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Autore: SaraRocker    07/08/2014    3 recensioni
[FinnxMarceline]
E' un giorno come tanti quello in cui Finn e Jake trovano il corpo di Marceline esanime. Dopo essere stata coinvolta nell'ennesima imboscata da parte di un nemico che non conosce, la regina dei vampiri deciderà di dire la verità ai due amici e di chiedere il loro aiuto nonostante il suo smisurato orgoglio.
La decisione più saggia per la salvezza della ragazza sarà quella di farla rimanere ad abitare con loro. Ma quando l'amicizia che lega l'avventuriero e la vampira inizia ad intensificarsi -sconvolgendo la vita di entrambi-, cosa accadrà?
Estratto prologo.
Finn la vide deperita, come se non avesse mangiato per giorni. Effettivamente, si ritrovò a riflettere, non la vedeva da mesi, ma non si era neppure posto il problema di preoccuparsi per la ragazza. Lei infondo era uno spirito libero: poteva sparire anche per anni e poi ritornare come se nulla fosse mai accaduto. Quella volta, invece, qualcosa era accaduto eccome.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn, Jake, Marceline, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4-



[L'incredibile Forza Del Nemico]





















"Jake!"
La voce di Finn era allarmata ed alta. Immediatamente, l'umano aveva afferrato con più convinzione la mano della vampira e, una volta tornati a terra, l'aveva trascinata con sé verso il salotto, dove stava dormendo Jake.
Alle loro spalle potevano udire ribrezzevoli grugniti mostruosi, attribuibili alla peggiore delle creature del demonio. Non si voltarono neppure una volta, proseguendo diritti sino a che non videro la figura del cane magico stagliarsi di fronte a loro. Quest'ultimo si stava massaggiando la fronte confuso. Non capiva cosa stesse accadendo; sino a pochi secondi prima stava dormendo in modo immensamente piacevole, sognando la bellissima Lady Iridella. Era stata un'esplosione particolarmente vicina  a costringerlo ad aprire gli occhi,  e ad alzarsi. 
"Che sta succedendo?" domandò il cane magico, squadrando prima la vampira e poi l'amico di sempre. Avevano entrambi il fiatone, e Marceline aveva iniziato a guardarsi attorno con frenesia, palesemente allerta. Si udivano rieccheggiare, nei corridoi della piccola villetta, versi e sibilii accompagnati da passi lenti e pesanti. La mora sapeva cosa si sarebbero presto ritrovati di fronte; a lei era accaduto così spesso che, ormai, si era abituata. Riconosceva con una familiarità quasi inquietante quei versi provenienti direttamente dall'inferno, e sapeva distinguere con altrettanta certezza il suono di quei movimenti trascinati e pesanti. Il nemico non avrebbe ancora tardato molto nel mostrarsi agli eroi: entro breve avrebbe varcato la soglia della stanza un'immonda creatura ricoperta da un mantello scuro, con una voce sibilante e viscida. Un essere più spaventoso del Cupo Mietitore, venuto per donare a Marcy la pace eterna della non-esistenza.

Se Marceline aveva passato gli ultimi novecento anni non temendo nulla, con l'avvento di quell'orrida creatura, i suoi timori erano improvvisamente rinati. La prima volta che aveva incontrato quell'essere, non aveva neppure riconosciuto cosa fosse quella sensazione di vertigine e tachicardia, troppo poco abituata a provarla. Ma poi, aveva compreso. Aveva ricordato dei tempi in cui, da bambina -996 anni prima, per la precisione-, accompagnata da Simon Petrikov, aveva dovuto affrontare le terribili creature che la Guerra Dei Funghi aveva generato. Sì, aveva rammendato ai tempi, era da quei giorni che non provava terrore.

Un rombo, più assordante di un tuono, fece tremare le pareti. Immediatamente Finn e Jake si posizionarono di fronte la vampira, pronti a combattere. Quest'ultima scosse la testa in disaccordo: loro non capivano quanto effettivamente fosse pericolosa quella creatura, non sarebbero riusciti a sconfiggerla unicamente con le loro forze.
Fece per avvisarli, ma l'apparizione di quella sorta di Lich le bloccò la voce in gola. Le sembrò più grosso del solito, incredibilmente inquietante, e le sue dita -sottili e lunghe- si agitavano  come artigli letali. Senza riuscire a controllarsi, la vampira indietreggiò di un passo.
"Non preoccuparti, Marcy! Ci pensiamo noi a lui!" esclamò immediatamente Finn, ancora con i capelli scoperti ed il piagiama indosso "Jake, passami la spada di papà!"
Subito, il cane magico allungò il proprio braccio sino alla parete contro la quale Finn aveva lasciato l'arma. La passò all'amico, il quale si mise in posizione d'attacco.
"Cosa credete di fare voi?" domandò la voce sibilante del demone, facendo rabbrividire di terrore Marceline. Le tornavano alla mente le ustioni che quella stessa mattina aveva riportato a causa di una semplice imboscata. Lei aveva tentato di combattere, si era persino trasformata, ma era stato completamente inutile. Sentiva ancora la pelle tirarle, mentre tentava di ripararsi il più in fretta possibile.

Infine, senza alcun preavviso, Finn decise di attaccare. Facendosi leva con le gambe, saltò quanto più in alto gli fosse possibile, puntando la spada in direzione del nemico. Gli trafisse un arto, ma quest'ultimo, invece che guaire dolorante, si limitò a ridere divertito dall'intraprendenza del giovane umano. Lo afferrò poi per una caviglia con estrema semplicità, continuando a deriderlo immensamente divertito. Finn scalpitava disperatamente, cercando di evadere, ma risultarono tutte mosse vane. Tentò persino di morderlo, ma il demone non sembrava provare alcun dolore.
Intervenne poi Jake, deciso a difendere l'amico. Si allungò velocemente, cercando di circondare quell'essere abominevole, così da impedirgli ogni possibile mossa, ma quando giunse il momento di stringerlo nella propria morsa, quest'ultimo svanì, facendo cadere a terra Finn, e lasciando Jake sospeso a mezz'aria senza alcuna preda.
Marceline lo capì istantaneamente: il demone si era smaterializzato alle sue spalle. Si voltò e, scaltra, si chinò immediatamente, prevedendo con anticipo il colpo che il nemico aveva in serbo per lei.  Finn e Jake si stavano lentamente rialzando, mentre la vampira cercava di tenere occupata la creatura.
"Cosa credi di fare, regina della Nottesfera?" domandò la voce viscida, in grado di penetrare le membra ed infondere timore "Lo sai bene che non puoi sconfiggermi."
Marceline finse di non venire colpita da quelle parole e, sfruttando al massimo i propri poteri, assunse la sua forma più mostruosa. Cercò di trafiggere il demone con i propri artigli, ma quest'ultimo di muoveva ad una velocità disarmante; era in grado di sparirle alla vista e di riapparire solo un istante dopo. La ragazza avvertiva, colpo dopo colpo, le proprie forze scemare. Utilizzò al massimo i propri poteri, sfruttando ogni suo colpo, raggio o morso, ma il nemico era sempre un passo avanti, come in grado di leggerle nel pensiero.
E, constatò dopo breve Marceline, non sarebbe stata in grado di mantenere ancora a lungo quelle sembianze. La forma mostruosa equivaleva ad un ampissimo dispendio di energie, e le sue stavano ormai finendo.
Fortunatamente, Finn, poco lontano, notò la spossatezza della vampira. 
L'umano decise di attaccare la creatura demoniaca di spalle: mentre Marcy lo teneva impegnato, avrebbe potuto coglierlo di sorpresa e, magari, eliminarlo definitivamente. Si mosse lentamente, appiattendosi contro il pavimento, e strisciando in silenzio con l'arma stretta in una mano. Ci impiegò qualche secondo, ma alla fine giunse proprio dietro al nemico. Si alzò lentamente, mentre un sorriso scaltro gli compariva in volto. Afferrò la spada con attenzione, reggendola con entrambe le mani e la fece ruotare in aria. Poi, sempre facendosi leva con le gambe, scattò in aria con un salto formidabile. Mancava davvero poco e lo avrebbe colpito, constatò mentre si levava in aria. Eppure, proprio quando era a pochi centimetri dal corpo, il nemico svanì, costringendo Finn ad andare a sbattere contro la parete in modo particolarmente doloroso.
In quel momento, decise dunque di intervenire nuovamente Jake ma, il demone, prevedendo con nuovo anticipo le mosse dell'avversario, fece qualcosa di particolarmente meschino: Lanciò uno sguardo al soffitto, per poi levarsi in volo. Puntò una mano contro il tetto in cioccolato e, sfruttando un incantesimo non verbale,  vi creò un buco non troppo grande. Dopodiche, lasciò la piccola villetta uscendo da quel foro. Diede un'ultima occhiata alla piccola casetta ed infine, utilizzando un'altra magia sconosciuta, fece crollare il tetto sulle teste dei tre eroi, costringendoli così sepolti.

Con un enorme sorriso sulle labbra, il demone constatò come non vi fosse alcuna traccia di quegli impertinenti. Le macerie della casa li avevano completamente seppelliti, e non poteva neppure vedere un capello spuntare tra le caramelle e le stecche di cioccolata. Rise per l'ennesima volta, questa volta certo di avercela fatta.












Re Ghiaccio era solito a svegliarsi all'alba, insieme al proprio amato Gunter. Ogni mattina, il pinguino lo raggiungeva sul suo letto ed iniziava a starnazzare, ed allora il povero stregone non poteva più dormire. Non se la prendeva con il proprio animaletto domestico, infondo amava vedere l'alba, soprattutto dalla cima del castello di Dolcilandia, ma -doveva ammettere- gli sarebbe piaciuto dormire di più ogni tanto.
Ma infondo, qualche ora di sonno di più o di meno, avrebbero davvero determinato una svolta nella sua vita? No, decise infine, volando sopra le valli di Ooo, diretto -per l'appunto- a Dolcilandia. La sua folta barba si agitava all'aria ed un sorriso spensierato gli incorniciava il viso. Erano quelli i pochi momenti in cui sorrideva senza rammaricarsi di nulla. Solitamente si ritrovava sempre a riflettere riguardo quanto effettivamente solo fosse. Forse, nella sua mente contorta e manipolata dalla corona stregata, aveva una vita interessante, con un mucchio di principesse che lo adoravano, e due amici Finntastici -come avrebbe detto Finn-, ma nella realtà non c'era nessuno che apprezzasse sinceramente la compagnia di Re Ghiaccio. Nessuno.
No. Forse, qualcuno c'era. Una persona c'era...
Scosse la testa, decidendo che non era assolutamente il momento per comportarsi in modo eccessivamente malinconico. Magari, per tirarsi su di morale, avrebbe potuto rapire una principessa nel pomeriggio. Sì, nel pomeriggio. Non a quell'ora. Era ancora presto ed avrebbe sguazzato avvolto dall'aria mattutina, fresca e gentile. Si sarebbe seduto sulla cima del castello più appiccicoso del creato, ed avrebbe sospirato soddisfatto, ammirando le colline illuminarsi lentamente.
Re Ghiaccio non era una cattiva persona. Forse, quel bizzarro stregone, era l'uomo più buono di tutta Ooo. Ma purtoppo, a causa di innumerevoli ragioni -Betty, la guerra,  la corona, la solitudine...- era stato intaccato dalla follia. Le persone non riuscivano a capirlo, e neppure lui capiva a pieno le persone. Non ne era totalmente sicuro, ma alle volte vedeva ricordi, flash veloci di un passato che lui non ricordava più, ed era abbastanza sicuro che un tempo, molto molto lontano, avesse avuto amici, magari persino una famiglia. Poi, moltissimi funghi -i fumi delle bombe atomiche-, ed il mondo rischiò di finire. Queste ultime cose le sapeva perchè erano parte della storia dell'umanità. Sapeva anche di essere vissuto in quel periodo, ma non ricordava nessuna esperienza in prima persona. Insomma, la mente di Re Ghiaccio era incredibilmente piena di buchi, ovunque. Non ricordava di essere stato un scienziato, Simon, né di avere conosiuto Betty -la sua principessina-, eppure sapeva che prima dello stregone c'era stato qualcosa. E lui anelava con disperazione a quel qualcosa.

Sempre volando, varcò i confini di Dolcilandia, ed immediatamente un odore dolciastro gli giunse alle narici. Cercò di nascondere il fastidio, ed iniziò a sorvolare le piccole villette che erano sparse ai bordi delle strade. Non vide nessun Dolcibotto camminare per le innumerevoli viuzze, e dedusse che dovevano essere ancora tutti a letto. Sorrise soddisfatto; quegli stupidi dolcetti non facevano altro che urlare spaventati ogni volta che lo vedevano, e Re Ghiaccio non aveva intenzione di rovinarsi lo spettacolo che l'alba gli avrebbe offerto a causa di un mucchio di guardie banane.
Aumentò la velocità, deciso a dirigersi sulla cima del castello il più in fretta possibile, ma quando vide tra le tante, perfette villette spiccare un mucchio di macerie erose, sentì il bisogno di fermarsi incuriosito. Lentamente si accostò sempre più al terreno, sino a che non vi posò i piedi scalzi. Si avvicinò incuriosito, mentre avvertiva un forte odore di cioccolato fuso pungergli l'odorato. Si chinò di fronte una stecca di zucchero rossiccia, e la afferrò. La osservò qualche istante, mentre se la rigirava tra le mani incerto. Non capiva cosa potesse essere accaduto. Principessa Gommarosa non avrebbe mai distrutto in modo tanto orribile una villa del proprio paese!
Lanciò alle sue spalle la stecca appiccicosa -imprecando tra se è se per le mani ora divenute sporche-, per poi alzarsi, deciso ad andarsene; infondo quelli non era affari suoi. Eppure, quando fece per muovere un passo in direzione opposta a quel mucchio di macerie fuse, una mano gli artigliò la veste blu, costringendolo a fermarsi. Subito lo stregone si voltò, incontrando un pallido braccio spuntare da sotto le stecche di cioccolata -quelle che dovevano essere state travi-, e scattò intimorito all'indietro.
Quello non era un dolcibotto, si disse immediatamente intimorito, deducendo poi che il colore della pelle di quell'essere rimandava ad un cadavere -un colorito pallido e spento-.  Fece per urlare, ma un mugolio che gli risultò spaventosamente familiare, lo costrinse ad ammutolirsi.
"A-Aiuto." da sotto le macerie la voce era giunta ovattata, ma Re Ghiaccio l'aveva riconosciuta comunque. Lui, quella voce, l'avrebbe riconosciuta in ogni dove. Riecheggiava persino nei suoi ricordi, in qualche incontrollabile modo. Quella voce esisteva anche in quegli spazi neri che lui non ricordava a cosa facessero riverimento. E la sola cosa che aveva sempre saputo riguardo quella voce, era che essa apparteneva ad un'amica.

Subito, senza neppure riflettere, lo stregone si chinò nuovamente contro le macerie, afferrando con forza la mano che spuntava temeraria tra le rovine. Iniziò a tirarla a se, mentre con i suoi poteri cercava di spostare le stecche di cioccolato più grandi e pesanti. Lanciava sguardi intimoriti al cielo che presto si sarebbe illuminato di luce solare. Doveva portare in salvo la vampira al più presto possibile. Non c'era molto tempo.
"Resisti Marceline!" la incoraggiò, mentre spostava un'ultima trave "Ci sono quasi..." mormorò a denti stretti, per poi tirare il braccio contro di se un'ultima volta. Il corpo della vampira fece capolino tra le innumerevoli macerie sano e salvo, solamente un po' affannato. Tossì un paio di volte, per poi accasciarsi a terra indebolita. Aveva sfruttato tutte le proprie energie nel combattimento di poco prima, e doveva considerarsi ben più che fortunata nell'essere stata trovata da Re Ghiaccio, una delle persone a cui teneva di più.
"Presto, Marcy! Devo portarti via prima che sorga il sole!" esclamò immediatamente il vecchio, cercando di esortare la giovane ad alzarsi. Era molto spaventato, e la ragazza non accennava a volersi mettere in piedi, anzi. Adesso aveva iniziato a scuotere la testa in senso di diniego, e lui proprio non capiva.
"C-Che ti prende? Dai muoviamoc-" "Finn e Jake..." lo interruppe lei mormorando appena, la gola secca ed il respiro fiacco. Alzò lentamente una mano, per puntarla in direzione delle macerie "Sono rinchiusi la sotto."
Lo stregone, ancora più preoccupato, lanciò un nuovo sguardo all'edificio andato distrutto. Poi al cielo ancora scuro. Aveva poco tempo, ma non poteva lasciare i due avventurieri a morire soffocati. Finn, in particolare, rischiava più che mai. Era semplicemente un umano, e come tale non possedeva alcuna capacità particolarmente sviluppata. Se era rimasto sepolto in una zona troppo profonda, probabilmente era da considerarsi già morto: l'afflusso d'aria non sarebbe risultato sufficiente.
"D'accordo, Marceline." disse infine lo stregone, sospirando preoccupato. Aveva la fronte corrugata e la voce più profonda del solito "Aiutami a spostare le macerie."
Dopo un paio di tentativi, la ragazza riuscì infine a levarsi in volo. Iniziò a spostare quanti più frammenti possibile, e presto incontrò il viso paffuto e giallognolo del cane magico. Aveva gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta. Immediatamente, la vampira fece segno a Re Ghiaccio di averlo trovato, e quest'ultimo si fece avanti per tirarlo fuori da quella trappola di caramelle e cioccolata.
"R-Re Ghiaccio!" esclamò in un primo momento preoccupato, per poi notare Marceline poco distante, chinata contro una colonna in mazapane distrutta "Marcy! Che sta succedendo?"
Mentre Re Ghiaccio tornava a perlustrare le macerie, la vampira decise di spiegare la situazione al cane. Quest'ultimo, una volta udita l'intera storia, asserì determinato, per poi rimpicciolirsi ed infiltrarsi in una delle tante cavità che si formavano tra le rovine. Avrebbe così individuato il proprio amico in poco tempo e, una volta fatto, avrebbe segnalato la sua posizione allo stregone -per quanto non gli andasse a genio- e alla vampira.

Passarono lunghi minuti nei quali Re Ghiaccio controllò allarmato il cielo -preoccupato per la salvezza di Marceline-, la ragazza perlustrò dall'alto la situazione pregando silenziosamente, e Jake continuò a percorrere i minuscoli cunicoli tra le macerie. Poi, d'improvviso il cane intravide Finn annaspare seppellito sotto una trave. Quest'ultima gli stava comprimendo in modo allarmante la gabbia toracica.
"Oddio coso, stai bene?" domandò Jake, avvicinandosi all'umano e tastandogli il polso. Lo aveva visto fare in un film, era un modo per rilevare il battito cardiaco.
Finn tossì un paio di volte, per poi annuire leggermente. Ok, constatò il cane sollevato, era cosciente. Gli passò una mano sulla fronte e gli sorrise leggermente, cercando di incoraggiarlo.
"Vedrai che andrà tutto bene, fratello. Ora vado a chiamare gli altri. Tu non chiudere gli occhi, ok?" lo pregò a bassa voce. Il ragazzo questa volta non replicò in alcun modo, neppure a gesti, ma il cane andò comunque. Doveva dire agli altri dove si trovava Finn.
In pochi minuti fu nuovamente all'aria aperta e, agitando una mano, richiamò l'attenzione degli altri due "Ehi! L'ho trovato! Dobbiamo spostare questa trave, presto! Non reggerà a lungo!"
Marceline si calò a picco nella direzione indicata dal cane. Improvvisamente le gambe le tremavano e la gola si era fatta secca. Le mani non le rispondevano più ed era certa che, se solo avesse avuto un cuore vivo, esso le avrebbe assordato le orecchie. Finn non stava bene, e lei doveva aiutarlo. Era solo a causa sua se erano successe tutte quelle orribili cose, se ora Finn era seppellito sotto una dannatissima trave fatta di cioccolato maledettamente resistente. Imprecò più e più volte, mentre tentava di sollevare -vanamente- quella cosa assolutamente pesante.
Nel frattanto, constatò allarmato Re Ghiaccio, il sole era in procinto di raggiungerli. Si accostò in pochi istanti alla vampira e, sfruttando i propri poteri al meglio, cercò di aiutarla nell'impresa. Ci vollero un paio di tentativi, ma alla fine la trave si spostò, rivelando il corpo tumefatto e gonfio del giovane avventuriero.  La vampira avvertì una sensazione di vuoto invaderla, uno sbigottimento ed un terrore impareggiabili. Giunse al capezzale dell'amico con gli occhi lucidi. Aveva avuto paura. Aveva avuto più paura di quanta ne avesse provata di fronte al demone di poco prima.
Senza neppure rifletterci, appoggiò il proprio orecchio al petto di Finn, ed ascoltò. E quando udì il battito regolare del ragazzo, non potè fare a meno di trovarlo meravigliosamente rilassante. Sorrise sollevata e, non riuscendo a contenersi, abbracciò il corpo del giovane in un improvviso attacco di dolcezza.
Poi, un tocco leggero, la fece tornare in sè. La ragazza alzò lo sguardo, incotrando quello di Finn. Lui le aveva poggiato delicatamente una mano sulla testa ed ora la osservava confuso, sorridendo leggermente "Marcy, c-che stai facendo? Mi abbracci?"
La ragazza rise leggermente, per poi annuire. Il tono del ragazzino era scherzoso come suo solito, come se quei momenti di terrore -in cui aveva rischiato la vita- non fossero mai esistiti.
"Paccheri," mormorò il giovane umano con il respiro fiacco "Tu non abbracci mai nessuno."
"Sono davvero felice che stai bene." rispose semplicemente la ragazza, per poi tornare in piedi, rendendosi conto di essersi comportata in quel modo di fronte a tutti.


















































 
Angolo dell'auitrice!


Sono abbastanza in anticipo nell'aggiornare ^^''
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio immensamente per le scorse le recensioni! Siete voi a fare andare avanti la fanfic :)

Beh, che dire? Abbiamo incontrato il fantomatico nemico di Marceline -che ha quasi ucciso i nostri eroi D:-, ed è apparso il personaggio di Re Ghiaccio (N.B. in questo capitolo vi sono parecchi riferimenti ad episodi riguardanti il passato di Marcy e Simon) che per è molto importante! Io amo Re Ghiaccio! E' troppo jakecosmico! ♥

Spero tanto di leggere anche questa volta un vostro commento a riguardo e... Alla prossima!
  
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