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Autore: ising_lala    07/08/2014    2 recensioni
"In mezzo agli alberi potevo intravedere la figura minuta di una
ragazzina. Doveva avere all'incirca nove anni. Era seduta in ginocchio e
raccoglieva rose. Aveva un dolce sorriso."
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BUONGIORNO POPOLO! VOGLIO ASSOLUTAMENTE RINGRAZIARE TUTTI PER LE RECENSIONI *-* GRAZIE DAVVERO. RIGUARDO ALL’ HTLM MI SCUSO, PURTROPPO QUEL CAPITOLO L’AVEVO SCRITTO  SUL CELLULARE. BEH BUONA (?) LETTURA ^.^
PS: questa qua sotto è un’idea di come potrebbe essere la bambina che ha dato la rosa alla protagonista J

Cap. 2
 
Il tragitto verso casa mia fu silenzioso, pensavo ancora alla bambina che mi diede la rosa. Chissà se mai la rivedrò. Senza accorgermene, arrivai a casa in un batti baleno. Presi le chiavi dalla cartella scolastica e le infilai nella serratura.
“Sono a casa!” urlai non appena misi piede in casa. Mentre mi toglievo le scarpe nell’ingresso mia madre uscì dalla cucina.
“Ciao Mikoto, com’è andata a scuola?”
“Come al solito mamma”
“E quella rosa?” chiese indicando la mano destra. Non mi ero accorta di averla ancora in mano. Guardai la rosa, poi la faccia perplessa di mia madre.
“Oh questa? Niente di che, l’ho trovata nel sentiero vicino al Parco dei Ciliegi” mentii.
Il viso di mamma si addolcii.
“Guarda che se te l’ha data un ragazzo puoi dirmelo” ridacchiò.
Le mie guance si arrossirono subito.
“Smettila di ridere! Guarda che ti ho detto la verità!” più o meno.
“Va bene va bene scusa” disse continuando a ridacchiare e rientrando in cucina.
Salii velocemente le scale ed entrai nella mia camera, chiudendo la porta scorrevole e buttandomi nel materasso del letto. Il mio viso si voltò verso la finestra. Il monte Fuji troneggiava sul panorama, seguito dal tramonto del sole. Fortunatamente il giorno dopo non sarei dovuta andare a scuola per il weekend, perché non avevo nessuna voglia di studiare. Presi la rosa e l’appoggiai sulla scrivania. Avevo ancora una strana sensazione su quella rosa. Non sapevo esattamente cosa.
***
La sera tornò mio padre. Sinceramente preferivo mia madre. Lui era…come dire. Severo?
Non parlavamo mai, specialmente lui non mi diceva mai niente, se non per chiedermi della scuola o per darmi ordini. Non avevamo un buon rapporto e passavamo anche poco tempo insieme a causa del suo lavoro.
 
Durante la cena ci fu silenzio, si sentivano solo le bacchette che tintinnavano sui piatti e i sorseggi del te verde di mia madre .
“Com’è andata a scuola Mikoto?” chiese improvvisamente mio padre.
“Bene” risposi semplicemente. In fondo, non avevo niente da raccontare.
 
Di nuovo silenzio. Più stressante che imbarazzante. Ma ormai ci ero abituata.
 
“Com’è andata al lavoro, tesoro? Notizie?” fece mia madre.
“No, dal lavoro niente di che, ma ieri ho ricevuto una lettera, la quale accettava clamorosamente la richiesta d’ammissione agli esami dell’Accademia di Ongaku*, ovviamente per Mikoto.”
 
Alzai lentamente il volto dalla ciotola di riso al viso di mio padre. Teneva ancora lo sguardo sul giornale mentre sorseggiava con calma il suo caffè.
“E perché non me lo hai detto ieri?” dissi io con voce annoiata.
“Faccio quello che mi pare e piace in casa mia, modera i toni signorina.”
“Ha ragione tuo padre Miko.” Disse accarezzandomi i capelli. Fermai bruscamente quel gesto.
“Beh, anch’io posso fare quello che voglio, ho quasi diciott’anni! Ma questo non toglie il fatto che potevi dirmelo appena lo hai saputo, dato che riguarda me!” dissi urlando e sbattendo la ciotola sul tavolo per poi andarmene in camera mia. Potevo sentire mia madre che mi diceva di ‘tornare subito lì’ e mio padre che diceva di ‘lasciar perdere’.
Mi buttai sul letto stanca di tutto. Chiusi piano piano i miei occhi, addormentandomi.
 
“Fiore mio, rosa mia
Nel giardin tu splendi sai;
Quando il sol, calerà
Tu dovrai: splender di più”
Sentii una risatina agghiacciante e appena mi voltai, un urlo mi fece sobbalzare, svegliandomi.
Un incubo; non mi sorpresi. Stavo sudando ma avevo freddo. Mi sistemai tra le coperte cercando di riprende sonno. Lentamente le mie palpebre si fecero pesanti, guardando per l’ultima volta la rosa sulla scrivania.
 
*Ongaku: ‘musica’ in giapponese. In questo caso: Accademia di Musica
 
Mikoto:
  
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