Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    08/08/2014    8 recensioni
Jared, grazie a Jensen e all'amore che li unisce, ha affrontato e sconfitto l'incubo in cui lo faceva vivere Sebastian. Ma i due non sanno che sono solo nell'occhio del ciclone di un terribile uragano. Un uragano che questa volta non ha intenzione di lasciare superstiti. (Sequel di : La fine di un incubo )
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'L'incubo: dal sonno al risveglio.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quattro mesi dopo quel giorno assurdo in ospedale, dove tutto era finito,  Jared se ne stava disteso nel suo letto.
Era sveglio ma non aveva nessuna voglia o intenzione di alzarsi.
La sveglia suonò lo stesso, riempiendo la stanza di una musica soft. Non la spense, l’aiutava a pensare.
Sdraiato su un fianco, guardava la foto sul suo comodino.
Lui e Jensen abbracciati sul divano di casa loro. Dio!!, quanto tempo era passato da quella foto in cui erano così felici.
Quante ne erano successe da quella foto!! Quanto dolore. Quanta sofferenza. Un assurda vendetta era stata capace di rovinare tutto il loro mondo.
Sentì gli occhi bruciare. Sentì il calore umido delle lacrime farsi insistente, prepotente e quando sentì di stare per cedere all'ondata di emozioni che stava per investirlo, un abbraccio forte e dolce allo stesso tempo lo riportò alla realtà.
"Ehi!! tutto ok?!"
"Sì.” Sussurrò ricacciando indietro la tristezza. “ Ora, va' tutto bene." Continuò allacciando le sue mani a quelle di Jensen strette sul suo petto.
"Ti amo!", fece il maggiore stringendosi di più al corpo del compagno e costringendolo, poi, a girarsi verso di lui.
"Ti amo anch'io!" rispose in un dolce sussurro Jared, mentre assecondando i movimenti di Jensen, finì quasi per sovrastarlo.

Quattro mesi prima....

“Crede nei miracoli, Jared?” fece l’anestesista passandosi la mano sulla barba leggera.
“Cosa?!”
“E’ assurdo….io non ci avrei mai……ma….”
“… “ma” cosa?!”
“Jensen….è…lui è sveglio e…sembra…sembra essere fuori pericolo!!” disse finalmente , godendo dentro di se dell’espressione di felicità e gratitudine che vedeva dipingersi sul volto di Jared.
Quando il giovane potè finalmente entrare nella stanza ebbe il classico tuffo al cuore nel vedere Jensen che anche se molto debolmente comunicava con il primario. I suoi erano più che altro sussurri ma servirono comunque al dottore per capire quali erano le sue condizioni cliniche. Per un attimo il medico notò l'assenza di Jensen alle sue domande, poi guardando verso la porta, capì. Si allontanò dal letto del suo paziente e si avvicinò a Jared.
"Non dovrebbe stare qui. Non ancora!!"
"La prego..io..." balbettò sottovoce senza mai smettere di guardare Jensen che gli sorrideva appena. "Per favore!" supplicò ancora al dottore perchè lo facesse rimanere.
"Cinque minuti. Non di più. Ora più che mai deve riposare. Ci siamo intesi!?" ordinò cordialmente.
"Cinque minuti!" confermò Jared.
Quando furono soli, Jared non riusciva ancora a mettere un passò verso il letto del compagno.
“Se aspetti che venga io fin lì, dovrai aspettare parecchio!!” lo rimproverò dolcemente e sorridendogli Jensen.
“Cosa?….no. no….”  disse avvicinandosi, finalmente. “Credevo di averti perso!”
“Anch’io credevo di essermi perso. Ma ….puoi credermi o no, ho sempre sentito la tua voce che mi ripeteva di resistere, di combattere ….di non lasciarti!!” disse poi con un sospiro, dovuto all’emozione ma anche dalla comprensibile stanchezza fisica.
“Non ho fatto altro che ripetertelo!”
“E sei stato così convincente che non potevo deluderti!!” disse prima di chiudere gli occhi e tornare a dormire. Jared non si mosse. Restò lì, accanto a Jensen e ringraziò Dio che quel nuovo incubo fosse finito.

Più i giorni passavano più le condizioni di Jensen miglioravano. Un pomeriggio, Jared lo raggiunse in ospedale e lo trovò a letto che riposava. Non lo svegliò. Si sedette su una poltroncina  e in silenzio attese che il compagno si risvegliasse da solo.
Era così rilassante vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente, guardarlo senza il terrore che da un momento all’altro quel movimento così regolare si fermasse. Quello stesso terrore che gli attanagliava lo stomaco nelle ore appena successiva a quando decise di far stubare Jensen.
In quelle ore assurde, ogni respiro era un dono. Ogni minuto, ogni secondo era un vero e  proprio miracolo che gli concedeva di avere Jensen ancora accanto a lui.
Poi, dopo un tempo che Jared non avrebbe saputo quantificare, Jensen aprì gli occhi e pian piano mettendo a fuoco quello che aveva intorno, fermò sorpreso lo sguardo sul ragazzo che gli sorrideva sereno.
“Ehi!! da quanto sei qui?!”
“Non lo so. Cinque , dieci minuti…un ora!!” scherzò sorridendogli e facendo sorridere anche Jensen. “Come stai?!”
“Se non fosse per le interminabili analisi e gli infiniti esami che continuano a farmi. E poi tutti quei punzecchiamenti un po’ dappertutto…starei decisamente meglio!!” fece mostrando i vari segni di aghi che purtroppo aveva sulle braccia e le mani.
“Porta pazienza, Jensen. Andiamo!! Eri quasi morto…sai come ti chiamano in ospedale?!”
“Ho un soprannome?!” e il giovane annuì. “Wow!! Ne ho sempre voluto uno!!” esclamò come qualcuno che riceve il regalo richiesto a Natale!!
“Beh! Ora ce l’hai: Uomo del miracolo!!”
“Uomo del miracolo!?” fece un po’ deluso. “ Speravo in qualcosa di più figo, più…”
“Smettila, Jensen!” rimbrottò Jared. “Nessuno credeva che ce l’avresti fatta, e che Dio mi perdoni, hanno convinto anche me. Non mi davano speranze, non mi davano  nessuna aspettativa, mi dicevano di non farmi illusioni su una tua possibile ripresa. E quando poi mi hanno chiesto di…lasciarti andare…”
“Jared!” lo fermò Jensen vedendo il rimorso che cominciava a diventare dolore sul volto del giovane.
"Quando il dottore mi ha detto che eri sveglio, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare che ero io quello ad aver ricevuto il miracolo: avere un altra possibilità di starti accanto. Mi ripetevo che non avrei mai più litigato con te per nessuno motivo, che...."
"Davvero?...per nessun motivo?!" sembrò punzecchiarlo Jensen alludendo al loro ultimo litigio prima che quell'incubo fatto di sangue e dolore, iniziasse. Jared capì l'allusione del compagno. Gli sorrise amaramente e chiuse gli occhi, un po' per vergogna, un po' per rimettere insieme le idee. Sapeva cosa dire.
"Perdonami!!" disse anche se non era quello che voleva sentire Jensen.
"Jared non devi...."
"Sono stato uno stupido ad accusarti di tradirmi."
"Ti amo.", questo voleva sentire. E lo disse lui.
"Sono stato uno stupido  a non darti la possibilità di spiegare come stavano le cose."
"Ti amo." Ripetè.
"Sono stato uno stupido a dare retta ai medici e prendere quella decisione così azzardata!"
"Ti amo." Ancora.
"Io non avrei mai dovuto...."
"Jared, io ti amo!" e ancora.
"Per la miseria, Jensen!!! smettila di dirmi che mi ami e dimmi qualcosa che possa far tacere il mio senso di colpa!!"
"Ok! Se ne avessi avuto la possibilità ti avrei chiesto io stesso di staccare ogni singola spina che c’è in questa stanza..” esclamò e si rese conto di aver detto la cosa sbagliata, dato lo sguardo mortificato che si palesava sul volto del compagno e così cercò di rimediare a suo modo. “ E poi… e poi  ho una stramaledetta voglia di fare l'amore con te, in questo momento, su questo letto, ma so di non essere ancora in grado di fare quello che ho in mente di fare!!! Perciò devo e dovrai accontentarti solo dei miei "ti amo"!!!" finì sorridendogli di cuore.
Jared lo guardò. Vide sul volto di Jensen la sincerità di quelle parole, la completa assenza di rancore nei suoi confronti. Quelle parole erano dette non per lenire un senso di colpa, ma per rinsaldare l'amore e la passione che il maggiore non aveva mai smesso di provare per lui e questo lo esaltò fin dentro l'anima.
Non c'era altro da dire, Jensen sapeva come erano andate le cose con Sebastian e quello che si erano appena detti, bastava a ricominciare. Un bacio dolce, leggero ma deciso suggellò la completa riappacificazione tra i due, che anche quando si staccarono non divisero ancora le mani unite in un intreccio di dita.

Jensen si rimise completamente e anche se la riabilitazione e la convalescenza furono dure , lunghe ed impegnative, non fu mai solo. Jared era sempre e costantemente al suo fianco. Prese un periodo di stop da tutti i suoi impegni, approfittando anche della sosta della sua serie televisiva e passò tutto il tempo possibile accanto a Jensen, appoggiandolo e incoraggiandolo a non mollare.
Fin quando, il maggiore non fu in grado di tornare a casa e lentamente riprendere i ritmi della sua vita. Della loro vita.

****

Nel loro letto, di nuovo, Jensen godeva della carezza dello sguardo di Jared accanto al suo. Negli occhi del poliziotto, il verde brillava smeraldino e si rifletteva nelle miriadi di sfumature dell'indefinito colore degli occhi di Jared. Quello straordinario arcobaleno di nuovi colori non era altro che la manifestazione dell'amore che li legava.
Il maggiore piegò un braccio sotto la testa per potersi avvicinare di più al volto del compagno che approfittando di quel movimento, gli rubò un bacio dalle labbra rosse e carnose.
“Questo è tradimento!!” scherzò il maggiore.
“Colpevole!” ammise Jared, rubandone un altro e rimanendo, questa volta incastrato nella stretta con cui il braccio libero di Jensen lo aveva bloccato prendendolo dalla nuca,  per approfondire quel contatto. Le loro lingue si assaggiarono, si stuzzicarono fin quando non si conquistarono a vicenda e si unirono in una danza sensuale che si completava con i movimenti languidi con cui i due amanti muovevano le loro teste per potersi saziare meglio l’uno dell'altro.
Quando si staccarono, Jared rimase fermo a mezz’aria, appoggiato solo su un braccio. Jensen lo vide sorridere leggermente.
“Che c’è?!” chiese.
“Pensavo!”
“Me ne sono accorto. Ma a cosa?!”
Jared prima di rispondere, passò le dita sul torace nudo del compagno e con un dito segnava le ancora ben visibili cicatrici lasciate dai fori di proiettili.
“Jared?!”, lo chiamò credendo di sapere a cosa stesse pensando Jared.
“E’ tutto ok!, solo che pensavo ad un modo per ….coprirle!!” suggerì sorridendo.
“Si, come no!!!" esclamò ironico il maggiore. "Avevo pensato ad un bel tatuaggio. Sai?!, uno di quelli tribali, neri e vistosi, oppure…oppure un bel dragone che mi avvolge. Che ne dici??!!”
“Beh! Io pensavo a qualcosa di più semplice per la verità!” replicò estremamente serio, Jared.
“Davvero?!”
“Una J!” suggerì ancora innocentemente.
“Una J ?!” chiese ironicamente conferma.
“Sì, vedi così…” fece partendo dalla cicatrice in pieno petto. “….così…”, arrivando a quella sulla spalla. “…e poi così!” finendo il suo disegno virtuale sulla ferita al fianco del compagno che lo guardava sorridendogli curioso di sapere come gli fosse venuta in mente un idea del genere.
“Padalecki, mi vuoi marchiare??!”
“Sono del Texas e anche tu. E sai, quanto a noi texani piaccia marchiare le cose di nostra proprietà!” fu la spiegazione innocente e semplice.
“Quindi io sarei di tua proprietà!”
“Ci puoi giurare, sbirro!” disse sicuro di sè, mentre lo baciava come se quel bacio fosse l'inizio di quella marchiatura virtuale.
"Ok! Io lo faccio ma dovrai farlo anche tu!!" lo sfidò Jensen quando si staccò a malincuore dalle labbra del giovane.
"Ma il tuo marchio già c'è!" lo sorprese Jared e sorrise quando vide l'espressione sbalordita di Jensen.
"Come scusa??!! e dove...." iniziando a scrutare incuriosito e perplesso il corpo nudo  accanto al suo.
"Il tuo marchio è qui, dove nessuno può vederlo e dove solo io so che esiste!" gli confidò a voce bassa mentre con una mano si indicava il cuore.
Jensen a quella confessione così dolce e disarmante non potè fare altro che accarezzargli dolcemente il volto ormai sereno. Con l'indice seguì i lineamenti del suo profilo e quando nella mano sentì tutto il dolce peso del viso del compagno, lo avvicinò al suo e lo baciò. Con dolcezza, con lenta passione e con una sorta di timore che quel bacio prima o poi dovesse per forza finire. L'unica cosa che lo consolava era sapere che altri ne sarebbero seguiti.
"Fai l'amore con me, Jared!!" disse respirando il respiro di Jared. "Dammi la possibilità di mostrarti quanto già ti appartengo!”

Jared sospirò di puro amore all’udire quelle parole. Jensen, fra i due, era quello più “autoritario” in certe situazioni intime. Era di solito quello più esplicito in alcuni comportamenti fra loro. Lui, invece, da artista era, sì, espansivo, ma nella vita privata, in quella privata con Jensen, preferiva  lasciarsi andare e farsi conquistare  dalle sempre meravigliose sensazioni che il compagno ogni volta sapeva donargli, anche con un solo bacio. E ora l’aveva fatto di nuovo, con una splendida frase.
Perciò, sentirgli ammettere la sua completa appartenenza a ciò che li legava, a ciò che lui era per Jensen,  per Jared fu come un esplosione di felicità. Non disse altro. Si abbassò verso il volto del compagno e lo baciò. Piano, poi, si allungò su di lui, godendo della perfetta unione dei loro corpi. E mentre Jensen si strinse a lui, legandoli, in un abbraccio morbido e avvolgente, Jared gli passava lento le mani lungo i fianchi per poi arrivare ad accarezzargli il petto ansante e salire lentamente e languidamente lungo le braccia fino a quanto non intrecciò le mani di entrambi in una stretta forte e dolce al tempo stesso. In quella stretta, portò le mani del compagno all’altezza della testa di lui e con chiari movimenti si sistemò tra le sue gambe.
Jensen gemette quando le loro virilità si accarezzarono calde e umide tra i loro corpi cocenti di passione , ansiose di trovare soddisfazione e di portare pace e appagamento. Jared non riusciva a smettere di baciare Jensen. Di baciargli il viso arrossato dall’amore. Di baciargli il collo teso dal desiderio. Di continuare a saggiare i suoi capezzoli già eretti dalle torture della sua lingua. Non riusciva a smettere di godere e provare piacere nel sentire il compagno penare di una impaziente aspettativa, sotto di lui, preda di quella sua dolce passione.
"Girati!" gli sussurrò, allora, sulle labbra tremanti, mentre Jensen lo guardava stranito per quella richiesta. Raramente lo facevano in quella posizione perchè la voglia e il desiderio di appartenersi completamente senza mai smettere di guardarsi era più forte di un qualsiasi istinto passionale.
"Fallo! Per me!" gli ripetè Jared con la voce ancora più bassa e resa roca dall'eccitazione per quello che aveva in mente di fare.
Jensen assecondò la richiesta e, libero quanto bastava, si rigirò sotto il corpo di Jared, che subito dopo lo coprì con il suo avvolgente abbraccio. Il giovane prese ad accarezzarlo tutto, sentendo il suo amante tendersi sotto le sue carezze pressanti mentre le mani percorrevano ogni centimetro della sua pelle.
Sorrise soddisfatto di quei tremori che sapeva essere solo voglia di amare ed essere amato. Jensen sentiva la punta della lingua del compagno tracciargli una scia umida di desiderio lungo tutta la schiena contratta dal piacere e poi lo sentiva risalire piano asciugando quel piacere con una miriade di dolcissimi baci. Quando sentì di nuovo il respiro di Jared accanto al suo viso, si voltò verso di lui reclamando silenziosamente di essere baciato. Non dovette attendere molto, perchè Jared lo appagò immediatamente, baciandolo con passione, con irruenza. Si cibò quasi disperatamente di quelle labbra così arrossate dal piacere, invitanti al peccato, foriere di solo amore.
In quel bacio portò le mani sui fianchi del compagno, sollevandoglieli appena un po', e con un movimento deciso ma gentile, insinuò la sua virile presenza tra i muscoli contratti del fondoschiena di Jensen.
Gemettero insieme di quel contatto, stringendosi ancora di più uno all'altro. E anche se i loro corpi ancora non era uniti nel modo più profondo, i due si sentivano già parte uno dell'altro. Jared si strinse al corpo del compagno ancora di più per rafforzare la sua presenza, mentre Jensen, sopraffatto dal piacere che provava, non potè fare altro che aggrapparsi al materasso per contrastare e controllare la passione e l’eccitazione quasi dolorosa che sentiva crescere dentro di sè, soprattutto quando, poi, una mano di Jared gli scivolò lungo la pancia fino ad arrivare a coprire la sua virilità pulsante.
Perso, ormai, nelle straordinarie sensazioni ed emozioni che sentiva in tutto il corpo, e da come Jensen reagiva e rispondeva a quella sua passione, Jared si fece vincere da quello che era il loro modo di fare l'amore.
"Voltati. Non resisto. Devo guardarti. E voglio sentire i tuoi occhi su di me!!" gli ansimò nell'orecchio.
"Allora lascia che ti guardi!" fu la risposa del maggiore, che non attese oltre.
Bastò poco a Jared per insinuarsi nel corpo del suo amante che istintivamente si inarcò verso di lui per assecondare il movimento.  Jensen lo sentiva premere sul suo corpo per cercare un contatto sempre più forte con i loro corpi;  lo sentiva spingere nel suo posto più intimo per cercare in quel luogo bruciante, quel punto in cui la più piena soddisfazione li avrebbe portati all’estasi del piacere. Si puntellò con una gamba sul materasso, così da riuscire ad andare incontro alle spinte sempre più appassionate di Jared. Il giovane, invogliato a continuare da quell’improvviso movimento di Jensen, si aggrappò con tutta la forza che aveva, alle spalle di Jensen, prendendolo da sotto le braccia e stringendogli le spalle con le mani forti. Quella posizione già così vicina li costrinse ad avvicinarsi tanto quanto era ancora possibile.
Erano un tutt’uno e in quell’unione così  appassionata e profonda, l’esplosione del godimento più fisico li invase, facendoli quasi gridare di lussuriosa soddisfazione.
Li lasciò, poi, ansimanti, appagati, felici e ancora abbracciati stretti, uno sull’altro. Fronte contro fronte. Sorriso nel sorriso. “Ti amo” con “Ti amo”.
Quando sentirono che il respiro cominciava a ritornare al giusto ritmo, Jared si spostò piano dalla posizione in cui era, ma sorrise felice, quando sentì Jensen fermarlo nel suo abbraccio.
“No. Resta qui.” mormorò stringendoselo al petto. Jared non oppose alcuna resistenza, anzi. Rimase com’era, tra le braccia del compagno e nascose la testa nell’invitante incavo del suo collo. Quel posto in cui tante volte aveva trovato pace.

Il silenzio scese nella loro camera. Solo i loro respiri a spezzarlo e le note di una canzone dalla radio rimasta accesa e che in un'altra situazione avrebbe portato la più cupa delle disperazioni.

Non c’è nulla che posso fare…
…Niente più cieli di porpora.
Nessuno a cui stare vicino…. il mio cuore lentamente muore.
Se solo potessi stringerti ancora una volta
come nei giorni in cui eri mio...
Direi una preghiera per ogni tuo sorriso…
Mi lascerei cullare dai quei momenti come un bambino.
Fermerei il mondo se solo
potessi stringerti ancora una volta….
….Ho il tuo viso stampato in testa
Riconosco le tue carezze col cuore..
…sono ancora perso nei tuoi abbracci
sognerei dove sei….
se solo potessi stringerti ancora una volta…
…ancora una volta”(*)


“Mio Dio!!, com’è triste!” si ritrovò a sussurrare Jensen quando l’ultima nota scemò tra le parole del dj mentre con movimenti lenti e leggeri accarezzava la schiena di Jared ancora fermo al suo fianco, ancora abbracciato al suo corpo come se non volesse lasciarlo andare.
Poi, sentì qualcosa scorrergli sulla spalla dove teneva rifugiato il viso di Jared. All’inizio pensò che fosse solo sudore, dato quello che era appena successo, poi, però, un secondo tocco umido gli solleticò la pelle e subito dopo, un terzo.
“Jared?!” chiamò, ma il giovane sembrò volersi rifugiare meglio in quel suo nascondiglio. Sentì il suo respiro tremare contro il suo petto.
Lo sentì tirare su con il naso. Lo sentì stringersi forte a lui e sentì la presa delle sue mani, che prima era una carezza,  farsi pressante sulla sua pelle.
“Jared!!” lo chiamò ancora, preoccupato ma senza indurire il tono della sua voce.
“Non… guardarmi!” si sentì rispondere.
“Ma cosa….”
“E’ quello che ho provato, Jensen. Ogni maledetta parola di quella canzone…è quello che mi sarebbe accaduto se ti avessi perso. Se tu non…” , ma un singhiozzo gli impedì di continuare.
“Ma ora sono qui, Jared!” lo rassicurò accarezzandogli la testa ancora nascosta alla sua vista. “Non mi hai perso e io non ho perso te. Siamo insieme. Di nuovo. Ancora. Per sempre.” promise sinceramente con il tono più dolce che il suo cuore e l’amore che provava per Jared, gli permisero di usare. Ed era un tono dolcissimo , rassicurante, caldo e avvolgente.
Quando sentì il corpo del giovane rilassarsi finalmente tra le sue braccia, portò una mano sul suo viso e lo costrinse gentilmente a guardarlo.
Gli occhi, ancora lucidi di lacrime di Jared gli spezzarono il cuore, ma al tempo stesso lo riempirono di una dolcezza che gli invase l’anima. Il viso rasserenato da quella promessa, pian piano si illuminò di nuovo di quella vita che gli brillava sempre negli occhi quando si guardavano e si confidavano il loro amore.
“Fermerei il mondo per te, Jensen!”
“Lo hai fatto!” gli confidò, prima di posargli un bacio leggero sulle labbra, ora, sorridenti. “Il giorno in cui mi hai permesso di amarti!”
L’incubo che per anni aveva tormentato Jared era finito, ma poi, come un furioso tornado, era tornato per distruggere ciò che era rimasto in piedi: L'amore di Jensen.
Un incubo che stava per strapparli via uno dall’altro.
Ma ormai era finito. Definitivamente.
E in quella promessa d’amore eterno, i due non poterono fare altro che baciarsi e abbracciarsi di nuovo per suggellare quella promessa. Avevano avuto una seconda possibilità e nulla e nessuno al mondo avrebbe impedito loro di viversi e appartenersi come era destino che fosse.
 

(*) One more time by L. Pausini. Non l’avevo mai sentita e quando l’ho ascoltata, mi ha spezzato il cuore. Forse c’entra, forse no. Giudicate voi!!!
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75