La polizia ormai bloccava tutte le strade, non permise alla gente di uscire dagli edifici e la piazza era del tutto circondata. L’uomo tutto incappucciato saltava tra i tetti più veloce che mai portando stretto tra le braccia un antico manufatto in rame dalla forma cubica. Si bloccò sul tetto di un palazzo che si affacciava direttamente sulla piazza. Al centro di essa sorgeva un grande piedistallo in marmo, decorato con diverse figure e scene di magnifici draghi e degli uomini. Sulla facciata principale dell’oggetto, sorgeva un semplicissimo orologio che non funzionava che indicava le 12:00 e attorno era decorato con raggi che lo rendevano un bellissimo sole. Al di sotto dell’orologio, si volgevano all’alto uomini, da un lato, e draghi ,dall’altro. Sembravano impauriti e affascinati allo stesso tempo.
“Hey! Idioti, sono qui sopra!” gridò loro l’uomo incappucciato. “Presto! Salite, non lasciatelo scappare!” ordinò il comandante. La polizia entrò nel palazzo e cominciò a salire velocemente verso il tetto.
“Poveri illusi.” Pensò l’uomo in una risatina vedendo che la piazza era quasi del tutto scoperta. Ne approfittò e si gettò su una stradina della piazza rompendo il pavimento e creando una forte folata d’aria che fece ribaltare quei pochi uomini rimasti della polizia.
Furono sul tetto e solo lì si accorsero di esser stati fregati. Il comandate guardò giù e, con aria furibonda, urlò ai poveretti rimasti a terra indolenziti: “ALZATEVI E BLOCCATELO!”
“Troppo tardi.” disse soddisfatto l’uomo. Così, salì sul piedistallo ed immediatamente appoggiò il cubo sul piedistallo cliccando, infine, una sottospecie di pulsante tondeggiante azzurro che sporgeva sulla facciata verso l’alto del cubo. Si sentì un boato in lontananza ed il tempo sembrò fermarsi. Il comandate e i suoi poliziotti rimasero immobili assaporandosi l’amaro gusto del fallimento. Non un misero fallimento, un fallimento che avrebbe portato sicuramente alla distruzione di Giyos e degli altri mondi.
L’uomo pronunciò qualcosa in una lingua incomprensibile. Il boato, accompagnato da strani rumori e suoni, sembrò provenire dalla piazza, ora. Dal cubo, si alzò in cielo un interminabile raggio bianco con diverse sfumature di azzurro.
“NOOOOOOO!” urlò il comandante. L’uomo incappucciato si tolse il mantello e il cappuccio che lo coprivano mostrando un volto che sembrò esser quello di un giovane ragazzo. Sul lato destro del suo volto c’era una lunga cicatrice che partiva dall’occhio a finire sulle labbra come se qualcuno o qualcosa l’avesse graffiato.
“Hm.” fece con una risatina il ragazzo. “Ci vediamo.” e si gettò all’interno del raggio scomparendo alla loro vista. Nessuno si era mai immaginato che quel giorno sarebbe potuto mai arrivare.
L’orologio non funzionante sulla facciata del piedistallo incominciò a funzionare. Si risentì un altro boato accompagnato da un lontano ruggito.
Da quel giorno tutto, e dico proprio tutto, sarebbe cambiato.
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ANGOLO DELL'AUTRICE
Questo è il mio primo fantasy e spero che vi piaccia! Solitamente scrivo storie sul genere horror e, se vi è piaciuta, scrivetemelo nelle recensioni. Come dal titolo di questo capitolo, questo è solo un prologo.
Grazie mille e al prossimo capitolo! :D
Grazie mille e al prossimo capitolo! :D