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Autore: Lost on Mars    08/08/2014    12 recensioni
Amelia Hogan aveva un solo obiettivo nella vita: essere qualcuno. Avrebbe fatto di tutto pur di non rimanere nell’ombra a condurre una vita qualunque. Era ambiziosa, forse troppo, ma aveva deciso che avrebbero smesso di dipingerla con l’indaco. Né viola né blu, un colore a metà, una via di mezzo. Ad Amelia le vie di mezzo non piacevano, ma era proprio di una di queste che aveva paura: Ashton Irwin, un ragazzo a metà, una via di mezzo. Diviso tra due mondi, proprio come lo era l’indaco tra due colori.
Dalla storia:
« Tu vuoi bene a qualcuno, Ashton? »
Lui esitò per un momento, abbassò lo sguardo a terra e per un breve istante mi sembrò innocuo e indifeso. Quando rialzò il capo, l’ombra di quel sorrisetto divertito che gli avevo visto prima era sparita del tutto, e il suo volto adesso era di nuovo una pagina bianca, senza emozioni disegnate sopra. Nemmeno un velo di tristezza, nostalgia o ricordo. Niente di niente.
Ma dopotutto, cosa mi aspettavo? Che Ashton Irwin avesse dei sentimenti?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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3 – VITTORIE E SCONFITTE
 
Quando uscirono i risultati del concorso, non feci colazione per il nervosismo. A pranzo, invece, andai con Valerie e Luke nella cucina che offriva il dormitorio e mi strafogai. Luke mi disse qualcosa a proposito di rilassarmi, ma tutto quello che ottenne fu uno sguardo fulminante.
In seguito, Valerie si offrì di accompagnarmi a vedere i risultati.
« Amelia, sono sicura che hai vinto. Avanti... non fare così » mi disse mentre camminavamo.
« Ho scelto la versione peggiore, la quarta era venuta decisamente meglio! » mi lamentai, mettendo le mani nelle tasche dei miei jeans. I risultati erano già affissi, e un notevole gruppetto di studenti era già lì intorno. Valerie rimase fuori dal cerchio. « Buona fortuna » disse, e io mi feci spazio a spallate.
Puntai il dito sulla dicitura “Primo posto” e lo feci scorrere finché non incontrai il mio nome. Avevo vinto. Ero arrivata prima. Sorrisi e uscii velocemente dalla massa di persone che mi stavano soffocando.
Abbracciai Valerie con tutta la forza che avevo. « Allora, li hai vinti questi mille dollari? » mi chiese scherzosa.
« Sì! » squittii in risposta, come una ragazzina. Mi sentivo una bambina in un negozio di caramelle, in quel momento.
« Te l’avevo detto » mi canzonò ancora la mia amica. Era passato poco più di un mese dall’inizio dell’università, e io avevo ottenuto già una mia piccola vittoria. Mi sentii picchiettare la spalla e vidi il nostro professore di letteratura, il signor Turner.
« Congratulazioni, signorina Hogan » mi sorrise. Gli strinsi la mano e ricambiai il sorriso.
« La ringrazio, professore, è davvero un traguardo molto importante per me » dissi io.
« Devo ammettere che il suo racconto è stato uno dei migliori, insieme a quello della signorina Weber e del signor Clifford, che hanno vinto rispettivamente il secondo e il terzo premio » continuò a dire.
Io annuii, fingendo di capire quello che mi stava dicendo, ma l’unica cosa su cui si stesse concentrando la mia mente era Michael che aveva vinto il terzo posto. Si presentava tardi a lezione e non prendeva mai appunti, ma se aveva vinto un motivo c’era. Forse era una sorta di piccolo genio della letteratura.
« Ora scappo, ho dei test da preparare ».
« Arrivederci, professor Turner » dissi gentilmente. Valerie mi si avvicinò con circospezione.
« Lui ha avuto il terzo posto? » mi chiese a bassa voce, con le braccia incrociate al petto.
« A quanto pare, non che la cosa mi interessi... » mentii. Mi interessava eccome, a dire la verità. Avrei voluto tanta voglia di leggerlo, in quel momento, per vedere cosa ci avesse scritto di così brillante.
« Ho letto che la premiazione ci sarà venerdì sera, » mi disse Valerie, cambiando argomento. Sapevo che non le piaceva parlare di Michael. La premiazione ci sarebbe stata tra due giorni. « Ci andrai, vero? »
« Ovvio che ci andrò, ho anche una macchina adesso! » esclamai, ridendo. Dieci giorni fa, dopo diverse lotte con i miei genitori, ero riuscita a farmi dare i soldi necessari. Avevo comprato una macchina piccola e poco costosa di seconda mano, mi sarebbe andata bene per spostarmi nel campus e in città.
« Ti arrabbi se ti dico che io e Luke non possiamo? » mi chiese, rabbuiandosi un poco.
« Perché? ».
« È il finesettimana e andiamo entrambi a trovare la nostra famiglia. Sono qui a Sydney, quindi non ci vorrà molto » mi spiegò.
« Non c’è problema, casa manca a voi come manca a me » le risposi, e dopodiché Valerie mi abbracciò ancor più forte di prima.
« Vado a sceglierti i vestiti per venerdì, conoscendoti entrerai nel panico » mi lasciò un bacio amichevole sulla guancia e sparì verso i dormitori prima che potessi dire qualcosa. Mi voltai e vidi Michael appoggiato al muro. Non so se stesse guardando me o qualcosa dietro di me, ma poi capii che stava seguendo Valerie con lo sguardo e mi stupii che lei non se ne fosse accorta.
Quando notò che lo stavo guardando, fece di nuovo il suo solito sorriso sghembo e mi si avvicinò con passo lento. « Complimenti, Amelia, alla fine, abbiamo vinto entrambi, seppur in modo diverso ». Mi porse la mano e io la guardai per qualche secondo.
Alla fine, gliela strinsi, e contrariamente a come si potrebbe pensare, in me non successe niente di niente. Era come se stessi stringendo la mano ad un professore o ad uno sconosciuto. Tuttavia, non riuscivo a parlare. Non riuscivo mai a parlare quando Michael mi rivolgeva la parola o mi fissava con i suoi occhi acquosi.
« Spero di vederti alla premiazione, venerdì sera » continuò, lasciandomi la mano. Mi risvegliai dalla mia trance.
« Vale lo stesso per me » risposi, accennando un sorriso.
Michael sospirò e poi allungò la mano verso il mio viso, per un breve momento andai nel panico, e mi ritornarono in mente le parole di Valerie, temei che mi potesse fare del male. Invece si limitò solo a togliere il fermaglio dai miei capelli e a farli ricadere sulla spalle. Chiuse gli occhi e quando li riaprì, mi aveva messo il fermaglio in mano.
« Trovo che ti donino molto di più così » mi disse per giustificare la sua azione.
« Grazie ». Lasciai uscire fuori l’aria che avevo trattenuto. « Devo andare adesso, a venerdì, allora ».
« Certamente, Amelia. A venerdì ».

 
***
 
Venerdì arrivò ed io non ero psicologicamente pronta. Avrei dovuto salire su un palco di fronte a quasi tutti gli studenti e forse avrei dovuto parlare. Ma cercai di far pace con questa cosa, se volevo diventare qualcuno, avrei dovuto mostrarmi capace di relazionarmi con un pubblico.
Valerie mi aveva aiutata a scegliere i vestiti. Mi aveva consigliato qualcosa di non eccessivamente elegante, ma nemmeno eccessivamente sportivo. Allora avevamo entrambe deciso per dei pantaloni neri, un top colorato ma non troppo e una giacca nera a metà tra l’elegante e il casual, ovviamente, tutto accompagnato da un paio di tacchi vertiginosi provenienti direttamente dall’armadio di Valerie. Era una fortuna che portassimo lo stesso numero di scarpe.
« Allora, divertiti, sali su quel pacco, lascia tutti a bocca aperta, non bere e stai alla larga da Michael » mi ripeté Valerie per la quarta volta in quella sera. Io sbuffai, di nuovo.
« Val, Michael è un vincitore, non posso evitarlo » le feci notare.
« Be’, parla con Rebecca Weber anziché con lui, anche lei ha vinto, no? » continuò lei, aggiustandomi il colletto della giacca. « Bene, ora sei perfetta ».
« Grazie per avermi fatto da truccatrice e parrucchiera, » scoppiai a ridere, per poi aggiungere « E stilista! »
Valerie sorrise e poi mi squadrò per qualche secondo. « Come mai hai voluto lasciare i capelli sciolti? »
« Uhm... mi hanno detto che ci sto bene » risposi, mantenendomi sul vago. Non avevo detto a nessuno del piccolo episodio con Michael subito dopo l’annunciazione dei vincitori né avevo l’intenzione di farlo.
« Oh! Chi? Qualche bel ragazzo? » continuò ad indagare Valerie.
« Solo Luke, sono cose da amici, no? » inventai una bugia, sperando che ci cadesse.
« Se Luke non si stesse vedendo con la tipa della facoltà di chimica direi che ha una cotta per te, ma è già semi-impegnato, quindi niente, » sospirò sconfitta. Era un po’ delusa, si aspettava che le raccontassi di qualche ragazzo conosciuto a lezione, magari. « E già che ci sei, stasera vedi di conoscere qualcuno » continuò.
« Quando avrai finito di organizzarmi il matrimonio, avvertimi » scherzai.
Valerie rise. « Ora puoi andare. Domani mattina devi raccontarmi tutto, sono stata chiara? ».
« Sissignora! ».
Uscii dopo aver preso la borsetta nera e arrivai fino al parcheggio del dormitorio, salii in macchina e partii. La premiazione si sarebbe svolta in un locale non molto lontano dal campus, qualche chilometro. Arrivai in un quarto d’ora e vidi che c’erano già molte persone.
Per prima cosa andai a salutare il mio professore e poi tenni a mente le parole di Valerie: Rebecca Weber. Non avevo la minima idea di chi fosse, e intanto, per cercare lei, controllavo che non ci fosse Michael. Quando vidi una ragazza bionda, in un abito da sera bianco, parlare con quelli se sembravano gli organizzatori del concorso, non ebbi più dubbi.
Aspettai che finisse di parlare con loro e andai a presentarmi.
« Hey ciao! Tu devi essere Rebecca, io sono Amelia » le dissi gentilmente.
Lei posò il suo bicchiere di champagne, probabilmente, da qualche parte e mi strinse la mano, sfoggiando un sorriso raggiante. « Piacere mio, Amelia! Ho visto che sei stata a tu a vincere il primo premio, devi averlo assolutamente meritato ».
« Ti ringrazio, sai se i racconti verranno pubblicati da qualche parte? » le chiesi.
« Probabilmente sul sito dell’università, » mi rispose lei. « Scusami un attimo, sono arrivati i miei genitori ».
Detto questo si allontanò e tutte le occasioni di intrattenermi con Rebecca Weber per evitare Michael andarono in fumo. Avrei dovuto immaginare che sarebbero venuti i genitori dei vincitori, tranne i miei. Loro abitavano tutti qui a Sydney, io avevo solo fatto una telefonata per comunicargli la mia vittoria e loro mi avevano detto che erano fieri di me.
La premiazione si svolse nella calma più assoluta, quando salii sul palco a ritirare il premio – ovvero un assegno chiuso in una busta – le uniche cose che dissi furono i soliti ringraziamenti formali, nessun altro comunque aveva preparato un discorso. Michael non mi rivolse la parola finché la premiazione non fu conclusa e iniziò una sorta di after-party con alcolici e stuzzichini.
Dopo dieci minuti, vidi Michael venirmi incontro con due bicchieri in mano. « Posso offrirti un bicchiere di champagne? »
« Non bevo, grazie comunque » risposi educatamente.
Lui scrollò le spalle e bevve il suo, lasciando l’altro da qualche parte. « Ho sentito dire dal professor Turner che il tuo racconto era geniale. Hai trattato il genere romantico dando comunque più spazio al genere giallo, non ti sei soffermata su particolari inutili ».
« Diciamo che era il romanticismo lo sfondo, non il giallo » precisai io.
Michael annuì. « Interessante ».
Ebbi una disperata voglia di chiedergli del caso Rockwood, ma immaginai che lui fosse così gentile con me solo perché sapeva che io, non avendo mai vissuto a Sydney, non ero a conoscenza di quel fatto. Inoltre, se gliene avessi parlato, sarebbe venuto a sapere tutti i sospetti che Valerie mi aveva inculcato in testa.
Provai a chiedergli di cosa parlasse il suo, ma lui sviò sempre l’argomento. Poco male, lo avrei letto sul sito dell’università.
Quando Rebecca Weber e i suoi genitori se ne andarono, era da poco passata la mezzanotte. E di rimanere da sola con Michael non se ne parlava, perciò decisi di levare le tende anche io. Salutai discretamente il mio professore e gli altri organizzatori, li ringraziai un’ultima volta e poi mi fiondai in macchina. Accidenti, stavo diventando paranoica come Valerie.
Misi in moto, ma mi resi conto d’avere poca benzina, allora dopo aver fatto dieci volte il giro del quartiere alla ricerca di un benzinaio aperto, ne trovai uno, ma era stranamente vuoto. Non avevo mai usato il self-service, quindi andai alla ricerca di una qualsiasi persona che potesse aiutarmi.
Provai a vedere anche dietro il piccolo edificio che fungeva da cassa e dove si vendevano altri articoli, e allora vidi esattamente l’ultima cosa che avrei dovuto vedere.
C’erano due ragazzi e un uomo, l’uomo era appoggiato con la schiena al muro e i due in piedi di fronte a lui. Uno di loro, il più basso, conficcò la lama di un coltello appena sopra lo stomaco dell’uomo, quello si accasciò a terra con un gemito strozzato e il ragazzo si piegò ad estrarre il coltello, sporco ormai di sangue. L’altro si girò e puntò gli occhi nei miei. Michael. Mi mancò il respiro. Quand’è che se ne era andato? Era ancora lì quando io ero andata via. Deglutii, il ragazzo accanto a lui aveva ancora coltello in mano e dalla poca luce che proveniva dalla stazione di servizio notai che la lama era abbastanza lunga. Michael e quel tipo avevano ucciso un uomo. Io ero appena diventata la testimone di un omicidio.
Prima che potessi raccogliere tutto il mio fiato per urlare, la mia schiena andò a sbattere contro il muro e mi morsi le labbra per il dolore. Poi mi ritrovai gli occhi di Michael a pochi centimetri di distanza, la sua mano sulla mia bocca.
« Non dire una parola » sibilò minaccioso. Non aveva più il tono sognante e lento di quando mi parlava. Non era più il Michael che mi aveva parlato a lezione, e allora cominciai a pensare che tutte le voci su di lui fossero vere. « Adesso ti lascio andare, ma tu non fiatare, sono stato chiaro? »
Annuii con gli occhi spalancati e pieni di terrore. Lui si allontanò da me e io cominciai a respirare affannosamente. L’altro ragazzo aveva i capelli ricci e arruffati, indossava dei guanti come quelli dei dottori, probabilmente per coprire le impronte.
« Che ci dobbiamo fare con lei? La conosci? » chiese glaciale. I brividi mi percossero tutto il corpo.
« Frequenta psicologia con me- » iniziò Michael, ma il suo amico non lo fece finire.
« Ah, tu sei Amelia. Michael mi ha parlato di te, un piccolo prodigio della letteratura, » disse. Ma mi stava prendendo in giro o cosa? Avevo appena assistito alla morte di una persona – per mano sua –  e lui mi parlava del concorso? « Non è una bella mossa fare fuori una piccola celebrità come te, ora che sei sotto gli occhi di tutti, quindi ti lascerò due minuti per fare benzina e andartene di qui ».
Tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e pulì la lama del coltello.
Avrei voluto tanto scappare, ma le mie gambe non si muovevano, in compenso, era il mio cervello a lavorare. « Siete completamente pazzi, voi... oh mio Dio! Avete ucciso un uomo, oh mio Dio! ».
« Invocare il tuo Dio non ti servirà proprio a niente se non a farmi perdere la pazienza, torna al campus, dimentica tutto questo e continua a vivere la tua vita, » disse bruscamente il ragazzo dai capelli ricci. Michael rimaneva in silenzio, lo guardai per cercare una sorta di aiuto, ma avrei dovuto aspettarmi che la sua gentilezza con me fosse tutta una farsa. « E bada a non dire niente a nessuno ».
« Denunciarti sarà la prima cosa che fa- ».
Non finii mai quella frase, sentii un fruscio accanto al mio orecchio sinistro. Il coltello si era conficcato nel muro a tre centimetri dalla mia testa. Cominciai a tremare.
« Farai meglio a stare zitta, o la prossima volta questo coltello non mancherà la tua gola, » mormorò. « Mi hai capito? ».
Annuii, senza dire una parola. Il ragazzo si avvicinò ed estrasse il coltello dal muro, sentivo il suo respiro sulle pelle. « Cosa farai adesso? »
« Farò benzina e me ne ritornerò al campus » risposi, con il cuore in gola.
« Bravissima. Oh, e congratulazioni per il tuo premio ».
Cominciai a muovere qualche passo, ma sentii qualcosa afferrarmi il braccio e mi morsi la lingua per non urlare. Mi voltai e vidi lo stesso ragazzo che aveva parlato prima. « Ho detto, congratulazioni per il tuo premio, Amelia ».
Notai che da quando ero arrivata a Sydney, lui era stata l’unica persona a pronunciare il mio nome correttamente, senza allungare l’ultima sillaba come facevano tutti, da quelle parti.
« G-grazie » balbettai. Aveva dei problemi. Dei serissimi problemi. Dopodiché mi lasciò il polso e io mi allontanai velocemente da lui. Riempii il serbatoio con mani tremanti e il cuore a mille. Pagai non so quanto e ripartii alla velocità della luce.
Quando tornai al dormitorio, parcheggiai nel posto adibito agli studenti, ma esitai prima di scendere dalla macchina. Rimasi seduta al posto di guida per qualche minuto, poi le immagini di quello che era successo mi assalirono e scoppiai a piangere nella mia macchina. Cercai di calmarmi prima di uscire: dubitavo che Valerie fosse ancora sveglia, ma non potevo farmi vedere in quello stato.

 
 

Marianne's corner
Salve! Aggiorno in questo orario parecchio improbabile - ho appena finito di mangiare - perchè questo pomeriggio non posso, so here I am. Allora, come vi avevo detto, le cose di fanno interessanti e...OPS, Amelia vede qualcosa che non doveva vedere, in cui è coinvolto anche Michael. E penso che per esclusione si sia capito chi è il "compagno" omicida di Michael, in caso contrario, aspetterete il 5 capitolo ewe
Ci dichiaro ufficialmente entrati nel vivo della storia! Il prossimo capitolo si concentrerà principalmente su Amelia e Michael, che si affrontano dopo questo macabro spettacolo. Per dire, ho tutta la scaletta delle storia scritta, quindi so esattamente cosa far succedere, anche se alcune scene non le ho ancora decise per bene. Per questo posso dirvi con assoluta sicurezza che la storia si aggirerà attorno ai 25/30 capitoli, me ne rimangono solo più di venti da scrivere, pfff.
Quindi niente, la smetto di blaterare e passo alle solite domande: come faranno Michael e il Tipo Misterioso ad assicurarsi che Amelia non vada a denunciarli? Credete anche voi che sia stato Michael l'autore del caso Rockwood? Pensavate che vincesse Michael... eh? Li ho fatti vincere entrambi, con un po' di distacco ;)
Prima che me ne dimentichi! Tempo fa ho fatto il trailer di questa storia, ma non ve l'ho mai lasciato, sbadata come sono, quindi ecco a voi: 
https://www.youtube.com/watch?v=aGEI3GG2JZI
Ora passo a ringraziare le cinque persone che hanno recensito lo scorso capitolo (wow, 5!): Letizia25, DarkAngel1, Hazel_, ashton_irwin94 e jessiesmile
Vi ricordo inoltre che per qualsiasi cosa mi trovate su Facebook :)
Ora sparisco, fatemi sapere cosa pensate del capitolo! :3
Bacioni,
Marianne

 





 
   
 
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