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Autore: reggina    11/09/2008    3 recensioni
Quando si è ormai arrivati al crepuscolo della vita, ci si volge indietro con nostalgia ma , talvolta, anche con il sorriso soddisfatto e grato di chi tanto ha avuto dalla vita.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Un'alba illanguidita

versa per i campi

la malinconia dei soli morenti

la malinconia culla

con dolci canti

il cuore che s'oblia

nei soli morenti

e strane fantasie

come soli morenti

rossi ardenti sui greti

fantasmi incandescenti

sfilano senza tregua

sfilano come tanti

rossi ardenti sui greti

grandi soli morenti ( Paul Verlaine)

Divido sapientemente le lunghe ciocche di capelli color pece, per poi intrecciarli sulle spalle della graziosa bimbetta ,che sta seduta innanzi allo specchio della mia camera da letto.

"Aih nonna...mi fai male!"

Protesta la piccina con l'aria capricciosa e un pò viziata che si assume a quell'età. difendendo la propria ribellione a tutte le imposizioni delle buone maniere; cercando la manifestazione della propria indipendenza.

Accenno un sorriso e uno sguardo spazientito, quindi riprendo tra le mie vecchie mani i morbidi capelli.

Una punta d'invidia, all'improvviso, mi punge il cuore.

Sono gelosa della giovinezza della mia nipotina, dell'innocenza e della purezza che racchiudono la sua età.

Lo specchio riflette i suoi occhi ingenui e sognatori brillare di vita, la pelle nivea e delicata, forse un poco imperfetta per gli inestetismi causati dall'adolescenza che sicuramente non meritano i giudizi estremamente critici della mia bella fanciulla. Non posso però biasimare le sue insoddisfazioni: alla sua età ero sempre in collera con me stessa, con chi m'aveva tramandato i suoi geni, con il fato e con chi si voglia, per non aver occhi azzurri e capelli di grano come le belle ragazze nordiche d'Europa!

Noto, sotto il suo stretto maglioncino verde, il corpo di bambina che inizia a prendere forme nuove, trasformandosi lentamente in quello di una giovane donna.

Sento lacrime di commozione, di nostalgia, di sentimenti confusi e contrastanti, roteare tra gli occhi arrossati,svelta le ricaccio indietro, rimpadronendomi della nonnina permissiva e giuliva: come potrei spiegare a una novellina, che si è appena affacciata alla vita, a cosa è dovuto il mio turbamento?

La piccola donna di casa!

Dio mio come questo tempo solca veloce le acque della vita!

Sembra solo ieri la prima volta che contemplai quel visino con le guanciotte più rosee che avessi mai visto, e solo quattro ciuffi neri sulla testolina rotonda e spelacchiata, nella sua culletta d'opsedale, con l'ugola più potente dell'intero reparto a strillare a perdifiato alla ricerca della figura materna.

E cge dire di sua madre?

Pare solo ieri l'altro la prima volta che posero quel fagottino, placido e calmo all'apparenza tra le braccia di quella giovane inesperta ma felice che ero quando divenni mamma per la prima volta.

Poi la mia bambina era cresciuta, ogni singolo minuto recava un cambiamento nella sua figura e nella sua personalità, io e suo padre crescevamo insieme a lei e non smettevamo mai d'imparare qualcosa di nuovo.

All'arrivo di un altro bambino in casa eravamo molto più maturi ed esperti come genitori, sebbene questo non sia un ruolo statico, bensì soggetto a repentini mutamenti!

Tra me e me ripetevo che cresceva troppo in fretta, quindi sentivo anche per me il tempo incalzare.

Ma cosa potevo fare?

Per quanto talvolta difficoltoso e triste non c'era altra soluzione dell'adattarsi e accettare il cerchio della vita che, per ogni cosa ,conclude il suo corso.

A breve quella piccina sempre incollata al suo palloncino a forma di Paperino, minuta e graziosa nel suo completo a pois sempre impasticciato e stropicciato, che poneva la sua piccola manina in quella raggrinzita e rugosa della sua nonna fiduciosa e lieta mentre andavano al parco, sarebbe stata il futuro...la donna che avrebbe portato avanti la nostra generazione.

"Va a giocare, bambina!"

La congedo, quindi mi pongo innanzi alla distinta signora di mezz'età che mi rimanda lo specchio.

Scorgo un viso solcato da rughe profonde alle quali sono legate gioie, dolori, affanni, preoccupazioni, letizie e tutto ciò che la vita m'ha donato.

I capelli bianchi e candidi solcati da qualche spruzzo argenteo qua e là, sono raccolti sulla nuca, tenuti ben fermi dalle forcine nere. Gli occhi nocciola, ormai quasi miopi, sembrano però emanare la stessa voglia di vivere e lo stesso calore di quando, tanti anni prima ,venne scattata una della tante foto che adornano il mio spazio da toiletta.

Mi perdo in quel ritratto, confrontandomi con quella sconosciuta che mi rimanda un sorriso lontano quasi da un'altra epoca,. La guardo con la tenerezza e l'amore di una sorella maggiore, dall'alto della mia esperienza di donna ormai saggia e matura.

Com'è lontano il tempo in cui quella creatura, ora scomparsa, aveva mostrato un sorriso fiducioso all'obiettivo del fotografo e al mondo intero; avvolta nei suoi abiti sportivi e orgogliosa del suo nuovo taglio di capelli, appena sopra il collo, poichè si andava sempre più delineando la figura di un maschiaccio.

"Bazzecole!"

Rimprovero l'immagine inanimata, che quasi osa sfidarmi nel suo eterno silenzio, ben sapendo come, tra qualche anno, andra a cercare una sensualità e una dolcezza esclusive del gentil sesso prima estranee, per far breccia nel cuore di un ragazzo, del pezzo mancante per completare il puzzle della sua vita.

"Non disperare...sarai felice anche tu, per molti molti anni!"

Consolo l'immagine, preannunciando un futuro che conosco molto meglio dei pronostici di una veggente.

"Nonna il thè si raffredda!"

La voce squillante e fanciullesca, dal timbro maschile mi riporta alla realtà, alla mia attuale situazione di vecchiaia: non ne sono infastidita o contrariata, anzi ora la accolgo con la serenità e la fiducia di una donna che alla vita deve molti più grazie che recriminazioni.

Mi alzo lentamente e con andatura un pò goffa e incurvata, raggiungo glia altri: cosa avrebbe detto la mia nipotina o la ragazza della foto in bianco e nero che adorna il mio comò, se gli avessi recitato il carpe diem di Lorenzo il magnifico?

Quant'è bella giovinezza/ che si fugge tuttavia/ chi vuol esser lieto sia/ di domani non c'è certezza...

   
 
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