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Autore: GinTB    11/09/2008    3 recensioni
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"Due anni. Erano passati due anni. Ma ogni singolo istante passato in quel piccolo paese le sembrava impresso a fuoco nella mente. Senza emozioni. Le aveva rinchiuse in uno scrigno e sepolte infondo al cuore, in un angolo remoto."

Rosso Fuoco. Marisol credeva di aver represso quelle sensazioni, quel mondo di cristallo che aveva finito inevitabilmente per rompersi. E credeva anche che rivederLo l' avrebbe solo lasciata indifferente. Ma forse, Marisol si sbagliava.

Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quando al cuore non si comanda


 

Ti ricorderò in ogni gesto più imperfetto
Ogni sogno perso e ritrovato in un cassetto
In quelle giornate che passavano in un' ora
E la tenerezza i tuoi capelli e le lenzuola
E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai
Perché se sei felice
Ogni sorriso è oro
E nella lontananza perdonandoti ti imploro
E parlerà di te
È solo che…




 

Le ombre si allungavano sull'orizzonte inghiottendo il paesaggio, la luce tenue degli ultimi raggi del sole illuminava ogni cosa, creando un gioco di colori. Quella che un tempo era una realtà trafelata si era per qualche attimo trasformata in un sogno dalla bellezza sovrannaturale.
La spiaggia era deserta, brulicavano qui e li solo qualche stormo di gabbiani, in cerca forse di qualche avanzo con cui sfamarsi. La leggera umidità portava con sè una fastidiosa invasione di zanzare e moscierini, e la bruna non faceva che grattarsi da un pò le braccia e le gambe lasciate scoperte da un paio di pantaloncini corti e una canotta.
Sospirò appena, osservando l'incespicare delle onde. Il mare quella sera rifletteva una rosea luce melensa, striata di blu. Giu, nelle profondità del mare, qualche strano pesce gironzolava solitario, mentre qualche fioco raggio di luce penetrava tra le profondità, tra segreti e realtà nascoste. Strane piante, fluttuavano a mezz'aria conferendo al tutto un tocco austero e misterioso. Il mare era come magia. Era una melodia silenziosa udibile solo dal cuore, dalle orecchie più attente. Tutto questo in un sogno agroamaro in cui perdersi, forse per sempre.
Assaporò l'aria di mare a pieni polmoni e non potè fare a meno di pensare a lui.
Sciocchi pensieri. Una lieve brezza la fece sussultare, portandole un profumo famigliare. Il cuore iniziò a batterle forte, contro ogni suo volere. Cercò con lo sguardo quella figura conosciuta, ma non vide altro che un paesaggio assopito, sotto un velo d'oscurità notturna. Fu con rammarico che si accorse di essere delusa. Due anni. Due dannati anni che non lo vedeva e ancora gli faceva lo stesso dannato effetto il solo pensarlo.
La sua immagine le era impressa a fuoco nella mente, un tatuaggio indelebile nei suoi deliri, non riusciva a dimenticare quegli occhi, quei capelli, quel sorriso..E il brivido di perdersi in quello sguardo, del sentirsi il suo profumo addosso.
Più cercava di toglierselo dalla testa più il suo ricordo l'assillava, come se quei due anni non fossero mai esistiti, come se il tempo non gli avesse mai divisi.
Stropicciò le braccia issandosi sulla sabbia tiepida, portando la sua attenzione ai granelli di sabbia che le se erano attaccati addosso.
Restò per qualche attimo a contemplare l'orizzonte poi si voltò, pochi secondi che sembravano infiniti. Lasciò vagare la mente in ricordi proibiti, troppo stanca per combattere persino contro sè stessa, era così sovrappensiero da non essersi accorta dello sguardo fisso su di lei, glaciale e allo stesso tempo come calamita.
La sua tasca prese improvvisamente a vibrare, aprì il messaggio appena arrivato, Daniele.

**
Il cuore gli batteva all'impazzata nel petto, si fermò un secondo, scacciando una goccia di sudore dalla fronte. Si avvicinò alla spiaggia, sbirciando il tramonto attraverso una siepe. Quello che vide lo fece restare nettamente senza fiato. I capelli più corti di come li ricordava e più scuri, lo stesso sguardo pungente che osservava assorto l'orizzonte, l'esile corpo poco più di un profilo in contro luce, ma comunque splendido. Come se avesse avvertito i suoi occhi su di lei, si voltò di scatto, dando l'impressione di essersi appena risvegliata dal suo sogno. Si nascose in fretta, scrutando ogni sua mossa, ogni suo movimento nell'allontanarsi dalla spiaggia, con il cellulare in mano.
Il suo cuore batteva ancora con ferocia, ma stavolta, non a causa della corsa.

**
I-pod. Musica. Euforia. E adrenalina a mille.
Marisol saltellava per casa canticchiando un inglese tutto suo, a squarciagola. La pioggia batteva irruente sui vetri, e sembrava quasi battere il ritmo. Il vento sibilava furente, piegando il mondo sotto la sua forza. Le sembrava quasi di poter sentire il mare in lontananza sbattere con violenza sugli scogli.
L'eccitazione accrebbe ancora, il senso di pericolo l'animava eccessivamente. Abbassò il volume giusto in tempo per sentire il forte rimbombo di un tuono, un brivido la percorse, provocandole la pelle d'oca. Sul suo viso si formò un sorriso perverso. Tutto quel fracasso aveva un che di dannatamente cattivo, e le creava un piacevole senso di timore.
Sperò che, finito il diluvio, non fosse restato un tempo incerto. Era una cosa che odiava. Il cielo ricoperto di nuvole in bianco e nero, che seppur minaciasse costantemente un acquazzone seguitava a restare monotonamente incerto. Nè bello. Nè brutto. E questo la portava a divenire morbosamente apatica, e di conseguenza molto condizionabile. E la maggior parte delle volte diveniva subito o fastidiosamente irascibile, o ancor peggio di una malinconia stomachevole, per i suoi gusti.
Quando invece, iniziavano ad intravedersi speranzosi raggi di sole, che si facevano strada a calci tra i bruni nuvoloni, veniva sorpresa da un attacco di positività e buon umore incredibile, sempre facilmente recrinabile in rancore o tristezza. Insomma. Era insoportabile. Soprattutto per il suo orgoglio già brutalmente calpestato, per il suo carettere forse troppo forte. Era testarda, ne era consapevole.

E dannatamente fiera ed orgogliosa.



 

A volte noi con gli altri siamo muti,
Perchè gli altri con noi sono sordi
...
-Ciao!- Le voci di Sara ed Elena si confonsero con la musica assordante che le fluiva in corpo. Stava per rispondere, ma si azzittì quando notò il loro abbigliamento completamente zuppo. Non potè trattenere un espressione alla Nemo, seguita da un risolino.
-Ma che diavolo vi è successo?!- Lanciò uno straccio a Sara che si asciugò alla meglio viso e mani.
-Che domande! Stamattina il tempo era promettente e siamo uscite senza ombrello! Quando ha iniziato a piovere ci siamo rifugiate in un bar. Ma dato che non smetteva.. Abbiamo corso fino a qui!- Rise ancora, ignorando le espressioni contrariate delle due amiche.
-A proposito. Avete preso la mia tinta?- Annuirono contemporaneamente. Sembravano quasi sincronizzate. Elena, che era rimasta in silenzio tutto il tempo a contemplare le sue scarpe preferite fradice e impiastricciate di fango, alzò le mani per mostrarle le varie borse colorate.
-E così. Vuoi tornare rossa?- La bruna annuì.
-E non solo. Ho deciso di tagliare i capelli. Inoltre ho il vago ricordo di una boutique a dir poco favolosa, e voglio farci un salto- Le due amiche si scambiarono uno sguardo fugace, poi tornarono a fissare Marisol con finta aria sospettosa.
-E per quale motivo così di punto in bianco tutte queste frivolezze?- Nella voce di Elena era presente una lieve nota di sarcasmo.
-Nessun motivo particolare. Semplicemente ho voglia di qualcosa di nuovo. E poi. Questa sera siamo invitate ad una festa sul lungo mare!- Posò l'i-Pod sul tavolino in vetro del soggiorno, tastò il divano con fare professionale e poi ci si buttò sopra a pesce. Accese la tv e non aspettò risposta dalle amiche, la conversazione era chiusa.

**

Degli scoppi mi avvisarono dell'inizio della festa di inizio estate. Mi guardai un'ultima volta allo specchio. I capelli, dall'apposito effetto spettinato, erano color della pece. I miei occhi blu splendevano alla poca luce della sera. I jeans firmati Armani erano leggermente calati, per lasciar intravedere i miei Boxer preferiti. La T-shirt color limone lasciava intravedere i miei muscoli ben piazzati. Sorrisi soddisfatto.
Fuori, nel cortile di ghiaia bianca, mi attendeva Matt, il mio migliore amico. Con lui, due ragazze decisamente carine. E disponibili. Ma non mi andava di avere un'oca petulante attacata al culo per tutta la sera, stavo già escogitando un modo per liberarmene quando Daniele piombò in camera mia, iniziando a sottopormi le domande più assurde. Lo blocco in tempo, prima che mi porga un quesito di troppo.
-Perchè diavolo non ti tappi quella fogna, Cristo Santo?!- Questo per citare mia madre, che non vedo da più o meno.. 1 anno.-Cos'è che ti rende simile ad una di quelle galline isteriche che mi aspettano di sotto?- Chiedo, con più calma, palesemente.
-Ecco. Tu sei già stato a letto con Christen, no?- Annuì, ma questo che centrava? -Bene. Perchè stasera ho un appuntamento con lei. Non so se capisci- Mi fece l'occhiolino. Un attimo. E, Marisol?
-Ma non avevi mica conosciuto una ragazza fantastica tu?-Chiesi, cercando di sembrare interessato più ai miei capelli che al discorso.
-Chi, Marisol? Ma va! Storia vecchia!- Detto questo uscì dalla mia stanza, lasciandomi solo con i miei dubbi. Che diavolo voleva dire storia vecchia? Che se la fosse già.. Evitai di pensarci e scesi in cortile, dove due bionde da paura con piccoli pezzi di stoffa che osavano persino chiamare vestiti, mi attendevano. Sorrisi. Ipocrita.

Lasciò la stanza, e suo fratello in dubbio. Perfetto. Aveva capito che c'era qualcosa di strano già da quando gliela aveva nominata. Ed intendeva scoprire cosa.

-Ehi! Sei uno schianto!- Marisol sorrise a Sara, sussurrando un grazie distratto. Poco dopo scese anche Elena, sorridendo compiaciuta. Era stata una giornata faticosa, divisa tra shopping, estetista e parrucchiere.
Ma i risultati erano eccellenti. Un attimo prima di uscire di casa, si guardo un'ultima volta allo specchio. Perfetta.

La spiaggia era illuminata, e dal locale "Blu Marine" proveniva la musica. Il mare sembrava scintillare di mille colori diversi, mentre la spiaggia era affollata quasi più che di giorno. Lentamente scesero le scale, e molti sguardi incuriositi si puntarono su di loro. Marisol si chiese se non fosse troppo tardi per correre a casa a cambiarsi. Qualche ragazzo fischiò, urlando complimenti poco morali. Sara incurvò le labbra carnose e perlate di lucidalabbra in un espressione infastidita, ma evitò di rispondere. Marisol scrollò le spalle e i capelli castani ramati, tendenti al rosso.
-Dite che siamo un pò troppo appariscenti?- Non ottenendo risposta, si voltò verso di loro, che osservavano quasi schifate verso il bar e ben presto capì il perchè.
Un gruppo di ragazze si avvicinò a loro, con abiti aderenti e che coprivano ben poco. A capo, una bionda che assomigliava in tutto e per tutto ad una Barbie.
-Tu.. Devi essere Marisol. Sono Rebecca, la cugina di Angelica. Non è stato difficile riconoscerti. Come aveva detto lei. Fuori dal comune, con i capelli rossi. Non puoi che essere tu- Sorrise, anche se si capiva che era un sorriso falso.
-In verità. I miei capelli sono castani ramati. E anche tu non sei difficile da riconoscere. Un giorno Angelica prese una Barbie e me la mostrò. Poi mi disse: "ecco, questa è identica a mia cugina Rebecca". E devo ammettere, che non sbagliava affatto!- Sorrise lapidatoria. Prima che mi potesse rispondere sentii delle mani circondarmi i fianchi. Riconobbi subito il profumo. Daniele.
-Ehi ciao! Sei bellissima stasera.. sul serio!- Marisol si voltò sorridendo.
-Grazie. Anche tu non sei male!- E doveva ammettere che era realmente così.
-Senti.. Ti vorrei presentare una persona- La rossa lo osservò incuriosita, poi lo seguì con le amiche.
-Ecco. Marisol, questo è Manuel, mio fratello e Matt il suo migliore amico- Rimase pietrificata, non poteva essere.
-Quanto tempo. E' un pezzo che non ci si vede, vero rossa?- Sorrise, e Marisol maledisse quegli occhi, e quei capelli, e quel sorriso. Il cuore le batteva in petto e per quanto si ostentasse di sembrare indifferente, le riusciva quasi impossibile.
-2 anni moro. Anche se non noto grandi cambiamenti- Rispose, insinuando alla ragazza aggrappata al suo braccio, che l'osservava con astio. Nel frattempo, Elena e Matt erano spariti, ma la rossa non ebbe il tempo di preoccuparsene, presa com'era a cercare di dominare il suo self-control.
-Vorrei dire lo stesso. Ma devo dire che ti trovo davvero molto bene- Sorrise di nuovo e questa volta Marisol corrispose, con finta cortesia. In realtà non poteva fare a meno di contare i battiti del suo cuore, sempre più veloci ed irregolari.
-A proposito fratellino. Christen ti stà cercando. Fa pure con calma, mi occupo io del tuo ospite- Nel suo sguardo si poteva leggere malizzia e un tocco di sarcasmo.
Manuel offrì il braccio alla rossa, liberandosi della scocciatrice che fino a quel momento lo aveva disturbato.
-Grazie- Le sussurrò il moro poco dopo, lontani da lì.
-E di cosa?-
-Di avermi liberato da quell'arpia, non riuscivo a staccarmela di dosso!- La sua voce era un misto di finta paura e disgusto. Marisol sorrise, pensando a quanto fosse buffo.
-Non dirmi che ti dava fastidio, Latin Lover!- Rise. Pure la sua risata era perfetta.
-Potrai non credermi, ma era insoportabile!- Marisol sorrise, continuando a camminare verso un punto indefinito.
-Te lo hanno già detto che questa sera sei bellissima?- La rossa ebbe un tuffo al cuore e si sentì arrossire.
-Si. Tuo fratello!- Sorrise ancora di più.
-A certo! Dovevo immaginarlo! Ti piace?- La ragazza fece una smorfia.
-Bhè. In verità. Io ho altro per la testa ora. Lo trovo un buon amico-
-Capisco. Che ne dici di ritornare indietro? Siamo qui per divertirci infondo!- Marisol annuì.
Tornarono indietro chiacchierando del più e del meno, in prossimità del bar il moro si fermò, voltandosi ad osservarla con uno strano luccichio negli occhi.
-Bhè.. Allora ci vediamo Marisol. Sono stato felice di rivederti. Spero che potremmo restare buoni amici-
Amici. Marisol annuì. Sperava sul serio di poterci davvero mettere una pietra sopra. Però si sa. Al cuore non si comanda.



Salve! Per aggiornare mi ci è voluta una vita è vero, in effetti l'aspirazzione se ne era andata. E mi è tornata negli ultimi due-tre giorni. Quindi nel poco tempo libero che ho avuto, mi sono concentrata sul nuovo capitolo. In effetti non mi piace un granchè questo capitolo. Però mi è venuto così! Ringrazio tutti i lettore, chi ha inserito la storia tra i preferiti, e chi ha commentato!
Al prossimo capitolo!

giugina2004 : Ehi ciao Giulia! Si in effetti è un nome piuttosto comune XD Comunque ti ringrazio molto per il commento, e mi scuso per il ritardo (un altra volta!) Un bacio, spero che mi seguirai ancora!

key : Si anch'io preferisco Manuel a dire il vero! XD Ma vedrai che ti combino! Sisisi. E vedrai che combineranno i due fratelli ;) Di nuovo, SCUSATE per il ritardo! Spero che ti piaccia anche questo capitolo! Un bacio

solarlove : SCUSA per il ritardo tu?! Scusa me! Sono imperdonabile XD Bhè, almeno spero che ti piaccia il capitolo, e che mi seguirai come hai fin adesso fatto! Grazie per il supporto. Un bacio.

stizy : Olè! Eccomi con il continuo! (PoPoPoPoPoPo XD) Davvero ti è piaciuta? Sono molto contenta, grazie di cuore! Spero ti piaccia anche il seguito, perchè ho in servo parecchi colpi di scena! Un bacio ( e scusa per il ritardo XD)

  
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