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Autore: Inmichaelarms    08/08/2014    2 recensioni
Hayley ha paura del pericolo, del buio, del rumore. Cose che per Luke sono all'ordine del giorno.
Lui è pronto a rischiare, pronto per vincere un gioco che non ha regole.
La storia NON è mia, l’autrice mi ha dato il permesso di pubblicarla, la storia è originaria di watt-pad: http://www.wattpad.com/story/13607023-disconnect-luke-hemmings l’autrice è: http://www.wattpad.com/user/inashtonsarms
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moments
-Ilaria.-
Abbassai la mano dalla maniglia di metallo prima di girarmi. Hayley era appoggiata allo stipite della porta della cucina mentre aveva le braccia incrociate al petto. La stanchezza le copriva gli occhi, come se volessero giocare a nascondino. Questo mi fece ricordare quando mi raccontò del suo primo bacio con Luke, il loro primo contatto che colpì Hayley fino allo stomaco. Come se le sue viscere si fossero spostate. Me lo raccontò bene. Ogni sensazione. Il tronco dell'albero contro la schiena agitata e umida.
Momenti.
Momenti nel tempo che aveva condiviso con me. Che poi cos’era un momento? Cosa si doveva fare per sfruttarlo al meglio? Me lo sono sempre chiesta. Adesso, quello a cui sto pensando, è un momento sprecato, per me. Tutta la mia vita è stata un “momento sprecato”, penso invece di fare.
Hayley, invece, di momenti ne aveva avuti. Brutti, bruschi e passionali ma li aveva avuti. E li aveva vissuti senza scappare.
Così me lo aveva raccontato.
-Dimmi.-
Dissi sorridendo. Era strano vedere la facilità con cui mi raccontava il suo passato.
-Domani torna. Devo finire di raccontarti la storia.-
Mi ricordò lei facendo un cenno con la mano, si strinse nel suo maglione sfibrato prima di rintanarsi nella cucina con le tende impregnate di The Inglese. Tutta la casa aveva quel profumo dolce ma amarognolo, come una spruzzata di limone insieme al latte messo tutto dentro ad una tazza di the. Troppo.
Troppi sapori, ecco cos’era Hayley. In quello ci assomigliavamo, siamo tante cose nello stesso momento. Vogliamo essere e avere tutto subito. Se aspettiamo, non ha più senso volere una cosa, e viviamo questa consapevolezza di noi stesse in silenzio come se non ci importasse di cosa stiamo perdendo.
Aprii la porta, l’aria fredda della sera mi colpii il collo, già avevo una faccia schifata pensando al mal di gola che mi sarebbe venuto. Stringevo i miei appunti tra le mani che avevo adagiato sul petto. La scritta “Momenti.” era sottolineata e cerchiata. Hayley ci teneva che fosse chiaro questo particolare, tutta la sua storia era divisa in momenti. Feci un urlo strozzato quando mi ritrovai per terra, iniziai a massaggiarmi la spalla colpita mentre guardavo i miei fogli volare per il marciapiede. Un ragazzo ne raccoglie alcuni e si prese anche qualche insulto quando finì in mezzo alla strada per prenderne uno.
Automobilisti.
-Scusa,- disse velocemente porgendomeli –non ti avevo vista.-
Mi alzai in fretta prendendo i fogli, pensavo nel momento sbagliato. Gli faccio un cenno con la testa imbarazzata prima di dargli le spalle.
-Hei! Aspetta.-
Chiusi gli occhi sperando che la botta mi avesse fatto prendere le allucinazioni. Lo vedo raggiungermi e ridacchiare quando mi guarda.
Ha i capelli mori e spettinati mentre gli occhi chiari mi fissando curiosi. Stringo di più i fogli quasi strappandoli.
-Abiti da queste parti?-
Mi chiese confuso. Annuì con la testa.
-Abito di fianco alla signora Cohen.-
Risposi con un filo di voce, non mi piaceva far rumore. Il ragazzo mi sorrise e i denti bianchi spiccarono da sotto le labbra rosee, sorrisi anche io.
-Io abito in fondo alla strada.-
Dice indicando una direzione con il pollice. Mi guarda ancora prima di allungarmi una mano, io ho ancora le dita intorno ai fogli e non so se stringere la sua o no. Lui mi guarda con imbarazzo e, quando sta per riposare la mano lungo il fianco, la stringo leggermente.
-Tristan.-
Dice deciso.
-Ilaria.-
Rispondo incerta. Scuote la testa prima di darmi leggermente le spalle.
-Allora Ilaria, credo che ci vedremo presto.- dice prima di girarsi completamente e andarsene. Annuisco. Rise.
Ho trovato il mio momento.
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Luke spostò un piede in avanti mentre si scostava Calum da dietro, nonostante si fosse scaricato su quel corpo ora steso a terra, la rabbia che lo soffocava aveva una fiamma ancora più viva e calda.
Si avvicinò alla ragazza rannicchiata a terra e la prese per un braccio facendola alzare.
-Lasciami!-
Hayley si divincolava mentre cercava di raggiungere il ragazzo moro steso a terra.
Fragile.
Momenti fragili.
La ragazza bionda era composta da momenti fragili, come un vetro colpito ripetutamente con una mazza, scosso, rotto. E mentre urlava e sentiva le mani di Luke sulla sua vita pensava a quanto fosse ingiusto tutto quello.
Iniziò a respirare più velocemente quando fu buttata dentro alla macchina del ragazzo. Prese a tirare verso di se la leva per aprire la portiera. Chiusa. Il panico prevalse.
Quando sentì la portiera dall’altro lato della vettura chiudersi pesantemente iniziò a muoversi contro il ragazzo.
-Lasciami uscire!- urlò – Ashton ha bisogno di me! Di un dottore. Ti prego!-
Il viso bagnato era imprigionato in una smorfia di dolore mentre quello del ragazzo era fisso sulla strada davanti a loro. Si girò di scatto verso Hayley prendendola per i polsi.
Iniziò a strattonarla.
-E’ colpa tua.- sputò –Ti avevo detto che lo avrei ucciso se lo avessi visto con te. E’ già stato fortunato, oggi.-
La ragazza stette zitta, terrorizzata.
-Tu non sei nessuno Luke, ora fammi scendere.-
Disse lentamente la bionda. Non voleva farlo arrabbiare.
-No!-
Urlò straziante, battendo le nocche screpolate e incrostate di sangue contro il volante scuro.
-No, tu ora vieni con me.-
Hayley scosse la testa cercando di nuovo di aprire la portiera. Urlò non riuscendoci.
Il ragazzo fece partire la macchina, le dita della bionda si impiantarono sul sedile stringendolo.
Era stanca. Per lei era troppo.
Chiuse gli occhi finché la macchina non si fermò. Sentì la portiera dal lato del guidatore aprirsi e chiudersi, aspettò qualche secondo e non si stupì quando anche la sua si aprì. La prese con forza dalle braccia prima di spintonarla contro la parte in alluminio della macchina.
-Ascoltami.-
La richiamò il ragazzo, lei aprì le palpebre pesanti.
-Per dieci giorni sei ancora sotto il mio possesso. Solo mia, niente giochi. La scommessa no è ancora terminata.-
Hayley chiuse gli occhi di nuovo. Schiuse le labbra secche.
-Ti odio.-
Sussurrò.
-Ti odio anche io.- rispose il ragazzo accarezzandole il viso prima di far incontrare le loro labbra.
Momenti.
  
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