò per prendere il suo compito e voltandosi vide Kiba che le sussurrava scandendo bene: -S-e-c-c-h-i-o-n-a!-

Lei gli fece una linguaccia e si sedette.

-Uchiha! Novanta! Peccato tu non abbia risposto alla domanda sul muro di Plunk.- un bel ragazzo moro si alzò dal banco per prendere il suo compito, notando a malapena il medio volgarmente mostratogli da Naruto.

-Aburame! Ottantacinque! Non basta che mi spieghi di che parlano le tre leggi di Keplero! Lo sai che voglio gli enunciati.-

Appena Shino si sedette al banco, il professore annunciò con aria solenne: -Ecco! Ora sono finite le sufficienze!-

-EEEEEEEEEEEEEEEEEEH?!- tutta la classe rimase allibita. Loro non brillavano certo per intelligenza e impegno, anzi, spesso e volentieri i professori gli ricordavano il fatto che la media della loro classe era tra le più basse dell’istituto, sorretta a malapena dai già citati ragazzi che spesso ottenevano punteggi ottimi agli esami, comunque non si aspettavano certo di fare un compito con solo cinque voti al di sopra del sessanta.

-Bene! Akimichi! Cinquantotto! Hai sicuramente studiato… Ma il tuo compito è pieno di errori di ortografia e oltretutto sei andato fuori tema in due domande, lasciandone tre in bianco… Così non è sufficiente!-

Un corpulento ragazzo con le mani tutte unte e piene di briciole di patatine si alzò mesto e prese il suo compito con la lentezza di un bradipo; probabilmente ci sperava davvero nella sufficienza.

 

-Poveretto! Guarda quel grassone che faccia! Deve essergli andato male qualcosa… Cosa sono quei fogli che hanno in mano Shika?- Su un albero vicino alla finestra, i due shinigami guardavano incuriositi la consegna dei compiti.

Rilasciando una nuvola di fumo, il moro scrollò le spalle: -Non so… Quel tizio di fronte agli altri li ha chiamati “verifiche”…-

La bionda scosse la testa: -Così ne so quanto prima Shika! Ma quand’è che la consegnano a Kiba? Son curiosa di vedere se sarà felice o triste…-

Il moro si alzò dalla sua posizione semisdraiata, mettendosi a sedere: -Non so… Immagino però che non sarà felice… Vedi? Più va avanti più chi va a prendere il foglio è triste… A rigor di logica penso che siano in ordine dal migliore al peggiore…-

Ino  lo guardò irritata: -Tu sai sempre tutto eh?-

Lo shinigami prese una boccata di fumo: -Uso solo il cervello… Uhm sono quasi finiti… Tra un po’ toccherà a lui!-

-Uzumaki! Trentacinque su cento! E la prossima volta ti metto zero se alla domanda sul paesaggio lunare rispondi di nuovo “Mi dispiace, non ci sono mai stato!”!-

L’intera classe si cacciò a ridere, specialmente la ragazza coi capelli neri e quella coi capelli rosa; Naruto si alzò in piedi per ritirare il suo compito: -Si però non può dire che non ho scritto una cosa giusta… è vero che non ci sono mai stato!-

Il professore sibilò a denti stretti: -Vieni a prendere il tuo compito!-

Naruto corse a prendere la verifica e si risedette vicino a Kiba: -Cavolo amico! Sembra che stavolta la sfida l’abbia vinta tu!-

Il bruno sorrise: -Già! Sono sempre il migliore!-

-E il compito peggiore stavolta è quello di Kiba Inuzuka! Trentadue su cento! E la prossima volta evita di fare disegni osceni sulle righe per le risposte o ti metto zero tagliato!-

Kiba si alzò tra fischi e grida dei compagni: -Inuzuka sei il migliore! È lui il vincitore! Vai così! Sei un grande!-

Il professor Ebisu sbattè una mano sulla cattedra. –Non c’è niente da ridere massa di somari! E tu Inuzuka perché ridi tanto?!-

Il ragazzo aveva un bel ghigno stampato un faccia: -Perché? E me lo domanda? Io mi aspettavo minimo un trenta! Sono andato di ben due punti sopra le mie aspettative!-

Mentre Kiba ritirava il compito dal professore una nuova ondata di risate invase la classe. Temari era una delle poche persone che non ridevano affatto, anzi, sembrava anche abbastanza seccata dall’atteggiamento dell’amico “Stupido! Ma perché diavolo si comporta sempre come un buffone?!”

Proprio in quel momento suonò la campana che segnava la fine dell’ora: -Bene ragazzi! Domani portate le verifiche firmate da un genitore! Buon giorno a tutti!-

Finita l’ora di Ebisu, i ragazzi avevano un’ora di buco, in quanto la professoressa Yuhi era in maternità solo da una settimana e non era ancora stato trovato un sostituto, così Temari ne approfittò per andare a dire due parole al suo amico.

Si avvicinò a lui, tirandolo per una manica: -Kiba…-

Il ragazzo, che stava allegramente chiaccherando con Choji si voltò allegro verso di lei: -Si Temari? Che c’è?-

Lei si limitò a guardarlo stizzita; nel vedere quell’espressione da parte della ragazza, lui sbuffò esasperato: -Ti prego… Non la solita solfa…-

-Ma non sei nemmeno un po’ preoccupato?-

Lui scrollò le spalle irritato: -Non capisco che motivo ci sia…-

Il suo sguardo cambiò, diventando una maschera di apprensione: -Kiba… Lo sai che di questo passo rischi la bocciatura… Se solo lasciassi che io ti dia una mano…-

Nel vedere la sua amica con quella faccia, Kiba voltò lo sguardo agitato: -Ancora con questa storia? Lo sai che mi…-

-KIBAAAAAAAAA!- solito urlo, solito uragano biondo, solito Naruto.

Salvato in corner, il bruno si voltò verso la bertuccia già attaccata alla sua schiena: -Si Naruto?-

-Non possiamo anticipare la nostra discussione? Ne ho taaaaanto bisogno!!-

Il bruno lanciò una veloce occhiata a Temari che, già sapendo che cosa avrebbe fatto lui, aveva abbassato gli occhi mesta.

Sentì una stretta allo stomaco nel vederla così, in fondo si comportava in quel modo perché era preoccupata per lui. Con una mano le scompigliò i capelli, mettendo a dura prova la sua complicata acconciatura: -Dai ne parliamo dopo! Prometto che ti ascolterò!-

Temari lo guardò mentre usciva dalla classe con Naruto: lei lo conosceva bene, sapeva che lui pur facendo lo spaccone era preoccupato. Kiba era così: mai una volta che, pur trovandosi in guai seri, chiedesse un aiuto o mostrasse qualche segno di debolezza. Lui voleva mostrarsi forte ed indipendente, questo perché nella sua famiglia era lui l’uomo di casa.

Temari non potè fare a meno di sospirare: -Kiba…-

 

-Allora che è successo stavolta?-

I due ragazzi, mani nelle tasche, camminavano fianco a fianco salendo le scale dell’istituto.

Il biondo sospirò triste: -E che vuoi che sia successo…- saliti sul tetto della scuola, i due si sedettero sul pavimento contro la porta chiusa.

Kiba sorrise ironico: -Non mi dire… Hinata e Sakura?-

Naruto annuì. Da qualche mese quelle due ragazze erano diventate fonte di grande afflizione per il povero ragazzo. Infatti le suddette fanciulle erano entrambe innamorate del bel biondino e lui, poveraccio, non sapeva proprio quale scegliere.

Questo triangolo che tanto preoccupa il povero Naruto era nato più o meno in questo modo: sin dai tempi delle medie, naruto aveva sempre avuto una bella cotta per Sakura che, come nelle più classiche storie adolescenziali, non lo guardava nemmeno, spasimando invece per il più maturo e affascinante Uchiha Sasuke. Allo stesso tempo Hinata era già perdutamente innamorata del ragazzo ma, troppo timida anche solo per instaurare un dialogo, era sempre rimasta nell’ombra. Arrivò così la rima superiore, anno in cui Naruto e Hinata finirono in classe insieme. Destino volle che, in un modo o nell’altro, i due facessero amicizia e che Naruto, intenerito dalla dolcezza e dai modi gentili della ragazza, avesse iniziato a provare una certa simpatia nei suoi confronti, pensando di arrivare anche ad iniziare un rapporto serio. Ma il destino ci si mise un’altra volta: arrivò la seconda superiore, e ai due si aggregò anche Sakura, stavolta inaspettatamente infatuata del ragazzo. La ragazza dai capelli rosa era sicuramente molo più decisa e combattiva della mora, così, aiutata anche dal fatto che lui un tempo era stato cotto di lei, si mise a fargli una corte a dir poco spietata e riuscì a creare una vera e propria confusione sentimentale nel ragazzo.

Kiba lo guardò tra l’incuriosito e l’irritato: -Allora? Che è successo stavolta?-

Il biondo fece l’ennesimo sospiro: -Ieri pomeriggio Sakura-chan mi ha chiesto di andare al cinema insieme ed io ho accettato. Abbiamo passato quasi tutto il pomeriggio assieme e mi sono trovato abbastanza bene con lei… Tanto che alla fine, quando ci siamo separati, io ero quasi sicuro di aver fatto la mia scelta, tanto che pensavo di dirglielo proprio oggi…-

Kiba sospirò: -Beh e allora meglio no? Sai che come scelta non è certo quella che approverei… Ma del resto sei tu che devi scegliere quale ragazza preferisci! Perché sei così mogio se hai preso la tua decisione?-

L’altro gli rivolse uno sguardo disperato che inquietò non poco il povero Kiba: -Non ho ancora sceltooooooooooo…-

Scostandosi un po’ da quegli occhi lacrimosi, il bruno lo guardò scocciato: -Che vuoi dire?-

Naruto si mise a piagere disperato: -Che sono ancora indecisoooooooooo…-

L’altro gli diede un pugno in testa: -NARUTO UN PO’ DI CONTEGNO!!! Perché sei ancora indeciso? Hai detto che ieri eri lanciatissimo no?-

Il biondino tirò su col naso:  -Ieri, dopo essermi separato da Sakura, ho pensato di fare un giretto a Shibuya e lì ho incontrato Hinata…-

Kiba sospirò: -Ahia…-

Naruto annuì mesto: -Già… Ahia… Perché quando l’ho salutata lei mi ha rivolto quel docissimo sguardo imbarazzato…- al solo parlare della ragazza, Naruto fu preso da uno strano raptus da  carineria: i suoi occhi erano tutti un luccichio e si teneva le mani sulle guance arrossate dalla foga del racconto: -Aveva le gote tutte rosse… ERA UN AMORE!-

Il ragazzo lo guardò disgustato: -Naruto… Stai parlando di una ragazza, non di un animaletto! E smettila con quel tono che sembri un finocchio!-

L’altro sbuffò offeso: -Certo che tu non sei proprio d’aiuto eh?! Comunque poi mi è venuta l’idea di invitarla a mangiare qualcosa con me in un ramen shop non molto lontano dal 109…-

Kiba iniziò a capire l’antifona: -Ahia…-

Naruto era di nuovo alle lacrime: -Dopo mangiato siamo stati insieme tutta la sera… E MI SONO TROVATO BENISSIMO ANCHE CON LEI!!-

L’amicò si battè una mano sulla fronte: -Lo sapevo…-

Il biondo piangeva ormai a dirotto: -Dimmi che cosa devo fare Kiba… Mi piacciono entrambe! Appena penso di amarne di più una ecco che spunta l’altra a smentirmi completamente…-

Il bruno sospirò: -E che cavolo Naruto… Ma come fai a cacciarti sempre in situazioni del genere?-

L’altro si mise le mani tra i capelli: -E CHE CI POSSO FARE SE MI PIACCIONO ENTRAMBE?!-

Kiba gli lanciò uno sguardo scocciato: -Devi essere più deciso Naruto! Cercare di chiarire i tuoi sentimenti e fare una scelta! Ci sarà una ragazza che ti piace più dell’altra no?-

L’altrolo guardò tra lo scettico e l’ironico: -Più deciso dici? Come te con Temari? Ipocrita…-

Kiba, punto nel vivo, si alzò di scatto rosso come un peperone: -CHE DIAVOLO C’ENTRA TEMARI?!-

Naruto si mise a ridere divertito: -Andiamo Kiba… È evidente che ti piace… Ma tu non hai abbastanza fegato per dichiararti!-

Il bruno si mise a fumare di rabbia e di vergogna sotto lo sguardo divertito del biondo, dopodichè aprì la porta che dava sul tetto dell’edificio scolastico, facendo cadere il povero Naruto  a spalle indietro sul pavimento: - Guarda che a me non piae affatto Temari! Lei per me è solo una cara amica! E ora se hai finito con le tue supposizioni da quattro soldi io me ne torno in classe! Tu fai come ti pare…-

Naruto si rialzò ridendo come un matto: -Si si… Vai dalla tua ragazza!-

Il dito medio ricevuto dal bruno, pur essendo una risposta più che esaustiva, non fece altro che far ridere ancora di più il ragazzo.

 

-Uffi! E così è già innamorato di una ragazza eh? Peccato…- Ino si accomodò meglio sulla rete di protezione del tetto –Sarebbe stato interessante farmi un flirt con quel tipo!-

Shikamaru, in piedi al suo fianco, roteò gli occhi esasperato: -Ma tu sai pensare solo a quello? Certo che sei davvero una ninfomane!-

Lei alzò gli occhi al suo viso scocciato, dopodichè si alzò in piedi: -Ehi tranquillo! Lo sai che sei tu il mio preferito... gelosone!- dopodichè gli scoccò un bacio sulla guancia.

Lo shinigami scosse la testa, lievemente rosso in viso: -Sei un caso patologico…-

Lei, piroettando come una ballerina, gli fece l’occhiolino: -Io preferisco definirmi “unica nel mio genere”…-

Shikamaru rise ironico, iniziando già a svanire: -Si va bene però cerchiamo di non perderlo di vista… “Unica nel tuo genere”!-

 

Finito ormai l’orario scolastico, Kiba e Temari camminavano lenti verso casa, accompangati dagli ovattati rumori delle sere invernali e dalla luce aranciata del tramonto.

Kiba si stirò le braccia sodisfatto: -Uhmmm che giornata! A parte quell’ora di buco è passata troppo lentamente! Sembrava non finire mai…-

Temari rise al suo fianco: -Già… In effetti l’ora di Shirakawa-sensei è stata davvero noiosa! Comunque… A proposito dell’ora di buco… Che vi siete detti tu e Naruto? Siete stati via un bel po’ e quando sei tornato in classe avevi una faccia…-

Il bruno iniziò a sudare freddo: -N-non so di che parli…-

Lei rimase un po’ spiazzata dalla sua reazione: -Ma come… Eri arrabbiato nero! Quando ti sei messo a sedere sembrava dovessi spaccare in due la seggiola…-

Il ragazzo era sempre più teso: -Aaaaaaah quello!- Kiba cercava il più possibile di deviare sul motivo per cui era entrato in classe con un diavolo per capello, motivo che ovviamente riguardava le irritanti supposizioni di Naruto.

Ma Temari non era certo una stupida, conosceva Kiba da più di dieci anni, praticamente da che aveva ricordi era sempre stata col ragazzo, quindi lo conosceva come le sue tasche. Era perciò ovvio che si accorgesse di quanto fosse sospetto il suo atteggiamento, ma vedendo che il ragazzo non ne voleva sapere di collaborare si spazientì: -KIBA!-

All’inderogabile richiamo il ragazzo si irrigidì, per poi voltarsi lentamente verso l’amica: -Si?-

 -Di-che-dia-vo-lo-sta-va-te-par-lan-do?!?!- la ragazza scandì per bene le parole, i suoi occhi dardeggiavano fiamme, spaventando così il povero ragazzo che indietreggiò impaurito.

Temari non si fece intenerire, più Kiba indietreggiava, più lei si faceva avanti, finchè lui non rimase bloccato tra la ragazza ed il muretto di un edificio alle sue spalle.

Era ufficialmente nella merda, messo alle strette dalla sua amica storica che, purtroppo per lui, lo conosceva come le sue tasche e sapeva sempre come prenderlo.

Kiba deglutì a vuoto, ora che le avrebbe detto? “Ah sai lui ha cominciato a sfottermi sul fatto che mi piaci da una vita ma io non ho mai avuto il coraggio di dirtelo… Ehi bei capelli oggi!”

No… Decisamente non sarebbe stata una bella mossa! Doveva trovare una scusa… E IN FRETTA!

-F-film p-porno…-

La bionda rimase a bocca aperta: -Ch-che cosa?! C-che cosa hai detto?!-

Ecco… ora lei avrebbe pensato che lui era un porco maniaco: -Parlavamo di alcuni film porno che lui si è procurato e non mi vuole prestare…-

Lei rimaneva muta a fissarlo con una nota di disgusto nell’espressione totalmente assente.

Conoscendo Temari, Kiba sapeva cosa voleva dire quella faccia. Iniziò mentalmente a contare.

“Uno” il corpo di lei iniziò a tremare

“Due” la ragazza digrignò i denti

“Tre”

-E TU GUARDI QUELLA ROBA?!?! SPORCO MANIACO!- e, dopo un ultimo sguardo pieno di disgusto, la ragazza si avviò, lasciando il povero Kiba fermo come uno stoccafisso, mentre ancora si doveva capacitare di ciò che aveva fatto. Quando se ne rese conto si lasciò andare in un lungo sospiro: -Sono un cretino… EHI TEMARI ASPETTAMI!!-

Corse dietro alla ragazza finchè non riuscì a prenderla; come lo vide al suo fianco, la ragazza si voltò a guardarlo seria: -Che vuoi?-

Lui la guardò con aria da cane bastonato: -Sei molto arrabbiata?-

Temari gli fece un’occhiataccia: -Tsk! Porco!- dopodichè accelerò il passo per allontanarsi da lui.

“Ok, è arrabbiata…” –ASPETTA!!- Kiba corse al suo fianco: -Adesso vieni un attimo da me? Dai ti prego… Mia mamma e mia sorella vogliono tanto vederti!-

Lei lo scrutò stranita a causa della proposta appena ricevuta, del tutto fuori luogo rispetto al discorso che stavano facendo, tipico di Kiba Inuzuka… Faceva sempre così: ogni tanto usciva con delle frasi che poco o niente c’entravano col contesto, probabilmente questo a causa del suo scarso QI, incapace di seguire un discorso in maniera coerente, oppure alla sua rara capacità di far dimenticare i brutti pensieri con solo poche parole.

La bionda sospirò: -Ok vengo… Ma solo perché me l’hanno chiesto tua madre e tua sorella.-

Felice come una pasqua, il bruno si incamminò dietro di lei. Non aveva certo fatto pace nel senso puro del concetto, ma conosceva bene Temari e sapeva che già il fatto che avesse accetato di seguirlo era segno che la sua arrabbiatura nei suoi confronti stava già scemando.

Camminavano fianco a fianco, senza dire una parola, in fondo avevano appena litigato no? Eppure lui si incamminava con aria felice, le mani in tasca e la borsa della scuola su una spalla mentre lei aveva un’espressione serena dipinta sul volto, una mano tratteneva la borsa sulla spalla mentre l’altra accompagnava il suo lento ed elegante incedere.

Ormai il sole era già a metà della sua discesa, quando i due amici arrivarono a casa di Kiba. Arrivati nel cortiletto, trovarono ad accoglierli il giunonico cane del ragazzo, Akamaru. Appena li vide, il robusto animale si lasciò andare a mille feste, saltando quasi addosso al padrone, che a stento lo tratteneva a terra: -Ehi Akamaru stai giù! Comportati bene di fronte a Temari!-

La ragazza, sorridendo, iniziò a grattarlo dietro alle orecchie: -Dai Akamaru fai il bravo.-

Le carezze e il tono gentile della ragazza ebbero il risultato di calmare istantaneamente l’agitato quadrupede, che si girò a zampe all’aria per permetterle di grattarle il pancino, col risultato di far ridere a crepapelle Temari, che subito eseguì la richiesta dell’animale, e di far sbuffare sonoramente il padrone: -Tsk! Sempre gentile con le ragazze te eh? Te ne approfitti perché gli piaci!-“Beato te… Voglio essere un quadrupede!”

Temari si rialzò a guardarlo in faccia con aria sorniona: -Che c’è Kiba? Sei geloso?-

Assumendo una tonalità tendente al viola, Kiba si voltò scocciato: -Macchè geloso! Dai andiamo dentro!-

Seguito dall’amica, il ragazzo andò alla porta, infilò la chiave nella toppa e la aprì, ma…

*SBAM* la porta si aprì con uno scatto pazzesco, beccandolo in piena faccia e buttandolo a terra.

-EHI CHI C’E’ QUI FUORI?! SBRIGATI HANA CHE DOBBIAMO ANDARE!!!- Tsume Inuzuka si erse all’entrata in tutto il suo valore di donna vedova ed indipendente: -OH MA SEI TORNATO KIBA! CHE CAVOLO CI FAI QUI PER TERRA?! EHI MA CI SEI ANCHE TU TEMARI!! E’ SEMPRE UN PIACERE VEDERTI!!-

Intanto la ragazza era china sul corpo quasi esanime dell’amico: -KIBA!! Dai Kiba riprenditi!!-

Il poveretto intanto era a terra ancora agonizzante: -Il mio naso… la mia fronte… i miei denti…-

La donna intanto non accennava a smettere di parlare con quella sua voce squillante: -SCUSAMI PICCOLA SE NON MI POSSO TRATTENERE MA IO E HANA ANDIAMO DI FRETTA! ALLORA HANA SONO PRONTE QUELLE VALIGIE?!?! MAMMA MIA COME SEI LENTA TESORO MIO!!-

Sulla porta comparve anche la sorella di Kiba, intenta a sistemare delle valigie: -Eccomi mamma sono qui!-

La donna sospirò di soddisfazione: -OH FINALMENTE SEI QUI!! DAI SBRIGATI CHE DOBBIAMO PARTIRE!!-

Nel sentire quella parola, Kiba si alzò a sedere, incurante del naso che grondava sangue come un rubinetto: -Ehi aspettate un attimo! Partire per dove?!?!-

Mentre finiva di sistemare gli ultimi bagagli sull’auto, la donna rispose alla  domanda: -DOBBIAMO ANDARE A SAPPORO DALLO ZIO TAKEO A DARE UN’OCCHIATA AI CANI DELL’ALLEVAMENTO!! SEMBRA CHE CI SIA UNA SPECIE DI EPIDEMIA E LUI CI HA CHIESTO DI DARGLI UNA MANO!!-

Infatti la madre di Kiba, nonostante la voce eccessivamente squillante e delle maniere che avrebbero fatto invidia a quelle di uno scaricatore di porto, era un rinomato veterinario e la sua clinica, la famosa “Clinica per animali Inuzuka”, era una delle più rinomate della zona e del circondario.

A quel punto il ragazzo sbottò, con una tonalità pericolosamente simile a quella della madre: -E SI PUO’ SAPERE PERCHE’ IO NON NE SAPEVO NULLA DI QUESTA PARTENZA?!-

La donna rispose a tono, come del resto rispondeva sempre: -PERCHE’ ME NE SONO DIMENTICATA! HO SEMPRE LA TESTA PIENA DI IMPEGNI… NON POSSO SEMPRE RICORDARMI DI OGNI COSA NO?!?!-

Ormai il povero Kiba stava fumando di rabbia: -TE NE SEI DIMENTICATA?!?! MA QUANTO CAVOLO HAI INTENZIONE DI STARE VIA?!?!-

La donna ci pensò un attimo su: -DUE SETTIMANE ALL’INCIRCA!! MA DIPENDE DA QUANTO SARA’ IMPEGNATIVO IL LAVORO!!-

Le orecchie di Kiba iniziarono a fumare: -DUE SETTIMANE?!?! ED IO DOVREI STARE QUI DA SOLO IN CASA PER DUE SETTIMANE?!?! MADRE SNATURATA CHE NON SEI ALTRO!!-

Lei, per nulla agitata, scrollò le spalle con aria di sufficienza: -TRANQUILLO!! HO GIA’ DETTO TUTTO AI GENITORI DI TEMARI!! LORO HANNO ANCHE UNA COPIA DELLA CHIAVE IN CASO DI BISOGNO!!-

A quel punto Kiba non ci vide davvero più: -MI STAI DICENDO CHE HAI DETTO TUTTO AI GENITORI DI TEMARI E HAI ANCHE DATO LORO UNA COPIA DELLA CHIAVE MENTRE IO NON NE SAPEVO NIENTE?!?! DANNATA MADRE CHE NON SEI ALTRO!!!-

Ignorandolo completamente, Tsume si mise al volante dell’auto, accendendola: -ALLORA KIBA, NEL FRIGO C’E’ DELLA ZUPPA DI MISO AVANZATA DA IERI, IN CASO DI BISOGNO TI HO LASCIATO DEI SOLDI NEL SOLITO POSTO!! DAI HANA CHE DOBBIAMO ANDARE!!-

La ragazza si avviò di corsa: -Si mamma!- appena fu di fianco a Kiba, gli appoggiò una mano sulla spalla: -Dai fatti coraggio! Lo sai com’è fatta…- e anche lei salì sull’auto, che subito partì per lande lontane, lasciando un attonito Kiba che non faceva altro che guardare con aria da pesce lesso il punto in cui l’auto se n’era andata.

Se ne rimase lì fermo a fissare il vuoto ancora per una mezz’ora buona, quando Temari gli posò una mano sulla spalla: -Credo sia meglio andare dentro…-

Invece di alzarsi, Kiba si mise a fissarla in una sorta di stato catatonico, sussurando parole senza senso: -Madre… due settimane… Allevamento… Genitori… Zuppa di miso…-

La ragazza gli agitò una mano davanti agli occhi: -Kiba? Ci sei?-

-Cani… Chiave… Sorella… Zuppa di miso…-

-Kiba?-

-Valigie… Zio… Partenza… Zuppa di miso…-

-Ehi? Kiba?-

-Epidemia… Frigo… Solo… Zuppa di miso…-

La ragazza sospirò sconsolata “Guardalo… Sembra un vegetale! Sta qui a guardare il vuoto e a farfugliare cose strane sulla zuppa di miso…”. A quel punto le sovvenne un particolare “Ma a lui la zuppa di miso non…”

-LA ZUPPA DI MISO NON MI PIACE RAZZA DI MADRE IDIOTA!! PER QUALE CAVOLO DI MOTIVO PENSI CHE NE SIA AVANZATA IERI EH?!?!-

La ragazza gli sorrise soddisfatta: -Finalmente ti sei svegliato! Sembravi in coma…-

Furioso, il ragazzo prese il polso della ragazza trascinandosela dietro: - Entriamo in casa che è meglio!!-

Attraversò a grandi falcate la porta lasciata aperta dalla sorella e, dopo essersi tolto le scarpe a calci, si fiondò nel salotto, buttandosi a sedere sul divano.

-Grrr! Dannata madre! Come cavolo le è venuto in mente di farmi uno scherzo del genere?! Non ha un minimo di buon senso!-

-Kiba…-

-Andarsene così… Senza dirmi niente! Per due settimane!-

-Kiba…-

-E poi… Chi lo sa se sono davvero due settimane?! Potrebbe anche metterci dei mesi per quello che ne so!-

-KIBA!!-

Il ragazzo si era un po’ rotto le scatole di sentirsi chiamare a ripetizione mentre era impegnato a pensare ai suoi problemi, si voltò di scatto verso Temari: -SI PUO’ SAPERE CHE ACCIDENTI VUO…- si bloccò, nel vedere il viso rosso fuoco della ragazza.

“Ma che ha da arrossire tanto?” poi notò che guardava un punto al di sotto del suo mento, abbassò anche lui lo sguardo e rimase di sasso, fissando la sua mano che ancora stringeva quella di lei.

Subito il ragazzo mollò la presa come se avesse preso la scossa: -Sc-scusami Temari…- il viso rosso fuoco rivolto al pavimento.

La ragazza non lo notò, troppo occupata a nascondere il suo di rossore. Poi un pensiero le attraversò la mente: erano soli in casa di lui, sua madre era appena partita, era quasi sera… ERA SOLA CON KIBA, IN CASA SUA, DI SERA!!!

Si alzò di scatto dal divano, facendo l’impossibile per sembrare calma, infatti quando aprì bocca la sua voce tremava: -I-io devo andare… S-sennò chissà cosa farà Kankuro non vedendomi tornare…-

Kiba, alzandosi dal divano, annuì convinto, infatti aveva appena formulato gli stessi pensieri di lei: -G-già… ha-ai ragione… Ci vediamo domattina! Solita ora?-

Mentre si avviavano alla porta, Kiba sospirò al pensiero di quanto fosse idiota. Con quella mossa da imbecille si era giocato la possibilità di stare da solo con lei almeno per qualche minuto in più.

Erano alla porta quando lei annuì sorridente ma ancora un po’ tesa e frettolosa: -Si, alla solita ora. Vedi di non ritardare. Ciao!- e, aperta la porta, corse fuori agitando la mano.

Sulla soglia, Kiba continuò ad agitare la mano a sua volta finchè non la vide scomparire nell’oscurità violacea della sera appena scesa, a quel punto tornò in casa chiudendosi la porta alle spalle. Sospirando tornò in salotto e si buttò a pancia in giù nel divano, affondando il viso in un cuscino: -Sono un idiota…-

Eh si, Inuzuka Kiba era un idiota! Soprattutto considerando il fatto che aveva osato prendersi una cotta per lei, la sua amica di infanzia, Sabaku Temari,  capo della squadra di palla a volo del liceo, sempre tra i primi cinque nei punteggi degli esami di fine trimestre, bella, intelligente, acculturata, sicura di sé… Praticamente perfetta! E lui cos’era? Uno stupidotto casinista che a scuola non combina niente di buono, perennemente in punizione sia a casa che a scuola, insomma un completo disastro, il cui unico successo è il jujitsu, di cui è già primo dan insieme a Naruto.

-Sono un completo disastro…- non la finiva di struggersi da solo.

-Se ti piace tanto avresti potuto anche accompagnarla a casa!-

-Non ci ho pensato… Sono un cretino!-

-In effeti…-

Un attimo! Ma con chi diavolo stava parlando?!

Alzò gli occhi dal suo divano, guardandosi in giro, senza vedere nulla: -Boh! Me lo sarò immaginato…-

-Eh no! La sottoscritta non è affatto immaginaria!-

Kiba si alzò a sedere, mentre davanti a lui prendeva forma la fluttuante figura di una ragazza dai lunghi capelli biondi, indossava un top ed una gonnellina viola, ai piedi stane calzature che lasciavano le punte delle dita dei piedi scoperte: -Comunque potevi pensarci invece di arrossire come un cretino… Se ti piace tanto dimostralo! Che ne pensi Shikamaru?-

Al suo fianco si materializzò un ragazzo alto e dinoccolato, con un codino scuro sulla testa, vestito con una tuta nera coperta da un gilet imbottito verde: -Io non penso proprio niente Ino! A differenza di te io so farmi gli affari miei!-

A quella risposta la ragazza sbuffò scocciata: -Ma brutto cafone! Sei sempre così irritante…-

Mentre i due discutevano, ad almeno un metro da terra, Kiba li guaradava completamente stordito: -CHI CAVOLO SIETE VOI DUE?!-

Nel vederlo così scosso la bionda si mise a ridere: -Ehi… Lo sai che sei ancora più carino quando ti agiti?- intanto si avvicinava pericolosamente al suo viso.

Kiba, sconcertato da tanta audacia, specialmente da parte di un fantasma, anche se con tutte le curve al posto giusto, indietreggiava spaventato sl divano, quando lei fu a pochi centimetri, lui si rivolse irritato a Shikamaru: -Ehi tu non potresti tenerla a bada?! Non è forse la tua ragazza?!?!-

Shikamaru sbuffò scocciato, estraendo dalla tasca un pacchetto di sigarette: -I Kami me ne scampino da una simile sciagura!-

La bionda scattò verso di lui e gli sferrò un pugno allo stomaco: -COME OSI DIRE CERTE COSE?! Dovresti baciarti i gomiti per avere una partner carina e simpatica come me! E QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON FUMARE?!-

Piegato in due per il dolore, Shikamaru si rivolse a Kiba: -Ecco… Ora capisci perché non la vorrei mai?-

Il povero ragazzo li guardava con tanto d’occhi: -C-chi siete voi?! Venite incasa mia non si sa bene come, siete vestiti in maniera strana e per giunta fluttuate! Siete forse dei fantasmi?! Oppure degli alieni?! O magari degli oni con la parrucca?!?!-

Per tutta risposta, i due lo guardarono con aria schifata: -Oni con la parrucca? Ma quali oni con la parrucca?!-

Irritato dall’aria di sufficienza dei due esseri non ben definiti, Kiba si alzò di scatto a sedere più furioso che mai: -E ALLORA SPIEGATEMI CHI CAVOLO SIETE!-

La biondina si avvicinò a lui ancheggiando nell’aria: -Calmati cuccioletto… Sennò poi ti rovini quell’espressione tutta carina!-

Il poveretto non sapeva più che fare, ormai al colmo della disperazione cercò un po’ di aiuto da parte del moro che già aveva la sigaretta accesa in bocca: -Ti prego dimmi chi siete…-

Ignorato completamente dal moro, si ritrovò ad un soffio dal proprio viso quello della bionda che, sorridendo, gli disse in un sussurro: -Noi siamo Shi-ni-ga-mi!-

Kiba rimase qualche minuto muto a bocca aperta, dopodichè, realizzando ciò che la bionda aveva detto, esplose in un urlo prodigioso: -CHE COOOOOOOOOOSA?!-

 

Ed ecco qui il primo capitolo... Lungo e tedioso come al mio solito... Chissà cosa sarà mai questo famoso "errore" riguardante Kiba, certo che queso piccolo uomo riesce a combinare casini a dir poco inimmaginabili eh? E senza neanche averne l'intenzione!!! E la bella Temari avrà un ruolo in tutto questo? Riuscirà Kiba a svelarle i suoi sentimenti (dai! Potete dirmelo che è una coppia assurda...XD)? E Naruto? Chi sceglierà tra le due signorine che gli fanno la corte? Chi mi conosce sa benissimo quale sarà la sua scelta, comunque sono aperte le scommesse!

Vorrei dire che dedico questa fic a tochan, che mi ha fatto davvero apprezzare questa coppia con la sua fic "Quando guarderai verso di me" che alla fine è ShikaTema ma ha alcuni accenni (moooolto forti!! XDD) a questi due tesori. Cioè, a dir la verità mi piacevano già da prima, però leggendo quella fic, Kiba e Temari hanno cominciato a ronzarmi in testa come due insettini (mii che brutta immagine!!), fichè non sono arrivata a questo. Ne approfitto anche per scusarmi con lei del fatto di non aver recensito gli ultimi capitoli ma ero sotto esame e ho scoperto solo poco tempo fa la conclusione di quelllo splendido racconto. Ora vi saluto, con la speranza di ricevere qualche commento che mi incoraggi o mi distolga dal continuare questo parto della mia mente malata. Un bacione a tutti. ^_____________^

  
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