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Autore: Horse_    07/08/2014    9 recensioni
(Ambientata nel 1800, tutti umani)
Elena ha diciotto anni e desidera una vita da favola. E' una ragazza giovane ed indipendente, ma costretta a sottostare alle regole ferree impostele dai genitori.
Lei è una principessa e futura regina dell'Olanda.
Damon giovane uomo francese, con origini italiane, viene costretto dal padre a scegliere una moglie per dare al suo regno un nuovo erede e la continuità della famiglia Salvatore.
Cos'hanno in comune Damon ed Elena?
Semplice, matrimonio combinato.
I due impareranno a conoscere e ad amarsi, pronti a tutto per salvarsi a vicenda.
Ma si sa, una storia d'amore è bella perchè deve affrontare problemi e loro due ne hanno tanti, forse troppi.
Regni in lotta tra di loro, guerre, rivolte, deposizione dal potere, cugini e amanti porteranno guai nella vita dei due giovani che faranno di tutto per far vincere il loro amore.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      Quello che provo.
                                                                                          17.



Pov Elena.

Il silenzio ora era diventato insostenibile. Stavo per dire a Damon che a me, quel bacio, era piaciuto, ma un uomo –forse Joseph– era entrato per avvisarci dell’arrivo della nostra carrozza.
Guardai Damon con la coda nell’occhio e lo notai con la testa appoggiata allo schienale del sedile della carrozza.
Non sembrava stare molto bene in effetti, ma decisi di non domandare nulla.
 

Guardai Caroline che aveva un sorriso stampato in faccia –segno che l’incontro con Klaus era andato molto bene– e Bonnie che mi sorrideva.
Teneva tra le mani un libro, finalmente l’aveva trovato.
 
 
 
 
Arrivammo a palazzo dopo un tempo interminabile.
Il cocchiere aprì la porta e scendemmo tutte e tre, mentre Damon rimase dentro. Sarebbe andato direttamente a casa sua.
Lo guardai per l’ultima volta, lo vidi sorridere al mio indirizzo, poi la carrozza partì.

 
“Damon era strano…” sussurrò Bonnie mentre entravamo a palazzo scortate da alcune guardie.
“Strano come?” le domandai.
“Oltre ad essere pallido era perso nei suoi pensieri…” mormorò poi mentre entravamo all’interno della sala dove c’erano i miei genitori e quelli di Caroline.
 

Non feci in tempo a rispondere, perché mio padre ci venne incontro.
 

“Finalmente siete arrivate! Com’è andato il viaggio? E’ stato di vostro gradimento?” ci domandò.
 

Annuimmo tutte e tre.
 

“Caroline, cara, dobbiamo andare.” la richiamò Liz Forbes, sua madre.
“Certo.” annuì Caroline per poi salutare me e Bonnie con lo sguardo.
“Buona serata, Grayson, signore…” salutò Bill Forbes, il padre di Caroline.
 

Dopo i saluti la famiglia Forbes se ne andò, lasciando me e Bonnie con i miei genitori.
 

“Tra poco sarà pronta la cena, Elena, va’ a prepararti!” disse mia madre.
“Certo, madre…” annuii seguendo Bonnie che era diretta fuori dalla sala.
 
 
 
 






                                                                                          * * *
 







 
Il cibo non era certamente il mio pensiero quella sera. I miei pensieri erano fissi su di lui, Damon.
Mi capiva con un solo sguardo, aveva capito che c’era qualcosa che non andava in me, mentre io… Io non ho avuto il coraggio di dirgli cosa.
Quel momento magico, quello del bacio, era stato fantastico, ma eravamo stati interrotti sul più bello eppure… Quando lui aveva appoggiato le sue labbra sulle mie, in modo delicato, avevo sentito strane emozioni e avevo desiderato di più.
 

Avevo desiderato che continuasse all’infinito e non si fermasse più.
Non l’avevo mai desiderato prima –togliendo il fatto che quello era il mio primo bacio– con nessun uomo. Molti uomini e ragazzi erano venuti alla corte, per ‘studiarmi’, e molti volevano avermi in sposa, ma mio padre aveva sempre rifiutato –e gliene ero infinitamente grata– tranne che con Damon.
Non so cosa mio padre abbia visto in lui, ma si fida ciecamente di lui e di tutta la sua famiglia.
 

Ovviamente io posso dire lo stesso. Ogni uomo, vecchio o giovane, mi era sempre stato indifferente, ma lui no. Dalla prima volta che l’avevo visto –nel bosco– avevo provato strane emozioni a cui neanche ora saprei dare un nome, ma erano tutte emozioni positive.
Venni distolta dai miei pensieri dall’arrivo di Charles, un messaggero.
 

“Charles –parlò mio padre alzandosi– è successo qualcosa?”
 

La cena era un momento unico per la nostra famiglia –anche la colazione e il pranzo lo erano– e non doveva essere mai interrotta, tranne quando accadeva qualcosa di veramente grave.
 

“Ho un messaggio dal signor Salvatore, –il mio cuore perse un battito, ma poi Charles chiarì che Salvatore– Giuseppe Salvatore. Principessa –si rivolse a me– il signor Salvatore vuole che andiate subito alla reggia, è un fatto importante.”
“Sapete di che cosa si tratta?” domandai alzandomi allarmata.
“Il principe… Damon… Vuole vedervi…” mormorò.
 

Damon voleva vedermi? A quest’ora?
 

“Figliola, non-” iniziò mia madre, ma l’interruppi anche sgarbatamente.
“Devo andare, madre. Se Damon vuole vedermi vuol dire che è importante…” la supplicai.
“Verrò anche io con te, figliola. Charles, ordina di preparare la carrozza!” disse mio padre.
“Subito, sire.” mormorò Charles inchinandosi per poi uscire dalla porta.
 

Bonnie, una volta che fu avvisata, accorse in sala con uno scialle.
 

“Grazie, Bonnie…” la ringraziai.
“Vuoi che venga con te?” mi domandò a voce bassissima.
“Viene mio padre con me, non preoccuparti…” la rassicurai.
 

Bonnie annuì, poi io e mio padre uscimmo dalla sala per dirigerci alla carrozza.
Non appena salimmo questa partì.
 

“Figliola, non sarà nulla di grave, vedrai…” mi rassicurò mio padre accarezzandomi una guancia.
“Ho come… Una strana sensazione…” mormorai torturandomi le mani. “Non mi avrebbe mai fatta chiamare per…”
“Elena, vorrà vederti. Ormai non manca molto prima del matrimonio, non è vero?” disse.
 
Mancavano due settimane.
Solamente due settimane!
 

“Due settimane…” soffiai incredula.
 

Il tempo era passato velocemente, troppo velocemente.
Avevo paura, eccome se ne avevo.
 

“Andrà tutto bene, vedrai…” mi rassicurò.
 

Annuii.
 
 

 
 
Il cocchiere aprì la porta della carrozza. Prima scese mio padre, poi scesi io, aiutata da quest’ultimo.
All’ingresso trovammo Giuseppe con le braccia incrociate e con un’espressione poco rassicurante in viso. Quando ci vide lasciò cadere le braccia lungo il corpo e ci venne incontro.
 

“Giuseppe, è successo qualcosa?” domandò mio padre.
“Damon…” mormorò solo facendomi andare in panico.
“Cos’è successo?” domandai allarmata.
“Sta male…” ci spiegò.
“Non avete chiamato un dottore?” domandò mio padre sorpreso.
“Si, ma… -scosse la testa- Non vuole vedere nessuno, vuole solo te, Elena. Sta delirando e sta chiamando il tuo nome!”
“Devo… Posso vederlo?” domandai.
“Certo –Giuseppe annuì– entriamo!”
 

Entrai nella reggia con il cuore a mille, preoccupata per Damon.
Avevo notato che Damon stava male, ma non me n’ero preoccupata, troppo impegnata a pensare a stupidaggini.
Dovevo capirlo subito e aiutarlo.
Era tutta colpa mia! Damon stava male ed era soltanto colpa mia!
 

Giuseppe mi condusse nella camera di Damon.
Da fuori sentii la sua voce, simile ad un lamento.
 

Voglio Elena, solo Elena!” si lamentò.
Signorino, non fate il bambino. La principessa sarà qui a momenti, ma dovete farvi visitare!” lo rimbeccò la voce di una donna.
Voglio Elena!” si lamentò ancora.
 

Bussai alla porta, anche se forse non ce n’era bisogno.
Sentii la voce femminile mormorare un ‘Avanti’ ed entrai all’interno della stanza di Damon.
Non appena varcai la soglia –e mi richiusi la morta alle spalle– il mio sguardo volò su Damon mortalmente pallido disteso sul suo letto con le coperte bianche.
Era tutto sudato, con gli occhi semi-aperti.
 

“Elena?” mi chiamò con un filo di voce.
“Sono io –accorsi al suo letto– sono qui…”
“Vi lascio da… Soli…” mormorò la donna –molto probabilmente la cameriera– imbarazzata.
 

Damon alzò a fatica la testa, ma lo riadagiai delicatamente sul letto. Tutto il suo corpo era terribilmente bollente.
 

“Damon, ma come hai fatto a ridurti così?” gli domandai in ansia.
“Elena, sei qui…” mormorò.
“Si, sono qui… -mormorai- Non me ne vado.”
 

Accanto al comodino notai un catino con dell’acqua e accanto a questi dei panni.
Immersi un panno nell’acqua –fredda– e glielo appoggiai delicatamente sulla fronte, iniziando a tamponarla.
 

“Non mi lasciare Elena, ti prego…” mormorò ancora.
 

Sicuramente stava delirando.
 

“Non vado via, rimango qui, Damon…” gli sussurrai accarezzandogli al fronte. “Damon, devi farti visitare, hai la febbre e…”
“Non voglio…” borbottò mettendo su un’espressione alquanto tenera.
 

Sorrisi nel vederlo testardo fino alla fine, ma qui entrava in gioco la sua salute.
 

“Damon, che ti piaccia o no ti farai visitare!” gli intimai.
“Elena, non andare via… Rimani qui…” mormorò prendendomi la mano.
“Vado a chiamare il medico, sarò subito da te…” gli dissi alzandomi sciogliendo –malvolentieri– la stretta della sua mano sulla mia.
 

Gli accarezzai una guancia ed uscii a cercare un medico.
 

“Allora? Si farà visitare?” mi domandò Giuseppe.
“Si, dov’è il medico?” domandai.
“Sono io…” mormorò un signore sulla cinquantina sbucando dal nulla e facendomi sussultare.
 

Annuii e lo condussi all’interno della stanza di Damon preoccupata.
 






 
 
                                                                                      * * *
 







 
Damon aveva la febbre alta, ma in qualche giorno sarebbe passata.
Lui e la sua maledetta abitudine di girare con vestiti leggeri addosso anche quando le temperature erano glaciali. Non sapevo se in Francia facesse così caldo, ma l’Olanda era diversa.
Il medico aveva appoggiato sul tavolo alcune medicine e mi aveva spiegato quando dargliele e anche la dose.
 

Mi sedetti sul letto accanto a Damon e presi ad accarezzargli un braccio. Ero convinta che stesse dormendo, ma quando mi cinse la vita con un braccio e mi supplicò di sdraiarmi accanto a lui dovetti ricredermi.
Era una posizione strana quella, ma mi sentivo bene, protetta, al sicuro.
 

Mi sdraiai meglio accanto a lui e mi accoccolai al suo petto, cercando di dargli meno fastidio possibile, visto le sue condizioni.
Damon mi strinse ancora di più a se e sentii il suo respiro caldo sui miei capelli.
Aveva solo una camicia a coprirlo.
 

“Elena…” mi chiamò.
“Sono qui…” mormorai per fargli capire la mia presenza.
“Non te ne andare, ti prego…” mormorò ancora.
“Rimarrò qui…” lo rassicurai.
“Rimani qui questa notte, ti prego…” mi supplicò.
“Io…” cercai le parole giuste. Mio padre aveva deciso di fermarsi qui, visto le condizioni di Damon, ma nessuno avrebbe approvato la mia presenza della sua camera da letto. “Io…Si… Rimango qui…”
 

Non sapevo che altro dire, non potevo dirgli di no in queste condizioni e con quella faccia.
Damon annuì, sistemandosi meglio sul cuscino e stringendomi di più a se.
Era bello e strano essere qui, con lui.
Non ero mai stata così vicina ad un uomo in vita mia e non ero mai stata a letto con nessuno, ovviamente.
 

Mi sentivo in pace con me stessa stando così vicina a lui, volevo solo essere stretta da lui, tra le sue braccia. Damon era incosciente ora e sicuramente non si rendeva quasi conto della mia presenza. Una volta svegliato mi avrebbe reputato come tante altre. Lui non mi avrebbe mai visto diversamente, non come io vedevo lui.
 
 
 
 
Mi svegliai di soprassalto aprendo gli occhi ed incontrai buio, tranne per una piccola lucetta dovuta alla lampada.
Guardai l’orologio, erano passate circa quattro ore.
 

“Damon…” mormorai cercando di svegliarlo.
 

Mi dispiaceva disturbare il suo sonno, doveva riposare, ma doveva anche prendere le medicine.
 

“Mmm…” mugugnò.
“Devi –mi liberai dalla sua stretta ferrea– prendere le medicine…”
“Non ora…” mugugnò ancora.
“Si, ora…” mormorai stanca sporgendomi alla ricerca dello sciroppo.
 

Versai il liquido marroncino in un cucchiaio, poi, lentamente, lo portai alla bocca di Damon.
 

“Forza, solo uno. Apri la bocca… Forza…” lo incoraggiai.
 

Damon aprì la bocca e prese la medicina senza fare troppe storie.
Sembrava che dovessi accudire un bambino.
Mi rimisi nella posizione di prima, iniziando a fissare il soffitto. Ero stanca, ma dovevo vegliare su Damon.
 

“Grazie… Per essere qui…” mormorò aprendo gli occhi a fatica.
“Dovevo farlo…” sospirai.
“Ti senti in dovere?” mormorò con un tono quasi triste.
“No…” gli risposi tentando di trovare qualche parola.
“Mi dispiace di non essere quello che sono…” continuò poi.
 

Lo ascoltai accigliata.
 

“In che senso?” gli domandai.
“Non sono perfetto… Elena…” sospirò stanco, poi riprese. “Ho commesso così tanti errori in vita mia…”
“Tutti hanno fatto errori, Damon. Ora dormiamo…” lo incoraggiai.
“No, io… Ho commesso troppi errori grossi, mentre tu… “ si fermò. “Tu sei così pura per un essere oscuro come me, Elena…”
“Damon, stai-” mi bloccò.
“No, ascoltami… Io ti… Io ti amo, Elena, per quanto sbagliato che sia. Io ti amo dalla prima volta che ti ho vista e quando… Quando ho saputo che stavi per diventare mia moglie, io…” parlò.
 

Mi stava dicendo che mi amava?
Non poteva essere vero, no. Era sicuramente la febbre. La febbre fa dire sempre strane sciocchezze.
 

“Damon non… Sai quello che dici…” mormorai tentandomi di staccare da lui.
“No, Elena… Io ti amo, è questa è solo la verità!” ribatté per poi appoggiare le sue labbra sulle mie con una forza sconosciuta.




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Angolo dell'autrice:
Finalmente, dopo ben 17 capitoli, Damon ha detto ad Elena che la ama, anche se in preda al delirio più assoluto. Si sa però che i malati spesso e volentieri nei loro deliri dicono la verità e a fine capitolo c'è stato un bacio.
Elena, però è ancora piena di dubbi su quello che prova Damon per lei, ma nel prossimo capitolo ci sarà un chiarimento; Damon, intanto, stava per svelare ad Elena quello che era accaduto con Katherine, ma, inconsapevolmente, si è bloccato prima di spifferare tutto :)

Come al solito ringrazio voi meravigliose ragazze per le vostre magnifiche recensioni che mi hanno resa felicissima, davvero, grazie :')
Ringrazio anche chi continua ad aggiungere la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Come sempre vi invito a seguire le altre mie storie:
-
Darkness una storia su Damon ed Elena diversa dalle altre che ho scritto fino ad ora, perchè all'interno ci sono creature soprannaturali;
-
Red eyes and Blue eyes one shot su Katherine Pierce e Derek Hale. E' una coppia insolita, ma se li pensate insieme (sempre se seguite anche Teen Wolf) sono bellissimi insieme *w*
-
A different world crossover con The Vampire Diaries/The Originals, Teen Wolf e Twilight.

Grazie ancora, alla prossima :)


 
  
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